Lunedì 16 febbraio, Italia 2, 22.50.
Portato in tempi non sospetti e soprattutto in anticipo rispetto al film reale sugli schermi cinematikini, Coraline è uno dei film d’animazione più sottovalutati dell’ultimo decennio, anche perché può far paura ai più piccoli.
CORALINE E LA PORTA MAGICA
(Coraline, 2009, USA)
Animazione
Regia di Henry Selick
Durata: 100 minuti
Trama:
Coraline è una bambina di 11 anni che con i genitori si trasferisce in una nuova casa. Un giorno, presa dalla noia, decide di cominciare a contare le porte della nuova casa ma ne nota una che non aveva mai visto. Aprendola scopre che la porta era stata “murata” e che apriva nessuna stanza. La notte stessa, non riuscendo a dormire, si alza e sente dei rumori provenire dalla porta: la apre e si ritrova in un mondo parallelo, identico a quello in cui abitava, con la sua casa, i suoi genitori, i suoi bizzarri vicini ma con una particolarità, tutti hanno gli occhi cuciti con dei bottoni. A farle da guida in questo mondo parallelo sarà un gatto parlante.
RECENSIONE
Girato in 2D e poi riadattato in 3D nel periodo in cui al cinema la moda degli occhialini (e dell’aumento di prezzo) diventò imperante, Coraline è la storia di una ragazzina che si trasferisce con i genitori in una nuova casa. Tutto sembra fin troppo noioso e tranquillo. I genitori infatti sono molto impegnati e presi dal lavoro per occuparsi di una ragazzina curiosa e insistente come Coraline, e questo è proprio ciò che la affligge, che la fa sentire veramente sola. Fino a quando non trova nel salotto di casa una porticina che pare essere stata murata. Una porticina come tante, che però fa aumentare la sua curiosità e la spinge a svegliarsi di notte per intrufolarvisi all’interno.
Adesso però, c’è da capire cosa si nasconde dietro a tutta questa faccenda che pare troppo bella per essere vera.
Film molto bello, da rivedere perché è il classico cartoon fatto a strati… animazione mista di computer graphic e stop motion che ai bambini riempirà le notti di Nightmare (un po’ quello che fu per la nostra generazione Ritorno a Oz, forse…), derivazioni burtonesche che Burton ormai se le sogna (Coraline è la versione dark e modernizzata di Alice nel paese delle meraviglie, il caro vecchio Tim invece va a rifare direttamente quello… la dice tutta sulla morte della sua creatività, no?), e curiosi altri paralleli (Lasciami entrare, Il Labirinto del Fauno). Il soggetto di Gaiman costruisce un doppio mondo, composto da antitesi, incubi che si rivelano sogni e viceversa, occhi aperti/chiusi: opera su cui si potrebbe discutere parecchio.
Selick poteva anche osare di più, renderlo ancora più “da incubo”, ma forse si sarebbe tolto una fetta di pubblico troppo ampia.
Curiosità:
Il nome della protagonista, Coraline, è nato da un errore di battitura: Neil Gaiman (il suo creatore) doveva chiamarla Caroline, ma gli è scivolato il dito sulla tastiera, digitando al contrario le lettere. Ecco anche spiegato il perché tutti si divertano a sbagliare il suo nome.
Nella versione originale alcuni personaggi si riferiscono all’Altra Madre con il termine Bedlam, che in inglese è un termine arcaico per indicare un demone femmina o una strega, dando quindi al personaggio una precisa identità. Nella versione italiana il termine è stato tradotto con un generico “megera”, che fa perdere gran parte del senso voluto dall’autore del racconto da cui il film è tratto.
La faccia sul dollaro che la mamma di Coraline a inizio film dà come mancia al traslocatore è quella del regista.
Le pantofole che l’Altro Padre indossa hanno la faccia di Monkeybone, film del 2001 di Selick.
Sul retro del camion della ditta di trasloco all’inizio del film c’è un graffito che rappresenta la scritta “Stop Mo Rulz” (letteralmente Stop Mo regna) che ricorda lo stop motion, cioè la tecnica utilizzata per creare questo film.
Le rappresentazioni teatrali di Mrs. Spink e Mrs. Forcible sono rispettivamente il Canto delle Sirene descritto nell’Odissea e La Nascita di Venere di Botticelli. Nello stesso spettacolo, nella scena con i trapezi, le due vicine recitano un brano dell’Amleto di Shakespeare.
Quando l’Altra Madre prepara l’omelette si può vedere nel tuorlo d’uovo che ella fa cadere in una ciotola la faccia di Jack di Nightmare Before Christmas. Da quel film viene anche la citazione del personaggio di Baubau, quando Mr. Bobinski fa scappare i topi dal suo corpo.
Quando le tre anime dei bimbi ormai libere appaiono in sogno a Coraline, questa si trova immersa nel quadro la “Notte stellata”, di Vincent Van Gogh.
Bello! Piacevolmente inquietante anche per un adulto.Mi piacerebbero più film d’animazione di questo tipo piuttosto che la fredda computer grafica che invade i cinema da tempo.
D’accordissimo con te, gli ultimi film di animazione saranno pure belli ma sembrano fatti con lo stampino, alla fine mi annoiano.