Dissolvenza in apertura.

EST./INT. TRA L’11a E LA 1a/TAXI – MATTINA

La scena è filmata in soggettiva. Vediamo una grande scritta. Recita:

LASCIATE OGNI SPERANZA VOI CH’ENTRATE

Le parole sono scribacchiate a lettere rosso sangue sul muro della Chemical Bank. Siamo all’interno di un taxi, che procede con lentezza nel traffico. Una scritta in basso:

APRILE 2011

La scritta è a fuoco, mentre fuori fuoco vediamo il volto di un Ragazzo: fa per guardare la scritta e proprio in quel momento sopraggiunge un autobus con una pubblicità della HP che va a coprire la scritta.

Il ragazzo, Timothy Price (Ed Westwick), 26 anni, non dice nulla, ma si rivolge al tassista.

PRICE

                   Alza il volume della radio. C’è Be My Baby sulla WYNN. Ti dò cinque dollari in più.

Il conducente, un haitiano, esegue. In sottofondo, Be My Baby delle Ronettes.

Price guarda volta lo sguardo, sembra guardarci negli occhi.

PRICE

Sono un tipo pieno di risorse. Creativo, giovane, senza scrupoli, super motivato, super qualificato. Insomma, sto dicendo che questa società non può permettersi di perdermi. Sono una risorsa, io.

Price si ferma un momento, e inizia a guardare la parola PAURA, inquadrata in soggettiva, tracciata a spray rosso sulla facciata di un McDonald’s tra la Quarta e la Settima.

Poi riprende a guardare il suo interlocutore, di cui siamo sempre in soggettiva.

PRICE

Voglio dire, il fatto è che non gliene frega un cazzo a nessuno del proprio lavoro, tutti odiano il loro lavoro, io odio il mio lavoro e tu mi hai detto che odi il tuo. Che faccio? Torno a Los Angeles? Non è un’alternativa. Non mi sono mica trasferito dalla UCLA alla Stanford per rassegnarmi a questo. Voglio dire, sono forse il solo a pensare che non stiamo facendo abbastanza soldi?

Un altro autobus con un’altra pubblicità appare in campo.

PRICE

Ho un appartamento qui, io. E una casa agli Hamptons, Cristo!

La mdp inquadra in primo piano un Ragazzo di 27 anni, capelli corti castano-biondi, occhi nocciola: Patrick Bateman (Robert Pattinson).

Patrick, come Price, indossa un abito Zegna, una camicia Ike Behar, cravatta Ralph Lauren e scarpe Fratelli Rossetti.

PATRICK

È dei tuoi, bello: è dei tuoi. Una delle poche cose che gli sono rimaste dopo che hanno perso quasi

tutto in Borsa, no?

PRICE

Gliela sto comprando.

(poi, turbato, all’autista)

Vuoi alzare questo cazzo di volume?

TAXISTA

(f. c.)

Più su non va.

Timothy lo ignora.

PRICE

Odio lamentarmi, sul serio, dell’immondizia, delle malattie, di quanto è lurida questa città, e tu e io sappiamo che è in realtà un porcile…

Timothy nel frattempo si è sfilato dal collo il suo iPod e apre quindi una valigetta diplomatica Tumi. Ripone l’iPod accanto a un lucente e nerissimo iPhone che sembra appena acquistato e tira fuori il giornale: il New York Post.

PRICE

Un’edizione qualsiasi, qualsiasi!, e vediamo un po’: modelle strangolate, neonati

scaraventati giù dai tetti, ragazzini uccisi nella metro, una manifestazione di islamici del

cazzo, un boss della mafia accoppato, nazisti…

Price sfoglia le pagine, inquadrate in dettaglio, in preda all’eccitazione.

PRICE

Giocatori di baseball con l’AIDS, un ingorgo, senzatetto, maniaci vari, froci che muoiono in strada

come mosche, uteri in affitto, la soppressione di una soap opera, ragazzini che entrano nello zoo chiuso per torturare e bruciare vivi gli animali, nazisti, la crisi, la crisi, la crisi… e la cosa da morir dal ridere è che è tutto qui, tutto in questa città, da nessun’altra parte, che palle, evvai, ecco altri nazisti, ecco un altro ingorgo, ecco altra gente che ha perso tutto per la crisi, ecco le solite parole buoniste del Presidente…

Price tace di colpo e fissa gli occhi su un mendicante all’angolo tra la Seconda e la Quinta.

PRICE

E’ il ventiquattresimo che vedo oggi. Ho tenuto il conto.

Patrick però non lo ascolta perché guarda sul giornale un articolo. Il titolo, che vediamo inquadrato, recita:

SCOMPARSE DUE PERSONE

Mentre il sommario dice:

UNICI INDIZI, UNA SCIA DI SANGUE E TRE CALICI IN FRANTUMI

E l’occhiello:

SI SOSPETTA L’OMICIDIO E LA POLIZIA PENSA CHE L’ASSASSINO ABBIA USATO UN MACHETE

Dettaglio degli occhi rapiti di Patrick a leggere il titolo sul giornale.

PRICE

Malattie! Ho letto su Internet che se puoi beccarti il virus dell’AIDS facendo sesso con qualcuno che è sieropositivo allora puoi beccarti qualsiasi altra cosa, che sia un virus oppure no: l’Alzheimer, la distrofia muscolare, l’emofilia, la leucemia, l’anoressia, il diabete, la dislessia e così via.

Cristo santo, perfino la dislessia ti puoi beccare dalla fica!

Patrick si ridesta.

PATRICK

Non ne sono sicuro, bello, ma non credo che la dislessia sia un virus.

PRICE

Mah, chi lo sa? Loro non lo sanno. Vallo a dimostrare.

Patrick di nuovo non ascolta l’amico perché guarda fuori dal taxi: di fronte a un Burger King, piccioni neri si contendono pezzi di hot dog, davanti agli sguardi di alcuni travestiti. Una vecchia barbona impugna una frusta e la schiocca contro i piccioni, che però continuano a beccare e a battersi voraci sui resti di hot dog, inquadrati in dettaglio.

PRICE

Ma poi, quando ormai sei arrivato al punto in cui la tua reazione nei confronti dei tempi che corrono equivale a una totale e acritica accettazione, e ti sembra che ogni cosa alla fine abbia un senso,

allora ecco che arriva questa cazzo di negra senzatetto fuori di testa che in effetti vuole, dico vuole, starsene per queste strade e abbiamo un sindaco che non le darà retta, un sindaco che non permetterà a quella puttana di fare a modo suo, Cristo santo, lasciamo che la cazzo di puttana crepi assiderata, che si dia da sola il colpo di grazia, cazzo, e allora eccoti ancora al punto di partenza, confuso, fottuto…

Price guarda la barbona che continua a muovere la frusta sulla strada, nell’indifferenza generale.

PRICE

E siamo a ventiquattro, no, venticinque.

(guarda Patrick)

Chi ci sarà da Evelyn? Fammi indovinare…

(alza la mano e fa la conta)

Ashley, Courtney, Muldwyn, Marina, Charles… Dico bene, finora? Forse qualcuno degli amici “artisti” di Evelyn dell’Oh mio Dio East Village. Hai presente il tipo.

(nota altri barboni)

Ventisei, ventisette…

(a denti stretti)

Me ne vado. Mollo Meredith: fa di tutto per non piacermi e io la pianto. Perché ci ho messo tanto a capire che è una stupida?

(nota altri barboni)

Ventotto, ventinove, e che cazzo, è un vero e proprio esercito.

Price si ferma, esausto, guarda i tanti cartelloni pubblicitari che sono ai lati della strada.

PRICE

Hai letto di quel concorrente di Jeopardy!? Quello che ha fatto fuori due ragazzini?

Price attende che Patrick parli, ma Patrick non dice nulla.

PRICE

(al taxista)

Fermati all’angolo tra l’Ottantunesima e Riverside. Non occorre che tu faccia il giro…

TAXISTA

Magari la prendo dall’alto lato.

PRICE

Non occorre…

(poi, tra i denti)

Coglione.

L’autista ferma il taxi. Price lo paga senza lasciargli un dollaro di mancia e poi scende con Patrick.

EST. STRADA

I due camminano lungo la strada. Price sbuffa, il fiato si condensa in nuvolette di vapore.

PATRICK

Dovremmo presentarci con un mazzo di fiori?

PRICE

(strascicando le parole)

No. Ehi, cazzo, sei tu che te la scopi, Bateman. Perché dovremmo presentarci a Evelyn con un mazzo di fiori del cazzo.

(pausa)

‘Fanculo. Gli steroidi. Scusami, sono un po’ nervoso.

PATRICK

Pensavo avessi smesso.

Proprio mentre parlano, si avvicina loro un barbone che indossa una lercia e trasandata sottoveste verde.

PRICE

Bingo, trenta.

Il barbone, i capelli incollati e sporchi, non rasato, gli occhi sull’asfalto, porge ai due un bicchiere di polistirene vuoto.

PRICE

(a Patrick)

Chiedigli se accetta l’American Express.

PATRICK

(al barbone)

Accetti l’AmEx?

Il barbone, confuso, non dice nulla, poi va via borbottando qualcosa.

INT. CONDOMINIO DI EVELYN

Il condominio di Evelyn è elegante e fine.

Price e Patrick salgono le scale di marmo senza parlare: i due arrivano davanti a una porta in legno intarsiato. Price suona il campanello, e proprio in quel momento dalla casa di fianco esce una donna, tacchi alti, bel sedere, che non chiude a chiave la porta. Price e Patrick la seguono con gli occhi.

