FILM

VIETATO

AI MINORI

DI 18 ANNI

Compare il logo della Hermes Production su sfondo bianco.

Dissolvenza in apertura.

INT. STANZA

Sentiamo una musica.

Dettaglio di una parete scrostata e imputridita.

Delle catene che penzolano dal soffitto.

Le sbarre arrugginite di una gabbia.

Una croce di S.Andrea fissata al muro.

Qualcuno respira affannosamente.

Soggettiva: davanti ai nostri occhi compare il volto di una persona ricoperto da un’inquietante maschera.

La maschera è sporca di sangue ancora fresco. Ci fissa, inclinando la testa prima da un lato e poi dall’altro.

Il nostro respiro si fa sempre più concitato.

Dettaglio di una mano guantata che stringe un gatto a nove code alle cui estremità sono legati degli artigli acuminati, ancora gocciolanti sangue.

La musica sfuma.

EST. BOSCO – NOTTE

Parte una musica.

Un film di

ROB ZOMBIE

È notte fonda. La mdp attraversa un bosco immerso nel buio. Sentiamo solo il verso dei gufi e il cantare degli insetti. Improvvisamente irrompe il rombo di un auto.

Con

JOEL KINNAMAN

LAUREN GERMAN

La mdp ci mostra i fari della macchina che sta posteggiando ai limiti del bosco, su una stradina sterrata.

Scendono un uomo e una donna. Lui dimostra circa trent’anni, dall’aspetto curato, un paio di jeans e una camicia.

(JOEL KINNAMAN)

Lei sembra essere poco più giovane, molto attraente, con un vestito succinto che evidenzia le forme e un trucco pesante.

(LAUREN GERMAN)

Entrambi sembrano visibilmente alticci. Si lasciano andare a risate sguainate senza un apparente motivo.

RYAN KWANTEN

TARYN MANNING

JORDAN LADD

Lei si getta tra le braccia di lui, reggendosi a malapena sui tacchi. Si scambiano un bacio passionale.

Ragazza

(con aria maliziosa)

Lo hai mai fatto in un bosco?

Ragazzo

(baciandole il collo)

No, è un’esperienza che… mi manca.

Lei lo prende per mano conducendolo nel bosco. I due si fanno strada approfittando della luce dei fari dell’auto che crea un intreccio di ombre spettrali.

CLANCY BROWN

MICHELLE FORBES

XANDER BERKELEY

Camminano a passo svelto, spesso inciampando e scoppiando a ridere. Si baciano, si sfiorano, immergendosi sempre più nel buio del bosco, finchè lui non la stringe per i fianchi e inizia a baciarla con passione.

Ragazzo

(smanioso)

Voglio prenderti qui.

Lei geme di piacere. Indietreggia di qualche passo finchè non urta contro il muro di una casa.

La musica sfuma.

La mdp riprende dal basso una vecchia villetta, ormai fatiscente e dall’aspetto sinistro e lugubre.

L’intonaco è decadente, i vetri delle finestre sfondati, le mura tappezzate di scritte oscene e una serie di piante rampicanti che salgono su fino al tetto.

La coppia di ragazzi inizia a baciarsi con passione crescente, appoggiandosi alle mura della casa.

Riparte una musica.

Lui le alza il vestito, lei incrocia le gambe dietro la sua schiena. Ad ogni colpo pelvico dell’uomo, la ragazza geme di piacere. Lui, ansimante e sul punto di venire, si appoggia con le mani alle mura della villa.

Improvvisamente sentiamo l’eco lontano e disturbato del gemito di una donna.

Il ragazzo alza gli occhi verso le mura della casa, poi torna a baciare la ragazza con crescente passione.

Flash: dettaglio di una tunica nera che si muove; delle mani la accarezzano.

Il ragazzo sembra disturbato, apre e richiude gli occhi.

Lei è in estasi e lo bacia avidamente sul collo.

Lui alza gli occhi verso l’alto. Da una finestra proviene un tenue bagliore e possiamo distinguere la sagome nera di un uomo dal fisico possente. Sembra che stia fissando i due ragazzi.

La figura allunga un braccio mostrando qualcosa alla luce della luna. In una mano stringe qualcosa di sanguinolento e gocciolante. Ha la forma di un cuore ancora pulsante.

Il ragazzo, sudato e turbato, distoglie subito lo sguardo e si ferma di colpo. I suoi occhi sembrano persi nel vuoto.

Lei, visibilmente delusa, gli prende il viso fra le mani fissandolo intensamente.

Ragazza

Che c’è? Sei già venuto?

Lui sembra destarsi improvvisamente dai suoi pensieri.

La musica sfuma.

Risponde allo sguardo di lei con un bacio insaziabile.

Ragazzo

Non sono venuto. Girati, forza.

Lei fa un sorriso malizioso e si gira, alzando completamente la gonna. Lui la prende da dietro, con una foga quasi animalesca. Lei ansima di piacere ad ogni colpo, finchè lui non viene definitivamente e si lascia andare sulle spalle della ragazza, baciandole il collo delicatamente.

Ragazza

(col respiro affannato)

Uno stallone romantico… sono stata fortunata.

Lui, esausto, si fa scappare una timida risata. Alza gli occhi verso la casa.

La figura oscura lo sta ancora fissando dalla finestra. La sagoma nera alza una mano e lo saluta lentamente.

Ragazzo

(scostandosi di colpo dalla ragazza)

Ma che cazzo?!

L’ombra scompare tornando all’interno della casa.

Lei, stranita, si risistema il vestito.

Ragazza

Ma che ti succede?

Ti dico che sei romantico e tu ti scansi così?

Ragazzo

(puntando il dito verso la finestra)

C’era un uomo alla finestra, cazzo! Ci ha guardati per tutto il tempo.

Credevo fosse la mia immaginazione invece…

Ragazza

(alzando lo sguardo la casa)

Un uomo? Sei sicuro, Mike? É buio pesto.

Come fai a esserne sicuro?

Mike

Ne sono sicuro, Juliet. L’ho visto con i miei occhi.

Quel pervertito mi ha pure salutato.

Juliet

(abbracciando Mike, senza prenderlo sul serio)

Ci stava spiando? È eccitante!

Abbiamo dato un bello spettacolo, non credi?

Mike

(alzando le mani a mo’ di resa)

Ok, la finisco qui.

Juliet

(sorreggendosi a Mike)

Aiutami, devo rimettermi le scarpe.

Juliet è scalza. Prende le sue scarpe col tacco, immerse nell’erba, ma Mike la blocca di colpo.

Mike

Attenta.

Mike indica diverse siringhe usate che spuntano dall’erba.

Juliet

Dio, che postaccio.

Mike le prende le scarpe e l’aiuta ad infilarsele.

Mike

Questa casa deve essere un ritrovo per tossici.

Ecco chi era quel pervertito che ci stava spiando.

Tornano a fissare la lugubre villa.

Juliet la guarda attentamente.

Juliet

Ora la riconosco! È la casa stregata.

Mike

Questa?!

Juliet

(divertita)

Ma sì, è la casa che stavi cercando.

Quel posto dimenticato da Dio, dove sono morte…

Mike

Mi ha portato vicino a una casa stregata per scopare?!

Juliet

Ero alticcia, Mike. Cercavamo un posto tranquillo.

E poi volevo togliermi uno sfizio: volevo farlo in un bosco!

Mike

(stringendola a sé, sottilmente divertito)

Tu sei malata!

Lei risponde con una smorfia impertinente. I due si baciano.

Mike si scosta di colpo. Fissa la casa, sconcertato.

La luce fioca ricompare alla finestra.

Anche Juliet si volta verso la casa.

Juliet

Che diavolo è quella luce?

Mike

(fissando al casa, come morbosamente attratto)

Te l’ho detto, c’era…

Juliet

Ancora quei tossici pervertiti. Dai andiamocene!

Juliet prende Mike per mano cercando di trascinarlo via.

Juliet

Avanti, Mike! Andiamo.

Questo posto mi ha stancata.

Mike

(stranamente entusiasta)

Questa casa è perfetta! Domani inizierò le ricerche.

E poi la visiterò, da capo a piedi.

E scriverò il mio cazzo di libro! Farà cagare sotto dalla paura!

Juliet

Ok, “Stephen King dei poveri”, hai trovato la tua casetta dei sogni.

Buon per te! Ora muovi il culo, voglio tornare a casa.

EST/INT. MOTEL – GIORNO

La mdp riprende un vecchio motel lungo una strada desolata.

In fondo alla via si ergono delle abitazioni in legno e qualche negozio. L’intero agglomerato di case è circondato da montagne e grandi distese di boschi.

La mdp si avvicina al motel.

Stacco.

Siamo in una delle stanze. L’arredamento è piuttosto squallido e ridotto al minimo. In un angolo c’è una valigia aperta da cui fuoriesce una pila di vestiti. Mike dorme sul letto matrimoniale, con la testa affondata nel cuscino.

Juliet invece è seduta davanti alla piccola scrivania su cui giace un portatile e un blocco di fogli. La luce chiara del mattino le illumina il volto. Nonostante il trucco ormai svanito e i capelli spettinati, la ragazza appare molto più bella. Indossa solo la biancheria intima e sta leggendo qualcosa su un foglio.

Mike si sveglia emettendo qualche versaccio e sgranchendosi le braccia.

Mike

Credevo te ne saresti andata…

Juliet

(tenendo gli occhi sul foglio)

Avresti preferito svegliarti da solo?

Mike

Non ho detto questo.

Juliet

(voltandosi verso Mike e mostrandogli il foglio)

Questo racconto è fantastico.

Cioè… voglio dire… piuttosto disgustoso ma affascinante.

Mike

(infilandosi i jeans)

Vedo che ti piace frugare tra le cose degli altri.

Juliet

Stavo solo cercando di farti un complimento.

Di mattina sei intrattabile.

Mike

(avvicinandosi a lei)

Grazie. Credo sia uno dei più riusciti. Sai, il verme alieno che cresce nella pancia della protagonista è una metafora di ciò che cova dentro di noi e ci fa del male, ci divora.

La vorremmo espellere ma non ci riusciamo perché è, allo stesso tempo, anche tragicamente parte di noi. Una malattia, una dipendenza…

Juliet

(guardandolo intensamente)

il male.

Mike

(vagamente sorpreso, con aria di sufficienza)

Il male? Che ne sai tu del male.

Juliet

(infilandosi il vestito aderente)

Una prostituta vive in mezzo al male.

Ne vede di tutti i colori e a volte lo prova sulla sua pelle.

Mike

Se-sei una prostituta?

Juliet

Rilassati, Mike.

Non sono venuta con te per lavoro.

Mike non riesce a celare un sottile sollievo, si avvicina a Juliet e le appoggia le mani sui fianchi.

Mike

Una ragazza bella come te non può decidere di rovinarsi sulla strada.

Juliet

Ognuno decide come rovinare la propria vita.

Il mio lavoro è solo uno dei tanti modi.

Juliet schiocca velocemente un bacio sulla guancia di Mike, poi si dirige verso l’uscita.

Juliet

Comunque credo che questo paese dimenticato da Dio sia perfetto per uno come te, con la tua immaginazione. E poi c’è quella casa… mette i brividi solo a guardarla.

È per questo che sei venuto in un posto del genere, non è così? Per l’ispirazione…

Mike

Certo, per l’ispirazione. E poi non ho più nulla da perdere.

Se non riesco a scrivere un buon libro neanche in queste condizioni, allora significa che devo proprio cambiare mestiere. Sarà contento mio padre.

Juliet

(aprendo la porta, con un sincero sorriso)

Secondo me è l’occasione giusta.

Scriverai il tuo best seller. Hai talento.

Mike

(vagamente imbarazzato)

Grazie… sei gentile.

S-senti ti… ti va di rivederci?

Juliet

Sta vibrando.

Mike

C-cosa?!

Juliet

(indicando il cellulare che vibra sulla scrivania)

Il tuo cellulare.

Ti stanno chiamando.

Mike si precipita a rispondere, mentre la mdp si avvicina al mucchio di fogli che Juliet stava leggendo. Dettaglio del titolo che campeggia sulla carta :”IL MALE DENTRO”.

INT. APPARTAMENTO – GIORNO

La mdp rimane sul titolo del racconto “Il male dentro”. L’inquadratura si allarga e ci mostra un piccolo modesto appartamento. C’è una gran disordine, qualche poster di gruppi musicali alle pareti, pile di dischi e montagne di vestiti uno sopra l’altro.

La mdp ci mostra in dettaglio delle mensole su cui sono accatastate decine e decine di DVD tra cui “Dawn of the dead”, “[REC]” e “28 Days Later”. In basso una pila di libri sull’occulto tra cui uno intitolato “Demonologia Cristiana”.

Mike è seduto davanti a una scrivania da cui spunta un piccolo portatile nel bel mezzo della confusione.

La mdp si avvicina allo schermo del pc e ci mostra il titolo di un giornale: “MASSACRO TRA LE MURA DOMESTICHE. GIOVANE MADRE UCCIDE MARITO E FIGLIA IN PREDA A UN RAPTUS OMICIDA”. Vicino all’articolo c’è una foto. Riconosciamo la vecchia casa nel bosco vista nelle scene precedenti.

Mike sta leggendo attentamente l’articolo.

Improvvisamente la porta d’ingresso alle sue spalle si apre e un ragazzo biondo dall’aria simpatica piomba nell’appartamento.

(RYAN KWANTEN)

Il ragazzo si getta su Mike tempestandolo di pugni sulla schiena.

Ragazzo

(esultante)

Indovina chi ha trovato lavoro nella più prestigiosa azienda di spedizioni della città??

Mike

(rifilando una sberla all’amico che subito la smette con i pugni)

Non ci credo. Hanno preso un cazzone come te?

Non sanno in che guaio si sono cacciati!

Ragazzo

(saltellando per la stanza, eccitato)

Ah, sei solo invidioso.

Piuttosto, dobbiamo festeggiare! Questa sera!

Mike

(tornando a leggere l’articolo)

Non mi va, Tyler. Sono stanco.

Tyler

Non fare il solito guastafeste! Ce la spassiamo un po’.

Io, te e Amanda. Come al college!

Mike

Ho detto di no…

Tyler

(richiudendo il portatile in un baleno)

Ok, amico lo sono che non è un bel periodo.

Presto troverai anche tu la tua strada, datti tempo.

Mike

Io la mia strada l’ho già trovata.

(indicando una pila di fogli in cima alla quale campeggia il racconto visto poco prima)

Questa è la mia strada.

Devo solo trovare qualcuno che sia disposto a pubblicare i miei racconti e una volta entrato nell’ambiente sarà fatta.

Tyler annuisce, seppur con un certo scetticismo.

Tyler

Ok, non te la prendere.

Dico solo che nel frattempo potresti provare a cercare qualcos’altro.

Insomma… tuo padre non ha poi tutti i torti…

Mike

(alzandosi di scatto dalla sedia)

Lascia perdere mio padre.

Mike prende il portatile staccando i fili e se lo porta con sé nella camera accanto.

Tyler

(sbuffando)

Allora, posso contare su di te questa sera?

Mike

(urlando dalla camera da letto a fianco)

Solo se posso portare anche Angie.

Tyler

Ah, grandioso! Finalmente faremo la conoscenza di questa fantomatica Angie.

(mentre inizia a raccogliere gli abiti sporchi in una cesta)

Ci sarà da divertirsi.

INT. MOTEL – GIORNO

Siamo nella stanza del motel.

Mike è al telefono e nel frattempo si infila velocemente una camicia.

Mike

Ci vediamo al bar, vicino al motel… non puoi sbagliare, è l’unico nel raggio di chilometri…

(pausa)

te l’ho detto, avevo bisogno di staccare la spina. A dopo.

Sentiamo una musica.

Mike riattacca.

Si dà un’ultima sistemata allo specchio prima di uscire. Nota che il cassetto della scrivania è semiaperto. Lo apre del tutto. All’interno c’è una vecchia Bibbia dall’aspetto logoro e sgualcito.

La prende fra le mani, come incuriosito. Inizia a sfogliarla.

Dettaglio dello sguardo di Mike, turbato.

Tutte le pagine della Bibbia sono piene di scritte disarticolate e di uno strano colore rosso. Sono tre parole ripetute all’infinito: “Alastor saebos nizilfkm… Alastor saebos nizilfkm… Alastor saebos nizilfkm”.

Mike sfoglia tutto il libro e ogni singola pagina è ricoperta con le tre parole, intervallate da gocce di sangue.

Il ragazzo getta la Bibbia nel cassetto, come disgustato.

Mike

Scherzi del cavolo…

Richiude il cassetto violentemente ed esce dalla stanza.

La musica sfuma.

EST/INT. BAR – SERA

La mdp sorvola una città illuminata dalle luci fluorescenti delle insegne.

Si abbassa avvicinandosi a un quartiere di periferia. Riprende un bar decorato con molte luci al neon. Gruppi di ragazzi sostano davanti all’entrata, bevendo birra e chiacchierando.

Stacco.

Siamo all’interno del bar; è gremito di giovani. Il bancone è preso d’assedio da un gruppo di ragazzi che sorseggia birra. In un angolo del locale, al riparo dalla confusione, vediamo Tyler seduto a un tavolo assieme a una ragazza dal viso pulito e dai lineamenti eleganti.

