Fine settimana ricchissimo di nuove uscite sia per quanto riguarda il numero delle stesse, che la qualità e l’importanza. Escono molti film presentati alla recente Mostra del cinema di Venezia: “Italian Gangsters” (Recensione), “L’attesa”, “Marguerite”, “Per amor vostro”. Un film osannato al festival di Cannes e finalmente, dopo tre mesi di uscita nel mondo arriva anche in Italia: “Inside Out” (Recensione), nuovo capolavoro Disney-Pixar. Escono inoltre due commedie ridarecce, una italiana: “Tutte lo vogliono” con Vanessa Incontrada e una americana “Un disastro di ragazza”. Addirittura due film a sfondo musicale. Uno documentaristico: “Amy” e l’altro invece tra il dramma e la commedia sentimentale: “We Are Your Friends” (Recensione). “Inside Out” è già in vetta, chi avrà la forza di scalfire questo primato?

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Inside out (Recensione)

Crescere può essere faticoso e così succede anche a Riley, che viene sradicata dalla sua vita nel Midwest per seguire il padre, trasferito per lavoro a San Francisco. Come tutti noi Riley è guidata dalle sue emozioni: Gioia, Paura, Collera, Disgusto e Tristezza. Le emozioni vivono nel centro di controllo che si trova all’interno della sua mente e da lì la guidano nella sua vita quotidiana. Mentre Riley e le sue emozioni cercano di adattarsi alla nuova vita a San Francisco, il centro di controllo è in subbuglio. Gioia, l’emozione principale di Riley, cerca di vedere il lato positivo delle cose ma le altre emozioni non sono d’accordo su come affrontare la vita in una nuova città, in una nuova casa e in una nuova scuola.

Italian Gangsters (Recensione)

Un viaggio inedito e spettacolare nelle imprese più eclatanti della mala nostrana. Trent’anni di storie violente consacrate dalla cronaca e dal cinema. Una galleria di volti, testimonianze e filmati d’epoca. La banda Cavallero, Ezio Barbieri, Paolo Casaroli ‘il Dillinger bolognese’, Luciano De Maria, Horst Fantazzini, Luciano Lutring ‘il solista del mitra’. Nomi echeggianti e roboanti nella memoria e nell’oblio collettivo. Uomini che qui parlano attraverso filmati d’epoca – quelli storici del Luce e quelli familiari di Home Movies; attraverso la library di Rarovideo, con il meglio dei film di genere: da Di Leo a Bava e Deodato, ma anche con autori come Petri e Bellocchio; e parlano con le parole di interviste e libri che dedicarono loro – tale la loro presenza nel tempo – giornalisti/scrittori come Enzo Biagi, Giorgio Bocca, Indro Montanelli. Con i volti e le voci di un pugno di interpreti di talento. Parlano e raccontano la loro parte di storia, che diventa tumultuoso racconto delle trasformazioni sociali che hanno attraversato la storia del nostro paese.

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We Are Your Friends (Recensione)

Ambientato nel mondo della musica elettronica e della vita notturna di Hollywood, un aspirante DJ ventitreenne di nome Cole (Efron) trascorre le sue giornate a fare progetti con i suoi amici d’infanzia e di notte lavora su quella traccia che farà ballare il mondo intero. Tutto questo cambia quando incontra un carismatico DJ più grande di lui di nome James (Bentley), che lo prende sotto la sua ala protettrice. Le cose si complicano però, quando Cole inizia a innamorarsi della giovane fidanzata di James, Sophie (Ratajkowski). Man mano che la sua relazione proibita si intensifica e le sue amicizie invece vanno allentandosi, Cole dovrà scegliere tra l’amore, la lealtà e il futuro a cui è destinato.

L’attesa

Tra i grandi saloni di un’antica villa segnata dal tempo, Anna, reduce da un lutto improvviso, trascorre le sue giornate in solitudine. La campagna siciliana aspra e bellissima circonda la casa e la isola mentre la nebbia, che sale lenta lungo le falde dell’Etna, impedisce allo sguardo di spingersi lontano. Solo i passi di Pietro, il tuttofare, rompono il silenzio. Ed ecco improvvisamente arrivare Jeanne, una giovane che dice di essere la fidanzata di Giuseppe, il figlio di Anna. Lui l’ha invitata in Sicilia per trascorrere insieme qualche giorno di vacanza. Anna ignora l’esistenza di Jeanne. E Giuseppe non c’è. Ma le sue cose sono tutte lì, nella sua stanza. Presto, molto presto sarà di ritorno, così dice Anna, non riuscendo a rivelare una verità per lei impronunciabile. I giorni passano, le due donne lentamente imparano a conoscersi e insieme iniziano ad aspettare il giorno di Pasqua, quando Giuseppe sarà finalmente a casa e in paese si terrà una grande processione tradizionale.