La porta di casa di Evelyn viene aperta: una Ragazza sui 27 anni, labbra turgide, seno prosperoso che si nota nella scollatura, lunghi capelli biondi, appare sulla soglia: è Courtney (Amanda Seyfried).

Courtney indossa un abito Krizia e scarpe Manolo Blahnik.

COURTNEY

(sorridendo con aria birichina)

Un po’ in ritardo, eh, ragazzi?

Courtney prende prima il cappotto di Patrick, poi quello di Price, e in entrambi i casi poi li bacia sulla guancia destra, senza però toccarla.

PRICE

Un inetto tassista haitiano. Non abbiamo mica prenotato da qualche parte e ti prego non dirmi al Pastels alle nove.

COURTNEY

(sorridendo)

Si cena in casa stasera, tesori. Lo so, lo so, mi spiace, ho tentato di dissuadere Evelyn, tuttavia mangeremo… sushi.

Courtney appende entrambi i cappotti nel guardaroba dell’ingresso. Tim lascia i due e solca l’entrata dirigendosi verso la cucina. La mdp resta su Courtney e Patrick.

PRICE

(f. c.)

Evelyn, Evelyn, dove sei? Dobbiamo parlare.

Courtney guarda Patrick.

PATRICK

È un piacere vederti. Sei molto carina questa sera. Il tuo viso è di una luminosità incredibile.

COURTNEY

(flirtando)

Sai essere davvero squisito con le signore, Bateman. Dovrei dirlo, a Evelyn, che ti comporti così?

Patrick le mette le mani sui fianchi.

PATRICK

No. Ma scommetto che ti piacerebbe.

COURTNEY

(togliendogli le mani dai fianchi)

Coraggio. Dobbiamo salvare Evelyn.

Courtney prende Patrick per le spalle e lo spinge verso la cucina: la mdp li segue. L’appartamento di Evelyn è grande e spazioso e arredato in maniera costosa.

COURTNEY

È da un’ora che è alle prese col sushi. Sta cercando di scrivere le tue iniziali con il pesce: la P con il persico, la B con il tonno…

Patrick non sembra colpito dalla cosa.

COURTNEY

Però il tonno le sembra troppo pallido e non ha abbastanza persico per completare la B…

Patrick e Courtney sono arrivati nella cucina di Evelyn: la ragazza, vestita alla stessa maniera di Courtney, 25 anni, se ne sta in piedi al bancone di legno chiaro (Blake Lively).

Evelyn ha raccolto i capelli sulla nuca in uno chignon dall’aria severa.

Evelyn non alza lo sguardo dal vassoio in acciaio inossidabile sul quale ha disposto artisticamente il sushi.

EVELYN

Oh, tesoro, mi dispiace. Avrei voluto che andassimo a cena al Dorsia o in questo piccolo delizioso bistrò salvadoregno del Lower East Side che sta avendo tante belle recensioni…

Price, fuori campo, geme sonoramente.

EVELYN

… ma non siamo riuscite a prenotare. Timothy, non gemere.

Evelyn prende un filetto di persico e con cautela lo sistema accanto al bordo del vassoio ovale. Si ritrae dal bordo e lo ispeziona. La mdp inquadra il vassoio.

EVELYN

Non so. Oh, dio, sono così insicura.

Price, senza dire una parola, si avvicina al mobile bar e si prepara un drink, poi esce dalla cucina.

EVELYN

Oh, dio. Che disastro. Giuro che sto per piangere.

PATRICK

(guardando il sushi)

Questo sushi ha un aspetto magnifico.

EVELYN

Oh, è un disastro. Un disastro.

PATRICK

No no no, questo sushi ha un aspetto magnifico.

Patrick prende un pezzo di coda di balena e lo mangia, poi abbraccia da dietro Evelyn. Mezza figura di entrambi.

PATRICK

Delizioso.

Lei scherzando gli dà una sberla ma è compiaciuta dalla reazione di Patrick.

COURTNEY

Va bene lo stesso se la salsa di soia non è proprio a temperatura ambiente? Dev’esserci un po’ di ghiaccio in una delle scodelle.

Evelyn sta formando con cura una pila arancione di strisce di zenzero accanto a una piccola scodella di porcellana colma di salsa di soia.

EVELYN

No, così non va bene. Senti Patrick, saresti così gentile da prendermi la Kirin in frigo?

(pausa)

Oh, lascia stare. Faccio da me.

Patrick va comunque verso il frigo. Price torna in cucina, cupo in viso.

PRICE

Chi cazzo c’è in soggiorno?

Evelyn lo guarda, senza sapere cosa rispondere.

 

COURTNEY

Evelyn. Gliel’avrai detto, spero.

Primo piano di Patrick, improvvisamente teso e spaventato.

PATRICK

Chi c’è? Paul Owen?

EVELYN

(disinvolta)

No, non è Paul Owen. C’è un artista amico mio, Stash. E la sua ragazza, Vanden.

Patrick, calmatosi, seguito dalla mdp, esce dalla cucina e attraversa la zona pranzo: sulla tavola apparecchiata fanno bella presenza candele di cera in candelabri d’argento.

Patrick, sempre seguito dalla mdp, entra in soggiorno.

Un Ragazzo e una Ragazza, più o meno della stessa età, sono seduti, il primo sul divano, la seconda sulla sedia: Stash (Dave Franco) e Vanden (Anna Hutchison).

Stash è vesito del tutto di nero, Vanden presenta una striatura verde tra i capelli biondi.

Stash fissa nel vuoto, Vanden guarda un’intervista a Barack Obama in TV, senza volume.

Patrick si schiarisce la voce: Vanden si volta sospettosa.

PATRICK

Salve. Sono Patrick Bateman.

Patrick le porge la mano e nel farlo scorge la sua immagine riflessa in uno specchio appeso alla parete: si guarda compiaciuto.

Vanden stringe la mano di Patrick senza dire una parola, mentre Stash comincia ad annusarsi le dita.

Stacco.

Siamo nella zona pranzo.

La mdp ci mostra i commensali in campo medio, secondo questa disposizione: Patrick è a capotavola e beve J&B, quindi Evelyn è alla sua sinistra, Courtney alla sua destra, Stash è seduto accanto a Evelyn, Price tra Courtney e Vanden che è all’altro capotavola.

Vanden sta leggendo una piccola rivista, il cui titolo di copertina recita:

LA MORTE DI DOWNTOWN

Stash invece ha infilzato con una bacchetta un un filetto di persico e lo ha messo al centro del suo piatto: di tanto in tanto lo sposta ma non alza lo sguardo sugli altri suoi commensali.

Nessuno parla.

Courtney alza il suo bicchiere.

COURTNEY

(tentando di sorridere)

È…delizioso, Evelyn.

Stash non dice nulla, poi all’improvviso si raddrizza e punta un dito accusatore verso il piatto.

STASH

Si è mosso!

Price e Patrick lo guardano con grandissimo disprezzo. Vanden e Courtney hanno l’aria divertita.

 

EVELYN

(ridendo cordiale)

Oh, Stash, sei uno spasso.

(poi, angosciata)

Tempura?

Patrick solleva dal vassoio una fetta di melanzana, ma non la mangia: osserva invece Courtney mentre mastica e ingoia, la bocca della ragazza inquadrata in dettaglio.

Vanden butta la copia della rivista che stava leggendo e guarda Timothy con l’odio negli occhi.

PRICE

(leggendo il titolo della rivista)

La morte di Downtown. Chi cazzo se ne sbatte?

Stash continua a rimanere in silenzio, mentre Vanden accoglie le parole di Price con disgusto.

VANDEN

Ehi. Quella è una cosa che ci riguarda tutti.

PRICE

(ammonitore)

Quella è una cosa che ci riguarda tutti? Che mi dici allora della guerra in Iraq e dell’Afghanistan, tesoro? Dell’occupazione cinese del Tibet? Non ci riguardano, forse?

VANDEN

Be’, ci sono un sacco di locali fighi, lì…
(stringendosi nelle spalle)

Sì, ci riguarda, d’accordo.

Stash alza all’improvviso gli occhi.

STASH

(a Price)

Si chiama Tonka, non Tibet. Hai capito? Tonka: è accanto all’Au Bar.

PRICE

(non badandogli, a Vanden)

Voglio dire, non sai nulla del Tibet o della Siria? Dei cinesi che stanno ammazzando tipo tonnellate di indiani laggiù? Quello non ci riguarda tutti?

Patrick alza una mano.

PATRICK

E dai, Price: ci sono problemi ben più importanti del Tibet di cui preoccuparsi.

PRICE

(senza distogliere lo sguardo da Vanden)

Tipo?

La mdp stringe su Patrick.

PATRICK

(esitante)

Be’… ecco, dobbiamo trovare una soluzione al conflitto israelo-palestinese, per esempio, trovandone una che soddisfi entrambe le parti in gioco. Rallentare la corsa al riarmo nucleare, partendo noi stessi e togliendo i fondi per la costruzione di bombe atomiche, passando quei soldi per sostenere i ceti meno abbienti della nostra società, quelli più colpiti dalla recente crisi. Dobbiamo sconfiggere l’AIDS che sta ancora mietendo tante vittime, in Africa soprattutto, ridurre l’inquinamento, e combattere il crimine organizzato, dobbiamo rendere l’istruzione, specie quella universitaria, migliore e alla portata di tutti. E sono solo alcuni dei problemi che il nostro paese sta attualmente attraversando, ma ho piena fiducia nel nostro Presidente.

Patrick finisce e beve un sorso del suo drink, mentre tutti lo guardano confusi e perplessi.

INT. CUCINA

Evelyn sta caricando la lavastoviglie, Patrick e Timothy girano per la stanza.