(JORDAN LADD)

Ragazza

(guardando l’orologio, con il broncio)

È persino in ritardo. Non è da lui.

Di sicuro è colpa di Angie e del suo trucco da circense…

Tyler

(sbuffando)

Oh, avanti Amanda, cerca di rilassarti.

Questa è una serata importante: Mike ci presenta Angie ufficialmente.

Ormai è la sua ragazza e farà parte del gruppo, fattene una ragione, baby.

Amanda

Quella Angie non ha bisogno di alcuna presentazione e lo sai benissimo anche tu.

Ai tempi del college giravano storie di ogni tipo su di lei.

Voglio dire… Mike non può abbassarsi a frequentare una sciacquetta del genere…

Tyler si drizza sulla sedia e ammutolisce immediatamente Amanda. Lei si volta insospettita.

La mdp riprende Mike assieme a una ragazza bionda, probabilmente Angie.

(TARYN MANNING)

Sono appena entrati nel bar e guardano verso di noi. Mike ci sorride e ci viene incontro.

Angie ha un aspetto decisamente provocante: trucco pesante, abito attillato, calze a rete e anfibi.

Gli sguardi di Tyler e Amanda indugiano troppo sul look della ragazza.

Amanda

(sussurrando all’orecchio di Tyler)

A quanto pare “Miss coscialunga” ha appena iniziato il turno di lavoro…

Tyler fa finta di non aver sentito e dispensa un largo sorriso ad Angie che si fa strada ancheggiando tra i tavoli mentre gli uomini del bar tengono tutti gli occhi puntati su di lei.

Mike

(facendo accomodare Angie)

Tyler, Amanda, vi presento Angie.

Tyler le sorride entusiasta, mentre Amanda si limita a un sorriso di circostanza, tirato e sornione.

Angie

Finalmente conosco i mitici Tyler&Amanda.

Mike mi ha parlato così tanto di voi.

Amanda

Ah, davvero? Peccato che non possa dire lo stesso di te.

Tyler si schiarisce la gola e rifila un calcio alla sedia di Amanda.

Angie

(accavallando le gambe, per nulla intimorita)

Tyler, il simpatico sciupafemmine e Amanda, la verginella educanda.

Mike

Ok, fine primo round ragazze.

A quanto pare c’è del feeling tra di voi.

Angie sorride sottilmente divertita, mentre Amanda tradisce nervosismo e un po’ di imbarazzo.

Tyler

Beh, siamo qua per divertirci.

Che ne dite di una bella birra per cominciare?

Angie

La birra è per i ragazzini. Conosco il ragazzo al bancone.

(sia alza attirando l’attenzione del barista)

Walter, preparaci la specialità della casa.

Io e i miei nuovi amici dobbiamo festeggiare!

Mike

Specialità della casa? Che roba è?

Angie si appoggia sinuosamente al tavolo e fissa Mike con aria maliziosa.

Angie

(sfiorandogli le labbra con l’indice)

Fidati di me. Io so come far divertire la gente.

Stacco.

Una mano inserisce una moneta in un juke-box dall’aspetto vintage.

Parte una musica.

La scena prosegue a una velocità leggermente rallentata.

La musica sovrasta ogni alto rumore.

Nel bar si abbassano le luci e l’ambiente viene illuminato da piccoli faretti colorati.

L’atmosfera si è surriscaldata, c’è molta più gente e l’intero locale si è trasformato in una grande pista da ballo.

Alcuni ragazzi si baciano nascosti negli angoli più bui del bar, altri ballano sopra i tavoli.

Mike, Juliet, Tyler e Amanda sono al centro della pista, sudati e visibilmente alticci. Si dimenano al ritmo della musica.

Primo piano di Mike che inghiotte uno shot in un solo sorso.

I quattro amici ballano stringendosi l’un l’altro e scambiandosi sguardi ambigui.

Primo piano di Amanda, completamente sudata, che beve uno shot e scoppia in una risata sguainata.

Mike e Angie ballano sempre più stretti, guardandosi intensamente. Lei struscia le gambe contro il bacino di lui. Mike le sfiora i fianchi.

Primo piano di Tyler che alza verso il cielo una pinta di birra ormai vuota e lancia un ululato.

Mike e Angie si chiudono nel bagno del locale e sniffano una striscia di cocaina. Si guardano intensamente, scoppiano a ridere. Si baciano.

Ballando, Amanda incrocia lo sguardo di Mike.

Gli si avvicina, accostando il suo corpo a quello dell’amico.

Gli occhi di Mike sono tutti per Angie, ma Amanda appoggia le mani sui fianchi dell’amico.

Tyler si avvicina a una ragazza e inizia a ballare a stretto contatto con lei.

Primo piano di Angie che, divertita, beve l’ennesimo drink, ma sembra perfettamente lucida.

Amanda, Mike e Angie si avvinghiano in un ballo sensuale e incontrollato.

Lui bacia Angie sul collo.

Amanda gli stringe la vita da dietro e lo bacia sulla spalla. Lo sguardo di lei incrocia quello di Angie, che la fissa in maniera fin troppo insistente sorridendole in maniera sprezzante.

La musica è sempre più assordante. Le immagini si fanno sfocate.

La musica sfuma.

EST. BAR – NOTTE

Siamo all’esterno del bar. Dei lampioni dalla luce intermittente illuminano il piccolo parcheggio ormai completamente vuoto. Il silenzio è interrotto solo dal rumore di qualche auto che sfreccia lungo la strada.

Mike, Angie, Tyler e Amanda sono sotto il portico del bar, appoggiati a delle panche di legno.

Ridono e scherzano fra di loro, scoppiando in risate fragorose.

Tyler

(gesticolando)

Io faccio per baciarla, ma lo giuro, quella tipa aveva un alito atroce!

Sembrava che avesse mangiato la carcassa di un topo per colazione!

Amanda

(scoppiando a ridere)

Ti sta bene, Tyler! Così impari a provarci anche con le ragazzine!

Mike

Ecco perché ad un certo punto ti ho visto verde in faccia!

Stavi per vomitargli addosso!

Tyler

Non sapevo più come scollarmela di dosso, lo giuro!

Il gruppo di amici scoppia in un’altra risata.

Amanda

Beh, io devo andare in bagno. Non scappate.

Mike

Evita i cessi del bar. Sono disgustosi.

C’è vomito dappertutto.

Amanda fa una faccia disgustata.

Angie

In questo caso ci affideremo a madre natura.

(invitando Amanda a seguirla)

Vieni. Dietro al bar c’è un posto dove vanno tutti.

Amanda

Grandioso…

Stacco.

Angie è appoggiata al muro del bar, sul retro del locale. Ci sono diversi cassonetti stracolmi di sacchi dell’immondizia. Si accende una sigaretta.

Davanti a lei, a pochi metri, c’è un piccolo e desolato parco cittadino avvolto dall’oscurità.

Vediamo Amanda sbucare da dietro un grande albero.

Amanda

(sistemandosi la camicetta nei pantaloni)

Dio, quel posto è un letamaio.

Angie

(soffiando fuori il fumo)

Fossi in te non farei tanto la schizzinosa.

Amanda non risponde alla provocazione ma si lascia andare a una smorfia stizzita.

Le due rimangono in silenzio per qualche istante. C’è una tensione palpabile fra di loro.

Angie offre ad Amanda una sigaretta.

Amanda

No, grazie. Non fumo.

Angie ridacchia sotto i baffi.

Angie

Mike non è attratto dalle principessine acqua e sapone come te, Amanda.

Spero tu lo abbia capito.

Amanda

(arrossendo)

Q-quello che è successo nel locale è stato solo un gioco… ero sbronza e mi sono lasciata andare.

Puoi stare tranquilla, non sono quel tipo di ragazza che sbava dietro a un uomo incondizionatamente.

Angie

(guardandola con sufficienza)

Sarà… . Di solito quando si è ubriachi esce fuori la parte più genuina di noi.

(avvicinandosi ad Amanda)

Conosco Mike da poco, ma l’ho già riconosciuta.

Amanda

Che cosa?

Angie

Quell’inquietudine che gli vibra dentro.

Quel qualcosa che lo spinge verso le cattive ragazze come me, verso le scelte sbagliate…

Amanda

Conosco fin troppo bene Mike, ci frequentiamo fin dai tempi del college.

È un bravo ragazzo, a volte fin troppo ingenuo. Ora sta passando un periodo delicato.

Si sente smarrito perché l’unico talento che crede di avere non lo sta portando da nessuna parte. Non sono qui per farti la guerra Angie, mi preoccupo solo per lui.

Angie

Mike è fortunato ad avere degli amici come voi.

Puoi stare tranquilla Amanda, sto già cominciando a volergli bene e non ho la minima intenzione di abbandonarlo.

Amanda si sforza di sorridere. Tra le due l’atmosfera si rasserena, almeno all’apparenza.

Angie

Ora torniamo dagli altri due.

Si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto.

EST. BOSCO – GIORNO

Mike avanza nel bel mezzo del bosco, facendosi strada fra la fitta vegetazione. La luce del sole filtra a fatica fra le chiome degli abeti.

Gli alberi si diradano e davanti a Mike emerge la sagoma della lugubre casa vista all’inizio.

Parte una musica.

Un aspetto decadente e sinistro, scritte oscene che imbrattano i muri, finestre sfondate.

Mike si ferma per un istante a osservare la casa, come attratto ma al tempo stesso intimidito da quella dimora ormai fatiscente.

Si avvicina alle scritte che imbrattano le mura laterali. Nota che alcune di esse sono composte da caratteri incomprensibili. Le sfiora con le dita.

Vicino a una finestra è dipinta in maniera rozza una grande svastica nera.

Mike distoglie lo sguardo e torna nei pressi dell’ingresso. Entra attraverso la porta di legno cigolante e malandata.

L’interno della casa è sorprendentemente buio e opprimente, come se la luce del sole non riuscisse a filtrare.

Mike si fruga nelle tasche e accende una piccola pila portatile. Il tenue fascio di luce illumina la stanza. La carta da parati è scrostata ed emergono le assi di legno; ci sono un tavolo e delle sedie accatastate in un angolo, immondizia di ogni tipo, resti di cibo e frammenti di vetro che riempiono il pavimento.

Mike avanza lentamente facendo attenzione a dove mette i piedi.

Mike

Cristo… è una discarica…

In fondo alla parete è rimasto ancora appeso un vecchio crocefisso in legno, impolverato e logorato dal tempo. Le testa di Cristo è stata mozzata.

Mike fissa il crocefisso, sottilmente disturbato da quella visione.

Improvvisamente un rumore. Un rumore di passi pesanti proveniente dal piano di sopra. Sentiamo le assi del parquet scricchiolare pericolosamente.

Mike alza lo sguardo verso il soffitto della stanza e segue con la torcia il rumore dei passi.

All’improvviso un tonfo.

Mike sobbalza.

I passi lenti e cadenzati ricominciano ma sono seguiti dal rumore sinistro e raggelante di qualcosa di molto pesante che struscia sul pavimento rigando le assi di legno.

Mike esce lentamente dalla stanza e si affaccia sul corridoio, in fondo al quale c’è una lunga scalinata che porta al secondo piano.

Sentiamo che i passi si stanno avvicinando sempre di più alla scalinata.

La casa piomba nell’oscurità più opprimente e la pila inizia ad emettere una luce sempre più fioca e intermittente.

Dettaglio dello sguardo di Mike, ora sempre più preoccupato.

Il ragazzo indietreggia, inciampa in qualcosa e cade a terra, immerso tra i rifiuti.

Le mura della casa sembrano tremare ad ogni passo e il rumore si fa sempre più vicino.

Mike si rialza in tutta fretta. Lo sguardo gli ricade sulla parete dove è appeso il crocefisso. Ora è rivolto all’ingiù.

Il ragazzo è disorientato, sul suo volto si dipinge la paura. Inizia a correre verso una finestra e la scavalca velocemente ferendosi al braccio.

Una volta fuori inizia a correre.

La musica sfuma.

Seguiamo la corsa di Mike di spalle, con una camera a mano.

Il suo respiro sempre più affannoso, i suoi occhi che si voltano ripetutamente indietro verso la casa.

La corsa sempre più concitata con i rami degli alberi che ci vengono incontro, finchè finalmente Mike non sembra tranquillizzarsi e rallentare quindi il ritmo. Si volta un’ultima volta: la casa è ormai lontana.

Si ferma per riprendere fiato, appoggiando le mani sulle ginocchia. Rialza lo sguardo e vede di fronte a lui, a pochi metri, una piccola casa in legno, dal tetto spiovente e circondata da imponenti abeti.

Sotto il portico verniciato con un grigio spento, siede un’anziana donna su una sedia a dondolo, che scricchiola ritmicamente.

La donna indossa un lungo vestito nero, la cui gonna scende fino a terra. L’abito è arricchito da pizzi e merletti. Il capo dell’anziana è ricoperto da un lungo velo nero che le nasconde completamente il viso.

Anziana

Da chi state scappando, giovanotto?

Mike squadra la vecchia da cima a piedi. Si guarda intorno: è circondato da alberi.

Cerca di riprendere fiato e poi fa un lungo respiro.

Mike

Non… non sto scappando…

(tra sé e sé, a bassa voce)

solo qualche allucinazione di troppo…

Anziana

Cosa dite, giovanotto? Non vi sento.

Mike si avvicina all’anziana e nota le mani ossute della vecchia. Le unghie sono sporche, la pelle raggrinzita e piena di pustole e vesciche.

Il ragazzo distoglie lo sguardo, impressionato.

Mike

(cercando di far finta di nulla)

Sono uno scrittore, mi chiamo Mike.

Sto cercando informazioni riguardo la casa dall’altra parte del bosco.

Storie, leggende, folklore locale. Lei è del posto?

Anziana

(la sentiamo sogghignare sotto il velo)

Ora capisco da cosa stavate scappando, giovanotto.

Avete conosciuto anche voi la casa del demonio.

Mike

Casa del demonio?

Conosce delle storie su quel luogo?

L’anziana donna si alza lentamente e afferra un vecchio bastone. Con la sua andatura precaria attraversa il portico ed entra in casa.

Anziana

Entrate, giovanotto.

Vi offro una bella limonata.

Mike inizialmente sembra esitare, poi si decide ed entra in casa.

La vecchia avanza zoppicando verso la cucina, trascurata e piena di piatti sporchi.

Mike se ne sta sulla soglia della stanza guardandosi attorno.

Anziana

(estraendo dal vecchio frigo una brocca con della limonata)

Sa, è raro incontrare dei forestieri da queste parti.

E come può ben vedere non sono il tipo che se ne va a passeggio per il paese.

Mike abbozza un sorriso di circostanza. La casa è piena di cianfrusaglie, inquietanti soprammobili intagliati nel legno e statuine religione di Santi e Madonne.

Mike

Posso chiederle perché indossa il velo?

Anziana

La natura non è stata clemente con il mio viso. Una brutta malattia ha lasciato segni indelebili.

Ci sono cose che è meglio rimangano nascoste, nell’ombra.

(guardando nella credenza)

Oh… ho finito lo zucchero. Aspetti qui.

Lo vado a prendere nello sgabuzzino.

Mike

Non si preoccupi, non si deve affaticare.

Anziana

Oh no, non le farò bere una limonata senza un pizzico di zucchero.

Mike

Mi dica dov’è. Glielo prendo io.

Anziana

È molto gentile, giovanotto. L’ultima porta in fondo al corridoio.

Le scorte di zucchero sono in basso a destra.

Mike annuisce e attraversa il corridoio immerso nella penombra.

Parte una musica.

Alle pareti diversi crocefissi e raffigurazioni di santi.

Mike nota una stanza la cui porta è socchiusa. Proviene della luce.

Il ragazzo si avvicina e apre lentamente la porta.

La stanza è invasa dalla luce del giorno, le pareti sono candide e al centro c’è una vecchia culla in legno scuro, sormontata da un velo nero.

Sentiamo i vagiti di un bambino.

Mike, incuriosito, si avvicina alla culla e allunga una mano per scostare il velo.

All’interno vediamo un feto deforme e mostruoso, la cui pelle insolitamente trasparente mette in evidenza i pulsanti organi interni. Gli occhi sono neri e dalla bocca sanguinolenta fuoriescono denti mostruosamente aguzzi.

Il feto emette un verso diabolico.

Mike si ritrae spaventato.

Mike

Mio Dio…

Indietreggia ed esce velocemente dalla stanza.

Sudato e ancora disturbato da quella visione attraversa il corridoio e torna in cucina.

Della vecchia non c’è traccia.

Mike esce di casa e con un balzo attraversa il portico.

Inizia a correre e si volta per un’ultima volta verso la casa.

La vecchia è in piedi, sotto il portico e lo fissa profondamente.

Anziana

(inclinando la testa di lato)

Dove state correndo, giovanotto?

Mike indietreggia, tenendo gli occhi puntati sulla vecchia.

Anziana

Non pronunciare il suo nome se non sei disposto a sapere la verità.

