Amnésia

Dreaming Studios
(Thriller)

Regia:  Bruce Beresford

Cast: Gerard Butler, Frances McDormand, John Goodman, Colin Firth, Thora Birch, Giancarlo Giannini, Albert Finney, Katy Bates, Sean Bean, Gabriel Byrne, Elliot Gould, Elisha Cuthbert, Claudia Gerini, Mark Ryan, Rebecca Hall, Jack Nicholson.

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Trama: Chi ha brutalmente ucciso Jane Preston, figlia di un potente senatore del Texas?
Il giornalista di nera ed ex detective Robert Davis cerca di trovare la soluzione, insieme alla sua amica tenente Pamela Willey. Le indagini porteranno ad implicarlo pesantemente come probabile assassino, ma lui non ricorda nulla, a causa di una forma di amnesia temporanea che gli impedisce, quando sotto eccessivo stress, di conservare nella memoria i principali avvenimenti del giorno prima. Un secondo omicidio farà precipitare la situazione, fino a portarlo in prigione. Ma è veramente lui il colpevole, malgrado le prove schiaccianti? E, soprattutto, è vero, come afferma, di non ricordare nulla?

Recensione: Mastruccio ha sempre dimostrato grande fiducia nelle proprie capacità e il suo esordio era diventato una sorta di evento su Cinematik. Io lo aspettavo al varco per capire se la sua sicurezza fosse davvero giustificata, anche perché il suo lavoro di Cortimatik non mi aveva convinto. Al termine della lettura posso dire che era ampiamente giustificata, perché “Amnésia” è senza dubbio il miglior esordio che abbia mai letto su Cinematik e uno dei migliori film del semestre, e dimostra la grande esperienza e l’indubbio talento del suo autore. Anch’io avevo esordito con un film originale, e così molti altri giocatori oltre a me, quindi più che il coraggio a Mastruccio va riconosciuta la qualità della sua opera. Il primo pensiero che ho fatto è che questa sceneggiatura sarebbe adattissima ad essere trasposta anche nella realtà e otterrebbe senza dubbio un buon successo. Considerando che è la sceneggiatura originale di un esordiente, c’è da stupirsi. È uno script lunghissimo e impegnativo da leggere, ma è costruito perfettamente sul modello dei thriller reali e non ha nulla in meno di essi. La storia in realtà non ha assolutamente nulla di originale o innovativo, anzi, riprende tutti i canoni del film di genere (non solo il coinvolgimento del protagonista tra i sospettati, ma anche il problema di memoria ricorda molti altri film, soprattutto Memento per quanto riguarda quest’ultimo aspetto), ma li sviluppa in modo convincente, come un film reale. Come è già stato sottolineato da altri, è davvero apprezzabile la cura evidente per tutti i dettagli di ogni scena, sia per quanto riguarda i dialoghi, sia per le descrizioni dei luoghi, sia per i movimenti di macchina e il tipo di inquadrature. Come sceneggiatura è veramente ottima. La storia, come ho detto, non brilla per originalità, ma riesce sempre a coinvolgere senza mai annoiare nonostante la durata considerevole. L’indagine si sviluppa in diverse direzioni, i protagonisti seguono anche molte false piste, sull’identità del colpevole si possono formulare varie ipotesi, i colpi di scena non mancano. Come nella miglior tradizione del genere, il protagonista, vittima di un’amnesia in seguito a un’esplosione in cui ha perso la vita sua moglie, scopre di essere coinvolto in prima persona nell’omicidio della vittima di turno e quindi l’indagine per scoprire la verità diventa un’indagine su se stesso. Ad aiutarlo ci saranno i suoi vecchi colleghi e amici: una risoluta tenente di polizia e un ex sbirro in pensione. Insomma, si può dire che Mastruccio non inventa nulla di nuovo, ma riesce a combinare e a sviluppare alla perfezione tutti i meccanismi e le convenzioni del genere. L’operazione è assolutamente riuscita: la storia non perde mai colpi, resta tesa e interessante fino alla fine e nel finale