HIGHWAY 29 (Bruce Springsteen)

I SLIPPED ON HER SHOE, SHE WAS A PERFECT SIZE SEVEN
I SAID “THERE’S NO SMOKING IN THE STORE MA’AM”
SHE CROSSED HER LEGS AND THEN
WE MADE SOME SMALL TALK THAT’S WHERE IT SHOULD HAVE STOPPED
SHE SLIPPED ME HER NUMBER, I PUT IT IN MY POCKET
MY HAND SLIPPED UP HER SKIRT, EVERYTHING SLIPPED MY MIND
IN THAT LITTLE ROADHOUSE ON HIGHWAY 29.

IT WAS A SMALL TOWN BANK, IT WAS A MESS
WELL I HAD A GUN YOU KNOW THE REST
MONEY ON THE FLOORBOARDS, SHIRT WAS COVERED IN BLOOD AND SHE WAS CRYIN’
HER AND ME WE HEADED SOUTH ON HIGHWAY 29.

IN A LITTLE DESERT MOTEL THE AIR WAS HOT AND CLEAN
I SLEPT THE SLEEP OF THE DEAD, I DIDN’T DREAM
I WOKE IN THE MORNING, WASHED MY FACE IN THE SINK
WE HEADED INTO THE SIERRA MADRES ‘CROSS THE BORDERLINE.

THE WINTER SUN SHOT THROUGH THE BLACK TREES
I TOLD MYSELF IT WAS ALL SOMETHING IN HER
BUT AS WE DROVE I KNEW IT WAS SOMETHING IN ME
SOMETHING THAT’D BEEN COMING FOR A LONG LONG TIME
AND SOMETHING THAT WAS HERE WITH ME NOW ON HIGHWAY 29.

THE ROAD WAS FILLED WITH BROKEN GLASS AND GASOLINE
SHE WASN’T SAYING NOTHING IT WAS JUST A DREAM
THE WIND COME SILENT THROUGH THE WINDSHIELD
ALL I COULD SEE WAS SNOW, SKY AND PINES
I CLOSED MY EYES AND I WAS RUNNIN’
I WAS RUNNIN’ THEN I WAS FLYIN’.

Le urtai la scarpa, era un perfetto formato sette
Le dissi “Non si può fumare nel negozio signora”
Lei accavallò le gambe e poi
facemmo dei piccoli discorsi ed era lì che mi sarei dovuto fermare
Lei mi dette il suo numero, io lo riposi in tasca
La mia mano scivolò dentro la sua gonna, tutto passò dalla mia mente
In quella piccola roadhouse sull’Highway 29

Era una piccola banca di paese, che casino
Bene avevo una pistola e il resto lo conoscete
I soldi sul pavimento, la camicia piena di sangue e lei piangeva
Lei e io ci siamo diretti a sud sull’Highway 29

In un piccolo motel del deserto l’aria era calda e pulita
Ho dormito il sonno dei morti e non ho sognato
Mi svegliai nella mattina e mi sciacquai il viso nel lavandino
Ci siamo diretti verso le sierra madres attraverso la frontiera

Il sole d’inverno spara attraverso gli alberi neri
Mi sono chiesto cos’era quel qualcosa in lei
Ma mentre guidavamo sapevo che era qualcosa in me
Qualcosa che sarebbe arrivato da molto tempo
E qualcosa che era ora qui con me sulla strada Highway 29

La strada era piena di vetri rotti e gasolio
Lei non stava dicendo niente era solo un sogno
Il vento arriva silenzioso attraverso il parabrezza
Tutto quello che vedevo era neve, cielo e pini
Ho chiuso i miei occhi e stavo correndo
Correvo e poi volavo.

Sleep of the dead

Di Cesare Carugi

Sceneggiatura

Basato sulla canzone “Highway 29” di Bruce Springsteen


(Piano sequenza) Un corvo in primo piano è appollaiato sul ramo di un albero innevato. Osserva il paesaggio bianco che si mimetizza con il cielo grigiastro. Gracchia. Il suono echeggia nella landa. La MDP si sposta e va ad inquadrare il terreno nevoso. Solo neve. Fino ad inquadrare una macchia di sangue, poi due, poi tre. Si intravede una scarpa da trekking, il piede di un uomo, poi il resto del corpo, steso a terra con un buco nello stomaco. Sangue dappertutto. La MDP inquadra il corpo fino al volto, scheletrico e completamente “finito” dai corvi.

TITOLI DI TESTA

Sottofondo musicale “Highway 29” di Bruce Springsteen. Ripresa aerea di paesaggi e pianure innevate.


SCENA 1 – INT. STANZA MOTEL – GIORNO

Il ventilatore gira sul soffitto emettendo un fastidioso rumore. La stanza è scura, illuminata solo da alcuni fili di luci che provengono dalle tapparelle socchiuse. E’ una stanza di motel piuttosto spartana. La carta da pareti è trasandata. C’è un piccolo scrittoio di legno appoggiato alla parete. Sopra c’è una sacca da viaggio vuota dal quale spunta una mazzetta di dollari. Sulla moquette si scorgono alcune macchie di sangue. Sul letto c’è Charlie Cambridge, 22 anni, capelli castani lunghi fin sotto l’orecchio. Veste una canottiera bianca bagnata di sudore e sangue e un paio di jeans trasandati e sporchi anch’essi di sangue. Ha i piedi scalzi. Charlie fissa il ventilatore sul soffitto con una mano appoggiata sulla fronte.

VOCE FUORI CAMPO (Charlie):
Perché sudavo quando fuori c’era la bufera? Perché un ventilatore acceso mentre fuori da quella stanza c’erano sei gradi sotto lo zero? Ero morto? O era un sogno? “Vivi finché puoi vivere” diceva il grande George Scalise, rapinatore di banche e grosso genio mascherato…George entra nei miei sogni, dammi la sicurezza di poter capire ciò che sta succedendo, perché proprio non ci arrivo…che sta succedendo? Eppure non c’è riscaldamento qui, non ci sono stufe…perché il mio corpo sta sudando? E perché avevo bisogno di lavarmi la faccia?