Mike

(ansimante)

È solo una pazza… una pazza malata…

Mike si volta e riprende a correre inciampando diverse volte. Scompare nella boscaglia.

La musica sfuma.

EST/INT. BAR – GIORNO

La mdp riprende dall’esterno un piccolo bar dall’aspetto abbandonato.

Un’insegna malandata, un vecchio barbuto che tracanna una birra seduto sotto il portico, alcune Harley Davidson e dei tir posteggiati nel piccolo parcheggio adiacente. La mdp entra nel bar.

Stacco.

Il locale è semivuoto. Ci sono solo alcuni camionisti seduti al bancone che fissano inebetiti uno sgangherato televisore appeso alla parete.

In un angolo del bar vediamo Mike e Juliet seduti davanti a un maxi caffè macchiato.

Mike

Ho chiesto delle informazioni alla proprietaria del motel ma ha chiuso subito il discorso dicendo che non ne sa niente.

Ho come la sensazione che in paese la gente abbia davvero paura di quella casa.

(Juliet lo ascolta fumando una sigaretta)

Prima di venire qui avevo letto un articolo su un violento fatto di cronaca avvenuto nella casa.

Una madre aveva massacrato l’intera famiglia in preda a un raptus omicida.

E si parlava di una sorta di maledizione che aleggiava intorno a quel luogo, ma non veniva specificato altro.

Lo so che sembra assurdo, ma pensaci bene… non si sente spesso di una donna che massacra da sola la sua famiglia, i suoi stessi figli.

Juliet

Oh avanti Mike, non crederai a tutto ciò che scrivono i giornalisti?

Lo sai che farebbero di tutto pur di riempire il loro trafiletto.

Il mondo è pieno di “case stregate” in cui sono successe cose orribili e la gente non fa altro che costruirci intorno storie terrificanti.

Leggende locali, folklore, storielle per spaventare i bambini. È questo che stai cercando, Mike?

É questa la tua fonte di ispirazione? Delle favole truculente raccontate intorno al falò nella notte di halloween?

Mike non sembra per nulla convinto, si fa pensieroso.

Mike

Se solo fossi entrata in quella casa e avessi visto…

Juliet

Visto cosa? Cosa c’è in quella casa?

Mike si blocca, sembra averci ripensato. I due rimangono in silenzio per qualche istante.

Mike

Juliet… tu credi nel Male?

Juliet

(con una smorfia sarcastica)

Il Male?! Mi chiedi se credo in un uomo con le zampe da caprone e le corna?

O negli spiriti maligni che fanno parlare in aramaico le giovani verginelle?

No Mike, non c’è nessuna forza ancestrale che guida le nostre azioni.

Ci sono solo gli uomini e la loro mente malata.

(avvicinandosi al viso di Mike)

L’uomo è selvaggio, l’uomo è maligno per sua natura.

Il Diavolo, o chi per lui, è solo una scusa.

Mike

Anche io la pensavo così, ma se queste forze, queste entità esistessero davvero?

Perché diamo per scontato che esista solo la realtà terrena e non ci siano forze sovrannaturali, entità superiori. Benigne o maligne che siano.

Perché diamo per scontato che non ci sia qualcuno o qualcosa più grande e potente di noi?

Juliet

(con una certa sufficienza)

Semplice, perché è così. E lo sappiamo tutti molto bene.

Lo sguardo di Mike viene catturato da qualcosa oltre la finestra del bar.

La mdp ci mostra Tyler e Amanda che scendono da un’auto appena posteggiata nel parcheggio adiacente il locale.

Mike

Sono arrivati.

Juliet

(alzandosi)

Allora forse è il caso che vada.

Mike si alza e la blocca.

Mike

(poggiandole una mano sui fianchi)

Vorrei che li conoscessi…

Juliet

Un’altra volta. Adesso ho da fare.

Mike annuisce seppur evidentemente deluso. Le dà un bacio e i due si salutano.

Stacco.

Siamo all’esterno del bar.

Vediamo, attraverso la vetrata del locale, Mike e Juliet baciarsi e salutarsi.

I due escono dal bar prendendo strade diverse come se nulla fosse e Mike guarda verso la mdp. Ci viene incontro sorridendoci.

Mike

Ci avete messo un’eternità a trovare il bar!

È proprio vero che non avete il minimo senso dell’orientamento!

La mdp ruota su se stessa e ci mostra Tyler assieme ad Amanda. I due corrono incontro a Mike.

Tyler

(dando una pacca sulle spalle all’amico)

Brutto cazzone, sei qui da due giorni e ti sei dato già da fare!

Quella morettina farebbe resuscitare i morti!

Mike

(imbarazzato)

Q-quale morettina?

Tyler

Avanti amico! Ti abbiamo visto attraverso le vetrina del bar!

Mike

(alzando gli occhi al cielo in segno di resa)

Ok, ok. È una cara amica che ho conosciuto da qualche giorno.

Le ho offerto qualcosa da bere.

Amanda

A giudicare da come era conciata scommetterei che è stata lei ha offrirti qualcosa, magari sotto pagamento.

Mike

Sei sempre la solita, Amanda.

Neanche l’aria di montagna riesce ad addolcirti!

I due si scambiano un’occhiata divertita, poi un abbraccio veloce.

Mike

Avanti, dite la verità. Vi ha mandato mio padre, non è così?

Tyler

No amico, ti sbagli il tuo vecchio non c’entra.

Siamo venuti solo per farti una visita e per passare il week-end assieme.

Per spassarcela un po’.

Mike sembra scettico. Non è affatto convinto.

Amanda

E poi abbiamo anche una bella notizia. Ricordi Emily?

Mike

Emily… la tua amica.

Quella che sembra avere sempre un palo su per il…

Amanda

(lanciandogli un’occhiataccia)

Sì, quella. Beh, è in contatto con il direttore di quella rivista specializzata e mi ha detto che è disposto a visionare i tuoi racconti per un’ eventuale pubblicazione.

Non è fantastico?

Mike

È sempre al solita storia, Amanda. Tante chiacchiere e alla fine non se ne fa niente.

Se anche riuscissi a pubblicare qualche racconto, non sarebbe certo una svolta.

Pagano una miseria.

Amanda

Sei il solito disfattista. Sarebbe comunque una bella occasione da prendere al volo.

Cosa pretendi?

Mike

(innervosito)

Già… cosa pretendi. Lo so quello che pensate.

Un fallito come me non può certo avere grandi pretese.

Deve accontentarsi di quello che passa il convento e ringraziare il cielo.

Tyler

Mike stai esagerando… non abbiamo detto questo.

Mike

Non mi basta, cazzo! L’elemosina di quelle riviste da quattro soldi non mi basta!

Devo dare una svolta concreta alla mia vita e al mio lavoro.

Questo è il posto giusto per trovare le idee migliori per scrivere un libro.

Ecco di cosa ho bisogno! Di un libro: forte, caustico, un vero pugno nello stomaco.

Non i soliti racconti infarciti di clichè e stereotipi.

Con quelli non darò una svolta a un bel niente e la mia carriera rimarrà sempre su un binario morto.

Tyler

Ok… ok amico, abbiamo capito. Se questo posto può aiutarti a trovare l’ispirazione, ben venga. Non c’è mica nulla di male. Ora rilassati, davvero.

Noi siamo venuti solo per passare il week-end e divertirci un po’.

Mike sembra tranquillizzarsi.

Amanda

Dai, mettiamoci una pietra sopra.

Dicci piuttosto, dove possiamo alloggiare per la notte?

Mike

In realtà c’è solo il motel in fondo alla strada, dove alloggio anche io.

È a buon prezzo, basta che non fate troppo gli schizzinosi.

Tyler

(sarcastico)

Grandioso. Una bella topaia, rifugio ideale dei peggiori serial killer.

Davvero un posto come questo può aiutare la tua ispirazione?

Mike

Smettila di fare il rompiballe.

Ho adocchiato una casa… mette i brividi. Dovresti vederla…

Amanda

Non voglio sapere altro!

Io e Tyler andiamo a sistemarci in motel.

Tyler

E preparati per questa sera. Ci daremo dentro come ai tempi del college!

Tanto in questo posto dimenticato da Dio non ci conosce nessuno.

Possiamo fare quello che vogliamo!

Mike finalmente si lascia andare a un sorriso disteso.

Tyler gli salta sulla schiena spettinandogli i capelli.

I tre amici si lasciano andare a lunghe e sentite risate.

La mdp si avvicina al volto di Tyler fino a immergersi nei suoi occhi.

INT. APPARTAMENTO MIKE – GIORNO

Con uno zoom all’indietro la mdp emerge dagli occhi di Tyler e allarga l’inquadratura, mostrandoci il ragazzo sulla soglia dell’appartamento. Ai suoi piedi ci sono due pesanti valigie.

La mdp ci mostra l’abitazione; sembra svuotata. Alcune mensole sono state ripulite, ci sono molti meno cd e poster appesi alle pareti.

Mike

(controllando la stanza)

Sei sicuro di aver preso tutto Tyler?

Tyler

(trascinando le valigie fuori dall’ingresso)

Sì, Mike. È la sesta volta che me lo chiedi.

Non sto partendo per il Nepal.

Da una stanza sbuca fuori Angie, in canottiera e shorts, che sorseggia un frullato.

Angie

Beh, per arrivare in periferia ci vuole quasi un’ora.

Bisogna cambiare 3 metrò e 2 autobus.

Tyler

Lo so, baby, è dall’altra parte della città, ma è l’unico modo per mantenere il lavoro ed evitare che il capo mi licenzi per i continui ritardi.

Angie

(mettendo il broncio come una bambina)

Peccato. Mike sperava di coinvolgerti in una cosa a tre.

Mike e Tyler sorridono divertiti.

Tyler

(allargando le braccia)

Vieni qua amico, salutiamoci per bene.

I due si stringono in un sincero e sentito abbraccio, senza dirsi nulla.

Tyler rifila all’amico due affettuose pacche sulle spalle, poi prende le sue valigie ed esce definitivamente.

Tyler

(iniziando a scendere le scale del condominio)

Fate i bravi voi due.

Ci rivediamo il prossimo week end!

Mike e Angie salutano Tyler un’ultima volta poi richiudono la porta. Mike si appoggia all’uscio con la schiena, sospirando. I suoi occhi sono velati di malinconia.

Mike

Abbiamo vissuto insieme per così tanti anni. Prima al college e poi in questa topaia.

Ne abbiamo combinate davvero di tutti i colori.

Angie

(sorseggiando il suo frullato)

E ora il bravo Tyler ha messo la testa a posto.

Colletto bianco e scrivania laccata in una bella multinazionale.

(guardando Mike con aria maliziosa)

Io lo trovo noioso.

Mike non coglie gli sguardi di Angie e sembra assorto nei ricordi.

Lei gli si avvicina mettendogli le braccia intorno al collo.

Angie

Non fare quella faccia, avanti. Lui è stato inghiottito dal sistema e tra qualche anno sarà in sovrappeso, con due marmocchi a carico e una moglie isterica.

Tu invece sei qui, con la tua ragazza super sexy…

(prende la mano di Mike, se la infila fra le gambe e sussurra alle sue orecchie)

che ha una voglia matta di scopare.

Mike si lascia andare a una smorfia di piacere.

Angie

(lo prende per mano e lo guida in camera da letto)

Vieni. So come tirarti su il morale.

Stacco.

Parte una musica.

Segue un montaggio serrato di varie scene.

Mike sniffa una striscia di cocaina.

Angie sniffa una striscia di cocaina.

Mike è disteso sul letto a braccia aperte, lo sguardo allucinato. Angie è in piedi, a gambe divaricate, sopra di lui e si muove sinuosamente a ritmo di musica. Una mano strige una bottiglia di vodka, l’altra si infila nelle mutandine. Mike le accarezza le cosce, completamente in estasi.

Angie, su di giri, versa su di lui la vodka.

Tyler e Amanda aprono la porta della loro stanza nel motel. Mike è dall’altra parte con in mano delle bottiglie di birra. Dietro di lui fa capolino anche Juliet. Tyler, entusiasta, fa entrare entrambi.

Mike sniffa una striscia di cocaina.

Angie sniffa una striscia di cocaina.

Mike e Angie fanno l’amore in modo selvaggio, baciandosi e avvinghiandosi l’un l’altra con desiderio.

Mike, Tyler, Juliet e Amanda sono seduti a terra, nella stanza del motel. Chiacchierano divertiti e si passano uno spinello.

A velocità raddoppiata, vediamo il sole tramontare, sorgere e tramontare di nuovo.

L’appartamento di Mike è in uno stato pietoso: cartacce, rifiuti, piatti sporchi, vestiti sparsi ovunque. Angie è a cavalcioni sopra di lui; versa della cera bollente sul petto del ragazzo che sussulta di dolore e piacere al tempo stesso.

Mike è nella sua stanza del motel, avvolta dall’oscurità. Sta facendo sesso con Juliet, la prende da dietro con violenza, tirandole i capelli. Lei geme di piacere.

Angie, sovraeccitata ed euforica, lega un laccio emostatico al braccio destro di Mike, prende una siringa e inietta la cocaina. Poi i due si baciano.

Mike si scioglie il laccio emostatico e fa la stessa cosa con il braccio di Angie.

Il sole sorge velocemente e poi tramonta di nuovo.

Le immagini scorrono sempre più veloci.

Angie, lo sguardo stravolto, si aggira per l’appartamento.

Mike vomita in un angolo.

Angie si attacca alla bottiglia di Vodka.

Mike si trascina a quattro zampe in bagno.

Angie e Mike fanno sesso contro una parete, sudati e allo stremo delle forze.

Mike sniffa la cocaina.

Angie sniffa la cocaina.

I due, completamente nudi sul letto, si stringono in un abbraccio in posizione fetale.

Angie, affamata, lecca un piatto incrostato di cibo.

Mike, lo sguardo vuoto, urina in un angolo.

Angie apre un cassetto. Entra nel panico.

Schermo nero. La musica si blocca. Silenzio.

Angie (VFC)

È finita!

INT. STANZA MOTEL – NOTTE

Parte una musica.

La stanza del motel è immersa nel buio. Solo la flebile luce pallida della luna rischiara la camera. Juliet sta dormendo, mentre Mike sembra avere il sonno agitato. Si rigira nel letto, suda copiosamente. Si sveglia, esasperato e si mette a sedere asciugandosi la fronte imperlata di sudore.

Alza lo sguardo verso la finestra che dà sull’esterno.

Un uomo, dall’altra parte del vetro, lo sta fissando. È una sagoma nera, buia e possente. La luce del lampione alle spalle dell’inquietante figura ci impedisce di distinguerne il volto.

Mike trasale, si irrigidisce e dà un’occhiata a Juliet che dorme profondamente.

Torna a guardare l’uomo alla finestra.

La tetra figura alza una mano e inizia a scrivere qualcosa sul vetro con il dito indice, lasciando una corposa strascia di sangue.

Mike deglutisce terrorizzato. Tiene gli occhi puntati sulla finestra.

La mdp riprende la scritta completa: “LUI VUOLE TE”.

L’uomo si allontana dalla finestra; sentiamo i suoi passi sul selciato.

Mike si porta le mani alla testa, respira affannosamente. Sembra pensare, poi si decide.

Si alza e si infila alla svelta un paio di pantaloni e una camicia. Prende dal cassetto una pila ed esce dalla stanza.

Stacco.

Siamo all’esterno.

L’uomo in nero cammina restando vicino alle mura del motel.

Dettaglio della sua mano: le unghie sono mostruosamente affilate e incrostate di sangue. L’uomo, mentre cammina, striscia le unghie contro le mura del motel lasciando lunghi filamenti di liquido rosso.

Vediamo Mike uscire dalla sua stanza, richiudere la porta e iniziare a seguire la figura in nero, tenendo sempre una debita distanza.

Dettaglio delle labbra nere dell’uomo su cui si disegna un ghigno inquietante.

La musica sfuma.

EST. BOSCO – NOTTE

Mike cammina lentamente fra gli alberi, facendosi strada nell’intrico di rami spogli e rinsecchiti.

Si ferma di colpo nascondendosi dietro un tronco. Allunga la testa per guardare: la tetra figura sta entrando nella casa abbandonata.

Mike stringe con forza la pila, come per farsi coraggio. Riprende a camminare e si avvicina alla casa.

Da una stanza al piano terra proviene una luce fioca.

INT. CASA – NOTTE

Parte una musica.

Mike entra nella casa e cammina lentamente cercando di fare meno rumore possibile.

Vediamo un tenue bagliore provenire da una stanza in fondo al corridoio.

Mike si avvicina guardingo e si sporge all’interno della piccola stanza.

L’uomo è lì e lo aspetta a braccia aperte. Ora lo possiamo vedere nella sua interezza. Carnagione chiara, capelli grigi, sguardo nero e vuoto. Indossa la tunica di un prete.

(CLANCY BROWN)

Alle sue spalle un piccolo banchetto su cui sono accese delle vecchie candele che circondano un teschio ancora sporco di terra. Sul muro, sopra il banchetto, è disegnato con il sangue un pentagono al centro del quale è appeso un crocifisso a testa in giù. In un angolo della stanza è posizionata una vergine di Norimberga da cui vediamo spuntare le lame affilate.

