Buona visione

Oren Productions

Le luci del dolore

Appare sullo schermo il logo della casa di produzione

Il logo si dissolve

SCENA 1 – SERA. INTERNO ALLOGGIO

Ci troviamo in una piccola camera da letto, vediamo una

bimba piccola, bionda, dal viso molto dolce, saltare

divertita sul letto di quella che sembra essere la camera

dei genitori.

Sara Green

Udiamo provenire dalla camera vicina delle voci. La MDP si

sposta entrando in una grossa sala da pranzo con un grosso

tavolo in disordine (segno che hanno finito di cenare).

Non molto distante dal tavolo, su una vecchia poltrona

sgangherata, vediamo seduti un uomo molto giovane con un

bimbo seduto sulle sue gambe. Entrambi sono intenti a

guardare una partita di football.

Simon Green

Thomas Green

La Mdp continua a muoversi nella casa, entrando questa

volta in cucina dove si trova una donna, molto

bella (bionda come la bimba). E’ intenta a rimettere in

ordine e lavare i piatti.

Grace Green

Improvvisamente la donna sbuffa spazientita, si sfila via

i grossi guanti di gomma gialli che indossa, li getta

incurante sul lavello, avviandosi svelta verso la sala da

pranzo, dove si ferma appena oltre la porta a fissare con

sguardo serio l’uomo e il bimbo sulla poltrona.

Udiamo la voce dei cronisti arrivare dalla tv.

CRONISTA SPORTIVO1

Signori miei questa sarà

sicuramente ricordata come la

partita più pazza della storia

del football. Penso che il mio

collega sia d’accordo con me.

Giusto Worren?

CRONISTA SPORTIVO 2

Caro Mike io nella mia carriera

ne ho viste di partite assurde ma

è dal ’60 che faccio questo

lavoro ed in trentacinque anni

non ho mai visto nulla del

genere!

L’uomo sorridente scherza e commenta la partita con il

bimbo poi, sentendosi osservato, si volta con viso

sorridente verso la moglie che ormai sta per scoppiare

SIMON

Tesoro, tutto bene?

GRACE

Tutto bene? Me lo chiedi pure?

Non senti tua figlia che sta

distruggendo il letto a forza di

saltarci sopra?

SIMON

Scusami tesoro, ma sai che quando

io e Thomas guardiamo i Chicago

Bears ci immergiamo totalmente

nella partita. (rivolgendosi al

figlio) Vero Thomas?

Il figlio guarda il padre e, incrociando le braccia con

sguardo serio, fa un cenno di assenso verso di lui!

THOMAS

Giusto papà!

Il padre sorridente gli mette una mano in testa

scompigliandogli i capelli, il bimbo sorride divertito.

PP sul volto della donna che alza gli occhi al cielo e si

dirige dritta verso la camera da letto urlando alla figlia

che continua instancabile a saltellare.

GRACE

Sara ti do tre secondi per

scendere dal letto e lavarti i

denti…

La voce della donna si allontana, l’inquadratura torna su

padre e figlio alla poltrona.

SIMON

Visto Thomas? La mamma adesso è

arrabbiata, quindi sarà meglio

andare a letto prima che se la

prenda anche con te.(ride)

THOMAS

(mette una mano sulla spalla

del papà)Papà lo so, sarebbe

meglio un mondo senza

femmine. (dice con volto

serio)

L’uomo stupito scoppia a ridere sorpreso per la

convinzione che il figlio aveva nel pronunciare la frase.

Tornando serio, mette una mano sulla spalla del figlio.

SIMON

Figliolo, quello che dici è una

sacrosanta verità ma

ricordati, senza di loro il

mondo sarebbe un posto molto

brutto. E soprattutto sappi che

vanno sempre rispettate. Capito

campione?

THOMAS

Certo papà, capito!

SIMON

Bene campione adesso vai a

dormire, il papà deve andare a

lavoro.

THOMAS

Voglio venire con te papà? Posso?

Posso?

SIMON

No figliolo, ormai è notte e di

notte al casello fa freddino.

Adesso vai a nanna, domani

mattina ti prometto che appena

torno, ti sveglio e andiamo a

comprare il regalo di Natale a

Sara e alla mamma, ok?

Thomas ci pensa un pò, poi guarda il padre.

THOMAS

Ok, ma solo se compriamo anche il

mio regalo domani. (dice

dispettoso)

SIMON

Ok Thom, compriamo anche il tuo,

ti lascio scegliere quello che

vuoi.

Il bimbo sorride ed abbraccia il padre che a sua volta lo

abbraccia, lo afferra e lo fa scendere dalle sue gambe.

SIMON

(gemito per lo sforzo nel

sollevare il figlio) WOW

…Stai diventando pesante?

THOMAS

Papà io ormai sono grande, ho già

dieci anni!

SIMON

Già, stai crescendo, a nanna

adesso, sù.

Il bimbo si avvia verso la camera dove si trovano la mamma

e la sorella, la mamma è intenta a mettere il pigiama alla

bambina che fa i capricci non stando mai ferma.

GRACE

Thomas, anche tu lavati i denti e

metti subito il pigiama, poi a

nanna.

Il bimbo sbuffa dirigendosi verso il bagno.

GRACE

Sara, tu va a salutare tuo padre

e poi a nanna anche tu.

La bimba scende dal letto sorridente e corre verso il

papà, la vediamo in soggettiva del padre correre verso di

lui sorridente.

Il papà la abbraccia prendendola in braccio.

SIMON

Notte piccola mia, fai la brava,

non fare arrabbiare la mamma.

SARA

(con sguardo serio)

Si papà io sono brava in questi

giorni, perché la mamma mi ha

detto che sennò Babbo Natale non

mi porta il regalo domani.(fa un

cenno di no ripetuto con la

testa)

SIMON

Si è vero piccola, non porta

regali ai bimbi che non ascoltano

la mamma e il papà. Quindi adesso

a dormire. Notte tesoro.

La bacia e la rimette a terra, la bimba corre a passi

piccoli nuovamente verso la camera da letto.

La moglie esce da quest’ultima stremata e si avvicina al

marito baciandolo.

GRACE

Buon lavoro tesoro, copriti,

stasera fa freddo, anzi, troppo

freddo anche per essere il 23

Dicembre.

SIMON

Tranquilla amore, al casello ho

una stufetta che sicuramente

George ha già acceso, quindi la

cabina sarà bella calda. Poi la

notte ci son poche macchine,

aprirò poco la finestrella.

Sorride alla moglie, la bacia ancora e si avvicina alla

porta, prende una giacca appesa all’attaccapanni ed esce

chiudendosi la porta alle spalle.

Parte una musica

SCENA 2 – SERA STRADA

Sui muri degli edifici della citta vediamo partire i titoli di testa

Regia: Paul Braun

Simon esce dal portone trovandosi su un marciapiede poco

affollato. Alza le testa verso il cielo, è buio, vediamo

un esile fiocco di neve scendere ondeggiando fino a

posarsi sulla sua fronte.

James Franco

Un brivido lo percorre, tira su la lampo del giubbotto,

alza bene il colletto fino a coprirgli le orecchie e mette

le mani in tasca. Si volta incamminandosi.

Rachel Bilson

Oliver Jacksn Cohen

LA MDP LO SEGUE ALLE SPALLE PER TUTTA LA SCENA

Simon va avanti per circa due isolati, poi gira a

destra. Si guarda intorno, osserva curioso tutto ciò

che accade, nelle strade della città. Si ferma al ciglio

del marciapiede, attende il passaggio di due auto ed

attraversa le strisce pedonali. Continua avanzando dritto.

Christoph Waltz

Patrick Wilson

La MDP continua a seguirlo. Una donna di colore,

dall’altro lato del marciapiede, sta malmenando un uomo

con la borsetta, Simon scuote la testa accennando un

sorriso. Si volta a sinistra, imbocca una piccola via e,

alla fine di questa, vediamo un grosso ponte con due

cabine in mezzo alle corsie, una per ogni senso di marcia.

Simon camminando da gli ultimi due tiri veloci ad una

sigaretta, la butta, afferra la maniglia del casello, apre

la porta ed entra.

Daniel Graig

 Zachary Quinto

SIMON

Ciao George! (brrrrrrr)Che

freddo! Noto con piacere che la

stufa è accesa!(sorride al

collega)

GEORGE

E’ inutile che mi distrai

parlando della stufa! Dimmi

coraggio!

SIMON

(con un sorriso) Cosa vuoi

che ti dica?

George, un enorme uomo di colore, si alza sorridente,

comincia a dare forti e fragorose manate sulla spalla di

Simon, quest’ultimo ride imbarazzato!

SIMON

Ok, ok amico, mi hai beccato.

George scoppia a ridere di gusto, vediamo Simon prendere

il portafogli, tirane fuori due biglietti da venti dollari

e darli al collega che glieli strappa dalle mani.

GEORGE

Amico quante volte ti ho detto di

non scommettere con me.

SIMON

(Sorridente) Dannati Bears, mi

costano un capitale.

Punta l’indice destro verso George, dettaglio del dito che

si ferma a mezzo centimetro dal naso

SIMON

Due punti amico, hanno perso per

due punti.

Il suo collega alza le braccia come a dire che non fa

differenza. Lo saluta ed esce dalla cabina ridendo. Anche

Simon divertito si siede sulla sua postazione.

Un’auto arriva, si ferma, Simon la guarda!

SIMON

Buonasera, Tre dollari e un

quarto grazie!

L’uomo nell’auto gli dà della moneta, Simon la conta,

mette in cassa e poi spinge un pulsante aprendo la sbarra.

L’auto si allontana dall’inquadratura. Simon chiude la

piccola finestrella incrociando le braccia per ripararsi

dal freddo.Stacco

Fine musica

SCENA 3 – MATTINO. INTERNO ALLOGGIO

La porta si apre, Simon è tornato a casa. Cammina facendo

attenzione a non far rumore, la casa è silenziosa, non si

sente volare una mosca. Si avvicina al frigo, lo apre

estraendone un cartone di latte, beve avidamente.

All’improvviso, una voce alle sue spalle.

GRACE

Tesoro, ma eri assetato?

Simon resta bloccato in quella posizione, si volta

lentamente verso la moglie. Lei scoppia a ridere vedendolo

fermo immobile, con il cartone del latte ancora in bocca.

Lui lo abbassa.

SIMON

Amore a momenti mi viene un

infarto.

La donna gli fa cenno di far silenzio, mettendosi un dito

sulle labbra.

GRACE

Fa’ silenzio, non vorrai

svegliare i bambini?

Vediamo il dettaglio di una mano, che afferra la vestaglia

della donna tirandola. Grace, fa una faccia rassegnata al

marito.

GRACE

Troppo tardi!

Simon, fa una faccia dispiaciuta verso la moglie, lei si

volta vedendo il piccolo Thomas alle sue spalle.

THOMAS

Mamma, io ho fame!

GRACE

Tesoro che fai già sveglio? E’

ancora presto, potevi dormire un

altro po’?

THOMAS

No, io devo andare con papà! Mi

ha promesso che stamattina,

andavamo a comprare i regali di

Natale.

Grace si volta verso il marito, ha un’aria arrabbiata.

Simon dopo un attimo di silenzio, guarda gli occhi del

figlio (dettaglio dello sguardo felice del bimbo)

SIMON

Vero, confermo, io e il campione

stamattina abbiamo da fare.

THOMAS

(felice ed esultante) Si

Yeeaaaahhh… Andiamo a

comprare i regali, andiamo a

comprare i regali.

Il padre gli fa cenno di far piano, intanto Grace

rassegnata, sta già mettendo mano ai fornelli per

preparare la colazione al figlio.

GRACE

Thomas va’ a vestirti se vuoi

andare con tuo padre.

Poi si rivolge al marito.

GRACE

Non fargli prendere troppo

freddo, sai che si prende subito

la tosse.

SIMON

Tranquilla amore, adesso lo

avvolgo con sciarpa, cappellino e

guanti (ride). A proposito di

guanti! Dannazione, ho lasciato i

miei al casello, mi tocca passare

da lì e prenderli.

Grace intanto posa una grossa tazza piena di latte e

cereali sul tavolo.

Vediamo rientrare Thomas in cucina, è vestito in perfetto

stile invernale, se non fosse per il fatto che ha indosso

un paio di pantaloncini.

Simon scoppia a ridere, mentre Grace rassegnata, lo prende

per mano tornando nuovamente verso la camera da letto.

SCENA 4 – MATTINO. STRADA

Simon e Thomas stanno camminando, il bimbo da la mano al

padre, la MDP li inquadra dal marciapiede opposto. Non

sentiamo cosa si dicono ma Thomas parla continuamente

senza dare tregua al padre che pazientemente risponde alle

mille domande del figlio.

THOMAS

Papà, stiamo andando dove lavori?

SIMON

Sì Thomas, papà te lo ha già

detto. Andiamo a prendere i

guanti che ho dimenticato sulla

scrivania.

THOMAS

Perché non te li fai portare?

SIMON

(Sorridente) Come farmeli

portare?

Simon si china guardando il figlio negli occhi.

SIMON

Se tu userai bene la tua

testolina piccolo mio, un giorno

potrai farti portare a casa tutto

ciò che vorrai. Mentre, se io

chiedo a Linda di portarmi i

guanti a casa, come minimo, mi

prende a calci.

Thomas sorride divertito poi ricomincia con le sue

domande.

THOMAS

Chi è Linda papà?

SIMON

Linda è la signora che fa il

turno del mattino dove lavoro io.

Simon sente arrivare un’auto a gran velocità, molto

potente a giudicare dal rumore, istintivamente avvicina

Thomas a sé, come a volerlo proteggere, e si volta verso

l’auto. Vede una grossa BMW nera, molto lontana da loro,

frenare in modo deciso per evitare di investire l’auto

davanti che si è giustamente fermata ad un semaforo.

THOMAS

Papà hai visto come è bella

quella macchina? Sembra da corsa.

SIMON

La macchina sarà anche da corsa,

ma chi la guida, lo farei correre

io.

Thomas aggrotta la fronte come a cercare di capire perché

il padre si sia arrabbiato con l’uomo della macchina.