Charlie si alza dal letto (Mdp a mano lo segue) tenendosi con la mano destra una ferita nascosta dalla canottiera all’altezza delle maniglie dell’amore. Zoppicando cammina fino al bagno, accende la luce e apre l’acqua del lavandino.

VOCE FUORI CAMPO (Charlie):
Sangue…che era tutto quel sangue?…Avevo fatto a botte?…Qualcuno mi ha sparato?…Perché non ricordo nessuno sparo?…Dovrei essere morto…dovrei essere imbucato…E’ questo il paradiso? Una sporca stanza di motel?…Bè, se questo è il paradiso, o Dio, conducimi nei bollenti altiforni dell’inferno…spingimi alle estremità dei tuoi regni, perché non voglio restare a metà…Eccomi, questo è il mio corpo…preleva la mia anima e dalla in pasto ai leoni…Ma la ferita faceva veramente male? Qual è il sapore costante del dolore? Non sentivo niente…eppure sembrava la realtà…Kathy…

La MDP raggiunge Charlie in bagno che si lava la faccia e si guarda allo specchio.


SCENA 2 – INT. RECORD STORE – GIORNO

Un modesto negozio di dischi. La MDP fluttua. Il bancone al centro. Nel negozio ci sono sette persone. In sottofondo c’è “Heaven”, un brano degli Psychedelic Furs. Charlie sta guardando una serie di LP e mette l’occhio su un vinile dei Rancid. Lo osserva bene, quando un filo di fumo gli arriva al naso. Charlie si volta e accanto a lui c’è Kathy, 24 anni, capelli e occhi neri, una ragazza dal look piuttosto dark ma dallo sguardo innocente. Ha del rossetto scuro e un piercing al sopracciglio destro. Indossa una giacca di pelle scura con sotto un maglione rosso a collo alto, dei pantaloni di pelle nera e degli stivali texani neri. Sta fumando una sigaretta, mentre guarda tra i vinili. Charlie la guarda con aria leggermente estasiata. Lei si volta e si accorge che Charlie la sta guardando. Kathy si volta nuovamente verso i vinili.

KATHY (a Charlie):
Ciao pivello
CHARLIE (Intimidito):
Non si può fumare qui dentro, signora…
KATHY:
Risparmiati il “signora”, pivello
CHARLIE:
C’è il cartello…proprio lì (indicando il cartello “No Smoking”)
KATHY:
E’ tuo questo negozio, pivello?
CHARLIE:
No
KATHY:
Allora lascia che me lo dica il padrone del negozio, ragazzino…

Charlie, intimidito, si volta nuovamente verso il vinile dei Rancid che sta tenendo tra le mani.

KATHY (a Charlie):
Non vorrai comprarti quel disco, spero…
CHARLIE:
Perché?
KATHY:
Perché è pietoso…
CHARLIE:
Non so…
KATHY:
Andiamo, pivello…spenderesti veramente ventidue dollari in un vinile dei Rancid?
CHARLIE:
Hai di meglio da offrirmi?
KATHY:
Questo…

Kathy tira fuori dal mucchio un vinile dei Bauhaus e lo passa a Charlie. Charlie lo osserva e lo volta.

CHARLIE:
Ma è del 1977…
KATHY:
E allora?
CHARLIE:
Non ero ancora nato…
KATHY:
Hai bisogno di essere indirizzato, pivello?
CHARLIE:
Indirizzato?
KATHY:
Pivello…un morto è più sveglio di te…
CHARLIE:
Comunque il mio nome non è “pivello”
KATHY:
E sei anche scontato…sapevo che l’avresti detto, pivello…
CHARLIE:
E quel è la frase giusta per dirlo?
KATHY:
Non cercare di fare il dritto con me, non funziona

Kathy si volta verso Charlie e si bagna le labbra con la lingua, facendogli uno sguardo intrigante. Poi Kathy si volta nuovamente.

CHARLIE:
Comunque io sono Charlie Cambridge…

Charlie gli porge la mano. Lei non ricambia la stretta.

KATHY (Continuando a guardare tra i vinili):
Piacere Charlie Cambridge…
CHARLIE (Ritirando la mano):
E tu come ti chiami?
KATHY:
Non credo che t’interessi…
CHARLIE:
Mi interessa, invece…
KATHY:
Bè, smettila di interessartene…
CHARLIE:
E così tu mi dici che questo vinile è buono…
KATHY:
Tutto ciò che ascolto io è buono…
CHARLIE:
Presuntuosa, eh?
KATHY:
No…solo più vecchia di te, pivello…
CHARLIE:
Come non detto…

Kathy prende la mano di Charlie ed estrae il rossetto nero dalla tasca del giubbotto. Scrive qualcosa col rossetto sul palmo sinistro di Charlie. Charlie la osserva.

KATHY:
Questo è il mio numero…se hai bisogno di essere indirizzato…
CHARLIE:
Non so ancora come ti chiami
KATHY:
E’ importante?
CHARLIE:
Non so…se dovesse rispondere qualcun altro di chi devo chiedere?
KATHY:
Vivo sola…
CHARLIE:
Ah…
KATHY:
Chiama quando vuoi
CHARLIE:
Ok
KATHY:
E compra quel cazzo di vinile, pivello…
CHARLIE:
Mi stai indirizzando?
KATHY:
Se vuoi considerarlo un indirizzo…
CHARLIE:
Lo compro, lo compro…

Kathy si allontana da Charlie e prima di uscire dal negozio gli strizza l’occhio. Charlie la osserva mentre si allontana. Poi Charlie si reca al bancone. C’è il commesso, con una T-shirt dei Rage Against The Machine, che osserva il vinile dei Bauhaus in mano a Charlie.

COMMESSO:
Buona scelta…
CHARLIE:
Come?
COMMESSO:
Buona scelta
CHARLIE:
Grazie…

Charlie continua a guardare fuori, ma Kathy non si vede più. Il commesso mette il disco in una busta. Charlie tira fuori i soldi e glieli dà, poi prende la busta e si incammina verso l’uscita.