La mdp riprende il diabolico altare in tutta la sua interezza.

Reverendo

Benvenuto, Mike.

Mike indietreggia, è spaventato ma sembra irrimediabilmente attratto da quei simboli e dal reverendo.

Mike

C-chi sei? Cosa vuoi da me?

Reverendo

Cosa voglio? Io ti ho solo portato qui.

Chi ti vuole, è Lui.

Mike

Lui chi? Di chi stai parlando?

Il reverendo scosta il drappo che copre una parete e rivela un disegno fatto col sangue.

La raffigurazione rappresenta un uomo il cui capo è coperto da un grande cappuccio simile a quello di un boia. L’uomo trascina una falce enorme.

Reverendo

(indicando la raffigurazione)

Lui. Il suo nome lo conosci già.

Mike guarda la raffigurazione con una punta di delusione e fastidio.

Mike

Un disegno… uno stupido disegno.

Questa casa è un bluff.

Mike si volta ed esce dalla stanza. Attraversa a grandi passi il corridoio.

Mike

(irritato, ripete fra sé e sé)

Uno stupido ritrovo per aspiranti satanisti da quattro soldi.

Juliet aveva ragione…

Mike esce dalla casa. Si ferma sotto il portico per accendere la pila, ma la luce dopo qualche istante ad intermittenza, smette di brillare.

Mike

(armeggiando con la pila)

Ma che diavolo…

Improvvisamente sentiamo un fruscio proveniente dal bosco che circonda la casa.

Mike si irrigidisce e tende le orecchie.

Il rumore di passi, molti passi, lenti e incerti che schiacciano foglie secche e rami.

Nel buio della notte, in mezzo alla vegetazione iniziano a brillare decine e decine di occhi. Sembrano occhi umani, ma hanno qualcosa di malsano e inquietante.

Mike indietreggia di qualche passo.

Le presenze nascoste fra i cespugli iniziano a emettere dei versi, sinistri lamenti.

Dettaglio di un braccio rinsecchito e cadaverico che si contorce.

Mike

Che diavolo sta succedendo… chi siete?!

Sentiamo il rumore di ossa che scorrono una sopra l’altra.

Dettaglio di una porzione di cervello in cui sembravo infilzati frammenti di vetro.

Dall’oscurità del bosco emergono le braccia ossute che tendono verso Mike.

Una creatura si fa avanti e si espone alla luce della luna.

La mdp rimane sullo sguardo di Mike.

Sentiamo l’urlo feroce e acuto della creatura che risuona nell’aria.

Lo sguardo di Mike è allucinato, travolto dal terrore.

Si volta e torna in casa richiudendo violentemente la porta alle sue spalle.

Corre nella stanza con l’altare.

La musica sfuma.

Mike

(affannato)

C-chi sono quelle creature? Mandale via!!

Reverendo

Come avrai capito, non puoi fuggire. Sei qui perché lo devi evocare.

Mike

(esasperato)

Chi? Chi devo evocare?!

Reverendo

Hai letto il suo nome, nella stanza del motel.

Mike sembra pensare, poi ha come un’illuminazione.

Mike

Alastor…

Reverendo

(sogghignando)

Esatto, Alastor.

Mike

Ho letto qualcosa riguardo la demonologia cristiana… se non sbaglio è il demone legato alla vendetta.

Reverendo

Non la semplice vendetta. Alastor è descritto come il principe esecutore del Re dell’Inferno. In quanto demone esegue ogni volere di chi lo evoca. Vendica in maniera brutale i torti subiti. È uno dei demoni più violenti e sanguinari.

(indicando la falce nella raffigurazione)

Vedi quella enorme falce?

(Mike annuisce)

È il senso di colpa.

Mike

Senso di colpa? Riguardo cosa?

Reverendo

Alastor nel vendicare i torti di chi lo evoca, genera una spirale di violenza e morte che finisce sempre per travolgere anche gli innocenti. È per questo che la falce che si trascina dietro è così pesante. La sua sete di sangue lo porta a commettere stragi, nonostante le sue intenzioni siano, oserei dire, “buone”.

Mike

Ammesso che esista, non risveglierei mai un’entità del genere. Sei pazzo.

Reverendo

(camminando avanti e indietro per la stanza, in tono solenne)

Alastor è già qui, non ha bisogno di essere invocato.

(Mike rabbrividisce)

Questa casa è un teatro dell’orrore. Sai che cosa è successo qua dentro, non è così?

Mike

L’ho letto. Una madre ha ucciso la sua stessa famiglia…

Reverendo

Già… è stato Alastor a dargli la forza. Lui è in queste stesse mura, è il sangue che scorre nelle arterie di questa casa. Negli anni Settanta questo luogo divenne un punto di ritrovo per alcuni componenti dell’Aryan Nations. Un’organizzazione neonazista dalla forte identità cristiana.

Mike

So cos’è la Aryan Nations. Ora mi spiego anche il perché delle svastiche disegnate all’esterno della casa.

Reverendo

I componenti dell’organizzazione erano dei veri fanatici capaci di esercitare qualunque tipo di violenza contro i loro obiettivi. Alcuni ragazzi che facevano parte del movimento erano appassionati di demonologia cristiana; dissentivano con i metodi violenti dell’organizzazione ed ebbero la folle idea di evocare Alastor per vendicare le numerose vittime dell’Aryan Nations. Da quel giorno Alastor vive in questa casa.

Mike

Se è già stato evocato, che cosa ci faccio io qui.

Reverendo

Il perché lo dovresti chiedere a te stesso. Hai seguito un prete in piena notte, nelle profondità di un bosco. Perché lo hai fatto?

Mike

(colpito da quelle parole)

Io…

Reverendo

(avvicinandosi lentamente a Mike)

Questa è la tua occasione per diventare speciale. Sai bene di non avere il talento per scrivere un libro né dei racconti. È per questo che non riuscivi a venderli. Lo hai sempre saputo, ma non lo hai mai accettato. Il germe del fallimento e della frustrazione si è annidato in te Mike, ma oggi hai la possibilità di cambiare davvero, di farti beffa degli sguardi di commiserazione di chi ti circonda.

Il reverendo allunga una mano verso Mike.

Reverendo

Vedrai cose e conoscerai realtà al di là di ogni immaginazione. Toccherai con mano il Male, nella sua essenza più pura e devastante. Diventerai speciale, unico e avrai molto, molto da raccontare.

(Mike suda copiosamente, fissa il reverendo come ipnotizzato)

Non più racconti infarciti di clichè, non più favolette gotiche per bambini troppo cresciuti, ma qualcosa di molto più autentico e terrorizzante. L’esperienza di un uomo che ha visto il Male primordiale. Non avrai rivali.

Parte una musica.

Mike è fortemente tentato. Deglutisce, stringe i pugni e alla fine si decide.

Afferra la mano del reverendo.

Dettaglio del sadico ghigno del prete che sfoggia zanne animalesche.

Con un gesto fulmineo, l’uomo sfila dalla tonaca un pugnale affilato e incide profondamente l’avambraccio di Mike.

Il ragazzo lancia un urlo di dolore e si stringe la ferita con l’altra mano ma il sangue esce copioso.

Guarda il pavimento. La mdp riprende solo ora la stanza nella sua interezza. Un grande pentagono è disegnato sul pavimento, con un gesso rosso. Mike è proprio al centro del pentagono e le gocce di sangue iniziano a bagnare il pavimento.

Reverendo

Pronuncia quelle parole! Avanti!

Flashback

Rivediamo Mike sfogliare la bibbia nella stanza del motel.

Fine flashback

Mike

A- Alastor… sa-saebos… nizilfkm

La casa inizia a tremare. Frammenti di intonaco si sbriciolano dal soffitto.

Mike è pietrificato, si guarda intorno attonito.

I pavimenti e le parenti della casa iniziano a prendere vita tingendosi di rosso. Vengono attraversati da arterie bluastre. Le pareti prendono il colore della carne, sanguinano, pulsano e sudano.

Il pavimento sembra composto di tessuti e arterie. I piedi di Mike affondano.

Dalle pareti di carne iniziano a emergere dei volti, decide e decine di volti sanguinolenti e urlanti. Spuntano anche decine di braccia ricoperte di liquido scuro e viscoso.

Le teste disgustose e scarnificate, urlano emettendo versi strazianti.

Mike è agghiacciato, sul punto di vomitare.

Le teste e le loro viscide braccia puntano tutte verso il reverendo, cercano di afferrarlo, di strappargli le vesti, di graffiarlo.

Il reverendo con un agile balzo si rifugia dentro la vergine di Norimberga e con un violento strattone chiude la porta dotata di spuntoni. Sentiamo le sue urla ma sembrano di piacere.

Il prete scoppia in un folle e mefistofelica risata mentre dai lati della vergine sgorga sangue vivo.

Centinaia di braccia sanguinolente si avventano contro al vergine di ferro, tentando di sfondarla e graffiandola con profondi artigli, ma è inutile.

Mike vomita. Si porta le mani alla testa, gli occhi allucinati.

Barcolla verso l’uscita. È nel corridoio, anch’esso completamente di carne.

Alcune mani cercano di fermarlo, ma lui le scosta via. Si ferma a guardare la cima delle scale da cui sentiamo provenire un boato.

Ritorna il rumore di passi pesanti e cadenzati. Segue una voce profonda e cavernosa.

Voce profonda

Mike… Mike…

Mike si volta terrorizzato e corre con tutta la forza che ha verso l’uscita.

La voce ora si fa rabbiosa, un urlo feroce e devastante che squarcia le pareti.

Voce profonda

Mike!!!

Mike apre la porta ed esce dalla casa. Corre a perdifiato nel bel mezzo del bosco, finendo inghiottito dal buio.

La mdp torna all’interno della casa.

Le pareti e i pavimenti tornano normali, come se non fosse successo nulla.

Il reverendo esce dalla vergine di ferro, sfilando gli spuntoni acuminati intrisi di sangue.

Esce come se nulla fosse, con il suo solito sadico sorriso. Infila un dito in una ferita e si lecca il sangue come fosse sciroppo.

Dettaglio dei suoi occhi, neri e profondi.

La musica sfuma.

EST. NOTTE – CASA AMANDA

La mdp riprende un piccolo quartiere residenziale fatto di umili case a schiera una a fianco all’altra. La strada è illuminata dai lampioni. Mike cammina a passo svelto stringendosi in un logoro giubbetto di jeans. Entra in un piccolo cortile e bussa alla porta di una casa.

Amanda apre la porta, è in tuta, i capelli scompigliati raccolti in una coda.

Amanda

Mike?! Che ci fai qui? Sono le dieci…

Mike è pallido, due profonde occhiaie solcano le sue guance. Suda ed è stranamente sovraeccitato, non riesce a stare fermo sul posto.

Mike

Ho… ho bisogno di chiederti un favore.

Amanda

(appoggiandosi allo stipite della porta)

Che tipo di favore, Mike?

Mike

Un prestito, un piccolo prestito. Sai sto-sto scrivendo il mio primo libro e sono senza lavoro.

Ma sta andando alla grande te lo giuro. Scrivo p-pagine su pagine.

Mi serve solo qualche soldo per tirare avanti, poi te li restituisco, lo giuro.

Amanda

(delusa e amareggiata)

Oh, avanti Mike, finiscila con questa sceneggiata.

Sappiamo tutti che cosa fate tu e Angie rinchiusi in casa.

Quelle poche volte che ti fai vedere sembri uno zombie.

(appoggiandogli una mano sulla spalla)

Ti prego lasciati aiutare. Tronca ogni rapporto con Angie e vattene da quella casa.

Hai bisogno di cure, cure serie. Posso ospitarti io se vuoi.

Mike

(scansando freddamente la mano di Amanda)

Oh, fanculo! La tua è solo una gara con Angie, ma io ho davvero bisogno di aiuto.

Qualche dollaro, solo qualche dollaro, cazzo.

È un favore così grande da chiedere a un amico?

Amanda

(il suo sguardo si fa severo)

Non capsici, Mike. Io no ti darò neanche un centesimo per andarti a comprare quella roba.

Se vorrai davvero mettere in sesto la tua vita, potrai bussare alla mia porta.

Io ci sarò sempre. Ma non chiedermi di aiutarti a morire.

Mike

(esagitato)

Al diavolo Amanda! Tu non hai mai creduto in me! Tu e la tua aria da verginella integerrima!

Mi hai sempre creduto un debole, un inetto. Be’ sai che ti dico? Vaffanculo!

Amanda ha le lacrime agli occhi, è sul punto di scoppiare a piangere. Guarda per un’ultima volta Mike, con un misto di pietà e commiserazione. Si sforza di non piangere e richiude la porta.

Mike è furioso; tira un pugno al portone, urla, sbraita.

Se ne va prendendo a calci l’aria.

INT. APPARTAMENTO MIKE – GIORNO

L’appartamento di Mike sembra di nuovo in ordine. Il lavandino è sgombro, il pavimento è stato ripulito, i vestiti sono stati ripiegati.

Mike sta ripulendo in fretta e furia il bancone della cucina, poi con uno straccio asciuga alla meglio il pavimento in prossimità del lavandino.

Il ragazzo è fortemente dimagrito, ha un aspetto emaciato e trasandato.

Angie se ne sta appoggiata al frigorifero a fumare una sigaretta. Osserva Mike con aria svogliata.

Mike

(infastidito)

Potevi anche degnarti di darmi una mano…

Angie

(soffiando fuori il fumo)

È tutto inutile. Non ti do una mano in questa ennesima pagliacciata.

Possiamo tirare la casa a lucido quanto vogliamo, ma rimaniamo pur sempre due tossici.

Mike

Maledizione Angie, ho bisogno del tuo supporto!

Mio padre sta per arrivare e devo fare una buona impressione.

Angie

Ma quale impressione Mike! Lo sanno tutti cosa sei diventato.

Tuo padre non sgancerà un quattrino! E saremo punto e a capo.

Al verde e in crisi d’astinenza.

(puntandogli il dito contro)

È ora che pensi a qualche modo per racimolare qualcosa.

Non puoi continuare a chiedere l’elemosina.

Se non ci fossi io che porto a casa qualche soldo…

Mike

Non mi piace come ti guadagni i tuoi soldi, lo sai!

Angie

Però ieri notte non ti sei fatto alcun problema a fumarti la roba che ci siamo comprati con i miei soldi!

Mike

Vaffanculo, Angie.

Angie si volta stizzita. Entra in camera da letto e riempie velocemente un piccolo zaino di vestiti succinti e appariscenti. Infila dentro anche una maschera bianca.

Indossa alla svelta un giubbetto e prende lo zaino. Va verso la porta, senza degnare Mike di uno sguardo.

Angie

Sbrigatela da solo con tuo padre.

Io vado da Malcom. Non aspettarmi per cena.

Mike

Malcom? Non voglio che tu vada in quel bordello.

Angie

È l’unico modo che conosco per guadagnare soldi in fretta e soprattutto roba buona.

Dovresti ringraziarmi, cazzo.

Mike furioso la blocca afferrandole un braccio.

Mike

Non voglio che tu vada in giro a fare la puttana!

Angie rifila a Mike uno violento schiaffo e si libera dalla sua presa.

Angie

Sei patetico.

Angie esce dall’appartamento sbattendo la porta.

Mike, in preda alla frustrazione e alla rabbia, tira pugni contro il muro.

Stacco.

Attraverso la finestra dell’appartamento vediamo il sole che inizia a tramontare e a nascondersi dietro le sagome scure dei palazzi.

Mike (VFC)

Entra pure.

La mdp ruota su se stessa. Mike sta facendo entrare un uomo di mezza età in casa, probabilmente suo padre.

(XANDER BERKELEY)

L’uomo si guarda intorno, come se stesse ispezionando la stanza con sguardo severo e indagatore.

Mike

(visibilmente teso e agitato)

Ti offro una birra, papà?

Padre

No figliolo, sto bene così.

Mike

(aprendo la credenza)

Qualcosa da mangiare?

Padre

Ho detto di no, Mike.

Il padre di Mike allunga lo sguardo verso la stanza a fianco dove vediamo sparpagliata sul letto della biancheria intima.

Padre

La tua… “ragazza” è piuttosto disordinata a quanto vedo.

Mike si precipita a chiudere la porta della camera da letto, come se nulla fosse.

Mike

(imbarazzato)

Ogni tanto si lascia un po’ andare…

Padre

Ok, smettiamola con questa sceneggiata.

So bene perché mi hai invitato.

Mike

N-no non credo che tu lo sappia…

Padre

Invece sì e voglio dirti fin da subito che non ho alcuna intenzione di prestarti del denaro.

Voglio aiutarti Mike, devi credermi, ma non in questo modo.

Mike

(inizia ad innervosirsi)

Scommetto che hai parlato con Amanda. Chissà cosa ti avrà detto.

Ero solo un po’ su di giri perché avevo bevuto qualche bicchiere, tutto qua.

Capita a chiunque. Non ne farei un dramma.

(il padre non sembra affatto convinto, scuote la testa deluso)

Ho bisogno solo di un piccolo finanziamento.

