Intervista – Prima della proiezione di MINE in sala Energia presso il cinema Arcadia di Melzo abbiamo avuto modo di avere un breve colloquio con i due registi Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, ecco cosa ci hanno detto.

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E’ il 12 ottobre, seconda serata, al cinema Arcadia di Melzo c’è un pienone che sembra Natale o giù di lì, complice il cinema a 2 Euro per tutta la sera e per tutti gli spettacoli. Arcadia, sempre attenta ai giovani talenti cinematografici italiani ha organizzato, insieme ai produttori e distributori di Mine (qui la nostra recensione), una serata di proiezione del film alla presenza dei due registi, conosciuti come Fabio&Fabio e, all’anagrafe, Fabio Guaglione e Fabio Resinaro. Noi di Cinematik, grazie alla disponibilità del gentilissimo ufficio stampa e marketing Arcadia, siamo riusciti a scambiare qualche parola con loro. Due artisti che sanno stare col pubblico e hanno voglia di parlare del loro lavoro come lo dimostra anche il piccolo cineforum dopo la proiezione del film, ormai a notte fonda.

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Inizio da Afterville il vostro film del 2008, lì già si vedevano delle cose che, per l’Italia, non è proprio quotidiano vedere, soprattutto nei cinema abituati come siamo a un certo tipo di commedia, dramma. Come si sopravvive in Italia, da registi di lungometraggi di genere?

Resinaro: In Italia con fatica, ma diciamo che quel tipo di cinema ci ha permesso di arrivare all’estero. Afterville ha vinto il Sitges (Festival del cinema Fantastico), e quella è stata l’occasione che ci ha portato negli Stati Uniti, perchè in giuria c’era un produttore della Twenty Century Fox e da lì abbiamo iniziato a sviluppare un progetto di Afterville come lungometraggio.

Guaglione: …infatti quasi non si sopravvive, noi abbiamo sempre tenuto un piede fuori e abbiamo anche un po’ cercato sostentamento sviluppando dei progetti anche fuori dall’Italia. Quest’anno è anche l’anno di Jeeg, Veloce come il Vento, Gomorra, ecc, pur cui c’è un vento nuovo e adesso bisogna vedere se il sistema darà più possibilità a persone come noi.

Resinaro: noi abbiamo insistito tanto su raccontare le nostre storie che, naturalmente sono di genere perché siamo sempre cresciuti con quel certo tipo di storie

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Parliamo del cast: il cast è internazionale, di solito registi italiani cercano artisti italiani. Com’è lavorare con troupe, cast stranieri?

Resinaro: Nel nostro caso ci siamo trovati benissimo, per esempio Armie Hammer, che non era la nostra prima scelta, perché in base a quello che aveva fatto prima ci sembrava troppo espansivo, solare, il classico belloccio americano, dal primo incontro si è dimostrato super intelligente, ha abbracciato il progetto con una passione estrema ed è stato estremamente utile sul set e super collaborativo quindi per me è stato sicuramente un’arma vincente poi di solito tutti i registi dicono che si son trovati bene col cast ….

Guaglione: … ma nel nostro caso è vero, e poi c’era molto entusiasmo sul progetto perché era comunque una produzione indipendente dove loro poteva sperimentare le loro doti recitative e questo nostro progetto più piccolo ha creato anche squadra, più spirito dell’avventura. Da un punto di vista lavorativo poi sono delle macchine, arrivano sul set preparatissimi, entrano ed escono dalla parte con uno schiocco delle dita, sono sempre molto disponibili a migliorare, almeno nel nostro caso non abbiamo avuto “dive” ma gente che voleva migliorare il prodotto…

Resinaro: … è un film a bassissimo budget e non avevamo molto tempo sul set per girare e quindi è stato fondamentale che Armie Hammer si sia dimostrato un professionista incredibile.

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Cinematik.it è online da 16 anni e nasce come gioco di sceneggiatura, chi partecipa al sito scrive delle vere e proprie recensione, immagina dei film. Voi che siete anche scrittori che cosa consigliate a dei giovani italiani che vogliono intraprendere questa carriera in un mondo, cinematografico italiano molto chiuso?

Resinaro: Di cercare delle storie che siano High Concept e che possano creare valore aggiunto, cioè come nel nostro caso, che contengano dei ruoli che possano attrarre degli attori.

Guaglione: Sicuramente se vogliono proporre delle sceneggiature, delle storie a qualche produttore, distributore devono, e so che sembra la solita risposta scontata, ma devono poterla riassumere in una frase o due che sia un gancio incredibile. Noi siamo arrivati qua perché il gancio era: ci sono due soldati, partono in missione, la missione va storta entrano in un campo minato, e click uno mette il piede su una mina e si deve salvare. E tutti volevano sapere come andava avanti.

L’ultima domanda è sul futuro. Quali progetti attendono Fabio&Fabio alla regia? (Se si può sapere)

Resinaro: Noi in mente abbiamo sempre un sacco di progetti, diciamo lì chiusi in un cassetto. Quello che, sicuramente vorremmo portare avanti è questo tipo di modello cioè la coproduzione, noi vorremmo sempre mantenere un cuore autoriale italiano quindi con la nostra scrittura, la nostra regia, però anche le musiche e parte della produzione vorremmo che fosse italiana con una coproduzione internazionale.

Questa la breve chiacchierata con due persone che trasudano passione per il proprio lavoro e alle quali piace parlare delle proprie idee, dei propri progetti realizzati scendendo in particolari. Noi di Cinematik.it li ringraziamo e ci auguriamo che di film come “Mine” ne possano esistere, in futuro, sempre di più.

Selfie con i registi di Mine. Da destra: Fabio Guaglione, Fabio Resinaro e il nostro direttore
Selfie con i registi di Mine. Da destra: Fabio Guaglione, Fabio Resinaro e il nostro direttore

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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