SCENA 3 – EST. MOTEL – GIORNO

Sta nevicando. Fuori dalla stanza di Charlie sono appostate tre pattuglie della polizia con i fucili e le pistole alla mano. Le sirene delle macchine sono lampeggianti. Si aggira per il parcheggio del motel un poliziotto, Jack Doogan, 54 anni, stempiato e grasso, che cammina con aria quasi affaticata. Sta bevendo un caffè in una tazza di plastica. Nel sorseggiare si macchia la divisa.

JACK (Arrabbiato):
Vaffanculo…caffè del cazzo…(leccandosi le dita e cercando di bagnare la macchia)…Vaffanculo, stronzo figlio di puttana di merda…(stropicciando arrabbiatissimo la divisa)

Un collega lo guarda quasi divertito.

POLIZIOTTO:
Hey Jack, falla lavare a tua madre
JACK (Arrabbiato):
Mentre la tua mi fa un pompino, stronzo!

Ridono tutti. Sta arrivando un furgone di Channel 24, un’emittente televisiva. Si ferma nel parcheggio. Jack e gli altri lo guardano.

JACK (Seccato):
Oh cazzo…

Dal furgone esce Ray Doogan, 29 anni, figlio di Jack, giornalista, anche lui grassottello, capelli neri e un moderno pinzetto. Ray apre la portiera posteriore, gridando al cameraman.

RAY (Gridando):
Andiamo culo pesante, muovi quelle chiappe di piombo, andiamo…

Jack lo osserva.

POLIZIOTTO (A Jack):
Per il linguaggio ha preso sicuramente dal padre…

Jack fa una faccia quasi seccata.

RAY (Al cameraman):
Pronto? C’è nessuno in casa?…E per fortuna siamo arrivati per primi…hai sistemato quei cazzo di cavi?
CAMERAMAN:
Tutto pronto per girare
RAY:
Bene…alleluia

Ray si avvicina a suo padre seguito dal cameraman, un ragazzo di colore con dreadlock e maglietta hawaiana.

RAY (A Jack):
Credevo di perdermi la festa…sarà una bella festa, no?
JACK:
Questa non è una festa, ficcatelo bene in quel cazzo di cervello così vuoto che mi fa pensare che hai preso da quella scimmia di tua madre…
RAY:
Se è vuoto il mio, figuriamoci come sei messo tu che l’hai sposata…

I colleghi di Jack ridono.

JACK:
Che cazzo vuoi tu qui?
RAY:
Allora signor capo della polizia, adesso io ti faccio una breve intervista però non dire che sei mio padre, niente parolacce né smorfie né calate polacche, ok?
JACK:
Che cazzo c’entrano le calate polacche
RAY:
Sei stato in guerra in Polonia, giusto?
JACK:
Corea, coglione
RAY:
Uh, come sei complicato…vabbè…Polonia, Corea, che differenza fa? (Jack lo guarda seccato)…Fammi fare una bella figura, mi raccomando.

L’inquadratura passa alla macchina a mano del cameraman.

RAY (Verso l’obiettivo):
Buonasera. Siamo in diretta qui davanti al Bedtime Motel. Due chilometri ci separano dal Messico, e in questi paraggi, con un barile di speranza nelle vene e una sacca piena di soldi, si aggira il Rapinatore Solitario…negli ultimi giorni si è gridato ad un nuovo eroe, un nuovo Robin Hood, un nuovo Clyde Barrow, e adesso crediamo sia giunto il momento della verità. Siamo qui con il capitano Jack Doogan della polizia di San Diego, la cui giurisdizione finisce proprio ad una manciata di metri da qui…Capitano Doogan, come vanno le operazioni?
JACK:
Bè porca puttana, questo stronzo testa di cazzo ci ha veramente rotto i coglioni con i suoi su e giù del cazzo con una fottuta pistola in quella troia mano a sparare alla cieca a qualsiasi figlio di puttana gli avesse ostacolato la sua corsa di merda. Quindi io e questi pochi imbecilli siamo venuti davanti a questo motel, che più di un motel sembra un fottutissimo bordello, dove quel vecchio rincoglionito del padrone ci ha segnalato che una faccia da culo somigliante al ricercato appeso su ogni cazzo di manifesto da San Diego al Mississippi, aveva appena preso una stanza nel suo stronzo albergo per froci e puttane……(Ray lo guarda sorpreso)…Ah, a proposito…questa testa di cazzo che state ascoltando è mio figlio…

Jack si stacca dall’obiettivo. Ray lo insegue.

JACK:
Andava bene così?
RAY:
Papà, sei il solito stronzo…

Jack, arrabbiato, si gira di scatto e prende Ray per il colletto della camicia.

JACK:
Ascoltami stronzetto, dentro questo albergo c’è un figlio di puttana che ha fatto fuori un mio amico, ok?…e ha fatto fuori altre otto persone. Io non so cosa tu abbia in quella cazzo di testa, ma io sto lavorando contro un assassino, hai capito?…Uno che caricherebbe un AK47 e ti riempirebbe di piombo senza farsi problemi, ok?…O non sai chi era Robin Hood o chi erano Bonnie e Clyde?……Va a fare il tuo fottuto lavoro del cazzo da un’altra parte…

Jack lascia andare Ray. Ray lo osserva atterrito, fa un cenno al cameraman e i due tornano al furgone. Jack osserva Ray che va via e beve il suo caffè.
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SCENA 4 – INT. STANZA MOTEL – GIORNO

Charlie, dal bagno, torna sul letto e si distende nuovamente, continuando a fissare il ventilatore appeso sopra di lui al soffitto.

VOCE FUORI CAMPO (Charlie):
Stavo sognando…o forse no…Bè, era così reale, tutto era così reale…la puzza del sudore, l’acido del sangue e l’odore della polvere da sparo…nonché il profumo del suo rossetto nero…A conti fatti non stavo sognando…

Charlie si guarda il palmo della mano sinistra e si vedono delle tracce di rossetto nero insieme a macchie di sangue essiccato.

