I soliti ignoti, Sabato 5 settembre 2015, Rai Movie, ore 19.40. – Grande esempio di commedia italiana, probabilmente la migliore di sempre, grazie a un cast fenomenale che riunisce il meglio dei protagonisti e dei caratteristi dell’epoca, la bellissima Cardinale e il cameo di Totò, una sceneggiatura a orologeria perfetta servita dalla regia del compianto Monicelli, diventata un punto di riferimento per il genere anche fuori dai nostri confini.

I SOLITI IGNOTI

(1958, ITA)

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Commedia

Regia di Mario Monicelli

Con: Vittorio Gassman, Renato Salvatori, Claudia Cardinale, Marcello Mastroianni, Totò

Durata: 111 minuti (B/N)

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Trama:

Uno scalcinato gruppo di poveracci, composto da un pugile di mezza tacca, da un fotografo con problemi familiari, un trovatello affezionato alle suore che l’hanno cresciuto, un ex stalliere e un siciliano gelosissimo della sorella, si organizza per mettere a segno un furto. Ma continui imprevisti li ostacoleranno fino alla fine.

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Battute memorabili:

“Macché cinese, veneziano era: Fu sarebbe che morì e Cimin è il cognome, no?”

 

Curiosità:

Numerosi i riconoscimenti per questo film, tra i quali il Nastro d’Argento alla sceneggiatura e a Gassman, la Vela d’Oro al festival di Locarno e la Coppa d’Argento a quello di San Sebastian. Ebbe anche la nomination come miglior film straniero agli Oscar (gli americani tradussero il titolo con il pittoresco “Big Deal on Madonna Street”), ma fu battuto da “Mio zio” di Tati.

Il pubblico apprezzò moltissimo il film, che arrivò a sfiorare il miliardo d’incasso. Non a caso “I soliti ignoti” è considerato la migliore commedia italiana di tutti i tempi.

La necessità di sfruttare i fondali di “Le notti bianche” in giacenza negli studi Vides di Franco Cristaldi, aguzzò l’ingegno di Suso Cecchi D’Amico. La sceneggiatrice ricordava di aver letto qualcosa riguardo a una banda di ladruncoli e insieme a Monicelli si mise a pensare alla storia di un furto, dove alla fine i ladri distruggevano qualsiasi cosa. I tempi però andarono per le lunghe e alla fine le scenografie vennero distrutte. Non così l’idea del film.

Monicelli voleva utilizzare Gassman ad ogni costo, ma la produzione era contraria. Lo consideravano solo un attore per ruoli da cattivo, e neppure da protagonista, grazie anche ai film da lui girati negli Usa. Secondo Monicelli il viso stesso dell’attore, un po’ stempiato, il naso aquilino, lo relegava in ruoli da caratterista.

Per convincere la produzione, Monicelli fece scritturare Marcello Mastroianni, apprezzato per la sua performance in “Peccato che sia una canaglia”, Renato Salvatori, fresco reduce di “Poveri ma belli”, e soprattutto Totò per il ruolo dell’ex scassinatore Dante Cruciani. Questi tre assi nella manica fecero finalmente dare il via libera alla scelte di Gassman. In più Monicelli pensò di ricreare completamente l’aspetto dell’attore: gli fece mettere una parrucca, coprire la gobba del naso, gli gonfiò il labbro e lo fece parlare tartagliando.

Anche per gli altri protagonisti Monicelli operò alcune trasformazioni. Prese il sardo Tiberio Murgia da un ristorante dove faceva lo sguattero e lo tramutò in un perfetto siciliano; Carlo Pisacane, che nel film parla con marcato accento bolognese, era invece un attore napoletano di sceneggiate. Il film segnò anche il debutto sullo schermo di Claudia Cardinale, nata a Tunisi, fresca di studi al Centro Sperimentale di Cinematografia e prossima signora Cristaldi.

In questo film c’è la prima morte in una pellicola brillante: quella di Cosimo (Memmo Carotenuto).

Due i seguiti: nel 1959 “Audace colpo dei soliti ignoti”, diretto da Nanni Loy, con lo stesso cast, senza Totò e Mastroianni, ma con Nino Manfredi; nel 1986 “I soliti ignoti… vent’anni dopo”, diretto da Amanzio Todini, con Mastroianni, Gassman e Tiberio Murgia.

La pellicola ha ispirato una versione americana, “I soliti ignoti Made in Usa” (in originale “Crackers”), diretta da Louis Malle nel 1983, con Donald Sutherland, Sean Penn e Jack Warden (nel quale appare un personaggio di mafioso chiamato Monicelli), e un musical di Bob Fosse nel 1986, “Big Deal”.

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