PATRICK

Sono forse l’unico ad aver afferrato che Stash considerava quel suo pezzo di sushi un animale da compagnia? Se l’è preso e se l’è infilato in una tasca del suo bomber.

Evelyn guarda Patrick con odio.

PRICE

Per piacere smettila di invitare i tuoi amici artistoidi, Evelyn. Sono stufo marcio di essere il solo a tavola a non aver mai parlato con un extraterrestre.

EVELYN

Si è trattato d’una tantum.

Price si ferma.

PRICE

Che coglione, quel Stash. Mi sa di averlo visto all’Odeon: ha ordinato un cappuccino al tonno! E poi un sorbetto alla mousse di cioccolato. Ti rendi conto?

PATRICK

A proposito: qualcuno ha idea di cosa fa il signor Stash per campare?

Evelyn si toglie gli orecchini.

EVELYN

Fa lo scultore.

PRICE

Stronzate.
(guarda Patrick)

Gli ho parlato, all’Odeon. Si occupa di feste. Fa il fornitore di buffet! Il fornitore di buffet!

Altro che scultore, cazzo!

Evelyn lo guarda.

EVELYN

Stai mettendo su peso, Timothy?

PRICE

Gesù. No, Evelyn.

EVELYN

La tua faccia sembra decisamente più rotonda, meno cesellata.

I due si guardano e poi scoppiano a ridere.

 

PRICE

Ceniamo insieme, domani? Bateman non è gradito.

Patrick sorride benevolo, cosa che fa anche Evelyn.

PATRICK

(amichevole, mentre prende Price per un braccio)

Su, amico: è l’ora della nanna.

Patrick accompagna Price alla porta, noi restiamo su Evelyn che si guarda nello specchio, compiaciuta.

Patrick torna in cucina.

PATRICK

Perché non ti metti con Price?

Lei ha una smorfia di sarcasmo.

EVELYN

Patrick, per favore. Price?

PATRICK

È ricco, giovane, bello, con un gran corpo.

EVELYN

Tutti oggi sono ricchi, giovani, belli e con un gran corpo, Patrick.

INT. SOGGIORNO CASA DI PATRICK

 

Patrick è seduto alla sua scrivania, davanti all’iMac acceso. In sottofondo, Dance 8 di Philip Glass.

Patrick, inquadrato di spalle, è su Facebook: sta guardando le foto di Evelyn. Patrick è a petto nudo e ha le mutandine e i pantaloni abbassati: si sta masturbando.

Vediamo le foto di Evelyn: Patrick le cambia con velocità sempre crescente, poi passa a quelle di Courtney, Patrick continua a masturbarsi, provando sempre meno piacere.

Patrick passa di nuovo a guardare le foto di Evelyn, sempre masturbandosi.

Patrick, inquadrato in primo piano, digita nella stringa di ricerca “Calvin Klein”: è sulla pagina della casa di moda e cerca tra gli album, trovando foto di una modella seminuda.

Patrick, in primo piano, viene: prende alcuni fazzoletti e si pulisce. Poi li guarda e ha una smorfia di delusione. Fine musica.

INT. CASA DI PATRICK – MATTINA

 

La scena è filmata in piano sequenza.

La mdp mostra Rust and Blue di Mark Rothko appeso sopra il caminetto e incorniciato in alluminio, in basso a destra appare la scritta:

 

MAGGIO

In sottofondo, Concerto per due pianoforti e orchestra, secondo movimento di Béla Bartók.

La mdp parte dal quadro e allarga il campo: il quadro domina un lungo divano bianco imbottito e un televisore al plasma da 42 pollici, in una teca di cristallo sotto il televisore ci sono un lettore DVD e Blu-ray e anche un DVD recorder. A ogni angolo del soggiorno è piazzata una lampada alogena anti vento e sottili veneziane bianche ricoprono le alte finestre che arrivano fino al soffitto, il pavimento dell’appartamento è in rovere bianco.

Di fronte al divano, un tavolino da caffè con il piano di cristallo e le gambe di rovere: animali di vetro sono posizionati attorno a posacenere di cristallo. Accanto a un jukebox ben tenuto un pianoforte a coda nero. Al lato opposto della stanza, vicino alla scrivania su cui campeggia l’iMac e un portariviste, un impianto stereo di ultima generazione.

La mdp arriva nella camera da letto di Patrick: un futon imbottito è al centro della camera, sulla parete un altro televisore al plasma e sotto un altro lettore DVD e Blu-ray. Completano la stanza un tappeto a pois, comodini di acciaio e legno, quattro cassettoni in mogano decolorato, una poltrona di acciaio, legno e cuoio chiaro in un angolo e nell’altro una in compensato modellato.

Patrick sta facendo stretching, in boxer Ralph Lauren e impacco di ghiaccio sul viso, concentrato e preciso nei movimenti. La mdp gli si avvicina: Patrick finisce e controlla l’ora sulla sveglia, quindi sull’orologio del lettore, poi sull’orologio del suo cellulare.

Patrick, la mdp lo segue, va in bagno: si piazza di fronte al lavabo in cromo e acrilico e osserva la sua immagine nello specchio. Patrick versa un po’ di collutorio in un bicchiere d’acciaio inossidabile e si sciacqua la bocca, poi prende il dentifricio e ne spalma un po’ su uno spazzolino e si spazzola i denti, poi li risciacqua.

Patrick si esamina le mani e usa una spazzola per unghie, quindi toglie l’impacco di ghiaccio e applica una maschera facciale alle erbe. Poi prende uno spazzolino elettrico e alla fine risciacqua di nuovo i denti.

Patrick entra nel box doccia: sotto la doccia, con bocchetta multi direzionale e regolabile in ottone, adopera prima un gel detergente non schiumogeno, poi un peeling al miele e alle mandorle, infine un gel esfoliante per il volto.

Patrick esce dalla doccia e si asciuga: infila di nuovo i boxer e poi preme un panno caldo sul volto, quindi si dà un idratante e applica su di esso, con un pennello, la crema da barba. Patrick bagna il rasoio con acqua calda e si rade nel senso in cui cresce la barba, lasciando basette e mento per ultimi. Poi si spruzza sul viso un po’ d’acqua fredda e una lozione dopobarba senza alcol: la cosparge sul volto con un batuffolo di cotone imbevuto d’acqua, poi applica una crema anti invecchiamento intorno agli occhi e una lozione protettiva idratante.

Patrick si asciuga i capelli con un telo, quindi usa una lozione per il cuoio capelluto: dà una leggera passata di phon, quindi aggiunge un po’ di lozione, modellandoli con una spazzola di setole naturali e infine li pettina all’indietro con un pettine a denti larghi.

Patrick va in cucina: dal frigo prende due Advil, una tavoletta multi vitaminica e una di potassio. Le manda giù con acqua bevendo direttamente dalla bottiglia e poi si versa il succo di pompelmo e limone in un calice.

Patrick è ora in piedi al bancone al centro della cucina, tutta in sfumature grigio-blu metalliche: mangia kiwi e un nashi giapponese, quindi prende un muffin alla crusca, una bustina di tè deteinato alle erbe e una scatola di fiocchi d’avena organici da uno degli armadi con lo sportello di vetro che rivestono una parete della cucina.

Patrick scalda metà muffin nel microonde, di ultima generazione e tenuto con cura ossessiva come tutti gli altri elettrodomestici, poi ci spalma sopra un sottile strato di burro di mele e lo mangia, poi mangia una scodella di fiocchi d’avena organici con germi di grano e latte di soia, e infine beve il tè, alla mela e cannella.

Patrick esce dalla cucina e torna nella stanza da letto: accende la tv e inizia a vestirsi. La tv trasmette un talk show mattutino, in basso a sinistra appare la scritta in caratteri sgargianti: The Patty Winters Show.

La mdp resta sul televisore mentre Patrick si veste. Una donna molto anziana e in sovrappeso è inquadrata: la telecamera del programma indugia sulle rughe della donna.

PATTY

(f. c.)

Allora, si tratta di schizofrenia o cosa?

DONNA

No, oh, no. Chi soffre di personalità multipla non è schizofrenico. Non siamo pericolose.

La telecamera del programma inquadra Patty (una donna bionda sui 60 anni) in piedi tra il pubblico, composto solo da donne.

PATTY

Be’, chi eri il mese scorso?

DONNA

Il mese scorso più che altro ero Polly.

PATTY

E chi sei adesso?

DONNA

Ecco, questo mese sono… una costoletta d’agnello. Più che altro, una costoletta d’agnello.

Stacco sul pubblico: alcune delle donne del pubblico scuotono la testa sgomente.

Patrick spegne la tv, si è vestito. L’abito è Valentino mentre le scarpe sono mocassini di coccodrillo Testoni.

Patrick esce dalla stanza da letto e va al guardaroba nell’ingresso: prende l’impermeabile e trova una sciarpa e una giacca coordinata con su ricamata una balena. Patrick le osserva confuso: la giacca ha sul davanti quello che sembra uno schizzo secco di cioccolato che scurisce anche il bavero.

Patrick posa sciarpa e giacca, ed esce dall’appartamento.

Fine musica e piano sequenza.

INT. HARRY’S – SERA

 

La mdp inquadra in campo medio Patrick, Price, e due uomini seduti a un tavolo vicino all’ingresso di Harry’s, un locale di classe frequentato da gente di alto livello sociale. L’atmosfera nel locale è tranquilla e tutti parlano a bassa voce.

Patrick beve un J&B on the rocks, mentre Price, dall’aria nervosa, la valigetta Tumi accanto, niente. Gli altri due uomini bevono rispettivamente uno scotch e un Martini: il primo è David Van Patten (Jon Foster), biondo e sui 27 anni, il secondo è Craig McDermott (Daren Kagasoff), un ragazzo di 26 anni coi capelli neri corti e un pizzetto accennato.

