Dissolvenza in nero.

Scena 1 (Esterno, giorno)

Con lo schermo ancora nero, parte una musica: “Maiden voyage”, Herbie Hancock.

Tutti i titoli di testa appaiono come se battuti da una macchina da scrivere (con relativo caratteristico suono) e scompaiono frammentandosi, lasciando che ogni lettera fluttui a foglia morta verso il basso dello schermo.

Un film di
Neil Jordan

LA RAGAZZA DI CARTA

Compaiono le immagini, che ci mostrano un rotocalco su cui è immortalato un uomo sui 35-40 anni (Adrien Brody), sorridente, con un libro in mano.

Il titolo (in inglese, tradotto dai sottotitoli) recita “
La trilogia degli angeli conquista l’America

Con
Adrien Brody
Sarah Roemer

Il rotocalco si trasforma in un quotidiano. L’articolo che viene inquadrato ha come titolo “Il prestigioso Avery Fisher Prize alla pianista francese Aurore Valancourt” ed è accompagnato dalla foto di una bella ragazza (Lea Seydoux) seduta al pianoforte, su un palco.

Léa Seydoux
Eli Roth
Jada Pinkett Smith

Viene girata la pagina del quotidiano e troviamo un altro articolo con una foto che ritrae l’uomo di prima, contornato da un gruppo di bambini. Il titolo è “Tom Boyd dona mezzo milione di dollari a una scuola di Los Angeles”.

Sceneggiatura
Enrico Delorenzi

Ora vediamo la copertina di una rivista, su cui compaiono i volti di Aurore e Tom. Il titolo a caratteri cubitali dice “Aurore cerca casa a Manhattan” e il sottotitolo è “E intanto Tom sceglie un anello da Tiffany”.

Locandina
Laura Parisi

La rivista scorre fuori inquadratura e al suo posto compare lo schermo di un computer. Un sito web di gossip ci mostra due foto di Tom e Aurore: in una sono seduti al tavolo di un ristorante con espressioni poco felici e nell’altra Tom osserva Aurore allontanarsi dal locale. Il titolo dice “Aurore e Tom litigano al ristorante”.

Casting
Enrico Delorenzi

Un clic sulla ricerca di google, la digitazione di ‘Tom e Aurore’ e poi il risultato della ricerca. Clic sul tag dei video e clic sul primo risultato. Si apre un video di youtube in cui vediamo Aurore sul palco suonare al piano, apparentemente proprio la musica in sottofondo. Dopo qualche secondo, eludendo il servizio d’ordine che lo insegue, Tom riesce a salire sul palco e a dirigersi verso la pianista. Lei continua a suonare con aria indifferente, mentre due guardie del corpo riescono a immobilizzare l’uomo inchiodandolo a terra.

Tratto dall’omonimo romanzo di
Guillaume Musso

Lo schermo del computer esce di scena e torniamo a vedere la pagina di un quotidiano. La foto ritrae Tom che esce da una stazione di polizia, cercando di coprirsi il volto con la mano. Il titolo dice “Tom Boyd arrestato per guida in stato d’ebbrezza”.

Prodotto da
Enrico Delorenzi
Per
Nightbay Studios

Vengono sfogliate alcune pagine del quotidiano e troviamo la pagina dedicata ai libri. Un titolo a grandi caratteri ci dice che “Slitta l’uscita dell’ultimo volume della trilogia degli angeli”.

Diretto da
Neil Jordan

La musica sfuma.

Dissolvenza in nero.

 

SCENA 1 (Esterno, giorno)

Con lo schermo ancora nero sentiamo dei colpi, come se qualcuno stesse bussando a una porta.

VFC (Uomo)
Tom, apri!

Compaiono le immagini e vediamo un uomo sulla quarantina (Eli Roth) che sta bussando insistentemente alla porta di una grande villa.

MILO
Tom, sono io, Milo! Lo so che sei in casa. Esci di lì, per la miseria!

Bussa ancora, ma nessuno apre.

MILO
Tom, apri o sfondo la porta!

Nessuna risposta. Lo vediamo allora chinarsi a raccogliere qualcosa.
E’ un piede di porco.

Milo si sposta aggirando la casa. Vediamo che è estremamente lussuosa, in riva al mare. C’è anche la piscina.

L’uomo giunge fino a una finestra, infila il piede di porco in una fenditura del telaio e fa leva per far saltare i listelli delle persiane.

Dopo un qualche sforzo, questi cedono con uno schiocco.

Sorriso sghembo da parte di Milo.

Stacco.

 

SCENA 2 (Interno, giorno)

Siamo al pianterreno. La casa è immersa nella penombra, ma riusciamo a vedere un soggiorno nel disordine più assoluto. Piatti sparsi ovunque, mobili rovesciati, vestiti sparsi per terra, bicchieri rotti.

Milo scavalca un mucchio di cartoni per la pizza e apre le finestre per far entrare la luce e l’aria.

MILO
Tom!

Dalla soggettiva di Milo vediamo un divano, sul quale è sdraiato in posizione fetale Tom Boyd. Ha un aspetto spaventoso: irsuto, spento, con la barba lunga e pesanti occhiaie.

Apre un occhio e, dopo aver focalizzato Milo, lo richiude.

MILO
Avanti, alzati. Forza.

Milo si avvicina e lo scuote.

MILO
Tom, svegliati.

Sul tavolino vicino notiamo una serie di tubetti di medicine sparpagliate: Vicodin, Valium, Xanax, Zoloft, Stilnox…
Milo li osserva preoccupato, poi scuote Tom con energia, finchè questo apre stancamente gli occhi e si mette a sedere con le proprie forze.

TOM
Milo… Ma che cazzo ci fai, qui?

MILO
Mi preoccupo, Tom! Sono due mesi che te ne stai qui chiuso ad abbruttirti con i tranquillanti.

TOM
E’ un problema mio.

MILO
No, Tom. I tuoi problemi sono anche i miei. L’amicizia non consiste forse in questo?

Tom distoglie lo sguardo e si stringe nelle spalle, senza rispondere.

MILO
In ogni caso non sperare che incoraggi questo tuo lasciarti andare a causa di una donna.

TOM
Non sei mio padre.

MILO
E’ vero, ma se non ci pensiamo Carol e io, ad aiutarti, chi ci penserà mai?

Di nuovo Tom distoglie lo sguardo e non risponde.

Milo si guarda in giro. Notiamo, poco distanti dalle medicine, diverse foto di Aurore sparse sul tavolo.

MILO
Perché conservi ancora quella roba?

TOM
Perché sono a casa mia e a casa mia non devo rendere conto di niente a nessuno.

MILO
Questa ragazza ti ha fatto a pezzi. Non credi che sia ora di farla scendere dal piedistallo?

TOM
Senti Milo, tu non l’hai mai amata…

MILO
E’ vero, non mi è mai piaciuta. E lo sai perché? Perché ho sempre saputo che avrebbe finito per mollarti.

TOM
Ah sì? E vorresti dirmi il perché?

MILO
Perché lei non è come noi. E’nata e cresciuta nella ricchezza e per questo, in cuor suo, ci ha sempre disprezzato. Perché per lei la vita è sempre stata un gioco, mentre per noi è sempre stata una lotta.

Tom sbuffa.

TOM
Tu non la conosci.

MILO
Smettila di venerarla! Guarda come ti ha ridotto!

Tom si alza dal divano e si dirige verso una portafinestra. Si mette un paio di occhiali da sole presi da un mobile lì vicino ed esce sulla grande terrazza che si affaccia sull’oceano.

Milo, dopo qualche secondo, lo segue.

MILO
Da quanto tempo ci conosciamo, Tom? Venticinque? Trent’anni?

Tom risponde continuando a guardare l’oceano.

TOM
Più o meno.

MILO
Fin dall’adolescenza tu sei sempre stato la voce della ragione. Quante volte mi hai impedito di fare delle cazzate! Senza di te sarei da un pezzo in prigione o forse addirittura al cimitero. Senza di te, Carol non sarebbe mai diventata un’agente di polizia. Ti dobbiamo tutto.

TOM
Milo, se sei venuto a rifilarmi queste storie di amicizia e tutto il resto…

MILO
Non sono venuto per questo, Tom. Ma sono storie vere. Abbiamo resistito a tutto, dalla droga alla violenza delle gang. La nostra è stata un’infanzia marcia.

Questa volta le parole di Milo sembrano aver avuto effetto.

MILO
Ma ne siamo usciti puliti. Ci siamo guadagnati i nostri soldi onestamente.

TOM
Non vedo bene quale nesso ci sia con quello di cui stavamo parlando.

MILO
Abbiamo avuto tutto quello che occorre per essere felici, Tom. La salute, la gioventù, un lavoro che ci appassiona… Non puoi rovinare tutto per una donna. E’ troppo stupido. E poi lei non se lo merita.

TOM
Aurore era la donna della mia vita, non capisci? Non riesci proprio a rispettare il mio dolore?

MILO
Se fosse la donna della tua vita, non ci sarebbe lei, qui, oggi, con te, per impedirti di precipitare in questo devastante delirio?

Tom lo guarda di traverso.

MILO
Hai fatto di tutto per riconquistarla. L’hai supplicata, hai tentato di ingelosirla, ti sei umiliato davanti al mondo intero. E’ finita, Tom. Aurore non tornerà da te. Ha voltato pagina e sarà meglio che tu faccia altrettanto.

TOM
Non ci riesco.

MILO
Non hai scelta, Tom. Sarai costretto a farlo.

TOM
In che senso?

MILO
Fatti una doccia e vestiti.

TOM
E per andare dove?

MILO
Andiamo a mangiare un boccone. Ti servirà per non svenire quando ti dirò tutto quello che devo dirti.

Primo piano di Tom, perplesso.

Dissolvenza incrociata.

 

SCENA 3 (Interno, giorno)

Ritroviamo Tom e Milo in un elegante ristorante. Sono seduti a un tavolo con vista sul mare e stanno mangiando quella che sembra carne di prima scelta.

TOM
Allora, mi vuoi dire cosa nascondi di tanto importante?

Milo inghiotte un pezzo di carne e poi punta gli occhi sull’amico.

MILO
Ok. Ora fa finta che a parlarti non sia più il tuo amico, ma il tuo agente.

Tom sbuffa.

MILO
Cominciamo dalle buone notizie: le vendite dei primi due volumi vanno sempre benissimo. Il mercato internazionale ha dato il cambio al mercato americano e la Trilogia degli Angeli sta diventando un fenomeno planetario. In soli sei mesi hai ricevuto oltre cinquantamila lettere di lettori. Ti rendi conto?

TOM (senza entusiasmo)
Fantastico.

Milo taglia e mangia un altro boccone.

MILO
Altra buona notizia: le riprese del film inizieranno il mese prossimo. Contano di uscire a San Valentino. Ho assistito al casting ed è stato formidabile. Saresti dovuto venire anche tu.

TOM (sempre con lo stesso tono)
Lo sto già rimpiangendo.

Milo tira fuori un libro dalla sua borsa.

MILO
Poi un problema con la stampa della versione deluxe del secondo romanzo: per far fronte alla domanda hanno stampato il libro troppo in fretta e qualcosa è andato storto, in tipografia. Su cinquecento pagine ne hanno stampate 266 e le restanti sono bianche. Alla Doubleday si sono ritrovati con centomila copie difettose, ma non se ne sono neanche accorti. Le hanno consegnate ai librai e adesso ritirarle tutte dal mercato è una grana pazzesca.

Tom prende il libro e lo sfoglia distrattamente. In effetti il libro ha la seconda metà delle pagine completamente bianca.

TOM
Se la caveranno.

MILO
Esatto. Tocca a loro sistemare la faccenda. La cosa più importante, Tom, è… il tuo prossimo romanzo.

Tom alza gli occhi al cielo.

TOM
Sapevo che l’avresti detto.

MILO
L’attesa è enorme, Tom. Non c’è persona negli Stati Uniti, e presto nell’intero pianeta, che non voglia leggere il capitolo conclusivo della trilogia.

TOM
Milo…

MILO
La Doubleday pensa di fare una prima di tiratura di quattro milioni di copie. Le grandi catene prevedono una settimana di vendite fantastiche e pensano di tenere aperte le librerie anche di notte, come hanno fatto con Harry Potter…

TOM
Milo…

MILO
Il pubblico ti adora, Tom. Nessun altro scrittore vuole pubblicare i suoi libri nella stessa settimana in cui uscirà il tuo, nemmeno Stephen King.

Tom sbatte un pugno sul tavolo.

TOM
Basta!

Milo tace improvvisamente e guarda Tom con gli occhi sgranati. Lo stesso fanno i clienti seduti ai tavoli attorno.
Tom non se ne cura.

TOM
Non ci sarà un prossimo libro, Milo. In ogni caso non prima di qualche anno. Non ci riesco più, e lo sai benissimo. Mi sento svuotato, incapace di scrivere una sola riga. E soprattutto non ne ho più voglia.

MILO
Ma prova, almeno… Il lavoro è la migliore medicina del mondo. E poi scrivere è la tua vita. E’ la soluzione ideale per uscire dal torpore in cui ti trovi.

TOM
Ci ho provato, ma anche solo vedere il computer mi ripugna.

MILO
Potresti comprarne un altro, o scrivere a mano su quaderni a quadretti, come facevi una volta.

TOM
Se anche scrivessi su una pergamena con penna d’oca e calamaio non cambierebbe nulla. E’ finita.

Milo fa per rispondere, poi abbassa lo sguardo.

MILO
Tom, abbiamo un problema reale.

TOM
A cosa ti riferisci?

MILO
Ai contratti.

TOM
Quali contratti?

MILO
Quelli che abbiamo firmato con la Doubleday e con i tuoi editori stranieri. Ci hanno versato grossi anticipi, a condizione che ti impegnassi a consegnare nei termini previsti.

TOM
Non mi sono mai impegnato a fare niente.

MILO
Mi sono impegnato io per te, e quei contratti tu forse non li hai letti, ma li hai firmati.

Tom beve un bicchier d’acqua.

TOM
Restituisci gli anticipi, allora.

MILO
Non è così semplice.

TOM
Perché?

MILO
Perché li abbiamo già spesi.

TOM
Ma cosa stai dicendo? So benissimo quanto abbiamo guadagnato e quanto posso permettermi di spendere.

Milo distoglie lo sguardo, incerto. Poi prende un lungo respiro, prima di parlare.

MILO
Ho perduto tutto, Tom.

TOM
Che cosa hai perduto?

MILO
I tuoi soldi e i miei.

TOM
E’ impossibile.

MILO
Avevo messo quasi tutto in un fondo di investimento che è rimasto coinvolto nella truffa di Madoff.

Tom spalanca gli occhi.

TOM
Stai scherzando, spero.

MILO
Sono caduti in trappola tutti… Banche, avvocati, politici, artisti…

Tom si passa una mano sul volto.

TOM
Quanto mi resta?

MILO
Sei in rosso, Tom.

TOM
Posso vendere la casa.

MILO
E’ ipotecata da tre mesi.

Tom rimane qualche secondo in silenzio, come inebetito. Poi fissa Milo deciso.

TOM
Non ti credo. Ti sei inventato questa storia per convincermi a rimettermi al lavoro, vero?

MILO
Purtroppo no.

Tom scruta Milo, che sembra essere sincero sul serio.

MILO
Tom, ce la siamo cavata in situazioni più difficili di questa… Ma tu puoi rimediare a tutto. Basta che finisci il romanzo.

TOM
Anche se non fossi in preda al mio blocco da pagina bianca, non potrei mai scrivere cinquecento pagine in pochi mesi.

MILO
Hai già scritto qualche capitolo, lo so.

Tom si prende la testa tra le mani.

TOM
Ho mentito: non ho scritto una sola parola. Ti sto dicendo che non ho idee, che mi sento arido come una pietra. I problemi di soldi non modificano la situazione.

Tom si alza in piedi.

TOM
E’ finita, Milo. Mettitelo in testa.

Milo guarda impotente lo scrittore mentre questi afferra il libro posato sul tavolo, si gira e si allontana.

MILO
Dove vai? Torna qui!

Tom risponde senza voltarsi.

TOM
Posso andare al cesso?

La MdP torna su Milo, che riprende a mangiare la bistecca con aria sconsolata.
Dopo qualche secondo sentiamo uno stridio di gomme sull’asfalto, proveniente dall’esterno.

Milo si alza in piedi e si volta verso la finestra. Oltre il vetro vediamo un’elegante auto sportiva sfrecciare lungo la strada che costeggia la spiaggia.

MILO
La mia macchina!

Primo piano di Milo.

Stacco.

 

SCENA 4 (Esterno, giorno)

Vediamo un’auto della polizia che si ferma davanti al ristorante, davanti al quale sta aspettando Milo.
Questi si avvicina alla macchina, apre lo sportello del passeggero e sale a bordo.

MILO
Grazie per essere venuta a prendermi, Carol.

La MdP inquadra chi sta al volante: è una poliziotta di colore, sulla quarantina (Jada Pinkett Smith).

CAROL
Che fine ha fatto la tua macchina?

Carol parte immettendosi in strada.

MILO
L’ha presa in prestito Tom.

CAROL
Tom non ha più la patente.

MILO
Diciamo che si è arrabbiato con me e quindi me l’ha rubata.

CAROL
Gli hai detto la verità?

MILO
Sì, ma questo non l’ha spinto a rimettersi al lavoro.

CAROL
Te l’avevo detto che non sarebbe servito a niente.

MILO
Lo so, ma dovevo provarci. Non riesco a sopportare il fatto che si lasci distruggere per una delusione d’amore. E’ assurdo.

CAROL
Sarà anche assurdo, ma accade ogni giorno. Lo trovo commovente e terribilmente umano.

Milo fa uno sbuffo e guarda fuori dal finestrino.

MILO
Hai sentito Tom al telefono, di recente?

CAROL
Continuo a inviargli due messaggi al giorno, ma non ottengo mai risposta. Che cosa possiamo fare per lui, in questo momento?

MILO
Prima di tutto impedirgli di suicidarsi.

Milo tira fuori dalla tasca i tubetti di sonniferi e ansiolitici che avevamo visto a casa di Tom.

Carol assume un’espressione preoccupata.

MILO
Temo che nessuno conoscerà mai la fine della Trilogia degli Angeli.

CAROL
Io la conosco.

Milo sgrana gli occhi.

MILO
Sai come finisce la storia?

Lei annuisce.

CAROL
Me l’ha raccontata Tom.

MILO
Davvero? E quando?

Carol attende qualche secondo, prima di rispondere.

CAROL
Tanto tempo fa.

Uno stacco all’esterno e restiamo a guardare l’auto della polizia che si allontana.

Stacco.

 

SCENA 5 (Interno, giorno)

Vediamo Tom parcheggiare davanti a casa, scendere dall’auto ed entrare nell’abitazione.

Si dirige subito in soggiorno, verso il tavolino, dove però non trova le medicine che Milo gli ha sottratto.

TOM
Che gran figlio di…

Tom corre in cucina e inizia a frugare nel bidone della spazzatura. Non trova niente.
Sale quindi le scale e inizia ad aprire armadi e cassetti, cercando invano.

Alla fine sembra ricordarsi di qualcosa. Da un ripostiglio tira fuori una borsa da viaggio, la posa su una sedia e ci rovista dentro. Ne estrae un flacone di pillole e, trionfante, se ne rovescia tre sul palmo della mano.

Va quindi in bagno e con l’aiuto dell’acqua ingoia le pillole.

Si trascina quindi fino al letto e si raggomitola sul materasso.

In attesa del sonno, fissa il quadro appeso alla parete a fianco, ‘Gli amanti azzurri’ di Marc Chagall.

La MdP si sofferma sul quadro diversi secondi, prima di tornare a un nuovo primo piano di Tom. Lo scrittore ha gli occhi chiusi e sembra essersi finalmente addormentato.

Dissolvenza in nero.

 

SCENA 6 (Interno, notte)

Con lo schermo ancora nero sentiamo infuriare il temporale e un rumore di vetri rotti, poi un grido di donna.

Le immagini tornano di colpo e vediamo Tom aprire gli occhi.

E’ notte e la radiosveglia ce lo conferma: sono le 03.16. Fuori piove a dirotto e un lampo squarcia il buio, seguito da un tuono.

Sentiamo del trambusto provenire da una stanza lontana e Tom, non senza un certo sforzo, si tira su dal letto. Come colto da vertigini, è costretto ad appoggiarsi al muro per non cadere, ma lentamente riesce a uscire dalla camera da letto.

Lo seguiamo mentre scende i gradini che portano al pianterreno, tenendosi stretto al corrimano.

Arrivato in soggiorno Tom nota subito la portafinestra spalancata e una delle ante con il vetro rotto, in frantumi sul pavimento.

TOM
Cazzo…

Cercando di non tagliarsi, lo scrittore raggiunge la finestra e la chiude, anche se il vento continua a penetrare dal vetro rotto.

Tom si gira e si blocca alla vista di qualcosa.

Quel qualcosa lancia un grido e la MdP ci mostra nella penombra la figura di una donna completamente nuda. Questa afferra subito una coperta dal divano e se la avvolge attorno.

TOM
E tu chi cazzo sei?

Ci avviciniamo alla donna, che ora riusciamo a vedere in volto. E’ una ragazza sulla trentina (Sarah Roemer).

Sembra spaventata, ma cerca di ricomporsi.

RAGAZZA
Ehi, che modi!

Tom solleva le sopracciglia.

TOM
Come sarebbe a dire ‘Ehi, che modi!’? Fino a prova contraria, ti faccio notare che ti trovi a casa mia.

RAGAZZA
Può darsi, ma non è un buon motivo per essere maleducato.

Tom è basito.

TOM
Mi vuoi dire chi sei e cosa ci fai in casa mia?

RAGAZZA
Pensavo mi avessi riconosciuto.

Tom sembra sempre più perplesso. Raggiunge un interruttore e lo preme, ma non si accende nessuna luce.

RAGAZZA
Il temporale deve aver fatto saltare la corrente.

Tom si avvicina ulteriormente e osserva la ragazza.

TOM
Non vedo come avrei potuto riconoscerti: non ci siamo mai visti prima.

RAGAZZA
Ma sono io, Billie!

La ragazza è bagnata fradicia e Tom se ne accorge. Si dirige quindi verso un armadio a muro.

TOM
Non conosco nessuna Billie.

Apre la porta dell’armadio e ne tira fuori un telo da mare, che lancia alla ragazza. Lei lo afferra al volo e inizia ad asciugarsi i capelli e il viso.

BILLIE
Billie Donelly.

Tom assume un’espressione scettica.

TOM
Billie Donelly? Come il personaggio del mio romanzo?

BILLIE
Niente ‘come’. Billie Donelly, IL personaggio del tuo romanzo.

Tom leva gli occhi al cielo.

BILLIE
Non mi credi, eh?

Tom scuote la testa.

TOM
Coraggio, adesso basta. Mettiti qualcosa addosso e torna a casa tua.

BILLIE
Credo che farei fatica a tornare a casa mia.

TOM
Perché?

BILLIE
Perché la mia casa è nei tuoi libri.

Tom sembra non sapere cosa dire.

BILLIE
Per essere il genio che dicono mi sembri un po’ tardo di comprendonio.

TOM
Senti, Billie Donelly è un personaggio letterario.

BILLIE
Finora lo era, sono d’accordo.

TOM
Ora invece, stanotte, in questa casa, siamo nella realtà.

BILLIE
E’ evidente.

TOM
Dunque, se tu fossi il personaggio di un romanzo, non potresti essere qui.

BILLIE
Già.

Tom allarga le braccia.

TOM
Spiegami allora com’è potuto succedere.

BILLIE
Sono caduta.

TOM
Caduta da dove?

BILLIE
Da un libro. Dalla tua storia, insomma.

Tom la guarda incredulo, senza capire.

BILLIE
Sono caduta da una frase lasciata a metà.

Billie indica il libro posato sul tavolo. E’ quello che Milo aveva consegnato a Tom a pranzo.

Tom non accenna a muoversi, così Billie lo afferra, lo apre a pagina 266 e lo mostra allo scrittore.

BILLIE (leggendo)
“Ti prego, Jack, non andartene così”.
Ma l’uomo si era già infilato il cappotto e aprì la porta senza degnare l’amante di uno sguardo.
“Ti supplico!”, urlò Billie cadendo

Tom guarda la ragazza senza lasciar trasparire comprensione.

BILLIE
Vedi, c’è scritto ‘urlò Billie cadendo’. E’ qui che sono caduta, stanotte.

Tom sbuffa una mezza risata.

TOM
Tu sei completamente matta, e bada, matta è un eufemismo. Te lo avranno già detto, no?

BILLIE
Io capisco che ti rifiuti di riconoscere la verità, ma…

TOM
Ma?

BILLIE
…io sono davvero Billie Donelly. Sono davvero un personaggio letterario e, credimi, questo mi terrorizza non meno di quanto terrorizzi te.

TOM
Billie… o come diavolo ti chiami, secondo me tu sei leggermente disturbata. Capita. Attraversiamo tutti, prima o poi, dei brutti periodi. Magari di recente hai perso il lavoro, o una persona cara, vero? Oppure sei stata lasciata dal fidanzato e ti senti rifiutata e piena di risentimento. Se è così, conosco uno psicologo che potrebbe aiutarti a risolvere i tuoi problemi.

Lei non demorde.

BILLIE
Guarda a pagina 144.

TOM
Cosa?

BILLIE
Pagina 144, secondo romanzo, edizione tascabile.

Tom fa per replicare, ma alla fine cede alla curiosità e prende da uno scaffale il volume in questione. Lo apre a pagina 144 guardando di sottecchi la ragazza.

BILLIE
Avanti, leggi.

Tom fa un sorriso di scherno e inizia a leggere a voce alta.

TOM
Il giorno dopo aver fatto l’amore per la prima volta con Jack, Billie andò in un centro tatuaggi di Boston. L‘ago le correva sulla spalla, iniettando l’inchiostro sotto la pelle e incidendo con piccoli movimenti un simbolo arabescato, un segno che in India significava ‘un po’ di te è entrato in me per sempre e mi ha contaminato come un veleno’.

Tom alza la testa in direzione di Billie, la quale si gira e gli mostra la schiena. All’altezza della scapola la ragazza ha un complicato motivo tribale tatuato.

Tom posa il libro e si avvicina a osservare il tatuaggio.
Dopo qualche secondo si allontana, tornando scettico.

TOM
Un tatuaggio non è una vera prova.

BILLIE
Fammi delle domande, allora.

TOM
Sono uno scrittore, non un poliziotto.

BILLIE
Non è troppo facile cercare di cavarsela così?

Tom fissa la ragazza negli occhi, poi sembra accettare la sfida.

TOM
D’accordo.

Si dirige verso il computer portatile posato su un tavolo.

TOM
Ti metterò alla prova ponendoti una serie di domande sulla vita di Billie, ma se anche una sola volta non saprai che cosa rispondere, te ne andrai senza fare storie.

Billie annuisce.

BILLIE
Promesso.

Billie si siede sul divano e Tom fa lo stesso sedendosi sulla poltrona di fronte. Apre il portatile e lo accende.

TOM
Ho un file per ogni biografia dei miei personaggi. Sono protetti da password, quindi se anche avessi studiato i miei romanzi non potresti comunque conoscere ogni particolare.

BILLIE
Non ho nessuna paura.

TOM
Allora riscaldiamoci… Nome, data e luogo di nascita.

BILLIE
Billie Donelly, nata l’11 agosto 1984 a Milwaukee, vicino al lago Michigan.

TOM
Nome di tua madre?

BILLIE
Valeria Stanwick.

Sentiamo il jingle di avvio di windows.

TOM
Professione di tuo padre?

BILLIE
Era operaio alla Miller, la seconda più grande produttrice di birra del Paese.

TOM
La tua migliore amica?

BILLIE
Mi dispiace molto, ma non ho vere amiche. Solo colleghe.

TOM
Primo rapporto sessuale?

Billie guarda Tom di sbieco, ma Tom è impassibile.

BILLIE
A sedici anni, sulla Costa Azzurra, in occasione di un viaggio per imparare il francese. Si chiamava Théo.