Sto finendo il mio libro e speravo che almeno tu capissi…

Padre

(sorridendo amaramente)

Il tuo libro? Perché non me lo fai vedere, sono curioso.

Mike

(balbetta, colto di sorpresa)

É…é… sul mio pc… è ancora… ancora una bozza… preferisco…

Padre

Avanti, Mike smettila.

Non sei più credibile, non riesci più neanche a inventarti una bugia come si deve.

Sei al limite, Mike.

(i suoi occhi si bagnano)

Tua madre non sarebbe stata fiera di vederti così.

Mike

Lascia stare mia madre.

Padre

(come perso nei ricordi)

Fin da piccolo ti piaceva disegnare e inventare storie.

Avevi una fantasia inarrestabile.

Tua madre amava molto questo lato di te.

Mike

Già… a differenza tua.

Padre

Cercavo solo di non illuderti.

Lei diceva che saresti diventato un grande scrittore, ti sosteneva e ti lusingava fin troppo.

Toccava a me fare in modo che tenessi i piedi per terra.

Mike

Lei credeva in me, era davvero interessata a ciò che scrivevo, anche se ero solo un bambino.

Tu invece non facevi che mortificarmi.

D’altronde, secondo te, quello dello scrittore non era neanche un vero mestiere.

Parte una musica.

Flashback

La fotografia è sgranata, i colori più spenti.

Siamo in una cucina arredata in pieno stile fine anni Ottanta.

Un bambino (Mike da piccolo) sbuca da sotto il tavolo, con le mani ancora sporche di colori.

Mike bambino

(alzando le mani al cielo in segno di vittoria)

Ho finito, mamma! Vieni a vedere!

La mdp ci mostra una donna appena quarantenne, di bell’aspetto. Indossa un grembiule da cucina e sta sfornando una torta.

(MICHELLE FORBES)

Madre

Oh, bene. Sono proprio curiosa di vedere il disegno.

(guardando l’orologio alla parete)

Abbiamo un po’ di tempo prima che tuo padre torni da lavoro.

Che ne dici di un pezzo di torta?

Mike annuisce ingolosito.

La donna taglia uno spicchio di torta e lo posa sul tavolo. Si siede e invita Mike a sedersi sopra le sue gambe.

Il bambino si siede sulle ginocchia della madre e le mostra il disegno. Sul foglio sono dipinti con colori molto accesi un grande mostro con una bocca enorme e una piccola principessa che impugna una spada.

Madre

(dando al figlio un pezzo di torta)

È bellissimo, tesoro.

E questo mostro dà l’idea di essere davvero pericoloso!

Mike bambino

(mangiando il boccone)

Oh sì lo è! Si è mangiato il principe e la principessa deve entrare nel corpo del mostro per salvarlo.

Madre

Una principessa guerriera… mi piace l’idea!

La donna bacia il figlio fra i capelli. Lo stringe a sé, socchiude gli occhi e inizia a intonare una ninna nanna, dondolando lentamente a destra e a sinistra.

Il bambino si lascia cullare.

Madre

(con gli occhi socchiusi, come stesse sognando)

Hai talento, Mike.

Diventerai un grande scrittore. Promettimelo.

Mike bambino

Te lo prometto. Vuoi sapere come farà la principessa a liberare il principe?

Madre

(continuando a cullarlo, con gli occhi socchiusi e l’espressione sognante)

Sì, raccontami.

Fine flashback.

Padre

Avevate un rapporto troppo simbiotico, voi due.

A undici anni te ne stavi ancora attaccato alla sottana di tua madre.

Non potevo assecondare i suoi sogni ed i tuoi.

Dovevo essere duro e severo per farti tornare alla realtà.

(con le lacrime agli occhi)

Tua madre inseguiva solo le sue passioni. Non c’erano convenzioni, non c’erano doveri.

Ne era schiava e sai benissimo che fine ha fatto.

Mike

(furioso)

Smettila! Non parlare così di mia madre!

Sei tu che te la sei lasciata sfuggire!

Mike si fionda alla porta e la spalanca.

Mike

Hai ragione, ho fatto un grande errore ha pensare di poterti chiedere aiuto. Vattene!

Padre

Mike, per l’amor di Dio, ragiona! Sei completamente fuori dalla realtà.

Se c’è qualcuno che vuole davvero aiutarti quello sono io.

Forse questa è la tua ultima possibilità per uscirne.

Conosco una comunità, è un posto serio.

(Mike lo fissa con uno sguardo gelido)

Sei sull’orlo del fallimento più totale.

Lascia perdere queste stronzate: il libro, l’occulto, Angie e tutta quella robaccia!

Mike

(inespressivo)

Fuori!

L’uomo capisce di non poter fare più nulla e si arrende. Sui suoi occhi si dipinge lo sconforto e la delusione. Esce dall’appartamento in silenzio. Mike richiude la porta con violenza.

La musica sfuma.

EST. MOTEL – NOTTE

È notte fonda. La mdp riprende lo squallido parcheggio del motel, illuminato da qualche vecchio lampione.

Tyler sta correndo incontro ad Amanda. Sembrano molto agitati e preoccupati.

Amanda

Lo hai trovato?

Tyler

No. A questo punto credo che dovremmo cercarlo in paese.

Lo sguardo di Amanda sembra cambiare, guarda qualcosa oltre le spalle di Tyler.

Amanda

(urlando)

Oh mio Dio! Mike!!

Tyler si volta.

Mike sta correndo lungo la strada e viene verso il motel. Lo sguardo allucinato, l’aspetto sfatto, il sangue che gli cola lungo il braccio.

Dal portico del motel vediamo Juliet corrergli incontro.

Juliet

(sorreggendo Mike allo stremo delle forze)

Dove diavolo sei stato? Che ti è successo?

Sopraggiungono anche Tyler e Amanda, in apprensione per l’amico.

Amanda

Il terremoto ci ha svegliati di soprassalto.

Juliet ci è venuta a chiamare perché tu non eri a letto.

Mike

(sotto shock)

In quella casa… mio Dio… quella casa… c’è… c’è…

Tyler

Casa? Quale casa?

Juliet

È la casa nel bosco. Mike stava facendo delle ricerche sulla sua storia.

Amanda

Ce ne aveva già parlato.

Dobbiamo portarlo dentro, è sotto shock.

Dettaglio dello sguardo di Tyler, terrorizzato.

Amanda

(notando il terrore di Tyler)

Tyler, che succede?

Tutti si voltano nella direzione in cui sta guardando Tyler.

Parte una musica.

Dal fondo della strada vediamo sopraggiungere verso di noi un esercito di uomini e donne orrendamente sfigurati. Sguardi famelici, bocche scarnificante che grondano sangue, vestiti sporchi. Digrignano i denti, emettono versi animaleschi e puntano dritti verso il gruppo di ragazzi, correndo e sbracciando come ossessi.

Amanda

(portandosi una mano alla bocca)

Oh mio Dio… che diavolo sta succedendo… chi sono quelli?

Le porte e le finestre del motel vengono sfondate da accette e spranghe. Vediamo uscire insanguinati altri cittadini rabbiosi e famelici che iniziano a correre verso il gruppo di amici brandendo in aria le loro armi.

Tyler

Ci vengono addosso, cazzo! Sono furiosi!

Amanda

Maledizione, non possiamo tornare al motel!

Il gruppo di amici indietreggia terrorizzato.

Mike sembra tornare lentamente in sé.

Mike

Vogliono me.

Juliet

Cosa?

Mike

Vogliono che ritorni in quella casa e finisca ciò che ho iniziato.

Ci hanno sbarrato la strada.

Vogliono che torniamo nel bosco!

Amanda

Io non ci entro in un bosco del genere, in piena notte!

Un’accetta si conficca a terra, a pochi centimetri da Amanda. Un graffio solca la guancia della ragazza.

Tyler

(prendendo l’amica per il braccio)

Fanculo il bosco, Amanda!!

Dobbiamo scappare!!

I cittadini rabbiosi sono a pochi metri da loro.

Il gruppo di ragazzi scappa nelle direzione opposta immergendosi nel fitto e oscuro bosco.

La musica sfuma.

Stacco.

EST. BOSCO – NOTTE

Il gruppo di amici corre attraverso il fitto bosco. Mike li precede e fa segno loro di fermarsi.

Tutti si accovacciano a terra, nascondendosi fra i cespugli e dietro gli alberi. Sono affaticati, sentiamo i loro respiri pesanti.

Tyler

Li abbiamo seminati?

Mike

(guardandosi attorno)

Sembra di sì, ma non abbiamo molto tempo.

Presto ci raggiungeranno.

Mike si alza e fa qualche passo in avanti, verso una piccola radura dove sorge la casa dell’orrore.

Mike

Io devo andare in quella casa.

Voi aspettatemi qui.

Amanda

(prendendolo per il braccio)

Sei pazzo! Non ti lascio andare in quel posto da solo!

Tyler

Amanda ha ragione , amico.

Quella casa mette i brividi.

Mike

(scostando la mano di Amanda)

Maledizione, non abbiamo tempo!

Vi ho detto che è una questione che riguarda soltanto me.

Solo io posso mettere fine a tutto.

Fidatevi una volta tanto!

Amanda

(contrariata)

Ma…

Mike

Ho detto di fidarvi! Posso mettere tutto a posto!

Questa volta posso farlo!

Tyler e Amanda sono molto titubanti.

Juliet

(seria)

Va bene, Mike. Ci fidiamo. Vai da solo.

(Tyler e Amanda guardano Juliet di traverso)

Ma se tra dieci minuti non sei di ritorno, verremo a prenderti.

Mike annuisce.

Tyler e Amanda fanno lo stesso seppur molto preoccupati e ancora poco convinti.

Mike fa un lungo respiro e corre verso la casa.

Stacco.

INT. CASA – NOTTE

Mike entra nella casa. È buio pesto. Si fa strada a tentoni e attraversa il corridoio inciampando più volte.

Entra nella stanza con il piccolo altare; non c’è nessuno. Due candele, ormai quasi esaurite, emettono una flebile luce.

Mike nota il coltello ancora insanguinato a terra. Lo prende e si mette al centro del pentagono raffigurato sul pavimento.

Stringe il coltello con una mano, sembra esitare.

Mike

(sussurrando fra sé e sé)

Devo farlo… devo farlo…

Mike prende coraggio e con un gesto freddo e deciso infilza la lama nell’avambraccio. Gocce di sangue imbrattano il pavimento.

Mike

Alastor… saebos… nizilfkm…

Parte una musica.

La casa inizia a tremare. Le mura e i pavimenti si fanno di carne, prendono vita e pulsano.

Tutto viene illuminato da una luce rossa.

Mike si guarda intorno, cammina a fatica, mentre i piedi affondano nella carne. Attraversa di nuovo il corridoio e si ferma ai piedi delle scale. Alza lo sguardo verso il primo piano.

Le pareti iniziano a gorgogliare. Dal primo piano proviene un boato cupo e minaccioso.

Mike, impaurito, indietreggia ma non scappa.

La carne al primo piano si squarcia. Fiotti si sangue scorrono giù per le scale.

Dallo squarcio fuoriesce una mano guantata, di pelle. Poi un’altra e infine la figura intera di un uomo, con indosso un inquietante copricapo da boia.

La figura ha una corporatura possente.

Cammina lentamente e si trascina dietro sé, con una mano, un’enorme falce acuminata. L’arma è ricoperta di una materia nera, viscida e disgustosa.

Alastor si ferma in cima alle scale e fissa minacciosamente Mike, dall’alto verso il basso.

Mike

(con voce tremante)

Alastor… sei tu, Alastor?

Alastor non risponde, si limita a scendere solennemente uno scalino. Poi un altro e un altro ancora.

Mike è sempre più terrorizzato.

Alastor scende completamente le scale e si ferma a un metro da Mike.

Alastor

(con voce cupa che fa tremare le pareti)

Io non sono Alastor, io sono la Verità.

Sei pronto a conoscere la verità?

Mike

(prendendo coraggio, con insolita determinazione)

Sì, sono pronto.

Alastor

Allora guardami e non distogliere lo sguardo.

Alastor, con una mano, afferra il lembo del copricapo da boia e se lo sfila.

Dettaglio dello sguardo incredulo di Mike.

La musica sfuma.

INT. APPARTAMENTO MIKE – NOTTE

Primo piano del volto di Angie, che sta dormendo serenamente sul suo letto.

Sentiamo in sottofondo un grande baccano. La mdp allarga l’inquadratura.
Mike, con addosso solo un paio di mutande e ancora più deperito, è in crisi di astinenza. Svuota tutti i cassetti imprecando, si gratta ossessivamente la testa fino quasi a sanguinare, tira calci contro i mobili, si porta le mani al ventre urlando.

Angie si sveglia. Fulmina Mike con uno sguardo pieno di fastidio e insofferenza.

Angie

Cristo, Mike, sono le 4 del mattino. Perché non ti metti a dormire una buona volta!

Mike sembra non sentirla. Si fionda contro l’armadio, spalanca le ante e tira fuori tutti i vestiti.

Mike

(esagitato, fuori di sé)

Dov’è… dov’è… ne ho bisogno, cazzo!

Angie si porta le mani alla testa, ancora intontita e assonnata.

Mike si blocca di colpo. Nota qualcosa nell’armadio. C’è un doppio fondo. Solleva una piccola piastra di legno e trova una bustina di cocaina.

Dettaglio dei suoi occhi, furenti e rabbiosi.

Mike schizza in piedi e inizia ad urlare verso Angie puntandole il dito contro.

Mike

Che cazzo ci fa questa roba li dentro?!! Avevi detto che Malcom non ti aveva venduto niente, puttana! Io sto vomitando l’anima e a te non frega un cazzo perché tanto hai la tua bella dose di scorta, maledetta!! Da quanto me lo tenevi nascosto?! Eh??

Angie, alterata ed esasperata, balza in piedi e dà un violento schiaffo a Mike, spingendolo poi contro il muro.

Angie

Non provare più a urlarmi contro in questo modo! Si dà il caso che io quella roba me la sia guadagnata! Non sai cosa ho dovuto fare per pochi grammi, coglione! Tu sei bravo solo a piangerti addosso e a chiedere l’elemosina! Se sei così disperato, vai a vendere il culo e vedrai che qualcosa la rimedi!

Mike

(serrando i pugni, come se stesse per esplodere)

Mi hai ingannato, fin da sempre!! Mi hai raccontato un mucchio di stronzate e intanto ti facevi Malcom e tutta la sua cricca e io ero qua a sputare sangue!! Me lo aveva detto Amanda che eri una lurida puttana. Avrei dovuto crederle!

Angie

Io almeno sono brava in qualcosa. Tu non sei buono a niente. Quei racconti sono imbarazzanti, ma nessuno ha il coraggio di dirtelo!

Angie si fionda su Mike e tenta di strappargli la bustina di cocaina.

Mike

Cosa cazzo vuoi che mi importi di quello che pensa una puttana da quattro soldi come te, eh Angie?

Angie gli rifila un violento pugno allo stomaco e si riprende la bustina.

Mike si piega in due dal dolore.

Angie

(con un sottile ghigno)

Credevo che fossi abituato a vivere con le puttane. Tua madre non era certo da meno.

Parte una musica.

Sentendo quelle parole, Mike esplode in uno scatto d’ira e si scaglia contro Angie.

Afferra al volo un vecchio vaso di ceramica appoggiato sopra un mobile e colpisce con violenza la testa di Angie. Lei si volta tramortita verso Mike, che la colpisce nuovamente e il vaso esplode in mille pezzi.

Angie sbatte contro il muro.

Si porta le mani alla testa.

Rivoli di sangue rigano il suo volto.

La ragazza è travolta dall’odio e dalla rabbia. Si getta su Mike urlando, tenta di colpirlo e graffiarlo, ma lui le prende la testa e la sbatte violentemente contro la parete più e più volte.

Il muro inizia a tingersi di rosso.

Gli occhi di Angie sono sbarrati, ma Mike in preda alla cieca follia, continua a picchiare il capo della ragazza contro il muro finchè non vediamo che il cranio si incrina pericolosamente rivelando porzioni di materia grigia.

Mike si ferma.

Il corpo di Angie scivola a terra, privo di vita.

Lo sguardo di Mike, vuoto e allucinato. Si guarda le mani: le unghie spezzate, le nocche scorticate.

Il suo respiro è affannoso.

Torna a guardare il corpo di Angie floscio a terra. Gli occhi di Mike sono ancora carichi di odio.

Lancia un urlo lacerante, afferra un frammento appuntito di ceramica e si accanisce sul corpo di della ragazza.

Inizia a pugnalare la ferita sulla testa di Angie, in maniera isterica e nevrotica. Sempre più velocemente finchè il cranio non si spacca in due e l’intera parete è imbrattata di sangue e brandelli di cervello.

Mike si ferma, esausto. Si allontana e sbatte la schiena contro la parete.

Riprende lentamente fiato. Si guarda le mani, lorde di sangue e filamenti appiccicosi.

Lo sguardo perso, stralunato. Fissa con un’espressione insana le sue mani. Si lecca un dito e se lo infila in bocca. Sulle sue labbra si disegna una timida raggelante smorfia, un folle sorriso.

