james-mcavoy1Un estraneo al mio fianco

Produttore: Sunset Boulevard films

Genere: Drammatico

Regista: Joe Dante

Cast: James McAvoy, Sandra Bullock , Lindsay Lohan, Rachel McAdams, Kate Beckinsale, Amanda Seyfried

Trama: 1971: uno spietato serial killer si aggira per le strade dell’america centrale. Una giornalista aiuta la polizia ad indagare fin quando non scopre che il maggior indiziato è ragazzo universitario suo grande amico, Ted. La storia ripercorre la scia di sangue di uno dei più sanguinosi serial killer americani, dalla scintilla che lo condusse alla follia fino all’epilogo sulla sedia elettrica, attraverso gli occhi della sua amica Ann.Tratto da una storia vera.

Link al film.

Essendo un grande appassionato di film sui serial killer, dalle mie visioni, il riferimento per questo genere è Zodiac e mi attendevo qualcosa di simile, anche se la differenza fondamentale stava nel fatto che Zodiac è rimasto impunito e Bundy no.
Questa pellicola ce l’ha fatta a avvicinarsi a quel modello? Purtroppo no. Partendo dallo script, devo dire che l’impaginazione a mio avviso sarebbe da rivedere, perchè tralasciando alcune immagini che non si vedono, non è uniforme. In alcuni punti è tutta attaccata (nessuno spazio fra i dialoghi e le scene che “vediamo”, mentre in altri punti gli stacchi ci sono.

Guardando poi la costruzione della pellicola, si ha una prima parte che descrive in maniera molto approfondita il Bundy pre carriera assassina, che lasciava benissimo sperare, ma questa descrizione accurata prosegue fino alla metà abbondante della pellicola, per poi passare a un ritmo descrittivo molto veloce, che per me fa perdere molto appeal e verosimilianza alla storia. Le indagini sono a malapena tratteggiate e in diversi punti mi sono chiesto perchè i protagonisti sono rimasti in silenzio. Specialmente Ann che si danna per la presenza di un serial killer, tanto efferato, ma appena sospetta di Ted, non fa niente.
Tralasciando poi le fughe dal carcere che sembra una specie di asilo, che non un istituto di detenzione.

Anche sul versante dialoghi, dalla metà in poi, sono molto didscalici e in alcuni punti poco veritieri. Forse mi aspettavo una specie di biopic su Bundy, ma soprattutto sui personaggi che erano chiamati a indagare, che invece fanno quasi sfondo.
Una cosa che ho trovato fastidiosa è la scelta di descrivere quello che non si riesce a capire dalla descrizione e succede in 4 o 5 punti. Mi riferisco a una frase del tipo: “…guarda attento la strada mentre guida, ha di nuovo quello sguardo allucinato, la voglia di uccidere si sta di nuovo impadronendo di lui.” Non importa scriverlo, nel momento dello sguardo allucinato è chiaro che sta per avere un altro raptus.

Dante conferma la sua voglia di dirigere storie da detective, come sta facendo ultimamente in tv e si concede inquadrature ricercate, con piani sequenza e flashback, che impreziosiscono la regia.
Il cast è composto di nomi altisonanti, ma quello che emerge parecchio è McAvoy che offre una grande prova attoriale mostrandoci tutta la follia e il viaggio verso l’inferno di questo ragazzo, con un futuro radioso, ma sprecato per un amore fallito. Più defilata la Bullock, che mi aspettavo più attiva, ma che si fa soffiare la presenza scenica dalla McAdams. Le altre ragazze, forse a eccezione della Lohan, che ha leggermente più spazio, fanno abbastanza sfondo.
La cosa da apprezzare è sicuramente il fatto che non si è addolcita la figura di questo criminale spietato, che nonostante il disturbo mentale che lo ha portato nel baratro, rimane un carnefice e non una vittima. Anche se sul finire tenta una sorta di redenzione scrivendo alle sue donne.

Concludendo si tratta di un esordio coraggioso che risente inquivocabilmente dei classici difetti da esordio (per l’appunto). Con un po più di attenzione a livello di script e nel dosaggio del ritmo della storia, avrebbe potuto essere un gioiellino, ma per essere un biopic, non è del tutto fallace. Voto complessivo: 65/100 (Tomcat)

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