TOM
La tua bevanda preferita?

BILLIE
La Coca. Quella autentica: né la light, né la zero.

TOM
Film preferito?

BILLIE
Se mi lasci ti cancello.

Tom inarca un sopracciglio. Poi lo vediamo di spalle, mentre clicca su un file word e digita la password per aprirlo.

TOM
Non c’è che dire… Conosci bene i miei romanzi. Ora però passiamo alle cose che non puoi conoscere. A meno che tu non sia Billie Donelly, ovviamente.

Lei fa un sorriso sarcastico, con aria di sfida.

BILLIE
Spara.

TOM
La qualità che prediligi in un uomo?

BILLIE
Voglio che un uomo sia un uomo. Non mi piacciono quei tizi che vogliono a ogni costo far emergere il loro lato femminile…

Tom solleva un sopracciglio, poi abbassa lo sguardo sullo schermo, cercando una nuova domanda. Billie, però, lo anticipa.

BILLIE
E tu, che qualità prediligi in una donna?

Tom risponde senza alzare lo sguardo.

TOM
La fantasia. E l’umorismo, che è la quintessenza dell’intelligenza.

Billie fa una smorfia di approvazione, poi posa lo sguardo sulle foto di Aurore, sul tavolino.

BILLIE
Eppure la tua compagna non mi sembra una gran mattacchiona…

Tom le lancia un’occhiataccia.

TOM
Se dovessi cambiare una cosa del tuo aspetto fisico, quale sarebbe?

BILLIE
Vorrei essere più formosa. Avere più carne.

TOM
Gruppo rock preferito?

BILLIE
Red Hot.

TOM
Piatto preferito?

BILLIE
Se è una collega a chiedermelo, Ceasar Salad per non passare per una mangiona, ma quel che mi piace davvero è un bel piattone di fish & chips.

Stavolta Tom è stupefatto. Tuttavia non demorde.

TOM
Numero di partner nella tua vita?

BILLIE
Lo sai benissimo: una decina.

TOM
Quanti, esattamente?

BILLIE
Non voglio mettermi a contare davanti a te.

TOM
Impiegheresti troppo tempo?

BILLIE
Che cosa vorresti dire?

TOM
Nulla…

BILLIE
Attento a te. Essere l’autore non ti dà il diritto di…

TOM
Allora, quanti?

Lei sembra realmente offesa, ma risponde.

BILLIE
Sedici, credo.

TOM
E tra questi ‘sedici, credo’, quanti ne hai amati?

Billie sospira.

BILLIE
Due. Il primo e l’ultimo: Théo e Jack.

TOM
Il tuo libro preferito?

Billie questa volta esita.

TOM
Allora?

BILLIE
Non lo so. Non leggo molto, non ne ho il tempo.

TOM
Bella scusa.

BILLIE
Se mi ritieni idiota, non puoi che prendertela con te stesso. Ti ricordo che esco direttamente dalla tua immaginazione: sei tu che mi hai creato.

TOM
Il più grande rimpianto?

BILLIE
Non avere ancora avuto un figlio.

Tom è sempre più incalzante.

TOM
Il tuo ultimo ricordo felice?

BILLIE
Risvegliarmi tra le braccia di Jack.

TOM
L’ultima volta che hai pianto?

BILLIE
Non lo so, piango con facilità.

TOM
L’ultima volta che è stato importante il tuo pianto?

BILLIE
Quando ho seppellito Argos, il mio cane.

TOM
La tua più grande paura?

BILLIE
Il futuro.

TOM
Il peggiore giorno della tua vita?

Billie sembra colpita dalla domanda.

BILLIE
Non me lo chiedere, per favore.

TOM
E’ la mia ultima domanda.

BILLIE
Ti prego…

TOM
Avanti, rispondi!

Lei si alza in piedi.

BILLIE
Vaffanculo!

Billie si dirige verso le scale e sale al piano superiore.

Tom rimane a fissarla finché non scompare, poi lancia un’occhiata allo schermo del computer.
Chiude il file e abbassa il coperchio del laptop, poi lo posa di fianco e si abbandona contro lo schienale della poltrona. Sembra sconvolto.

Primo piano di Tom, che chiude gli occhi cercando di calmarsi.

Dissolvenza incrociata.

 

SCENA 7 (Interno, giorno)

Inquadratura del soggiorno della villa di Tom. E’ giorno e lo scrittore è sempre seduto sulla poltrona, addormentato.

Dopo qualche secondo sentiamo lo squillo del campanello e Tom si sveglia di soprassalto.
Non sembra volersi alzare, però.

Altro squillo, seguito dalla voce di Milo.

VFC (Milo)
Tom! Aprimi! Per la miseria, non costringermi a farti visita con un bulldozer!

Tom si alza dalla poltrona e va ad aprire. Oltre la soglia ci sono Milo e Carol. Quest’ultima in divisa.

MILO
Ehilà! Non stai mica tanto meglio, eh? Hai la faccia di uno che si è appena sniffato del bicarbonato.

TOM
Che cosa volete?

MILO
Sono venuto a recuperare la mia macchina, se non ti dispiace…

Milo entra, spingendo da parte lo scrittore. Tom si volta verso Carol, che gli sorride.

CAROL
Ciao Tom.

Lui sorride, osservando la divisa.

TOM
Sei venuta ad arrestarmi?

Lei lo abbraccia.

CAROL
Non ancora.

VFC (Milo)
Ma che diavolo è successo qua?

Tom e Carol si voltano verso l’interno ed entrano. Milo è in soggiorno, vicino alla portafinestra col vetro in frantumi.

CAROL
Qualcuno si è introdotto in casa tua?

Tom non sa bene cosa rispondere.

TOM
Ehm… Veramente…

MILO
Non sei solo?

Tom guarda verso le scale, poi sospira.

TOM
Seguitemi.

Lo scrittore sale i gradini, seguito da Milo e Carol.

Li ritroviamo al piano superiore a guardare in camera da letto e poi in bagno. Non c’è traccia di Billie.

TOM
Billie?

Milo e Carol si guardano perplessi.

Tom rimbalza da una stanza all’altra, chiamando il nome della ragazza.

TOM
Billie?

MILO
Tom, chi stai cercando?

Tom completa il giro tornando in cima alle scale, poi si volta verso i due amici.

TOM
Vi devo raccontare una cosa…

Primo piano di Milo e Carol.

Stacco.

 

SCENA 8 (Interno, giorno)

Siamo di nuovo in soggiorno. Milo e Carol sono seduti sul divano e Tom sulla poltrona.

TOM
E questo è quanto.

Milo lancia un’occhiata a Carol.

MILO
Tom… Forse sarebbe meglio se tu tornassi a vedere la tua psichiatra.

TOM
Lo sapevo che l’avresti detto. Sei pateticamente prevedibile.

CAROL
Devi ammettere che è una strana storia, Tom… Forse hai sofferto di un
burn out.

Tom guarda Carol perplesso.

TOM
Un
burn out?

CAROL
Una crisi causata dallo stress professionale. Per tre anni non ti sei mai fermato: le notti a scrivere, poi gli incontri con i lettori, le conferenze, i viaggi per i documentari e la promozione dei libri. E’ impossibile reggere un simile ritmo. La tua separazione da Aurore è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

MILO
Carol ha ragione. Hai bisogno di un periodo di riposo, Tom, ecco tutto.

TOM
Smettete di trattarmi come un bambino. O come un pazzo.

Milo allarga le braccia spazientito ed esce in terrazza, accendendosi una sigaretta. Carol e Tom lo osservano per qualche secondo, poi la donna posa il suo sguardo comprensivo su Tom.

CAROL
Ti vuole bene, Tom.

TOM
Lo so.

CAROL
E anch’io te ne voglio. Siamo preoccupati…

TOM
Non ce n’è bisogno. Sto bene.

CAROL
No, non stai bene. E vorrei che sapessi una cosa: è stato grazie a te che Milo e io abbiamo potuto fare tutta questa strada. Se tu colassi a picco, noi coleremmo a picco con te.

Tom fa per rispondere, ma l’espressione di Carol lo dissuade.

CAROL
La storia del personaggio del romanzo non sta in piedi, sei d’accordo?

Tom annuisce.

TOM
In effetti suona alquanto improbabile.

CAROL
Non credi sia il caso di chiamare la dottoressa Schnabel, dunque?

TOM
Non saprei come pagarla, Carol. Non ho più un soldo.

Carol sorride.

CAROL
Ti ricordi il giorno in cui ricevesti per la prima volta i soldi dei diritti d’autore? La somma era talmente grande che volesti dividerla con me e Milo, e lo facesti nonostante il nostro rifiuto…

Anche Tom sorride, con un’espressione di speranza sul volto.

CAROL
Non sono una spendacciona come lui… Ho ancora quei trecentomila dollari.

Primo piano di Carol.

Parte una musica: “Rehab”, Amy Winehouse.

Stacco.

 

SCENA 9 (Esterno, giorno)

Vediamo l’auto di Milo correre lungo la strada che costeggia l’oceano.

Stacco all’interno dell’abitacolo. Milo sta guidando e sul sedile del passeggero è seduto Tom.

Carol è dietro e guarda fuori dal finestrino, verso la grande distesa d’acqua.

Uno stacco all’esterno e troviamo l’auto che entra nel giardino di una lussuosa clinica e si ferma in un riservato parcheggio alberato.

Tom, Milo e Carol scendono dall’auto ed entrano nella clinica. Passano dall’accettazione, dove una gentile inserviente fa firmare qualcosa a Tom e poi lo accompagna, insieme ai due amici, in un grande studio dalle poltrone in pelle.

Tom si siede, così come Milo. Carol, invece, rimane in piedi e si finge interessata ai diplomi di laurea appesi alle pareti.

La musica si abbassa di volume.

Dopo qualche secondo entra una donna sulla quarantina, elegante e sorridente (Sarah McLeod).

E’ la dottoressa Schnabel.

DOTTORESSA SCHNABEL
Tom! Carissimo… Mi fa piacere che tu sia tornato.

TOM
A me non fa piacere per niente, dottoressa.

DOTTORESSA SCHNABEL
Oh, coraggio… Il fatto che tu sia qui è grande passo avanti. Dio solo sa quanto ne avevi bisogno.

Tom fa una smorfia mentre la dottoressa si siede su una poltrona accanto a lui.

La dottoressa inizia a parlare e la musica torna ad alzarsi di volume. Non sentiamo cosa dice, mentre il volto di Tom si fa sempre più sconsolato.

Cerca aiuto negli occhi degli amici, i quali però sembrano a disagio.

La dottoressa tira fuori un calendario e mostra a Tom diverse pagine di esso. Sembra abbia previsto una cura che duri diversi mesi.

Primo piano di Tom, che chiude gli occhi.

Dettaglio dei suoi occhi chiusi.

La musica si interrompe di colpo.

VFC (DOTTORESSA SCHNABEL)
…e così saranno sufficienti pochi esami.

Gli occhi di Tom si aprono.

L’inquadratura di allarga e vediamo Tom alzarsi in piedi. Lo scrittore si volta verso la finestra e si avvicina a essa, guardando fuori.

Notiamo che la finestra dà sul parcheggio.

VFC (DOTTORESSA SCHNABEL)
Il resto sarà solo riposo e colloqui periodici con me.

Primo piano di Tom, sorpreso.

Inquadratura dell’esterno, dove vediamo Billie appoggiata a un’auto sportiva. Sta salutando nella nostra direzione.

Tom si volta verso gli altri, come per dire qualcosa, ma la dottoressa continua la sua esposizione.

DOTTORESSA SCHNABEL
I farmaci indurranno un sonno artificiale capace di calmare i nervi e metabolizzare i residui negativi ancora presenti nel subconscio.

Tom si volta di nuovo verso la finestra. Billie è sempre là.

Lo scrittore allora afferra una scultura in marmo posata su un mobile lì vicino e lo lancia contro la vetrata, mandandola in frantumi.

La dottoressa Schnabel smette improvvisamente di parlare, stupefatta.

Milo scatta in piedi, mentre Carol si volta allarmata.

CAROL
Tom!

Tom non ci pensa su un istante. Si arrampica sul il davanzale della finestra e lo scavalca gettandosi fuori.

Billie salta felice, applaudendo, poi entra in macchina e mette in moto.

Tom corre verso l’auto e sale a bordo, sotto lo sguardo attonito di Milo e Carol accorsi alla finestra.

Stacco all’interno dell’abitacolo, dove Billie ingrana la marcia e parte sgommando.

BILLIE
Ce ne hai messo di tempo, per uscire…

TOM
Questa è la mia macchina!

BILLIE
Dovevo venire in taxi?

La dottoressa Schnabel si affaccia alla finestra e si rivolge a due inservienti.

DOTTORESSA SCHNABEL
Fermateli!

I due inservienti cercano di mettersi sulla traiettoria dell’auto, che però non rallenta minimamente e li costringe a gettarsi di lato.

Primo piano di Tom.

TOM
Ma sei pazza!

BILLIE
E’ la terza volta che me lo dici, ma quello che è appena evaso da una clinica psichiatrica, tra noi due, sei tu.

L’auto esce a tutta velocità dal giardino della clinica e si immette in strada.

TOM
E adesso dove andiamo?

BILLIE
In Messico.

TOM
Cosa?

BILLIE
Ti ho preparato una borsa da viaggio e un nécessaire da toletta.

TOM
Ma non voglio. Non voglio andare da nessuna parte, io.

Stacco all’esterno, dove l’auto corre rapida nel traffico di Malibù.

Torniamo all’interno. Tom prende Billie per un braccio.

TOM
Fermati.

BILLIE
Ehi! Mi fai male.

TOM
Ferma immediatamente la macchina.

Billie frena, accostando al bordo della strada.

Tom scende dall’auto e Billie fa lo stesso.

TOM
Che cos’è questa storia del Messico?

BILLIE
Ti porto dove non hai il coraggio di andare.

TOM
Ah, sì? Posso sapere a che cosa ti riferisci?

BILLIE
Al fatto che devi ritrovare Aurore.

Tom spalanca gli occhi per la sorpresa, poi scuote la testa.

TOM
Non vedo che cosa c’entri Aurore.

Billie, per tutta risposta, apre il bagagliaio dell’auto e ne tira fuori una rivista. In copertina vediamo Aurore, abbracciata a un uomo affascinante (Jon Kortajarena).

Il titolo dice “
Aurore e il campione di Formula Uno Rafael Barros in vacanza a Cabo San Lucas.

Tom strappa la rivista dalle mani di Billie e inizia sfogliarla con rabbia, fino a trovare l’articolo che parla della coppia. Vediamo diverse altre foto di Aurore e Rafael.

Con un moto di repulsione Tom getta via la rivista, poi aggira l’auto e sale al posto di guida.

BILLIE
Ehi, non vorrai mica abbandonarmi qui!

La ragazza sale sedendosi sul sedile del passeggero.

Tom parte facendo rombare il motore.

BILLIE
Comprendo il tuo dolore…

TOM
Non compiangermi. Non comprendi proprio niente.

BILLIE
Dove conti di andare?

TOM
A casa mia.

BILLIE
Ma ormai non è più casa tua. E’ ipotecata.

TOM
Mi rivolgerò a un avvocato. Troverò il modo di recuperare la mia casa e tutti i miei soldi.

BILLIE
Non ci riuscirai.

TOM
Chiudi il becco e occupati degli affari tuoi.

BILLIE
I tuoi affari sono anche i miei. Ti ricordo che sono bloccata qui per colpa tua, a causa di quel dannato libro stampato male.

Tom sbuffa.

TOM
Tu non hai idea di come fosse la mia relazione con Aurore. E sappi, per tua norma e regola, che ho già fatto di tutto per riconquistarla.

BILLIE
Può darsi che tu non sia stato abile o che non fosse il momento giusto. Magari pensi di conoscere bene le donne, ma in realtà non ne capisci granché. Io credo di poterti aiutare.

TOM
Se vuoi davvero aiutarmi, concedimi un minuto di silenzio. Uno solo.

BILLIE
Vuoi sbarazzarti di me? Bene, rimettiti al lavoro. Prima finirai il tuo romanzo, prima tornerò nel mondo della finzione.

Billie incrocia le braccia e rimane in silenzio qualche secondo.
Tom non dice nulla.
Billie allora riprende a parlare e Tom leva gli occhi al cielo.

BILLIE
Senti, ti propongo un affare. Partiamo per il Messico, io ti aiuto a riconquistare Aurore e, in cambio, tu scrivi il terzo volume della trilogia, perché è ‘unico modo, per me, di tornare nel posto da dove vengo.

Tom non dice nulla.

BILLIE
Ho portato il tuo computer. E’ nel bagagliaio.

Tom scuote la testa.

TOM
Non funziona così. Non si scrive un romanzo per decreto. Scrivere è una sorta di alchimia. E poi mi ci vorrebbero almeno sei mesi di impegno assiduo per finire il libro.

Billie imita Tom scimmiottandolo.

BILLIE
Scrivere è una sorta di alchimia…

Tom la guarda di sbieco.

BILLIE
Per la miseria, la pianti di crogiolarti nel tuo dolore? Se non la smetti di compatirti, finirai per lasciarci le penne. E’ più facile distruggersi a fuoco lento che avere il coraggio di rimettersi in gioco, vero?

Queste parole sembrano sortire un qualche effetto, su Tom.
Billie ne approfitta.

BILLIE
Se non sei disposto a ingaggiare un’autentica battaglia con te stesso, sai che cosa succederà? Prenderai sempre più farmaci e sempre più droghe, muovendoti verso il decadimento e il disgusto per te stesso. E poi, siccome non avrai più un soldo, finirai sulla strada, dove ti ritroverai un mattino morto stecchito.

TOM
Un bel quadretto…

BILLIE
Tutti quei valori che esalti nei tuoi libri, come l’opporsi alla sventura, il cogliere una seconda possibilità, l’attingere a tutte le proprie risorse per risollevarsi dopo un duro colpo, sono più facili da scrivere che da mettere in pratica nella realtà, vero?

Tom fa per rispondere, ma si ferma. Billie, evidentemente, ha colto nel segno.

BILLIE
E io? Tu te ne fotti di me. In questa storia ho perduto tutto: non ho più una famiglia, un lavoro, un tetto… Mi sono ritrovata in una realtà non mia, in cui l’unica persona che potrebbe aiutarmi preferisce autocommiserarsi.

La sua voce si incrina nelle frasi finali e Tom si volta per guardarla. Billie sta trattenendo le lacrime.

Tom sospira.

TOM
E va bene… Andiamo in Messico.

Lancia un accenno di sorriso a Billie, che risponde con uno sguardo riconoscente.

Dissolvenza incrociata.

 

SCENA 10 (Esterno, giorno)

E’ inquadrata dall’esterno una stazione di servizio, dove vediamo parcheggiata, tra le altre, l’auto di Tom.

Parte una musica: “Caffeine and nicotine”, Popa Chubby.

Stacchiamo all’interno, dove Tom porta su un vassoio due hamburger e due bibite verso un tavolo dove è seduta Billie. Quando posa il vassoio sul tavolo, la ragazza sorride allegramente e prende il suo panino.

BILLIE
Dove li hai rimediati i soldi?

TOM
Ho venduto il mio orologio a uno di quei tizi laggiù. Ho anche pagato la benzina.

Billie lancia un’occhiata agli uomini indicati da Tom, i quali stanno ridacchiando tra loro.

BILLIE
Stai parlando dell’orologio che avevi al polso?

TOM
Certo. Quello che mi aveva regalato Milo lo scorso Natale.

BILLIE
A quanto l’hai venduto?

TOM
Mille dollari.

Billie sgrana gli occhi.

BILLIE
Dai, dimmi la verità…

TOM
Ma è la verità. Mi hanno dato mille dollari in contanti.

Billie scuote la testa.

TOM
Che c’è?

BILLIE
Ne valeva almeno quarantamila, Tom…

Stavolta è Tom a rimanere di sasso.

TOM
Cosa?

BILLIE
Ti sei preso una solenne fregatura, caro mio.

Tom si lascia cadere sullo schienale della sedia.

BILLIE
Ma non pensiamo a questo, adesso. Siamo a poco più di duecento chilometri da San Diego. Se evitiamo autostrade e i tratti a pedaggio, per non spendere troppo, saremo comunque in Messico entro quattro ore, se lasci guidare me.

TOM
Perché dovrei lasciar guidare te?

BILLIE
Perché l’ho visto come hai guidato per arrivare fin qui, e mi pare che le macchine non siano la tua specialità.

Tom la guarda di traverso.

TOM
Va bene, ma superata la frontiera ci alterneremo, perché la strada è lunga.

BILLIE
D’accordo, te lo concedo. Se tutto va bene passeremo la frontiera a Tijuana verso sera e proseguiremo finchè non troviamo un piccolo, simpatico motel in Messico.

Billie apre una cartina mostrandola a Tom.

BILLIE
Domani, poi, ci alzeremo presto e partiremo di prima mattina, perché effettivamente Cabo San Lucas è a milleduecento chilometri da Tijuana. Se ci alterniamo alla guida, come hai suggerito, possiamo percorrerli in giornata e arrivare la sera nell’albergo dove soggiorna Aurore.

Tom annuisce.

BILLIE
Allora siamo d’accordo. Io ti aiuto a riconciliarti con la tua francesina e in cambio tu scrivi il maledetto terzo volume della trilogia.

TOM
Che cosa ti fa credere che abbia ancora una possibilità con Aurore? Sta vivendo un grande amore con il suo pilota di Formula Uno…

BILLIE
Quello è affar mio. Il tuo è scrivere. Ma niente scherzi, eh? Un vero romanzo, nel quale terrai debito conto delle mie rimostranze.

TOM
Rimostranze?

La musica sfuma.

BILLIE
Certo! Innanzitutto voglio che tu smetta di fare di me il capro espiatorio dei tuoi libri. Ti diverte far sfilare nel mio letto tutti gli sfigati della Terra, o uomini sposati che non provano più alcuna attrattiva nella moglie e che vedono in me solo la scopata con cui riaccendere la loro libido? Può darsi che la mia sfortuna rassicuri le tue lettrici, ma a me sfianca e mi fa male.

Tom è sbalordito, ma non fa in tempo a replicare.

BILLIE
In secondo luogo, ne ho abbastanza di far fatica a sbarcare il lunario. Mi piace il mio lavoro, ma a fare l’infermiera in oncologia sgobbo come una matta e vedo gente soffrire e morire ogni giorno.

TOM
E cosa posso fare per venirti incontro?

BILLIE
Voglio ottenere il trasferimento al reparto pediatria e vedere più spesso la vita, della morte. Sono due anni che ho fatto richiesta. E poi troverei opportuno ereditare un piccolo gruzzolo.

TOM
Ma andiamo! Stai scherzando?

BILLIE
Perché, cosa ti costa? Per te è facile. Ti basta scrivere una riga. Vuoi che me la inventi io? Ecco qui: ‘Billie ereditò cinquecentomila dollari da uno zio di cui era l’unica erede’.

TOM
Cioè mi stai dicendo che vuoi che faccia morire tuo zio?

BILLIE
Ma non mio zio! Lo sai che gli voglio bene. Un fratello del bisnonno che non ho mai visto.

Tom scuote la testa.

TOM
Hai finito con la tua letterina per Babbo Natale?

BILLIE
No. Ancora una cosa, la più importante… Jack.

TOM
Jack?

BILLIE
Voglio che Jack lasci definitivamente sua moglie per venire a vivere con me.

TOM
Ma cosa stai dicendo? Jack è uno stronzo! Un egoista che ragiona solo con l’ucc…

Non fa in tempo a finire la frase che Billie gli molla un sonoro ceffone sul volto.

BILLIE
Non ti permetto di giudicare la mia vita sentimentale, come io non mi permetto di giudicare la tua.

Assume uno sguardo di sfida.

BILLIE
Io ti aiuto a riconquistare Aurore e tu mi scrivi una vita ricca e felice nella quale possa svegliarmi ogni mattina accanto a Jack. Questo è il patto. Ci stai o no?

Primo piano di Tom, che sembra confuso e disorientato. Poi osserva la mano tesa di Billie e, seppur con riluttanza, allunga la sua e la stringe.

TOM
Affare fatto.

Stacco.

 

SCENA 11 (Esterno, giorno)

Vediamo l’auto di Tom sfrecciare lungo una strada provinciale.

Parte una musica: “Out of my head”, Black Eyed Peas.

Stacchiamo all’interno e vediamo Billie battere la mano sul volante al ritmo della canzone. Tom, invece, sembra abbastanza infastidito.

TOM
Ma ti capita mai di ascoltare vera musica?

Billie alza gli occhi al cielo.

BILLIE
E cosa dovrei ascoltare, secondo te?

TOM
I Rolling Stones, Miles Davis, Bob Dylan…

BILLIE
Oddio… Mi fai tu una compilation su musicassetta?

Questa volta è Tom a sorridere.

TOM
Guarda che questa roba piace anche al tuo Jack, che ogni mattina, in bagno, canta
My Way davanti allo specchio usando il phon come fosse un microfono…

Billie lo guarda sorpresa e Tom solleva le spalle.

TOM
E’ il privilegio dello scrittore. Conosco tutti i vostri segreti, anche quelli meno confessabili.

Billie sembra imbarazzata. Cambia quindi discorso.

BILLIE
Preferirei tenessi per te questi particolari, allora. Senti piuttosto, hai qualche idea su come rimediare i soldi che ci servono per alloggiare in quel lussuoso hotel in Messico?

TOM
Sinceramente no.

Billie sembra riflettere per qualche istante.

BILLIE
Potremmo vendere la macchina e comprarne una di seconda mano.

TOM
E’ ipotecata come la casa. Impossibile venderla.

BILLIE
Allora vendi il quadro.

Tom spalanca gli occhi.

TOM
Quale quadro?

BILLIE
Quello azzurro che era in camera tua.

TOM
Cosa?

BILLIE
E’ qui dietro, nel bagagliaio. 

TOM
Ma non se ne parla! E’ un Chagall originale!

BILLIE
Lo so. E’ per questo che l’ho portato.

Tom scuote la testa.

TOM
Ma come ti è venuto in mente… E poi a chi potremmo venderlo? Un quadro di quel valore si negozia in una sala d’asta, non in un distributore di benzina.

BILLIE
Allora, se non si può vendere, potresti impegnarlo.

TOM
Impegnarlo? E’ l’opera di un grande maestro, non la fede di mia nonna…

BILLIE
Uff… Quante storie. E’ l’unica soluzione. Troviamo un banco dei pegni nel primo paese che incontriamo e lo lasciamo lì in custodia in cambio di una bella somma in contanti.

Tom fa per replicare, ma si ferma a riflettere un istante.

TOM
D’accordo, ma non lo lascerò in un polveroso banco dei pegni al confine col Messico.

BILLIE
E dove hai intenzione di portarlo?

Tom sorride e tira fuori il cellulare.

TOM
Adesso lo scopriremo.

Seleziona un numero dalla rubrica e preme il tasto di chiamata. Mentre attende il segnale, spegne la radio e la musica si interrompe sotto lo sguardo contrariato di Billie.

Dopo qualche secondo Tom ripone il telefono, con lo sguardo basso.

BILLIE
Beh, che c’è?

TOM
Mi hanno tagliato il credito telefonico. Fermati al primo distributore di benzina…

Primo piano di Billie, che trattiene a stento una risata.

Stacco.

 

SCENA 12 (Interno, giorno)

Siamo in una stazione di servizio. Tom sta componendo un numero sulla tastiera di un telefono pubblico. Billie è accanto a lui.

BILLIE
Chi stai chiamando?

TOM
Dimitri Korsakov.

BILLIE
E chi diavolo è?

TOM
Il prestatore su pegno più influente della California. Sai, spesso a Hollywood il bisogno di denaro liquido costringe anche i più ricchi a liberarsi di certi loro acquisti, diciamo… poco oculati. Il punto di riferimento è Korsakov, per queste operazioni. In cambio applica solo un po’ di interessi…

BILLIE
Uno strozzino, insomma. E tu lo conosci perché…

TOM
Ho scritto di lui. Un racconto per Vanity Fair… Pronto?