La musica sfuma.

INT. CASA – NOTTE

Parte una musica.

Alastor si sfila lentamente il copricapo da boia e sotto la maschera c’è Mike.

Il volto emaciato e affilato, le guance scavate, lo sguardo perverso e maligno.

Mike/Alastor

Sorpreso?

Mike è allibito e senza parole.

Mike

Non può essere… non…

Mike/Alastor

Non ci sono demoni, diavoli, né antiche forze ancestrali.

(con un ghigno)

Ci sono solo gli uomini e la loro mente malata.

Mike/Alastor mostra a Mike la lunga falce arrugginita soffocata dalla pulsante materia nera.

Mike/Alastor

Liberami. Liberati!

Mike sembra prendere coscienza. Nei suoi occhi si disegna la disperazione. Le prime lacrime solcano le sue guance.

Mike

(con la voce rotta dal pianto)

Che… che cosa sono?

Mike/Alastor

Che cosa sei? Sei Mike ed è giunto il momento che tu assecondi la tua natura.

Il riscatto, Mike. Il riscatto!

Quegli sguardi pieni di commiserazione, mai più!

(Mike afferra la lunga e pesante falce)

Il tuo talento…. è nel sangue!!

La musica sfuma.

Parte una musica.

Mike lancia un urlo liberatorio, alza la falce verso l’alto e con tutta la forza che ha la conficca nel ventre di Mike/Alastor, il quale scoppia in una folle risata.

Il ragazzo alza di nuovo la falce verso l’alto e opera un enorme squarcio che va dal ventre al petto di Mike/Alastor, che non sembra soffrire ma anzi gemere di piacere.

Sfila la falce con un ultimo sforzo. Brandelli di intestino penzolano dal ventre lacerato.

Mike/Alastor

(sputando sangue)

Fai quello che devi, Mike. Fai quello che sei.

Mike si fionda su Mike/Alastor e lo sbatte a terra, affonda la testa nel ventre di quest’ultimo e inizia a mangiare le sue interiora.

Dettaglio dei denti di Mike che lacerano e masticano i sanguinolenti organi interni.

Le sue mani afferrano le costole e le spezzano una ad una aprendo completamente la cassa toracica. Strappa a morsi il cuore e lo inghiotte.

Mike alza la testa verso l’alto, lanciando un ultimo grido disperato. Il volto completamente ricoperto di sangue, brandelli di carne che gli penzolano dalla bocca.

La mdp riprende Mike/Alastor che ora ha assunto una colorazione grigiastra, la pelle è raggrinzita, il volto scarnificato e ossuto, come se fosse stato dissanguato.

Accanto a lui la grande falce è diventata molto più sottile e maneggevole.

Mike si alza e si allontana dall’ammasso di pelle e ossa che giace a terra.

Si guarda le mani insanguinate, la camicia completamente intrisa del liquido rosso.

Nel suo sguardo alberga l’amarezza e un sottile disgusto, ma al tempo stesso una rinnovata presa di coscienza.

La musica sfuma.

INT. APPARTAMENTO MIKE – NOTTE

Sentiamo una musica.

Il cadavere di Angie è ancora a terra. Il cranio è stato completamente spaccato; il cervello non c’è, rimane solo una massa gelatinosa e viscina che cola sul pavimento.

La mdp si sposta sul ventre, completamente lacerato. Viscere, budella e intestino sono sparsi sul pavimento in un lago di sangue in parte rappreso.

Sentiamo il rumore dell’acqua che scorre nella doccia.

La mdp si muove nella stanza, si avvicina alla borsa di Angie dalla quale vediamo spuntare il cellulare. Si illumina a intermittenza e sta squillando.

La mdp continua a vagare per la stanza ed entra in bagno.

Mike è nudo sotto la doccia, immobile. Fissa l’acqua che filtra nello scarico. Gli occhi socchiusi, la bocca semiaperta sporca di sangue.

Dissolvenza incrociata.

Mike è davanti a un grande specchio in camera da letto.

Indossa una camicia bianca e poi un completo nero semilucido.

Si annoda la cravatta e si dà un’ultima sistemata ai capelli tirati indietro con il gel.

Dissolvenza incrociata.

Mike, estremamente elegante e dall’aspetto curato, si infila qualcosa nella tasca della giacca.

Accasciato alla parete vediamo ancora il cadavere sventrato di Angie.

Il ragazzo si muove con naturalezza, come se il corpo squartato non ci fosse. Fruga nello zaino di Angie ed estrae una maschera. La stringe fra le dita.

Si dà un’ultima occhiata veloce allo specchio e poi esce di casa.

La musica sfuma.

INT/EST. CASA – NOTTE

Mike si pulisce le mani intrise di sangue. Osserva la falce, la prende fissandone la lama.

Improvvisamente sentiamo la voce di Tyler provenire da fuori.

Tyler (VFC)

È pericoloso, non può entrare!

Mike si precipita subito verso la porta ed esce.

Stacco.

Siamo all’esterno della casa.

Il cielo si è tinto di rosso, un rosso sangue. C’è un forte contrasto di colori, il nero del bosco avvolto dall’oscurità e il rosso del cielo.

Mike è sotto il portico della casa.

Davanti a lui, nella radura antistante, avanza a piccoli passi la vecchia signora con il lungo e spettrale velo nero.

Tyler sta cercando di fermarla.

Amanda e Juliet si guardano attorno assicurandosi che non arrivi nessuno.

Tyler

(voltandosi verso Mike)

Buon Dio, Mike! Che diavolo è successo la dentro?

Il cielo si è tinto di rosso e…

Amanda

(vedendo il sangue)

Oh, mio dio! Mike stai bene?

Mike

Sto bene, Amanda. Non preoccuparti.

Tyler

(avvicinandosi a Mike, parlandogli sottovoce)

Questa vecchia vuole entrare. Ho cercato di fermarla, ma non ne vuole sapere.

Credo che sia completamente pazza.

Mike scende dal portico in tutta tranquillità.

Mike

Questa casa non è più un pericolo.

(Tyler lo guarda incredulo)

Ve l’avevo detto che avrei sistemato tutto.

Amanda

(ancora turbata)

Ma Mike… il sangue… e quella falce… vuoi dirci cosa è successo?

Mike

(con sottile amarezza negli occhi)

Cosa è successo non ha più importanza.

Ho solo ricordato.

Juliet lo guarda in silenzio, senza dire una parola.

La vecchia riprende a camminare, con la sua andatura zoppicante.

Vecchia

Grazie figliuolo. Ora posso tornare a casa.

Questa è la mia casa.

La vecchia sale sul portico ed entra in casa.

Tyler si allontana e si avvicina a Mike e agli altri.

Tyler

(ancora incredulo)

La lasci andare così? E quell’esercito di zombie? Te lo sei dimenticato?

Questo posto non è sicuro… è …è la bocca dell’inferno, cazzo!

Dobbiamo portarla via, a meno che non sia una pazza indemoniata anche lei.

Sentiamo qualcuno battere le mani.

Tutti si voltano verso il bosco da cui vediamo sbucare il reverendo.

Cammina con aria solenne battendo le mani e sfoggiando un sorriso trionfante.

Reverendo

I miei complimenti, Mike. Hai compiuto un gesto eroico.

Hai eliminato Alastor e purificato questo luogo.

Sapevo di poter contare su di te.

Mike

Grazie reverendo, ma non era Alastor il problema.

Improvvisamente il muro della casa viene trafitto da una profonda crepa. Poi un’altra e un’altra ancora. Dalla fratture inizia a sgorgare sangue, come fossero profonde ferite.

Amanda è terrorizzata.

Mike guarda la scena sconcertato.

L’aria è squarciata dall’eco delle grida di una donna provenienti dall’interno della casa.

Tyler

Ma che sta succedendo…

Mike fissa la casa con crescente apprensione. Si precipita verso di essa, ma viene fermato dal reverendo che gli blocca la strada.

Reverendo

Non è il caso che tu entri, Mike.

Mike

Lo decido io se è il caso o no.

Qualcuno sta urlando, lasciami entrare.

Reverendo

(minaccioso)

Ho detto di no. Hai già svolto il tuo compito.

Ulteriori fratture si formano sulle mura portanti della casa. Fiotti di sangue continuano ad uscire dalle crepe. Segue l’eco di altre grida.

Mike si decide, dà uno spintone al prete e si fionda in casa.

Stacco.

Parte una musica.

Siamo all’interno. La mdp riprende la vecchia in cima alle scale.

È a quattro zampe, emette versi inquietanti, si contorce brutalmente fino a spezzarsi le ossa. Si rimette in piedi alzandosi di scatto. Le braccia, completamente disarticolate le penzolano la busto.

Mike

(atterrito dalla scena)

Ma cosa… cosa sta facendo…

Le sottili braccia della vecchia sembrano allungarsi. Le dita si fanno sempre più affusolate e rinsecchite fin quasi ad assomigliare a delle radici.

La vecchia lancia un urlo e conficca le sue braccia appuntite nelle pareti che iniziano a sanguinare.

Venature profonde e nere iniziano a segnare le mura e i soffitti della casa.

La casa torna a farsi di carne, trema, emette sangue. Le pareti iniziano a imputridirsi.

Voce femminile (VFC)

(eco lontano e indistinto)

Salvami!

Mike sembra aver sentito e si guarda attorno allucinato.

Le braccia possenti del reverendo sfondano la porta d’ingresso e afferrano Mike trascinandolo fuori.

La musica sfuma.

EST/INT. VILLA – NOTTE

La mdp riprende una grande villa in periferia. L’aspetto è malconcio, l’intonaco cadente, il giardino che la circonda trascurato, ma intorno alla casa sono parcheggiate molte macchine. Le finestre sono tutte illuminate

Sentiamo della musica e un ininterrotto vociare provenire dall’interno.

La mdp si avvicina al retro della villa e ci mostra un piccola entrata secondaria. Davanti alla porta di legno se ne sta un buttafuori dalla corporatura massiccia. Fuma una sigaretta con aria annoiata.

Dall’oscurità alle sue spalle fanno capolino due mani; una stringe un coltello a serramanico.

Con un colpo deciso la lama fende la gola del buttafuori aprendo un profondo taglio.

L’uomo, scioccato, si porta le mani alla gola ma il sangue zampilla fuori in grande quantità.

Nel giro di qualche istante perde i sensi e si accascia a terra in una pozza di sangue.

Dal buio vediamo emergere Mike, che stringe il coltello.

Nasconde la lama e infila il coltello in tasca.

Fruga nella giacca del buttafuori. Trova il portafogli e prende tutte le banconote che ci sono, poi entra passando attraverso la piccola porta di legno.

Stacco.

Parte una musica.

Dettaglio dei piedi di Mike. Siamo all’interno di un corridoio.

Dal piano di sotto sentiamo provenire la musica e il vociare delle persone.

La mdp prosegue sempre raso terra. Ci mostra la mano di un uomo in un lago di sangue, poi la testa di un altro energumeno con gli occhi sbarrati e un filo di liquido rosso che gli cola dalla bocca.

La mdp torna ai piedi di Mike. Lo sentiamo bussare a una porta.

Uomo

(dall’altra parte della porta)

Chi cazzo è? Ho detto che non voglio essere disturbato.

Stacco.

Siamo all’interno della stanza. L’arredamento è asettico: una piccola scrivania con un computer, una poltrona zebrata e poco altro.

Un uomo in abito elegante bianco sta contando dei soldi, in piedi davanti alla scrivania.

Tira su con il naso ripetutamente, grattandosi la narice.

Mike entra nella stanza.

L’uomo si volta.

Uomo

(sorpreso)

Oh… Mike… che sorpresa…

Mike cammina lentamente verso l’uomo, con uno sguardo inespressivo e gelido.

Mike

Malcom…

Malcom

Sei qui con la tua signora?

Siete venuti al momento giusto. A quest’ora di sotto sono tutti strafatti.

Se riuscite a lavorarvi qualcuno, potete scucirli un sacco di soldi.

(Mike non risponde, guarda Malcom inespressivo)

Perché non vai a prendere qualcosa di sotto al bar. Offro io.

(con un ghigno viscido)

Angie può rimanere qui.

L’occhio destro di Malcom viene trafitto dal coltello. Poi anche l’altro che sbuca fuori dal bulbo oculare e cade a terra.

Malcom lancia un urlo soffocato ma non fa in tempo a scappare che Mike gli squarcia la gola violentemente.

La parete viene inondata di sangue scuro e denso.

Malcom boccheggia poi stramazza al suolo.

Mike prende i soldi sulla scrivania ed esce.

Stacco.

Mike attraversa un piccolo corridoio silenzioso. Entra nei bagni di servizio.

Si guarda allo specchio; sul suo volto schizzi di sangue.

Sfila dalla tasca della giacca la maschera che aveva preso dalla borsa di Angie. Se la prova davanti allo specchio, sorride quasi divertito ed eccitato dalla situazione.

Si sciacqua il viso portando via il sangue e poi si infila per bene la maschera. Esce dai bagni e scende le scale alla fine del corridoio.

La musica sfuma.

Stacco.

Parte una musica.

Mike attraversa un grande corridoio su cui si affacciano molte camere.

La luce è soffusa, di colore rosso, come le pareti tinteggiate dello stesso colore. C’è un gran via vai di uomini e donne che entrano ed escono dalla camere. La maggior parte ubriachi e strafatti.

Le donne in abiti da sera scollacciati e con vistose maschere. Gli uomini in anonimi completi eleganti e anche loro con le immancabili maschere.

Mike cammina sfiorando corpi sudati e sovraeccitati.

Una donna a seno nudo e completamente su di giri ride sguaiatamente in mezzo al corridoio.

Mike entra in un grande salone. Un bar in fondo alla stanza serve drink a ripetizione.

Donne e uomini che si baciano, che si accarezzano e flirtano seduti sui divani e poltrone.

Altri si limitano a sorseggiare il loro drink scrutandosi a vicenda.

Mike si siede su una poltrona libera. Accavalla le gambe e osserva, con una punta di sottile divertimento, il deprimente spettacolo davanti ai suoi occhi.

La mdp inquadra un uomo e una donna seduti sul divano di fronte a lui.

Lei lancia sguardi insistenti e ammiccanti verso Mike. Lo stesso fa l’uomo palpeggiando i seni della donna e baciandola sul collo.

La coppia di amanti si alza. Lei invita Mike a seguirla.

Attraversano il corridoio su cui si affacciano le diverse stanze.

La coppia entra in una camera lasciando la porta aperta.

Entra anche Mike che richiude la porta.

È una stanza da letto, piuttosto spoglia e squallida. L’uomo si siede in un angolo rimanendo in silenzio.

La donna prende la mano di Mike e se la infila tra le cosce.

Mike

Aspetta. Ho bisogno di andare in bagno.

La donna lo fa passare. In fondo alla stanza c’è un piccolo bagno.

Mike entra e richiude la porta. Si guarda allo specchio, sporco e crepato.

Si fruga fra le tasche ed estrae il coltello a serramanico. Fa scattare la lama.

La fissa morbosamente.

Improvvisamente sentiamo del trambusto provenire dalla camera da letto.

La musica si blocca.

Delle urla, il rumore di passi concitati. Poi il silenzio.

Mike riapre la porta con cautela stringendo il coltello nell’altra mano.

Nella camera non c’è più nessuno. La sedia è stata rovesciata, la porta è socchiusa.

Mike si guarda intorno confuso.

Una mano guantata compare alle sue spalle; stringe un fazzoletto imbevuto di cloroformio che preme violentemente sul viso di Mike.

Lui viene colto di sorpresa e inala l’essenza. Si libera dalla presa in modo impacciato. La mdp resta fissa su di lui. Barcolla, inciampa e cade a terra perdendo i sensi.

INT. CASA BOSCO/CASA VECCHIA – NOTTE

Le braccia possenti del reverendo sfondano la porta d’ingresso e afferrano Mike trascinandolo fuori.

I due piombano improvvisamente all’interno di un’altra casa, quella della vecchia vestita di nero, vista all’inizio del film.

Mike e il reverendo rotolano a terra; il ragazzo si libera dalla presa.

Mike

Che diavolo sta facendo?!

Reverendo

(guardandosi attorno)

Maledizione, non c’è più tempo!

Mike

Cosa?!

La porta d’ingresso risucchia il reverendo all’esterno e si richiude violentemente.

Mike si precipita verso l’uscio e cerca di aprirlo, ma è inutile. Prova a sfondarlo con la spalla, ma senza risultati. Si ferma e cerca di riprendere fiato. Si guarda attorno studiando l’ambiente.

Mike

Ma… ma questa è l’abitazione della vecchia… come … come è possibile?

Riconosciamo la cucina in pessimo stato, la brocca piena di limonata sul bancone e le numerose statuine religiose con le raffigurazioni di santi che addobbano i mobili e le pareti.

Sentiamo dei passi provenire dal corridoio. Sopraggiunge la madre di Mike, con un’espressione serena e sorridente.

Madre Mike

(rivolgendosi al figlio)

Guarda, sei tutto sporco di terra. Su, vatti a cambiare.

Non vorrai che ti veda in questo stato.