Simon intanto approfitta del semaforo, fa cenno al figlio

di dargli la mano per attraversare la strada. Finalmente

giungono al casello, ancora prima di entrare, vediamo la

sua collega, una signora di colore, sventolare attraverso

il vetro i guanti, sorridendo verso Simon. Quest’ultimo

apre la porta ed entra insieme a Thomas.

Lidia

LIDIA

(rivolta a Simon) Mentre

andavi via, quando ti ho

dato il cambio stamattina,

ti ho chiamato urlando, ma

eri talmente di fretta che

non mi hai sentito.

Un’auto intanto arriva al casello, è la stessa BMW che

poco prima correva velocemente in città.

SIMON

Scusami Lidia, veramente, non ti

ho proprio sentita!

LIDIA

(guardando Thomas)

Ohhhhh capisco perché non mi

sentivi, avevi fretta di andare

da questo giovanotto?

(rivolgendosi a Thomas) Ciao,

come ti chiami?

THOMAS

Io mi chiamo Thomas signora

Lidia.

Thomas le tende la mano, Lidia sorridendo per la dolce

scioltezza del bimbo, ricambia la stretta di mano.

LIDIA

Piacere Thom…

Dettaglio di una mano che bussa energicamente sul vetro

del casello, interrompendo il discorso tra Lidia e Thomas.

La donna si volta, vediamo l’uomo che guidava il BMW, che

è sceso dall’auto ed attraverso il vetro osserva con aria

di superiorità Lidia.

UOMO

(rivolgendosi a Lidia) Ehi

cicciona! Mi apri sta sbarra

o no?

John

PP di Simon che visibilmente alterato risponde allo

sconosciuto provocatore.

SIMON

Ehi tu, ti sembra il modo di

parlare ad una donna?

L’uomo lo guarda per un attimo, poi lo ignora totalmente e

torna a fissare Lidia, che intanto è tornata a sedersi

sulla sua postazione.

UOMO

Allora mi fai pagare o no?

LIDIA

Mi scusi signore, sono tre

dollari e un quarto.

UOMO

Finalmente la balena si rende

utile. (ride)

Parte una musica

Simon spazientito fa cenno a Thomas di aspettare lì ed

esce dal casello. La MDP continua ad inquadrarlo

dall’interno attraverso il vetro. Simon si trova quindi

faccia a faccia con l’uomo.

SIMON

Allora cosa aspetti a chiedere

scusa alla signora?

UOMO

Ehi tu, la mia non risposta di

prima avrebbe dovuto farti capire

qual’è il tuo posto!

SIMON

Rispiegamelo per favore, magari

non l’ho capito?

L’uomo si avvicina a lui, i due si trovano nuovamente

faccia a faccia; all’interno della cabina, Lidia e Thomas

molto preoccupati assistono alla scena.

UOMO

Forse non sai chi sono.

SIMON

So perfettamente chi sei, sei

John Tencon, uno di quei sacchi

di spazzatura che passano le

giornate nel locale della

32esima.

JOHN

Beh! Questo rende tutto più

interessante (Un ghigno gli si

forma sul viso)

SIMON

Chiedi scusa alla signora.

LIDIA VFC

Simon lascia perdere non fa

niente.

Simon la ignora, continuando a guardare negli occhi l’uomo

d’avanti. John con un rapido movimento, lo afferra con

entrambe le mani al colletto della giacca, Simon sbatte

sulla lamiera del casello.

John, molto velocemente, tira fuori dalla tasca un

coltello a scatto, che punta sulla pancia di Simon.

UOMO

(sussurrando)

Vuoi che accada davanti a tuo

figlio?

La reazione di Simon è rapida e fulminea, spinge John che

va a sbattere sulla portiera della sua auto, intanto

scatta in avanti colpendolo con un forte pugno sul viso.

John cade strisciando la schiena sulla portiera della sua

auto.

Udiamo in lontananza una sirena della polizia, John

sentendo la sirena si rialza, sconvolto e confuso per via

del pugno ricevuto, osserva Simon, guardandolo con occhi

furiosi.

UOMO

Non finisce qui casellante, mi

hai sentito? Guardati le spalle!

Risale sulla sua BMW, fa retromarcia salendo con le due

ruote posteriori sul marciapiede,si avvicina così tanto a

Simon che quest’ultimo è costretto a spostarsi per non

rischiare di venire investito, poi riparte sgommando

riuscendo ad allontanarsi prima che arrivi un poliziotto

su una moto della Polizia.

Fine Musica

Il poliziotto scende dalla moto andando dritto verso

Simon.

POLIZIOTTO

Signore favorisca i documenti!

Perché ha colpito quell’uomo?

Simon tira fuori il portafoglio dalla tasca e consegna i

documenti all’agente.

SIMON

Ha cominciato ad insultare la mia

collega, io mi sono intromesso

per difenderla

Si intromette improvvisamente Lidia.

LIDIA

(con voce tremante)

Quell’uomo l’ha minacciato con un

coltello, è per questo che Simon

lo ha colpito!

POLIZIOTTO

Signora si calmi per favore,

(guarda i documenti e si rivolge

a Simon)Lei è quel Simon Green?

Il pugile?

Simon fa un cenno di assenso con la testa, cercando di

nascondere la soddisfazione di essere stato riconosciuto.

POLIZIOTTO

Ero un suo fan dieci anni fa, non

capirò mai il motivo del suo

ritiro in così giovane età!

Il poliziotto scuote la testa.

SIMON

Diciamo che avevo altre priorità

nella vita.

POLIZIOTTO

(Torna serio e ufficiale

nella voce)

Beh signor Green, se veramente

quell’uomo l’ha minacciata con un

coltello, dovrebbe venire con me

in centrale a sporgere denuncia,

se vuole.

SIMON

(si mette una mano fra i

capelli e inizia a

farfugliare qualcosa)

Non sono sicuro fosse un

coltello, non ho intenzione di

sporgere nessuna denuncia, è

stato solo uno stupido malinteso.

Il poliziotto lo guarda perplesso, giocherella battendo i

documenti di Simon sul sedile della moto, poi glieli

riconsegna, Simon li rimette nel portafogli riponendolo

nella tasca.

POLIZIOTTO

Signor Green, capisco le sue

motivazioni, quella è gente della

32esima, purtroppo abbiamo

trattato spesso con loro, la sua

scelta è saggia,anche se io

dovrei essere l’ultima persona a

dirlo.

SIMON

Agente io ho una famiglia, non

voglio problemi con queste

persone.

POLIZIOTTO

Capisco, ma si ricordi che uno di

loro si è appena scontrato con il

suo destro, le consiglio di

tenere gli occhi aperti.

Il poliziotto risale in moto accendendo il motore.

POLIZIOTTO

Ci chiami per qualsiasi cosa, e

se mai cambia idea riguardo alla

denuncia, sa a chi rivolgersi!

SIMON

Molte grazie agente.

Il poliziotto fa’ un cenno con la mano salutando Simon e

si allontana velocemente. Simon dopo un sospiro si volta,

PP di Lidia, lo guarda con aria preoccupata, intanto

Thomas sta uscendo dal casello dirigendosi verso il padre.

Lo abbraccia alla vita quando gli arriva vicino, alza la

testa guardando il papà.

THOMAS

Papà l’hai steso! Sembrava un

incontro di wrestling come quelli

della tv!

Il padre si inginocchia guardandolo negli occhi

SIMON

(con volto serio)Thomas,

nella vita non si deve usare

mai la violenza, ma bisogna

sempre far rispettare la

propria dignità e quella

delle persone a noi care. Ma

quello che è successo adesso

non è una cosa bella.

Thomas lo guarda serio, cercando di capire quello che il

padre ha cercato di dirgli.

SIMON

(Sorride)Sei ancora piccolo

per capire certe cose

campione ma tra qualche anno

le capirai… Andiamo o no a

comprare i regali?

Il volto di Thomas si illumina in un sorriso.Stacco

SCENA 5 – MATTINO. STRADA

Si susseguono varie scene in cui Simon e Thomas entrano ed

escono da negozi di giocattoli, Thomas al loro interno che

gira divertito per gli scaffali e da ogni negozio ne

escono sempre con un pacchetto nuovo. Ci troviamo alla

cassa, la MDP ci mostra Simon che sta pagando l’ennesimo

giocattolo. Si volta a parlare col figlio

SIMON

Direi che con questo abbiamo

finito, giusto Thomas?

THOMAS

Sì! Ci sono i regali per Sara,

per la mamma e i miei ( è allegro

e sorridente)

Il negoziante fa un sorriso a Simon, quest’ultimo paga,

prende il resto, saluta allontanandosi uscendo dal

negozio. La MDP inquadra Simon che mette una mano in testa

a Thomas, lui sorride divertito. In lontananza sullo

sfondo, la mdp mette a fuoco una BMW nera. STACCO

SCENA 6 – SERA INTERNO ALLOGGIO

Tutta la famiglia è a tavola, Grace è indaffarata a

servire da mangiare ai figli, Thomas mangia di gusto,

buttando sempre un occhio alla tv, dove c’è un incontro di

wrestling. La piccola Sarà è seduta sulle gambe del padre,

parla con lui mentre intanto gli tortura la faccia.

SARA

Papà ma a me hai preso due

regali?

SIMON

Perché avrei dovuto farti due

regali?

SARA

Perché domani è Natale ma è anche

il mio compleanno..

Il padre la guarda sorpreso poi le sorride.

SIMON

Cosa è il tuo compleanno? (Si

rivolge alla moglie) Ma perché

non mi avvisi mai di queste cose?

La piccola Sara si volta verso la madre, Grace le sorride,

Lei capisce voltandosi verso il padre con un sorriso.

SARA

Non è vero, sai che è il mio

compleanno!

Simon la abbraccia, la piccola ricambia l’abbraccio.

THOMAS

Papà ha preso due regali anche a

me! Mi ha regalato i guantoni,

quelli del pugilato, così divento

forte come lui che oggi ha dato

un pugno ad uno stupido!

Improvvisamente a Grace cade dalle mani la forchetta, si

volta furiosa verso il marito.

THOMAS

Ops.. Scusa papà? mi dai lo

stesso il regalo vero?

Il padre lo guarda severo ma poi gli sorride.

SIMON

Sì Thomas non preoccuparti!

(torna a guardare la moglie)

PP sul volto di Grace, i suoi occhi sono rabbiosi, serra

visibilmente i denti.

SIMON

(sottovoce) Cara, domani è

Natale! (ha una faccia

dispiaciuta)

Grace fa due respiri profondi,chiude gli occhi,sembra

calmarsi e torna a fissare il marito

GRACE

Ti pare il caso, davanti a

Thomas?

SIMON

Grace dopo ti spiego, ho avuto

una buona motivazio…

La moglie lo interrompe alzando una mano come a stopparlo.

GRACE

Non mi importano le motivazioni,

il fatto che eri un pugile non ti

autorizza a prendere a pugni la

gente, soprattutto in presenza di

tuo figlio.

I bambini assistono silenziosi al discorso dei genitori,

Simon abbassa lo sguardo, riconoscendo la ragione della

moglie.

SIMON

Mi spiace cara, ti chiedo scusa,

in quel momento ho reagito

d’istinto.

Grace lo osserva ancora qualche secondo, poi sembra

sforzarsi di cambiare discorso rivolgendosi ai bambini.

GRACE

Allora ragazzi andate a letto su,

se no Babbo Natale non vi lascia

i regali se siete svegli.

THOMAS

(sorride alla Mamma)

Babbo Natale non esiste!

SARA

(voltandosi verso il

fratello arrabbiata)

Non dire cosi, non ti porta i

regali se ti ha sentito!

Sara è ancora sulle gambe del padre, guardando Thomas sta

dando le spalle al papà, che ne approfitta per fare cenno

al figlio di stare zitto e non svelare nulla alla

sorellina. Thomas per convincere la sorella si mette una

mano davanti alla bocca.

THOMAS

Ops… Speriamo non mi abbia

sentito.

La piccola Sara guarda l’orologio appeso al muro

(dettaglio dell’ora 10:47), poi si avvicina al fratello

parlando sottovoce.

SARA

(sottovoce)

Secondo me non ha sentito, è

ancora presto, il Polo Nord è

lontano e probabilmente è partito

da poco.

Thomas trattiene a stento una risata, facendo cenno di sì

con la testa. Sara si allontana con la madre verso la

camera da letto.

Sentiamo il rumore di un’auto molto potente provenire

dalla finestra,l’auto arriva velocemente per poi frenare

in modo deciso fermandosi sotto casa. Dettaglio

dell’orecchio di Simon che si volta di scatto verso la

finestra, lo sguardo preoccupato come se avesse

riconosciuto il rumore della macchina, si alza in piedi.

SIMON

Grace chiama la Polizia, subito!

La moglie arriva preoccupata dall’altra stanza

GRACE

Che succede? La Polizia? Cosa?

SIMON

Chiama la Polizia e basta, fa’

come ho detto.

Simon si affaccia dalla finestra, dalla sua soggettiva,

vediamo la BMW nera parcheggiata malamente sul

marciapiede, ne scendono tre persone, Simon riconosce il

tizio a cui ha dato un pugno al casello ed un altro uomo.

Quest’ultimo nella 32esima e nei quartieri circostanti

viene temuto e rispettato da tutti.

Grace ha il telefono nelle orecchie, osserva il marito.

GRACE

Chi sono?

SIMON

Uno è il tizio di oggi al casello

è con Fergus Evans ed un altro

che non conosco!

Grace sentendo dire Fergus Evans spalanca gli occhi

preoccupata, portandosi una mano davanti alla bocca. Poi

parlando sottovoce, come per non farsi sentire da quelli

giù un strada, si rivolge al marito.

GRACE

Fergus Evans il malavitoso? Oh

signore, cosa vogliono quelli da

noi?

SIMON

Non ne ho idea Grace…Scendo giù

io prima che salgano loro. Tu

intanto chiama la polizia e stai

qui.

THOMAS

Vengo con te papà!

Simon lo ignora e si dirige verso la porta

GRACE

Thomas, vieni immediatamente qui!

Lo afferra per un braccio tirandolo a se. Simon esce, la

porta si chiude alle sue spalle.