Con uno stacco vediamo un uomo (Rade Serbedzija) in accappatoio, sdraiato a bordo di una piscina.

Sta parlando al cellulare e avvertiamo un forte e inconfondibile accento russo.

DIMITRI
Pronto, chi parla?

VFC (Tom)
Sono Tom Boyd.

DIMITRI
Tom Boyd! Amico mio…

Torniamo su Tom.

TOM
Come stai Dimitri? Non ci siamo più visti da quando ho pubblicato il racconto…

VFC (Dimitri)
Splendidamente, direi! Con la recessione e il crollo della Borsa il mio commercio non è mai stato più fiorente. E mi hai fatto più pubblicità tu, con quella storia, di quanto avrei mai potuto fare io in qualsiasi altro modo.

TOM
Mi fa piacere, Dimitri, perché…

Di nuovo inquadrato Dimitri.

DIMITRI
Oggi vengono da me medici, dentisti, avvocati che mi portano le loro auto, la collezione dei ferri da golf o il visone della moglie perché non riescono più a pagare le fatture. Prima lavoravo solo con gli attori e i registi, Tom. Mi hai davvero fatto un favore.

VFC (Tom)
Ecco, avrei bisogno che tu me lo contraccambiassi. Ho un quadro da impegnare,
Gli amanti azzurri di Chagall.

DIMITRI
Interessante… Passa a trovarmi domani e vedrò che cosa posso fare.

VFC (Tom)
Ecco, è proprio questo il punto…

DIMITRI
Spiegati meglio

Primo piano di Tom.

TOM
Non posso aspettare domani. Mi trovo a pochi chilometri da San Diego e ho bisogno di contanti entro un paio d’ore.

VFC (Dimitri)
Allora è vero quello che si dice in giro…

Tom si rabbuia.

TOM
Cosa si dice in giro?

VFC (Dimitri)
Che sei nella merda e che passi più tempo a ingozzarti di tranquillanti che a scrivere il tuo nuovo romanzo. Il fatto che non mi stai chiamando dal cellulare, ma da quello che immagino sia un telefono pubblico, me lo conferma.

TOM
Sì, mi hanno tagliato il credito.

VFC (Dimitri)
Vedrò di fare qualcosa anche per quello. Ma ti costerà duemila dollari.

TOM
D’accordo.

Torniamo su Dimitri, che sorseggia un cocktail.

DIMITRI
Quanto al quadro, ti propongo trentamila dollari.

VFC (Tom)
Scherzi, spero. Vale almeno venti volte tanto.

DIMITRI
Secondo me ne varrà forse anche quaranta volte tanto, da Sotheby’s, a New York, fra tre o quattro anni. Ma se vuoi vedere il colore dei soldi tra due ore e togliamo la commissione astronomica che dovrò versare al mio collega di San Diego, posso darti solo ventottomila dollari.

Primo piano di Tom, che aggrotta le sopracciglia.

TOM
Mi sembrava avessi detto trentamila.

VFC (Dimitri)
Meno i duemila per rimetterti in funzione la linea telefonica.

Tom sospira.

TOM
D’accordo…

Di nuovo su Dimitri, che sorride.

DIMITRI
Ti mando la procedura da seguire per sms, insieme alle indicazioni per trovare il mio collega. Ah, a proposito, quando senti il tuo amico Milo digli che ha solo pochi giorni per venire a recuperare il suo sassofono.

VFC (Tom)
Lo farò.

DIMITRI
Stammi bene, Tom. E curati. Non mi va che tu finisca come quelli di cui mi approfitto.

Tom annuisce.

TOM
Ci sentiamo, Dimitri.

Tom riattacca e si volta verso Billie.

TOM
Andiamo a San Diego.

Primo piano di Billie, preoccupata.

Parte una musica: “La Adelita”, Vargas de Tecalitlan.

Stacco.

 

SCENA 13 (Interno, giorno)

Vediamo inquadrata, dall’esterno, la villa di Tom a Malibù.

Particolare di una mano che apre la serratura della porta d’ingresso, utilizzando le chiavi.

Passiamo all’interno. In soggiorno entra la donna delle pulizie, con l’attrezzatura per il suo lavoro, la quale assume un’espressione perplessa.

DONNA DELLE PULIZIE
Madre de Dios…

Nella casa regna infatti il caos che avevamo già potuto apprezzare nelle prime scene.

La musica si fa movimentata, così la donna posa l’attrezzatura, prepara un sacco dell’immondizia e inizia a buttarvi dentro tutti i rifiuti che trova in giro, dai cartoni per la pizza a quelli del cibo cinese, dalle scatole di medicine ai bicchieri rotti.

A un certo punto, quando la musica rallenta nuovamente, prende in mano il volume della Trilogia degli Angeli in edizione Deluxe. Inizia a sfogliarlo, incuriosita, fino a giungere alla pagina oltre la quale le restanti sono tutte bianche.

La donna sembra delusa e, dopo una scrollata di spalle, getta il libro nel sacco nero.

Canticchiando il motivo che sentiamo in sottofondo, che intanto è tornato al ritmo più veloce, riprende il proprio lavoro.

Dissolvenza incrociata.

 

SCENA 14 (Esterno, sera)

La musica continua dalla scena precedente.

Siamo al crepuscolo e ci troviamo a seguire dall’alto una Cinquecento rosa che percorre a passo moderato una strada che attraversa un paesaggio brullo e sassoso.

VFC (Billie)
Ma cos’è quella faccia?

Stacco all’interno dell’auto. Alla guida c’è Tom, dall’espressione imbronciata.

BILLIE
Adesso che siamo in Messico lascio guidare anche te, come promesso…

Lui la guarda di traverso.

BILLIE
Va bene, forse non avrai più la tua macchina, ma converrai che è stata un’occasione da non perdere quella di lasciarla al contatto del tuo amico strozzino. Adesso hai in tasca sessantamila dollari, la linea telefonica ripristinata e un’efficientissima auto europea che ci porterà senza problemi a Cabo San Lucas.

Altro sguardo di riprovazione da parte di Tom.

BILLIE
E poi consuma meno…

Tom sospira.

TOM
Billie…

Lei lo guarda con aria innocente.

BILLIE
Sì?

TOM
Fammi il piacere di stare zitta per un momento.

Billie sorride e si volta verso la strada.
Ascoltiamo la musica per qualche istante, poi questa finisce e Billie ricomincia a parlare.

BILLIE
Cerchiamo un posto per dormire, tra un po’?

Tom leva gli occhi al cielo.

TOM
Al primo motel che non sembri quello di Norman Bates, mi fermo.

BILLIE
Prendiamo una sola camera, vero?

TOM
Hai paura che scappi?

BILLIE
Certo che no. Le chiavi dell’auto le terrò io…

TOM
Ok, ma una camera con due letti.

BILLIE
Non ho intenzioni di quel genere.

TOM
Certo che no. Non sono il tuo tipo…

BILLIE
Ah, non sei il mio tipo.

TOM
Certo che no. Vuoi che non lo sappia?

BILLIE
Oh, certo… Tu sei l’autore.

TOM
Già. E ora lasciami guidare in pace. Ho un terribile mal di testa.

Questa volta è Billie a sollevare gli occhi al cielo, ma non replica.

Stacco.

 

SCENA 15 (Interno, notte)

Vediamo inquadrato dall’esterno il motel Casa del Sol, il cui nome mal si accorda con l’acquazzone che si sta abbattendo su di esso.

Stacco all’interno, in una stanza spartana, poco illuminata e arredata con mobili di almeno cinquant’anni fa.

Billie e Tom entrano posano i loro pochi bagagli sui due letti singoli. Si guardano intorno poco entusiasti.

La MdP inquadra un televisore enorme, montato su quattro ruote e con un altoparlante sotto lo schermo.

BILLIE
Ma ti rendi conto che attraverso questo schermo qualcuno ha magari visto i primi passi dell’uomo sulla Luna o ha saputo che Kennedy era stato assassinato?

Tom sorride.

BILLIE
Allora, usciamo a cenare?

Tom guarda fuori dalla finestra.

TOM
Senti, qui intorno non ci sono ristoranti, piove che Dio la manda, io sono stanco morto e non sono per niente in vena di rimettermi in macchina sotto l’acqua.

BILLIE
Ma prendiamo almeno un bicchiere… Poco fa ho visto un bar, sarà a meno di cinquecento metri.

Tom, per tutta risposta, si toglie le scarpe e si stende sul letto.

TOM
Vacci senza di me. E’ già tardi e abbiamo un sacco di strada da fare, domani. E poi non mi piacciono i bar, meno che mai i bar sulla strada.

BILLIE
Benissimo, ci vado da sola.

La ragazza si fionda in bagno. Tom chiude gli occhi cercando di rilassarsi.

VFC (Billie)
Tom?

Lui mugugna.

VFC (Billie)
Poco fa, quando hai detto che non sei il mio tipo…

TOM
Sì…?

VFC (Billie)
Secondo te com’è il mio tipo d’uomo?

Tom risponde sempre tenendo gli occhi chiusi.

TOM
Come quello stronzo di Jack, per esempio. Uno che si lascia incoraggiare dai tuoi sguardi provocatori e dalle tue mise sexy.

Billie esce dal bagno, con lo sguardo rabbuiato.

BILLIE
E’ proprio così che mi vedi o desideri soltanto ferirmi?

TOM
Francamente, è così che sei e lo so meglio di chiunque altro, visto che sono stato io a crearti.

Lei lo guarda in cagnesco, si mette  un giubbotto di pelle e si avvia verso la porta.

TOM
Non prendi su un po’ di soldi?

Billie lo guarda con aria di sfida.

BILLIE
Se mi conoscessi davvero, sapresti che in nessun bar mi sono mai dovuta pagare un solo bicchiere.

Poi esce sbattendo la porta.

Parte una musica: “Chiaro di luna”, Ludwig Van Beethoven.

Primo piano di Tom, che rimane sul letto per qualche secondo.
Poi si alza in piedi e apre una valigia. Dentro trova il suo computer.
Rimane interdetto per un istante, poi lo tira fuori e lo posa sul tavolo vicino alla finestra.
Però non lo apre.

Tom si siede sul letto e apre il cassetto del comodino. Dentro c’è un libro, che prende in mano.
La MdP lo inquadra: il titolo è
La compañìa de los àngelos.

Primo piano di Tom, sorpreso dalla coincidenza.

Il libro è usato e lo scrittore inizia a sfogliarlo, permettendoci di notare numerose frasi sottolineate e altre annotate a margine.

Altro primo piano di Tom, pensieroso.

Ripone il libro e si alza per raggiungere il tavolo e accendere il computer.

Tom va in bagno, mentre il computer si avvia. Apre il rubinetto e si sciacqua il volto, guardandosi allo specchio. Sembra stia cercando di calmarsi, o di raccogliere le forze.

Dopo essersi asciugato, torna in camera e si siede davanti al laptop. Lancia Word, che si apre in una luminosa pagina bianca. Dettaglio sul cursore intermittente in alto, al centro del foglio.

Primo piano di Tom, il quale sembra stia lottando contro una nausea violenta.

Inquadratura delle sue mani tremanti sui tasti del computer.

Di nuovo dettaglio del cursore lampeggiante.

Ancora primo piano di Tom.

Lo scrittore si alza e chiude il coperchio del portatile, alzandosi in piedi di scatto.

La musica sfuma.

Inquadratura della stanza dall’esterno. Attraverso la pioggia e la finestra vediamo Tom sedersi sul letto e mettersi le mani nei capelli.

Stacco.

 

SCENA 16 (Esterno, notte)

Vediamo l’insegna luminosa del bar Linterna verde.

Stacco all’interno, dove sentiamo una musica: “Beast of Burden”, Rolling Stones.

Il locale è affollato, frequentato perlopiù da uomini. La sala è decorata da paraventi che ricordano vagamente l’arte maya. Alle pareti vecchie foto di western si alternano a gagliardetti di squadre sportive.

Vediamo Billie seduta in fondo alla sala, al tavolo di due omoni che si atteggiano a bulli e ridono fragorosamente. Anche Billie sembra divertirsi.

Dopo qualche secondo Tom entra nel bar. Billie lo vede, ma lo ignora.
Tom sembra essersene accorto, ma ugualmente si dirige verso di lei.

Quando le arriva accanto, Billie posa lo sguardo su di lui.

TOM
Torniamo in albergo?

BILLIE
Non rompere. Non sei né mio padre, né mio marito. Ti avevo proposto di venire al bar con me e tu mi hai sputato in un occhio.

Tom dà un’occhiata alla birra di fronte alla ragazza.

TOM
Dai, non fare la bambina. Lo sai che non reggi l’alcol.

BILLIE
Lo reggo benissimo.

Per sottolineare la risposta prende in mano la bottiglia di birra e la scola in un lungo sorso, sotto le urla degli uomini seduti al tavolo, che la incoraggiano e applaudono quando lei sbatte la bottiglia vuota sul ripiano di legno.

BILLIE
Ne prendiamo un’altra?

Billie sembra provocare Tom, il quale scuote la testa.

Uno dei due uomini si intromette, apostrofando Tom in malo modo.

UOMO
Se non vuoi bere, vattene amico. La signorina si sta divertendo con noi.

Tom non sembra affatto intimorito.

TOM
Chiudi il becco, tu.

L’uomo sembra sorpreso dalla sicurezza dello scrittore, il quale torna a rivolgersi a Billie.

TOM
L’ultima volta che ti sei sbronzata, a Boston, non è finita bene, ti ricordi? Ricordi quel tizio che si chiamava Paul Walker, che ti ha accompagnata in casa, ha abusato di te e poi ti ha lasciata sul divano con la gonna sollevata? Ricordi i mesi successivi, tra test di gravidanza e test dell’HIV? Ricordi il peggior giorno della tua vita?

Lei gli lancia un’occhiata sprezzante.

BILLIE
Sempre parole che fanno male, sempre parole che feriscono. Sei molto forte in questa specialità.

Billie sembra davvero ferita.

BILLIE
Perché… perché mi infliggi cattiverie del genere nei tuoi romanzi?

TOM
Perché ci sono in te alcuni dei miei demoni. La mia parte più oscura e detestabile, quella che suscita in me disgusto e incomprensione, quella che mi fa perdere a volte tutto il rispetto per me stesso.

Billie recepisce la risposta, ma non sembra abbia intenzione di alzarsi.
Tom le tende la mano.

TOM
Dai, ti riaccompagno in albergo.

Billie esita.
L’uomo accanto a lei colpisce la mano di Tom.

UOMO
Vattene,
amigo.

Tom lo ignora e continua a parlare alla ragazza.

TOM
Non possiamo che uscirne insieme. Tu sei la mia chance e io sono la tua.

L’uomo si alza in piedi e dà uno spintone a Tom. Questo reagisce quasi d’istinto, con un destro potente al volto dello scocciatore che finisce per scagliarlo sul tavolo vicino, facendo rovesciare a terra birra e tacos.

Il locale si anima e i clienti accolgono con un coro di grida l’inizio della rissa. L’altro uomo seduto al tavolo con Billie si alza in piedi e Tom si prepara ad affrontarlo, ma un altro gli arriva alle spalle bloccandolo per le braccia.
Viso e stomaco, diversi pugni piovono addosso a Tom, finchè Billie non prende la bottiglia di birra sul tavolo e la fracassa in testa all’aggressore.

La musica si interrompe di colpo e tutti nel locale sembrano pietrificati. Anche Tom guarda stupefatto Billie, che sorridendo si stringe nelle spalle come se avesse appena fatto una piccola marachella.

Inquadratura del locale dall’esterno. Dopo qualche secondo la porta si apre e Tom viene scagliato fuori da due energumeni. Lo scrittore cade lungo disteso sul marciapiede, supino, sotto la pioggia che lava via il sangue che gli cola dal naso.

Tom allarga le braccia e sul suo volto appare un mezzo sorriso. Sembra quasi che si stia godendo l’acqua che gli cade sul viso e sul corpo. Scoppia addirittura in una risata.

Campo lungo della strada deserta.

Dissolvenza in nero.

 

SCENA 17 (Esterno, giorno)

Le immagini si aprono su una villetta a due piani illuminata dal sole mattutino.

Vediamo Carol che bussa alla porta della casa, la quale dopo qualche secondo si apre mostrandoci un Milo in boxer e T-shirt.

MILO
Ma che diavolo ci fai qui, Carol? Sono le sette del mattino.

CAROL
Fammi entrare. Ho novità.

MILO
Non sono solo.

CAROL
Non mi interessa. E’ importante.

Milo si fa da parte e Carol entra a passo spedito in casa.

Sul tavolo di vetro del soggiorno vediamo una bottiglia di vodka vuota e un sacchetto di marijuana.

CAROL
Credevo avessi smesso di fare queste cose.

MILO
Invece no, come vedi. La mia vita è alla deriva, ho rovinato il mio migliore amico e non sono capace di tirarlo fuori dai guai, per cui sì, mi sono preso una sbornia, mi sono fatto due canne e…

CAROL
…e hai compagnia.

MILO
Certo. E sono affari miei.

CAROL
Chi è? Sabrina? Vicky?

MILO
No, due puttane da cinquanta dollari che ho rimorchiato in Creek Avenue. Ti basta come spiegazione?

Carol fa una smorfia di disgusto, ma cerca di riprendersi.

CAROL
Ieri ho lasciato i dati dell’auto di Tom al commissariato, raccomandandomi che mi avvertissero se ci fossero state novità. Be’, indovina un po’… L’auto è stata impegnata proprio ieri sera da un socio in affari di Dimitri Korsakov, a San Diego.

MILO
A San Diego?

CAROL
Già. Non so cosa ci faccia da quelle parti, ma si trattava di Tom.

MILO
Ne sei sicura?

CAROL
Sì. La polizia tiene d’occhio il socio di Korsakov da diverso tempo, perché sospetta sia implicato in affari di genere diverso rispetto a quello del prestito su pegno. Ad ogni modo l’agente che ha stilato il rapporto ha parlato esplicitamente di Tom Boyd e di una giovane donna.

Milo sembra riflettere qualche istante.

MILO
Andrò laggiù. Se mi sbrigo, forse troverò un indizio che possa mettermi sulle tracce di Tom.

CAROL
Ti accompagno.

MILO
Non ne vale la pena.

CAROL
Non sto chiedendo il tuo parere.

MILO
E il tuo lavoro?

CAROL
Non prendo congedi da molti anni. Il mio capo sarà lieto di concedermene uno. E poi quattro occhi sono sempre meglio di due, per indagare.

MILO
Ho una gran paura che Tom faccia una sciocchezza.

Dalla stanza adiacente sentiamo provenire le voci e le risate di due ragazze.

Carol guarda Milo, il quale abbassa lo sguardo, turbato.

CAROL
Da quale pulpito…

Carol si dirige verso l’uscita.

CAROL
Io passerò dal commissariato per avvertirli che starò via per un po’. Tu fatti una doccia, accompagna le tue amiche e vieni a casa mia tra due ore, ok?

Milo annuisce e guarda la poliziotta uscire da casa sua.

Stacco.

 

SCENA 18 (Esterno, giorno)

Vediamo la Cinquecento rosa di Billie e Tom che viaggia lungo una strada dal paesaggio tipicamente messicano.

Stacco all’interno dell’auto. Billie è alla guida e Tom sta controllando la cartina stradale. E’ piuttosto ammaccato, dopo la rissa della sera prima.
Billie lo guarda con la coda dell’occhio e sorride.

BILLIE
Ti stanno bene i lividi.

TOM
Vai al diavolo.

BILLIE
Davvero… Non mi piace tanto la tua aria da bravo ragazzo perbene.

Tom mugugna qualcosa tra i denti.

Billie non infierisce e cambia discorso.

BILLIE
Ci fermiamo a mangiare qualcosa, tra un po’?

TOM
Ma hai ancora fame dopo la colazione che hai fatto stamattina? Com’è possibile? Nei miei romanzi mangi come un uccellino, mentre da quando ti ho conosciuta divori tutto quanto ti capita sottomano.

Billie sembra riflettere sulla questione.

BILLIE
Credo sia a causa della vita vera.

TOM
La vita vera?

BILLIE
Io sono il personaggio di un romanzo, Tom. Appartengo al mondo della finzione e non sono a casa mia nella vita vera.

TOM
Ma che rapporto c’è con la tua voracità?

BILLIE
Nella vita vera tutto ha più gusto. E non solo nel campo dell’alimentazione. L’aria ha più ossigeno, i paesaggi sono un tripudio i colori che ti fanno stupire ad ogni istante. Il mondo della narrativa è talmente spento…

TOM
Il mondo della narrativa è spento? Eppure sento sempre dire l’esatto contrario! La maggior parte della gente legge romanzi proprio per evadere dalla realtà.

BILLIE
Tu forse sei molto bravo a raccontare una storia, a descrivere le emozioni, i dolori, gli impeti del cuore, ma non sai rendere giustizia a ciò che rappresenta il sale della vita: i sapori.

TOM
E’ la prima volta che ricevo una critica di questo genere… Di quali sapori parli, esattamente?

BILLIE
Il gusto di un frutto, per esempio.

TOM
E poi?

BILLIE
Poi quello che proviamo quando il vento ci sferza il viso.

TOM
Sarà…

BILLIE
Oppure, ecco, lo spettacolo di quella nuvola rosea che si sta sfilacciando dietro la collina.

Tom guarda nella direzione indicata da Billie e la MdP fa lo stesso. Vediamo effettivamente la nuvola descritta da Billie.

BILLIE
Nei tuoi romanzi, tu sei capace di scrivere ‘Billie mangiò un mango per dessert’, ma non ti curi mai di rappresentare con dovizia di dettagli il sapore del frutto. Maturo, fresco…

TOM
…dolce e profumato, dorato come il sole…

BILLIE
Hai afferrato il concetto. Cerca di ricordartene quando scriverai il prossimo libro. Fammi vivere in un universo di colori e sapori in cui la frutta abbia gusto di frutta e non di cartapesta.

Tom sembra impressionato dalle parole di Billie, ma non dice nulla e torna a guardare la cartina.

Stacco.

SCENA 19 (Esterno, giorno)

Inquadratura della villa di Tom, a Malibù.

Un camion della nettezza urbana si sta avvicinando alla casa e accosta vicino ai bidoni della spazzatura. Ne scende un netturbino (Adam Lefevre) che aggira il mezzo fino ad arrivare ai bidoni.

L’uomo tira fuori un sacco nero dal bidone e fa per buttarlo nel retro del camion, ma il sacco è tagliato su un lato e alcuni rifiuti cadono sulla strada.

UOMO
Ah, dannazione.

L’uomo posa il sacco, prende una scopa dal camion e raccoglie l’immondizia caduta, gettandola nel cassone del mezzo. Poi riprende in mano il sacco nero, facendo attenzione a don disperdere altre perdite.

Qualcosa però lo blocca. Dal taglio nel sacco vede spuntare l’angolo di un libro, così posa di nuovo l’involucro e da esso estrae il volume che riconosciamo come quello gettato dalla donna delle pulizie, l’edizione deluxe stampata male del romanzo di Tom.

Il netturbino lo osserva compiaciuto e lo posa sul sedile passeggero del camion, dopodiché riprende il suo lavoro, gettando finalmente il sacco nel cassone e ripartendo con il camion verso la casa successiva.

Uno stacco e vediamo che è giunta la sera.

L’uomo sta rientrando a casa, con libro di Tom sottobraccio. Dopo aver aperto la porta della propria abitazione, saluta la moglie.

UOMO
Janet! Sono a casa!

La moglie (Deborah Wakeham) si affaccia dalla cucina e ricambia il saluto.

JANET
Bentornato, John. E’ quasi pronto da mangiare!

L’uomo sorride e raggiunge la moglie in cucina.

JOHN
Guarda, ti ho portato una sorpresa.

Lei appare incuriosita.
John le porge il libro.

JANET
Oh, ma è il secondo volume della Trilogia degli Angeli!

JOHN
Già, in edizione Deluxe. Sono passato a comprarlo in libreria poco fa. Spero ti faccia piacere…

JANET
Ma certo! Grazie, caro… Lo leggerò subito, questa sera.

La donna abbraccia e bacia il marito, il quale si gongola per la riuscita del suo bluff.

Stacco.

 

SCENA 20 (Esterno, sera)

Siamo al tramonto. Vediamo dall’alto l’affascinante baia di Cabo San Lucas.

Seguiamo l’auto di Tom e Billie, che percorre lentamente il lungomare.
Stacco all’interno.

TOM
Come si chiama l’albergo?

BILLIE
La puerta del paraìso.

TOM
Affascinante…

BILLIE
Coraggio. Vedrai che andrà tutto bene. Ci penserò io.

Tom fa una smorfia.

TOM
E’ proprio questo che mi preoccupa…

Billie lo ignora e dà un’occhiata alla cartina.

BILLIE
Svolta a sinistra, è da quella parte.

Tom gira a sinistra imboccando un largo viale alberato.
Seguiamo l’auto per un po’.

Primo piano di Billie.

BILLIE
Eccolo.

La MdP inquadra il lussuosissimo hotel Puerta del paraìso.

Stacco sulla Cinquecento rosa che entra nel parcheggio dell’albergo, fermandosi tra due eleganti macchine sportive.

Espressione divertita di Billie.

TOM
Non dire una parola…

Billie alza le mani e con il sorriso sulle labbra scende dall’auto, imitata da Tom.

Stacco.

 

SCENA 21 (Esterno, sera)

Vediamo Milo e Carol uscire da un grande capannone che ha tutta l’aria di essere un magazzino.

MILO
Un buco nell’acqua… Quel’uomo non sapeva nulla.

CAROL
E’ incredibile che Tom abbia impegnato
gli amanti azzurri.

MILO
A me sembra più incredibile che abbia impegnato l’auto. L’adorava…

CAROL
Sei sempre il solito superficiale. Ha comprato quel quadro per Aurore e non ha mai fatto in tempo a regalarglielo…

MILO
Meglio così. Almeno si è assicurato trentamila dollari in un momento di bisogno.

Carol alza gli occhi al cielo e scuote la testa.

CAROL
Vieni, andiamo a ispezionare la macchina.

Si dirigono verso il vicino parcheggio, fino ad arrivare all’auto di Tom.
Carol la apre con le chiavi ed entra dentro, dopodiché inizia a controllare il vano sotto il cruscotto e gli altri spazi, in cerca di qualche indizio. Milo fa lo stesso.

CAROL
Ehi, guarda qui.

MILO
Hai trovato qualcosa?

CAROL
Forse…

Carol mostra a Milo la rivista su cui avevamo già letto la notizia di Aurore e il campione di Formula Uno.

Milo prende in mano la rivista e inizia a sfogliarla. Poi un sorriso si apre sul suo volto.

MILO
Ti andrebbe di passare un week end in un bell’albergo sulla costa messicana?

Primo piano di Carol, che sorride e annuisce.

Stacco.

 

SCENA 22 (Interno, sera)

Siamo nuovamente nell’appartamento di John, il netturbino. L’uomo è seduto in poltrona e sta guardando la partita di football alla televisione. Vicino a lui, distesa sul divano, c’è sua moglie Janet che sta leggendo il libro di Tom.

All’improvviso la donna si alza a sedere.

JANET
Ehi!

John si volta verso di lei.
La donna sta sfogliando il libro rapidamente, scorrendo tutte le pagine bianche con aria stizzita.

JOHN
Ma che c’è?

Janet mostra il volume a John.

JANET
Il libro si ferma a metà della pagina 266! Il resto sono tutte pagine bianche! Ma cosa mi hai portato?

JOHN
Non è colpa mia. Non ho sfogliato il libro prima di pagarlo. Chi poteva immaginare che…

JANET
Vai a fartelo cambiare.

John sembra imprecare silenziosamente.

JOHN
D’accordo, domani andrò a farmelo cambiare…

JANET
No, ci vai adesso. Voglio sapere come va a finire! Oh, il secondo episodio è ancora più bello del primo…

JOHN
Ma tesoro, sono le dieci di sera…

JANET
Il 24 Market è aperto tutta la notte. L’hai comprato lì, no?

