Un bravo ragazzo

Produzione: Hermes production
Genere: Thriller
Regia: Darren Aronofsky
Cast: Jonathan Rhys Meyers, Amy Adams, Shannyn Sossamon, Wes Bentley, Dominic Cooper, Hank Azaria, Marlon Wayans, Damien Dante Wayans

Sinossi: Sono trascorsi dieci anni da quando Rian, Beth, suo fratello Nolan e Chad, vivevano gli anni spensierati dell’università e amavano la musica, tanto da formare la migliore rock band della zona. Quando ora Rian incontra Beth, una normale conversazione tra amici apre crepe profondissime da cui lentamente la malinconia e la tristezza si mescolano con il passato che risale in superficie, così duro e brutale da provocare un senso di soffocamento. Quante cose sono cambiate da allora, da quella notte lontana in cui un episodio di incredibile violenza ha improvvisamente sciolto la band e cambiato per sempre la vita di tutti. Adesso Beth e Chad sono una coppia, Rian vive con Gwen e Nolan non sembra stare granché bene.

Soggetto: Non ho mai letto nulla di JAVIER GUTIÈRREZ, di cui sconoscevo persino l’esistenza. Dalla descrizione del libro che Hermetico ha fatto nei suoi post e nell’intervista, però, mi pare un autore molto dotato tecnicamente, capace di trasferire su carta, in maniera efficacissima, le allucinanti vicende vissute dai protagonisti della storia, utilizzando una scrittura sincopata, su piani parallei e con continui salti temporali. Tutto ciò rende molto più accattivante ed appassionante una vicenda che, di suo, non avrebbe quasi nulla di nuovo e originale.
Sceneggiatura: Ormai è assodato. Hermetico sa scegliere, ed anche bene, i libri da cui trasporre i suoi film. Questo, però, lo riconosco, sarà stato un pò più complicato degli altri. Utilizzando una tecnica narrativa mutuata, con le dovute differenze, dal libro, la sceneggiatura scorre su un percorso non lineare, volutamente incomprensibile per buona parte del film, in cui assistiamo a continui flash-back, salti temporali, dialoghi interrotti, scene ridondanti. A parte il farmi pensare che forse sta diventando una moda, purtroppo devo dire che questo sviluppo disomogeneo ha come risultato che per quasi la prima metà del film mi sia annoiato, anche perchè mi è risultato subito evidente che si voleva nascondere un segreto incoffessabile, del quale il protagonista Rian era l’elemento fondamentale, e che certamente le sedute dallo psicologo lo avrebbero portato a far riemergere il dramma che ha distrutto il suo equilibrio. Alla fine, quindi, non ho ricevuto alcuna grossa sorpresa, quando i nodi sono venuti al pettine e quelle scene ridondanti e i dialoghi interrotti si sono completati.
Però Hermetico non credo che avrebbe potuto fare qualcosa di diverso, perchè quello che ha adottato era l’unico modo, a mio parere, per trasmettere al pubblico quel senso di psichedelica follia che pervade la mente dei ragazzi della band, e di Rian in particolare. Un appunto anche per qualche scena che mi è apparsa in po’ didascalica, quando per esempio la prima volta che vediamo Rian dallo psicologo lui cerca di spiegargli il suo malessere, soprattutto dopo aver fatto l’amore con la moglie, e subito dopo parte il flash-back a descrivercelo. Avrei messo la scena del flash-back quasi all’inizio del film, come le altre scene interrotte, e poi il colloquio con lo psicologo l’avrebbe adeguatamente spiegata.
Regia: DARREN ARONOFSKY è il regista perfetto per questo film, e un plauso va fatto ad Hermetico che ha scritto lo script immaginado come lo avrebbe diretto lui, con delle sequenze, quelle che descrivono meglio lo stato alterato della mente di Rian, davvero efficaci.
Cast: Il cast è di buon livello, senza grandissimi divi, ma sicuramente omogeneo. JONATHAN RHYS MEYERS sugli scudi, con buona chance di entrare in cinquina agli Awards, e un’ottima performance delle bellissime AMY ADAMS e SHANNYN SOSSAMON. Gli altri attori mi sono sembrati adatti per le parti loro assegnate, ma nessuno in particolare ha prevalso sugli altri.
Locandina: Efficace ed evocativa, mi ha trasmesso l’idea che quando la lente dell’apparenza si rompe, come un vetro, la natura dell’uomo esce fuori nella sua cruda realtà. Caratteri grafici azzeccatissimi.
Musiche: La colonna sonora, purtroppo, non mi è sembrata molto adeguata. Le musiche si interrompono troppo repentinamente, e non mi sono sembrate nemmeno sempre arricchenti.
Sito: Assente. Hermetico forse non ha il tempo di realizzare i siti dei suoi film.

 Certamente questo “Bravo ragazzo” non sarà ricordato come il suo film migliore. La complessità narrativa del libro gli avrà certamente procurato più di un grattacapo per riuscire a trasporlo nel migliore dei modi, ma comunque di sicuro lui lo considererà un bell’esercizio di adattamento e di scrittura. Il risultato finale, in ogni caso, appaga lo spettatore amante delle storie complicate, dei drammi e dei lati oscuri della mente umana. Personalmente, a parte, ripeto, la prima metà leggermente noiosa, mi ha alla fine convinto sufficientemente.

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