Recensione – A grande richiesta torna sul grande schermo l’episodio pensato per il cinema della serie Sherlock dopo il buon successo di pubblico nei soli due giorni di proiezioni di gennaio. Appuntamento al 10 febbraio per rivedere Chumberbatch e Freeman in panni e ambientazioni insolite.

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Londra, 1881. In una dimensione apparentemente parallela a quella dello Sherlock del 2014, John Watson e Sherlock Holmes si conoscono e iniziano la loro collaborazione sul caso dell’Abominevole Sposa. Per Scotland Yard è un mistero senza soluzione, contornato di paure soprannaturali; per Sherlock un delitto assai concreto e reale, frutto di un’astuta messinscena. Ma cosa c’entra tutto ciò con l’annunciato ritorno dalla morte dell’arcinemico Moriarty nel 2014?

Una serie di successo ha il dovere di mantenere sempre alta la tensione e l’interesse per tutto il durare delle sue stagioni. Sherlock, che ha conosciuto un’inaspettato e meritato successo sin dall’inizio ha poi visto scricchiolare la solida base di pubblico sulla quale poggiava. La serie, giunta alla fine della terza stagione e con una quarta ancora lontana dall’essere ultimata affronta il grande schermo con una sorta di spin-off tradizionale.

I creatori Moffat e Gatiss smontano lo Sherlock moderno che avevano costruito abilmente e lo ricostruiscono nell’epoca storica propria dei racconti di Sir Arthur Conan Doyle. Siamo quindi catapultati nel diciannovesimo secolo un po’ per gioco, un po’ per vedere l’effetto che fa osservare Sherlock nei panni che il nostro immaginario gli aveva affibbiato leggendo i racconti dello scrittore.

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E’ un esercizio di stile, un reboot, uno spin-off, un fan service, un voler rilanciare anche attraverso questo espediente del grande schermo una serie che, probabilmente ha ancora molto da dire. Lo stile narrativo e la sceneggiatura sono sempre le medesime. Uno stile incalzante con battute senza un attimo di pausa, spiegazioni articolate e che, se non si sta attenti fanno venire il mal di testa ai più. Una sceneggiatura ricca di ironia, azione, mistero, e che prevede uno Sherlock Holmes perfettamente interpretato da un talento della recitazione: Benedict Cumberbatch. Al suo fianco un Martin Freeman perfetto nell’essere ancora una volta il dottor Watson che ovviamente, in questo caso non può avere il blog per raccontare questa sua avventura.

Esperimento riuscito quindi. Le atmosfere della serie vengono riprodotte pur mettendo in gioco l’intera innovazione e originalità della serie riportandola ad un’ambientazione più tradizionale. Un film, praticamente un episodio lungo, molto interessante e che ha il solo difetto di non aggiungere nulla alle vicende proprie della serie se non un accenno finale.

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Un film che tecnicamente è ben confezionato e ha una sceneggiatura ben realizzata. Agli amanti della serie, come il sottoscritto, piacerà. Per gli altri resta un buon film.

Voto: 6,7

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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