John fa per rispondere, ma poi decide di rimanere in silenzio. Si alza dalla poltrona, prende il libro, si mette il soprabito e fa per uscire di casa.

JANET
Tesoro…?

Lui si volta verso la moglie.

JANET
Grazie mille. Sei unico…

Lui fa un mezzo sorriso ed esce in strada.
Raggiunge un cestino e vi getta dentro il libro, sbuffando. Poi sale in macchina e si avvia verso il 24 Market.

Dettaglio del libro nel cestino.

Dissolvenza in nero.

 

SCENA 23 (Interno, giorno)

Sentiamo una musica: “La Paloma”, Shin Yona.

Le immagini si aprono sull’hotel Puerta del paraìso.

Uno stacco ci porta all’interno della stanza di Billie e Tom. Sentiamo l’acqua della doccia scorrere e vediamo la ragazza che esce sulla terrazza attraverso la portafinestra.
Da lì si vede l’intera baia e Billie prende un gran respiro godendosi il panorama.
Poi nota un treppiede su cui è fissato un cannocchiale e lo punta in direzione della spiaggia.

BILLIE
Vediamo un po’…

Vediamo anche noi attraverso la lente dello strumento, che si sofferma su alcuni dei vip stesi al sole o sotto le capannine dai tetti di paglia: vediamo Claudia Schiffer, Bono, Cristiano Ronaldo…

Primo piano di Billie, che si stacca dal cannocchiale affascinata.

BILLIE
Wow!

La ragazza sorride e rientra in camera. Nel farlo nota che dai pantaloni appoggiati alo schienale di una sedia è caduto il portafoglio di Tom.
Billie lo raccoglie, rigirandolo tra le mani. Notiamo che è gonfio di banconote, ma la ragazza lo sta tastando perplessa per un qualche altro motivo.

Apre il portafoglio e ne tira fuori una foto.
Dettaglio della foto: è Aurore, sdraiata su un muretto da cui si vede uno splendido panorama lacustre. Sotto, scritta con elegante calligrafia femminile, leggiamo “L’amore è che tu sia per me il coltello con cui mi scavo dentro.”

Billie solleva il sopracciglio e fa una strana smorfia.
Poi rimette a posto la foto e continua a tastare il portafoglio.

BILLIE
Ma cosa diavolo c’è qui…?

Notiamo effettivamente un rigonfiamento alla base della tasca degli spiccioli.

Billie si toglie il fermaglio con cui teneva raccolti i capelli e con pazienza scuce una parte della fodera. Scuote quindi il portafoglio e lascia cadere sul palmo della sua mano un’altra foto e il bossolo di un’arma da fuoco.

La ragazza è sbalordita. Rigira tra le dita il proiettile, con l’aria colpevole di chi ha svelato un segreto che doveva rimanere tale. Poi guarda la foto, che ci mostra Tom abbracciato a Carol, entrambi più giovani di almeno vent’anni. Dalla loro posizione si intuisce che è stata lei a scattare l’istantanea tenendo il braccio teso davanti a sé.

La musica si interrompe all’improvviso.

VFC (Tom)
Ma che fai?

Billie sussulta, voltandosi per vedere Tom uscito dalla doccia con l’asciugamano avvolto intorno alla vita.

Stacco.

 

SCENA 24 (Interno, giorno)

Vediamo di nuovo attraverso la lente del cannocchiale, solo che questa volta il soggetto inquadrato sono due belle ragazze in topless stese sulla spiaggia.

VFC (Carol)
Ma che fai?

Milo trasale e si volta a guardare Carol che lo squadra con aria di rimprovero. Sono entrambi su una terrazza uguale a quella della scena precedente.

CAROL
Ti faccio notare che quello strumento serve a osservare Cassiopea e Orione, non a soddisfare le tue manie sessuali.

MILO
Può anche darsi che quelle due fanciulle si chiamino Cassiopea e Orione.

CAROL
Piantala e vieni dentro ad aiutarmi con le valigie.

Milo sbuffa e segue la poliziotta all’interno della camera.

CAROL
Ho controllato alla reception. Tom è davvero in questo albergo con una sconosciuta. Suite numero 12, letti separati.

MILO
Sembri sollevata dal dettaglio dei letti separati.

CAROL
Non dire idiozie. Prendi quella.

Carol indica una borsa sportiva, che Milo solleva e appoggia sul letto.

MILO
Pesa una tonnellata questa borsa. Che cosa contiene?

CAROL
Una cosa che ho portato per Tom.

Milo aggrotta la fronte, invitandola a spiegarsi.

CAROL
Sono tornata da lui ieri mattina, prima di passare da te. Volevo perquisire la casa nella speranza di trovare altri indizi. Sono salita nella sua camera e ho trovato la sua cassaforte…

MILO
L’hai aperta?

CAROL
Sì, immettendo il codice 07071994.

MILO
Ti è venuto così, per ispirazione divina?

CAROL
No, è la data del suo ventesimo compleanno, il 7 luglio 1994.

Milo sembra rabbuiarsi.

MILO
A quell’epoca non ero con voi, vero?

CAROL
No, eri in prigione.

Milo annuisce tristemente.

MILO
Allora, cosa c’era in quella cassaforte?

CAROL
Il regalo che gli avevo fatto per i suoi vent’anni.

MILO
Ed è in questa borsa?

Carol annuisce e apre la cerniera.

Stacco.

 

SCENA 25 (Interno, giorno)

Torniamo nella suite di Tom e Billie. Lo scrittore strappa il portafogli dalle mani della ragazza.

TOM
Perché traffichi con le mie cose?

BILLIE
Non arrabbiarti!

TOM
Sei pure una ficcanaso… Hai tutti i difetti del mondo.

BILLIE
E di chi è la colpa?

Tom la guarda severamente e si fa restituire la foto e il proiettile.

BILLIE
Volevo ristabilire l’equilibrio.

TOM
Quale equilibrio?

BILLIE
Tu conosci tutto della mia vita. E’ normale che io sia un po’ curiosa della tua, no?

TOM
No, non è normale. Niente è normale, qui.

BILLIE
Chi è quella ragazza?

Tom ripone la foto nella fodera insieme al bossolo.

TOM
E’ Carol, una mia amica d’infanzia.

BILLIE
E perché conservi la sua foto nello scomparto segreto del tuo portafoglio?

Lui lo ripone nella tasca dei pantaloni. Senza rispondere esce sulla terrazza, affacciandosi a osservare il panorama.
Billie lo segue con lo sguardo, poi lo raggiunge.

BILLIE
Che cosa successe quel giorno?

Tom si volta verso di lei, poi torna a guardare la baia.

TOM
Era il 7 luglio del 1994, il giorno del mio ventesimo compleanno…

Dissolvenza incrociata.

 

SCENA 26 (Esterno, giorno)

Ci troviamo catapultati in un quartiere degradato, tipico della periferia di una grande città. Tom (ringiovanito di vent’anni grazie al’uso della CG) è seduto ai bordi di un campo da basket dove altri ragazzi stanno giocando. Lui, invece, sta scrivendo qualcosa su un quaderno.

VFC (Carol)
Tom!

Tom alza lo sguardo e attraverso i suoi occhi vediamo sul marciapiede, oltre il reticolato del campo da basket, Carol che lo saluta allegramente. Anche lei è più giovane di vent’anni e indossa una pesante tuta felpata. A tracolla tiene una pesante borsa sportiva.

TOM
Ciao Carol!

Tom raccoglie le sue cose e raggiunge la ragazza. Lungo il percorso sentiamo la voce fuori campo di Tom che racconta.

VFC (Tom)
Ci conoscevamo da tempo, ma da quattro anni il nostro rapporto era cambiato. Un giorno ho scoperto che l’inferno e l’orrore si nascondevano dietro la porta del suo appartamento e che il diavolo aveva le sembianze di suo padre. Non sapevo cosa fare per aiutarla: ero solo, avevo sedici anni ed ero senza soldi, senza banda, senza pistola, senza muscoli.

Piano americano di Carol, sorridente.

VFC (Tom)
Così ho fatto quello che ho potuto. Ho inventato per lei una storia che raccontava di Dalilah, un’adolescente che le somigliava come una goccia d’acqua, e di Raphael, l’angelo custode che vegliava su di lei fin dal’infanzia.

Tom e Carol si abbracciano.

VFC (Tom)
Per due anni ho visto Carol tutti i giorni e ogni volta che ci incontravamo le portavo un nuovo sviluppo della storia. Lei diceva che le serviva da scudo, aiutandola ad affrontare la vita e rendendole meno ingrata la realtà.
Ma quando due anni dopo mi fece quel regalo, rimasi sbalordito.

Carol porge la borsa sportiva a Tom.

CAROL
Auguri!

Tom sembra sorpreso.

TOM
Uh? E’ un regalo per me?

CAROL
Certo! Avanti, scartalo!

TOM
Scartalo? Ma è una borsa…

CAROL
Allora aprilo, se preferisci, ma guardaci dentro!

Tom sorride. Prende la borsa e si posa su un muretto.

TOM
E’ pesantissima! Ma cos’è?

CAROL
La pianti di fare domande?

Tom apre la cerniera della borsa. Dentro ci sono un computer portatile e una stampante ad aghi, completa di una risma di carta.

Tom rimane letteralmente a bocca aperta.

TOM
Ma stai scherzando! Non puoi regalarmi una roba del genere!

CAROL
Io credo proprio di sì.

TOM
Carol, queste cose costano una fortuna.

CAROL
Tu vali una fortuna. Consideralo un investimento. E poi non è un regalo, Tom. E’ una responsabilità.

TOM
Non capisco.

CAROL
Voglio che tu scriva la storia di Dalilah e della Compagnia degli Angeli. Voglio che quella storia faccia del bene ad altri, oltre che a me.

TOM
Ma posso scriverla con carta e penna, come ho fatto finora.

CAROL
Può darsi, ma se accetti questo regalo ti assumi un impegno. Un impegno verso di me.

Tom la fissa negli occhi, commosso. Poi annuisce.

TOM
D’accordo.

Carol sorride felice.

CAROL
Fantastico! Allora immortaliamo questo momento.

Carol tira fuori una macchina fotografica dalla tasca della tuta, passa un braccio attorno alla vita di Tom (che la cinge sulle spalle), solleva l’apparecchio tenendolo con la mano tesa e scatta la foto. La stessa fotografia che Billie aveva estratto dal portafoglio di Tom.

Stacco.

 

SCENA 27 (Interno, giorno)

Primo piano di Billie.

BILLIE
E così questo è il motivo per cui hai iniziato a scrivere la Trilogia degli Angeli…

Tom annuisce.

BILLIE
Carol deve volerti molto bene. La vedi ancora?

TOM
Era con me quando sono fuggito dalla clinica psichiatrica.

BILLIE
Ah, ho capito… E’ la poliziotta. L’ho vista quando ti hanno accompagnato fuori da casa tua, lei e il tuo amico. Il computer dov’è?

TOM
A casa mia, in una cassaforte.

BILLIE
E non ti senti in colpa a non aver mantenuto la promessa?

TOM
Ehi, l’ho mantenuta!

BILLIE
No. Quando avrai scritto il terzo volume, l’avrai mantenuta. Certe cose sono facili da cominciare, ma acquistano il loro vero senso solo quando sono state concluse.

Tom fa per replicare, ma viene anticipato da qualcuno che bussa alla porta della camera.

Lo scrittore guarda interrogativamente Billie, la quale si stringe nelle spalle facendo segno di non sapere nulla.

Tom si avvia dunque verso la porta e la apre. Quando vede chi c’è oltre la soglia, sul suo volto appare un’espressione stupefatta.

Sono Carol e Milo.

CAROL
Ciao.

MILO
Salve vecchio mio. E’ bello rivederti.

Primo piano di Tom.

Stacco.

 

SCENA 28 (Esterno, giorno)

Parte una musica: “Liebesleid”, Fritz Kreisler.

Siamo nella strada in cui abitano Jack e Janet (riconosciamo la casa vista qualche scena fa).

La MdP si focalizza su una donna che sta camminando sul marciapiede, con la borsa della spesa in mano.

Quando passa davanti al cestino dove John aveva gettato il libro di Tom, la donna individua il volume con la coda dell’occhio e si ferma a osservarlo, stupita.

Si guarda intorno per vedere se c’è qualcuno a osservarla, poi, constatato che è sola e dopo un attimo di esitazione, raccoglie il libro dal cestino.

Lo rigira tra le mani per un po’. Osserva la quarta di copertina su cui è stampato il prezzo, che la MdP si premura di mostrarci: $ 19,90.

La donna sorride e mette il libro nella borsa della spesa, dopodiché riprende la sua camminata.

Uno stacco e la vediamo entrare in casa, un’abitazione modesta e arredata in modo semplice.

La donna posa la borsa della spesa sul tavolo della cucina e la svuota, posando il contenuto sul tavolo. Poi apre il laptop che si trova lì vicino e lo accende.

Nell’attesa del caricamento del sistema operativo, la donna sistema la spesa nel frigorifero e negli scaffali, per poi sedersi di fronte al computer con il libro accanto.

Vediamo che apre il sito di ebay e digita il proprio nome utente (anna_borowsky65), seguito dalla password.

Primo piano della donna, concentrata.

Stacco.

 

SCENA 29 (Esterno, giorno)

La musica continua dalla scena precedente.

Siamo nei pressi di una discarica. La MdP segue due Tir che stanno percorrendo la strada che costeggia la zona, fino ad arrivare al cancello di una vasta area asfaltata. Qui entrano per poi parcheggiare nel mezzo dello spiazzo.

I due autisti scendono dai camion e aprono gli sportelli posteriori, dopodiché rientrano nell’abitacolo.
All’unisono i cassoni dei due autocarri si alzano, ribaltando migliaia di libri sull’asfalto.

La MdP inquadra i volumi. Sono tutte copie identiche dell’edizione deluxe del libro di Tom.

Terminato lo scarico, i due autisti richiudono i portelloni e ripartono, lasciando una gigantesca catasta di libri sull’asfalto.

Dopo qualche secondo vediamo arrivare un bulldozer, che carica nella pala una cospicua quantità di quella catasta e si dirige verso un macchinario poco distante.
Il bulldozer versa il proprio carico in un grande imbuto, il quale convoglia i libri su un tapis roulant. Questo li conduce a gran velocità verso le bocche spalancate di un trituratore industriale.

La MdP si sofferma qualche secondo sui libri sventrati e lacerati, poi si muove rapida verso il retro del macchinario, dove un altro tapis roulant trasporta grosse balle di forma cubica circondate da fil di ferro verso un magazzino dentro al quale non entriamo.

La musica sfuma.

Dissolvenza incrociata.

 

SCENA 30 (Interno, giorno)

Siamo in un raffinato negozio di prodotti per la cura della persona.

Billie sta letteralmente trascinando Tom lungo gli scaffali della profumeria.

TOM
Non ci penso nemmeno a spalmarmi addosso questa roba.

BILLIE
Invece lo farai. Se vuoi ancora piacere ad Aurore, dovrai cambiare stile. E dovrai anche passare dal barbiere: a giudicare dai tuoi capelli sembra che il tuo sia morto da almeno un anno. E poi con la barba sei orrendo.

Tom non dice nulla, ma è chiaramente a disagio, in quel posto.
Billie, sembra invece muoversi con dimestichezza. Ha un cestino in mano e vi ripone tre tubetti di crema.

BILLIE
Detergente, esfoliante, tonico…

TOM
Non so nemmeno a cosa servano, queste cose.

Billie muove una mano nell’aria, come a dire che la cosa non ha importanza. Poi prende un altro tubetto e lo mette nel cestino.

BILLIE
Sapone idratante al latte di capra! Questo fa miracoli. Oh!

Tom la osserva mentre parte verso uno scaffale vicino.

TOM
Che c’è adesso?

Billie gli mostra un vasetto di crema.

BILLIE
Crema antirughe. Sei arrivato a un’età critica, per un uomo…

TOM
Io non ho le rughe!

BILLIE
Sì, invece. E ne avrai sempre di più. E ti prego, non essere così ingenuo da credere alle donne che sostengono che le rughe ti rendono più affascinante.

Tom è perplesso, ma finisce per esaminare il suo volto guardandosi in uno specchio.

BILLIE
Mi piacciono molto i tuoi amici.

TOM
Non sono male, già…

BILLIE
Lui è un tipo curioso. Era così commosso nel rivederti… E’ stato toccante.

Tom sorride. Evidentemente la cosa ha colpito anche lui.

TOM
Pensi che abbiano creduto alla nostra storia?

BILLIE
Non lo so. E’ difficile credere al’incredibile, no?

I due si guardano negli occhi, dubbiosi.

Stacco.

 

SCENA 31 (Esterno, giorno)

Siamo nella piscina dell’albergo. Poco distante c’è il bancone di un bar, al quale sono seduti Milo e Carol.

CAROL
Allora, che cosa ne pensi di quella Bilie?

Milo sorseggia un drink, con la cannuccia.

MILO
Ha delle gambe favolose.

Lei lo guarda costernata.

CAROL
Un giorno mi spiegherai perché riduci tutto al sesso.

Milo sbuffa.

MILO
E tu che idea ti sei fatta? Non mi dirai mica che ti sei bevuta la storia del personaggio del romanzo caduto dalla pagina di un libro.

Carol osserva il barman che le posa davanti un invitante cocktail colorato.

CAROL
Lo so che pare folle, ma l‘idea mi piace moltissimo.

MILO
Ammetto che la rassomiglianza fisica è inquietante, ma non credo né alle favole, né alla magia.

Carol sorseggia il suo drink.

CAROL
Be’, che tu lo voglia o no, con la sua galleria di personaggi feriti la Trilogia degli Angeli ha davvero qualcosa di magico.

Milo alza gli occhi al cielo, ma non commenta.

CAROL
E’ un libro diverso dagli altri. Favorisce una presa di coscienza da parte dei lettori, perché li induce a fronteggiare le loro debolezze, ma anche a realizzare di possedere risorse che non sospettavano nemmeno di avere.

MILO
Sarà…

CAROL
Milo, in passato quella storia mi ha salvato la vita e ha cambiato per sempre la traiettoria delle nostre esistenze. Anche della tua…

Milo scuote la testa.

MILO
Secondo me quella Billie è solo una che si approfitta della debolezza di Tom per tentare di spennarlo.

CAROL
E in che modo vuoi che lo spenni? Per colpa tua non ha più il becco di un quattrino.

Milo viene colpito da quest’ultima affermazione.

MILO
Questa è una cattiveria. Credi che sia facile, per me, vivere con questo senso di colpa? Ci penso giorno e notte, cercando da settimane il modo di riscattarmi e risolvere la situazione.

Carol lo osserva qualche secondo, poi sorride cercando di sdrammatizzare.

CAROL
Per essere un uomo oppresso dal senso di colpa, quel cappello di paglia e quel cocktail al cocco ti donano alla grande.

Milo la guarda di traverso, cercando di capire se quello fosse un rimprovero o una battuta.

Carol gli batte una mano sulla spalla.

CAROL
Andiamo a farci una passeggiata sulla spiaggia, dai.

Si alza e si incammina verso il mare. Milo scuote la testa e la segue.

Dissolvenza incrociata.

 

SCENA 32 (Esterno, giorno)

Siamo nel ristorante dell’albergo. Vediamo un ampio buffet dal quale i clienti stanno prelevando specialità gastronomiche di ogni genere.
Con il piatto in mano carico di cibo vediamo anche Tom e Milo. Lo scrittore ha i capelli in ordine e si è rasato, oltre che essere vestito meglio.

MILO
Sono contento di vederti così, vecchio mio.

TOM
Così come?

MILO
Così messo a nuovo. Stai meglio, vero?

TOM
Insomma…

MILO
In ogni caso hai una cera migliore di quella che hai avuto negli ultimi sei mesi. Lo si deve per caso a quella ragazza?

Tom non risponde e va a sedersi al tavolo. Milo lo raggiunge.

TOM
In effetti devo ammettere che Billie mi ha aiutato molto.

MILO
Non avresti dovuto fuggire dallo studio della Schnabel. E’ stato un colpo di testa assurdo.

TOM
Eppure è stato quel colpo di testa a salvarmi. Ci sarei morto là dentro.

Milo sembra costernato.

MILO
Senti… Credi davvero che quella ragazza sia la vera Billie?

Tom sita un attimo, ma poi annuisce.

TOM
Per quanto possa apparire assolutamente incredibile, temo proprio sia lei.

MILO
Alla fine potevamo chiedere alla Schnabel di internarti, allora…

Milo sorride e Tom fa lo stesso. Sembrano entrambi più distesi.

Sentiamo qualcosa vibrare. Tom estrae dalla tasca il suo cellulare e quando guarda il display aggrotta la fronte.

TOM
E’ Aurore.

MILO
Cosa?

Milo si alza e si porta alle spalle di Tom per leggere. Sul display c’è scritto “Ciao Tom!
Tom e Milo si guardano, poi lo scrittore risponde: “
Ciao Aurore!
Subito altra risposta: “
Che cosa ci fai da queste parti?

MILO
Non darle soddisfazione, te ne prego.

Tom annuisce e scrive nuovamente: “Sta’ tranquilla, non sono qui per te.
Milo sembra approvare.

Altro messaggio di Aurore: “E per chi, allora?
Tom: “
Sto facendo qualche giorno di vacanza. Ho avuto un anno difficile.
Aurore: “
Spero tu non cerchi di ingelosirmi con la biondona che era con te nel negozio.”

MILO
Che faccia tosta! Mandala a farsi fottere, Tom. Quella stronza non si merita neppure la tua attenzione.

Tom sta per rispondere quando arriva un altro sms di Aurore: “Di’ al tuo amico di smetterla di insultarmi…

Milo e Tom si guardano sorpresi.

Altro sms: “…e di leggere i miei messaggi stando alle tue spalle.

I due uomini si guardano intorno, individuando Aurore vicino al buffet. Lei li saluta con un sorriso beffardo. La ragazza indossa un pareo di seta che la rende estremamente affascinante.

MILO
Spegni quel cellulare e mangiamo, anche se mi è già passato l’appetito…

Tom guarda Aurore qualche secondo ancora, poi mette il cellulare in tasca e si concentra sul suo piatto.

Aurore ammicca in direzione di Milo, quindi raggiunge il vicino tavolo a cui è seduto Rafael Barros.

Milo si mette a sedere e inizia a mangiare anche lui. Sembra stia cercando di calmarsi.

MILO
Allora, adesso che stai meglio che progetti hai per il futuro?

TOM
Credo che riprenderò l’insegnamento, ma non negli Stati Uniti. Ho troppi ricordi a Los Angeles.

MILO
E dove conti di andare?

TOM
In Francia, forse. C’è un liceo internazionale, sulla Costa Azzurra, che un tempo si era detto interessato al mio curriculum. Tenterò la sorte.

MILO
Dunque ci abbandoni. E la scrittura?

TOM
La scrittura è finita.

Milo fa per rispondere, ma la voce di Billie glielo impedisce.

VFC (Billie)
Come sarebbe a dire ‘è finita’? E io, allora?

Milo e Tom si voltano al loro fianco, dove troviamo Billie in piedi a un paio di metri di distanza con un piatto di cibo in mano.

BILLIE
Hai promesso di aiutarmi, Tom.

Tom abbassa il capo.

TOM
Smettiamola di raccontarci storie, Billie. Io non posso più scrivere. Non voglio più scrivere. Le cose stanno così. Non ti chiedo di capirlo, ma solo di accettarlo.

BILLIE
Ma io voglio tornare a casa mia!

TOM
E invece dovrai abituarti a pensare che d’ora in poi la tua casa sarà qui, in questa merda di ‘vita vera’ che sembri tanto apprezzare.

BILLIE
Ma voglio rivedere i miei amici!

TOM
Tu non hai amici, Billie.

La ragazza sbatte il piatto sul tavolo.

BILLIE
Lasciami almeno rivedere Jack!

TOM
Di uomini che ti portino a letto ne troverai a bizzeffe, in questo mondo.

BILLIE
E mia madre? Anche di madri ne troverò a bizzeffe?

Tom scuote la testa.

TOM
Senti… Non sono responsabile per quello che ti è capitato.

BILLIE
Può darsi, ma avevamo un contratto! Hai tonnellate di difetti, ma credevo fossi almeno un uomo di parola.

Tom a quel punto si alza in piedi di scatto.

TOM
Smettila di parlare di un contratto che non puoi onorare.

Indica con il mento il tavolo a cui sono seduti Aurore e Rafael.

TOM
Il nostro patto è annullato. Aurore si è rifatta una vita e tu non la ricondurrai mai da me.

Billie guarda Aurore con aria di sfida, poi si volta verso Tom.

BILLIE
Vogliamo scommettere?

Billie fa un passo in avanti, posa una mano sulla nuca di Tom e gli dà un bacio appassionato.

Primo piano di Milo, sbalordito.

Anche Tom ha gli occhi spalancati per la sorpresa, mentre Billie lo bacia.

Inquadratura su Aurore, la quale ha notato con la coda dell’occhio il bacio. Si passa una ciocca di capelli dietro l’orecchio, fingendo noncuranza, ma si vede che la cosa non l’ha lasciata indifferente.

La MdP torna su Billie e Tom, che si stanno ancora baciando.

Stacco.

SCENA 33 (Interno, sera)

Inquadratura dall’esterno della casa di anna_borowsky65, la donna che ha messo in vendita il libro di Tom su ebay.

Parte una musica: “La complainte de la butte”, George Van Parys.

Stacco all’interno.
Vediamo la donna mentre si siede davanti al computer e apre il sito di vendite online. Dopo aver digitato la password entra nella pagina del riepilogo e notiamo che qualcuno ha fatto un’offerta per il “compralo subito”: 15,00 $.

La donna sorride e appunta su un foglio l’indirizzo dell’acquirente. La MdP ce lo mostra in dettaglio: Bonnie D’Amico, Campus di Berkeley, California.

La donna si alza, prende il foglietto e raggiunge un tavolo su cui è posato il libro. Lo avvolge in una carta da pacchi, lo lega con dello spago e infine ricopia l’indirizzo di Bonnie D’Amico sul pacco così confezionato.

Primo piano della donna.

Stacco.

 

SCENA 34 (Interno, notte)

La musica continua dalla scena precedente.

Siamo in un lounge bar, molto elegante. E’ scesa la notte e tutti gli ospiti dell’albergo si sono messi in smoking e abiti da sera.
Anche Tom, che vediamo entrare nel locale e avvicinarsi al bar. Fa un cenno al barista e ordina da bere.

TOM
Un bourbon, grazie.

Il barista annuisce e prepara il drink a Tom, il quale si guarda in giro distrattamente.
La sua attenzione si desta però all’improvviso quando vede, in un angolo della sala, Aurore che sta suonando al piano la musica che udiamo in sottofondo.
Indossa un elegante vestito nero bordato di pizzo. Le sue gambe, piegate di lato, calzano scarpe color granato con tacchi a spillo.
La MdP inquadra le mani di Aurore, le cui dita corrono leggerissime sulla tastiera, poi si sofferma sul suo viso, rilassato e sereno.

Primo piano di Tom, che la osserva rapito.

Il barman posa il bicchiere di bourbon davanti a Tom, che ne beve una lunga sorsata quasi all’istante. Torna poi a guardare Aurore.

Lei alza lo sguardo rivolgendolo direttamente verso lo scrittore, come se fosse certa di trovarlo esattamente in quella posizione. Gli sorride.

Tom trova le forze di distogliere lo sguardo e voltarsi verso il bancone, fissando le bottiglie alle spalle del barista.

Dopo qualche secondo la musica finisce e le persone presenti nel locale applaudono l’esibizione di Aurore. Questa si alza, ringrazia inchinandosi leggermente, chiude il coperchio del piano e si dirige a passo lento verso Tom, sedendosi di fianco a lui.

Tom cerca di non guardarla direttamente.

TOM
Niente male… Ha preso qualche lezione di piano, signorina?

Aurore sorride e si rivolge al barista.

AURORE
Un calice di Chateau-Margaux del ’90, per cortesia.