VOCE FUORI CAMPO (Charlie):
Ricordo ancora l’odore della benzina, il rumore dei vetri che finivano di spezzarsi sotto i miei passi, e tutte quelle fantasie…il rumore dell’auto a centodieci miglia all’ora, le grida, il tocco della neve sul parabrezza e il vento gracchiante che scuoteva gli alberi neri…tutto così reale…da essere davvero reale…Kathy…


SCENA 5 – INT. CAMERA DI CHARLIE – GIORNO

Il vinile dei Bauhaus sta girando sul piatto dello stereo di Charlie. La canzone corrente è “Kick in the eye”. Charlie è appoggiato al davanzale della finestra e guarda fuori. Si sposta verso il letto e si osserva il palmo della mano sinistra, con il numero di Kathy. Charlie afferra il telefono cordless e compone il numero che ha sulla mano. Il telefono fa alcuni squilli, Charlie appare quasi rassegnato. Poi Kathy risponde dall’altro capo.

KATHY:
Pronto
CHARLIE (Intimidito):
Ehm…
KATHY (più decisa):
Pronto…
CHARLIE:
Ciao
KATHY:
Chi diavolo è?
CHARLIE:
Sono… Charlie Cambridge…
KATHY:
Charlie Cambridge?…Ah…quel Charlie Cambridge…
CHARLIE:
Ti ricordi di me?
KATHY:
Certo…hai fatto presto a chiamare, pivello…
CHARLIE:
Stavo ascoltando quel disco…
KATHY:
L’hai comprato poi…bene
CHARLIE:
Non so…devo ascoltarlo bene…per adesso non mi coinvolge gran che
KATHY:
Hai bisogno di essere indirizzato…
CHARLIE:
Se lo dici tu
KATHY:
Stasera alle 11?
CHARLIE:
Alle 11?…Devo proprio?
KATHY:
Si
CHARLIE:
Dove?
KATHY:
Autostrada 29, “Roadhouse”…lo conosci?
CHARLIE:
Lo conosco…
KATHY:
E cerca di essere in anticipo, perché se sei lei alle undici precise, me ne vado…
CHARLIE:
Come devo chiamarti, signora dei misteri?
KATHY:
Te lo dirò stasera…
CHARLIE:
Ok
KATHY:
A stasera, pivello…
CHARLIE:
Charlie…
KATHY:
Non mi piace il tuo nome…meglio Cheese…che ne dici?
CHARLIE:
Cheese?
KATHY:
Breve e curioso…Cheese
CHARLIE:
A stasera allora…
KATHY:
Ciao Cheese

Charlie spegne il telefono e si volta verso lo stereo ascoltando la canzone dei Bauhaus.


SCENA 6 – INT. STANZA MOTEL – GIORNO

Charlie è sempre disteso sul letto a fissare il ventilatore. Scende una goccia di sudore dalla sua fronte.

VOCE FUORI CAMPO (Charlie):
Eppure io avrei dovuto dire di no…Ma dalla mia bocca uscivano quelle parole che non erano mai uscite prima…mai quelle parole…mai quel sangue…mai avrei pensato…mai…mai Peter Murphy and Bauhaus, mai birra a fiumi, mai sigarette, mai fuori casa per così tanto tempo, mai…Kathy…


 

SCENA 7 – EST. ROADHOUSE – AUTOSTRADA 29 – NOTTE

Charlie parcheggia la macchina. Il “Roadhouse” è un piccolo locale proprio accanto all’Autostrada 29, con un insegna spumeggiante e illuminata a festa, ma con la scritta “Roa house”, con la “d” mancante. Charlie si ferma davanti al locale e controlla l’orologio. Sono le 10,56. Poi fa un sospiro ed entra.


SCENA 8 – INT. ROADHOUSE – NOTTE

Il locale è quasi vuoto. In sottofondo c’è un brano degli ZZ Top. E’ un piccolo locale con panche e tavolini di legno e un piccolo palco per musica dal vivo. Charlie passa lungo il bancone. Il barista, un ragazzone di un metro e novanta con T-shirt della “Heineken” e muscoli in mostra lo osserva mentre sta pulendo un boccale da birra. C’è un ubriacone al banco che fissa un biglietto da cinque dollari e dà lunghe sorsate di Jagermeister. Charlie si guarda attorno e vede Kathy in un angolino a sedere al tavolo, che si accende una sigaretta. Ha davanti una birra ed è seduta con la gambe stese sulla panca. Ha indosso i soliti vestiti del giorno prima nel negozio di dischi. Charlie la raggiunge. Lei si alza in piedi.

KATHY:
Sei stato bravo, pivello…ancora un minuto e non avresti trovato nemmeno il profumo del mio rossetto…
CHARLIE:
Sei bellissima, stasera…
KATHY:
E tu sei molto scontato…da due giorni a questa parte…
CHARLIE:
Avresti detto il tuo nome stasera…
KATHY:
A suo tempo, pivello…
CHARLIE:
A suo tempo?
KATHY:
Andiamocene da questo buco di merda…ho bisogno d’aria…
CHARLIE:
E la tua birra?
KATHY:
…E tu hai bisogno di addestramento…
CHARLIE:
Ce ne andiamo così…senza pagare?
KATHY:
Non c’è problema, pivello

Charlie la segue, mentre Kathy esce dal locale. Prima di uscire Charlie si guarda dietro e osserva il barista, che lo osserva a sua volta. Charlie dà un’altra occhiata in torno e poi esce.


SCENA 8 – EST. ROADHOUSE – NOTTE

Kathy barcollando raggiunge l’auto di Charlie. Charlie la segue.

KATHY (Ridendo):
Chi l’avrebbe mai detto che mi sarebbe capitato un pivello tra le mani…ah ah ah…
CHARLIE:
Dove stai andando?
KATHY:
E’ questa la tua macchina? (Indicando la Ford di Charlie)
CHARLIE:
Si, perché?
KATHY:
Mi fai guidare?
CHARLIE:
Ma dove andiamo?
KATHY:
Sorpresa
CHARLIE:
Non mi piacciono le sorprese…
KATHY:
Ehi, pivello…vuoi essere indirizzato o no?…Fidati

Charlie passa le chiavi della macchina a Kathy. Kathy e Charlie salgono in macchina.


