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Diamond Dogs Parte II

Produttore: Chimera Films

Genere: Drammatico

Regia: Giuseppe Tornatore

Cast: Hayden Christensen, Anna Paquin, Emile Hirsch, Matt Smith, Marisa Tomei, Helena Bonham Carter, David Duchovny, William Kircher, Bill Cobbs, Jason Lee, Oliver Platt, Andrew Divoff, Steve Howey, Wade Williams, John Lightgow, Jean Dujardin

Data di uscita: 4/05/2013

Incasso totale: 498.634.810

Trama: Sono passati circa dieci anni da quando Christmas e Ruth si sono separati. I ragazzi, ormai giovani adulti, hanno preso strade diverse. Christmas è entrato nel mondo della malavita e Ruth, cresciuta in un ambiente asfittico, ha continuato a ribellarsi ai genitori, con gesti anche estremi. Intanto Bill sembra aver trovato una sistemazione a Los Angeles, ma gli incubi e le ossessioni non lo hanno mai abbandonato. Le storie dei tre giovani sono destinate a intrecciarsi nuovamente.

La prima parte

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Recensione (Francis Delane)

Dunque, gente, apro questa recensione spiegandovi una cosa. Essendo io un tipo molto emotivo, quando leggo un film virtuale qui su CK e quel film mi cattura, mi capita qualche volta di dover interrompere la lettura, perché l’emozione si è alzata a un livello così alto da essere divenuta incontrollabile. In tal caso, mi vedo costretto a passare i successivi cinque minuti camminando avanti e indietro per il corridoio, il cervello a mille, e la fantasia che corre sfrenata su soggetti miei. Quando un film virtuale mi provoca questa reazione, gente, be’… la mia recensione non può non essere positiva.

Aspettavo con curiosità e ansia questa seconda parte di Diamond Dogs, dopo il meritato successo della prima, e non sono rimasto per niente deluso. Le peripezie di Chris, Bill e Ruth si candidano, anzi, a entrare nella mia Top 100 di migliori film cinematikini di sempre. Merito di una storia senza dubbio avvincente e anche autoironica, cui nulla toglie il fatto di non essere originale, perché lo stile pulito, semplice, essenziale ma evocativo che le dà Andrew basta e avanza per ottenere il risultato giusto.

In un certo senso, si potrebbe dire che i due film, le due parti, costituiscono i due film tipici di Tornatore: l’infanzia e il ricordo (Nuovo Cinema Paradiso, Baaria) e la carriera artistica con i suoi dubbi (La leggenda del pianista sull’oceano, La migliore offerta). Nella prima parte, avevamo visto la crescita dei personaggi, i loro primi timidi tentativi di emergere senza diventare criminali; qui ne seguiamo la scalata al successo, in cui miracolosamente riescono a non corrompersi (Bill lo era già prima) e in cui, anzi, affrontano i loro fantasmi.

E la cosa bella di questo film è anche come l’autore/sceneggiatore giochi con la sua stessa materia: il film ha un tono da fiaba, ma al tempo stesso i suoi personaggi sono assolutamente realistici; l’universo in cui si muovono è a sua volta sporco, lurido, sudicio, ma sempre venato di un’aura di sorridente irrealtà, rassicurante ma non anestetizzante. La pazzia di Bill, la sua discesa nel vortice della droga e del porno, ha tutto il sentore di una vera decadenza, e la sua ombra resta a campeggiare sui personaggi fino alla fine, l’ombra di un Male ancora più terribile perché si nasconde nel passato dei personaggi; così come nessuna misericordia è concessa a mrs. Isaacson, oppure allo squallido Goldwin. Eppure, mai l’atmosfera della fiaba, la fiducia nel potere dell’arte e dell’amore, viene meno.

Ecco, se Andrew mi concede, mi verrebbe da dire che questo film assomiglia in questo ai miei Racconti di Hoffman, la storia di un artista che, nonostante la persecuzione del diavolo, continua a creare.

VOTO: 9/10. Ebbene sì, stavolta mi tolgo lo sfizio di un 9. Perché un film che mi fa quell’effetto (vd. sopra) lo merita tutto.

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Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

4 pensiero su “Diamond Dogs Parte II (CK)”
  1. Io invece ho preferito la prima parte. Uno degli ultimi veri kolossal di Cinematik. ora facciamo tutti gli “indipendenti”.

  2. volevo dire esattamente il contrario cioè che ho preferito anche io la prima parte (dato che qua si parla della seconda parte, conclusiva). Sulla questione indipendente… conta che Andrew a ogni kolossal alternava due/tre progetti medio o piccoli… se ci riuscissimo tutti…

  3. Anche per me la parte migliore dei film è la prima parte (in particolare la primissima), poi, anche se rientra in binari più standard, rimane cmq un grande kolossal da gustarsi nella sua interezza.

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