SCENA 7 – SERA STRADA

Simon scende le scale visibilmente nervoso, la sua

espressione é pensierosa. Scende molto rapidamente fino a

ritrovarsi davanti ad un grosso portone di ferro, fa un

grosso respiro, preme un piccolo pulsante rosso, sentiamo

il “clack” della serratura che si apre. Esce in strada.

Trova subito alla sua destra John, l’uomo del casello,

Alla sua sinistra invece c’è un grosso uomo barbuto,

sembra più un autista dal vestito piuttosto che uno

scagnozzo di Evans. Simon li ignora entrambi dirigendosi

dritto verso Fergus Evans.

SIMON

Signor Evans, buona sera, posso

sapere il motivo della vostra

visita? In una sera come questa

poi…

FERGUS

Simon Green, se non sbaglio noi

due abbiamo già avuto affari da

trattare in passato?

Fergus Evans

SIMON

Mi sembra che già allora, io le

feci capire che non mi

interessava quel tipo di affari!

FERGUS

Ma sai caro Simon, è strano, io

dieci anni fa ti offrii

centosettantamila dollari per

perdere un incontro e tu

abbandonasti la boxe piuttosto di

fare quello che ti avevo detto.

Oggi invece prendi a pugni uno

dei miei. Singolare come

situazione, vero?

SIMON

Signor Evans, io non so cosa

questo tizio le abbia raccont…

Fergus lo zittisce con un cenno della mano.

FERGUS

Non sono venuto qui per tenere

un’ udienza di accusa, qualsiasi

cosa John abbia fatto, nessuno

tocca i miei uomini senza prima

chiedere esplicitamente il

permesso al sottoscritto.

Finisce la frase urlando, avvicinando il viso a quello di

Simon per farsi sentire meglio.

John fa un sorriso guardando Evans, poi all’improvviso da

un pugno in pieno volto a Simon facendolo arretrare di

qualche metro. PP di Grace che si porta le mani alla

bocca, sta assistendo dalla finestra a quello che

succede. Simon non reagisce, si riporta nella posizione

dove si trovava prima tornando a parlare a Fergus.

SIMON

E’ la Vigilia di Natale signor

Evans, posso tornare dalla mia

famiglia? Ho ben chiaro il

concetto.

Parte una musica

Fergus sorride ha un sorriso beffardo e maligno, fa un

cenno con la testa verso l’energumeno vestito da autista,

quest’ultimo afferra Simon per la testa tirandolo a sé e

mettendogli un braccio intorno al collo lo immobilizza.

John parte nuovamente alla carica, questa volta gli sferra

più colpi allo stomaco che fanno quasi tramortire Simon.

JOHN

(con un sorriso soddisfatto)

Direi che ha capito signor Evans.

Fergus lo ignora, si para davanti a Simon che è ancora

tenuto stretto dalla presa dell’altro uomo. Fa’ un cenno a

quest’ultimo che molla la presa, Simon crolla a terra sul

marciapiede, i vari colpi che ha ricevuto allo stomaco gli

fanno sputare del sangue per terra, lo vediamo respirare a

fatica. Si volta a guardare Fergus.

FERGUS

Per ben due volte mi hai sfidato

ragazzo, questa è una cosa che

non mi piace. (piccola pausa) Ma

voglio essere benevolo, salirò su

a trovare la tua bella moglie e

ti lascerò festeggiare il Natale

in pace.

Tutti e tre scoppiano a ridere, PP sugli occhi di Simon

che si accendono, in un attimo è in piedi, comincia a

colpire Fergus che si trova subito vicino a lui, due colpi

al viso facendolo cadere a terra. John estrae la pistola

ma Simon è più veloce, atterra anche lui con un colpo al

viso ed uno allo stomaco. L’energumeno tenta di colpire

Simon alle spalle, quest’ultimo si abbassa evitando il

colpo, poi si volta velocemente iniziando a colpire allo

stomaco. Una raffica di pugni fanno inginocchiare il

grosso uomo, Simon inizia a colpire instancabilmente al

volto finché l’energumeno cade di spalle svenuto. John

intanto si è rialzato afferra Simon alle spalle

bloccandolo, Simon con una testata all’indietro gli spezza

il naso, John cade urlando, si porta le mani al volto,

dalle quali vediamo uscire molto sangue. Fergus si è

trascinato fino alla macchina, anche lui ha il volto

insanguinato. Dopo aver rovistato nell’abitacolo, si volta

impugnando una pistola, la punta verso Simon ma

quest’ultimo è più veloce, con un calcio fa volar via la

pistola e comincia a colpire con violenza più volte al

volto Fergus, quest’ultimo scivola con la schiena sulla

portiera dell’auto finendo a terra stordito.

SIMON

(Adirato e furioso)Hai scelto la

famiglia sbagliata pezzo di

merda, io non volevo problemi.

Non minacciare mai più nessuno

della mia famiglia o ti ammazzo.

Udiamo le sirene di un auto della polizia avvicinarsi, la

mdp inquadra l’auto a tutta velocità svoltare l’angolo

della strada dove abita Simon. Frenano bruscamente,

facendo intraversare l’auto, chiudendo così l’intera

strada. Ne escono due poliziotti che si avvicinano ai

quattro uomini. Stacco

Grace trema visibilmente rientrando la testa dalla

finestra, si appoggia al muro della cucina guardando verso

l’alto

GRACE

Finalmente è arrivata la polizia!

Fa un sospiro di sollievo. Vediamo il piccolo Thomas

rilassarsi, pensando che non ci sia più pericolo per via

dell’arrivo degli agenti si allontana correndo dalla

madre, apre la porta lanciandosi di corsa nelle scale. PP

di Grace che urla disperata verso il figlio

GRACE

Thomas dove vai? Torna

immediatamente qui!

Ma ormai la porta si è richiusa. stacco

I due poliziotti giungono sul luogo, uno di loro li guarda

molto attentamente, poi fa un cenno all’altro di fermarsi.

Fergus vedendo il poliziotto non riesce a trattenere un

sorriso.

FERGUS

Agente Cross! (ride, poi si

rivolge a Simon) questo è il tuo

giorno sfortunato!

Simon lo guarda confuso, non capisce cosa vuole dire.

Fergus fa un cenno al poliziotto, quest’ultimo si rivolge

al collega.

CROSS

Torna in auto tu!

Steve Cross

Il college si volta, senza obbiettare torna velocemente

all’auto, l’agente Cross guarda ancora Fergus.

FERGUS

(urlando) Sai cosa fare!

Simon spalanca gli occhi capendo cosa sta per accadere.

L’agente Cross tira fuori la sua pistola puntandola verso

Simon.

CROSS

(china il capo, come in

segno di scusa)

Mi spiace amico, nulla di

personale!

La scena è al rallentatore, vediamo Thomas sbucare dal

portone correndo in strada, si trova alle spalle del

poliziotto, lo vede con la pistola puntata verso il padre,

il suo volto improvvisamente preoccupato. Il poliziotto

comincia a premere il grilletto, cinque colpi, dettaglio

del cane della pistola che colpisce i proiettili, tutti

vanno a segno sul corpo di Simon, ad ogni colpo

indietreggia, fino ad appoggiarsi sul muro alle sue

spalle, scivola lungo la parte lasciando delle strisce di

sangue. Con occhi sbarrati per lo shock, Simon muore

davanti agli occhi del figlio che immobile e paralizzato

dalla paura ha assistito alla scena. PP sul volto di

Thomas, l’inquadratura si allarga fino alla dissolvenza.

Fine Musica

SCENA 8 – UN ANNO DOPO. INTERNO TRIBUNALE

SULLO SCHERMO APPARE LA SCRITTA: 1 ANNO DOPO

La MDP inquadra l’aula di un tribunale, molto classica,

pavimento e pareti tutti in legno chiaro, mentre tavoli e

sedie in legno scuro. Ci sono molte persone che assistono

al processo, qualche giornalista in fondo all’aula prende

appunti mentre dei fotografi approfittano di ogni

occasione per scattare qualche foto.

Un poliziotto si avvicina ad una porta, la apre, un

giudice entra nell’aula. Tutti i presenti si alzano, il

giudice si siede e tutti si risiedono. Il giudice si

schiarisce la voce guardandosi intorno. In sua soggettiva

vediamo alla sua sinistra Grace in compagnia di un

avvocato, dietro di loro tra le sedie vediamo seduti

Thomas e Sara vicino a Lidia che fa il possibile per far

star buona Sara. Alla destra vediamo il poliziotto che ha

sparato a Simon, anche lui seduto di fianco ad un

avvocato, sembra molto nervoso e tamburella con la mano

sul tavolo. Il giudice fa un verso di disapprovazione con

la faccia, il poliziotto si ferma immediatamente ritraendo

la mano.

GIUDICE

Siamo qui per ascoltare la

sentenza della giuria, in merito

all’uccisione di Simon Green da

parte dell’agente Steve Cross.

(Si rivolge al gruppo di giurati

a sinistra dell’aula) Avete

raggiunto un verdetto?

Un piccolo uomo minuto e occhialuto si alza con un

foglietto in mano.

GIURATO

Si Vostro Onore, abbiamo

raggiunto un verdetto.

Si schiarisce la voce aprendo il biglietto che tiene in

mano, poi osserva il giudice, quest’ultimo gli fa

cenno con la mano di proseguire

GIURATO

Questa giuria ritiene l’imputato

Steve Cross non colpevole di

omicidio, in quanto eseguiva le

normali procedure di difesa dei

cittadini e di autodifesa. Come

dimostra la pistola con le

impronte digitali del deceduto

Simon Green.

Un boato si sente nell’aula, i flash impazziti dei

fotografi illuminano l’aula con un vorticoso gioco di

luci. Vediamo Cross abbracciare il proprio avvocato ed

alcune persone alle sue spalle, mentre vediamo Grace

portarsi una mano al petto e respirare a fatica.

Dettaglio del martello del giudice che batte due volte sul

tavolo, udiamo i colpi sordi e cupi, tutto è silenzioso.

In soggettiva di Grace, udiamo il battito del suo cuore

accelerare, lei si guarda intorno, vede il poliziotto

festeggiare, quest’ultimo la osserva con un sorriso

sfrontato e arrogante. Le palpebre di Grace si chiudono

sempre più a lungo, ogni volta lo schermo si fa nero, per

poi riaprirsi, come i suoi occhi che si aprono e si

chiudono. Vediamo vari volti: l’avvocato, Lidia, Sara e

poi Thomas. Sempre nella sua soggettiva, improvvisamente

ci vediamo cadere, la MDP resta fissa sul soffitto,

l’immagine si annebbia fino a che tutto diventa

incomprensibile, dissolvenza in nero. Stacco.

SCENA 9 – INTERNO OSPEDALE

Parte una Musica

La mdp inquadra i corridoi affollati di un ospedale, si

muove entrando in una camera. La stanza ha un letto in

centro, sopra di esso vediamo Grace, ha molti macchinari a

fianco del letto, Thomas le è vicino, la madre gli

accarezza il viso.

GRACE

Piccolo mio non preoccuparti,

vedrai che le cose si

sistemeranno.

THOMAS

Ne sei sicura? Oggi non è andata

poi cosi bene, il poliziotto che

ha sparato a papà non è stato

arrestato!

Thomas è il lacrime e singhiozzante, un primo piano ci

mostra il suo viso acceso con le guance solcate da lacrime

incessanti che non smettono di scendere. E’ ancora un

bambino ,ma a distanza di un anno, l’esperienza della

brutale perdita del padre, sembra averlo reso più grande e

meno infantile e spensierato.

THOMAS

Mamma ti assicuro che quando

crescerò mi occuperò io di

vendicare papà!

La madre lo guarda arrabbiata e dispiaciuta, poi lo

accarezza dolcemente.

GRACE

No, no e no. Dopo tutto quello

che è successo tu devi farmi una

promessa, e devi mantenerla a

qualsiasi costo. Puoi farlo per

la mamma?

Thomas accenna un sorriso, poi con curiosità chiede alla

mamma.

THOMAS

Che promessa mamma?

GRACE

Prima devi promettermi che la

manterrai.

Thomas ci pensa qualche secondo.

THOMAS

Lo prometto mamma, qualsiasi cosa

la manterrò.

GRACE

A qualsiasi costo!

Thomas fa cenno di sì con la testa.

GRACE

Ripetilo Thomas, a qualsiasi

costo.

THOMAS

A qualsiasi costo.

Grace tossisce, sembra molto debole, quando tossisce i

vari BIP dei macchinari a cui è collegata impazziscono per

qualche istante, tornando poi a livelli normali

immediatamente dopo.

GRACE

Devi promettere che qualsiasi

cosa accada, nella tua vita non

ti immischierai mai in affari con

quegli uomini, mai. Prometti!

THOMAS

Prometto!

GRACE

Promettimi che mai e poi mai ti

avvicinerai a loro e che la

scemenza della vendetta te la

toglierai dalla testa

immediatamente.

THOMAS

Ma Mamma…

GRACE

Nessun ma. Tu devi pensare a te e

a tua sorella, quello che è

capitato non rovinerà le vostre

vite, si sono già presi

abbastanza. Non avranno anche i

miei figli. promettimelo Thomas.

THOMAS

Te lo prometto mamma!

Le lacrime di Thomas tornano a scendere giù, lui si

asciuga il viso con la manica della maglia, poi sale sul

lettino abbracciando la madre, quest’ultima fa fatica per

via dei tubi e flebo a cui è collegata, ma con uno sforzo

solleva leggermente la schiena dal letto abbracciando il

figlio.

THOMAS

Ti voglio bene Mamma. Buon

Natale!

GRACE

Ti voglio un mondo di bene anche

io piccolo mio. Buon Natale anche

a te!

La scena si allarga mostrandoci Lidia e la piccola Sara

che dormono abbracciati su una poltrona al lato della

stanza, madre e figlio restano abbracciati.

Gli occhi di Grace si chiudono

Dissolvenza in nero.

Fine musica

SCENA 10 – MATTINO. INTERNO CASA

SULLO SCHERMO APPARE LA SCRITTA 15 ANNI DOPO.