SCENA 9 – INT. AUTO DI CHARLIE – NOTTE

Kathy, appena salita si dà un’occhiata intorno. La MDP inquadra alcune cartacce sui tapetini. Charlie la osserva.

KATHY:
Dio…quanto ti è costata, Cheese?…Sei dollari?
CHARLIE:
Perché?
KATHY:
E’…è un casino questa macchina…
CHARLIE:
Ci provi gusto a sfottermi?
KATHY:
E tu proveresti gusto a fottermi?
CHARLIE:
Cosa?
KATHY:
Rispondimi senza pensarci…
CHARLIE:
E cosa vuoi che ti dica?
KATHY:
Che vuoi scoparmi…
CHARLIE:
Cosa?
KATHY:
O Dio…devo anche indirizzarti su come si fotte una donna?
CHARLIE:
Credo di no…cioè…così a freddo…
KATHY:
Bene…allora facciamo così…io provo a darti la carica…tu prova a prenderla al volo…
CHARLIE:
Che?
KATHY:
Aspetta…

Kathy si avvicina a Charlie. Lui è impietrito e intimidito. Lei gli si avvicina al collo e glielo lecca due o tre volte. Poi gli si avvicina all’orecchio e glielo morde leggermente. Poi si sposta e lo osserva.

KATHY:
Ti si è rizzato?
CHARLIE (Intimidito):
Si
KATHY:
Mmm…almeno per una volta non sei stato scontato…di solito i ragazzi fanno domande come “Che?”, “Cosa?”, “Come?”…
CHARLIE:
Sono questi i tuoi addestramenti?
KATHY:
Carina la domanda, pivello…

Kathy abbassa il suo sedile e fa segno con l’indice a Charlie di avvicinarsi a lei. Charlie abbassa il suo sedile e si avvicina a Kathy. I due fanno l’amore.


SCENA 10 – STANZA MOTEL – GIORNO

Charlie è disteso sul letto. Soffre per il dolore che gli procura la ferita. Fa qualche colpo di tosse. Poi raccoglie una bottiglia di Jack Daniels che ha sotto il letto e beve un sorso.

VOCE FUORI CAMPO (Charlie):
Era un po’ come pensare di essere stato vergine tutta la vita…Quei suoi movimenti, quel suo corpo cromato e profumato di essenze vegetali, potresti pensare di aver fatto la scopata del secolo, la scopata della tua vita, la prima vera scopata della tua vita…O, vento, vienimi a scivolare sul parabrezza le tue foglie distinte d’inverno…tutto è bello con lei, tutto, tutto, tutto, niente di più…Kathy…


SCENA 11 – EST. BANCA – GIORNO

Kathy e Charlie sono in città, davanti ad una banca. Lui sta bevendo del caffè caldo da un bicchiere di carta.

KATHY:
Prosegue l’addestramento…Prima però devo passare in banca…
CHARLIE:
A fare?
KATHY:
Compere…
CHARLIE:
Aspetto fuori…
KATHY:
No, accompagnami pivello…
CHARLIE:
Ti prego, sto bevendo il caffè…
KATHY:
E chi ti ha detto niente…bevi il caffè…
CHARLIE:
Aspetta…

Charlie finisce il caffè e getta il bicchiere in un cestino. Poi insieme entrano nella piccola banca.


SCENA 12 – INT. STANZA MOTEL – GIORNO

Charlie è sempre disteso sul letto che sta sudando.

VOCE FUORI CAMPO (Charlie):
Piccola banca, soldi contati…e così che si dice, no?…Una piccola banca fuori città…ma c’era davvero quella banca?…Che cazzo ci fa una banca fuori città?…Perché mai costruire una banca fuori città?…E l’errore o presunto errore di chi fu?……Lei aveva una pistola…il resto lo conoscete…Kathy…


SCENA 13 – INT. BANCA – GIORNO

Kathy sta urlando con la pistola in mano. La MDP si gira più volte su sé stessa. Le riprese sono frenetiche. Nella banca ci sono solo tre clienti e due cassieri. I clienti sono stesi a terra. Kathy tiene sotto tiro la guardia che ha gettato la fondina con la pistola per terra. Charlie è impietrito e impaurito.

KATHY (Al cassiere, urlando):
Svuota quella cazzo di cassa, muoviti!

Il cassiere svuota la cassa e mette i soldi in un sacchetto.

KATHY (All’altro cassiere, sempre urlando):
Anche tu, muoviti!

Il secondo cassiere fa lo stesso.

KATHY (Urlando):
Adesso noi usciamo…qui fuori ci sono sei o sette persone…come sento suonare un allarme sparo a casaccio, ok?

Il cassiere fa segno di “si” col capo.

KATHY (Urlando + forte):
Ok?
CASSIERE 1 (Impaurito):
Ok…
KATHY (A Charlie):
Muoviti pivello, prendi quei cazzo di sacchetti…
CHARLIE (Impaurito):
Ma cosa stai facendo?
KATHY (a Charlie):
Che stronzo che sei…

Kathy afferra i sacchetti con i soldi. La guardia ne approfitta e raccoglie la fondina ed estrae la pistola, sparando a Charlie che era un metro più avanti a lui. Charlie cade a terra colpito di striscio. Kathy se ne accorge e spara alla guardia in testa. La guardia abbassa il capo colpito a morte, perdendo sangue. I clienti gridano per un attimo. Kathy rivolta la pistola ai clienti e ai cassieri, dopodiché si avvicina a Charlie ferito.

KATHY:
Andiamocene…alzati…
CHARLIE (Sofferente):
Che cosa hai fatto?
KATHY:
Andiamocene…

Kathy aiuta Charlie ad alzarsi ed escono in fretta dalla banca. I clienti restano impietriti.


SCENA 14 – INT. STANZA MOTEL – GIORNO

Charlie, sempre disteso sul letto, si tocca la ferita e fa una smorfia di dolore.