La mdp si avvicina al tavolo e ruota attorno a esso.

PATRICK

Sentite un po’, dov’è che si va a cena?

VAN PATTEN

Stavo controllando su Internet, prima che veniste, alla pagina Facebook di Zagat…

PATRICK

Che cosa vogliamo mangiare?

PRICE

Qualcosa di biondo con le tette grosse.

MCDERMOTT

Che ne dite di quel bistrò salvadoregno?

VAN PATTEN

Un momento, dopo si va al Tunnel, perciò un locale da quelle parti.

MCDERMOTT

Oh, merda. Andiamo al Tunnel? Ci sono stato la settimana scorsa e ho caricato una della Vassar…

VAN PATTEN

Oh, Dio? Ancora?

MCDERMOTT

Che problema hai?

VAN PATTEN

C’ero anch’io. Non mi va di sentire un’altra volta questa storia.

MCDERMOTT

Ma non ti ho detto quello che è successo dopo.

Primo piano di Patrick, contrariato.

PATRICK

Ehi, quand’è che ci siete andati? Perché non mi avete invitato?

MCDERMOTT

Tu eri in crociera, cazzo: abbiamo visto le foto su FB di te ed Evelyn in costume. Complimenti: Evelyn ha proprio un bel paio di tette.

Patrick sorride compiaciuto.

MCDERMOTT

Ora fate silenzio e ascoltate. Dunque, ho caricato questa figa della Vassar al Tunnel: tette eccezionali, gambe favolose, un’autentica corpoduro. Insomma, le ho offerto un paio di kir royale e lei era in città per un colloquio di lavoro e mi stava praticamente facendo un pompino nel privé, così me la sono portata a casa…

PATRICK

Aspetta un momento. Dov’era Pamela?

MCDERMOTT

(facendo una smorfia)

Ma vaffanculo, Bateman. Quello che volevo era un pompino, mica metter su casa…

VAN PATTEN

Ecco, ora arriva qualcosa di disgustoso, lo so.

MCDERMOTT

(senza badargli)

Volevo solo una figa che mi leccasse il buco del culo per trenta o quaranta minuti.

Un breve momento di silenzio.

MCDERMOTT

Ad ogni modo me la sono portata a casa, e sentite un po’…

(pausa drammatica)

Mi ha soltanto fatto una sega, e non basta… non si è nemmeno levata il guanto.

McDermott si appoggia allo schienale della sedia e sorseggia il suo drink.

VAN PATTEN

È incredibile pensare che nonostante siano passati anni dalla scoperta dell’AIDS trovi ancora gente simile.

MCDERMOTT

Che poi non hanno capito che gente come noi, la colonna portante degli Stati Uniti, capaci di mandare sul lastrico milioni di persone con un semplice click sulla tastiera del pc, l’AIDS non potrà mai beccarselo.

Tutt’e quattro annuiscono.

PRICE

(turbato)

E quella tipa non si è neanche levata il guanto? Perché non te la sei fatta tu da solo, una sega, allora?

McDermott non dice nulla.

PATRICK

Gente, guardate chi arriva.

PRICE

Chi? Connolly?

Una mano compare in campo e Patrick la stringe.

PATRICK

Ciao Preston.

Preston ha 32 anni, capelli biondi corti, indossa un completo Alexander Julian e porta gli occhiali con montatura di corno (Justin Timberlake).

PRESTON

Amici, sono desolato, ma non potrò cenare con voi stasera: ho altri impegni.

Price fa un’espressione perplessa, mentre Patrick si stringe nelle spalle e beve.

PRESTON

(continuando a parlare senza rivolgersi a nessuno in particolare)

Devo restituire alcuni DVD, poi un vietnamita con Alexandra e un musical a Broadway, una roba inglese.

PRICE

(guardando verso il bar)

Chi è quello là? Non è mica Reed Robinson?

PRESTON

(voltandosi)

No, quello è Nigel Morrison.

PRICE

Quello non è Morrison. È Paul Owen.

Patrick guarda anche lui verso il bar, ansioso.

PATRICK

(calmandosi)

Quello non è Paul Owen. Lui non c’è stasera.

VAN PATTEN

Lo gestisce lui il portafoglio Fischer. Bastardo fortunato.

PRESTON

Bastardo ebreo fortunato.

PATRICK

Oh, Gesù, Preston: che c’entra questo?

Primo piano di Preston.

PRESTON

Sentite, ho visto quel bastardo seduto alla sua scrivania, al telefono coi padroni della baracca, e faceva girare una menorah, cazzo. Il bastardo durante Hanukkah se l’è presa di festa.

PATRICK

(calmo)

Si fa girare un dreidel, Preston, non un menorah. Il dreidel è una trottola. La menorah è un candelabro.

PRESTON

(allarmato)

Oh, mio dio, Bateman, vuoi che vada al bar e chieda a Freddy di friggerti qualche frittella kosher, cazzo?

Patrick sorride, sarcastico.

PATRICK

No, cerca solo di calmare i tuoi rigurgiti antisemiti, che sono fuori tempo e ridicoli.

 

Price si sporge in avanti e gli dà una pacca sulle spalle.

PRICE

La voce della ragione. Il ragazzo della porta accanto.

PRESTON

Ehi, aspettate, ragazzi, vi racconto una barzelletta.

PRICE

Preston, sei tu una barzelletta. Sai benissimo che non eri invitato a cena. Comunque, bella giacca.

PRESTON

(ridendo)

Price, sei un bastardo, sei così cattivo che mi fai male, cazzo. Comunque, Barack e Michelle Obama dopo un pranzo ufficiale si chiudono nello Studio Ovale e dopo che hanno scopato Barack si addormenta e Michelle gli dice “Barack voglio scoparti di nuovo” e lui le risponde “ora mi faccio una dormita e fra trenta minuti mi sveglio e lo facciamo ancora, ma mi devi tenere una mano sull’uccello e un’altra sulle palle” e lei gli dice “d’accordo ma perché devo tenerti una mano sull’uccello e una mano sulle palle”…

Van Patten intanto ha preso il suo cellulare e comincia a muovere le dita sul display, che vediamo di sfuggita.

PRESTON

… e Barack dice “perché l’ultima volta che ho scopato una negra, mi ha rubato il portafogli”.

Preston scoppia subito a ridere, e dopo un momento ridono tutti tranne Patrick. Van Patten dà il cinque a Preston e Price ride come in preda alle convulsioni. Primo piano di Patrick.

PATRICK

Oh, Cristo: è tremenda. Non è divertente, è razzista e offende una donna di rara raffinatezza come Michelle e un uomo che dovremmo tutti sostenere in un momento così arduo.

 

PRESTON

Bateman, sei un bastardo di quelli duri: lo sai meglio di me Obama chi deve ringraziare per essere dov’è. E quindi io mi permetto di trattarlo come mi pare e piace, soprattutto se non ci aiuta come ha promesso. Anzi, spero proprio che faccia le valigie, l’anno prossimo.

Tutti annuiscono, anche Patrick.

PRESTON

Sentite, signori, me ne vado. Ci si vede domani. E ricordate: poche cose nella vita funzionano bene come un Kenwood.

 

Preston va via, gli altri continuano a bere e a chiacchierare.

 

INT. PASTELS

 

Il Pastels è un piccolo ristorante con una decina di tavoli, tutti occupati. Su ognuno di essi campeggiano bottiglie di costoso champagne. Il servizio è fornito esclusivamente da cameriere, eccezion fatta per il maître, elegantissimo come le cameriere.

Patrick, Price, Van Patten e McDermott sono seduti a un ottimo tavolo verso il fondo della sala. Di fronte a loro, quattro bellissime donne molto eleganti. I ragazzi parlano tra loro ma guardano le ragazze che hanno di fronte, che vengono a volte inquadrate.

PATRICK

(a McDermott)

Come diavolo sei riuscito a beccare un tavolo simile?

MCDERMOTT

Conosco il maître, una semplice telefonata sul suo cellulare…

Patrick, Van Patten e persino Timothy lo guardano, impressionati e invidiosi.

I quattro hanno davanti degli aperitivi che non bevono e non sembrano essere stati bevuti.

Arriva una cameriera, una bella ragazza di corporatura minuta.

PATRICK

(leggendo sul menu)

Come antipasto prendo ceviche di branzino e calamari con caviale dorato, poi prendo il pasticcio di salmone norvegese con salsa di pomodorini verdi.

La cameriera si rivolge anche agli altri avventori, prende le loro ordinazioni e va via.

Van Patten fa un fischio.

VAN PATTEN

Ehi, ragazzi, guardate che è appena entrato. Ma tu dimmi.

PRICE

Oh, Cristo santo, non Preston, cazzo.

Van Patten sorride sinistro. Patrick si fa improvvisamente terrorizzato.

PATRICK

Paul Owen?

VAN PATTEN

Naaa… ha poco più di 30 anni e vale, be’, diciamo che vale tanti soldi da far schifo.

Primo piano di Price.

PRICE

È Scott Montgomery, vero? È lui.

VAN PATTEN

(sempre sorridendo)

Può darsi.

La mdp inquadra in campo medio un uomo sui 35 anni, vestito con un blazer a doppio petto blu oltremare, in cravatta: ha i capelli ricci e un leggero pizzetto. Scott Montgomery (Justin Timberlake). Scott è accompagnato da una ragazza magra e alta, i capelli neri corti.

Scott si avvicina al tavolo dei quattro amici.

SCOTT

Ehi, gente. Come va?
(indicando la ragazza)

Questa è Nicki. Nicki questi sono McDonald, Van Buren, Bateman e Price.

