Recensione in anteprima – Qualcosa di buono (titolo originale: You’re Not You) è un film diretto da George C. Wolfe uscito negli Stati Uniti nel 2014 e che arriverà nelle nostre sale il 27 Agosto 2015. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Michelle Wildgen del 2006.

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Kate (Hilary Swank) è una nota pianista di musica classica, meticolosa e dai modi garbati, a cui viene diagnosticata la SLA. Insieme a suo marito Evan (Josh Duhamel) cerca di trovare qualcuno che si prenda cura di lei e, non volendo essere trattata come una paziente, decide di affidarsi a Bec (Emmy Rossum), un’estroversa e confusa studentessa universitaria, senza una meta chiara nella vita, che non ha esperienza e inizialmente non comprende a fondo ciò a cui va incontro. Proprio quando il matrimonio di Kate con Evan comincia ad entrare in crisi, tra le due donne si instaura un legame di amicizia molto profondo. Kate e Bec si aiuteranno a vicenda ad affrontare ognuna le proprie difficoltà e a diventare persone migliori.
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A leggere la trama sembra il solito film drammatico sulle malattie degenerative, tema molto trattato ultimamente (da “Intouchables”(“Quasi amici”) a “La teoria del tutto”) e in effetti lo è. Ma, più che sulla malattia “Qualcosa di buono” pone l’accento sul rapporto tra due donne completamente diverse: la prima puntigliosa, educata, pragmatica e sicura di se; l’altra goffa, inesperta, un po’ sboccata e priva di autostima. Kate ha sempre avuto sotto controllo tutti gli aspetti della sua vita; la malattia la rende completamente dipendente da qualcun altro privandola quindi della sua personalità, del suo essere. Bec, al contrario, non si è mai assunta nessun tipo di responsabilità (in amore o al college…) pagandone le conseguenze; con questo lavoro, che le mostra un mondo completamente nuovo, si ritrova responsabile di una persona inerme, fragile: malata. Entrambe sono costrette a cambiare, l’una con l’aiuto dell’altra e a riflettere sul proprio futuro. Il loro rapporto, che è più un’amicizia che un contratto di lavoro, si basa sulla diversità: è proprio il loro essere così opposte che lo fa funzionare perfettamente e questo Kate lo capisce fin da subito, prima di Evan e prima della stessa Bec, che addirittura dopo il primo giorno di prova non si presenta perché convinta di essere stata scartata. Kate si affida ciecamente a Bec, che è totalmente inaffidabile, nel suo momento più fragile.
Questo è il bello della storia ma il problema della pellicola: la narrazione troppo frettolosa rende la scelta della candidata piuttosto irrazionale e rischiosa, anche perché questa candidata arriva dopo il licenziamento di una professionista.
Il pianoforte ha un ruolo fondamentale, accompagna Kate in salute e malattia (prevale anche nella colonna sonora), e la musica rappresenta l’eredità più preziosa che rimarrà a Bec per sempre.
qualcosa_di_buono Può essere considerato un film abbastanza scontato ma è comunque commovente e a tratti divertente grazie al personaggio goffo e spensierato di Bec che riesce a sdrammatizzare e a strappare un sorriso allo spettatore, come a Kate. Il film ci fa capire quanto i rapporti sociali possano essere fondamentali nella malattia e quanto possano alleviare la sopportazione del dolore sia psicologico che fisico.
S&M

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