VOCE FUORI CAMPO (Charlie):
Fa male?…O è solo l’impressione?……Niente fa male fino a che non ti metti a gridare per il dolore……poi tutto è sopportabile……Una rapina?……E’ stata lei o sono stato io?……Di chi era quella pistola?……Ho veramente ammazzato qualcuno?……Quella guardia era lì oppure non c’era nessuna guardia?……Oppure quella banca non c’era proprio?……Kathy……


SCENA 15 – INT. AUTO DI CHARLIE – GIORNO

Kathy sta guidando. Charlie è sofferente appoggiato al vetro dello sportello. Kathy lo osserva tranquilla.

CHARLIE:
Sento freddo…
KATHY:
E’ freddo, pivello…
CHARLIE:
Dove mi ha preso?
KATHY:
Niente di grave…
CHARLIE:
Perché l’hai fatto?
KATHY:
Credimi, pivello……non l’avrei mai fatto se sapevo che sarebbe finita così…
CHARLIE:
Però l’hai fatto…
KATHY:
Avrei fatto di tutto pur di non lasciarti a terra ferito……
CHARLIE:
Di chi era la pistola?
KATHY:
Mia
CHARLIE:
Vai sempre in giro con quel cannone?
KATHY:
Si
CHARLIE:
La cosa che mi fa più impressione è che non dimostri il minimo rimorso…

Charlie sente dei rumori di pianto. Si volta verso Kathy e una lacrima le trapassa il fondo di trucco dalla palpebra alla bocca. Charlie si avvicina a lei, che sta piangendo, e le asciuga la lacrima. Kathy accosta ad un lato della strada. La macchina si ferma. Kathy si volta verso Charlie, i due si abbracciano e si baciano, mentre Kathy piange ancora. I due si abbracciano di nuovo.


SCENA 16 – INT. STANZA MOTEL – GIORNO

La bottiglia del Jack Daniels è vuota, stesa su un fianco per terra. Charlie fissa il ventilatore e fa una smorfia di dolore. Tira su col naso e si asciuga la fronte con la mano. Una piccola macchia di sangue gli rimane stampata sulla fronte dopo che vi è passato sopra con la mano.

VOCE FUORI CAMPO (Charlie):
Neve, cielo e pini……Neve, cielo e pini……nient’altro…eppure era il paradiso……Fermi ad un lato della strada a compiangerci l’un l’altro…Tutto terribile, ma talmente bello quando lei mi guardava con quegli occhi neri, e quel suo rossetto sanguinante che profumava di dolce estasi……Un sole morto trapassava gli alberi neri ed era tutto in perfetto assemblaggio……Oh, se fosse vero……magari è tutto vero……è tutto così reale……Kathy


SCENA 17/A – EST. STRADA – GIORNO

Tempo piuttosto nuvoloso. Il paesaggio sembra in bianco e nero. Una strada periferica innevata. Una serie di alberi bruciati da un incendio. E l’asfalto grigio scuro. La macchina color panna di Charlie è ferma su un lato della strada. Charlie è al volante.


SCENA 18 – INT. AUTO DI CHARLIE – GIORNO

Kathy è voltata verso di lui. Le lacrime le hanno cancellato il fitto trucco biancastro pulendole la faccia. Ha i capelli spettinati e la bocca secca. Charlie osserva la strada davanti a lui. Dal bosco spunta un cervo. Charlie lo osserva e ammicca un sorriso. Poi si volta verso Kathy per un secondo. Si rivolta verso il cervo, ma non c’è più. Charlie mette in moto e parte.


 

SCENA 17/B – EST. STRADA – GIORNO

La macchina riparte e prosegue a diritto emettendo un po’ di fumo dal tubo di scappamento.


SCENA 19 – INT. AUTO DI CHARLIE – GIORNO

Charlie sta guidando, mentre Kathy è girata verso di lui con gli occhi chiusi.

KATHY:
Come va la ferita, pivello?
CHARLIE:
Fa male…
KATHY:
Niente fa male finché non gridi per il dolore
CHARLIE:
Non ho la forza necessaria per gridare dal dolore…
KATHY:
Hai controllato quanti soldi ci sono?
CHARLIE:
E’ morta una persona e mi hanno ferito, a quest’ora saremo ricercati dalla polizia di mezza America……tutto questo per diciassettemila dollari…
KATHY:
Mi dispiace, pivello…
CHARLIE:
Stai diventando scontata anche tu
KATHY:
Tu invece stai diventando un uomo
CHARLIE (ammiccando un sorriso):
Non ho molta scelta
KATHY:
Hai visto che desolazione…siamo soli
CHARLIE:
E non so nemmeno dove stiamo andando
KATHY:
Sulle Sierras…
CHARLIE:
E il confine come lo attraversiamo?
KATHY:
Non c’ho ancora pensato…
CHARLIE:
Bè, pensaci in fretta
KATHY:
Proprio quando mi sento dolce tu diventi freddo…
CHARLIE:
Cosa vuoi? Un premio per avermi rovinato la vita?
KATHY:
Mi odi?
CHARLIE:
Non ti immagini quanto…

Charlie si volta verso Kathy che lo osserva. Poi Charlie rivolta lo sguardo verso la strada.

CHARLIE:
No, non ti odio…
KATHY:
Invece si, mi odi
CHARLIE:
Perché ne sei così sicura?
KATHY:
Allora mi ami, pivello?
CHARLIE:
Non lo so
KATHY:
Bè, io ti amo…

Charlie si volta nuovamente verso Kathy che intanto ha chiuso gli occhi. Charlie accenna un sorriso.


 

SCENA 20 – INT. STANZA MOTEL – GIORNO

Charlie è disteso sul letto con una sigaretta in bocca. Si volta verso il comodino e sbircia nel pacchetto, notando che non ne ha più. Poi si rivolta verso il soffitto.