Thomas da adulto

La mdp inquadra Thomas che davanti allo specchio si sta

sistemando i capelli, fa un cenno di approvazione con la

testa, poi esce dal bagno imboccando le scale per scendere

al piano di sotto. La casa è molto vecchia e piccola, ma è

ben arredate e tutto all’interno, da un senso di

accoglienza e serenità .

Thomas si aggiusta il nodo della cravatta mentre scende le

scale. La MDP lo inquadra mentre entra in cucina, afferra

dal tavolo una fetta di pancake, mettendola in bocca.

Vediamo Lidia (leggermente invecchiata a causa del tempo

trascorso) che è intenta a riordinare la cucina, si gira

osservando Simon.

LIDIA

Si può sapere perché non puoi

sederti e far colazione come

tutte le persone normali?

Thomas fa un sorriso, poi si avvicina a Lidia dandogli un

bacio sulla guancia.

THOMAS

Scusami Lidia, ma come sempre

sono in ritardo.

Si avvicina alla caffettiera, riempie una tazza e la beve

tutta d’un sorso.

LIDIA

Sembri un caffeinomane al

mattino!

THOMAS

Come sto?

Indica con le mani l’abito che indossa, è molto elegante,

tutto nero con cravatta blu e rossa e scarpe nere di pelle

lucidate a specchio.

LIDIA

(scoppia a ridere) Scusa

tesoro, ma non sapevo ti

avessero assunto alla Camera

dei Deputati!

THOMAS

(ride sarcastico) Sei uno

spasso Lidia, molto

divertente, non ti ricordi

che giorno è oggi?

LIDIA

Il ventiquattro novembre, perché?

Qual è l’occasione per il quale

sfoggi tutta questa eleganza?

THOMAS

Oggi è giovedì e come ogni

giovedì, in libreria vengono a

trovarci i bambini dell’asilo.

Lidia si illumina come ad aver risolto un mistero.

LIDIA

Ecco perché, (entusiasta) oggi

rivedi quella maestra? La ragazza

bionda che ti piace!

THOMAS

Non è che mi piace, lei è una

dea, è bellissima e dolcissima.

LIDIA

Ma se non ci hai mai parlato?

THOMAS

Mi sto organizzando non

preoccuparti.

LIDIA

Sì ma organizzati in fretta, sono

mesi che viene a trovarti ogni

giovedì, ma ancora non hai

combinato nulla ( ride). Prendi

esempio da tua sorella.

THOMAS

Che c’entra Sara?

LIDIA

E’ tre anni più piccola di te, ma

è già felicemente fidanzata ed

aspetta un bambino. Tu invece fai

ancora il rubacuori in giro.

THOMAS

Ok Lidia, dopo questa direi che

vado.

Lidia sorride, Thomas afferra un’altra fetta di pancake,

da nuovamente un bacio sulla guancia a Lidia, si dirige di

corsa verso la porta, si ferma all’appendiabiti per

indossare un cappotto.

LIDIA VFC

Buona giornata tesoro!

La Mdp passa all’esterno, inquadrando Thomas davanti alla

porta di casa, la porta si chiude alle sue spalle, il sole

lo illumina, lui alza gli occhi ammirando il cielo

limpido, lo vediamo anche noi tramite i suoi occhi. PP un

sorriso gli si apre sul volto. Scende tre gradini afferra

una bici poggiata sul muro di casa. stacco

SCENA 11 – ESTERNO GIORNO

Parte una musica

Thomas corre velocemente in bici nel traffico di Chicago,

schivia varie auto bloccate nel traffico ed altri ciclisti

più lenti di lui. Svolta a destra la MDP inquadra la targa

della strada, c’è scritto 32esima, Thomas rallenta,

osservando alla sua sinistra, riconosciamo il portone di

casa sua, il muro dove è stato ucciso il padre. Continua a

pedalare, osserva un bar alla sua destra, la mdp fa una

carrellata sui volti delle persone davanti alla porta

intenti a fumare e chiacchierare, sono tutte brutte facce.

La sua attenzione si sposta su una donna dai capelli

rossi, ferma davanti ad un edicola, la donna lo saluta

animatamente Thomas da pensieroso torna sorridente.

THOMAS

Ciao Linda! (urla)

Torna a svoltare a destra, inizia a salutare molte persone

su quella strada. Un uomo vestito da barbiere,(cameo di

Robert De Niro) davanti ad una barberia, lo guarda passare

davanti al suo negozio, lo saluta urlando a voce alta.

VFC BARBIERE DE NIRO

Thomas, come va? Sempre in

ritardo, sempre! (sorridente)

Thomas sorride salutando l’uomo con la mano. La MDP

inquadra un insegna verde con scritto: J&T Book.

Thomas sale con la bici sul marciapiede, si ferma

appoggiandola al muro ed entra nella libreria.

SCENA 12 – MATTINO. INTERNO LIBRERIA

La libreria è praticamente vuota, ci sono moltissimi

scaffali pieni di libri che proseguono in quattro

direzioni diverse. Subito a destra della porta, notiamo un

piccolo bancone lungo due metri, due computer sono

disposti sopra, il bancone è pieno di libri e molto

disordinato. Un ragazzo sta scrivendo su uno dei computer,

osserva Thomas con aria arrabbiata quando quest’ultimo

oltrepassa la soglia della porta.

Fine Musica

THOMAS

Ciao Josh!

JOSH

Otto e diciassette, di nuovo in

ritardo.

Josh

THOMAS

Beh è il vantaggio di essere il

proprietario della libreria.

(ride)

JOSH

Si ok, ma perché l’altro

proprietario, che sarei io, è qui

dalle sette a catalogare i nuovi

libri?

THOMAS

Perché sei un bravo socio?

Josh sbuffa tirandogli un foglio che ha appena

appallottolato.

JOSH

Datti una mossa scansafatiche, ci

sono più di novanta libri da

sistemare, io intanto finisco di

catalogarli.

THOMAS

Ok socio, corro!

JOSH

Sì fai bene, alle nove c’è il

solito appuntamento con l’asilo

del quartiere.

Josh si blocca, poi sorride tornando a fissare l’amico.

JOSH

Ma tu questo lo sai già!

THOMAS

(sorridendo) Tu non

intrometterti, me ne occupo

io!

Josh alza le braccia facendo cenno di no con la testa.

Stacco.

PP su un orologio appeso alla parete, segna le nove e

quarantatré, la libreria è piena di gente, bambini

soprattutto, Thomas e Josh lavorano sui computer, il

disordine dei libri sul bancone adesso lascia il posto a

tre pile di libri ben ordinati e separati per genere. Josh

dà una leggera gomitata a Thomas, quest’ultimo si gira a

guardarlo, Josh gli fa cenno con la testa verso un punto

davanti a loro, Thomas osserva in quella direzione. In sua

soggettiva vediamo una ragazza molto bella dai lineamenti

del viso fini e gentili, lei alza lo sguardo verso Thomas,

ma incrociando i suoi occhi riabbassa subito la testa

verso alcuni libri su uno scaffale.

JOSH

(sottovoce) Dai vai, hai

visto come ti guarda?

THOMAS

Josh non intrometterti,

tranquillo al momento giusto mi

faccio avanti io.

JOSH

Sì come no, ci penso io.

Josh velocemente si allontana dal bancone Thomas cerca di

afferrargli un braccio ma non riesce.

THOMAS

(sottovoce)

Cosa fai? Torna subito qui.

Josh si ferma osservandolo.

JOSH

Amico quella aspetta solo te e

come al solito tu non cogli

l’attimo.

THOMAS

Cosa vuoi fare?

JOSH

Tranquillo, fidati. Mi conosci, è

dai tempi del liceo che ti

risolvo queste cose.

THOMAS

Andiamo, torna qui!

JOSH

Amico, andiamo, se non fosse

stato per me, saresti ancora un

verginello. (sghignazza)

Parte dritto deciso verso la ragazza di prima, Thomas lo

osserva preoccupato ed agitato. Josh si avvicina a lei che

con un sorriso si volta ad osservarlo.

JOSH

Ciao, mi chiamo Josh, posso

aiutarti nella scelta di un buon

libro?

La ragazza fa per parlare, ma Josh la interrompe subito

portandosi una mano sulla fronte e guardando l’orologio.

JOSH

Cavolo, ho un urgenza da

sbrigare, ma tranquilla, ti

lascio nelle mani del mio socio.

Non è preparato quanto me (ride),

ma anche lui saprà consigliarti

qualcosa.

La ragazza sorride annuendo.

JOSH

Thomas, vieni tu per favore? Sai

che io devo andare ma aiuta tu la

signorina a trovare ciò che le

serve.

Thomas sorride nervoso ma non si muove dalla sua

postazione.

JOSH

Thomas?

Thomas riesce a calmarsi, guarda l’amico e con i denti

stretti risponde.

THOMAS

Arrivo Josh un attimo

Si dirige verso di loro, intanto Josh saluta la ragazza,

si gira dando le spalle a lei, fa l’occhiolino a Thomas

che arriva e si allontana. Thomas visibilmente agitato si

rivolge alla ragazza.

THOMAS

Ciao, posso aiutarti in qualche

modo?

E’ visibilmente agitato e nervoso.

RAGAZZA

(Anche lei sembra agitata)

Veramente sono qui solo per

guardare i bambini, davo un

occhiata ai libri per passare un

po il tempo.

Amanda

Thomas pensa qualche istante ad un altro modo per

attaccare discorso ma poi rinuncia.

THOMAS

Ahh allora scusa il disturbo e

scusa per il mio socio, sai, lui

spesso è, come dire, un pò

egocentrico.

Accenna un sorriso, poi china le testa e si volta per

tornare al suo posto. PP della ragazza che alle sue spalle

ci pensa un attimo ma poi lo chiama.

RAGAZZA

Ma no aspetta, ho cambiato idea.

Cosa mi dici di questo libro?

(indica un libro a caso sul

bancone)

Thomas ancora di spalle, vediamo aprirsi un sorriso sul

suo volto ma poi torna serio e si gira verso la ragazza.

THOMAS

Che libro? (osserva il dito

indice della ragazza puntato su

un libro)

Thomas si volta verso di lei, la osserva incuriosito?

THOMAS

Quanti anni hai? Sai perche non

credo che “Affronta con senerità

la demenza senile” sia un libro

adatto a te (Ride)

La ragazza si volta, guardando la copertina del libro che

continua ad indicare. Le sue guance si accendono subito di

un rosa intenso, il volto visibilmente imbarazzato, ma non

trattiene il sorriso che gli si disegna in volto. Vediamo

gli occhi di Thomas illuminarsi.

RAGAZZA

Ops… terribile gaffe, scusami

avrò letto male.

THOMAS

Figurati, non preoccuparti. Io

comunque mi chiamo Thomas.

Thomas tende la mano verso la ragazza, lei gli stringe la

mano con un sorriso ancora imbarazzata per l’accaduto di

prima.

RAGAZZA

Molto lieta, io sono Amanda.

THOMAS

E’ un piacere Amanda. Che ne dici

se adesso cerchiamo letture più

adatte?

Il sorriso di Amanda si apre nuovamente.

AMANDA

Ehm… sì, sarà meglio. (ride)

Vorresti farmi da cicerone in

questo labirinto di libri?

THOMAS

Molto volentieri.

Amanda cerca con gli occhi una sua collega, la chiama

appena la vede

AMANDA

July, guardi tu i bimbi? Che io,

be insomma.. (non sà cosa dire)

La collega la guarda sorridendo.

COLLEGA

Tranquilla cara ci penso io.

Amanda annuisce con un sorriso, la collega le fa

l’occhiolino mentre Thomas non può vedere.

Thomas e Amanda cominciano a perlustrare gli scaffali

della libreria. Stacco

Vediamo Josh intento a scrivere qualcosa su un’agenda, la

collega di Amanda fa uscire i bambini dalla libreria, poi

esce anche lei salutando Josh, quest’ultimo ricambia il

saluto voltandosi poi verso Thomas e Amanda che parlano

molto amichevolmente mentre si avvicinano alla porta. In

soggettiva di Josh vediamo Amanda che apre la porta per

uscire, si volta verso Thomas che la precede.

AMANDA

Allora mi raccomando, io ci

conto.

THOMAS

Non preoccuparti, non mancherò!

I due si sorridono, poi Amanda si volta ancora verso Josh,

lo saluta ed esce dalla porta. Josh guarda con un sorriso

sornione Thomas che si avvicina a lui dandogli

scherzosamente dei pugni su una spalla.

THOMAS

Io ti ammazzo, hai idea del

distastro che potevi provocare?

JOSH

Ma andiamo, sembrate amici di

vecchia data. Mi devi come minimo

una cena. Ma dimmi cosa hai

acchiappato? Almeno il numero?

Thomas china la testa scuotendola.

JOSH

Ma no, ma dai, vabbè che sei un

dilettante in queste cose, ma

almeno il numero cavolo!

Thomas torna a guardarlo sorridente.

THOMAS

Però giovedì prossimo, quando

finisce coi bambini, andiamo a

pranzo insieme.

JOSH

(si illumina in volto) Evvai

amico! (fa cenno di dargli

il cinque) Così mi piaci,

così ti voglio!

Josh abbraccia l’amico, che ricambia l’abbraccio. PP su

Thomas che guarda Josh.

THOMAS

Mi sono innamorato!

Stacco.

SCENA 13 – SERA INTERNO CASA

Vediamo Thomas arrivare in bici, sale sul marciapiede e la

appoggia ad un muro. Entra in un grosso edificio, sale

fischiettando un piano di scale, arrivato ad una porta,

suona il campanello. Vediamo una ragazza aprirgli la

porta, è Sara sua sorella, ha un pancione enorme, segno

che manca poco alla nascita del piccolo.

Sara da adulta

THOMAS

(un grosso sorriso stampato

in volto)Ciao Sorellina,

come sta il mio futuro

nipotino?

SARA

Nipotina?

THOMAS

Nipotino!

SARA

No, nipotina.

THOMAS

E’ un maschio, me lo sento, lo

sai che non sbaglio mai su queste

cose.

