Recensione – E’ arrivata anche in Italia la commedia ispirata a una storia vera che vede protagonista Zach Galifianakis nei panni di un maldestro rapinatore. Siparietti scontati per un’originalità sprecata nel solito film americano (poco) divertente.

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Caschetto rosso, frangetta sbarazzina e qualche chilo di troppo, David Ghantt è un uomo ordinario, privo di ambizioni particolari, che si accontenta senza batter ciglio di quello che la vita ha da offrirgli. Diviso tra casa e lavoro, guida con orgoglio ed estrema diligenza un camion portavalori, ignaro di quanto l’amore per la collega Kelly Campbell sia destinato a cambiare radicalmente la sua vita. Quando lei lascia il lavoro, mettendosi in combutta con il meschino Steve Chambers – meglio conosciuto come Geppetto – e convince David a svaligiare il caveau della compagnia in nome del sogno di un amore, me tte a segno uno dei colpi più remunerativi della storia americana: diciassette milioni di dollari in contanti che il povero impiegato sottrae e consegna al gruppo di Chambers. Sembra essere andato tutto bene fin quando David non capisce che Steve e sua moglie si sono approfittati della sua ingenuità per appropriarsi di tutto il bottino e assoldare un sicario pronto a ucciderlo.

Sembra strano che questa commedia sia tratta da una storia vera, ma è proprio così. Esagerando il lato comico della vicenda viene portata sugli schermi la seconda rapina più importante sul suolo americano: oltre 17 milioni di dollari nel 1997 che, adesso, con l’inflazione, sarebbero all’incirca 25 milioni. La rapina di Charlotte lasciava spazio a innesti comici che son stati sfruttati nel film ma che rimangono isolati e poco omogenei.

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Il film giunge in sala dopo diverse vicissitudini in fase di produzione. Il progetto nasce nel 2013 e dopo alcuni mesi incontra la prima difficoltà. Jim Carrey, che così sarebbe tornato a interpretare un rapinatore improvvisato, inizialmente ingaggiato come protagonista, deve abbandonare il progetto e la produzione vira su Zach Galifianakis. Inoltre, in questo ultimo anno la distribuzione ritarda di parecchi mesi per le difficoltà finanziarie della principale casa di produzione, la Relativity Media.

Atteso con una certa attenzione, il film esce però nelle sale un po’ spuntato. A una prima visione non ci sono grandi elementi distintivi e il film non si erge ad essere ricordato. Non esistono delle scene madri che torneranno alla mente e, in generale, non si fa preferire a tante altre commedie che hanno visto gli stessi attori principali.

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Se Galifianakis è facilmente il vero mattatore, Owen Wilson, il suo alter ego e, in un certo senso antagonista non evidenzia più di quanto già abbiamo apprezzato nei limiti delle sue solite pellicole. Un personaggio divertente e straniante è costituito da Jandice, la fidanzata, promessa sposa di David, una perfetta Kate McKinnon. Una parte che poteva essere sviluppata maggiormente dandole più spazio, cosa che avrebbe dato alla commedia una visione più fresca, originale e simpatica.

Si ride, poco, ma si ride in “Masterminds”, sicuramente meno di quanto ci si aspetti. La sceneggiatura forza troppa i passaggi di scena e lascia troppo spazio all’interpretazione personale degli attori e delle attrici che, se da una parte mette in mostra i valori in campo, dall’altra scollega e disarmonizza tutto il film.

Voto: 5,1

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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