Recensione – Il regista Michel Gondry ci riporta nelle atmosfere avventurose dell’adolescenza, quando i sogni di un’estate avevano il solo limite della fantasia. Un film libero che grida quella libertà che ognuno sogna sempre si avveri.

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Microbo, come lo chiamano tutti, ha 14 anni, il talento per il disegno e una passione per una compagna di classe. Esile e introverso, la sua sensibilità spiccata gli aliena i compagni, bulli e gradassi e sempre in cerca di guai. L’ingresso in classe di Gasolina, adolescente forbito che miscela fantasia e idrocarburi, cambia la sua vita e il suo modo di guardare il mondo. Incoraggiato dall’inesauribile immaginazione di Gasolina, Microbo scopre un coraggio che non aveva mai sospettato, esponendo i suoi disegni in una galleria d’arte, confessando a Laura il suo sentimento e abbandonando la provincia per l’avventura. Perché Microbo e Gasolina costruiranno una casa su ruote e lasceranno Versailles. Il tempo di un’estate, il tempo per crescere.

Tempo d’estate e tempo di andare a caccia dei film nei cinema che, spesso, in agosto o son chiusi o ripropongono, con vane speranze qualche film che, nella stagione appena trascorsa è stato lasciato, ingiustamente, in disparte per “favorire” pellicole con più alta affluenza.

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Tempo d’estate a Milano, al cinema Beltrade, dove il film in oggetto viene addirittura presentato in lingua originale (con sottotitoli), apprezzandone ulteriormente la qualità artistica non banale e non allineata alle solite commedie francesi di questi ultimi anni.

Tempo d’estate (e tre!), che è anche la stagione dello svolgimento della vicenda. Una stagione scelta non casualmente e che inizia proprio con le vacanze estive dopo l’ultimo giorno dell’anno scolastico. Un’evasione dal quotidiano che fa piombare i due ragazzi, divenuti amici inseparabili, in un misto di noia e avventura, dove la voglia di essere liberi si mescola al dover rispettare gli ultimi compiti in classe da svolgere.

E’ l’esuberanza e la fantasia dei due a dettare il ritmo delle giornate, fino alla folle, semmai si possa definire tale, idea di creare un’auto tutta da soli. E’ il sogno di ogni ragazzo che vuole fare “qualcosa da grande” per sentirsi “un grande” e per compiacere e soddisfare quella voglia di essere libero dalle relazioni famigliari che non capisce e che mal interpreta.

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Durante la visione come non farsi venire in mente un film cult delle estati adolescenziali, quel “Stand by me” che proprio in queste settimane sta celebrando i 30 anni dalla sua uscita. Faro dei road movie e d’avventura con adolescenti e per adolescenti questo “Microbo e gasolina” ne ricalca le atmosfere, le rincorse, lo spirito d’avventura, la voglia di smarcarsi da quella realtà per affrontare il viaggio della propria acerba indipendenza.

Una casa viaggiante per sopperire a una casa che, ai due, va stretta. Una rincorsa verso mete sconosciute con quattro ruote più veloci delle normali biciclette. C’è un motore sotto quei piedi, il motore di un gioco, di un sogno da creare e realizzare. Al bando tutti i cellulari che “friggono” la mente e appiattiscono i sentimenti e gli slanci genuini. C’è voglia di fuggire e il regista impiega poco a catapultarci sulla strada dal punto di vista dei due ragazzi. C’è anche spazio per l’amore, il primo, presentato teneramente e senza che questo prenda banalmente le redini della storia.

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Un bel ritmo e delle belle e semplici riflessioni lasciate alla bocca dei ragazzi, con i famigliari spettatori, moderni ma poco convinti e convincenti. La storia seppur semplice é piena di risvolti e pieghe interessanti. Non ultimo il discorso sul bullismo, sicuramente accennato, presentato ma non approfondito. Non pesante ma presente. Come presenti sono gli altri pericoli di una società varia, variegata e, a volte, avariata.

Un film da vedere e da far vedere agli adolescenti. Si può parlare per ore di questo film e di come il regista metta al centro del film i ragazzi e questa sua straordinaria capacità di raccontare le loro storie guardando al meccanico, all’analogico che abbiamo dimenticato perché troppo subordinato al digitale. Trasuda sporco, puzzo, volgarità da scemi questo film eppure non è mai volgare, mai inopportuno, mai sboccato; è semplicemente la voce dell’adolescenza che tutti abbiamo passato e che molto spesso ci dimentichiamo e vogliamo che sia diversa per chi la sta vivendo.

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Una bella sorpresa, semplice e nostalgica, come può essere nostalgico un pomeriggio d’estate passato in bici con i propri amici, così come ai vecchi tempi, come facevano i protagonisti del magnifico “Explorer” di Joe Dante, come abbiamo rivisto nella stupenda serie Netflix “Stranger Things”, con lo stesso spirito d’avventura e complicità che ci ricordiamo nel già citato e immortale “Stand by me”.

Voto: 7,7

Fom per chi? Adolescenti dai 13 ai 18 anni.

Fom perché? Sono protagonisti gli adolescenti e i loro sogni troppo spesso appiattiti e banalizzati dagli adulti e dalla tecnologia sempre più invadente

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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