Mike

(balbetta, allibito)

Ma-mamma… cosa…

Madre Mike

Forza, fila in camera tua, giovanotto!

I vestiti puliti sono sul letto.

Voce maschile (VFC)

Spero di non disturbare.

Dal corridoio vediamo emergere la figura del reverendo.

Indossa il suo lungo abito nero, ma l’espressione è molto più rassicurante e distesa.

Madre Mike

Venga, Padre Justin.

Non faccia caso a Mike, è stato tutto il pomeriggio a giocare in giardino.

Mike assiste alla scena , sempre più incredulo.

Padre Justin

Beata gioventù. Sono sempre pieni di energia.

Madre Mike

(baciando il figlio sui capelli)

Vai in camera tua, tesoro.

Mike guarda la madre attonito, per un’ultima volta. Poi ubbidisce e si incammina nel corridoio. Entra nella prima stanza che incontra e richiude la porta.

È la camera da letto di un bambino. Ci sono dei giocattoli, qualche vestito e un mucchio di colori e fogli bianchi sparsi a terra.

Madre Mike (VFC)

(sentiamo la sua voce proveniente dalla cucina)

Venga Padre Justin. Le offro un bella limonata.

Sentiamo l’eco indistinto di una sinistra ninna nanna.

Mike si porta le mani alle orecchie, sembra terrorizzato, come se non volesse ascoltare. Gli viene da piangere, ma cerca di trattenersi. È completamente disorientato.

Le luci si abbassano, l’ambiente viene avvolto dalla penombra come fosse discesa la sera.

Mike apre la porta e attraversa il corridoio. È completamente buio e solo una tenue luce filtra dalla stanza in fondo al corridoio.

Sentiamo degli strani rumori provenire da quella stanza.

Mike si avvicina e spia attraverso la porta semisocchiusa.

Vediamo Padre Justin baciare avidamente sul collo la madre di Mike, poi slaccia il vestito e passa ai seni.

La donna soffoca in gola dei gemiti di piacere. L’uomo, con una foga crescente, la stringe a sé e le alza la gonna.

Dettaglio degli occhi sgranati di Mike che fissano la scena. Distoglie lo sguardo, disgustato.

Si allontana dalla stanza cercando di non far rumore.

Attraversa il corridoio. Lo sguardo assente, perso nel vuoto. Rientra in cucina.

La ninna nanna sfuma.

Vediamo un uomo di spalle. È seduto al tavolo, con una mano fuma una sigaretta con l’altra stringe una bottiglia di liquore.

La mdp ci mostra il volto dell’uomo. È il padre di Mike, ringiovanito di alcuni anni.

Ha un aspetto estremamente trascurato. Una barba lunga da giorni, il viso stravolto, gli occhi umidi e sofferenti. È palesemente ubriaco.

Mike

Papà…?

Padre Mike

(fissando il vuoto, con la voce impastata)

Dovresti andare da tua madre.

Parte una musica.

Mike

P-perché…?

Padre Mike

(soffoca il pianto in gola)

Non le resta molto… valla a salutare figliolo…

Mike sembra ricordare lentamente. Sbianca in viso, le mani gli tremano.

Padre Mike

(alzandosi, barcollando)

Me l’ha portata via… l’ha infettata con il suo Male… ma Cristo si è portato via anche lui…

Il padre di Mike scoppia in un pianto disperato. Infrange la bottiglia contro il muro.

Mike si precipita angosciato verso la camera da letto.

Mike

(disperato)

Mamma!

Apre la porta della camera. Sua madre è distesa sul letto, il suo respiro è pesante e sempre più debole.

La mdp ci mostra il suo volto, smagrito e pallido. È ricoperto di vesciche e macchie rossastre. Anche le braccia ossute sono tempestate di bolle pulsanti e croste.

Mike trasale vedendo la madre ridotta in quello stato.

Mike

(con le lacrime agli occhi)

Mamma…

Madre Mike

(con un filo di voce, sforzandosi di sorridere)

Mike… tesoro mio… promettimi che diventerai un grande scrittore… hai talento… te l’ho mai detto?

Mike

Sì.. sì, mamma. Me l’hai detto.

Madre Mike

Io… io sarò sempre con te… non dimenticarmi…

(in tono quasi supplichevole)

non dimenticarmi… mai.

La madre di Mike sta perdendo definitivamente le forze.

Madre Mike

(con le ultime forze, e lo sguardo sempre più assente)

Le tue passioni, Mike… segui… sempre le tue passioni… non avere rimpianti… mai.

Le forze abbandonano definitivamente la donna.

Lo sguardo vitreo, privo di espressione. Il braccio che penzola ai bordi del letto.

Mike stringe i pugni, le lacrime scendono copiose dalle sue guance. Chiude delicatamente gli occhi della madre.

Mike

Non ti ho mai dimenticata…

Mike esce dalla stanza, il suo sguardo si carica di rabbia e rancore.

La musica sfuma.

Attraversa la cucina e con un devastante calcio sfonda la porta d’ingresso.

Corre attraverso il bosco con tutta la forza che ha.

Mike

(urlando)

Mamma!!

EST. BOSCO – NOTTE

Seguiamo la folle corsa di Mike attraverso il bosco, con una camera mano.

Sentiamo il suo respiro sempre più affannoso.

Mike raggiunge finalmente la casa ma si blocca di colpo. La fissa agghiacciato.

La casa è attraversata da decine e decise di profonde crepe, dalle quali sgorga sangue in gran quantità. Sembra che stia per collassare su se stessa.

Ai piedi dell’abitazione un’immensa poltiglia di sangue mista a fango, una palude viscosa e inquietante.

Mike

Mamma…

Parte una musica.

Mike corre verso la porta d’ingresso.

Padre Justin

Io non entrerei fossi in te!

Mike si volta prontamente.

Padre Justin è a braccia aperte come il peggiore dei preti. Sfoggia un sorriso diabolico.

Mike

Hai architettato tutto fin dall’inizio per fare in modo

che la malattia si impadronisse di mia madre! Di nuovo!

Padre Justin

Esatto. Uccidendo Alastor, ovvero la tua reale essenza maligna, hai reso la casa incustodita e così hai permesso che la malattia si impadronisse del corpo di tua madre. Di nuovo. Quella vecchia in nero non faceva altro che partorire figli infetti e mostruosi. Non capiva che il suo destino era quello di contaminare un corpo ben preciso e nessun altro. Quello di tua madre.

(indicando la casa)

Guardala. Guarda in che stato è ridotta. Sta morendo, non potrai salvarla.

Non puoi fare più niente… proprio come in passato.

Mike

No! Non questa volta!

Mike si volta e corre verso il portico della casa.

Padre Justin

Fermo dove sei!

O i tuoi amici ne pagheranno le conseguenze!

Mike si volta.

Padre Justin è ora fra due grandi croci di legno, piantate a terra a testa in giù. Crocifissi sulle due croci ci sono Tyler e Amanda. Entrambi a testa in giù.

Lei piange, travolta dal panico e dalla disperazione. Lui soffoca in gola le lacrime, ma trema dalla paura e guarda Mike, come supplicandolo.

Mike

(sconvolto)

No! Maledetto!

Loro non c’entrano! Lasciali stare!

Padre Justin

C’entrano eccome se possono impedirti di farti entrare in quella casa.

Se solo non fosse scappata avrei catturato anche la puttanella.

Mike è bloccato, continua a lanciare occhiate verso la casa ormai sul punto di crollare, ma al tempo stesso tiene d’occhio i due amici, legati alle croci.

Amanda

(piangendo disperata)

Aiutaci, Mike! Ti prego!!

Tyler non dice nulla. Si limita a fissare Mike, con un’espressione, sì stravolta dal terrore, ma al tempo stesso lucida e cosciente.

Mike

(portandosi le mani ai capelli, in conflitto con se stesso)

Io… io… non so cosa fare…

(con le lacrime agli occhi)

Mia madre sta…

Gli occhi di Padre Justin si fanno neri come la notte; il suo sorriso si ingigantisce rivelano fauci fameliche e deformi. Dalle dita spuntano artigli sporchi, ma terribilmente affilati a aguzzi.

Padre Justin

(con la voce mostruosamente deformata)

Avvicinati a me e libererò i tuoi amici.

Amanda urla, cerca di dimenarsi.

Mike

Io non… non posso… mia madre… sta… sta morendo…

Tyler

(con le lacrime agli occhi, cercando in tutti i modi di farsi coraggio)

Mike, vai! Salva tua madre, amico!

(interrotto dal pianto)

Puoi farlo… so che ce la puoi fare!

Amanda

(esagitata)

Nooo!!

Mike e Tyler si scambiano un ultimo disperato sguardo, poi Mike annuisce e con uno scatto sfonda la porta di casa entrando violentemente nell’abitazione.

Padre Justin

(furioso)

E sia!

Un gesto fulmineo e con le unghie affilate il reverendo taglia la gola di Tyler e Amanda.

Sul collo dei due si forma un devastante squarcio e i loro volti sono inondati di sangue.

La musica sfuma.

INT. CASA – NOTTE

Mike entra nella casa sfondando la porta.

Le pareti e il pavimento di carne pulsano e secernono sangue, come stessero soffrendo. Ci sono macchie scure imputridite che tappezzano le mura.

In cima alle scale c’è la vecchia vestita di nero. Non indossa più il velo, possiamo vedere il suo volto orrendamente scarnificato e ricoperto da una melma scura.

Dagli incavi degli occhi escono vermi viscidi e disgustosi. La bocca è scheletrica. La donna è come se avesse piantato radici nel pavimento di carne.

Allo stesso modo anche le braccia hanno assunto l’aspetto di rami rinsecchiti che si sono conficcati nelle mura avvelenandole.

La vecchia ride sguaiatamente; la sua mascella scheletrica sobbalza come se si stesse per staccare.

Mike nota la falce a terra; la recupera e corre verso la vecchia. I suoi occhi furenti sono ancora bagnati di lacrime per la morte dei suoi amici.

Sale le scale a grandi falcate.

Alza la falce verso l’alto, pronto a sferrare il colpo e senza alcuno indugio decapita la vecchia che lancia un ultimo urlo stridulo.

La testa rotola giù per le scale.

Mike si accanisce sul corpo ancora in piedi della vecchia.

Lo trafigge con decine e decine di colpi. Un liquido nero e melmoso schizza da tutte le parti.

Un ultimo colpo e il corpo si squarcia in due parti afflosciandosi a terra.

Si tramuta in una melma viscida e lentamente scompare.

Parte una musica.

Le mura della casa sembrano guarire, le macchie scure scompaiono e il sangue smette di gocciolare.

Mike ansimante e stremato si inginocchia a terra. Scoppia a piangere.

Mike

(toccando il pavimento di carne)

Ce l’ho fatta… ti ho salvato… mamma…

Il soffitto della casa si deforma, la carne si gonfia. Riconosciamo una bocca, un naso, degli occhi.

Dal soffitto emerge il volto completamente scuoiato della madre di Mike.

Il ragazzo alza lo sguardo verso l’alto. È atterrito nel vedere il viso di sua madre, così orrendamente sfigurato e grande tanto da ricoprire l’intero soffitto della stanza.

Madre Mike

(con voce lenta e deformata)

Sono tua madre. Conosco e accetto ogni parte di te… anche quella più spaventosa.

Non ti tradirò mai, figlio mio.

Con me sarai sempre al sicuro.

Mi hai guarito, Mike.

Sconfiggi Padre Justin e finalmente vivremo felici, per sempre.

Gli occhi di Mike si illuminano, come quelli di un bambino. Sembra ritrovare forza e coraggio.

Mike

Sì… finalmente felici…

Mike corre giù per le scale stringendo la sua falce ed esce dalla casa.

La musica sfuma.

EST. BOSCO – NOTTE

Mike esce dalla casa e si guarda attorno con cautela, brandendo la falce.

Mike

(urlando)

Fatti avanti, figlio di puttana!

L’ombra di Padre Justin vaga fra gli alberi. Emerge dalla vegetazione.

La sua stazza sembra ancora più massiccia e imponente. La bocca deformata da denti aguzzi e sanguinanti.

Padre Justin

L’unica puttana qui era tua madre.

Una vera cagna in calore.

Parte una musica.

Mike scatta rabbioso verso il reverendo sferrando violenti colpi con la falce, ma il prete evita puntualmente ogni colpo.

Padre Justin

Godeva come una troia quando la prendevo da dietro.

E tu te ne stavi buono nella stanza accanto.

Senza parlare di tuo padre che sgobbava a lavoro da mattina a sera.

Due autentici coglioni.

Mike

Stai zitto!!!

Padre Justin

Tua madre deve avermi odiato a morte quando l’ho piantata.

Sarà per quello che ogni volta che entro nella casa lei allunga quelle minuscole fetide braccia nell’intento di strapparmi il cuore.

Mi devo sempre rinchiudere in quella dannata vergine di ferro.

E non è certo comodissima, come potrai immaginare.

Tutto sommato è un bene che la facciamo finita.

Questa storia è durata troppo a lungo.

Mike sferra un altro colpo e ferisce il reverendo al braccio, ma lui sembra non sentire nulla e con i suoi micidiali artigli graffia Mike in pieno volto.

Profonde ferite solcano il viso del ragazzo da una parte all’altra.

Il prete si avventa su di lui. Mike cade all’indietro. Padre Justin è a cavalcioni sopra il ragazzo e inizia a tempestarlo di pugni.

Il reverendo è una furia, il volto di Mike una poltiglia di sangue e ossa incrinate. Il ragazzo non riesce a reagire.

Padre Justin gli strappa la camicia e sfiora il petto di Mike con i suoi artigli.

Padre Justin

Mi dispiace Mike, ma sei sempre stato e sarai un eterno perdente.

Sgozzare la tua ragazza non ti rende più forte.

Ti strapperò il cuore, Mike e poi me lo mangerò. E farò a pezzi quella casa, la brucerò.

E ucciderò tua madre, una, cento, altre mille volte.

E umilierò il suo cadavere o ciò che ne resta.

Perché IO sono il Male e tu sei solo una copia sbiadita. E tu continui a non ricordare.

Gli alberi sono ancora lì, il cielo è sopra di noi, la terra sotto i nostri piedi.

Ti ho in pugno!

Mike

(cercando di divincolarsi, stremato)

Che… che stai dicendo…

Gli artigli iniziano ad affondare nel petto di Mike, che lancia un urlo di dolore.

Padre Justin

(sussurrando nell’orecchio di Mike)

Sto dicendo che è finita.

La musica si blocca.

Silenzio.

Il reverendo alza gli artigli al cielo.

Mike urla disperato.

La lama di un’ascia si conficca nel cranio del prete.

Una profonda ferita taglia il volto di padre Justin in due.

Mike sgrana gli occhi.

Il prete sputa sangue.

Padre Justin

Chi… chi…è…

Un altro colpo ancora più profondo e violento.

La lama taglia fino ad arrivare alla bocca.

Due mani afferrano la testa del prete e spaccano il cranio in due. I bulbi oculari e brandelli di cervello cadono sul petto di Mike.

Il corpo del prete si accascia al suolo.

Mike si libera e scatta in piedi. Davanti a lui c’è Juliet che stringe un’accetta.

Mike

(sorpreso ma felice)

Juliet! Credevo fossi scappata!

Juliet

Non lo avrei mai fatto.

E poi quando ho trovato quest’accetta in mezzo al bosco mi sono detta che forse era il caso di usarla.

In questo posto si trova veramente di tutto!

I due si scambiano uno sguardo finalmente più disteso e sereno.

Mike le va incontro e l’abbraccia stringendola forte a sé.

Dettaglio degli occhi sbarrati di Mike.

INT. STANZA – NOTTE

Schermo nero. Sentiamo solo il respiro affannato di un uomo.

Mike (VFC)

Chi sei?

Soggettiva: davanti ai nostri occhi compare il volto di una persona ricoperto da un’inquietante maschera.

La maschera è sporca di sangue ancora fresco. Ci fissa, inclinando la testa prima da un lato e poi dall’altro.

Vediamo Mike completamente nudo e legato a una sedia con del nastro adesivo.

Il corpo trafitto da numerosi tagli, il viso tumefatto.

Machera

Sono sua sorella, figlio di puttana.

La figura si sfila la maschera e sotto di essa vediamo il volto di Juliet.

Dettaglio degli occhi sgranati di Mike. Sembra ricordare improvvisamente.

Parte una musica.

Flashback

Mike e Angie sono sul letto, con addosso solo la biancheria intima.

Scherzano allegramente fra loro.

Mike armeggia con il portafogli di Angie ed estrae la patente.

Mike

(guardando la foto)

Sei venuta benissimo.

Persino sulla foto della patente sembri in posa per una copertina di Vogue.

Angie

Già, come no. Sembro uno zombie!

Mike continua a spulciare nel portafogli ed estrae una piccola foto che ritrae Angie e Juliet al mare, in costume da bagno.

Mike

E chi è questo gran pezzo…

Mike si blocca in tempo.

Angie

È mia sorella, idiota.

Mike

(facendole la linguaccia)

Caspita, ho sbagliato sorella allora.

Angie

Lo so, è bella. Sei ancora in tempo per riportare indietro la merce.