sorprende con un colpo di scena davvero imprevedibile (io non avevo mai sospettato di quello che si scopre essere il colpevole e quindi sono rimasto molto sorpreso, lo ammetto; più prevedibile invece il coinvolgimento del senatore in tutta la faccenda, che mi aspettavo sin dalla sua prima entrata in scena). Certo, la lunghezza forse è eccessiva. Io ho letto il film in un’unica volta, ma sono arrivato alla fine davvero esausto e credo di averci impiegato quasi quattro ore (praticamente un pomeriggio intero). Penso che qualcosa si potesse tagliare senza tanti problemi. Un altro aspetto sicuramente riuscito del film sono i personaggi, e forse i comprimari sono fatti anche meglio del protagonista. Devo dire però che ho apprezzato la caratterizzazione di Robert: temevo, vista la scelta di Gerard Butler, che si trattasse del classico eroe duro e impassibile che spacca tutto e tutti, invece il personaggio di Robert, per quanto non manchi di connotazioni molto “cool”, è nel complesso molto umano e di fatto resta vittima di tutta la vicenda, e non ne uscirebbe neppure vivo se non fosse per l’intervento dei suoi amici. È dunque un uomo dalla mente fragile, che non può fidarsi nemmeno di se stesso e che senza l’aiuto dei suoi amici sarebbe perduto. Tuttavia il mio personaggio preferito è sicuramente la tostissima Pamela Willey, il cui profondo legame d’amicizia con Robert è descritto benissimo: penso che Frances McDormand più di ogni altro attore del film potrebbe regalare qualche bella soddisfazione a Mastruccio in occasione degli Awards. Tra gli altri personaggi, mi sono piaciuti molto Frank (sempre simpatici i suoi racconti sulle donne che ha avuto nel corso della sua vita), interpretato dall’ottimo John Goodman; Vera Moore, che per quanto sia un personaggio secondario è caratterizzata davvero bene (e Kathy Bates è sempre una grandissima attrice); e l’ambiguo dottor Jones. Ho trovato invece più stereotipate le figure di Foley e soprattutto del senatore Preston (i politici, soprattutto se repubblicani, sono sempre coinvolti in qualche modo nei casi dei thriller). Per quanto riguarda il cast, tutti gli attori scelti sono forse quasi fin troppo di lusso, ma sono comunque adatti ai vari personaggi e in fondo ci possono stare. All’inizio mi sembrava sprecato Colin Firth, ma poi il suo personaggio acquista molta più importanza e mi sono abbastanza ricreduto. Non mi ha convinto molto poi la scelta di Claudia Gerini: un’attrice americana sarebbe stata più credibile. Elisha Cuthbert è un po’ sprecata, mentre Giannini fa un ottimo lavoro. L’unica altra scelta poco felice secondo me è quella di Thora Birch: sarà che sono abituato a vederla nei panni della ragazza disadattata e sicuramente non bella (“American Beauty”, “Ghost World”), sarà che di giovani e belle attrici adatte al personaggio di Jane ce ne sono tantissime, ma penso che un’altra attrice ci sarebbe stata meglio (e c’era solo l’imbarazzo della scelta su chi scegliere). Non ho visto nulla di Bruce Beresford, ma il suo lavoro è senza dubbio ottimo. Sito e locandina buone.
La colonna sonora è un altro pregio del film, perché tutti i brani sono molto adatti alle scene corrispondenti e molti si assomigliano tra loro; insomma, è una soundtrack piuttosto compatta.
In definitiva, quello di Mastruccio è sicuramente un esordio coi fiocchi, un thriller incalzante costruito in modo perfetto, con un ottimo gruppo di protagonisti e una serie di colpi di scena sorprendenti. Le uniche cose che si possono criticare sono la scarsa originalità, la lunghezza forse eccessiva, un paio di personaggi un po’ stereotipati e qualche scelta di cast poco felice, ma sono sottigliezze. “Amnésia” è un gran film e credo che possa competere tranquillamente anche con gli altri “big” del semestre. (Recensione di Clint)

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