Scott stringe la mano a Price: Nicki si limita a sorridere.

PRICE

(con tono confidenziale, guardando Nicki)

Montgomery. Come ti vanno le cose?

SCOTT

Be’, gente, vedo che avete il numero uno dei tavoli. Avete già chiesto il conto? Scherzo.

PRICE

(c. s.)

Senti, Montgomery. Squash?

SCOTT

(guardando la sala)

Chiamami.

(prende il suo biglietto da visita e glielo dà)

Eccoti il mio biglietto.

PRICE

(mettendolo in tasca)

Fantastico. Giovedì?

SCOTT

Non posso, vado a Dallas domani… la prossima settimana.

Nicki sorride a Patrick e guarda poi il pavimento multicolore.

SCOTT

A dopo, gente…

Scott e Nicki vanno via: Patrick e Van Patten le guardano il sedere.

MCDERMOTT

Un miliardo di dollari nel giro di un paio d’anni.

Craig fischia e scuota le testa.

MCDERMOTT

E non ha perso manco un centesimo grazie alla crisi. Anzi, ha aumentato il suo patrimonio.

VAN PATTEN

È un parassita, un perdente, una volpe: ha fatto gli acquisti giusti al momento giusto. Altro che genio della finanza: ha avuto solo culo.

PATRICK

E si accompagna a belle puledre. Quella Nicki deve essere una gran scopata.

PRICE

Sì, la conosco: è una modella francese. L’ho vista su GQ.

Price continua parlare, ascoltato dagli altri ma non da Patrick, che ha notato come il maître abbia fatto un cenno di saluto a McDermott: pallido e boccheggiando, Patrick estrae il suo portafogli e da questo trae un biglietto da visita, sbattendolo trionfante sul tavolo.

Price si blocca istantaneamente. La mdp ci mostra il biglietto da visita.

PRICE

Cos’è, un telegramma?

PATRICK

(orgoglioso)

Il mio nuovo biglietto da visita. L’ho ritirato ieri dalla tipografia. Che ve ne pare?

McDermott lo prende e lo esamina, davvero ammirato.

MCDERMOTT

Molto bello.

Lo passa a Van Patten.

PATRICK

Bianco osso. E i caratteri sono Silian Rail.

VAN PATTEN

È davvero strafigo, Bateman. Ma non è nulla..

Van Patten tira fuori il portafogli e sbatte un biglietto da visita accanto a un vaso.

VAN PATTEN

… paragonato a questo.

Tutti guardano il biglietto da visita di Van Patten, mostrato dalla mdp: colori eleganti e caratteri di classe.

Primo piano di Patrick, percorso da uno spasmo di invidia che gli paralizza il volto in una smorfia grottesca.

VAN PATTEN

Guscio d’uovo con caratteri Romalian.

(a Patrick)

Cosa ne pensi?

PATRICK

(a fatica)

Carino.

PRICE

Gesù, è spaziale. Come fa un coglione come te ad avere tanto buon gusto?

Patrick guarda prima Van Patten, poi Price, confuso e attonito. Beve un sorso e respira profondamente.

PRICE

Ma aspettate, ecco il mio.

Price mette una mano nella tasca interna della giacca e con lentezza lo mette sul tavolo.

Il biglietto viene inquadrato per un momento, mentre subito dopo rivediamo Patrick in primo piano, ancor più sconvolto e invidioso.

PRICE

Caratteri in rilievo, bianco nembo pallido…

PATRICK

(sussurrando, a fatica)

Carino, molto carino… Vediamo quello di Montgmery, però.

Price tira fuori dalla giacca il biglietto di Montgomery e lo porge a Patrick, che lo guarda un attimo e si limita ad aprire la bocca, stupito e geloso.

Primo piano di McDermott.

MCDERMOTT

Pizza, ordiniamo una pizza. Al dentice? Nessuno vuole dividere una pizza? Scommetto che Bateman la mangerebbe volentieri.

PATRICK

(depresso)

Niente pizza per me.

La stessa cameriera di prima arriva con le loro ordinazioni.

MCDERMOTT

Pizza al dentice… pizza al dentice… pizza al dentice…

La cameriera passa i piatti ai quattro, poi va via. La mdp gira attorno al tavolo.

VAN PATTEN

Assomiglia molto a una ragazza che lavora da Bloomingdale’s. Anche lei un’ottima scopata.

MCDERMOTT

Pizza al dentice… pizza al dentice… pizza al dentice…

PRICE

Com’è che lo sai?

MCDERMOTT

Pizza al dentice… pizza al dentice… pizza al dentice…

VAN PATTEN

Lì compro il profumo per Kate.

Vediamo, nella soggettiva di Patrick, il tavolo di Scott Montgomery, che filtra con Nicki.

MCDERMOTT

Pizza al dentice… pizza al dentice… pizza al dentice…

PRICE

(ironico)

Non hai paura che Amanda lo scopra?

MCDERMOTT

Pizza al dentice… pizza al dentice… pizza al dentice… Perdio, volete darmi retta o no?

Primo piano di Patrick, gli occhi rabbiosi: sbatte un pugno sul tavolo.

PATRICK

(alzando la voce)

Nessuno vuole la pizza al dentice, cazzo! La pizza deve essere ben lievitata e appena croccante e ricoperta di mozzarella! Qui la mozzarella praticamente non c’è, e quel pezzo di merda dello chef cuoce troppo tutto quanto! La pizza viene fuori bruciacchiata e secca!

Breve momento di silenzio.

VAN PATTEN

(guardando il suo piatto)

Ma questo non è quello che avevo ordinato. Io volevo la salsiccia di capa santa.

Patrick lo guarda ma non dice nulla.

 

EST. TUNNEL

 

La mdp inquadra con una carrellata laterale la coda davanti al Tunnel, la cui insegna è scritta in un’accecante tonalità rossastra: tutti gli uomini indossano lo smoking. Price, Patrick, Van Patten e McDermott sono quasi vicino all’ingresso.

Un barbone di mezza età percorre la fila porgendo un bicchiere in polistirene: arriva di fronte a Van Patten, il quale sventola un biglietto da cinque dollari. Poi però ridendo lo rimette in tasca. Il barbone va via borbottando.

I quattro amici entrano nella discoteca.

INT. TUNNEL

 

Il Tunnel è a una discoteca a due piani ricavata da un cantiere chiuso della metropolitana: dietro le inferriate si possono notare dei binari morti. Le donne sono bellissime e molto eleganti, gli uomini indossano tutti lo smoking. Tutti i clienti, al bar, ai tavolini, in pista, bevono champagne o altri alcolici in lunghi e strani bicchieri. Gli unici lampi di luce provengono dalla pista. La musica, in sottofondo, è altissima: Turn Me On di David Guetta feat. Nicki Minaj.

La mdp si fissa su Patrick, Price, Van Patten e McDermott. I quattro amici incrociano tre donne, belle e ben vestite: l’abbigliamento delle ragazze mette in mostra le loro gambe, il loro seno e sedere.

Patrick, Van Patten e McDermott si voltano al loro passaggio. Price le ignora e dice qualcosa di sgarbato.

MCDERMOTT

Gesù Cristo, Price, datti una calmata: che problemi hai? Quelle ragazze erano puledre niente male.

Price gli allunga un paio di buoni consumazione.

MCDERMOTT

Sai cosa, Price? Devi cambiare atteggiamento se ti va di scopare.

PRICE

Tu parli a me di scopare? Tu, che l’altra sera hai rimediato una sega?

MCDERMOTT

Le tue prospettive fanno schifo, Price.

PRICE

Stammi un po’ a sentire, credi davvero che mi comporterei come faccio insieme a voi se fossi a caccia di figa?

MCDERMOTT/VAN PATTEN

Sì.

PATRICK

Sapete, ragazzi, uno può anche comportarsi diversamente da come si sente, nel caso voglia scopare.

Primo piano di Price.

PRICE

Come se poi a quelle fregasse qualcosa. Basta che dica loro quanto guadagno all’anno e del mio comportamento non gliene importa più un cazzo, credetemi. Quelle cercano solo i soldi.

I quattro porgono i loro biglietti a una bella ragazza alta.

INT. BAGNI TUNNEL

 

Il bagno degli uomini del Tunnel è deserto ed è lercio. Price e Patrick sono in uno dei separé. Price prende dalla tasca interna della sua giacca una bustina e tremante la passa a Patrick.

PRICE

Aprila tu.

Patrick prende la bustina e la apre con cautela, e controlla il grammo di cocaina alla luce.

PRICE

(gentile e un po’ scandalizzato)

Gesù. Non è proprio tantissima, vero?

Price si sporge per esaminarla. Siamo sul suo primo piano.

PATRICK

Magari è solo per via della luce.

(estrae la sua carta di credito)

Facciamocela.

Price mette la sua American Express di platino nella polvere, portandosela poi al naso e inalandola.

PRICE

Oh, mio Dio.

PATRICK

Allora?

PRICE

È fiacca, però credo che se ce ne facciamo abbastanza ci tirerà su…

Price però è furioso e nel dire queste parole è rosso in viso e urla. Primo piano di Patrick.

PATRICK

Calmati. Facciamocela comunque.

I due affondano le loro carte di credito nella polvere.

INT. TUNNEL

 

Price e Patrick ballano, attorno a loro varie ragazze. I due non sembrano eccitati grazie alla cocaina, ma sudano e ballano con foga. Price parla a Patrick ma per il volume altissimo Patrick non sente niente.

Patrick lo lascia e va al bar, seguito dalla mdp. Tra i baristi, una ragazza. Patrick le si avvicina e mette due buoni sul banco.

PATRICK

Due doppie Stoli con ghiaccio.