Soddisfatti o rimborsati.

Mike fissa ancora per qualche istante la foto, affascinato dalla bellezza di Juliet, poi finalmente distoglie lo sguardo e bacia Angie.

Mike

Sono pienamente soddisfatto!

I due si uniscono in un bacio appassionato.

Stacco.

Siamo nella cucina dell’appartamento.

Mike e Angie stanno facendo colazione. I volti sereni, le espressioni allegre. Alle loro spalle c’è il frigorifero. Dettaglio di alcune foto appiccicate all’elettrodomestico.

Una ritrae Mike assieme a Tyler e Amanda, un’altra Mike e Angie che si baciano, un’altra ancora Angie e Juliet che sorridono davanti alla Torre Eiffel.

Fine Flashback

La musica sfuma.

Torniamo nella squallida stanza immersa nella penombra.

Le pareti scrostate. Catene che penzolano dal soffitto.

Attrezzi sadomaso di ogni tipo e una croce di S.Andrea fissata al muro.

Juliet stringe un gatto a nove code alle cui estremità sono legati degli artigli acuminati. Fissa Mike con uno sguardo carico di odio.

Mike

(atterrito e senza parole)

Io…io…

Juliet lo aggredisce con un pugno. Mike sputa del sangue.

Juliet

(facendo avanti e indietro per la stanza)

Ti è andata male, Mike.

Io ho da sempre frequentato questo posto e anche Angie da quando è rimasta senza soldi.

Lei si confidava con me, con la sorella puttana. Quella che la famiglia aveva disconosciuto.

Lei non mi aveva mai voltato le spalle.

Mi diceva di quanto fosse misera la vita con un inetto come te.

Si era pentita di averti dato fiducia e meditava di lasciarti.

Voleva farlo a giorni. Mi aveva chiesto di aiutarla a portare via le sue cose.

Mike è ancora sotto shock, non crede ai suoi occhi. Balbetta, sembra rendersi conto solo ora di cosa ha fatto.

Juliet

Sono entrata nel tuo appartamento e… e l’ho vista.

Mike

Co-come hai fatto a entrare?

Juliet

Angie mi aveva dato le chiavi.

Diceva che stavi andando fuori di testa, non si fidava più di te.

(con la voce rotta dal pianto)

L’ho vista… lì, per terra… in quello stato.

Neanche una bestia l’avrebbe mai ridotta così!!

In preda all’ira Juliet sferra un colpo con il gatto a nove code e il busto di Mike viene inciso da una serie di profondi graffi. Il ragazzo lancia un urlo.

Juliet

Lo sapevo che eri stato tu. L’ho capito subito.

Ti avrei cercato in capo al mondo se necessario e ti avrei fatto a pezzi con le mie mani.

Sono tornata alla villa per chiedere aiuto a Malcom e ai suoi scagnozzi e ti ho trovato lì, seduto al divano a flirtare con una donna, in tutta tranquillità, come se nulla fosse.

Mike

Io… io non…

Juliet

Non sforzarti di parlare, non servirebbe a niente.

Tanto sei già morto.

Un altro colpo e gli artigli si infilano sotto la pelle di Mike per poi strappare lembi di cute sanguinante. Ancora altre urla.

Juliet

Fino a poco tempo fa ero una di quelle puttane che viveva per strada.

Poi ho conosciuto Malcom e lui mi ha offerto protezione, ma so di cosa sono capaci gli uomini.

Ho vissuto immersa negli anfratti più corrotti e malsani della città.

Ho dovuto imparare a uccidere per scampare alla follia di certi invasati.

(rabbiosa, a pochi centimetri dal volto di Mike)

Non venirmi a dire che è stato il diavolo o qualche vocina insistente a farti sgozzare mia sorella.

Il male o cazzate del genere non esistono.

Ci sono solo gli uomini e la loro mente malata.

Parte una musica.

Mike

(con le sue ultime forze, alzando gli occhi tumefatti verso Juliet)

È vero… non c’è… non c’è nessun anticristo.

Ho sgozzato Angie e… e… mi è piaciuto.

(scoppiando in una risata folle)

Se non fossi legato a questa sedia… mangerei anche te.

Comincerei a morderti la gola… e poi il ventre… lì sotto si nasconde tanta di quella roba…

Juliet lo guarda allucinata, impietrita da quella confessione.

Mike

(le risate si mischiano al pianto, folle e isterico)

È dentro di me… è parte di me… e non riesco più a domarla.

Aiutami, Juliet. È insaziabile.

(facendosi serio, con uno sguardo improvvisamente famelico)

Sono insaziabile! Aspetta che mi liberi e ti sbudello come una cagna.

In questo sono bravo, ho un vero talento.

È il mio talento! È parte di me, non posso più nasconderlo… devo…

(con un ghigno)

devo condividerlo con gli altri.

Mike sembra riacquistare le forze, inizia a divincolarsi cercando di rompere il nastro adesivo. Esplode in una forza inarrestabile e inquietante. La sedia inizia a traballare. Lui urla come un ossesso lanciando improperi.

Mike

Ti apro in due come ho fatto con quella puttana di tua sorella!!

Juliet esplode e si avventa su Mike. Lo tempesta di colpi devastanti con il gatto a nove code.

Una tempesta di artigli incide la carne di Mike sollevando lembi sempre più grandi di pelle.

Schizzi di sangue imbrattano tutta la stanza.

In sottofondo le urla strazianti di Mike.

Juliet è inarrestabile, sferra colpi sempre più violenti. Frammenti di carne rimangono appiccicati ai suoi vestiti.

Mike smette di urlare.

Juliet, stremata, si ferma.

La musica sfuma.

Il corpo di Mike è quasi completamente scarnificato; lembi di pelle penzolano dalle braccia e dal busto. Emergono a vista i tessuti muscolari e la carne viva che sanguina copiosamente.

La testa di Mike ricade all’indietro. Sul suo volto un espressione, quasi di liberazione.

I suoi occhi si chiudono.

Juliet lascia cadere la frusta. Trema, è ancora fortemente affaticata.

Si fruga in tasca e prende un cellulare.

Juliet

(guardano Mike)

Non te la caverai così facilmente.

Juliet compone un numero.

Juliet

(al telefono)

Devo denunciare un omicidio. Una carneficina.

EST. BOSCO – NOTTE

Mike sta abbracciando Juliet.

Dettaglio degli occhi sgranati del ragazzo. Tossisce, si scosta dalla ragazza e si guarda il ventre.

Juliet stringe un coltello a serramanico, mentre la camicia di Mike è intrisa di sangue all’altezza del ventre.

Mike indietreggia, dolorante, portandosi le mani alla pancia.

Mike

Juliet…

Juliet

(gelida, inespressiva)

Solo io posso ucciderti. Solo io posso infliggerti ciò che meriti.

Padre Justin o chiunque altro non avrebbe potuto scalfirti.

Saresti sempre e comunque rinato.

In questo luogo sei tu a decidere le regole, ma ciò che è stato non può essere cambiato e devi sottostare alla realtà di quello che è successo.

La tua coscienza non lo può cancellare.

(avvicinandosi lentamente)

Sei un’anima persa, Mike.

Non ti è rimasto più nessuno e ormai è troppo tardi per rimediare agli errori. Sei…

Mike

(in tono di resa, con lo sguardo perso nel vuoto, ma lucido)

sono morto.

Un bagliore bianco invade la scena.

INT. OSPEDALE – GIORNO

Siamo nella camera di un ospedale. Primo piano del volto tumefatto di Mike. È intubato.

La mdp allarga l’inquadratura. Il ragazzo, in stato di incoscienza, è sul letto collegato a decine di tubicini a loro volta connessi a macchinari che emettono bip regolari.

Nella stanza c’è Amanda, il viso stravolto, gli occhi ancora arrossati per il pianto.

Alle sue spalle un piccolo televisore appeso alla parete. Sta andando in onda il servizio di un telegiornale.

La giornalista è davanti alla grande villa.

Giornalista

Gli ultimi aggiornamenti sulla notte di sangue appena trascorsa.

È ormai accertato che le impronte ritrovate sui cinque cadaveri siano di Mike Sullivan, un giovane aspirante scrittore disoccupato.

Ricordiamo che il ragazzo ha brutalmente ucciso Angie Prescott nel suo appartamento e poi ha compiuto un massacro in questa villa alle mie spalle, utilizzata come casa di appuntamenti per scambisti e prostitute.

Grazie a una misteriosa segnalazione anonima la polizia ha ritrovato, negli scantinati della villa, il corpo seviziato di Mike Sullivan. Al momento non ci sono sospettati, ma si pensa a un regolamento di conti dato che una delle vittime della follia omicida del ragazzo è proprio Malcom Weathers, un protettore e uno spacciatore di droga.

Amanda prende il telecomando e spegne la televisione, infastidita.

Nella stanza entrano Tyler e il padre di Mike.

Tyler regge un pacco con delle brioche e un cappuccino che dà alla ragazza.

Tyler

Prendi, ti farà bene mangiare un po’.

Padre Mike

(esausto, si siede su una poltroncina)

I giornalisti sono accalcati fuori dall’ospedale.

Non hanno il benché minimo rispetto.

Sarà un’impresa uscire questa sera.

Tyler

Se necessario mi farò avanti con la forza.

Devono avere rispetto, cazzo.

Parte una musica.

La mdp si avvicina agli occhi di Mike. Sono chiusi ma si intuisce un certo movimento sotto le palpebre.

Amanda nota subito il particolare.

Amanda

(sfiorando la mano di Mike)

Guardate. È come se stesse… sognando.

Tyler

(guardando l’amico, con uno sguardo rassegnato, privo di speranza)

I dottori hanno detto che c’è ancora attività cerebrale.

Magari la sua mente sta ancora elaborando informazioni, magari ci sta perfino sentendo.

Nessuno sa cosa si prova in quella condizione.

Chissà, forse sta facendo i conti con la propria coscienza…

Amanda

(con le lacrime agli occhi)

O magari è sul punto di risvegliarsi. E ci racconterà tutto.

Come sono andate realmente le cose.

Padre Mike

(con lo sguardo perso nel vuoto)

Le cose sono andate come dicono i giornali. Non c’è altro da sapere.

Mike era già morto da tempo. Lo sapevamo tutti.

Amanda si volta verso il padre, con aria infastidita. Tyler invece sembra annuire impercettibilmente.

Padre Mike

Sapete come è morta sua madre?

Tyler

Non ce l’ha mai detto.

Non era una cosa di cui parlava volentieri.

Padre Mike

Sifilide. Aveva una relazione con il reverendo della nostra comunità, quando vivevamo ancora fuori città.

Lo avevo scoperto da tempo, a sua insaputa, ma l’amavo troppo.

Mi dicevo che se il prezzo da pagare per averla era dividerla con un altro uomo, l’avrei sopportato. Mi illudevo che prima o poi le sarebbe passata.

Poi il prete, si chiamava Padre Justin, non venne più a farci visita.

Lei cadde in una sorta di depressione, si rinchiuse in se stessa.

Coltivò il rapporto con Mike in maniera quasi morbosa e simbiotica, come se volesse colmare il vuoto lasciato da quella perversa relazione.

Dopo un po’ di tempo venni a sapere che quel reverendo aveva molte altre relazioni.

Era solito sedurre donne, giovani, vergini e darsi ai più sporchi piaceri.

Abbandonò la nostra comunità quando tutte le sue vite parallele vennero a galla e soprattutto quando si venne a sapere che aveva contratto la sifilide.

Mia moglie aveva nascosto i sintomi fino all’ultimo, per vergogna.

Quando mi accorsi della malattia era troppo tardi.

Nel giro di poco tempo il suo stato di salute degenerò in maniera irreversibile, fino alla morte.

Mike non ha mai superato la morte di sua madre. Mai.

La mdp si avvicina a Mike, ai suoi occhi e si immerge in essi.

La musica sfuma.

EST. BOSCO – ALBA

La luce fredda del primo mattino inizia a rischiarare il bosco.

Mike, ferito all’addome, indietreggia mentre Juliet avanza inesorabilmente verso lui stringendo il coltello.

Juliet

Stai morendo, Mike e verrai ricordato come un mostro.

Un folle squilibrato che ha sgozzato e mangiato la sua ragazza.

Mike

(ripetendo fra sé e sé, ossessivamente, come fosse assente)

Sto morendo… sto morendo…

Juliet raggiunge Mike e con freddezza infligge un altro colpo all’addome.

Mike è incapace di reagire, continua a indietreggiare avvicinandosi alla casa.

Juliet

Tuo padre sarà marchiato a vita.

I tuoi amici non si daranno pace: “come abbiamo fatto a non capire che fosse così pericoloso?!”.

Con estrema calma Juliet trafigge anche il fianco e poi il petto.

Mike sputa sangue, inizia a barcollare. Gli indumenti sono ormai completamente intrisi di sangue.

Mike

Io e mia madre… insieme… saremo finalmente felici… solo io e lei…

(dopo una pausa)

Posso ucciderti.

Juliet spalanca gli occhi.

Un improvviso terremoto. In cielo si formano mastodontiche nubi trafitte da fulmini accecanti.

Il terreno si spacca, attraversato da profonde crepe. La mdp sorvola il bosco e ce lo mostra dall’alto.

Parte una musica.

Un’intera montagna inizia a sprofondare, come anche il piccolo paesino. Tutte le abitazioni vengono inghiottite dalla terra che a sua volta sprofonda nel nulla. Vediamo centinaia e centinaia di alberi che cadono al suolo e svaniscono risucchiati verso il basso. Persino le nubi vengono risucchiate, formando decine di spaventosi tornado che puntano verso il nulla.

L’intero paesaggio viene frantumato e cade in un abisso oscuro e senza fondo.

Torniamo su Mike e Juliet.

La terra viene erosa ai lati e l’abisso si avvicina sempre di più ai due fagocitando ogni cosa.

Juliet è spaventata, non sa dove scappare.

Mark inizia a correre verso la casa, gemendo per il dolore e tamponandosi le ferite.

Raggiunge il portico e afferra la maniglia della porta per entrare, ma Juliet lo blocca.

L’abisso sta per divorare tutto.

Juliet

(urlando)

Fammi entrare!!!

Mike le sorride in modo sinistro. Con un violento calcio al ventre si libera dalla presa e Juliet cade nel vuoto lanciando urla disumane. Il suo corpo viene risucchiato dal buio più profondo.

Mike si ritira in casa e richiude subito la porta.

Tutta la terra intorno all’abitazione è stata erosa, ogni cosa è sprofondata nell’abisso e vediamo la vecchia casa fluttuare, sospesa nel nulla. Intorno ad essa il buio più totale e una sconfinata desolazione.

Stacco.

Siamo all’interno della casa.

Mike barcolla, è ormai allo stremo delle forze. Le gambe non lo reggono più. Cade a terra.

Mike

(sfinito)

Ho distrutto tutto… siamo solo io e te, mamma.

Saremo felici per sempre…

Le mura e i pavimenti si fanno di carne e sangue. Ritornano a pulsare di vita.

Mike si rannicchia in posizione fetale. Il suo sguardo è finalmente sereno, disteso. Abbozza quasi un timido sorriso. Sembra improvvisamente ingenuo e indifeso come un bambino.

Una sorta di membrana trasparente e viscida avvolge completamente il corpo di Mike.

Dettaglio dei suoi occhi: si chiudono lentamente.

La mdp riprende il corpo di Mike dall’alto, avvolto in una sorta di sacco amniotico.

La mdp esce dalla casa.

La vediamo fluttuare nel nulla.

Schermo nero.

La musica sfuma.

Silenzio.

Sentiamo solo il suono di un bip, prolungato e ininterrotto.

Seguono dei rumori concitati e delle voci.

Voce Amanda

(tremante, isterica)

Mike!! Tyler… oh mio Dio… Tyler!!

Voce Tyler

Calmati, Amanda!

Dobbiamo chiamare un dottore.

Amanda urla.

Sentiamo un rumore di passi affrettati, c’è confusione. Amanda scoppia a piangere.

Voce maschile

Portatela fuori!

Continua il caos, rumori sempre più indistinti. E in sottofondo il costante bip prolungato.

Poi il silenzio.

Partono i titoli di coda.

Sullo sfondo vediamo la casa fluttuare nel vuoto, in un abisso oscuro e senza fine.

La mdp si allontana lentamente. La casa diventa un puntino sempre più piccolo immerso nel buio.

Diretto da

ROB ZOMBIE

Con

JOEL KINNAMAN ……………………………………………………….. Mike

LAUREN GERMAN ……………………………………………………… Juliet

RYAN KWANTEN ……………………………………………………….. Tyler

TARYN MANNING ……………………………………………..……….. Angie

JORDAN LADD …………………………………………………..…… Amanda

CLANCY BROWN …………………………………………….…. Padre Justin

MICHELLE FORBES …………………………………………. Madre di Mike

XANDER BERKELEY ……………………………….………… Padre di Mike

Soggetto e sceneggiatura di

Matteo Marchetti

Questo film è fittizio e partecipa ad un gioco di cinema virtuale, non si intende sfruttare in nessun modo l’immagine delle persone citate.

www.cinematik.it

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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