Sara sorride guardando il fratello, camminando molto

lentamente i due si recano dalla porta ad un salottino,

molto piccolo, con le pareti gialle e un divano rosso con

davanti un vassoio pieno di biscotti. Sara si siede

facendo attenzione e poi afferra un biscotto.

SARA

Se dici così allora sto

tranquilla, sarà una femminuccia.

(ride)

THOMAS

C’è poco da ridere sorellina, ma

dimmi come sta il cognato?

SARA

Tutto ok anche per lui,

ultimamente lavora molto, ma con

(alza la voce)la bambina in

arrivo è solo un bene.

THOMAS

Hai ragione, e poi di questi

tempi il lavoro non è mai troppo.

Sara annuisce, poi fa un sospiro e torna ad osservare il

fratello

SARA

Strano segno del destino vero?

THOMAS

Cosa, che segno?

SARA

Che diventerò mamma più o meno

nello stesso periodo dell’anno in

cui abbiamo perso la nostra di

mamma.

THOMAS

Come il papà. (Fa un sorrisetto

malinconico) Chissà, magari un

giorno anch’io diventero papà nel

mese di Natale.

SARA

Magari è un loro modo di farci

capire che ci sono vicini.

Quest’anno avremo un motivo per

festeggiare il Natale,

finalmente.

THOMAS

Sì sorellina festeggiamo eccome,

forse anche prima del Natale.

Sara guarda Thomas incuriosita, poi lo scruta bene dalla

testa ai piedi, notando l’abbigliamento molto formale

SARA

Ma dimmi, come mai sei così

allegro ed elegante?

THOMAS

Ho molti buoni motivi, presto

diventero zio e ieri ho

conosciuto la donna della mia

vita.

La sorella lo guarda con un sorriso stampato in volto, poi

si alza dal divano avvicinandosi a lui. I due si

abbracciano stretti, Sara gli sussurra qualcosa.

SARA

Sono contenta fratellone,

finalmente nelle nostre vite c’è

un pò di serenita, era ora.

THOMAS

Già, forse tutto sta

finalmente andando al suo

posto anche per noi.

SARA

Andiamo ti fermi a cena qua

stasera? Michael ne sarà felice.

I due si spostano in cucina, dove molto goffamente Sara

inizia a lavorare.

SARA

Non pensare di passarla liscia

fratellone.

Thomas la guarda con uno sguardo curioso.

SARA

Andiamo, raccontami tutto di

questa ragazza, povera… non sa

in che guai si sta cacciando.

I due sorridono, vediamo Thomas cominciare a raccontare e

la sorella che ascolta mentre traffica in cucina. Stacco

SCENA 14 – MATTINO. INTERNO LIBRERIA

Thomas si toglie la giacca, Josh lo osserva serio.

THOMAS

Andiamo amico, non cominciamo con

la ramanzina oggi. Ok?

JOSH

Io ti dico solo, trentotto munuti

di ritardo, non aggiungo altro.

Thomas sorride scuotendo la testa.

JOSH

Il perggior socio che si sia mai

visto a Chicago l’ho beccato io.

THOMAS

Dai per mezz’ora di ritardo, e

poi oggi è il gran giorno.

JOSH

A scusami allora, se per il primo

appuntamento arrivi con mezz’ora

di ritardo, il giorno del

fidanzamento. Cosa fai? Ti prendi

una settimana di ferie?

THOMAS

E delle nozze ne vogliamo

parlare?

JOSH

Beh guarda, lì come minimo fossi

in te, andrei sul sicuro con un

anno sabbatico.

I due si guardano in faccia poi scoppiano entrambi a

ridere di gusto. Stacco

Parte una Musica

Vediamo Amanda entrare in libreria, tiene la porta aperta

facendo entrare una dozzina di bambini e la sua collega,

poi cerca con lo sguardo Thomas, quando i loro occhi si

incrociano il suo viso si illumina con un sorriso. Thomas

molla tutto, in quel momento ha una pila di libri in mano,

senza nemmeno guardarlo lascia tutto in mano a Josh che lo

guarda andar via senza sapere cosa dire o fare.

THOMAS

(rivolto ad Amanda) Ciao,

sei arrivata finalmente,

pensavo non venissi più.

AMANDA

Scusami, abbiamo tardato un pò,

oggi i bimbi sono stati

particolarmente dispettosi.

THOMAS

Non preoccuparti figurati, è

quasi ora di pranzo, vogliamo

andare?

Amanda annuisce, fa un sorriso alla sua collega, che da

lontano le fa l’occhiolino. Thomas afferra la giacca

dall’attaccapanni, fa segno ad Amanda di uscire. Josh urla

qualcosa all’amico prima che esca.

JOSH

Divertiti Thomas e ricordati che

se mai avrai voglia di lavorare,

io sono sempre qui da solo.

Sentiamo la fine della frase quando i due ragazzi sono

ormai fuori dalla porta, Thomas sorride

THOMAS

Non farci caso, è dal liceo che

lo conosco, è sempre stato così.

I due si incamminano sul marciapiede, camminano lentamente

fino ad uscire dall’inquadratura.

Fine Musica

La MDP inquadra una BMW grigia parcheggiata davanti alla

libreria, degli occhi stanno seguendo i ragazzi quando

svoltano in una strada a destra, l’auto si accende e parte

lentamente seguendo i ragazzi, finchè questi ultimi non

entrano in una pizzeria, a quel punto la BMW accellera

allontanandosi violentemente dalla MDP. Stacco

SCENA 15 – INTERNO LOCALE

Ci troviamo all’interno di un locale, è tutto arredato con

un verde irlandese che si ripresenta in quasi tutti i

mobili del locale, sembra una birreria, ci sono pochi

clienti seduti ai tavoli. In fondo alla sala c’è un tavolo

particolamente più grande degli altri, un uomo è seduto da

solo leggendo un giornale. La MDP si avvicina lentamente a

quest’ultimo, è Fergus Evans, quando un’ombra oscura la

luce che lo aiuta a leggere il giornale, l’uomo alza la

testa scocciato verso chi l’ha interrotto.

FERGUS

Che diavolo f…

L’uomo si interrompe, un volto sorpreso segue quello

scocciato, e con un sorriso l’uomo si alza andando ad

abbracciare chi gli sta davanti.

FERGUS

Lucas figliolo, che bella

sorpresa.

LUCAS

Ciao papà!

Lucas Evans

FERGUS

Come stai?

LUCAS

Tutto bene, tu?

FERGUS

Anch’io, anch’io figliolo, ma

dimmi a cosa devo la visita? Mi

sembra di non averti fatto

chiamare, è un periodo molto

tranquillo questo!

LUCAS

No papà, non sono stati i tuoi

uomini a chiamarmi, diciamo che

sto facendo un lavoro per conto

mio.

Fergus lo guarda curioso non capendo cosa il figlio voglia

dirgli.

FERGUS

Perché per conto tuo? Lo sai che

se ti servono uomini puoi

prendere chiunque dei ragazzi e

poi anche se sei l’unico che

gestirà gli affari dopo di me,

sai che faresti bene a chiedere a

me prima di fare qualunque cosa.

LUCAS

Infatti papà sono venuto qui

proprio per parlarti e chiederti

come dovrei comportarmi.

FERGUS

Che c’è che non va, qualcuno si

rifiuta di pagare la protezione?

O c’è forse qualche vagabondo che

sarà meglio sistemare?

LUCAS

No papà, questo è molto più

grave, dobbiamo parlare in

privato.

Lucas fa un cenno verso le sue spalle, Fergus si scosta

leggermente notando che tutti i presenti nel locale stanno

osservando.

FERGUS

Beh! Allora? Cosa avete da

guardare? Abbassate subito quegli

occhi branco di cani rognosi.

Come intimorite le persone presenti distoglono subito lo

sguardo e fanno tutte finta di niente. Fergus da una pacca

sulla spalla al figlio indicandogli una porta.

FERGUS

Andiamo Lucas, andiamo nel mio

ufficio, lì potrai spiegarmi cosa

diavolo succede.Stacco

SCENA 16 – INTERNO LIBRERIA

Thomas e Amanda rientrano nella libreria, sembrano molto

contenti, lei sorride di gusto alle battute di Thomas che

oramai sembra essersi sciolto del tutto. La collega di

Amanda raduna velocemente i bambini e si avvia per uscire

dalla libreria, Amanda le fa un cenno d’intesa.

AMANDA

Devo andare purtroppo, grazie

infinite per il pranzo e per la

compagnia.

THOMAS

Figurati grazie a te, e comunque

ci vediamo domani sera?

AMANDA

(sorridente) Ma certo, ti

aspetto per le otto.

Gli punta l’indice davanti al volto come fosse una

minaccia.

THOMAS

Ci sarò, non preoccuparti!

I due imbarazzatissimi si salutano, non sanno come farlo,

prima i loro volti si avvicinano poi si riallontanano,

Thomas imbarazzato è rosso in volto le tende una mano.

Amanda con un sorriso le si avvicina dandole un bacio

sulla guancia. Poi esce sorridente.

Thomas resta per qualche secondo immobile davanti alla

porta poi un braccio lo afferra alle spalle, è Josh.

JOSH

Beh amico, direi che è andata

bene, già una cena in programma!

THOMAS

(voltandosi verso l’amico)

Benissimo non bene.

JOSH

(con faccia curiosa e

sorridente)

Avanti racconta!

SCENA 17 – INTERNO LOCALE

Fergus batte violentemente i pugni sul tavolo. Suo figlio

Lucas indietreggia di un passo vedendo il padre adirato.

Fergus lo guarda con occhi furiosi.

FERGUS

Proprio quel fallito, con quanti

uomini, proprio quello doveva

frequentare?

LUCAS

Se vuoi papà posso sistemarlo io.

FERGUS

No! Controllali, se vedi che la

cosa si fa seria, avvisa lei. Se

insiste vedremo di risolvere il

problema. (a bassa voce) Come

abbiamo sistemato il padre

qualche anno fa!

Lucas fa un cenno di assenso al padre, si volta, si

allontana velocemente uscendo dalla stanza. La MDP resta

in primo piano su Fergus, sembra molto adirato.Stacco

SCENA 18 – SERA STRADA

Parte una musica

Vediamo una serie di scene, Thomas elegante che arriva con

un taxi davanti casa di Amanda, un grosso condominio in

una via centrale di Chicago, i due sorridenti si salutano

imbarazzati con due baci sulle guance, entrano in un

ristorante, cenano, sembrano molto allegri. Thomas ormai

si è sciolto e parla con disinvoltura facendo ridere di

gusto Amanda. I due lasciano il ristorante, li vediamo in

una mostra di quadri, anche qui i commenti scherzosi di

Thomas fanno ridere di gusto Amanda. Thomas e Amanda

passeggiano tranquillamente, chiacchierando, il discorso

sembra molto serio, a differenza del resto della serata,

infatti non ci sono sorrisi nei loro volti.

Fine Musica

AMANDA

E’ terribile, dopo la morte di

tuo padre, anche la tua mamma,

non sai quanto mi dispiace,

chissà che infanzia difficile.

THOMAS

Non è stata facile,se non fosse

stato per Lidia, la collega di

mio padre che ci ha preso in

custodia, non so dove saremmo

finiti io e mia sorella. Ma anche

la tua sicuramente è stata dura,

anche tu hai detto che è stato

come non avere un padre.

AMANDA

Mio padre non c’è mai stato,

spuntava solo nelle feste con

regali enormi e pensava di

recuperare con questi il tempo

perso, ha sempre e solo pensato

ai suoi affari.

Thomas sta per parlare, quando Amanda lo interrompe.

AMANDA

Ohh siamo arrivati,

Thomas guarda il palazzo, è lo stesso dal quale sono

partiti.

THOMAS

Grazie per la serata. Splendida!

AMANDA

Grazie a te, è stata una serata

magnifica.

I due si salutano, nuovamente imbarazzati, ma questa volta

Amanda più sicura si avvicina a Thomas, bacianodolo,

quest’ultimo dopo un attimo di esitazione, si lascia

andare anche lui. I due iniziano a baciarsi

appassionatamente, dopo si osservano.

AMANDA

Ti rivedrò?

THOMAS

Puoi scommetterci, non ti liberi

cosi facilmente di me.

Amanda sorride osservandolo.

AMANDA

E chi ti ha detto che voglio

liberarmi di te.

Sorridono, poi si baciano nuovamente ed Amanda si dirige

verso la porta, Thomas la saluta da lontano, lei entra nel

portone che si chiude alle sue spalle, P.P sul volto di

Thomas che si accende dalla gioia, poi si incammina

sorridente verso casa.

La mdp continua ad inquadrare Thomas fino a che non svolta

l’angolo, l’inquadratura gira di 180 gradi, vediamo un BMW

grigia avvicinarsi e parcheggiare davanti a casa di

Amanda. Ne scende Lucas, che si guarda intorno chiudendo

lo sportello dell’auto, poi si dirige verso il portone

suonando un citofono. Sentiamo la voce di Amanda

rispondere.

AMANDA CITOFONO

(con voce allegra)Sì? Hai

scordato qualcosa Thomas?

LUCAS

Amanda sono io, Lucas.

AMANDA

Lucas? Cosa c’è, che è successo?

LUCAS

Apri un attimo, ti devo parlare.

Sentiamo il clack del portone che si apre. Lucas entra.

Stacco.

SCENA 19 – MATTINO. INTERNO LIBRERIA

Thomas e Josh lavorano fianco a fianco, sistemando alcuni

libri su uno scaffale. Thomas parla continuamente

raccontando la serata passata con Amanda.

THOMAS

Veramente perfetta, poi l’avergli

raccontato la storia della mia

famiglia, la morte dei miei

genitori, mi ha tolto un grosso

peso.

JOSH

Wow, questo si che è un bel

libro, se non l’hai letto te lo

consiglio.

Thomas lo guarda dispiaciuto.

THOMAS

Ma mi stai ascoltando o no?

JOSH

Si amico ti ascolto, ma sono tre

ore che mi parli della tua bella.

Stamattina sei anche arrivato con

venti minuti di anticipo.

Thomas ride di gusto.

THOMAS

Beh chissà, magari grazie a lei

arriverò puntuale d’ora in poi.

JOSH

Naaa impossibile, euforia da

primi incontri ecco tutto.