Il barista fa un mezzo inchino con il capo e si mette alla ricerca del vino richiesto.

TOM
Io sono sempre un fan del whisky. E’ meno complicato calcolare le annate.

Aurore ride.

AURORE
Come stai, Tom?

TOM
Meglio, direi.

AURORE
Ne sono felice… A proposito, sei riuscito a ricucirtelo?

TOM
A cosa ti riferisci?

AURORE
Al pezzo di labbro che ti ha strappato la bionda al ristorante, oggi. E’ la tua nuova compagna?

TOM
Qualcosa del genere.

AURORE
E’ bella. Non proprio elegante, ma bella. In ogni caso ha l’aria di essere appassionato, il vostro rapporto.

TOM
E tu, con il tuo sportivo? Non sarà il più brillante degli intellettuali, ma ha una faccia che non si dimentica. E, a quanto ho letto, è un grande amore…

AURORE
Adesso ti sei messo a leggere i rotocalchi? Hanno scritto tali idiozie, su te e me, che credevo fossi vaccinato per sempre. Quanto al grande amore, sai bene che non ci ho mai creduto, Tom.

TOM
Nemmeno con me?

Il barista porta il vino ad Aurore, la quale ne annusa il bouquet e poi ne beve un piccolo sorso.

AURORE
Se escludo la nostra, le mie relazioni non sono mai state intense. Piacevoli, certo, ma il grande amore credo ancora sia una pura illusione.

Tom sorseggia il bourbon, senza dire nulla.

AURORE
I legami si creano e si sciolgono, così è la vita. Una mattina uno resta e l’altro se ne va, senza che si sappia mai il perché. Con questa spada di Damocle sulla testa, come si fa a darsi completamente al proprio partner?

TOM
I sentimenti dovrebbero portarti a farlo spontaneamente.

AURORE
I sentimenti… Non edificherò mai la mia vita su elementi così fragili e incerti. Tu li credi profondi, mentre possono mutare per una minigonna che passa, per un sorriso seducente, per una voce sensuale… Di persone che si amano per tutta la vita non ne conosco.

TOM
Perché vivi in un universo narcisistico, fatto di artisti e personaggi celebri, dove i legami si spezzano alla velocità della luce.

Aurore beve un altro sorso di vino.

AURORE
Non siamo riusciti ad andare oltre l’estasi dell’inizio, Tom. Neppure noi abbiamo saputo perseverare.

Tom scuote la testa.

TOM
No, Aurore. Tu non hai saputo perseverare. Io desideravo solo dividere la mia vita con te.

Lei lo guarda, colpita.

TOM
Credo che l’amore non sia altro che questo: la voglia di vivere le cose in due, arricchendosi a vicenda con le proprie differenze. Ero pronto a questo impegno, disposto ad affrontare le varie prove con te al mio fianco.

Tom svuota il contenuto del bicchiere e si alza in piedi.

TOM
Non sarebbe stato facile. Non lo è mai. Ma era ciò che volevo: una quotidianità capace di superare gli ostacoli di cui è disseminata la nostra esistenza.

Fa per andarsene, ma Aurore lo trattiene per un polso.

AURORE
Tutte queste cose le so, Tom. So che niente è mai scontato, niente è mai predestinato.

Tom la osserva cercando di capire il suo stato d’animo.

AURORE
So che per meritare l’amore bisogna darsi corpo e anima e correre il rischio di perdere tutto, ma non ero pronta a farlo e non lo sono nemmeno oggi.

Tom annuisce, distogliendo lo sguardo. Poi si libera senza strappi dalla presa della ragazza e si gira verso l’uscita.

Mentre si allontana, Aurore pronuncia un’ultima frase alle sue spalle.

AURORE
Ti chiedo scusa se ti ho fatto credere il contrario.

Piano americano di Tom, con la MdP che scarrella all’indietro.

Dissolvenza in nero.

 

SCENA 35 (Esterno, giorno)

Le immagini si aprono su un’inquadratura della baia, al mattino.

Stacco su un sentiero che corre sulle alture alle spalle di Cabo San Lucas. La MdP ci mostra Carol che, zaino in spalla, sta facendo footing.

La seguiamo fino a quando il sentiero cala verso una piccola spiaggetta nascosta dalle rocce. Qui Carol si ferma a riposare, cercando di riprendere fiato.
Si guarda intorno, godendosi la bellezza dell’insenatura.

Poi, tra i pochi turisti stesi al sole, scorge Milo.
Carol aggrotta la fronte e lo raggiunge.

CAROL
Milo! Che ci fai qui?

Milo si tira su a sedere e la guarda stupito.

MILO
E tu da dove spunti?

CAROL
Mi sgranchivo un po’ le gambe.

MILO
Ah, il tuo allenamento mattutino… Io cercavo solamente un posto tranquillo dove passare la mattina, invece.

CAROL
Sei preoccupato per qualcosa?

MILO
Pensieri… A proposito, posso farti una domanda?

CAROL
Mi aspetto il peggio… ma spara.

MILO
Come mai hai detto che la Trilogia degli Angeli ti ha salvato la vita?

Lei distoglie lo sguardo.

CAROL
Il giorno in cui sarai meno idiota, forse te lo spiegherò.

Lui si rabbuia.

MILO
Di cosa mi rimproveri, esattamente?

CAROL
Lascia perdere, ci vorrebbero ore per fare l’elenco.

Carol si gira e si incammina verso il sentiero da cui è venuta. Milo non demorde: si alza in piedi e la segue.

MILO
Su, dai. Sono curioso.

CAROL
E va bene. Hai quarant’anni, ma ti comporti come se ne avessi diciotto, sei rozzo e irresponsabile. E un donnaiolo da strapazzo.

Milo si stringe nelle spalle.

MILO
Tutto qui?

CAROL
No. Trovo anche che tu non dia alcuna sicurezza a una donna. Rientri nel novero degli uomini ‘toccata e fuga’, quelli con cui le donne sono magari disposte a divertirsi una notte nei momenti di solitudine, ma a cui mai penserebbero di affidare il ruolo di padri dei loro figli.

MILO
Non sono tutte così le donne.

CAROL
Invece sì. Tutte le donne dotate di un minimo di giudizio la pensano così. Quante brave ragazze ci hai presentato, nel corso del tempo? Nessuna.

MILO
Senti chi parla… E tu, si può sapere quale bravo ragazzo ci hai presentato? Anche tu sei prossima ai quaranta, ma a quanto ne sappiamo non hai mai avuto nessuna relazione.

CAROL
Può darsi che non ti mandi un fax ogni volta che ho qualcuno.

MILO
Ma figuriamoci. Il fatto è che ti saresti vista bene solo come moglie dello scrittore, vero? Quella citata nella quarta di copertina come nella frase ‘Tom Boyd vive a Los Angeles con la moglie Carol, i loro due bambini e un labrador.’ Era quello che speravi, vero?

CAROL
Tu devi smetterla di farti le canne.

MILO
E tu sei bugiarda come un reggiseno push-up.

CAROL
Le tue metafore vanno sempre a parare da quelle parti. Hai una bella nevrosi sessuale, poverino.

MILO
Sei tu invece ad avere qualche problema. Perché non porti mai vestiti o gonne? Perché non ti metti mai in costume da bagno? Perché fremi ogni volta che ti si sfiora il braccio? Cos’è, preferisci le don…

Milo non fa in tempo a finire la frase che Carol lo colpisce con un sonoro ceffone. Poi fa per mollargliene un altro, ma lui le ferma il polso per impedirglielo.

CAROL
Lasciami!

MILO
Non prima che ti sia calmata.

Lei strattona e si dimena furiosamente, facendo perdere l’equilibrio a entrambi.
Milo cade su di lei con tutto il peso del corpo e nel giro di pochi secondi si ritrova una pistola puntata alla tempia.
Spalanca gli occhi quando Carol arma il cane.

CAROL
Vattene subito.

Milo la guarda in volto. Carol sta fremendo per la tensione.
Lui inspira cercando di non fare movimenti bruschi.

MILO
Calmati. Mi alzo…

Milo si fa di lato e si alza in piedi, sempre tenuto sotto tiro dalla pistola di Carol, che lo guarda con odio.

CAROL
Vattene.

Lui annuisce, indietreggiando lentamente. Poi si volta e si avvia verso il mare, senza girarsi più a guardarla.

Primo piano di Carol, che chiude gli occhi per scacciare le lacrime.

Stacco.

 

SCENA 36 (Esterno, sera)

Il sole è tramontato e le ombre della sera stanno calando sulla baia.
Siamo nel ristorante all’aperto dell’albergo, su una grande terrazza vista mare.

Vediamo Tom e Billie camminare in mezzo ai tavoli.

BILLIE
Va meglio?

TOM
Non saprei dirtelo.

BILLIE
E’ tutt’oggi che sei silenzioso. Non mi hai raccontato cosa vi siete detti tu e Aurore ieri sera.

Tom si stringe nelle spalle.

TOM
E’ stato un dialogo sincero, ma è chiaro che non c’è speranza. Non intende impegnarsi. Con nessuno…

Billie guarda con aria sconsolata Tom, senza sapere cosa dire.

TOM
Tu che hai, invece? Sei pallida e sembri molto stanca.

BILLIE
Dev’essere stato il viaggio.

Tom non sembra molto convinto, ma accetta la spiegazione.

I due arrivano a un tavolo a cui è seduto Milo. Non c’è cibo, solo una bottiglia di whisky mezza vuota. Milo sta guardando il mare e tiene in mano un bicchiere pieno della bevanda scura.

TOM
Ciao Milo… Che fai?

Milo si volta verso Tom e Billie, abbozzando un triste sorriso.

MILO
Bevo.

Tom e Billie si mettono a sedere.

TOM
Questo lo vedo… Dov’è Carol?

Milo farfuglia qualcosa di cui capiamo solo “correre” e “spiaggia”.

Tom e Billie si scambiano un’occhiata perplessa. Non fanno però in tempo ad approfondire l’argomento che vengono interrotti dal canto di qualcuno.

I tre si voltano e la MdP ci mostra due mariachi che suonano chitarra e tromba e cantano “Por tu maldido amor” e si avvicinano al loro tavolo. Li riconosciamo: sono Quentin Tarantino e Robert Rodriguez (CAMEO).

Primo piano di Milo, che li guarda torvo.

MILO
Non ci provate…

I due in effetti proseguono e si avvicinano al tavolo a cui sono seduti Aurore e Rafael, i quali sorridono alla serenata.

Primo piano di Tom, disgustato.

TOM
Che roba kitsch.

Billie non sembra d’accordo.

BILLIE
Scherzi? Hanno una classe pazzesca!

La MdP rimane sui due mariachi per qualche secondo, poi udiamo un lontano brusio e le immagini si voltano verso il mare.
Nel cielo si staglia la sagoma di un vecchio idrovolante, che vola nella nostra direzione.

Sempre sotto le note dei due mariachi, che continuano a cantare, il velivolo passa a bassa quota sopra la terrazza e lascia cadere una pioggia di petali di rosa su tutto il ristorante.

Un coro di meraviglia si alza tra i presenti.

Poi tutte le luci si spengono e, a lume di candela, il maitre porta un vassoio verso il tavolo di Aurore e Rafael. I due mariachi continuano a cantare con intensità crescente.

Sul vassoio d’argento vediamo una scatolina da gioielliere. Rafael si alza, la prende in mano e guarda appassionatamente Aurore, che sembra frastornata.

Primo piano di Tom, sbalordito.

Billie lo guarda preoccupata.

Milo sembra assente e indifferente a tutto ciò.

Rafael si inginocchia e apre la scatola contenente un meraviglioso anello, rivolto verso Aurore.

Primo piano di Tom.

Soggettiva di Tom: Aurore si porta una mano sulla bocca, poi guarda nella nostra direzione e infine torna a guardare Rafael.
Si alza in piedi, mormora qualcosa scuotendo la testa e poi scappa via dal ristorante, diretta verso l’albergo.

I due mariachi smettono di cantare, perplessi.

Primo piano di Rafael, che sembra pietrificato. Poi, all’improvviso, il campione di formula uno si volta verso Tom, altrettanto inebetito.
Rafael socchiude gli occhi per la rabbia, poi si alza e percorre a lunghi passi la distanza che lo separa dallo scrittore.

TOM
Ehi!

Altra soggettiva di Tom: Rafael è a pochi passi da lui, carica un pugno e lo lascia partire nella nostra direzione.

Lo schermo si fa nero mentre udiamo un sonoro schiocco.

Stacco.

 

SCENA 37 (Interno, sera)

Con lo schermo ancora nero sentiamo una voce.

VFC (Uomo)
Le fa male qui?

Compaiono le immagini e vediamo Tom seduto sul lettino di un medico (Ron Perkins).

TOM
Un po’, dottor Philipson.

DOTTOR PHILIPSON
Se le fa male solo un po’, allora non ha il naso rotto.

TOM
Mi sento sollevato…

DOTTOR PHILIPSON
Ha perso molto sangue. E’ stato fortunato…

Il dottore si allontana dal lettino e Tom si tampona il naso con un fazzoletto intriso di sangue.

DOTTOR PHILIPSON
E così quel mascalzone le si è avvicinato per tirarle un pugno in faccia…

TOM
In sostanza sì.

Il dottore sorride, mentre compila una ricetta medica.

DOTTOR PHILIPSON
Sa, qui alla
Puerta del Paraìso abbiamo avuto ogni genere di star e ogni genere di problemi, ma un pugno sul naso al rivale in amore dopo il rifiuto a una proposta di matrimonio, è la prima volta che lo vedo.

TOM
Non siamo rivali in amore…

DOTTOR PHILIPSON
Lei è o non è l’ex fidanzato di Madamoiselle Valancourt…?

TOM
Be’, sì. Ma…

DOTTOR PHILIPSON
Allora è un rivale in amore.

Tom non sa che replicare. Il dottore, intanto, gli porge la ricetta medica.

DOTTOR PHILIPSON
Le ho prescritto un antidolorifico. Niente di pesante, giusto qualcosa che le permetterà di dormire senza sentire dolore… Può trovarlo alla farmacia dell’albergo.

Tom prende la ricetta.

TOM
Grazie dottore.

DOTTOR PHILIPSON
Si figuri. Buona permanenza.

Tom ringrazia con un cenno del capo e poi esce dalla stanza. Nel corridoio c’è Milo che lo sta aspettando.

MILO
Come stai?

TOM
Niente di rotto. Dov’è Billie?

MILO
E’ salita in camera. Non si sentiva molto bene.

Tom annuisce.

TOM
Mi accompagni alla farmacia? Devo prendere un antidolorifico.

Milo tentenna.

TOM
Che c’è?

MILO
Sono preoccupato per Carol. Le ho lasciato decine di messaggi nella segreteria telefonica, ma sono rimasti tutti senza risposta. Devo trovarla.

TOM
Non le sarà successo qualcosa?

MILO
Carol sa cavarsela. E poi credo di sapere dove sia.

TOM
Va bene, buona fortuna.

Milo gli fa un cenno di ringraziamento si allontana lungo il corridoio.

Tom lo guarda per qualche istante, poi si dirige nella direzione opposta.

Stacco.

 

SCENA 38 (Interno, notte)

Tom rientra nella suite, posa l’antidolorifico su un tavolo e cerca Billie con lo sguardo.

TOM
Billie?

VFC (Billie)
Sono qua fuori!

Tom attraversa la stanza ed esce sulla terrazza, dove trova Billie in costume da bagno immersa in una vasca Jacuzzi.

BILLIE
Vieni anche tu?

Tom sorride, si spoglia ed entra anche lui nella vasca. Chiude gli occhi e si rilassa appoggiandosi al bordo.

Billie gli si avvicina muovendosi sinuosamente.

BILLIE
Il puglie ha bisogno di un massaggio del suo secondo?

Tom apre gli occhi sorpreso, trovando il volto di Billie a pochi centimetri dal suo.

TOM
Non mi sembra il caso di ripetere l’episodio del bacio.

BILLIE
Perché, oseresti dire che non ti è piaciuto?

TOM
Non è quello il punto.

BILLIE
Lo so. Però devi ammettere che ha funzionato. E’ passato un giorno e la tua cara Aurore ha rotto clamorosamente il fidanzamento.

TOM
Credo l’avrebbe fatto comunque. E comunque Aurore non è qui con noi, adesso.

Billie si insinua tra le braccia di Tom.

BILLIE
E cosa ne sai?

Tom la guarda senza capire.

BILLIE
In ogni camera di questo albergo c’è un cannocchiale sulla terrazza e tutti guardano tutti. Non te ne sei accorto?

Tom guarda le altre finestre ed effettivamente scorge diverse persone intente a scrutare nei cannocchiali.

BILLIE
Può darsi che ci stia guardando proprio in questo momento… Potrebbe essere l’occasione giusta per il colpo del ko.

TOM
Di colpi da ko ne ho avuti a sufficienza, per questa sera.

BILLIE
Questo ti piacerà, vedrai…

Billie si stringe a Tom e lo bacia con sensualità. Lui l’abbraccia e si lascia trasportare.

Poi vediamo la sua fronte aggrottarsi, come se fosse perplesso.
Tom indietreggia di colpo. Billie sembra sorpresa, ma lo stesso è per noi nel vedere le sue labbra annerite.
Anche quelle di Tom sono scure.

BILLIE
Che succede?

TOM
Non lo so.

Tom si tocca le labbra e osserva i polpastrelli, su cui c’è uno strano liquido nerastro.

Billie ora sta rabbrividendo e si alza in piedi cercando di uscire dalla vasca. Sembra barcollare.

TOM
Cosa ti succede?

BILLIE
Io… Non mi sento molto…

Anche Tom si alza e la sorregge.

All’improvviso la ragazza si china e vomita sulle mattonelle della terrazza.

La MdP inquadra il liquido rigurgitato da Billie: sembra una macchia d’inchiostro.

Primo piano di Tom, stupefatto e preoccupato.

Stacco.

 

SCENA 39 (Esterno, notte)

Siamo nella spiaggetta dove Milo e Carol si trovavano quella mattina.
La MdP inquadra Milo che corre da una parte all’altra chiamando la poliziotta a gran voce.

MILO
Caroool! Carooool!

A un certo punto sembra scorgere qualcosa.
Corre in quella direzione e trova Carol rannicchiata in un angolo, con la scogliera alle spalle.

MILO
Carol!

La donna sta singhiozzando con la testa tra le braccia. Ha ancora in mano la pistola e non sembra neppure essersi accorta dell’arrivo di Milo.

Lui si avvicina a un metro e la chiama di nuovo per nome. E’ quasi un bisbiglio.

MILO
Carol.

Lei solleva lo sguardo. Dalla sua espressione sembra dispiaciuta e pentita per l’accaduto.

CAROL
Milo… Scusami per quello che ho detto.

Lui scuote la testa.

MILO
Ho già dimenticato. Tutto si sistemerà, non ti preoccupare.

Lei annuisce e afferra la mano che Milo le sta porgendo. Con gentilezza, lui la aiuta ad alzarsi in piedi.
Poi si abbracciano.

MILO
Non ti farò mai del male. Lo sai, vero?

Carol annuisce di nuovo, cercando di trattenere le lacrime.

CAROL
Lo so.

Milo sorride e la guarda negli occhi.

MILO
Allora torniamo in albergo, dai.

Poi lancia un’occhiata alla pistola.

MILO
E quella mettila via. Non ti servirà.

Lei sorride e guarda l’amico con riconoscenza.

La MdP si volta a inquadrare il mare, su cui si riflette la luna piena.

Stacco.

 

SCENA 40 (Interno, notte)

Siamo nuovamente nell’ambulatorio del dottor Philipson. Da lì possiamo vedere, attraverso una finestra, una stanza da day hospital con un letto su cui è distesa Billie, addormentata.

Il dottore e Tom la osservano preoccupati.

DOTTOR PHILIPSON
E’ suo marito?

TOM
Ehm… No, non è mia moglie.

Il dottore annuisce.

DOTTOR PHILIPSON
Devo dirle la verità, signor Boyd, non so proprio di cosa soffra la sua amica, né quale sia la natura della sua crisi.

Il dottore va a sedersi alla scrivania e Tom fa lo stesso sedendosi di fronte a lui.

DOTTOR PHILIPSON
Ha la febbre alta e il corpo rigido in modo anormale, e ha vomitato tutto quello che aveva nello stomaco. Qualunque cosa fosse…

TOM
Somiglia a inchiostro, vero?

DOTTOR PHILIPSON
Sembra, sì. Ho prescritto esami del sangue e l’analisi della sostanza nera vomitata.

TOM
Avete i mezzi per condurre questo tipo di ricerche?

Il dottore fa un cenno affermativo.

DOTTOR PHILIPSON
Come avrete potuto notare, abbiamo strumenti all’avanguardia. Cinque anni fa, il primogenito dello sceicco di un paese petrolifero soggiornò nel nostro albergo. Il giovane ebbe un incidente con la sua moto d’acqua, un violento scontro con un fuoribordo in seguito al quale rimase in coma per diversi giorni. Suo padre promise che ci avrebbe fatto una grossa donazione se fossimo riusciti a guarirlo…

TOM
Immagino ci siate riusciti.

DOTTOR PHILIPSON
Più per caso che per le mie cure, ma fatto sta che il ragazzo si riprese senza conseguenze e lo sceicco mantenne la parola.

TOM
Posso passare la notte accanto a lei?

DOTTOR PHILIPSON
Sarebbe inutile. Abbiamo un’infermiera di guardia e due interni di biologia medica che saranno di turno tutta la notte. La sua amica è la nostra unica paziente. Non la lasceremo un secondo senza sorveglianza.

TOM
Insisto, dottore.

DOTTOR PHILIPSON
Se la diverte dormire in una poltrona scomoda e rompersi la schiena, faccia pure…

TOM
Grazie.

Tom si alza e stringe la mano al dottore, dopodiché si dirige verso la porta che conduce nella stanza dove è ricoverata Billie.

Si avvicina al letto in silenzio e guarda la ragazza, che sembra dormire di un sonno agitato e febbrile. Ha il volto imperlato di sudore ed è molto pallida.

TOM
Sei una strana ragazza, Billie Donnelly.

Lei si agita nel sonno, poi, senza aprire gli occhi, parla con voce flebile.

BILLIE
Pensavo avresti detto ‘una strana rompiscatole’.

TOM
Anche una strana rompiscatole…

Tom le posa una mano sulla fronte.

TOM
Mi hai tirato fuori da un buco nero, Billie. Non ti abbandonerò, ti do la mia parola.

Primo piano di Tom, che si volta verso la vicina poltrona.
Si siede e rimane a osservare Billie in silenzio.

Dissolvenza in nero.

 

SCENA 41 (Interno, giorno)

Con lo schermo ancora nero sentiamo un sonoro russare.

VFC (Billie)
Ehi, non è russando come un orco che veglierai su di me!

Tom apre gli occhi di colpo, facendo così comparire le immagini. Lo troviamo raggomitolato contro il bracciolo della poltrona, in una posizione scomodissima.
Si raddrizza con una smorfia di dolore e si volta verso il letto. Sul suo volto appare un’espressione spaventata e sorpresa.

Inquadratura di Billie, seduta su letto. E’ sorridente, ma vediamo che i suoi capelli sono diventati completamente bianchi.
Lei vede l’espressione di lui e si rabbuia.

BILLIE
Che c’è?

Tom si alza in piedi.

TOM
I tuoi capelli…

Lei prende una ciocca, allarmata e la guarda. Lancia un grido.

BILLIE
Dammi uno specchio…

TOM
Billie, forse…

BILLIE
Dammelo subito!

Tom va verso il bagno e stacca lo specchio dal muro, portandolo alla ragazza. Lei guarda il suo riflesso, inebetita.

BILLIE
Come… com’è possibile?

Tom cerca di dire qualcosa, ma sembra senza parole.

In quel momento entrano nella stanza Milo e il dottor Philipson.
Questi ha una busta sottobraccio e il volto preoccupato.

TOM
Dottore… Cos’è successo?

DOTTOR PHILIPSON
E’ accaduto durante la notte. Abbiamo condotto ulteriori analisi e abbiamo i risultati.

Tira fuori dei fogli dalla busta che ha con sé.

DOTTOR PHILIPSON
Innanzitutto la sostanza nera e densa che la signorina ha vomitato è inchiostro a olio. Vi abbiamo trovato caratteristiche tracce di pigmenti di colori, polimeri, additivi e solvente…

Poi si volta verso Billie.

DOTTOR PHILIPSON
Ha cercato di avvelenarsi, signorina?

BILLIE
Assolutamente no!

DOTTOR PHILIPSON
Le pongo questa domanda perché, a essere franchi, non vedo come si possa vomitare una simile materia senza averla prima ingoiata.

TOM
Che cos’altro avete trovato?

DOTTOR PHILIPSON
Come immaginavo le analisi del sangue hanno confermato l’anemia. Con un tasso di emoglobina di 9 grammi per decilitro, lei è molto al di sotto della norma. Questo spiega in particolare il pallore, la stanchezza e lo stordimento.

Milo interviene, anche lui preoccupato.

MILO
E l’anemia da cosa è causata?

DOTTOR PHILIPSON
Bisognerà effettuare altre analisi per stabilirlo, ma nell’immediato non è questo che mi preoccupa di più.

BILLIE
Di cosa sta parlando?

DOTTOR PHILIPSON
E’ la glicemia. 0,1 grammi per litro denotano un tipo di ipoglicemia grave e sconosciuto.

TOM
Come sarebbe a dire ‘sconosciuto’?

DOTTOR PHILIPSON
Si parla di ipoglicemia quando il tasso degli zuccheri nel sangue è troppo basso. Quando il cervello non riesce a ottenere sufficiente glucosio, il soggetto ha le vertigini e si sente stanco. Ma il suo tasso, signorina, è anomalo.

BILLIE
E questo che cosa significa?

DOTTOR PHILIPSON
Significa che già adesso, mentre le parlo, dovrebbe essere morta o almeno in coma profondo.

TOM
E assurdo! Dev’esserci un errore.

Il dottore scuote la testa.

DOTTOR PHILIPSON
Abbiamo eseguito il test tre volte. E’ un fenomeno incomprensibile, ma non è nemmeno il più misterioso.

Tom, Milo e Billie si guardano perplessi.

DOTTOR PHILIPSON
La spettrografia ha rilevato la presenza di idrati di carbonio anomali. Per essere più espliciti, signorina, lei ha della cellulosa nel sangue.

TOM
Cellulosa?

DOTTOR PHILIPSON
Esatto. E’ il principale costituente del legno, come ben sapete. Sia il cotone che la carta ne contengono una parte rilevante, ma è la prima volta che viene rinvenuta in un campione di sangue umano.

Tom si passa una mano sul volto, lanciando un’occhiata di comprensione verso Billie, che annuisce.

DOTTOR PHILIPSON
Infine i capelli… Contengono un’altissima concentrazione di idrosolfito di sodio e di perossido d’idrogeno, meglio conosciuti come…

TOM
Acqua ossigenata.

Il dottore annuisce.

DOTTOR PHILIPSON
Questa sostanza è secreta in maniera naturale dal corpo umano. Con la vecchiaia è responsabile dell’incanutimento, perché inibisce la sintesi dei pigmenti che danno ai capelli il loro colore, ma di norma è un processo molto lento e non avevo mai visto la capigliatura di una persona così giovane imbiancare in una notte.

BILLIE
E’ un processo irreversibile?

DOTTOR PHILIPSON
Non saprei dirlo, signorina. La sua patologia supera di gran lunga le mie competenze e le possibilità di questo ambulatorio. Oggi la terremo sotto osservazione, ma le consiglio vivamente di cercare a più presto un centro specializzato.

Primo piano di Billie, che si volta verso Tom, preoccupata.

Stacco.

 

SCENA 42 (Interno, giorno)

Vediamo Tom e Milo nell’ambulatorio del dottor Philipson, intenti a osservare Billie dalla finestra collegata alla sua stanza.

MILO
L’inchiostro, la cellulosa, l’acqua ossigenata che si usa per sbiancare la carta… All’inizio mi sono rifiutato di crederti quando dicevi che Billie era un personaggio letterario uscito da un romanzo, Tom, ma adesso sono costretto ad arrendermi all’evidenza. La tua amica sta tornando a essere una creatura di carta.