VOCE FUORI CAMPO (Charlie):
Essere amati……è una delle cose più belle che ci possano essere……Lei, poi…essere amati da lei……Non ho mai avuto molta fortuna nell’amore, vuoi per il mio carattere, vuoi per il mio essere possessivo……ma non ti accorgi quanto ami una persona almeno finché questa non è con un piede nella fossa……Chi l’avrebbe mai detto che il ghiaccio è un’arma mortale?……Ghiaccio sottile, mortale, una perfetta arma di morte……Lei lo sapeva, io no……Ero un uomo?……O volevo solo crescere restando bambino?……Questo è il desiderio di tutti……lasciare che l’età resti ma che la mente si espanda……fermarsi a 22 anni, ma dimostrare il cervello di un uomo di 40 anni……A volte volevo veramente che fosse un sogno…sentire mia madre che apriva la porta e diceva (con voce camuffata) “Charlie, è pronta la colazione”……ma a volte penso che la realtà è il sogno più bello, perché quando ti svegli dopo un bel sogno è tutto finito……e aspetti notti, settimane, mesi, anni, perché ritorni quel sogno……Kathy


SCENA 21 – INT. AUTO DI CHARLIE – GIORNO

Charlie è al volante. Kathy sembra dormire. Ad un certo punto un cervo esce dalla boscaglia lungo la strada. Charlie cerca di evitarlo.


SCENA 22 – EST. STRADA – GIORNO

La macchina sbanda a causa del ghiaccio sull’asfalto e fa un testacoda, capovolgendosi su sé stessa. I vetri si rompono, la macchina si accartoccia ritornando in piedi. Dal serbatoio esce benzina. La strada è colma di vetri rotti.
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SCENA 23 – INT. AUTO DI CHARLIE – GIORNO

Charlie è sanguinante dal naso, Kathy ha una brutta ferita alla testa. Appena ripresosi, Charlie cerca di soccorrerla. Kathy non risponde.

CHARLIE (Disperato):
Ehi…ehi…

Kathy si risveglia frastornata e ferita. A malapena parla e si dimena appoggiandosi al braccio di Charlie.

CHARLIE:
Mi senti?…Puoi sentirmi?
KATHY:
Charlie…
CHARLIE:
Sono qui……sei tutta intera?
KATHY:
Charlie…
CHARLIE:
Sono qui

Kathy abbraccia Charlie con il massimo della fatica.

KATHY (Con aria sofferente):
Che è successo?
CHARLIE:
Un cervo è sbucato all’improvviso…
KATHY:
Charlie…
CHARLIE:
E’ la prima volta che mi chiami col mio nome……
KATHY:
Hai un bel nome……
CHARLIE:
Ma se fino a venti ore fa dicevi che era lungo e scontato…
KATHY:
Davvero……Bè, allora è brutto e scontato

Charlie abbraccia Kathy e accenna un sorriso. Continua a perdere sangue dal naso.

CHARLIE:
Usciamo di qui…
KATHY:
No, sarai tu ad uscire…
CHARLIE:
Che vuoi dire?
KATHY:
Sono incastrata, non posso muovermi……
CHARLIE:
No, ci deve essere un modo per farti uscire di lì…
KATHY:
Che vuoi fare? Chiamare i pompieri con un telefono che non esiste e aspettarli, mentre nel frattempo la macchina è già esplosa in mille pezzi?
CHARLIE:
Non è detto che la macchina debba esplodere…
KATHY:
Non fare il retorico con me…non funziona
CHARLIE:
Ci deve essere un modo… (cominciando a piangere)

Charlie abbraccia nuovamente Kathy e continua a piangere, mentre lei gli accarezza i capelli.

KATHY:
Vattene di qui, pivello…
CHARLIE:
No, non ti lascerò morire in mezzo al nulla…
KATHY:
Sono nata in mezzo al nulla……è giusto che io muoia in mezzo al nulla
CHARLIE:
No, non lo farò…
KATHY:
Vattene…

Con la forza che gli è rimasta, Kathy spinge Charlie verso la portiera. Lei alza la testa, sta piangendo. Lui la osserva, una lacrima gli trapassa il volto.

KATHY:
Vattene……

Charlie afferra una sacca da viaggio dove ha riposto i soldi, riesce ad aprire la sua portiera e ad uscire.


SCENA 24 – EST. STRADA – GIORNO

Charlie scende dalla macchina. Si guarda attorno. Ci sono vetri dappertutto. C’è un odore nauseante di benzina. Charlie aggira la macchina e si inginocchia davanti a Kathy, bloccata al sedile del passeggero.

CHARLIE:
Non è giusto…
KATHY:
Si che è giusto…
CHARLIE:
Non è giusto…così…
KATHY:
Qualunque modo sarebbe quello giusto…
CHARLIE:
Non mi fai nemmeno provare a tirarti fuori di lì?
KATHY:
E’ inutile, pivello…
CHARLIE:
Meglio Charlie…
KATHY:
Vattene, pivello……o sarai un blocco di cenere…
CHARLIE:
Ci rivedremo lassù…
KATHY:
All’inferno, vuoi dire……
CHARLIE:
Non ti meriti l’inferno…
KATHY:
Però ci andrò……e anche tu ci andrai…

Charlie si allontana dalla macchina, che sta cominciando a prendere fuoco. Kathy lo chiama a distanza di una decina di metri.

KATHY:
Ehi, pivello…

Charlie si volta verso Kathy.

KATHY:
Mi chiamo Kathy……

Dagli occhi di Charlie scende una lacrima. Il fuoco divampa impetuoso nell’auto. Charlie e Kathy si scambiano sguardi. Lei è sofferente e rassegnata a morire. Charlie è disperato e la osserva nella sua agonia. Poi comincia a correre verso di lei gridando.

CHARLIE (Gridando):
Kathy!!!

La macchina esplode in un botto secco. Charlie viene scaraventato a terra dall’esplosione. Rialza il capo e osserva l’auto che brucia, mentre alcune banconote volano via dalla sacca.


 

SCENA 25 – INT. STANZA MOTEL – GIORNO

Charlie si alza e si siede sul bordo del letto. Afferra la bottiglia del Jack Daniels e si accorge che è vuota, quindi la lascia cadere a terra senza romperla.