Marguerite

1921, inizio dei ruggenti anni venti. Non lontano da Parigi, nel castello di Marguerite Dumont si festeggia. Come ogni anno, un gruppo di appassionati di musica vi si riunisce a favore di una grande causa. Nessuno sa molto della proprietaria, tranne che è ricca e che ha dedicato tutta la vita alla sua passione: la musica. Marguerite canta. Canta con tanto entusiasmo, ma è terribilmente stonata. Simile all’immaginaria Bianca Castafiore, vive la sua passione come in una bolla, e gli ipocriti spettatori che accorrono per ridere di lei si comportano come se fosse davvero la diva che è convinta di essere. Quando un giovane e irriverente giornalista decide di scrivere un articolo celebrativo sull’esibizione di Marguerite, la donna comincia a credere ancora di più nel proprio talento e trova il coraggio per seguire il suo sogno fino in fondo. Nonostante la riluttanza del marito, e con l’aiuto di una vecchia gloria del palcoscenico, decide di esercitarsi per affrontare la prima serata davanti a una platea di sconosciuti.

Per amor vostro

Anna è stata una bambina spavalda e coraggiosa. Oggi, è una donna “ignava”, che da vent’anni ha smesso di vedere quel che davvero accade nella sua famiglia, preferendo non prendere posizione, sospesa tra Bene e Male. Per amore dei tre figli e della famiglia, ha lasciato che la sua vita si spegnesse, lentamente. Fino a convincersi di essere una “cosa da niente”. La sua esistenza è così grigia che non vede più i colori, benché sul lavoro – fa la “suggeritrice” in uno studio televisivo – sia apprezzata e amata. Anna ha doti innate nell’aiutare gli altri, ma non le adopera per se stessa. Non trova mai le parole né l’occasione per darsi aiuto. Quando finalmente, dopo anni di precariato, riesce a ottenere un lavoro stabile, inizia il suo affrancamento da questo stato. Anche dal marito, del quale decide finalmente di liberarsi. Da quel giorno affronta le tante paure sopite negli anni, come quella di affacciarsi al balcone di fronte al mare della sua città, Napoli… Perché sa che quel mare è per lei un oracolo. Il mare, unico elemento ancora non contaminato dal suo sguardo grigio.

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Tutte lo vogliono

Giovanna, Carla, Francesca, Chiara. Cosa avranno in comune queste donne così diverse fra di loro? Quale sarà mai quel dettaglio non irrilevante che rende le loro esistenze segretamente imperfette? E quale mistero femminile è così intimo e privato, che più privato non si può? Qualunque cosa sia, Tutte lo vogliono. Una food designer (Incontrada), il suo primo amore (Berruti) e uno sciampista per cani (Brignano) sono i protagonisti di questa commedia allegramente spudorata che racconta sulle donne quello che nessuno aveva mai osato raccontare.

Un disastro di ragazza

Sin da bambina, nella testa di Amy (Schumer) si è ben piantata la teoria di quella canaglia di suo padre (Colin Quinn) che la monogamia non è un obiettivo realistico. Oggi, divenuta giornalista per una rivista, Amy vive seguendo questo credo, godendosi quella che lei percepisce come una vita libera da soffocanti impegni e noiose romanticherie, anche se di fatto sembra essere sempre più un personaggio che le calza stretto. Quando iniziano a emergere i suoi sentimenti per il protagonista del nuovo articolo, un affascinante e affermato medico sportivo dal nome Aaron Conners (Bill Hader), Amy inizia a interrogarsi se altri adulti, incluso questo ragazzo che sembra veramente interessato a lei, possano rappresentare un legame più stabile.

Escono inoltre: Amy, Barbara ed io, Le più piccole del ’68, La ragazza Carla, Via dalla pazza folla

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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