Tom lo guarda senza capire.

MILO
Sembra che il mondo della narrativa stia per riprendersi i suoi diritti.

TOM
Cosa intendi dire esattamente, con questo?

MILO
E’ evidente, Tom. Se Billie è un personaggio di carta, non può assolutamente passare nella vita reale.

TOM
Come il pesce non può sopravvivere fuori dall’acqua?

MILO
Esatto.

TOM
Ma Billie ha appena passato tre giorni con me e ti assicuro che faceva scintille. Anzi, la vita vera non le sembrava affatto spiacevole. Perché è successo questo così all’improvviso?

Milo si acciglia.

MILO
In effetti, questo resta un mistero.

Si siede su una poltrona e accavalla le gambe, riflettendo.

MILO
Ragioniamo partendo dalla porta d’ingresso. Da dov’è arrivata Billie?

TOM
Te l’ho già detto. E’ caduta da una riga, dal bel mezzo di una frase incompleta.

MILO
Ah, sì, le centomila copie con metà pagine in bianco. Oh mio Dio!

Rimane a bocca aperta, come in preda a un’illuminazione.

TOM
Che c’è?

MILO
A che ora Billie ha manifestato i primi segni della malattia?

TOM
Ieri sera a cena, direi. Era piuttosto pallida…

MILO
Allora so cos’è successo.

Milo tira fuori il suo iPhone dalla tasca e cerca una mail. Quando la trova, la mostra a Tom.

MILO
E’ arrivata dalla Doubleday alle 19. Dice che l’intero stock difettoso dell’edizione deluxe è stato mandato al macero.

Tom legge la mail con gli occhi spalancati.

TOM
La informiamo che le copie distrutte sono 99.999. L’operazione è stata completata oggi, sotto il controllo di un ufficiale giudiziario, presso il centro macero carta dell’azienda Shepard di Brooklyn.

MILO
Billie era legata fisicamente a quelle copie difettose…

TOM
Mio Dio, distruggendole la stanno uccidendo.

I due si guardano, terrorizzati.

MILO
Cosa possiamo fare?

Tom rilegge la mail.

TOM
Qui dice che le copie sono 99.999. Vuol dire che ne rimane una.

MILO
La copia che l’editore mi aveva inviato e che mi hai rubato al ristorante insieme alle chiavi del’auto! Che cosa ne hai fatto?

TOM
E’ a casa mia, a Malibù.

Milo scatta in piedi.

MILO
Chiama subito la donna delle pulizie, allora. Se lo getta nella spazzatura siamo rovinati.

TOM
Ho il telefono in camera.

MILO
Andiamo su insieme, allora. Voglio vedere come sta Carol.

Primo piano di Tom, che annuisce risoluto.

Stacco.

 

SCENA 43 (Interno, giorno)

Siamo in un ufficio postale.
Vediamo un impiegato timbrare diversi pacchi e gettarli dentro una grande cesta di plastica.

Una volta piena, la cesta di plastica viene raccolta da un altro uomo che la porta fuori dall’ufficio, caricandola su un furgone dove se ne trovano già diverse altre.

La MdP inquadra in dettaglio uno dei pacchi. E’ quello spedito da anna_borowsky65, su cui vediamo l’indirizzo “Bonnie D’Amico, Campus di Berkeley, California”.

Lo sportello del furgone viene chiuso e il mezzo viene messo in moto.

La telecamera inquadra il furgone mentre lascia l’ufficio postale e si immette in strada.

Stacco.

 

SCENA 44 (Interno, giorno)

Tom riaggancia la chiamata dal proprio cellulare e si lascia cadere sul letto della suite.

TOM
Dannazione!

Si mette le mani nei capelli, chinando la testa in segno di sconforto.

Lo osserviamo in quella posizione per diversi secondi, poi vediamo che si alza in piedi ed esce dalla stanza.

Nel corridoio incrocia Aurore, che si sta trascinando dietro un piccolo trolley. Tom si blocca e la osserva.
Anche lei lo guarda, fino a giungere vicino a lui.

TOM
Te ne vai?

Lei annuisce.

AURORE
Ho un concerto a Tokyo domani sera.

TOM
Alla Kioi Hall?

Aurore sorride.

AURORE
Sì… Come quella volta che mi hai accompagnato tu. Ci eravamo attardati e…

TOM
…arrivasti giusto tre minuti prima dell’inizio dello spettacolo. Sì, me lo ricordo.

AURORE
Dovetti riprendere fiato sul palcoscenico, tanto avevo corso.

TOM
Eppure suonasti bene.

AURORE
Ti ringrazio.

I due rimangono in un silenzio imbarazzato per qualche secondo, poi è Aurore a parlare.

AURORE
Mi dispiace per ieri sera. Ho saputo cos’ha fatto Rafael dopo… be’, dopo quella scena.

TOM
Non ho niente di rotto.

AURORE
Volevo chiamarti in camera per scusarmi, ma ho visto che… eri occupato.

Tom distoglie lo sguardo, imbarazzato.

AURORE
Come sta lei, a proposito?

TOM
Non bene. Anche il dottor Philipson non riesce a capire cos’abbia. Ha dei sintomi che non riesce a decifrare.

Aurore scruta il volto di Tom, che appare molto preoccupato.

AURORE
Sembra una cosa seria.

TOM
Temo lo sia.

AURORE
Dovresti farla vedere da un medico competente, allora. Se vuoi, posso consigliarti qualcuno.

TOM
Chi?

AURORE
Il professor Jean-Baptiste Hinault. E’ un impareggiabile diagnosta e ha salvato la vita di mia madre quando era malata di cancro. Oggi è primario di cardiologia a Parigi, ma se dici che ti mando io, ti riceverà.

Sul viso di Tom appare un’espressione gelosa.

AURORE
E’ solo un appassionato della mia musica.

Aurore estrae il suo cellulare, cerca il contatto e lo invia con un sms a Tom, il cui telefono suona per il messaggio ricevuto.

AURORE
Ti ho inviato il suo numero. Chiamalo.

TOM
Lo farò. Grazie, Aurore.

Lei si avvia verso l’ascensore, ma poi si ferma a metà strada. Lascia il trolley dov’è, torna indietro da Tom e gli dà un bacio veloce sulla bocca.

AURORE
Buona fortuna, Tom.

Poi, senza attendere risposta, recupera il trolley e raggiunge l’ascensore, che proprio in quel momento si apre lasciando uscire altre persone.

Tom rimane a guardarla mentre sparisce nella cabina, senza nemmeno riuscire a ricambiare il saluto che lei lancia al suo indirizzo.

Stacco.

 

SCENA 45 (Interno, giorno)

Siamo nella camera di Milo e Carol.
Tom sta guardando distrattamente fuori dalla finestra, Milo sta passeggiando nervosamente avanti e indietro e Carol li guarda pensierosa.

MILO
Allora, che facciamo adesso?

CAROL
Forse è ancora possibile rintracciare il libro. Ma dobbiamo tornare a Los Angeles.

Tom si volta verso di loro.

TOM
Dobbiamo dividerci i compiti.

Milo lo guarda interrogativamente.

MILO
Spiegati meglio.

TOM
Voi tornate negli Stati Uniti per cercare la copia difettosa superstite. Sarà una missione impossibile, ma se quella copia sarà distrutta Billie morirà, questo è certo.

CAROL
E tu?

TOM
Io la porterò a Parigi dal medico che mi ha consigliato Aurore, se non altro per contenere la malattia. Ma soprattutto…

Torna a guardare fuori dalla finestra.

MILO
Soprattutto?

TOM
Bisogna che scriva il terzo volume della trilogia per rimandare Billie nel suo mondo.

Milo e Carol spalancano gli occhi all’unisono, guardandosi sorpresi.

TOM
Se la copia difettosa è stata la sua porta d’ingresso in questo mondo, il mio compito è di creare una porta d’uscita.

Si avvicina agli amici e li guarda intensamente.

TOM
Ma il vostro compito è quello di mantenerla in vita abbastanza a lungo perché io possa finire il romanzo.

CAROL
Conta su di noi. Ce la faremo.

MILO
Tom… Pensi di farcela?

Tom prende un lungo respiro.

TOM
Non ho scelta.

Carol si alza in piedi e prende la borsa contenente il computer. La consegna a Tom.

CAROL
Ce la farai, e questo ti aiuterà. Ha già salvato una vita, ricordi?

Tom annuisce.

CAROL
Allora ripeti il miracolo.

Tom la guarda in volto, come se cercasse di carpire un po’ della sua sicurezza.

Primo piano di Carol, serena.

Dissolvenza incrociata.

 

SCENA 46 (Esterno, giorno)

Inquadratura di Parigi dall’alto. La sorvoliamo per diversi secondi permettendoci di riconoscerla inconfondibilmente.

Uno stacco e ci troviamo sugli Champs-Elysées, a seguire un taxi.

All’interno del taxi troviamo Billie Tom. La ragazza guarda fuori dal finestrino affascinata.

BILLIE
E’ sempre stato il mio sogno vedere Parigi!

Tom sorride.

TOM
Non siamo qua in vacanza…

BILLIE
Questo lo dici tu. Abbiamo appuntamento con il dottor Hinault tra due giorni, no?

TOM
Esatto.

BILLIE
E allora in questi due giorni voglio vedere ogni angolo di questa città.

TOM
Io devo scrivere il romanzo, lo sai.

BILLIE
Non fare il musone. Hai aspettato tanto, qualche giorno in più non farà differenza, no?

TOM
Potrebbe, invece. Se Milo e Carol non trovano il libro…

BILLIE
Lo troveranno, vedrai.

Tom fa un sorriso poco convinto, ma non dice altro.

Stacco.

 

SCENA 47 (Interno, giorno)

Vediamo dall’esterno un campus universitario.

Stacco all’interno. Siamo nella stanza di un dormitorio.

Vediamo una ragazza (Marielle Jaffe) che si sta preparando per uscire.

Apre la porta della camera che proprio in quel momento un’altra ragazza (Bridgit Mendler) stava per aprire dall’esterno.

RAGAZZA DI FUORI
Oh, ciao Bonnie. Stai uscendo?

Bonnie lascia passare la compagna di stanza.

BONNIE
Sì, Jodie. Vado all’ospedale a tenere compagnia alla signora Kaufman.

JODIE
Come sei brava… E’ bello quello che fai.

BONNIE
Sono solo poche ore di volontariato. Non sono un peso.

JODIE
Ti ammiro comunque. Ah, questo è per te.

Jodie porge un pacco alla ragazza, che lo prende.

JODIE
E’ arrivato poco fa e mi sono permessa di ritirarlo al posto tuo.

BONNIE
Hai fatto benissimo.

La ragazza scarta il pacco e rivela il libro di Tom.

BONNIE
E’ il romanzo che ho comprato su internet. Arriva giusto in tempo, lo leggerò alla signora Kaufman. Le era piaciuto tanto il primo episodio…

Jodie sorride.

JODIE
Bene. A più tardi, allora.

BONNIE
Ciao!

La ragazza esce dalla stanza e si incammina lungo il corridoio.

Stacco.

 

SCENA 48 (Interno, giorno)

Siamo in casa di Milo, in cucina.

Milo sta preparando due sandwich, mentre Carol è seduta al tavolo con un pc davanti.

CAROL
Milo! Credo di avere trovato qualcosa.

Milo lascia il banco della cucina e si avvicina alla poliziotta.

Vediamo sullo schermo l’inserzione ebay dell’edizione deluxe del libro.

MILO
Pazzesco!

CAROL
Che sia la nostra copia?

MILO
Non c’è dubbio. Non ne esistono altre.

CAROL
Purtroppo è già stato venduto.

MILO
Però possiamo provare a contattare il venditore per sapere il nome dell’acquirente.

CAROL
Ottima idea.

Milo torna alla preparazione dei sandwich.

MILO
Aggiungi la promessa di una ricompensa. Mille dollari.

CAROL
D’accordo. Ma se non si fa viva? Potrebbe pensare a qualcosa di illegale.

MILO
Allora sfrutteremo i potenti mezzi della polizia di Los Angeles.

Carol lo guarda storto.

CAROL
Di cosa stai parlando?

Milo si volta con una finta aria sorpresa, come se Carol non vedesse l’evidenza della cosa.

MILO
E’ un libro raccolto dalla spazzatura, quindi l’utente è di Los Angeles. Quante Anna Borowsky nate nel ’65 credi ci siano in questa dannata città? Saprete trovare un indirizzo, no?

Carol solleva le sopracciglia, poi sorride e si mette a scrivere il messaggio.

Primo piano di Milo, soddisfatto.

Stacco.

 

SCENA 49 (Interno, giorno)

Inquadratura dall’esterno di un ospedale.

Stacco all’interno di una stanza, dove vediamo Bonnie seduta di fianco a un letto dove è distesa una signora anziana (Hope Holiday).

Bonnie ha il libro in mano e sta leggendo a voce alta.

BONNIE
Billie si convinse che quello fosse ancora un sogno. Non poteva essere vero.
Jack stava uscendo dalla stanza senza neppure salutarla, scivolando di soppiatto come un ladro.
Continuò a fingere di dormire, mentre con un occhio semichiuso lo osservava vestirsi in silenzio, senza fare il minimo rumore.

Bonnie volta pagina e sul suo volto appare un’espressione sorpresa. Sfoglia le pagine successive e l’espressione si fa indispettita.

BONNIE
Temo che oggi non potrà conoscere la fine della storia, signora Kaufman.

La donna anziana si volta e vede la pagina mezza bianca che Bonnie le sta mostrando.

SIGNORA KAUFMAN
Oh… E’ senza dubbio un difetto di stampa. Bisognerà che tu lo riporti alla libreria.

BONNIE
Ma l’ho comprato su internet.

SIGNORA KAUFMAN
Allora ti sei fatta fregare.

Bonnie inspira, evidentemente arrabbiata.

In quel momento entra un’infermiera con in mano un vassoio su cui c’è del cibo.

INFERMIERA
Ecco il pranzo!

SIGNORA KAUFMAN
Puah, se lo chiama pranzo…

INFERMIERA
Su, su, signora Kaufman. Non faccia storie.

Posa il vassoio sul letto e aiuta la donna a mettersi seduta.

SIGNORA KAUFMAN
Io non faccio storie. E’ solo che non mi portate mai un pasto decente, in questo dannato posto.

L’infermiera sorride, paziente, poi esce dalla stanza.

BONNIE
E’ così orribile?

SIGNORA KAUFMAN
A metà tra l’assolutamente disgustoso e il proprio schifoso. Ah, che cosa darei per un bel soufflé al cioccolato.

BONNIE
Non l’ho mai assaggiato.

SIGNORA KAUFMAN
Davvero? Allora devo scriverti la ricetta. Dammi subito una biro e quel libro, che serva almeno a qualcosa.

Bonnie sorride e obbedisce, porgendo penna e libro alla donna.

Primo piano della signora Kaufman, concentrata.

Stacco.

 

SCENA 50 (Esterno, giorno)

Siamo all’esterno della casa di Anna Borowsky. Carol, in divisa, e Milo sono davanti alla porta.
Carol suona il campanello.

Dopo qualche secondo la padrona di casa arriva ad aprire la porta. Sembra molto sorpresa e un po’ intimorita nel vedere la poliziotta davanti a sé.

ANNA
B-buongiorno… Chi cercate?

CAROL
E’ lei Anna Borowsy?

ANNA
S-sì…

CAROL
Sono farle qualche domanda a proposito di un libro che ha venduto su internet.

ANNA
Ma non l’ho rubato! L’ho trovato in un bidone della spazzatura…

Un espressione di sollievo si dipinge sul volto di Carol. Si volta verso Milo, che interviene.

MILO
E’ importante che ci dia l’indirizzo della persona a cui l’ha venduto, signora. Non le chiediamo altro.

Anche la donna sembra rilassarsi.

ANNA
Si tratta di una studentessa, credo.

MILO
Una studentessa?

ANNA
Sì. Il suo nome è Bonnie D’Amico. Ho spedito il pacco al campus di Berkeley.

Milo e Carol si guardano di nuovo.

CAROL
Grazie, signora. E’ stata molto utile. Arrivederci…

I due si allontanano, lasciando la donna sulla soglia a guardarli andar via, perplessa.

Stacco.

 

SCENA 51 (Esterno, giorno)

Vediamo Bonnie rientrare nella sua stanza, al campus. Ha il libro sottobraccio.

Ad accoglierla c’è la sua compagna di stanza, Jodie.

JODIE
Ciao! Com’è andata?

BONNIE
E’ stata una bella giornata. Ho letto il libro alla signora Kaufman, ma indovina un po’… Era stampato male e da pagina 266 in avanti ci sono solo pagine bianche.

JODIE
Ma dai… Ti hanno dato una bella fregatura. Dovresti farti rimborsare.

BONNIE
Non ne vale la pena. E poi la signora Kaufman mi ha appuntato sul libro la ricetta del suo soufflé al cioccolato, ha incollato una sua foto e un ringraziamento per le ore che ho passato con lei. Lo conserverò come un bel ricordo. Anzi, credo che ne farò il mio diario.

JODIE
Mi piace questo lato di te. Sai sempre trasformare in positivo le piccole cose negative della vita.

Bonnie sorride e si dirige verso una valigia posata sul suo letto.

JODIE
A proposito, cos’è quella?

BONNIE
La mia valigia. Devo partire per Roma. Ho il torneo di scacchi, ricordi?

Bonnie mette il libro nel bagaglio a mano, poi va in bagno.

JODIE
L’avevo dimenticato. Ma parti oggi?

Sentiamo la voce di Bonnie da oltre la porta.

VFC (Bonnie)
L’aereo parte fra tre ore!

JODIE
Beata te… Fai tante foto, mi raccomando.

VFC (Bonnie)
Temo che non avrò molto tempo per visitare la città. A meno che non mi sbattano fuori al primo turno, ovviamente!

Jodie sorride.

JODIE
Andrai alla grande. Massacrali!

Bonnie apre la porta ed esce dal bagno. Il suo sorriso è forte e determinato.

BONNIE
Lo farò.

Stacco.

 

SCENA 52 (Interno, notte)

Inquadratura della Tour Eiffel in notturna.

Stacco all’interno di una stanza d’albergo, dove vediamo Tom alla finestra che osserva la torre illuminata.

Inquadratura della porta del bagno, da cui esce Billie.

BILLIE
Aaah… Sono proprio stanca.

TOM
Ci credo. Hai corso avanti e indietro per Parigi tutto il giorno.

Billie si stende sul letto.

BILLIE
E’ una città bellissima. Ancora meglio di come l’immaginavo.

Tom sorride e guarda nuovamente fuori.

TOM
I miei ricordi qui sono troppo legati ad Aurore. Non riesco a guardare la città con i tuoi stessi occhi.

Billie lo osserva qualche secondo.

BILLIE
Sai, da quello che mi hai raccontato credo che ci siano ancora speranze, per voi. Devi solo avere pazienza.

Tom si volta verso di lei, guardandola senza capire.

BILLIE
Intendo dire che se mai quella ragazza si legherà a qualcuno, quel qualcuno sarai tu.

Tom annuisce, senza replicare.

BILLIE
Be’, io penso che cercherò di dormire. Tu che fai? Non vieni a letto?

Tom scuote la testa.

TOM
Voglio provare a scrivere. Anzi, voglio scrivere.

Guarda Billie con fermezza e lei sembra quasi commuoversi.

Stacco.

 

SCENA 53 (Interno, giorno)

Siamo nel corridoio del dormitorio di Berkeley. Stiamo seguendo Carol e Milo, che vengono squadrati con timore dagli studenti che incrociano.

Carol sta controllando un foglio che ha in mano e i numeri delle camere che oltrepassano.

CAROL
Ecco, è questa.

Si fermano di fronte alla stanza di Bonnie e Jodie.
Carol bussa alla porta.

Dopo qualche secondo Jodie viene ad aprire.

CAROL
Agente Carol Alvarez. E’ lei Bonnie D’Amico?

Jodie assume un’aria preoccupata.

JODIE
No, è la mia compagna di stanza… E’ successo qualcosa?

CAROL
Nulla di grave. Abbiamo solo bisogno di parlare con lei. Dove possiamo trovarla?

Jodie controlla l’orologio.

JODIE
Temo che dobbiate attendere una settimana. E’ partita poco fa per Roma. Deve partecipare a un torneo di scacchi…

MILO
Dannazione!

Carol cerca di mantenersi calma.

CAROL
Sa per caso se ha con sé un libro che ha acquistato recentemente su internet?

JODIE
Sì, l’ha messo in valigia… Ha detto che voleva scriverci sopra. Usarlo come diario, insomma.

Parte una musica: “For you”, Eric Bibb.

Carol guarda Milo, che appare sconfortato.

Stacco.

 

SCENA 54 (Esterno, giorno)

Inquadratura di un aereo che vola ad alta quota, sopra le nuvole.

Stacco all’interno, dove troviamo Bonnie seduta al suo posto. Sta sfogliando il libro di Tom.

Arriva alla pagina dove la signora Kaufman ha scritto la ricetta del soufflé e ha incollato la foto.

Bonnie sorride, poi tira fuori una penna e inizia a scrivere.

Stacco.

 

SCENA 55 (Interno, notte)

Inquadratura dell’albergo dove alloggiano Tom e Billie.

Stacco all’interno.

Primo piano di Billie, profondamente addormentata.

La MdP si sposta poi su Tom, che invece sta scrivendo alacremente al computer.

Vediamo un dettaglio della schermata: in basso, l’indicatore di word segnala ‘Pagina: 20 di 20’.

Primo piano di Tom.

Stacco.

 

SCENA 56 (Esterno, giorno)

Vediamo un’auto della polizia accostare di fronte a casa di Milo.
Alla guida c’è Carol.

Dopo qualche secondo Milo scende dall’auto e si incammina lungo il vialetto che conduce alla porta d’ingresso.

La sua espressione è abbacchiata, ma si volta lo stesso a salutare con un mezzo sorriso Carol, che ricambia.

L’auto riparte e Milo entra in casa.

La musica sfuma.

Dissolvenza in nero.

 

SCENA 57 (Esterno, giorno)

Con lo schermo ancora nero sentiamo una voce all’interfono che parla.

VFC (Interfono)
Signore e signori, sono il vostro comandante. Siamo appena atterrati all’aeroporto di Fiumicino, a Roma. La temperatura esterna è di ventidue gradi.

Le immagini si aprono su Bonnie che si sveglia lentamente.
E’ ancora seduta al suo posto, sull’aereo. Si volta verso il finestrino e vediamo che il mezzo sta percorrendo la pista di atterraggio a velocità moderata.

Parte una musica: “The girl from Ipanema”, EllaFitzgerald.

VFC (Interfono)
Ci scusiamo per il leggero ritardo. Vi preghiamo di rimanere seduti con le cinture allacciate fino all’arresto completo dell’apparecchio. A nome di tutto l’equipaggio, vi auguriamo buona giornata e speriamo di rivedervi presto sulle nostre linee aeree.

Bonnie si stiracchia cercando di svegliarsi.

Uno stacco e la vediamo scendere dalla scaletta dell’aereo, oramai fermo.

Un altro stacco e rientriamo nell’aereo. La MdP ci mostra il sedile di Bonnie. Nella retina portaoggetti posta sul retro del sedile di fronte, vediamo il libro di Tom, che la ragazza ha dimenticato a bordo.

Uno steward (Kevin Corrigan) si avvicina al posto e raccoglie il volume, rigirandoselo tra le mani.

Altro stacco e vediamo Bonnie salire su un taxi all’esterno dell’aeroporto.

Inquadratura dello steward che esce dal gate fischiettando, con il libro tra le mani.

Primo piano di Bonnie, che sembra ricordarsi improvvisamente di qualcosa. Apre il suo bagaglio a mano e vi fruga dentro, senza trovare il libro.
Si rivolge allora al taxista.

BONNIE
Si fermi, per favore. Può tornare indietro?

Torniamo all’aeroporto, dove vediamo lo steward davanti allo sportello dell’ufficio oggetti smarriti.
Sta parlando con l’impiegata che si trova oltre lo sportello.

STEWARD
Non c’è Francesca?

IMPIEGATA
E’ in pausa caffè.

Indica con il mento un bar poco distante, che lo steward osserva per un secondo.

STEWARD
Ok, grazie. La raggiungo.

Si dirige quindi verso il bar, dove trova una bella ragazza (Chiara Gensini) davanti al bancone, intenta a mescolare un cappuccino.

Lo steward la affianca e posa il libro sul bancone.

STEWARD.
Ciao Francesca.

La ragazza si volta verso di lui.

FRANCESCA
Ciao Mike. Sei arrivato adesso?

MIKE
Sì, con il volo da San Francisco. Ti ho cercato allo sportello, ma la tua collega mi ha detto che eri qui.

FRANCESCA
Oh, sì… Sono in pausa. Ti fermi molto?

MIKE
Riparto domani. Infatti ti cercavo per questo. Se sei libera, questa sera potremmo uscire a mangiare qualcosa insieme, che ne dici?

La ragazza sorseggia il cappuccino.

FRANCESCA
Perché no?

Mike sorride.

MIKE
Splendido! Conosco una piccola trattoria vicino a Campo de’ Fiori che fa degli antipasti deliziosi…

FRANCESCA
Mi sembra un’ottima idea.

Lei finisce il cappuccino e lui si fa avanti in direzione della cassa.

MIKE
Il cappuccino te lo offro io.

FRANCESCA
Ma no, dai… Non è il caso.

MIKE
Insisto…

La MdP si disinteressa dei due che ormai si sono allontanati, per concentrarsi invece sul libro che è rimasto sul bancone.

Uno stacco e vediamo Bonnie arrivare di corsa allo sportello dell’ufficio oggetti smarriti. Si rivolge all’impiegata con fare concitato.

BONNIE
Ho perso un libro. Ero sul volo proveniente da San Francisco delle 10,30.

IMPIEGATA
Mi dispiace, signorina, ma non ci hanno portato nessun libro.

BONNIE
Siete sicuri? Era un libro molto importante per me. Conteneva anche una foto e…

L’impiegata passa un foglio alla ragazza attraverso lo sportello.

IMPIEGATA
Riempia questo modulo descrivendo con la maggior precisione possibile l’oggetto smarrito e se qualcuno ce lo porterà, le telefoneremo immediatamente.

La ragazza sospira.

BONNIE
D’accordo…

Prende il modulo e si fa da parte per compilarlo, con aria scettica.

La MdP si sposta quindi a inquadrare un uomo (Ivano Marescotti) con un trolley.

Si sta dirigendo verso il bar.

Arriva al bancone e attira l’attenzione del barista.

UOMO
Potrei avere un tramezzino e una bottiglietta d’acqua, per cortesia?

BARISTA
Certo, arrivano subito.

L’uomo si accorge del libro sul bancone e lo prende in mano. Non c’è nessuno, vicino. Si rivolge quindi al barista quando questo torna con l’ordinazione.

UOMO
E’ vostro, questo?

BARISTA
No, deve averlo dimenticato qualcuno… Se vuole c’è l’ufficio oggetti smarriti, qui di fronte. Può portarlo lì.

L’uomo si volta verso l’ufficio, dove vediamo Bonnie intenta a compilare il modulo. Poi prende su tramezzino e bottiglietta d’acqua.

UOMO
Lo farò appena finito di mangiare.

BARISTA
Grazie mille.

L’uomo si siede a un tavolino e inizia a mangiare. Intanto sfoglia il libro, fino ad arrivare al punto in cui iniziano le pagine bianche. Vediamo la ricetta del soufflé l cioccolato, poi la foto della signora Kaufman e poi un paio di pagine scritte a mano in grafia femminile.

L’uomo legge tutto, terminando il suo tramezzino.

Si volta quindi verso l’ufficio postale. Bonnie non c’è più.

L’uomo sembra riflettere un po’, poi mette il libro nella valigia e si alza.

La musica finisce.

Stacco.