I due sorridono, Thomas lo spintona scherzosamente.

Squilla un telefonino, Thomas si fruga le tasche

estraendone un cellulare, guarda il display.

THOMAS

E’ Amanda, è Amanda amico.

JOSH

Beh non rispondi? Cosa aspetti?

Thomas risponde eccitatissimo.

THOMAS

Ciao Amanda come stai?

AMANDA TEL

Ciao Thomas, devo parlarti.

Thomas si rabbia sentendo la voce cupa della sua

interlocutrice,

THOMAS

(viso preoccupato) Che

succede? Tutto ok?

AMANDA TEL

Sì tutto ok, ma devo parlarti di

persona, è un argomento un pò

delicato.

THOMAS

Ok, ok vengo da te stasera appena

chiudiamo ok?

AMANDA

Ok, per favore non tardare.

Thomas sta per rispondere ma sente Amanda riagganciare la

telefonata, si volta verso John che avendo capito più o

meno il tono della chiamata alza le spalle all’amico.

Primo piano su Thomas che con sguardo preoccupato si volta

a guardare il display del cellulare. stacco

SCENA 20 – SERA ESTERNO CASA AMANDA

Thomas arriva in bici davanti casa di Amanda, lei già lo

attende fuori, è vestita in modo molto comodo, una tuta

con un enorme maglione con il quale si copre per ripararsi

dal freddo. Thomas vedendola accelera le pedalate. Arriva

davanti a lei facendo un grosso sorriso, quest’ultima

ricambia con un sorriso più freddo. Thomas appoggia la

bici al muro e si avvicina svelto a lei.

THOMAS

Ciao Amanda, allora, che succede?

Si avvicina per baciarla, lei si lascia baciare con un

piccolo bacio sule labbra, Thomas si accorge del distacco

della ragazza, il suo viso torna buio e preoccupato.

THOMAS

Allora, mi dici che è successo?

Ieri è stata una serata perfetta,

non mi sarei mai aspettato che

oggi avrebbe preso questa piega.

AMANDA

Dobbiamo parlare un pò,

passeggiamo?

Thomas annuisce, l’abbraccia stringendole un braccio

intorno ai fianchi, lei si stringe a lui.

THOMAS

Sto aspettando.

AMANDA

Devo dirti chi sono.

THOMAS

Io so chi sei, sei la ragazza più

bella e più dolce di Chicago!

Un sorriso compare sul viso di Amanda.

THOMAS

(con viso felice)Allora

sorridi ancora? Scherzi a

parte, dimmi che sta

succedendo, non

preoccuparti.

AMANDA

Io mi chiamo Amanda.

Thomas la interrompe.

THOMAS

Questo lo so.

AMANDA

(con sguardo serio)Non

interrompermi per favore.

Thomas capisce il momento delicato e torna subito serio

THOMAS

Ok scusa, non ti interromperò più

Amanda fa un grosso respiro per poi tornare a parlare.

AMANDA

Io mi chiamo Amanda, Amanda

Evans.

Thomas si blocca instantaneamente, il passo lento che

tenevano passeggiando, si ferma. Amanda lo guarda

spaventata, aspetta da un momento all’altro una reazione

da parte di Thomas che sembra in stato di shock.

AMANDA

Ti prego, dì qualcosa

Thomas si allontana da lei, fa due piccoli passi,

posizionandosi davanti a lei.

THOMAS

(con voce tremante)Cosa

aspettavi a dirmelo.

AMANDA

Ti giuro che non lo sapev…

Thomas la blocca.

THOMAS

Dopo tutto, tutto quello che ti

ho raccontato?

AMANDA

Non sapevo, te lo giuro. Io non

ho rapporti con mio padre da

ormai sette anni, so la vita che

ha fatto, l’ho sempre odiato per

questo. La polizia la notte

veniva a casa mia a cercare droga

e armi. Quando sono stata

abbastanza grande da poter vivere

da sola, li ho abbandonati

entrambi.

THOMAS

Entrambi?

AMANDA

Sì entrambi, mio padre e mio

fratello, è stato lui a

raccontarmi chi sei realmente e

che mio padre c’entra con

l’omicidio del tuo.

THOMAS

Perché mai, perché mai tuo

fratello dovrebbe raccontarti

certe cose?

AMANDA

Perche lui al contrario di mio

padre, tiene a me. Lui ha

minacciato di farti del male se

continuiamo a vederci, questo non

deve succedere.

THOMAS

Tuo padre mi ha rovinato la vita,

ha fatto uccidere mio padre, e mia

madre è morta di crepacuore

quando hanno assolto il

poliziotto corrotto che ha

sparato.

Parte una musica

Amanda cerca di rispondere, ma Thomas la ferma con la

mano, lei è in lacrime, lui la osserva il suo volto sembra

pieno di delusione e rabbia.

THOMAS

Devo andare.

AMANDA

Aspetta, fammi spiegare un…

THOMAS

Non c’è nulla da spiegare, ho

bisogno di star da solo.

Thomas si allontana a piedi, cammina lentamente a testa

bassa con le mani in tasca, in soggettiva di Amanda lo

vediamo sempre più lontano. Amanda si gira verso casa sua,

dettaglio della bici appoggiata al muro.

AMANDA

(urlando) La bici Thomas!

Thomas non si volta nemmeno, sparisce voltando l’angolo.

Amanda in lacrime si gira tornando verso casa. Stacco

Thomas cammina lentamente sul marciapiede, è notte fonda e

pochissime auto transitano in strada, PP sul suo volto, è

triste ed anareggiato. Vediamo che si ferma, guarda verso

l’alto, dettaglio di una finestra con la luce accesa.

Riconosciamo l’edificio, è quello dove vive la sorella.

Thomas suona il citofono. Stacco.

Fine Musica

SCENA 21 – SERA INTERNO ALLOGGIO SARA.

Thomas e Sara sono seduti su due poltrone, davanti a loro

un piccolo tavolo in vetro con sopra due fumanti tazze di

caffè, la mdp ci fa notare che quella di Sara è quasi

vuota mentre sembra che Thomas non l’abbia nemmeno

assaggiato. Sara si rivolge al fratello.

SARA

E allora, dimmi, quale sarebbe il

problema se e la figlia di quel

bastardo?

THOMAS

Ma come quale sarebbe il

problema?

SARA

Lei stessa ti ha detto che non ha

rapporti con lui, questo

significa che non è uguale al

padre.

THOMAS

Come potrei stare con la figlia

di chi ha assassinato papà?

Sara fa una faccia scocciata, poi con tono serio si

rivolge al fratello.

SARA

Tieni veramente a lei?

THOMAS

Sì, ci frequentiamo da

pochissimo, ma sento che è

speciale. Per quasi un anno ogni

giovedi mi sono alzato felice

solo perché sapevo che lei

sarebbe passata in libreria, non

mi è mai successa una cosa

simile, con nessuno.

SARA

E allora, che aspetti? Corri da

lei.

THOMAS

Non posso, non più, ormai tutto

si è rovinato. Quel bastardo mi

ha rovinato anche questa.

Thomas si alza dalla poltrona facendo un cenno di rabbia

stringendo un pugno.

THOMAS

Con quante donne a Chicago,

proprio della figlia di Evans

dovevo innamorarmi?

Sara si alza dalla poltrona avvicinandosi al fratello,

questa volta sembra veramente spazientita.

SARA

Ascoltami bene Thomas, non

permettere a quell’uomo di

rovinarti anche questo. Se ti sei

innamorato di lei, vuol per forza

dire che non è come il padre.

Corri da lei fratellino, corri da

lei.

THOMAS

Ma io n…

SARA

Niente ma, vai è basta, la ami?

Thomas non risponde, osserva serio e pensieroso la

sorella.

SARA

Rispondimi, la ami o no?

THOMAS

Senza dubbio.

SARA

Allora va da lei, io amo Michael

da quando l’ho incontrato e se mi

trovassi nella tua situazione,

non permetterei che niente e

nessuno ostacoli la mia vita

insieme a lui.

Sara guarda intensamente il fratello, ha gli occhi lucidi

ed uno sguardo tristissimo in volto.

SARA

(con voce tremante)

La vita ci ha tolto tanto ma se

c’è una cosa che ho imparato in

tutti questi tormenti, è che

toglie sempre ma non dà mai, se

vuoi qualcosa devi andare a

prendertela e lottare per averla.

Quindi non permetterle di

toglierti anche lei.

Thomas la guarda, i suoi occhi ora sono accesi, brillano

di una leggera speranza che sembrava si fosse persa.

SARA

Va da lei, digli cosa provi e

vedrai che se per lei è lo

stesso, nulla potra mettersi

davanti a voi, nulla, qualsiasi

problema o difficolta

l’affronterete insieme.

Thomas sembra raggiante in volto, le parole della sorella,

sembra l’abbiano rinvigorito facendogli incassare

quest’altro duro colpo.

THOMAS

Vado da lei?

SARA

(sorridendo)Va da lei,

subito!

Thomas osserva qualche istante la sorella, poi

l’abbraccia, i due si stringono per qualche secondo.

Thomas torna a guardarla.

SARA

Sei ancora qua?

Thomas scatta verso la porta, afferra la giacca

dall’attaccapanni ed esce dalla casa della sorella.

PP sul volto commosso di Sara, lei chiude la porta,

l’immagine diventa buia. Stacco

Parte una musica

SCENA 22 – SERA STRADA.

La Mdp inquadra l’angolo dove prima Thomas aveva svoltato

scomparendo dalla vista di Amanda, da quello stesso punto

vediamo spuntare Thomas correndo. Corre a perdifiato,

arrivato davanti ai citofoni del palazzo di Amanda si

ferma un attimo a riprendere fiato, guarda verso l’alto,

tutte le finestre dell’edificio sono buie. Si avvicina

velocemente al citofono, dettaglio su in etichetta, c’è

scritto Amanda E., l’indice di Thomas si attacca al

citofono suonando ripetutamente. Sentiamo la voce di

Amanda rispondere.

AMANDA CITOFONO

Ma che diavolo succede, si può

sapere chi è?

THOMAS

Sono io Amanda, sono io.

AMANDA CITOFONO

Thomas?

THOMAS

Sì sono io, devo parlarti, voglio

dirti che non m’importa chi è tuo

padre, non mi interessa, io tengo

molto a te, non bastera il tuo

cognome a fermarmi.

Thomas è agitatissimo, parla vicinissimo al citofono, il

suo viso si fa preoccupato quando non sente nessuna

risposta. Un clack ed il portone in ferro si apre, ne esce

Amanda coperta fino al collo con un pile.

SARA

(Piacevolmente sorpresa)Non

pensavo ti avrei rivisto-

Thom, io volevo dirti che

non sapev..

Thomas la interrompe dandole un bacio all’improvviso,

Amanda risponde al bacio, i due si abbracciano e baciano

appassionatamente. Thomas la guarda intensamente tenendole

la testa fra le mani.

THOMAS

Non mi importa di tuo padre, non

mi importa niente. Ogni anno a

Natale la mia vita è stata buia,

ma da quando ho conosciuto te,

tutto si è illuminato, da anni

non ero cosi felice. Dal tuo

incontro ho ricominciato a

vivere, un pò alla volta, ma

adesso che mi sono ricordato come

si fa, non rinuncerei per nulla

al mondo.

Amanda lo guarda, ha gli occhi lucidi, una lacrima gli

solca il volto ma dal flebile sorriso capiamo che è una

lacrima di gioia.

THOMAS

Io ti amo Amanda Evans.

AMANDA

(con un sorriso) Anch’io ti

amo Thomas Green, ti amo, ti

amo da quando ti ho visto la

prima volta in quella

libreria.

I due si baciano nuovamente, un bacio lungo ed

appassionato, si guardano negli occhi. Amanda continua a

piangere, mentre il volto di Thomas ora è sicuro e

rilassato.

Fine Musica

Parte una musica

In lontananza sentiamo il motore di un’auto avvicinarsi a

gran velocità, una BMW grigia frena bruscamente

parcheggiandosi con due ruote sul marciapiede a pochi

metri da loro. L’auto resta col motore in moto, le luci

notturne della città non ci permettono di vedere chi vi è

all’interno a causa di un riflesso sul parabrezza. La

portiera si apre, ne scende un uomo vestito in modo

elegante, è Lucas. Ha una pistola in mano, chiude lo

sportello, gira intorno all’auto parandosi davanti a

Thomas ed Amanda. Il suo braccio si alza puntanto la

pistola dritta verso Thomas.

AMANDA

(Furiosa)Che diavolo vuoi?

Thomas istintivamente sposta leggermente Amanda con il

braccio andadosi a mettere d’avanti a lei.

THOMAS

E tu chi cazzo sei?

LUCAS

Scusami è vero, perdona la mia

sorellina, è una maleducata, non

ci ha presentati. Io sono Lucas,

Piacere.

Thomas si volta verso Amanda.

THOMAS

E’ veramente tuo fratello?

Amanda annuisce, Thomas sembra improvvisamente più

rilassato.

AMANDA

Tranquillo, me la vedo io con

lui,

Amanda sposta Thomas passandogli davanti, si avvicina al

fratello.

AMANDA

Avanti Lucas non fare l’idiota

dammi quella pistola e ti spiego

tutto.

Lucas la ignora continua a fissare Thomas con aria di

sfida.

AMANDA

Lucas, mi hai sentita? Dammi

immediatamente quella pistola o

vengo a prendermela io.

LUCAS

Stai lontano Amy, è un problema

di cui mi devo occupare io.

Thomas molto nervosamente assiste alla scena, continua a

guardare Amanda come per tranquillizzarsi dal suo modo

calmo di parlare al fratello.

AMANDA

Ok, adesso basta.

Amanda fa due passi in avanti, tende la mano per afferrare

la pistola, lo sguardo di Lucas si punta su di lei, il suo

braccio lo segue, ora la pistola è puntata dritta al viso

di Amanda. Vediamo Thomas irrigidirsi istantaneamente.

Dettaglio del suo pugno che si stringe.

AMANDA

(furibonda)

Che fai, vuoi spararmi adesso?

Lucas scuote la testa, torna a puntare l’arma su Thomas.