VOCE FUORI CAMPO (Charlie):
Ora…il punto è: come ci sono arrivato fin qui?……Ferito e disperato nel nulla?…Fuori dalla mia porta c’è qualcuno che mi aspetta?……Chiudo gli occhi e corro……corro e poi volo……Volo via, lontano da me……Che ho fatto dopo?……Solo poco dopo me ne sono reso conto quando ho letto la prima pagina di un giornale: “Ventiduenne assalta una banca e spara ad un poliziotto”……E Kathy?……Perché quel giornale non parlava di lei?……Forse era solo un sogno……un sogno nel sogno…Allora sono stato bravo……bravo a tal punto da aver avuto il sangue freddo per rubare, sparare, uccidere……Se devo essere sincero ero stanco della mia vita, e questa è la dimostrazione di come gli incubi a volte diventino sogni……E sinceramente è stato un sogno……un sogno bello e succoso, che sapeva di rossetto nero e essenza vegetale, di benzina e sangue, dei suoi baci al fulmicotone, della sua lingua soffice, dei suoi sguardi assassini……E sinceramente credo che siamo arrivati alla fine del sogno……Se apro quella porta le possibilità sono due: o muoio, o mi sveglio dal mio sogno……E invece credo che mi sveglierò dal sonno dei morti, con la faccia pulita e la coscienza sporca……

Charlie osserva la prima pagina di un giornale locale che scrive: “Assalto finale al rapinatore solitario”. Poi si alza in piedi e indossa una maglia chiara imbrattata di sangue. Si mette in spalla la sacca e si appoggia alla maniglia della porta d’ingresso. Si ferma lì.

VOCE FUORI CAMPO (Charlie):
I sogni sono fatti di entrate ed uscite, spero solo che la mia uscita sia trionfale……solo allora capirò se è un sogno o se è realtà, se almeno avrò il tempo per percepirlo……La mia storia non ha niente di nuovo, è un sogno……che c’è di nuovo?…Tutti fanno sogni, a volte belli, a volte brutti……solo che io sono solo un cadavere viaggiante che si sposta di luogo in luogo a caccia del suo risveglio……Sono passati alcuni giorni da quando ho intravisto la luce……Bè, è ora di svegliarsi.

Charlie spalanca la porta dalla quale esce una luce accecante di difficile distinzione.


SCENA 26 – TELEVISIONE

L’immagine è quella del notiziario di Channel 24. Dopo la sigla l’immagine di Ray Doogan.

RAY:
Siamo qui davanti al Bedtime Motel. Si è arreso alle intimazioni della polizia, dopo essersi barricato per tre ore in una stanza del motel, il ventiduenne chiamato “Rapinatore Solitario” (il TG fa vedere l’immagine di un ragazzo con baffetti e barba e capelli lunghi – che non è Charlie). Il suo nome è James Leary, studente di psicologia infantile a San Diego. Nel giro degli ultimi 6 giorni, Leary ha ucciso nove persone. Proprio stamani è stato trovato il cadavere della sua vittima numero nove: Charles Cambridge, anche lui ventiduenne (inquadrata foto di Charlie). Il suo corpo è stato trovato davanti al Motel Sacramento, distante 5 km da qui. Il fatto curioso è che anche Cambridge era ricercato dalla polizia, ma parliamone col capo della polizia Jack Doogan. Come si può venire a capo di questa storia?
JACK:
Non è una cosa molto semplice. A quanto pare l’ultima vittima di Leary, Charles Cambridge, è stato ucciso intorno alle 7 di stamani mentre stava uscendo dalla sua stanza al Motel Sacramento. Leary ha poi raggiunto il Bedtime Motel dove ha preso una stanza. Noi avvertiti dal padrone del motel siamo accorsi e abbiamo intimato a Leary di uscire ma non c’è stata risposta. E c’è di più: l’ultima vittima di Leary, Cambridge, era già ricercato dalla polizia della California per aver preso parte ad una rapina in banca sei giorni fa in cui è morto una guardia. Il complice di Cambridge era una ragazza, Kathy Calloway, 24 anni, il cui corpo è stato ritrovato parzialmente carbonizzato sulla Route 45, a bordo di una vecchia auto. Ma ciò che non si capisce sono le varie dinamiche degli eventi, cioè perché nell’incidente non è morto anche Cambridge, quali erano i rapporti tra Cambridge e la Calloway, e perché Leary ha ucciso Cambridge……Tutto molto strano.
RAY:
Grazie……amici del Channel 24 News vi terremo informati sulle vicende del rapinatore solitario…


 

EST. SACRAMENTO MOTEL – GIORNO

Il cielo grigio irrompe sul piccolo parcheggio bagnato da neve e pioggia. Davanti ad una porta del motel una pozza di sangue e i vari rilevamenti della polizia. Il vento muove le piante e gli alberi. La sacca dei soldi di Charlie è vuota per terra, mossa dal vento. La MDP comincia a fare un’inquadratura panoramica, fino ad inquadrare in primo piano un biglietto da 100 dollari sporco di sangue, poi due biglietti, poi il malloppo di Charlie che si allontana con il vento.

VOCE FUORI CAMPO (Charlie):
Buon vecchio, freddo denaro. E’ per te che c’è odio? E’ per te che la gente muore? Tu? Pezzi di carta nel vento? E’ così? Semplice carta, peggio di quella per pulirsi il culo, e per te la gente muore……Mi sono accorto di una cosa con il passare del tempo: quando vendi una cosa a te cara, non riesci mai ad accorgerti quanto è gelido il denaro che ti ha dato? Ha un odore diverso, così freddo e insensibile……Ti parla uno che c’è già passato. Dormo il sonno dei morti, ma non sto sognando.

TITOLI DI CODA

La MDP insegue i bigliettoni di Charlie svolazzare via nel vento. Un’altra inquadratura punta il corvo inquadrato nei titoli di testa che guarda il denaro volare via. L’immagine dissolve.

Sottofondo musicale: “Balboa Park”, Bruce Springsteen. Durata: 3’19”


FINE

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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