 

SCENA 58 (Interno, giorno)

Siamo in un ambulatorio medico. Tom e Billie sono seduti di fronte a un dottore sui 45 anni (Mathieu Kassovitz), il quale sta esaminando delle cartelle cliniche.

TOM
Allora, dottor Hinault?

DOTTOR HINAULT
Allora abbiamo fatto bene a ripetere gli esami. Quelle analisi eseguite nell’ambulatorio di un albergo esotico non mi convincevano e dovete ammettere che questa storia della ‘ragazza di carta’ non poteva assolutamente stare in piedi.

BILLIE
Cos’avete scoperto?

DOTTOR HINAULT
Le sue ripetute sincopi non potevano che essere legate a una diminuzione del flusso ematico cerebrale e avere quindi origine da un’anomalia cardiaca o vascolare. Le analisi del sangue hanno confermato la diminuzione del tasso di piastrine, il che spiega l’anemia. Quanto all’elettrocardiogramma, ha rilevato la presenza di mixomi cardiaci.

BILLIE
Mixomi?

DOTTOR HINAULT
Sono tumori che si annidano nel cuore.

Prende un telecomando e lo punta verso uno schermo installato sul muro, su cui appaiono delle immagini simili a lastre.

DOTTOR HINAULT
Il primo tumore si trova nell’atrio destro. Ha forma tipica, con un peduncolo corto di consistenza gelatinosa. A prima vista mi sembra relativamente benigno.

Tom e Billie si guardano preoccupati.

DOTTOR HINAULT
Il secondo tumore mi preoccupa di più. Ha dimensioni insolite, di circa dieci centimetri ed è di natura dura, fibrosa e filamentosa. E’ incuneato all’altezza della valvola mitrale, nella parte sinistra del cuore, e questo spiega il respiro affannoso, il pallore e le sincopi. L’organismo non è abbastanza irrorato dal sangue.

Billie prende un profondo respiro.

BILLIE
Io… morirò, vero?

DOTTOR HINAULT
Viste le dimensioni del mixoma, se non lo asportiamo subito corre effettivamente il forte rischio di embolia arteriosa e morte improvvisa.

Il dottore spegne lo schermo e si piega in avanti, verso Tom e Billie.

DOTTOR HINAULT
Si tratta di un intervento chirurgico a cuore aperto. E’ chiaro che ci sono dei rischi, ma allo stato attuale il pericolo più grande sarebbe non intervenire.

BILLIE
Quando mi può operare?

DOTTOR HINAULT
La prima data libera sarebbe tra due mesi, ma credo di poter fare un’eccezione e fissare l’intervento tra quindici giorni.

Billie si volta verso Tom, che annuisce e con un sorriso cerca di confortarla.

BILLIE
Faccia quello che deve fare, dottore. La ringrazio infinitamente.

Primo piano del dottore.

Stacco.

 

SCENA 59 (Esterno, giorno)

Parte una musica: “The nearness of you”, Norah Jones.

Siamo in Piazza di Spagna, a Roma, con il suo via vai di turisti.

La MdP si sposta a inquadrare l’uomo che all’aeroporto si era portato via il libro di Tom. E’ seduto in un angolo della piazza e sta dipingendo un quadro. Un’opera di pregevole fattura, ormai terminata.

Uno stacco e vediamo il pittore in piedi, intento a rimirare il quadro che ha dipinto. Si china quindi a raccogliere le sue cose, avvolge il quadro in una tela cerata e si dirige verso la sala da tè Babington’s, ai piedi della scalinata della piazza.

Il pittore si siede a un tavolino in fondo alla sala, una stanza elegante e raffinata, con un arredo del diciannovesimo secolo. Sui muri rivestiti di boiserie, mensole di legno scuro accolgono decine di libri e una collezione di antiche teiere.

L’uomo tira fuori il libro di Tom dalla valigetta e lo apre sulla prima pagina bianca disponibile. Poi prende un carboncino e inizia a disegnare.

Pochi rapidi schizzi e sulla pagina ritroviamo uno splendido ritratto di donna. Il pittore lo rimira per qualche secondo, poi con il carboncino scrive una dedica in fondo alla pagina: “Alla mia amata Stella, ovunque tu sia.”

Si alza quindi in piedi e ripone il libro su una mensola, dopodiché si rimette a sedere. Estrae dalla tasca un blackberry, si collega a internet e vediamo che digita la parola ‘bookcrossing’ nel motore di ricerca.

Dissolvenza incrociata.

 

SCENA 60 (Interno, notte)

La musica continua dalla scena precedente.

Vediamo diverse scene che si susseguono sotto le note della canzone:
– Tom che scrive al computer, di notte, mentre sullo sfondo Billie dorme beatamente sul letto.
– Tom che osserva dalla finestra il sorgere del sole.
– Tom che esce dall’edificio (sembra un appartamento e non più un albergo) e beve un caffè in un bistrot.
– Tom che esce da una panetteria con una baguette sottobraccio e un sacchetto in mano.
– Tom che sveglia Billie porgendole una brioche; lei sorride.
– Tom di nuovo al computer, mentre Billie legge un libro.
– Tom steso sul letto a sonnecchiare, mentre Billie ripone il libro e si mette ad ascoltare musica con l’iPod.
– Tom e Billie che guardano un film al cinema.
– Billie che cerca di preparare delle crepes, con scarsi risultati, sotto lo sguardo divertito di Tom.
– Tom e Billie seduti sul divano a parlare, con un bicchiere di vino in mano.
– Tom che scrive al computer, di notte, mentre sullo sfondo Billie dorme beatamente sul letto.

La musica sfuma.

Dissolvenza in nero.

 

SCENA 61 (Interno, giorno)

Quando compaiono le immagini vediamo dall’esterno la casa di Milo.

Stacco all’interno, dove ritroviamo una scena già vista, con Milo intento a cucinare e Carol seduta al computer a fare ricerche.

MILO
Ancora niente?

CAROL
Sto guardando.

MILO
Dopo che quella ragazza ha risposto alla mia mail dicendo che ha perso il libro all’aeroporto, io ho smarrito ogni speranza. Potrebbe averlo chiunque.

CAROL
E’ vero, ma sono certa che in un modo o nell’altro salterà fuori.

Milo emette un suono accompagnato da un’espressione poco convinta e termina la preparazione dei sandwich. Ne porta uno a Carol.

CAROL
Non sai preparare altro che panini?

MILO
Per la cucina più raffinata ci sono i ristoranti. Io mi dedico alle cose semplici.

Carol leva gli occhi al cielo, ma non replica. Torna quindi a concentrarsi sul computer, mentre dà un morso al suo panino.

MILO
Su che settore ti sei lanciata?

CAROL
Sui siti di bookcrossing. Quelli di vendite online li ho spulciati uno ad uno e non ho trovato nulla.

MILO
Aspetta, cos’è il bookcrossing?

CAROL
E’ una pratica piuttosto diffusa. C’è gente che dopo aver comprato un libro e averlo letto preferisce abbandonarlo in un luogo pubblico invece di conservarlo.

MILO
E perché mai dovrebbe?

CAROL
Perché anche altri possano leggerlo.

MILO
E ci sono siti che incoraggiano questa pratica?

CAROL
Sono siti su cui gli utenti segnalano dove hanno lasciato i loro libri.

MILO
Nessuno lascerebbe in un luogo pubblico un libro da venti dollari.

CAROL
Dimentichi che è stampato male. Non ne vale tanti.

MILO
A maggior ragione… Chi lo lascerebbe in giro perché qualcun altro lo legga? La metà delle pagine sono bianche.

CAROL
Evidentemente qualcuno c’è. Guarda tu stesso.

Carol mostra lo schermo a Milo, che spalanca la bocca.

MILO
Che mi venga un colpo.

CAROL
E’ stato lasciato a Roma dieci giorni fa, alla sala da tè Babington’s, in Piazza di Spagna.

Milo è senza parole.

CAROL
Allora, che si fa? Partiamo per l’Italia?

Primo piano di Carol, sorridente.

Stacco.

 

SCENA 62 (Esterno, giorno)

Dettaglio di una macchina fotografica che scatta una foto.

L’inquadratura si allarga: siamo in Piazza di Spagna e la foto è stata scattata da una turista giapponese (Kiko Mizuhara) che ora rimira nel display l’immagine immortalata.

La ragazza sorride, poi si incammina attraversando la piazza. Si guarda intorno ammirata, dopodiché viene attirata dall’elegante facciata della sala da tè Babington’s.

Con espressione assorta, la ragazza decide di entrare nel locale.

Stacco.

 

SCENA 63 (Esterno, giorno)

Siamo all’aeroporto. Vediamo un aereo fermo in pista, al quale stanno avvicinando le scalette per far scendere i passeggeri.

VFC (Milo)
Allora, quando cazzo di decidono ad aprire il portellone?

Stacco all’interno, dove vediamo Milo in piedi nel corridoio centrale dell’aereo. Sta battendo i piedi per l’impazienza. Dietro di lui c’è Carol, che però cerca di mantenersi più calma.

MILO
Sono sicuro che non troveremo mai quel libro. Abbiamo fatto tutto questo viaggio per niente e per giunta sto morendo di fame. Hai visto che cosa ci hanno servito da mangiare? Con quel che costa il biglietto!

CAROL
E piantala con queste lagne. Non ne posso più di sentirti lamentare per ogni sciocchezza.

Un mormorio di approvazione percorre la fila.

Finalmente il portellone si apre, permettendo ai passeggeri di sbarcare.

MILO
Era ora, cazzo!

Stacco.

 

SCENA 64 (Interno, giorno)

Siamo da Babington’s.

La turista giapponese è seduta a un tavolino e sta mangiando un muffin con panna montata, con una tazza di tè fumante davanti.

Controlla il cellulare. Nessun messaggio.

Riprende quindi a mangiare.

Stacco.

 

SCENA 65 (Esterno, giorno)

Siamo all’esterno dell’aeroporto. Milo sta cercando invano di fermare un taxi.

Carol, dietro di lui, decide quindi di agire. Tira fuori il distintivo, si sporge oltre il bordo della strada e con autorità alza una mano a fermare il primo taxi che sopraggiunge.

CAROL
Polizia americana! Ferma! E’ una questione di Stato!

Il mezzo inchioda a pochi metri da lei. Carol si gira verso Milo, che la guarda allibito.

CAROL
Allora, ti muovi?

Stacco.

 

SCENA 66 (Interno, giorno)

La ragazza giapponese ha terminato di mangiare e di bere, così si alza dal tavolino.

Incuriosita dalle mensole piene di libri, si mette a osservare i titoli. La MdP ci mostra in dettaglio gli autori: Jane Austen, Mary Shelley, John Keats… e Tom Boyd.

La ragazza si acciglia, perplessa.

Prende il libro di Tom e lo apre. Sulla seconda di copertina c’è un post-it rosso, con su scritto “Bookcrossing – Free book”.

La ragazza sfoglia il libro, fino ad arrivare alle pagine bianche. Guarda le annotazioni dei proprietari precedenti, con meraviglia. Sembra affascinata particolarmente dal disegno del pittore.

Si guarda un po’ intorno, poi stacca il post-it, lo posa sul tavolo e ripone il libro nella borsa.

Si avvia quindi verso l’uscita.

Stacco.

 

SCENA 67 (Esterno, giorno)

Milo e Carol arrivano di corsa in Piazza di Spagna e si fiondano all’interno della sala da tè.

Milo si guarda intorno.

MILO
Dov’è? Qui ci sono un sacco di libri…

CAROL
Sul sito c’era scritto che è stato messo vicino a un libro di John Keats.

Carol e Milo si dividono, iniziando a esaminare le varie mensole sotto lo sguardo stupito di clienti e camerieri.

Alla fine Carol arriva al tavolino dove poco prima era seduta la ragazza. La tazza vuota e il piattino con le briciole del muffin devono ancora essere sparecchiati.

Carol trova il libro di Keats, ma non c’è l’ombra del libro di Tom.

Milo la raggiunge e raccoglie il post-it lasciato dalla ragazza sul tavolo. Lo legge e lo porge a Carol.

MILO
Siamo arrivati con cinque minuti di ritardo.

Primo piano di Carol, sconfortata.

Dissolvenza in nero.

 

SCENA 68 (Interno, sera)

Con lo schermo ancora nero parte una musica: “Je ne connais que toi”, Mia Martini e Charles Aznavour.

Le immagini compaiono e ci ritroviamo a Parigi, nell’appartamento di Tom e Billie.

I due stanno cenando.

TOM
Sei preoccupata?

BILLIE
Per cosa?

TOM
Per l’intervento di domani.

BILLIE
Ho fiducia in quel dottore. Mi è sembrato uno che sa il fatto suo.

Tom annuisce.

TOM
Anche a me, sì.

BILLIE
E tu, sei preoccupato?

TOM
Un po’. E’ che non so che fine ha fatto quel libro. Se dovesse finire distrutto, per qualche motivo…

BILLIE
Non succederà.

TOM
Sto scrivendo più veloce che posso. Non ho mai scritto tanto in fretta in vita mia, ma ho paura che non sia abbastanza.

BILLIE
Stai facendo un ottimo lavoro. Sono certa che riuscirai a concludere il libro.

Tom abbassa lo sguardo.

BILLIE
Ora che c’è?

TOM
Niente.

BILLIE
Avanti, cos’è quella faccia?

Tom non risponde.

BILLIE
Tom, avanti. E’ da stamattina che ti sei alzato con la luna storta. Che ti prende?

Tom alza lo sguardo, ma evita il contatto visivo con Billie.

TOM
Credo… che mi dispiacerà lasciarti andar via.

Billie lo guarda con un’espressione curiosa.

TOM
Mi sono affezionato a te.

BILLIE
Ti sei… affezionato a me?

Tom rimescola il cibo nel piatto.

TOM
No, non è corretto.

Tom fissa Billie negli occhi. Sembra aver trovato maggior sicurezza.

TOM
Mi sono innamorato di te.

Espressione stupita da parte di Billie.

Stacco.

 

SCENA 69 (Esterno, sera)

Siamo in Piazza Navona.
La MdP si sposta a inquadrare un ristorante all’aperto, dove sono seduti Milo e Carol. Anche loro stanno mangiando.

Vicino al loro tavolo c’è una coppia di turisti, la cui figlioletta di cinque anni sorride e strizza l’occhio in direzione di Carol, che ricambia.

Milo sorride.

MILO
Simpatica, vero?

CAROL
Sì, è divertente.

Milo distoglie lo sguardo verso il centro della piazza.

MILO
Tu non desideri figli, Carol?

Lei si mette subito sulla difensiva.

CAROL
Perché me lo domandi?

MILO
Perché credo saresti un’ottima madre.

CAROL
Oh, piantala di dire cazzate!

Il suo tono è abbastanza duro e Milo sembra risentirsi.

MILO
Perché reagisci così?

CAROL
Perché ti conosco e sono sicura che è una delle cose che racconti alle ragazze per incantarle. Ma io non sono come le altre.

MILO
Sei ingiusta. Posso sapere cosa ti ho fatto perché mi tratti con questa durezza?

CAROL
Tu non mi conosci, Milo. Non sai niente della mia vita intima.

MILO
E allora raccontamela, per la miseria. Qual è il segreto che ti rode?

Carol sembra soppesarlo con aria pensierosa. Dopo qualche secondo decide di parlare.

CAROL
Sono stata incinta, in passato.

Lui spalanca gli occhi per la sorpresa.

Lei, all’improvviso, tira fuori il suo biglietto aereo dalla borsa e lo posa sul tavolo.

CAROL
Vuoi sapere? Benissimo. Se proprio lo desideri, ti svelerò tutto. Ti svelerò il mio segreto, ma dopo non voglio che tu dica una parola o faccia un solo commento. Quando avrò finito, mi alzerò e prenderò un taxi per l’aeroporto. Tornerò a Los Angeles e tu aspetterai almeno una settimana prima di telefonarmi o cercare di rivedermi. O così, o niente.

Milo la osserva per un istante, poi annuisce.

MILO
D’accordo, come vuoi tu.

Carol rimane in silenzio ancora un po’, poi inizia a raccontare.

CAROL
La prima volta che lo fece, era la sera del mio compleanno. Avevo undici anni.

Stacco.

 

SCENA 70 (Interno, sera)

Primo piano di Billie.

BILLIE
Tu… ti sei innamorato di me?

TOM
Lascia stare, è stupido.

Billie sembra non saper cosa dire.

Tom mantiene lo sguardo basso.

TOM
Tu non appartieni a questo mondo e io devo fare il possibile per riportarti da dove vieni. Ma devo confessarlo: ogni parola che scrivo su te e Jack è una stilettata. Sto cercando di migliorarlo, di renderlo meno stronzo pagina dopo pagina, ma… lo odio.

Tom alza lo sguardo su Billie.

TOM
E’ assurdo, ma sono geloso di una mia stessa creazione. Tutto è assurdo, in questa storia…

Billie si alza e con fare deciso si avvicina a Tom, aggirando il tavolo. Si china su di lui e lo bacia.

Lui rimane sorpreso per qualche istante, poi si alza in piedi continuando a baciare la ragazza con trasporto crescente.
Lei gli cinge il collo con le braccia.

Senza staccare e loro labbra, i due camminano fino alla camera da letto e si lasciano cadere sul materasso.
Billie incrocia le gambe dietro la schiena di Tom, che inizia a baciarla sul collo.

Lei geme di piacere.

Stacco.

 

SCENA 71 (Esterno, sera)

Siamo di nuovo in Piazza Navona. Milo sta ascoltando il racconto di Carol.

CAROL
Mi ripeteva sempre di non dirlo alla mamma… Come se lei non lo sapesse. Non hai idea del senso di colpa che provavo, della voglia di gettarmi sotto un autobus quando veniva la sera e del dolore che ho provato quando ho dovuto abortire, a quattordici anni. Mi ha lasciata straziata, con un vuoto dentro e una ferita che non si è mai rimarginata.

Milo tiene lo sguardo basso.

CAROL
In quegli anni fu Tom ad aiutarmi. Rimasi attaccata alla vita solo grazie all’universo magico che inventava per me giorno per giorno. Questo è il motivo per cui sono legata a lui. Queste sono le ragioni per cui provo disgusto nei confronti della maggior parte degli uomini… e non sopporto il contatto con loro.

Milo annuisce, comprensivo.

Carol rimane in silenzio. Il suo racconto è finito.

MILO
Quando è finito tutto questo?

Carol esita a rispondere. Gira la testa verso il centro della piazza e beve un sorso d’acqua.

CAROL
Questa è l’altra parte della storia, Milo, ma non sono sicura che mi appartenga.

MILO
E a chi appartiene, allora?

Carol guarda Milo negli occhi.

CAROL
A Tom.

E come aveva promesso, Carol si alza e se ne va.

La musica finisce.

Stacco.

 

SCENA 72 (Interno, sera)

Siamo di nuovo a Parigi.
Vediamo Tom e Billie abbracciati nel letto, coperti dal lenzuolo.

I due rimangono in silenzio per un po’, poi Billie alza la testa per guardare Tom in volto.

BILLIE
Vorrei che mi confidassi una cosa.

Tom la guarda con aria curiosa.

TOM
Credo sia la sera giusta… Cosa vuoi sapere?

BILLIE
Quel bossolo che ho trovato nel tuo portafoglio… Chi hai ucciso?

Il silenzio di Tom è interminabile, tanto che sembra non aver intenzione di ripondere. Poi decide di parlare.

TOM
Il padre di Carol. Era la sera in cui assolsero i quattro poliziotti che torturarono con i manganelli elettrici Rodney King, un ragazzo di colore colpevole di essere stato fermato per eccesso di velocità. Nel nostro quartiere, abitato in prevalenza da famiglie nere, scoppiarono tumulti, saccheggi, incendi… Così presi quella decisione: raccolsi tutti i miei risparmi e comprai una pistola da Marcus Blink, un teppistello di quartiere che spacciava ogni genere di merce illegale, poi corsi al negozio del signor Alvarez e lo freddai con un unico colpo alla testa. Non dissi una parola… Gettai la pistola in un bidone della spazzatura e conservai il bossolo per autodenunciarmi nel caso un innocente fosse accusato al mio posto.

Torna il silenzio.

Dopo qualche secondo è Billie a romperlo.

BILLIE
Che cosa successe dopo?

TOM
Le sommosse avevano provocato una cinquantina di morti e molte migliaia di feriti. Nelle settimane che seguirono, in città si procedette a migliaia di arresti, ma nessun individuo specifico fu accusato di aver ucciso Cruz Alvarez.

BILLIE
Carol lo sa?

TOM
Non gliel’ho mai detto, ma credo che in cuor suo sappia che sono stato io.

Altri diversi secondi di silenzio.

Billie bacia Tom sul collo.

BILLIE
Dormiamo, adesso.

Billie appoggia la testa sul petto di Tom e chiude gli occhi.
Lui invece rimane sveglio, fissando il vuoto.

Dissolvenza in nero.

 

SCENA 73 (Interno, giorno)

Con lo schermo ancora nero sentiamo una musica: “Blues Nightmare”, Duke Robillard.

Quando compaiono le immagini ci troviamo in una camera d’albergo.
Dentro c’è la turista giapponese che ha prelevato il libro dalla sala da tè.

Sta proprio lavorando sul libro, incollando su alcune delle pagine bianche delle foto che la ritraggono a Roma insieme a un ragazzo (Travis Caldwell).

I due sono spesso abbracciati o nell’atto di baciarsi.

Uno stacco e ritroviamo la ragazza per strada. Esce da un tabacchi con una busta gialla in mano, di quelle imbottite, e vi mette dentro il libro.

Entra poi in un ufficio postale e scrive con una penna l’indirizzo del destinatario: “James Perkins, 5th Avenue, New York”.

Poi si mette in fila per spedire il pacco.

Stacco.

 

SCENA 74 (Interno, giorno)

La musica continua dalla scena precedente.

Siamo nella sala d’aspetto di una clinica privata.

C’è solo Tom, che sta scrivendo al computer, posato sulle ginocchia.

Dopo qualche secondo da una porta esce il dottor Hinault, che si fa incontro allo scrittore.

Questi posa il computer sulla seggiola vicina e si alza in piedi.

TOM
Allora, dottore?

DOTTOR HINAULT
L’operazione è perfettamente riuscita. Abbiamo asportato il mixoma.

TOM
E Billie?

DOTTOR HINAULT
E’ sana e salva. Ci metterà qualche giorno per rimettersi in sesto, ma non è più in pericolo di vita.

Tom sorride.

TOM
La ringrazio infinitamente, dottore. Posso vederla?

DOTTOR HINAULT
E’ ancora sotto anestesia. Meglio aspettare un paio d’ore.

Tom guarda riconoscente il dottore, che fa un cenno di saluto e si allontana.

Sotto le note della musica vediamo diverse scene che si susseguono:
– Tom che riprende a scrivere in sala d’aspetto.
– Un’infermiera che viene a chiamarlo.
– Tom che entra nella stanza dov’è ricoverata Billie, ancora attaccata al respiratore automatico.
– Tom che la osserva commosso, mentre lei sorride.
– Billie che viene dimessa e Tom che la riaccompagna nell’appartamento.
– Tom che cucina mentre Billie resta sdraiata sul letto a leggere.
– Tom e Billie seduti al tavolo a mangiare e a ridere.
– Billie che dorme e Tom che scrive al computer, di notte.

Dissolvenza incrociata.

 

SCENA 75 (Interno, giorno)

Inquadratura di New York dall’alto.

Stacco all’interno di un appartamento, dove troviamo James Perkins, il giovane visto sulle foto della ragazza giapponese.
Si sta vestendo con giacca e cravatta.

Uno stacco e lo vediamo scendere in strada. Controlla la buchetta della posta e vi trova dentro il pacco speditogli dall’Italia. Alza un sopracciglio e lo porta con sé in macchina.

Prima di mettere in moto, apre il pacco e trova il libro di Tom. Inizia a sfogliarlo, arrivando rapidamente alla parte con le pagine bianche. Guarda distrattamente le annotazioni, la foto della signora Kaufman e il disegno del pittore italiano, poi si sofferma qualche secondo sulle fotografie che lo ritraggono insieme alla ragazza asiatica.

Sorride, scuote la testa e poi getta il libro nei sedili posteriori del’auto.

Mette in moto la macchina e parte.

La musica finisce.

Uno stacco e ritroviamo James mentre entra in una piccola libreria che appare specializzata nella vendita di libri antichi.
La campanella attira dal retro del negozio il proprietario (Art Evans).

JAMES
Buongiorno.

LIBRAIO
Buongiorno. In cosa posso servirla?

James posa sul bancone il libro di Tom Boyd.

JAMES
Le interessa?

L’uomo inforca gli occhiali e inizia a esaminare il romanzo. Non sembra molto colpito, anzi.
Poi però sembra cambiare idea.

LIBRAIO
Le offro novanta dollari.

JAMES
Scherza? Con quel difetto di stampa e tutte quelle stronzate annotate in fondo, è un esemplare unico. Potrei ricavare il triplo di quella somma, vendendolo su internet.

LIBRAIO
E allora lo venda su internet. Io posso arrivare a centocinquanta dollari. Prendere o lasciare.

Il ragazzo sembra pensarci un po’ su, poi si stringe nelle spalle.

JAMES
Affare fatto.

Uno stacco e vediamo il giovane uscire dal negozio contando i suoi soldi.

Il libraio inizia invece a scartabellare in un cassetto pieno di articoli di giornale. Dopo un po’ riesce a trovare quello che cercava e lo alza all’altezza degli occhi per leggerlo.

La MdP lo inquadra e vediamo il titolo. Il sottotitolo ce lo traduce: “Centomila copie della Trilogia degli Angeli mandate al macero”

Primo piano del libraio, che sorride.

Stacco.

 

SCENA 76 (Interno, giorno)

Siamo in un grande ufficio con alle spalle una vetrata da cui si può scorgere l’Empire State Building, segno che siamo sempre a New York.

Milo è seduto di fronte a un uomo (Dominique Pinon) che lo osserva da dietro la scrivania.

Milo sembra stia cercando di trattenere la rabbia.

MILO
Signor Dunning… Quello che le sto chiedendo è un solo altro mese. Le posso assicurare che Tom sta scrivendo il libro e che sta procedendo a ritmo serrato.

L’uomo si sporge in avanti.

DUNNING
Milo, ho già sentito almeno altre dieci volte queste parole, nel corso dell’ultimo anno e mezzo. Credo sia giunto il momento per tutti di accettare la realtà. Tom Boyd non scriverà mai il capitolo conclusivo della trilogia.

Milo prende un lungo respiro.

MILO
Non sto prendendo tempo, signor Dunning. Questa volta è vero. Tom sta scrivendo e ha già superato la metà del romanzo.

DUNNING
Vorrei tanto crederti, Milo, ma…

MILO
…ma la penale derivante dal contratto le fa parecchio gola, vero?

Dunning sembra colpito.

DUNNING
Questo non c’entra nulla.

MILO
Sono lieto di sentirlo, perché sarebbe un peccato che noi fossimo costretti a pagare ora questa penale per poi vendere il capitolo conclusivo, diciamo fra un paio di mesi, a un’altra casa editrice. Il nostro percorso insieme, fino a qui, era stato molto fruttuoso.

DUNNING
Questa suona tanto come una minaccia…

MILO
Non lo è. Però capirà, signor Dunning, che una simile mancanza di fiducia, in questa circostanza, non potrà che ripercuotersi sui nostri rapporti futuri. Vede, per me è un piacere vedere Tom di nuovo al lavoro e sarò il primo a festeggiare con lui il giorno in cui scriverà la parola ‘fine’ in fondo al capolavoro che sta partorendo, ma se lei non vuole più far parte della nostra allegra combriccola, dovremo farcene una ragione.

Il signor Dunning rimane in silenzio, fissando Milo con sguardo indagatore. Poi si china ulteriormente in avanti.

DUNNING
Non mi stai mentendo, Milo? Tom Boyd sta davvero scrivendo l’ultimo capitolo della Trilogia degli Angeli?

MILO
E’ un treno in corsa, signore. Nessuno lo potrà fermare, ormai.

Dunning si appoggia allo schienale della poltrona.