La barista prepara velocemente i drink, poi guarda i buoni di Patrick e scuote la testa.

BARISTA

Sono le 11 passate. Questi non valgono più. Si paga in contanti. Sono 35 dollari.

Patrick senza protestare tira fuori il suo portafogli e prende una banconota da 50: l’allunga alla barista e lei sembra guardare i 50 con disprezzo e fastidio. La barista sospira e va alla cassa e torna quindi col resto, che pone sul banco.

Primo piano di Patrick.

PATRICK

Sei una brutta puttana e mi piacerebbe scannarti a morte e divertirmi col tuo sangue.

Patrick quindi sorride alla barista, prende il resto e se ne va, tornando da Price, il quale ha accanto un ragazzo della stessa età di Patrick, con occhiali e capelli corti: Paul Owen (Shia LaBeouf).

Patrick guarda Paul con terrore, ma gli fa un cenno di saluto e allunga la Stoli a Price, che prende e non ringrazia.

PAUL

Come va, Marcus?

PATRICK

Benissimo. Stai sempre gestendo il portafoglio Fisher?

PRICE

(non ascoltato dai due)

Me ne vado. Lascio.

PAUL

(a Patrick)

Come? Aspetta. Non è Conrad, quello?

Paul indica a Patrick un uomo in piedi accanto al bar, sotto il lampadario, che vediamo inquadrato. Patrick però fa di no con la testa e, dopo aver dato a Paul un’occhiata piena di disprezzo, si allontana, imbattendosi in Van Patten e McDermott che ballano nei pressi del bar.

VAN PATTEN

Stasera c’è solo figa di seconda scelta. Niente di che.

MCDERMOTT

Il Tunnel sta scadendo sempre di più.

Primo piano di Patrick.

PATRICK

Non sento niente.

All’improvviso McDermott gli prende un braccio.

MCDERMOTT

Cosa cazzo fa Price? Guarda.

Patrick si gira. Nella sua soggettiva, vediamo Price, con in mano un calice di champagne, appollaiato all’inferriata, che cerca di trovare l’equilibrio, braccia incrociate e occhi chiusi. Dietro di lui le luci stroboscopiche continuano a lampeggiare, Price parla ma non si riesce a sentire nulla. Patrick, nonostante la calca, gli si fa più vicino.

Un momento di silenzio in tutta la discoteca.

PRICE

Addio!

(al pubblico)

Teste di cazzo!

Price piroetta su se stesso, scavalca l’inferriata e salta sui binari, mettendosi a correre, seguito dalle luci stroboscopiche.

EST. TUNNEL

 

Patrick, Van Patten e McDermott guardano le limousine che imboccano contromano la West Side Highway. Patrick, visto in primo piano, sembra ubriaco.

PATRICK

Ci si vede a pranzo, domani?

MCDERMOTT

Non posso, vado a farmi i capelli da Pierre.

PATRICK

A colazione, allora?

VAN PATTEN

Niente da fare: ho appuntamento per la manicure.

MCDERMOTT

Allora a cena?

PATRICK

Ho un appuntamento. Merda.

VAN PATTEN

E io devo andare al solarium e poi in palestra, a fare esercizi con il mio allenatore.

Tutt’e tre sbuffano.

INT. PIERCE & PIERCE – MATTINA

 

Patrick esce dall’ascensore, sorridendo e ondeggiando la sua valigetta di pelle nera Bottega Veneta. Patrick si trova sul piano che ospita la Pierce & Pierce, una società di brokeraggio: gli uffici sono alti e spaziosi, la sala principale vasta e divisa in tanti cubicoli. Tutti sono in giacca e cravatta, e tutti parlano al telefono o lavorano al pc.

Patrick si avvicina a una ragazza di 25 anni, con capelli rossi e un viso dolce, seduta dietro una scrivania: è Jean (Mary Elizabeth Winstead), la sua segretaria.

Jean alza gli occhi e sorride a Patrick, timida.

JEAN

Non sei un po’ in ritardo?

PATRICK

Lezione di aerobica. Scusa. Messaggi?

Jean guarda degli appunti su un block notes.

JEAN

Ricky Hendricks ha cancellato per oggi. E… Spencer vuol vederti per un aperitivo al Fluties Pier 17.

Patrick fa per entrare nel suo ufficio, che è proprio di fronte la scrivania di Jean, la quale si alza e lo segue.

PATRICK

Quando?

JEAN

Dopo le sei.

Patrick entra nel suo ufficio.

PATRICK

Negativo. Cancella.

Patrick si toglie il cappotto Armani e lo appende all’attaccapanni.

JEAN

Ah. E cosa devo dirgli?

PATRICK

(sorridendo)

Basta… dire… no.

La mdp partendo da Patrick ci mostra l’ufficio: sulla parete di fronte all’ingresso è appeso un dipinto di George Stubbs, vicino a un impianto stereo e a un televisore di ultima generazione. Completano l’ufficio un dobermann a grandezza naturale in un angolo vicino la grande finestra, un tavolo d’antiquariato vicino alla parete con impianto stereo e tv: sul tavolo vecchie riviste, un portaombrelli senza ombrelli dentro. Sulla scrivania di Patrick, le matite sono tenute in un boccale di birra tedesco d’epoca. Le lampade alogene ai lati della scrivania sono accese.

La mdp torna su Patrick che guarda Jean.

PATRICK

Hai visto il Patty Winters Show stamattina? Sull’autismo?

JEAN

(sorride deferente)

No. Com’era?

Patrick guarda il quadro, poi il resto dell’ufficio.

PATRICK

Penso di aver avuto le allucinazioni, guardandolo. Non lo so. Non ricordo.

Patrick va a sedersi dietro la scrivania, congiungendo le mani. Jean resta in piedi.

PATRICK

Dunque, Jean, ho bisogno di una prenotazione per tre al Camols oppure al Cranyons alle dodici e trenta.

JEAN

Sissignore.

Jean fa per andarsene.

PATRICK

Aspetta.

Lei si volta ancora.

PATRICK

Ah, e mi serve una prenotazione per due al Barcadia, stasera alle otto.

Jean appare delusa.

JEAN

Una cena romantica?

Patrick le sorride.

PATRICK

No, sciocchina. Non preoccuparti, ci penso io.

JEAN

Non ti preoccupare. Ci penso io.

PATRICK

No, no. Sii una fata e portami solo una Perrier, ti spiace?

Jean sorride deferente.

PATRICK

Hai un aspetto magnifico, oggi.

Jean esce. Patrick prende i giornali sulla scrivania, prima il «Wall Street Journal»: legge la prima pagina e lo posa, quindi prende il «New York Post» e dà uno sguardo alla cronaca mondana: sfogliandolo, Patrick si accorge di un articolo e diviene subito pallido. La mdp ci mostra il titolo del giornale:

TROVATI NEL SOTTOSUOLO DI HARLEM ANIMALI META’ PICCIONI E META’ RODITORI. SI STANNO SPOSTANDO VERSO DOWNTOWN

L’occhiello però recita:

GLI ESPERTI PERO’ SOSPETTANO SIA UNO SCHERZO

Una foto accompagna l’articolo: è sgranata, in bianco e nero e l’animale in questione ha la grandezza di un Big Mac.

Patrick la guarda boccheggiando, pallido, sudato. Chiude il giornale con uno scatto nervoso e comincia a sistemare la scrivania, calmandosi a poco a poco.

Jean rientra con la Perrier e un fascicolo.

JEAN

Hai un tavolo al Camols alle dodici e trenta.

PATRICK

Non metterti più quella roba: mettiti un tailleur, una gonna, roba del genere. E grazie per la pratica Ransom.

JEAN

(guardandosi i vestiti, umilmente)

Non ti piace questa roba.

PATRICK

Coraggio, sei più carina senza quella roba.

Jean annuisce e va via. Patrick accende la TV: appare Barack Obama in un’intervista TV.

INT. XCLUSIVE – POMERIGGIO

 

La Xclusive è un circolo privato. Il club ha campi da tennis e da squash, sale di aerobica e studi per la ginnastica artistica, due piscine, massaggi sauna, bagno turco, terrazza, solarium e un caffè, tutto inquadrato in rapide inquadrature, con in sottofondo Psycho Killer dei Talking Heads, che continua per tutta la scena.

Patrick, cuffie dell’iPod nelle orecchie, si controlla nello specchio, e notiamo che è insoddisfatto: prende quindi dal borsone una mousse, con cui si sistema i capelli, e un idratante, che applica sul volto: sotto il labbro inferiore, nota un’imperfezione, e lui spalma un po’ di Touch-Stick Clinique. Quindi, esce dallo spogliatoio, trovandosi nella sala, per lo più vuota.

In rapide scene vediamo Patrick fare stretching, poi allo Stairmaster. a fare pesi, alternando quelli liberi alle macchine (serie molto lunghe per gambe, torace, deltoidi, tricipiti), fare cyclette, leggendo una rivista di economia, infine fare esercizi defaticanti di stretching. Fine musica.

INT. TAXI – SERA

 

La mdp inquadra Courtney e Patrick, seduti nel sedile posteriore di un taxi che procede molto lentamente nel traffico cittadino. Courtney parla, ma Patrick non l’ascolta, preso com’è a giocare a Backgammon sul suo iPhone. Le insegne luminose dei negozi e dei cartelloni pubblicitari ai lati della strada investono i volti dei due.

COURTNEY

(con voce impastata)

Scott lavora in un’agenzia pubblicitaria e Anne apre ristoranti. Entrambi sono andati alla Camden e hanno da poco adottato un bambino coreano di 2 anni: l’hanno chiamato Scott Jr. e intendono mandarlo alla Exeter, la scuola che ha frequentato Scott prima di andare alla Camden University.

