Martedì 17 febbraio, LaEffe, 21.00.

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Uno dei film più amati dai cinematikini della prima ora, votato di recente come Miglior film dei Coen dai giocatori attivi attualmente nel gioco del fantacinema, Fargo è un noir che sporca di rosso sangue l’immacolata neve del Minnesota, che sotto il suo manto bianco nasconde sempre torbide e violente storie di provincia.

FARGO

(id., 1996, USA)

Noir

Regia di Joel Coen

Con:

Frances McDormand

Steve Buscemi

William H. Macy

Peter Stormare

Harve Presnell

John Carroll Lynch

Durata: 97 minuti

Trama:

Minnesota, inverno del 1987. Jerry Lundegaard è un venditore di auto con diversi problemi economici. Per risollevare la sua situazione finanziaria decide di inscenare il rapimento della moglie, così da costringere il cinico suocero Wade (che è anche il titolare della concessionaria) a pagare il riscatto. I guai cominciano quando coinvolge due maldestri sicari nel suo piano…

RECENSIONE

Della cronaca nera. Il confronto dei Coen con la realtà dei fatti e i fatti reali danno vita al non-luogo Fargo, il niente dove molte cose possono succedere e dove di fatto succede proprio tutto senza che succeda niente. A inizio film i Coen spendono più parole del normale per comprovare la verità della Storia, ma si smentiscono a fine titoli di coda: è tutto inventato. Non l’unitarietà della storia è vera, ma i singoli fatti di cronaca lo sono, legati insieme fino a formare la non-storia (una reazione a catena di non-cose che non-sarebbero dovute succedere) tragicomica, ambientata nel nulla di nome Fargo, setting neutro (ma non neutrale) e ipso facto universale dove ad accadere è l’imprevisto di nome uomo, la macchia di sangue sulla neve immacolata, l’assoluto vuoto che occupa lo scheletro della nostra contemporaneità andata in pezzi lasciando in piedi solo macerie accumulate a casaccio per riempire quel vuoto. Un vuoto puntellato vanamente da un altro non-personaggio, quasi un deus ex machina post-moderno o una Madonna secolarizzata, l’investigatrice in cinta che pone fine alla vicenda solo per la stupidità degli altri e non per suo intervento. A questa falsa, presunta, immagine di eroina, prototipo dell’investigatore McCarthyano di Non è un paese per vecchi non rimane nemmeno la morale, i cui resti sono una carcassa di informe silenzio davanti alla televisione accesa e che non può far altro che annunciare la stupidità (o la presunta follia) dell’essere umano e l’avvento di un bambino in questo mondo inesorabilmente svuotato dall’interno. (Piccettino alias Lorenzo Conte)

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Curiosità:

All’inizio del film compare la scritta: «Quella che vedrete è una storia vera – I fatti esposti nel film sono accaduti nel 1987 nel Minnesota. Su richiesta dei superstiti, sono stati usati dei nomi fittizi. Per rispettare le vittime tutto il resto è stato fedelmente riportato.» In realtà la trama di Fargo è totalmente fittizia: il caso da cui il film ha tratto maggiormente ispirazione è quello di una donna, Helle Crafts, che nel 1986 è stata uccisa dal marito Richard, il quale si è poi sbarazzato del cadavere utilizzando una cippatrice.

Fargo ha vinto due Oscar – sceneggiatura originale e attrice protagonista –  e il premio per la regia al Festival di Cannes.

L’American Film Institute lo cita al 93° posto tra le cento migliori commedie americane di tutti i tempi, e all’84° nella top 100 di tutti i tempi (nel 1998).

Nel 2014 su FX è andata in onda una serie tv ispirata all’immaginario coeniano di questo e altri film, intitolato appunto “Fargo”: i protagonisti Billy Bob Thornton e Martin Freeman non torneranno però nella seconda stagione, in cui cambieranno soggetto e ambientazione. Un pilota tv era già stato girato nel 1997 e andato in onda solo nel 2003: scritto da Bruce Paltrow, diretto da Kathy Bates e con Edie Falco nei panni della poliziotta Marge, proseguiva idealmente dopo gli eventi del film.

William Macy fece due provini per la parte del protagonista e arrivò persino a minacciare i Coen (in particolare i loro cani) nel caso non gli avessero affidato il ruolo.

Stormare ha 18 battute in tutto (spesso incomplete), contro le oltre 150 di Buscemi (il cui ruolo fu scritto apposta per l’attore).

Il film non è girato in Minnesota ma in Canada e North Dakota.

La cippatrice (la macchina che trita il legno resa celebre dal film) è in mostra permanente al centro visitatori di Fargo.

Frances McDormand (nella vita reale moglie di Joel Coen) indossava un cuscino pieni di semi per uccelli, per simulare la sua gravidanza nella maniera più realistica possibile. Le scene che condivide con John Carroll Lynch, suo marito sullo schermo, li vedono sempre o a letto o nell’atto di mangiare.

I due rapitori vedono sulla tv sintonizzata male una soap opera in cui recita Bruce Campbell, amico dei Coen e attore feticcio di Sam Raimi.

Quando Jean, la moglie del personaggio di Macy, prova a scappare dalla finestra, i Coen omaggiano una scena di Shining. Una citazione anche per Arancia Meccanica (il personaggio di Carl dice che è in città “solo per un po’ di vecchio su e giù”) e da Full Metal Jacket viene il brano These Boots are Made for Walkin, che si sente in una scena.

Il personaggio di Frances McDormand appare sullo schermo solo per 33 minuti, un terzo del film, nonostante sia il personaggio principale.

In originale la parola fuck viene pronunciata 75 volte; 7 le vittime che si contano durante il film; negli USA la pellicola fu vietata ai minori di 14 anni.

Nei titoli di coda viene citato Prince (il noto cantante è originario di Minneapolis) nei panni di una vittima senza nome. Fu uno scherzo dei Coen, ma il cameo fu effettuato in realtà dall’autore degli storyboard.

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