DUNNING
Altri due mesi, Milo, non uno di più.

Un largo sorriso appare sul volto di Milo.

MILO
Ne basterà uno, vedrà.

Stacco.

 

SCENA 77 (Esterno, giorno)

Vediamo Milo uscire dal grattacielo in cui ha sede la casa editrice. Si vede benissimo che è raggiante.

Si incammina lungo il marciapiede e tira fuori il cellulare. Compone un numero.

VFC (Carol)
Pronto?

MILO
Pronto, Carol? Ho ottime notizie. La Doubleday ci ha accordato altri due mesi.

VFC (Carol)
Splendido! Hai già chiamato Tom?

MILO
Non ancora. A quest’ora è notte, in Francia.

VFC (Carol)
Mandagli un SMS. Tanto sarà sveglio a scrivere…

MILO
D’accordo.

Una piccola pausa.

MILO
Tu come stai? Non ci siamo più visti, dopo… Roma.

VFC (Carol)
Vuoi la verità? Mi sento meglio. Forse parlartene non è stato un così grande err…

MILO
Che il cielo mi fulmini!

Milo si è fermato di fronte alla libreria dove James ha venduto il libro di Tom.

VFC (Carol)
Che succede?

Vediamo che in vetrina c’è il secondo volume della Trilogia degli Angeli, edizione deluxe, che tanto hanno cercato. Il prezzo, ben esposto, è 6000 $.

MILO
Hai seimila dollari da parte, Carol?

VFC (Carol)
Cosa? Seimila dollari, ma sei impazzito?

Primo piano di Milo, incredulo ma sorridente.

MILO
Cazzo, che giornata. Dovrei comprare un biglietto della lotteria.

Stacco.

 

SCENA 78 (Interno, giorno)

Siamo nell’appartamento di Tom e Billie, a Parigi.

Tom è seduto alla scrivania a scrivere, mentre Billie è in accappatoio e si sta asciugando i capelli con un asciugamano.

Sentiamo bussare alla porta.

Billie si volta interrogativamente verso Tom, che solleva le spalle e si alza per andare ad aprire.

Oltre la soglia ci sono Milo e Carol.

MILO
Sorpresa!

TOM
Milo! Carol! Cosa ci fate a Parigi?

Tom si fa da parte e i due entrano.

CAROL
Ciao Tom. Ciao Billie!

BILLIE
Ciao a tutti e due. Come mai da queste parti?

MILO
Abbiamo grandi notizie.

TOM
Ho ricevuto il tuo SMS. Stai tranquillo, finirò il libro entro i due mesi di proroga che ci hanno concesso.

MILO
Mi fa piacere sentirlo, ma non siamo qui per questo.

TOM
Ah no? E allora…

MILO
Abbiamo un regalo per te. Anzi, per voi…

Con un gesto teatrale tira fuori dalla borsa che porta a tracolla il libro di Tom.

Tom spalanca gli occhi per la sorpresa.

TOM
L’avete trovato!

CAROL
Milo l’ha trovato. In una libreria di Manhattan.

TOM
A Manhattan? E come ha fatto a finire lì? Le ultime tracce non vi avevano portato a Roma?

MILO
E chi lo sa? Questo libro è magico. Lo sappiamo bene ormai, no?

Strizza l’occhio in direzione di Billie, che sorride e passa un braccio sulle spalle di Tom.

BILLIE
Siete magnifici. Vi state prendendo tutti quanti cura di me…

Carol la squadra con aria indagatrice, poi sorride come se avesse capito qualcosa sul rapporto tra i due.

CAROL
Non hai più nulla da temere, adesso.

Milo si rivolge a Tom.

TOM
Già, è tutto a posto. Ora ti resta da fare una cosa sola: finire la storia per rimandare Billie nel suo mondo.

Tom annuisce, anche se la sua espressione non è delle più felici.

Milo non se ne accorge, ma Carol sì.

Dissolvenza in nero.

 

SCENA 79 (Interno, giorno)

Con lo schermo ancora nero sentiamo la voce di Tom.

VFC (Tom)
Felice San Valentino!

Le immagini si aprono su Billie che si risveglia. Siamo sempre nell’appartamento parigino e Tom è accanto a lei. Le sta porgendo il computer.

Billie si alza a sedere e si stropiccia gli occhi, cercando di capire.

BILLIE
Cos’è?

TOM
Il mio romanzo. Vorrei che scrivessi tu la parola ‘fine’.

Billie sorride.

BILLIE
Davvero? Ce l’hai fatta!

Tom annuisce.

Billie muove le dita come se stesse per fare una magia, poi con solennità digita come richiesto la parola ‘fine’.
Tom sorride soddisfatto, salva il file e chiude il laptop, posandolo sul comodino.

BILLIE
E ora?

TOM
E ora, appena invierò il libro al mio editore e qualcuno comincerà a leggerlo e a immaginare il mondo che io ho creato, tu tornerai in quel mondo, lasciandomi solo e triste…

Billie sorride.

BILLIE
Non sarai solo e triste. Anch’io ho un regalo per te.

Fruga sotto il cuscino e tira fuori un telefono, che porge a Tom.

BILLIE
Buon San Valentino anche a te.

Tom aggrotta la fronte.

TOM
Ma è il mio telefono…

Billie annuisce.

BILLIE
Te l’ho fregato ieri sera. Ho scambiato qualche SMS con Aurore e… indovina? Stasera hai un appuntamento con lei.

TOM
Che cosa?

BILLIE
Tra le righe credo di aver colto l’idea di una ‘seconda possibilità’. Secondo me è di nuovo innamorata.

Tom è perplesso.

TOM
Ma perché l’hai fatto?

BILLIE
Era il nostro patto, no? Missione compiuta per tutti e due: tu hai finito il romanzo e io ti ho riportato la donna che ami.

TOM
Sei tu la donna che amo.

Il sorriso di Billie si spegne.

BILLIE
Non complicare tutto, per favore. Il mio posto è nel mondo che hai creato per me.

TOM
Il tuo posto è qui con me.

BILLIE
E’ impossibile, Tom. Non posso vivere qui. Sono stata sul punto di morire ed è un miracolo che io sia ancora viva.

TOM
Ma adesso stai meglio.

BILLIE
La condanna è solo rinviata e lo sai benissimo. Se restassi, mi ammalerei di nuovo e stavolta non me la caverei.

TOM
Si direbbe quasi che… che ti faccia piacere lasciarmi.

BILLIE
No, non mi fa piacere. Ma sapevamo fin dall’inizio che la nostra storia non poteva essere qualcosa di concreto. Sapevamo che non avevamo futuro e che non avremmo potuto costruire niente insieme. Le nostre due realtà sono inconciliabili, Tom.

Lui distoglie lo sguardo.

TOM
Credevo che anche tu mi amassi. Che stupido.

Lei lo afferra per un braccio costringendolo a guardarla.

BILLIE
Tu non sai fino a che punto ti amo. Era tutta la vita che non mi sentivo così bene con un uomo. Non sapevo nemmeno che si potesse provare un simile sentimento per qualcuno. Non sapevo che la passione fosse compatibile con l’ammirazione, l’umorismo e la tenerezza. Sei il solo che mi ha fatto leggere dei libri, il solo che mi ascolti davvero quando parlo, il solo agli occhi del quale non mi senta troppo stupida, il solo che giudichi le mie battute non meno sexy delle mie gambe… Come fai a non rendertene conto?

Ora Billie sta piangendo e Tom non può far altro che cedere. La prende tra le braccia e la bacia, un bacio tenero e carico di sentimento.

Quando si separano, lei lo guarda severamente negli occhi.

BILLIE
Devi farmi una promessa.

TOM
Tutto quello che vuoi.

BILLIE
Promettimi di non ricadere più nel buco nero in cui eri piombato e di non abbruttirti più con i farmaci.

TOM
Ci proverò.

BILLIE
Hai ripreso in mano la tua vita, Tom. Hai ricominciato a scrivere e ad amare. Hai degli amici. Cerca di essere felice con Aurore…

Al nome della pianista Tom si alza in piedi e va verso la finestra, guardando fuori.

TOM
Questo non posso garantirtelo.

BILLIE
Vivessi anche dieci vite, non sarebbe abbastanza per ringraziarti di quello che hai fatto per me. Non so che cosa capiterà, né dove finirò, ma stai pur certo che, dovunque sarò, continuerò ad amarti.

Primo piano di Tom.

BILLIE
Lasciami partire, Tom. Spedisci quel file.

Tom chiude gli occhi.

TOM
D’accordo.

Si volta verso Billie e cerca di sorridere.

TOM
Ma prima lascia che mi faccia una doccia. Voglio che usciamo a mangiare qualcosa in un buon ristorante.

Billie annuisce.

Tom va verso il bagno e si chiude dentro. Sentiamo l’acqua della doccia scorrere.

Parte una musica: “Paradise”, Coldplay.

Primo piano di Billie, che si volta verso il computer.

Dissolvenza incrociata.

 

SCENA 80 (Interno, notte)

Siamo in un elegante appartamento newyorkese. Vediamo il signor Dunning, in pigiama, che si sta preparando per andare a dormire.

Il suo cellulare, sul comodino, lascia partire un suono e lui controlla il messaggio ricevuto.

Si tratta di una mail, di cui la MdP si premura di mostrarci il mittente: Tom Boyd.

L’uomo corre al pc, nel suo studio, e lo accende.

Uno stacco e vediamo la stampante che si mette in azione, iniziando a sfornare la prima stampa del nuovo romanzo di Tom.

Il signor Dunning si siede in poltrona e inizia a leggere.

Dissolvenza incrociata.

 

SCENA 81 (Interno, giorno)

Torniamo a Parigi. Tom esce dal bagno con un asciugamano avvolto intorno alla vita e uno in mano con cui si sta asciugando i capelli.

Sta per dire qualcosa, ma si accorge che Billie non c’è. Il letto è disfatto, ma non c’è traccia della ragazza.

Si mette a chiamarla a gran voce, anche se non lo udiamo perché la musica copre ogni suono.

Poi Tom vede il computer, acceso, aperto sulla pagina di Gmail. Clicca su “messaggi inviati” e un inquadratura di dettaglio ci mostra che il primo messaggio in alto, ossia l’ultimo inviato, è indirizzato a dunning@doubleday.com.

Primo piano di Tom, che chiude gli occhi rassegnato.

Dissolvenza incrociata.

 

SCENA 82 (Interno, sera)

Inquadratura della Tour Eiffel, che si staglia contro il tramonto alle sue spalle.

Stacco all’interno del ristorante che si trova sulla torre. In un tavolo vicino alla grande vetrata vediamo Tom e Aurore, entrambi molto eleganti.

Lei sta parlando, sorridente. Tom sta ascoltando, ma forse sta solo fingendo perché il suo pensiero sembra altrove.

Si volta infatti a guardare fuori, con lo sguardo perso all’orizzonte.

Dissolvenza incrociata.

 

SCENA 83 (Interno, giorno)

Siamo in una chiesa. L’inquadratura è su un sacerdote che sta celebrando il matrimonio di qualcuno.
I due sposi sono ripresi di spalle.

La MdP compie uno zoom in allontanamento e nell’allargarsi dell’inquadratura vediamo Tom di fianco allo sposo, in piedi e sorridente.

Il sacerdote dice qualcosa e i due sposi si girano per baciarsi. Sono Milo e Carol.

Tutti gli invitati, Tom compreso, applaudono.

La musica finisce.

Stacco.

 

SCENA 84 (Esterno, giorno)

Siamo in un verdeggiante giardino, dove è stato allestito tutto il necessario per il pranzo del matrimonio.

Tom, seduto al tavolo con gli sposi, sta ridendo con loro per una battuta che qualcuno ha detto.

A un certo punto si alza in piedi un uomo.

UOMO
Il testimone faccia un discorso! Discorso! Discorso!

Tutti i convitati si uniscono al coro.

CORO
Discorso! Discorso!

Tom esita qualche secondo, ma incoraggiato da Milo e Carol decide di alzarsi in piedi.

Si fa il silenzio.

TOM
Buongiorno a tutti. E’ un onore, per me, essere stato scelto come testimone di questo matrimonio, che si dà il caso sia quello dei miei due migliori amici e, anzi, dei miei due unici veri amici.

Tom si volta verso Carol.

TOM
Carol, noi ci conosciamo da quando eravamo bambini, insomma da sempre. La tua storia e la mia sono inestricabilmente legate e non potrei mai essere felice se sapessi che tu non lo sei.

Lei sorride e lui le strizza l’occhio. Poi Tom si rivolge a Milo.

MILO
Milo, fratello mio. Insieme abbiamo conosciuto tutto e diviso tutto, dalla nostra adolescenza difficile alla vanità del successo sociale. Insieme abbiamo commesso degli errori e vi abbiamo posto rimedio. Insieme abbiamo perduto tutto e riguadagnato tutto. Io spero che, insieme, continueremo la nostra strada.

Milo fa un cenno di assenso. Vediamo che ha gli occhi lucidi di commozione.

TOM
Di norma le parole sono il mio mestiere, ma oggi non riescono a dire quanto io sia felice di vedervi uniti. In quest’ultimo anno mi avete dimostrato entrambi fino a che punto potessi contare su di voi, anche nelle circostanze più drammatiche. Mi avete confermato che l’adagio secondo il quale l’amicizia raddoppia le gioie e dimezza le pene non è un luogo comune.

I due sposi si guardano e sorridono. Milo posa la sua mano su quella di Carol.

TOM
Dal profondo del cuore vi ringrazio e vi prometto che ci sarò a mia volta quando avrete bisogno che vi aiuti a preservare la felicità per tutta la durata della vita.

Tom alza il bicchiere per il brindisi, rivolgendosi agli invitati.

TOM
Vi auguro una magnifica giornata e vi invito a brindare agli sposi.

INVITATI IN CORO
Agli sposi!

Si sente un tintinnare di bicchieri. Tutti brindano e bevono alla salute degli sposi.

Poi Carol e Milo si alzano e prendono da parte Tom.

CAROL
Ti dobbiamo parlare.

Primo piano di Tom, perplesso.

Stacco.

 

SCENA 85 (Esterno, giorno)

I tre si rifugiano in un angolo tranquillo del giardino.

TOM
Allora? Cos’è successo? Mi devo preoccupare?

Carol scuote la testa.

CAROL
No… Dobbiamo parlarti riguardo al fatto che hai rotto con Aurore.

MILO
Di nuovo.

TOM
Ehi, vi ho già detto che non dovete preoccuparvi di questo. Sto benissimo. Sono io che non ho…

CAROL
Lo sappiamo. E sappiamo anche perché. O meglio, lo sapevo io e ho dovuto spiegarlo a Milo, che non si era accorto di niente.

Tom corruga la fronte. Non sembra capire.

CAROL
Mi sono accorta che ti eri innamorato di Billie… Così ne ho parlto con Milo e… Be’, lui ti deve dire una cosa.

Tom punta gli occhi su Milo.

MILO
Vedi Tom, il fatto è che… Billie esiste. Insomma, non è realmente Billie, ma…

TOM
Ma avete bevuto? Di cosa state parlando?

Milo sospira.

MILO
Bisogna ricondurre le cose al loro contesto. Ti ricordi in che stato eri l’estate scorsa? Eri completamente fuori di testa. Facevi una cazzata dietro l’altra, non scrivevi più e stavi precipitando in una depressione da suicidio dalla quale niente e nessuno riuscivano a tirarti fuori.

Carol esorta Milo a continuare.

MILO
Una mattina il nostro editore mi spedisce quella copia difettosa che si interrompeva nel bel mezzo della frase ‘urlò lei, cadendo’. Per tutto il giorno quella frase continuò a frullarmi in testa e ci pensavo ancora quando nel pomeriggio incontrai i produttori del film. Stavano terminando il casting del film e mi trattenni un attimo sul palcoscenico in cui facevano le audizioni per scegliere l’attrice che avrebbe interpretato la parte di Billie sullo schermo. Fu allora chi incontrai la ragazza.

TOM
Che ragazza?

MILO
Si chiamava Lilly. Era una giovane un po’ svampita che si portava dietro il suo book di casting in casting. Trovai il suo provino strabiliante, ma il responsabile del casting non le lasciò nessuna speranza. Quel cretino doveva avere le fette di salame sugli occhi per non accorgersi che quella ragazza ‘era’ Billie. Così la invitai a bere un bicchiere e lei mi raccontò la sua vita.

Milo fa una lunghissima pausa.

TOM
Milo, concludi, per la miseria.

MILO
Lilly lavorava come cameriera, ma sotto sotto sperava di fare l’attrice. Però era stanca di tutti quei provini andati male e mi ha detto che stava per abbandonare ogni speranza… Così le ho offerto quindicimila dollari.

Milo guarda Tom negli occhi.

MILO
Quindicimila dollari per interpretare il ruolo di Billie, ma non nel film. Nella tua vita.

Tom spalanca gli occhi, sbalordito.

MILO
So che ti sembrerà assurdo, ma ha funzionato. Non potevo restare con le mani in mano. Bisognava sottoporti a un elettroshock abbastanza forte da farti reagire. Era l’ultima carta che potevo giocare per tirarti fuori dal buco nero.

Tom scuote la testa, incredulo.

TOM
No, non ti credo. Non sta in piedi. A parte la somiglianza fisica, ci sono troppe prove che lei fosse Billie.

MILO
Quali?

TOM
Il tatuaggio, per esempio.

MILO
Era falso. Una scritta temporanea realizzata da un truccatore cinematografico.

TOM
Conosceva tutto della vita di Billie.

MILO
Era già informatissima per via del provino che aveva sostenuto, ma io l’ho fatta accedere ai file del tuo computer.

TOM
Erano protetti da password!

MILO
Ho dato dieci dollari a un ragazzino perché li piratasse. Non c’è niente di più facile, Tom.

Tom passeggia avanti e indietro.

TOM
Ma sei stato tu stesso a portarmi dalla psichiatra per farmi internare!

MILO
Sapevo che se il mio piano avesse funzionato, avresti avuto una reazione di rifiuto e avresti tentato di fuggire. E ho avuto ragione…

TOM
E la malattia?

MILO
Un’idea di Lilly. L’abbiamo messa a punto quando ci siamo visti in Messico.

TOM
Allora i capelli bianchi erano…

MILO
Tinti.

TOM
L’inchiostro in bocca?

MILO
Si è semplicemente versata il contenuto di una cartuccia di stilografica sotto la lingua.

TOM
E il risultato delle analisi in Messico?

MILO
Una montatura. Il dottor Philipson era a tre mesi dalla pensione e si è prestato molto volentieri al gioco, quando glielo abbiamo spiegato. Stava andando tutto alla grande, ma poi Aurore ti ha proposto di portare Billie dal dottor Hinault…

TOM
Uno come lui non può essersi prestato a un imbroglio. Quando eravamo a Parigi i risultati non erano simulati, ne sono certo.

MILO
Be’, questa è la parte più incredibile della storia. Lilly era davvero malata. Se non fosse andata da Hinault non l’avrebbe mai scoperto.

TOM
E il libro che avete cercato per settimane in giro per il mondo?

Milo si stringe nelle spalle e guarda imbarazzato Carol.

MILO
Quella è una situazione che mi è sfuggita un po’ di mano. Carol non sapeva niente e credeva fermamente a quella storia… Così non ho potuto far altro che andarle dietro mentre lei prendeva l’iniziativa.

Tom smette di passeggiare avanti e indietro e punta il dito verso Milo.

TOM
Non avevi il diritto di farlo!

MILO
Cosa? Non avevo il diritto di salvarti? Avevo il dovere di farlo. Tu avresti agito nello stesso modo, con me. Per difendere Carol hai commesso un delitto, non è così?

Tom accusa il colpo.

MILO
E’ la storia della nostra vita, Tom. Quando uno di noi ha un cedimento, gli altri due lo soccorrono con ogni mezzo. E’ per questo che siamo ancora in piedi. Tu mi hai tirato via dalla strada. Senza di te sarei ancora in prigione, anziché al fianco della donna che amo e che ho appena sposato. Senza di te Carol si sarebbe impiccata invece di pensare di mettere al mondo un figlio, come invece sta facendo.

Tom si volta verso Carol, che sorride e annuisce.

MILO
E tu? Dove saresti oggi se avessi permesso che continuassi a distruggerti? Rinchiuso in una clinica? Morto?

Tom prende un lungo respiro, guardando l’amico negli occhi. Poi china il capo, consapevole che Milo ha pienamente ragione.

TOM
Che cosa fa quella ragazza, oggi?

MILO
Lilly? Non ne so niente. Le ho dato i soldi ed è sparita.

TOM
Come si chiama di cognome?

MILO
Non  lo so. Non sono nemmeno sicuro che Lilly sia il suo vero nome.

TOM
Non hai altri indizi?

MILO
No, mi spiace. Ma sappi che se tornassi indietro lo rifarei non una, ma dieci volte.

Milo attende una reazione di Tom, che alla fine annuisce. Sembra scosso, ma non pare avercela con lui.

Interviene quindi Carol.

CAROL
Tom, io ho visto come si comportava quella ragazza con te. Ho visto come ti guardava e ti garantisco che i suoi sentimenti non erano simulati.

TOM
Però erano un tanto all’ora.

CAROL
Milo non le ha mai chiesto di andare a letto con te.

TOM
Però si è affrettata a tagliare la corda, una volta onorato il contratto.

CAROL
Mettiti un po’ al suo posto. Credi che sarebbe stato facile per lei rivelarti la verità? Probabilmente era convinta che ti fossi innamorato di un personaggio letterario, di una donna che era lei senza esserlo veramente.

L’idea sembra farsi strada nella mente di Tom.

CAROL
Devi ritrovarla, Tom. E noi ti aiuteremo. Abbiamo ritrovato un libro che ha viaggiato fino all’Europa ed è tornato in America. Riusciremo a ritrovare una ragazza come quella, no?

Alla fine Tom sorride e annuisce.

Carol prende Milo per un braccio e si rivolge a Tom.

CAROL
Ti lasciamo solo per un po’. Torna da noi quando ti sarai schiarito le idee.

Tom annuisce di nuovo, all’indirizzo dell’amica in abito da sposa.

Carol e Milo si allontanano.

La MdP rimane su Tom diversi secondi, poi si alza in volo andando a inquadrare il giardino in campo lungo.

Dissolvenza in nero.

 

SCENA 86 (Esterno, sera)

Le immagini si aprono sull’esterno di una grande libreria.

Scritta in sovrimpressione: “Un anno dopo”

La MdP si avvicina e vediamo in vetrina un gran numero di copie di un libro. Le locandine annunciano “IL NUOVO ROMANZO DI TOM BOYD – INCONTRO CON L’AUTORE”.

Il titolo del libro è “La ragazza di carta”.

Stacco all’interno della libreria.
Tom è seduto a un tavolo e sta firmando degli autografi. In fila ci sono una decina di persone. Accanto a lui è seduto Milo.

Milo guarda l’orologio.

MILO
Diavolo, sono le sette… Mi è sfuggita l’ora.

TOM
Devi andare?

MILO
Sì, ti lascio finire da solo. Ho un biberon da dare, io…

Tom sorride.

TOM
Vai, o troverai Carol ad attenderti con la pistola in mano.

Milo si alza in piedi e dà una pacca sulla spalla dell’amico.

MILO
Ti ho prenotato un taxi. Arriverà tra mezzora.

TOM
Grazie. Salutami Carol.

Milo fa un segnale di assenso e si allontana.

La MdP si concentra su Tom, davanti al quale viene posata una copia del libro, aperta sulla sconda di copertina.

Tom, senza alzare lo sguardo, prende in mano la stilografica.

TOM
Per chi è?

RAGAZZA
Per Lilly.

Tom sta per scrivere la dedica, ma poi si blocca.

RAGAZZA
Ma se preferisci Billie…

Tom solleva la testa a guardare chi si trova di fronte a lui.

E’ Billie, o Lilly. Ha i capelli tagliati più corti e leggermente più scuri, ma è lei senza dubbio.

BILLIE
Se vuoi chiamo il taxi dicendo che non ce n’è più bisogno. Te lo do io un passaggio fino a casa…

Tom sorride.

Stacco.

 

SCENA 87 (Esterno, sera)

Siamo fuori dalla libreria. Il proprietario abbassa la saracinesca mentre Tom e Billie si incamminano lungo il marciapiede.

BILLIE
Ho letto il tuo nuovo romanzo… Hai raccontato la nostra storia!

TOM
Mi sembrava un bel soggetto da raccontare.

BILLIE
E’ vero quello che hai scritto? Voglio dire… Mi hai davvero perdonata per quello che ho fatto? Per averti ingannato?

Tom si ferma e la prende per mano.

TOM
Ho scritto quelle quattrocento pagine per te. Per ritrovarti…

Bilie sorride e abbraccia Tom, baciandolo. Anche lui la cinge con le braccia e si abbandona al bacio.

Parte una musica: “Angels”, Within temptations.

Quando il bacio finisce, Billie indica qualcosa.

BILLIE
Ecco la mia macchina.

Tom si volta e parcheggiata in strada vediamo la cinquecento rosa del loro viaggio in Messico.

TOM
Ma cosa…?

BILLIE
Mi ci ero affezionata, a questa macchina.

TOM
Ma come hai fatto a ritrovarla?

Tom ci gira intorno, affascinato.

BILLIE
Sapessi! E’ una gran storia…

TOM
Be’ raccontamela.

Billie apre la portiera e sale in macchina.

BILLIE
E’ una storia lunga.

Anche Tom sale in macchina.

TOM
Ho tutto il tempo che vuoi.

I due chiudono gli sportelli e l’auto si mette in moto.

VFC (Billie)
Credevo fossi uno scrittore impegnato, adesso. Interviste, incontri con i fan, cene di gala…

VFC (Tom)
Questa sera sono libero.

L’auto parte immettendosi nel traffico.

VFC (Billie)
Ottimo. Dove andiamo?

VFC (Tom)
Dove vuoi.

L’auto si allontana, spiccando nel traffico cittadino.

VFC (Billie)
Allora ti porto a mangiare astici e frutti di mare. Conosco un ristorante formidabile in Melrose Avenue. Beninteso, sei tu che mi inviti, perché in questo momento non si può dire che io nuoti nell’oro. Ti piacciono gli astici, vero? Io li adoro, specie alla griglia. Una vera delizia. E i granchi? Anni fa, quando facevo la cameriera in un ristorante di Long Beach, servivamo il granchio ladro, che pensa, arriva a pesare fino a quindici chili. E’ capace di arrampicarsi sugli alberi per far cadere le noci di cocco e, una volta a terra, le schiaccia con le chele e si mangia l’interno. Incredibile, no? Si trova alle Maldive e alle Seychelles. Sei mai stato alle Seychelles? Io sogno di andarci. Le lagune, l’acqua turchese, le spiagge di sabbia bianca…

Dissolvenza in nero.

La musica si alza di volume.

 

Diretto da
Neil Jordan

 

Tratto dal romanzo
“La ragazza di carta”
Di Guillaume Musso

con
Adrien Brody………………………………..Tom Boyd
Sarah Roemer…………………………Billie Donnelly
Eli Roth…………………………………..Milo Ransom
Jada Pinkett Smith…………………….Carol Alvarez
Léa Seydoux……………………….Aurore Valancourt
Sarah McLeod…………………………D.ssa Schnabel
Jon Kortajarena…………………………Rafael Barros
Rade Serbedzija…………………….Dimitri Korsakov
Adam LeFevre……………………………………..John
Deborah Wakeham……………………………….Janet
Ron Perkins……………………………Dott. Philipson
Marielle Jaffe…………………………Bonnie D’Amico
Bridgit Mendler……………………………………Jodie
Hope Holiday………………………….Sig.ra Kaufman
Kevin Corrigan……………………………………..Mike
Chiara Gensini……………………………….Francesca
Ivano Marescotti……………………………..Il pittore
Mathieu Kassovitz………………………Dott. Hinault
Kiko Mizuhara…………………….Turista giapponese
Travis Caldwell…………………………James Perkins
Art Evans……………………………………….Il libraio
Dominique Pinon…………………………Sig. Dunning

 

 

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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