La mdp ci mostra la strada, da dentro il taxi: fast food, cinema multiplex, cartelloni pubblicitari, negozi vari, prostitute, barboni, transessuali, predicatori, cani e gatti randagi, gente ben vestita che cammina veloce, strade spaziose e piene di luce che si alternano a vicoletti bui e lerci.

PATRICK

Mi auguro che abbiano prenotato un tavolo. Fortuna che ho fatto condurre un’indagine su questo locale da Jean, la mia segretaria.

COURTNEY

(lenta)

Per favore spegni quel cellulare, Patrick.

Patrick però continua a non darle attenzione e a giocare a Backgammon.

PATRICK

(alzando gli occhi al traffico)

È l’auto di Warren Buffett, quella?

COURTNEY

(con voce impastata)

Oh, dio, Patrick. Taci.

PATRICK

Sai, Courtney, nella tasca della mia giacca comprata da Alan Flusser c’è un iPod che potrei anche decidere di usare. Fatti un altro po’ di litio. Oppure beviti una Diet Coke. La caffeina potrebbe aiutarti a venire fuori dall’impasse.

Courtney non dice nulla. Patrick vede un barbone all’angolo tra la Quarantonevisima e l’Ottava: lo saluta e il barbone ricambia con un sorriso. Patrick poi gli mostra il dito medio mentre il taxi riprende a camminare.

INT. DECK CHAIRS

 

Il Deck Chairs è un grande locale superaffollato: cucina al centro della sala e sedie a sdraio ai tavoli. Le cameriere e i camerieri sono vestiti in modo da sembrare casual. In sottofondo, Somebody To Love dei Jefferson Airplane.

La mdp vaga attraverso il ristorante e trova Courtney e Patrick seduti a un tavolo nel mezzo del ristorante, assieme a una coppia: lui è Scott (Penn Badgley) sui 30 anni, capelli corti e un filo di barba, lei è Anne (Leighton Meester), di poco più giovane di lui, con lunghi capelli rossi.

 

 

 

ANNE

(sporgendosi, a Patrick)

Qui la cucina è californiana classica.

PATRICK

Vuoi dire se paragonata alla cucina californiana normale? O alla cucina post-californiana?

ANNE

Voglio dire, lo so che suona un po’ snob, ma si tratta di mondi completamente differenti. Sfumature, e però fondamentali.

PATRICK

Ho sentito parlare della cucina post-californiana, l’ho anche assaggiata, in effetti. Non è a base di verdurine? Burritos di capa santa e cose del genere, vero?

Patrick guarda Anne.

PATRICK

E a proposito, non te l’ha mai detto nessuno che somigli a Garfield investito da un’auto, scuoiato e coperto da un orrendo maglioncino Ferragamo prima di essere portato dal veterinario? Fusilli? Olio d’oliva sul Brie?

Primo piano di Anne.

ANNE

(impressionata)

Esatto. Oh, Courtney, dov’è che l’hai trovato, Patrick? Si intende di un mucchio di cose. Voglio dire, l’idea che Luis ha della cucina californiana è una mezza arancia con un po’ di gelato.

Anne si mette a ridere, invitando Patrick a imitarla: Patrick lo fa, esitante.

Arriva la cameriera.

PATRICK

Io prendo il radicchio con calamari organici.

SCOTT/ANNE

Noi il ragù di branzino con violette.

COURTNEY

(leggendo il menù con lentezza)

Io il popcorn alla Cajun.

La cameriera segna le ordinazioni.

SCOTT

(a Patrick)

Dopo prendiamo il salmone rosso Cajun, no? È la specialità del Deck Chairs.

Primissimo piano di Patrick.

PATRICK

Be’, fortunatamente per voi, è tra i piatti consigliati da Jean, la mia segretaria. Se così non fosse stato, e voi aveste comunque insistito perché io lo ordinassi, ci sarebbero state buone probabilità che dopo cena avrei fatto irruzione nel vostro loft, diciamo verso le due del mattino, per farvi a pezzi con un’ascia: avrei costretto prima questa puttana di Anne a guardarti morire dissanguato a causa delle profonde ferite al torace, e poi avrei riversato sul muso a padella con gli occhi a mandorla del vostro bel Scott Jr. un’intera bottiglia di acido.

Primissimo piano di Scott.

SCOTT

Qui la cucina è californiana classica.

La cameriera va via e lascia il posto a un altro cameriere, quello delle bevande.

PATRICK

J&B. Liscio.

COURTNEY

Io prendo champagne on the rocks.

Patrick resta un po’ sorpreso. Courtney annuisce, ma smarrita ed estasiata.

SCOTT

Io prenderò un bicchiere di… oh, be’, un bicchiere di Chardonney.

ANNE

(indecisa)

Per me… Oh, per me solo una Diet Coke.

SCOTT

(sorpreso)

Non bevi stasera?

ANNE

(sorride maliziosa)

No. Non sono dell’umore.

Patrick tamburella le dita con molta energia, mentre Courtney tiene gli occhi semichiusi e respira profondamente.

ANNE

Domattina ho lezione di aerobica alle nove. Non posso.

SCOTT

Allora non beve nemmeno io e ripiego sulla San Pellegrino.

Patrick tamburella le dita con molta energia, mentre Courtney tiene gli occhi semichiusi e respira profondamente.

ANNE

No, tesoro. So bene quanto ti piace lo Chardonney.

SCOTT

No, bella, davvero, non ci sono problemi: bevo acqua.

Patrick tamburella le dita con molta energia, mentre Courtney tiene gli occhi semichiusi e respira profondamente.

ANNE

Senti. Mi butto. Prendo una Diet Coke col rum

(al cameriere)

È decaffeinata, vero?

PATRICK

Sai, dovresti prendere una Diet Pepsi: è molto meglio, col rum.

ANNE

Davvero? Cosa vuoi dire?

Primo piano di Patrick.

PATRICK

Dovresti prendere una Diet Pepsi al posto della Diet Coke: è molto meglio, è più frizzante. Ha un gusto più pulito. Si mescola meglio col rum e contiene meno sodio.

Il cameriere, Scott, Anne e Courtney lo guardano scandalizzati: i loro volti vengono distorti da un effetto Vertigo mentre il silenzio piomba sul locale.

PATRICK

(primissimo piano distorto, con foga)

Ieri ho visto un video intitolato Inside Lydia’s Ass: bevendo una Diet Pepsi ho visto Lydia, una bonazza bionda con un culo perfetto e due tette vere piccole e formidabili, che a quattro zampe spompinava questo tipo con un cazzo enorme, che non s’è fatto problemi a leccarle il buco del culo e a lapparle la figa, e a infilarle un vibratore facendo urlare Lydia. Il tizio poi è venuto in faccia a Lydia mentre Lydia gli succhiava le palle e Lydia è stata squassata da un orgasmo piuttosto forte e all’apparenza autentico, poi ha preso tutta la sborra del tipo con le dita e le ha leccate sorridendo.

 

Primo piano di Anne.

 

ANNE

Mah, non so… io preferisco la Diet Coke.

PATRICK

(con voce tremante per l’emozione)

Senti, prendi quello che vuoi ma ripeto che personalmente preferisco la Diet Pepsi.

Courtney si sporge verso di lui e gli sfiora il polso.

COURTNEY

Va tutto bene, Patrick. Davvero, va tutto bene…

INT. STANZA DA LETTO DI COURTNEY

 

Courtney è seduta a gambe spalancate, sul suo letto, in reggiseno, mentre Patrick le sta leccando la vagina. Patrick è nudo: noi siamo sul primo piano di Courtney che si mordicchia le labbra e si tocca il seno in preda al piacere.

COURTNEY

(gemendo)

Voglio che mi scopi…

Patrick si alza, noi lo vediamo di spalle, e agguanta il preservativo, infilandoselo. Nel frattempo Courtney si toglie il reggiseno restando del tutto nuda: si strizza i capezzoli con una mano, mentre l’altra la porta in mezzo alle gambe (la mdp resta sul suo mezzo busto).

Patrick e Courtney si stendono sul letto, lei sotto e lui sopra: lui comincia a penetrarla, muovendosi e spingendo, baciandola con forza sulla bocca.

Patrick sta per avere un orgasmo, ansima: bacia i seni di Courtney, poi la sua bocca. Comincia però a muoversi con minor foga, istintivamente guarda la bottiglia d’acqua mezza vuota sul comodino ed esce dal corpo di Courtney.

COURTNEY

Che c’è? Ti sei dimenticato qualcosa?

Patrick senza risponderle si alza dal letto ed entra nel bagno: la mdp lo segue. Patrick apre l’armadietto delle medicine.

COURTNEY

(f. c.)

Patrick, che stai facendo?

Noi vediamo Patrick riflesso nello specchio, in primo piano.

PATRICK

Il preservativo mi prude. Ne voglio un altro.

COURTNEY

(c. s.)

Oh mio dio.

PATRICK

(sfilandosi il preservativo)

Luis dove la tiene la confezione di preservativi?

COURTNEY

(c. s.)

Sullo scaffale in alto, mi sembra.

Patrick guarda: dietro un barattolo di Xanax, una confezione di preservativi intatta: ne prende uno, lo mette e torna in camera da letto.

Patrick salta sul letto e penetra Courtney che inarca le reni: lei si lecca un dito e lo porta tra le gambe, comincia a gemere eccitata, noi vediamo i primi piani alternati di entrambi.

COURTNEY

(ansimando)

Aspetta.

PATRICK

(confuso)

Cosa?

COURTNEY

Luis è una puttana un servo una troia.