LUCAS

ma cosa dici non ne ho mai avuto

l’intenzione,

PP su Lucas, è molto agitato, la mano gli trema

leggermente. Amanda ritorna in avanti.

Fine Musica

AMANDA

Basta giochi Lucas.

Afferra la pistola dalle mani del fratello.

Un boato spezza il silenzio della strada notturna, PP sul

volto di Amanda ha gli occhi sgranati, un rivolo di sangue

gli esce dalle labbra. Si accascia inginocchiandosi a

terra. Thomas è subito alle sue spalle, l’afferra prima

che cada a terra, l’appoggia delicatamente.

THOMAS

(terribilmente

sconvolto)Amanda, Amanda

resisti ti prego. Qualcuno

l’aiuti (urla). Qualcuno ci

aiuti per favore.

Poggia delicatamente la ragazza sul marciapiede, si alza

estraendo il cellulare dalla tasca, cammina freneticamente

in preda al panico, compone un numero.

VOCE AL TELEFONO

Pronto, 911 dica

THOMAS

Vi prego ho bisogno di aiuto,

hanno sparato ad una ragazza.

VOCE AL TELEFONO

Mi dica dove è stata colpita la

ragazza signore.

THOMAS

(sempre più nel panico) Ma

come, che importanza ha.

Nell’addome comunque.

VOCE AL TELEFONO

Ok signore mi dica dove si trova.

THOMAS

Sono al 1265 sulla Richmond

Street. Fate in fretta vi prego.

VOCE AL TELEFONO

Tre minuti ed un ambulanza sarà

da lei signore.

Thomas lascia cadere il telefono inginocchiandosi per

terra, abbraccia Amanda.

THOMAS

Resisti ti prego, resisti tra

pochi minuti saranno qui.

Amanda in quel momento fissa Thomas, poi la sua testa si

gira da un lato spirando.

Parte una Musica

Thomas alza gli occhi verso Lucas, quest’ultimo è in stato

di shock, ha ancora la pistola puntata dritta verso dove

prima si trovava Amanda.

THOMAS

(in lacrime e con voce

disperata)

L’hai uccisa.(rivolgendosi a

Lucas)

Lucas balbetta qualche parola, poi lascia cadere la

pistola in terra. In lacrime si dirige barcollante verso

l’auto, entra in auto chiudendo la portiera, si allontana

molto lentamente.

Thomas si trova ancora in ginocchio con Amanda tra le

braccia,la coccola muovendosi leggermente, con una mano le

accarezza il volto. La MDP comincia ad allontanarsi da

loro salendo verso l’alto, in lontananza vediamo arrivare

un ambulanza ed un’auto della polizia a sirene spiegate.

Stacco.

Fine Musica

SCENA 23 – INTERNO LOCALE

La Mdp inquadra Lucas entrare in un locale, il suo volto è

distrutto. Cerca con gli occhi qualcuno all’interno. Il

suo sguardo si blocca su un gruppo di uomini seduti ad un

tavolo intenti a giocare a carte. Fergus è tra questi, si

accorge del figlio socchiude gli occhi vedendo lo stato in

cui è ridotto. Posa le carte sul tavolo alzandosi in

piedi.

FERGUS

Tutti fuori da qui!

La gente al tavolo si guarda con faccia curiosa, poi si

voltano guardando Lucas.

FERGUS

(con tono autoritario e

severo) Allora, siete sordi

o cosa. Fuori da qui!

Batte i pugni sul tavolo,a quel punto molto velocemente e

senza fare domande tutti lasciano la stanza.

Lucas si avvicina barcollante al padre, poi si butta ai

suoi piedi.

FERGUS

Figliolo, in piedi, che è

successo?

LUCAS

(in lacrime)

L’ho uccisa papà, l’ho uccisa, e

sono stato io, suo fratello.

FERGUS

Calmati Lucas, che è successo,

hai ucciso chi?

LUCAS

Amanda!

FERGUS

(volto furioso e stupito)

Cosa? Tua sorella? Chi è

stato?

Lucas farfuglia frasi senza un senso.

LUCAS

Lei.. lei, mi ha… ha provato a

togl.. mi ha preso la pistola,

e…e partito un colo, p partito.

Non volevo papà, credi…credimi.

Lucas piange disperato, Fergus è pensieroso, poi afferra

il figlio sollevandolo dal pavimento.

FERGUS

Figliolo, fai l’uomo e smetti di

piangere (con tono duro). Era

solo una vagabonda che ci ha

abbandonati, come sua madre.

Lucas alza gli occhi verso il padre, il suo volto è

furioso. Lo afferra per il colletto sbattendolo sul muro.

LUCAS

(urlando in faccia al padre)

Sei una bestia, una bestia senza

cuore, era tua figlia cazzo! Era

tua figlia!

Fergus gli da un sonoro schiaffo in pieno volto, Lucas

cade a terra, resta lì rannicchiandosi in lacrime.

FERGUS

Non mi importa un accidente, ma

non possiamo lasciare la cosa al

caso. Nessuno può pensare che un

membro della mia famiglia venga

ucciso e farla franca.

Lucas con volto sconvolto osserva il padre.

FERGUS

Non parlo di te idiota. (urlando)

John vieni subito qua.

vediamo spuntare dalla porta l’uomo che aveva litigato con

Simon al casello, osserva con volto serio Fergus.

FERGUS

Ti ricordi il figlio del pugile,

quello di cui ti ho parlato ieri?

JOHN

Certo che mi ricordo.

FERGUS

Ha ucciso mia figlio, voglio che

prendi due uomini e sistemi lui

ed ogni suo parente in tutta

Chicago, quella famiglia mi ha

gia causato fin troppe perdite di

tempo. Cancella il loro DNA.

John resta scandalizzato dalla freddezza con la quale

Fergus ha affrontato la morte della figlia.

FERGUS

Ti muovi o no.

JOHN

(Annuendo)Sarà fatto Fergus,

mi muovo subito.

Si volta lasciando la stanza. Lucas adesso è seduto con le

ginocchia sul volto, la schiena appoggiata ad un bancone,

alza la testa osservando il padre.

LUCAS

L’ho uccisa io non Green.

FERGUS

Non importa chi muoia,

l’importante è dare l’esempio, è

questo che conta.

Fergus si aggiusta la giacca che il figlio gli ha

stropicciato, poi si siede osservando le carte che aveva

in mano prima che Lucas interrompesse la partita.

Dettaglio di cinque carte, vediamo che sono tutte dello

stesso seme, tutte a cuori, Fergus le sbatte sul tavolo

violentemente.

FERGUS

(Adirato) Dannazione, avevo

colore!

Stacco

SCENA 24 – NOTTE. INTERNO COMMISSARIATO DI POLIZIA.

Siamo in un commissariato della

polizia, la MDP gira tra varie

scrivanie fino a soffermarsi su

una. Un agente sta parlano con

Thomas, lui ha il volto

distrutto, gli occhi gonfi dalle

lacrime versate. Il poliziotto

gentilmente si alza dalla sedia

avvicinandosi al ragazzo.

AGENTE

E’ tutto ragazzo, vai pure a

riposarti, è gia stata una notte

maledetta per te. Le informazioni

che ci hai dato sono state

utilissime, prenderemo quel

bastardo snaturato.

Thomas annuisce senza parlare ha le braccia incrociate

come se avesse freddo, si allontana lentamente, la MDP lo

riprende mentre si allontana. Primo piano sull’ispettore

che si rivolge ad un agente seduto su un’altra scrivania.

ISPETTORE

Povero ragazzo. Ma dove andremo a

finire, un essere umano che

uccide la propria sorella..

Si allontana scuotendo la testa.

SCENA 25 – NOTTE. ESTERNO COMMISSARIATO

Thomas scende le scale dell’edificio molto lentamente, è

ancora notte fonda, non c’è traffico in strada, la città è

luminosa con tutte le luci dei lampioni e le decorazioni

natalizie sparse su tutte le facciate degli edifici, sui

tetti ed ad ogni incrocio. Lo sguardo amaro di Thomas si

sofferma a fissare la luna, altre lacrime cominciano a

solcargli il volto, reggendosi al corrimano si siede sugli

scalini lasciandosi andare ad un pianto di sfogo. La MDP

gira per alcune volte intorno a Thomas.

Squilla un cellulare, Thomas si asciuga le lacrime, tira

fuori il cellulare e risponde.

THOMAS

Pronto….. (sgrana gli occhi)

Cosa?…. Ma quando è

acc…(preoccupatissimo in viso)

Arrivo subito grazie.

Si alza cominciando a correre, il suo viso e spaventato.

Stacco.

SCENA 26 – NOTTE. INTERNO OSPEDALE

Un taxi parcheggia davanti l’ospedale, vediamo scendere

Thomas, in fretta estrae alcune banconote buttandole sul

sedile del taxista. Scende cominciando a correre verso

l’ospedale, sentiamo in sottofondo il taxista urlare.

TAXISTA

Amico il resto…

Stacco.

Thomas corre all’interno dei corridoi, vede un’infermiera

nel corridoio, quest’ultima lo rimprovera dicendogli di

non correre e che a notte fonda non dovrebbe

nemmeno stare in ospedale. Arriva finalmente al reparto

urgenze, c’è molta gente anche se è notte fonda, si

avvicina ad un medico.

THOMAS

Sono Thomas Green, il fratello di

Sara, mi avete chiamato poco fa

dicendomi che era successo un

incidente.

Il medico si fa serio in volto facendogli segno di

seguirlo. Stacco.

Siamo all’interno di una camera d’ospedale, la MDP

inquadra Sara nel letto al centro della stanza è piena di

macchinari e tubi che l’avvolgono ovunque, la MDP gira di

trecentosessanta gradi e vediamo spuntare Thomas ai piedi

del letto, osserva la sorella. Udiamo in fuoricampo le

parole che il medico gli ha detto prima di farlo entrare

in camera, piano americano di Thomas durante le parole

MEDICO VFC

E’ stata massacrata, picchiata a

sangue e lasciata morente, suo

cognato è stato trafitto da sette

pugnalate, forutnatamente e fuori

pericolo, ma lo stesso non si può

dire di sua sorella. Per la

gravidanza purtroppo è

compromessa, non credo che il

bambino ce la farà, ma speriamo

di riuscire a salvare lei.

THOMAS VFC

Potrei vederla dottore?

MEDICO VFC

Sì se vuole, ma la avviso è in

coma, quindi non risponderà a

nessun suo input.

Queste ultime frasi risuonano ancora nella stanza

silenziosa, Thomas si accascia ai piedi del letto della

sorella, scoppia a piangere singhiozzando.

Vediamo un flashback

La mamma di Thomas in ospedale, lei ormai morente, gli fa

promettere che non cercherà vendetta. Thomas promette.

Fine Flashback

Thomas si alza dal pavimento, si avvicina alla finestra,

il panorama ci mostra gran parte della città,

Splendidamente illuminata. Il volto di Thomas si fa duro e

deciso.

THOMAS

Mi dispiace mamma, quella

promessa non può più essere

mantenuta, non ci sarà più niente

dopo oggi, la mia vita non

esisterà più finchè quell’uomo

vivrà, questa città, queste luci

saranno le luci del dolore per me

finchè quel bastardo respirerà.

Scusami mamma.

Thomas si volta, va dalla sorella, la bacia delicatamente

sulla fronte. Chiude gli occhi, vediamo qualche immagine

di Sara da bambina, mentre salta sul letto, mentre corre

da Simon che torna da lavorare. Thomas riapre gli occhi.

THOMAS

Ciao Sorellina.

Con volto duro e deciso esce dalla camera, si incammina

nel corridoio silenzioso. Squilla il cellulare, Thomas

risponde.

THOMAS

(Voce dura e decisa)

Pronto!

ISPETTORE AL TEL

Signor Green sono l’ispettore

Marrey, ho saputo cosa è successo

a sua sorella, so che è l’ultima

cosa che lei vorrebbe sentire, ma

credo che sia sempre

l’organizzazione criminale a cui

fa capo Evans, la responsabile

dell’accaduto.

THOMAS

L’avevo intuito ispettore.

ISPETTORE AL TEL

Le chiedo, quando si sarà ripreso

ovviamente, di passare nuovamente

qui in commissariato.

THOMAS

Lo farò ispettore, presto tornerò

da lei.

Thomas riattacca il cellulare, Vede un cestino della

spazzatura lungo il corridoio, lo butta all’interno

passando.

THOMAS

Non mi servirà più!

Primo piano del suo volto che adesso si è fatto

minaccioso. Stacco.

SCENA 27 – INTERNO APPARTAMENTO JOSH

Siamo in una camera totalmente buia, si delineano appena i

contorni di un uomo che dorme beatamente su un letto.

All’improvviso sentiamo qualcuno che bussa

incessantemente alla porta, Josh si sveglia, ha gli occhi

piccoli ed il volto assonnato, si guarda intorno non

capendo cosa succeda. Guarda una sveglia sul comodino,

dettaglio dell’ora 5:48.

JOSH

Ma chi cavolo è il pazzo che si

presenta in casa mia a quest’ora?

Si alza è lentamente si avvicina ad un comò, si osserva

allo specchio, si massaggia la faccia.

JOSH

Qualcuno che ha deciso di morire,

ecco chi è!

Si dirige verso la porta, chi sta dall’altro lato

continua a bussare con insistenza.

JOSH

Arrivo arrivo, perchè tanta

fretta!

Josh apre la porta, resta sorpreso vedendo Thomas, la sua

sorpresa in volto svanisce subito notando l’espressione

dell’amico, Thomas infatti ha delle profonde occhiaie

provocate dalla stanchezza e gli occhi gonfi dal pianto.

JOSH

Amico che è successo?

Apre completamente la porta per far entrare l’amico.

Thomas entra a passo deciso, andando subito al sodo.

THOMAS

Hanno ucciso Amanda, le hanno

sparato. Poi sono andati a casa

di mia sorella pestandola a morte

e hanno accoltellato suo marito.

Per fortuna entrambi sono fuori

pericolo, ma il bambino che

aspettava…

La voce gli si rompe in gola, altre lacrime iniziano a

scorrere sulle sue guance.

JOSH

Ehi Thom, aspetta un attimo cosa

dici? Non ho capito un accidente

Thomas si siede su un divano del piccolo salottino dove si

trovano, ricomincia a piangere.

THOMAS

Hai capito benissimo Josh, hai

capito benissimo.

Josh barcollante per lo shock si siede vicino all’amico, a

gli occhi puntati nel vuoto.

JOSH

Ma come, come è potuto accadere,

chi è stato?

THOMAS

Evans, è sempre stato Evans, è

tutta la vita che mi perseguita.

La decisione torna a farsi spazio nel volto di Thomas, si

alza dal divano guardando l’amico.

THOMAS

Una volta mi hai detto di avere

una pistola in casa.

JOSH

Si c’è l’ho,l’avevo presa l’anno

scorso quando facevano quei furti

negli appartamenti qui vicino, ma

non l’ho mai usata, perché me lo

chiedi? Pensi che possano venire

anche qui?

Il volto di Josh improvvisamente cambia. Preoccupato si

rivolge all’amico

JOSH

No no no amico, non pensarci

neanche per scherzo, tu te ne

starai qui buono fino a domani, e

ti calmi un pò!

THOMAS

Josh ti conosco da una vita, o me

la dai tu o me la prendo da solo.

JOSH

Ti ho detto di togliertelo dalla

testa.

Thomas lo ignora dirigendosi verso una poltrona, mette una

mano dietro una spalliera, ne tira fuori una scatoletta

nera con una pulsantiera sopra.

JOSH

(con faccia stupita) Come

diavolo hai fatto?

THOMAS

E’ dai tempi del liceo che

nascondi le cose nello stesso

posto, chi pensi ti rubasse tutte

le sigarette quando eravamo al

college?

JOSH

Questo non cambia nulla, non ti

dirò mai la combinazione per

aprirla, quindi a meno che tu non

voglia uccidere quei tizi

tirandogli una scatola in testa,

quella pistola non puo esserti

d’aiuto.

Thomas digita velocemente dei numeri sulla tastiera, la

scatola si apre con un clack. Josh è stupito, non riesce a

dire nulla, poi con tono rabbioso si dirige verso Thomas.

JOSH

Ok adesso basta Thomas, non ti

permetterò di rovinarti la vita

più di quanto non abbiano già

fatto quei bastardi!

Cerca di togliergli la pistola, ma Thomas lo ferma.

THOMAS

Tranquillo non preoccuparti, è un

bene che ti conosca così tanto,

almeno, con queste informazioni e

il bernoccolo, ti sarà facile

uscirne pulito.

JOSH

(con viso curioso)

Che bernoccolo?

Thomas lo colpisce sulla nuca con un colpo secco del

calcio della pistola, Josh sviene improvvisamente, Thomas

lo afferra per non farlo cadere a terra, lo stende sul

divano.

THOMAS

Scusami amico, era necessario per

non far credere che tu mi abbia

dato volontariamente la pistola.

PP di Thomas che carica la pistola, il suo volto è deciso

e senza traccia di perplessità, si dirige verso la porta,

afferra le chiavi dell’auto di Josh da sopra un tavolino

vicino la porta.

THOMAS

Già che ci siamo mi presti anche

questa?

Thomas esce chiudendo la porta alle sue spalle. Stacco

SCENA 28 – NOTTE ESTERNO STRADA

Parte una Musica

Thomas guida in maniera folle, schiva auto su auto,

facendo molti sopparsi, la Mdp lo inquadra in primo piano,

la sua faccia si fa più decisa con una smorfia del volto,

stacco sui piedi che schiacciano il pedale della frizione

e subito sulla mano che cambia marcia, l’inquadratura

passa all’esterno da sopra l’auto, la vediamo allontanarsi

dall’obbiettivo.

Thomas passa davanti al commissariato di polizia, accosta

parcheggiando poco distante, vediamo qualcuno uscire

dall’edificio, la Mdp zoomma inquadrando Steve Cross, lo

vediamo salutare un collega ed avvicinarsi ad un’auto, la

apre, entra. L’auto parte, l’inquadratura torna su Thomas

che rimette subito il motore in moto.

THOMAS

(con sguardo freddo e serio)

Sembra assurdo anche solo

pensarlo ma questo è il mio

giorno fortunato.

L’auto di Thomas si avvia seguendo quella di Cross a

qualche decina di metri di distanza. Stacco

Vediamo l’auto di Cross parcheggiare davanti ad un

edificio abbastanza in periferia, la strada è vuota e

deserta. Stacco su Thomas che afferra la pistola da sotto

il sedile del passeggero, scende dall’auto, si trova a

circa settanta/ottanta metri da Cross, per non farsi

sentire chiude lo sportello appoggiandolo dolcemente. Alza

gli occhi osservando le finestre degli edifici vicini, è

ancora notte fonda e la zona è assolutamente tranquilla e

silenziosa, le uniche luci visibili sono alcune luminarie

natalizie in alcuni balconi e finestre, tutto questo

insieme alla foschia che il freddo umido crea, da vita ad

un atmosfera inquietante. Stacco su Cross che scende

dall’auto, viso tranquillo e rilassato, chiude lo

sportello avviandosi fischiettando verso un portone.

THOMAS

(urlando)

Steve Cross!

Cross si immobilizza sentendo il suo nome, smette di

fischiettare e si volta lentamente verso Thomas, vediamo

la scena in sua soggettiva, Thomas è circa quaranta metri,

con una pistola puntata dritta verso di noi, sembra deciso

e intenzionato a usarla, non c’è la minima ombra di dubbio

nei suoi occhi.

STEVE CROSS

Ragazzo, ci deve essere un

errore, io sono un poliziotto,

stai sbagliando persona.

THOMAS

Alza le mani brutto figlio di

puttana.

Cross alza le mani, e comincia ad avvicinarsi lentamente

verso Thomas.

THOMAS

Ascolta Cross, sarai morto tra

meno di un minuto, dimmi però

prima solo il perche l’hai fatto.

STEVE CROSS

(continuando ad avvicinarsi)

Ho fatto cosa ragazzo?

THOMAS

(visibilmente adirato)

Stammi a sentire venduto di merda

che non sei altro, sai bene chi

sono, Thomas Green figlio di

Simon Green, l’uomo che hai

ucciso senza battere ciglio,

quando il tuo preciso dovere era

di proteggerlo dalla spazzatura

come Evans.

STEVE CROSS

Ecco chi sei, ero sicuro di

averti visto da qualche parte,

sei cresciuto!

Cross è sempre più vicino, fa piccoli passi, osservando

dritto negli occhi Thomas.

THOMAS

Allora mi dici perché hai ucciso

mio padre?

STEVE CROSS

No ragazzo, erano affari, solo

affari. Non avevo nulla di

personale contro tuo padre.

Adesso Cross si trova a pochi metri da Thomas, i due si

osservano, dettaglio del braccio di Thomas ancora teso con

la pistola in mano. Dettaglio del piede di Cross che

avanza ancora di qualche centimetro.

THOMAS.

(sussurra)

Scusa Mamma.

Un boato rompe il silenzio e la tensione tra i due.

Dettaglio della pistola fumante ancora in mano di Thomas.

Dettaglio sugli occhi di Cross sgranati, la sua faccia è

visibilmente sorpresa. Cade a terra, sulla schiena, in sua

soggettiva vediamo le scarpe di Thomas davanti a noi,

l’inquadratura si alza finche non vediamo Thomas in piedi

davanti a noi. Il suo braccio è nuovamente teso con la

pistola puntata su di noi. Sentiamo qualche lamento

provenire da Cross. Ancora in sua soggettiva, vediamo un

sorriso soddisfatto sul volto di Thomas, poi quest’ultimo

spara ancora, due colpi. Dissolvenza in nero. Stacco

Fine Musica

SCENA 29 – NOTTE ESTERNO STRADA.

L’auto di Cross sfreccia a tutta velocità, al suo interno

c’è Thomas, nel sedile del passeggero si trovano due

pistole, quella di Josh ed un’altra probabilmente presa a

Cross. L’auto continua a correre, dettaglio di un cartello

che indica che si trova sulla 32řesima strada.

Improvvisamente l’auto derapa. Dettaglio della mano di

Thomas sul freno a mano. L’auto si ferma di traverso sulla

strada, dritto davanti all’auto il locale di

Evans. Thomas stringe fortemente il volante, comincia ad

accelerare, sentiamo le ruote dell’auto stridere

sull’asfalto. L’auto procede dritta verso la porta del

locale, vediamo L’auto sfondare il muro, investendo anche

alcune persone che si trovano all’interno del locale. Al

rallentatore vediamo Thomas scendere immediatamente

dall’auto quando questa si ferma davanti ad un muro, ha

due pistole in mano, il barista ha già un fucile in mano e

lo sta per puntare su Thomas, lui spara uccidendo sul

colpo l’uomo che cade all’indietro.

Thomas si volta, nel locale tre persone sono state

investite e giaciono per terra prive di sensi, sotto una

delle ruote dell’auto riconosciamo il cadavere di John.

Vediamo Evans spuntare da dietro un muro con una pistola

in mano spara verso Thomas che reagisce sparando a sua

volta, cadono entrambi a terra, Thomas si rialza

immediatamente, si guarda il braccio, ha un piccolo taglio

su una spalla.

Sentiamo una risata isterica provenire da dove si trova

Evans che è ancora disteso sul pavimento, Thomas si

avvicina a lui, lo osserva bene, Evans ha un buco di

proiettile proprio in mezzo al petto, respira a fatica.

Osserva Thomas che intanto gli si è avvicinato, la sua

risara cessa.

FERGUS

Sai, non avrei mai detto che

sarebbe finita così, da un uomo

insignificante come tuo padre,

non pensavo potesse venir su uno

come te.

Thomas abbozza un ghigno, poi stende il braccio, sentiamo

altri due colpi. Evans grida disperatamente, entrambe le

ginocchia sono spappolate, Thomas spara ancora, colpisce

una spalla. Evans urla disperatamente.

THOMAS

Questi sono per tutto quello che

hai fatto alla mia famiglia in

questi anni.

Spara ancora, tre colpi, tutti si vanno a piazzare nel

petto di Fergus che respira affannosamente, Thomas gli

mette un piede sul petto, puntando la pistola alla testa

di Evans.

THOMAS

Adesso finalmente ho la mia

vendetta.

Evans non dice nulla, il volto devastato dal dolore,

respira a fatica, sanguinando dalla bocca, con un occhio

osserva Thomas che sorride soddisfatto guardando la scena.

THOMAS

Ma non ti sparerò in testa,

preferisco lasciarti lì ad

agonizzare ancora qualche minuto.

Abbassa il braccio che tiene la pistola, Evans da ancora

qualche respiro, poi ansimando alza una mano verso Thomas

che si gode la scena con un ghigno di soddisfazione sul

volto. Dettaglio del braccio di Evans che cade sul

pavimento, i respiri affannosi cessano. Thomas si volta

verso l’auto, davanti a quest’ultima vediamo Lucas, è in

lacrime ed ha una pistola puntata su Thomas, la abbassa

subito, facendola cadere a terra, si inginocchia davanti a

Thomas chinando la testa, dettaglio delle sue lacrime che

gocciolano sul pavimento.

LUCAS

Uccidimi ti prego, finisci il

lavoro. Non posso vivere tutta la

vita col rimorso di ciò che ho

fatto ad Amanda

Thomas si accende sentendo il nome di Amanda, i suoi occhi

pieni d’ira. Punta la pistola appoggiandola sulla testa di

Lucas. Thomas lo guarda, il suo respiro è

affannoso, stringe i denti, dettaglio del dito di Thomas

che preme appena il grilletto.

Abbassa il braccio togliendo la pistola dalla testa di

Lucas, quest’ultimo alza la testa osservandolo. Thomas è

di spalle, ha la pistola in mano.

LUCAS

(voce disperata)

Dove vai? Finisci il tuo lavoro!

THOMAS

(voce serena e calma)

Sarebbe troppo facile, meglio

lasciarti vivere con il rimorso

di aver ucciso tua sorella.

Parte una musica

Thomas si incammina per uscire dal locale, dettaglio della

mano di Lucas che afferra la pistola fatta cadere a terra

poco prima. Thomas è ormai all’esterno del locale, vediamo

l’alba sorgere sullo sfondo, si ferma in mezzo alla

strada, sentiamo delle sirene della polizia in lontananza

avvicinarsi sempre di più, uno sparo arriva da dentro il

locale.

Una serie di scene in dissolvenza incrociata ci mostrano

Steve Cross morto, John morto sotto una ruota dell’auto

che ha sfondato il muro del locale, Evans visto dall’alto

con un’infinità di ferite in corpo, e Lucas con un buco

sulla tempia riverso sul pavimento. Le auto della polizia

arrivano circondando Thomas che è già inginocchiato

sull’asfalto ed ha già le braccia sulla testa. I

poliziotti si avvicinano a lui, la Mdp si allontana sempre

più verso l’alto. Stacco.

Fine Musica

SCENA 3O – GIORNO ESTERNO CARCERE.

Sullo schermo appare la scritta otto anni dopo.

Una ripresa aerea si avvicina alla grossa porta in ferro

della prigione, la porta si apre, ne esce Thomas

leggermente invecchiato, ha un viso sereno con la barba

leggermente lunga. Osserva davanti a lui, un grosso

sorriso gli si apre in volto. Davanti al lui vediamo

appoggiati ad una macchina la sorella Sara abbracciata al

marito ed un bambino corrergli incontro.

BAMBINO

Ciao zio, finalmente nessun vetro

a separarci.

Thomas lo abbraccia prendendolo in braccio

THOMAS

Ciao Simon, tesoro, stai

diventando pesante!

SIMON

Certo zio, domani non solo è

Natale, ma è anche il mio

compleanno, otto anni!

Il bambino pronuncia serio e fiero la cifra, Thomas lo

osserva con un sorriso, vediamo i suoi occhi lucidi,

commosso dalla gioia si avvicina verso la sorella ed il

cognato. La Mdp si allontana sempre di più fino a che loro

sono solo un puntino, poi lo schermo si dissolve in nero.

Musica

Partono i titoli di coda.

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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