PATRICK

Sì. Luis è una puttana un servo una troia. Anche io lo odio.

Patrick inizia a muoversi più veloce. Primo piano di Courtney.

COURTNEY

Ma no, idiota. Ho detto lui usa la punta a serbatoio. Tiralo fuori.

(dibattendosi)

Esci!

PATRICK

(riprendendo a baciarle i seni)

Non me ne frega niente.

COURTNEY

Esci, cazzo!

PATRICK

Cos’è che vuoi, Courtney? Si può sapere cosa cazzo vuoi? Ha la punta normale, non lo vedi?

Courtney riprende a dibattersi e allontana le mani di Patrick dal suo corpo, cominciando a picchiarlo sul petto.

PATRICK

(urlando)

Ma che puttana isterica sei? Io me ne vado.

COURTNEY

(cominciando a piangere)

Deve avanzarne almeno un centimetro in punta. Per contenere la forza dell’eiaculazione.

Courtney si copre il corpo con la coperta del letto.

COURTNEY

Pensi che mi ecciti fare sesso non protetto?

PATRICK

Oh, Cristo non ne vale davvero la pena.

Patrick, inquadrato in primo piano, disgustato, si sistema il preservativo.

PATRICK

Ecco qua, Courtney, vedi? Sciocca puttana isterica.

Primo piano di Courtney, scossa dai singhiozzi e dalle lacrime.

COURTNEY

Patrick, sto per andare a Barbados. Non voglio certo fottermi le vacanze con un sarcoma di Kaposi!

(tossisce)

Voglio mettermi il bikini, quello di Norma Kamali che ho appena comprato!

Patrick le afferra la testa e la costringe a guardare. Noi restiamo sui primi piani di entrambi.

PATRICK

Lo vedi? Sei contenta? Stupida puttana. Sei contenta, stupida puttana?

Lei si lascia cadere sul letto: Patrick la penetra di nuovo, ma viene subito, lanciando un grugnito di disappunto.

Patrick si stende e si toglie il preservativo.

Stacco.

La mdp inquadra entrambi in mezza figura dall’alto. Courtney pratica del sesso orale a Patrick che, inquadrato in primo piano, non è eccitato.

PATRICK

Voglio scoparti di nuovo. Ma senza preservativo perché altrimenti non sento niente.

Primo piano di Courtney.

COURTNEY

Senza preservativo non sentirai niente comunque.

INT. UFFICIO DI PATRICK – MATTINA

 

Patrick ha le mani congiunte sul piano di cristallo della scrivania e fissa lo schermo del computer con aria stolida. Sta masticando, con lentezza esasperante, del Nuprin. Rapidamente, vediamo Patrick con la schiuma alla bocca mentre è in corso una festa.

Jean, molto elegante, entra nell’ufficio.

JEAN

Patrick, non dimenticare che alle 11 hai la riunione di lavoro.

Patrick sposta lo sguardo dallo schermo del pc a Jean, senza abbandonare l’espressione stolida.

PATRICK

Sì? C’è altro, Jean?

JEAN

(sorridendo)

Mr. Burbero, eh, oggi?

Jean posa un documento sulla scrivania.

PATRICK

(sibilando)

Sì, sciocchina. Oggi sono sono proprio Mr. Burbero.

Patrick prende il documento e lo mette dentro il primo cassetto della sua scrivania.

Jean, un po’ avvilita, esce dalla stanza.

INT. SALA RIUNIONI

 

La sala riunioni della P & P è una stanza rettangolare con una finestra che ha una vista spettacolare su New York. Le poltrone sono in pelle, il mobile bar è ben fornito di alcolici, caffè e stuzzichini freschissimi, il lungo tavolo è di ebano lucente.

Patrick è seduto accanto a Luis Carruthers (Greg Finley): Luis ha l’età di Patrick, capelli biondi corti e indossa una giacca Hugo Boss come tutto l’abito.

LUIS

Naturalmente i nostri clienti di Phoenix sono zoticoni totali.

PATRICK

(poco interessato)

Hai avuto problemi a prenotare al Propheteers?

LUIS

No, assolutamente no.

PATRICK

Che cosa avete ordinato?

LUIS

Io ho preso le ostriche affogate, il branzino e la torta di noci.

PATRICK

(sovrappensiero)

Warren ci ha mangiato una volta: ha detto che lì il branzino è ottimo.

LUIS

Il cliente ha preso il boudin blanc, il pollo arrosto e la torta al formaggio.

Patrick lo guarda, un’espressione turbata negli occhi.

PATRICK

Torta al formaggio?

LUIS

Sì…

(notando qualcosa)

Patrick, stai sudando.

PATRICK

E lei, cosa ha ordinato? La puttanella del cliente, dico.

LUIS

Lei ha preso l’insalata paesana, le cape sante e la torta al limone.

Patrick muove le mani, nevrotico. Rapidamente, vediamo Patrick con la schiuma alla bocca mentre è in corso una festa.

PATRICK

Com’erano le cape sante? Alla griglia? Al gratin? O era sashimi di capa santa?

LUIS

No, Patrick, erano… alla piastra.

Il silenzio cala nella sala riunioni. Entrano altri colleghi di Patrick.

PATRICK

Phoenix. Janet Leigh era di Phoenix… La pugnalavano nella doccia. Una scena deludente.
(pausa)

Il sangue sembrava finto.

Luis gli mette in mano il suo fazzoletto, le dita serrate a pungo di Patrick si rilassano al tocco.

LUIS

Senti, Patrick, Dribble e io andiamo a pranzo allo Yale Club, domani. Ti va di venire?

Patrick lo guarda: per un momento a Luis si sostituisce Courtney, nuda.

PATRICK

Sicuro.

(per nulla sincero)

Hai un bel vestito, Luis.

LUIS

(parla con voce femminile, che a poco a poco torna normale, imbarazzato)

Grazie, Pat. Anche tu sei elegantissimo, come sempre.

PATRICK

Hai visto il Patty Winters Show, stamattina? Erano ospiti i discendenti dei cannibali del Donner Party.

Entrano altri colleghi di Patrick e Luis: tra questi, McDermott che legge qualcosa sul suo iPhone e siede accanto a Patrick con aria imbronciata.

PATRICK

McDermott, che c’è? Non puoi tenermi il muso perché penso che la pizza del Pastels sia… bruciacchiata.

MCDERMOTT

Secca. Hai detto che è secca.

PATRICK

Chiedo scusa. Ma ho ragione: lo è.

MCDERMOTT

Ecco qua.
(porgendogli l’iPhone)

Leggi: è un pezzo sul tuo eroe, Warren Buffet.

Patrick prende il cellulare, preoccupato.

PATRICK

Devo essermelo perso.

MCDERMOTT

Già. Dov’è che si serve la miglior pizza di Manhattan, secondo Warren Buffett?

Patrick finge di leggere l’articolo.

MCDERMOTT

(altezzoso)

Che ne pensi ora della pizza del Pastels, Bateman?

PATRICK

(ridandogli il cellulare)

Be’, penso che dovrei tornare ad assaggiarla…

MCDERMOTT

(sarcastico)

Anche se è secca?

PATRICK

Senti, se la pizza del Pastels va bene a Warren, va bene anche a me.

McDermott mette il cellulare in tasca ed entrano gli ultimi colleghi di Patrick.

EST./INT. VIDEO VISIONS – SERA

 

Video Visions è una videoteca a due piani. Oltre i DVD, vende CD e vinili, e anche bevande alcoliche e analcoliche, gassate e non, snack salati e dolci.

Patrick, seguito dalla mdp, vaga per l’affollato negozio, con addosso un cappotto Ungaro Uomo, una lattina di Diet Pepsi in mano e con le cuffie nelle orecchie: in sottofondo, Greatest Love of All di Whitney Houston.

Patrick fa per avviarsi al settore dei film per adulti, ma si ferma, turbato dalla presenza di tante coppie e famiglie.

Quindi va verso uno degli scaffali e prende un DVD: Vicky Cristina Barcelona.

Patrick guarda la custodia del DVD, insoddisfatto. Quindi scorre i vari DVD presenti sugli scaffali, disposti in ordine alfabetico per titolo. Ne vediamo alcuni: Arancia meccanica, Domino, Shutter Island.

Primo piano di Patrick: pallido, la fronte sudata, la bocca aperta, le pupille dilatate. Ferma la canzone e si toglie le cuffie.

Muovendosi frenetico, Patrick si nasconde dietro un cartellone pubblicitario del film The Green Hornet. In figura intera, Patrick mette in bocca due Valium e beve la Diet Pepsi.

Patrick torna quindi agli scaffali e prende un DVD: Omicidio a luci rosse. Patrick va verso la cassa.

Una cassiera molto magra e bruttina, con capelli crespi e sporchi (Troian Bellisario), prende il DVD e la scheda d’abbonamento che Patrick le porge.

CASSIERA

È tutto?

La mdp ci mostra lo schermo del pc: è aperto un file excel, la scheda d’abbonamento di Patrick. In una colonna sono presenti le generalità di Patrick, in un’altra i DVD noleggiati: le ultime 36 celle sono occupate da Omicidio a luci rosse.

Patrick, in primo piano, annuisce.

PATRICK

Avete qualche film con Shannyn Sossamon?

CASSIERA

(perplessa)

Come?

PATRICK

Film con Shannyn Sossamon, ne avete? Shannyn Sossamon… è un’attrice, non la conosci?

CASSIERA

(scocciata)

Credo proprio di no.

Patrick la guarda, rabbioso. La cassiera scrive qualcosa sul pc.

CASSIERA

È tutto, ha detto, vero?

PATRICK

Sì…

(guarda la locandina di Omicidio a luci rosse e poi lei, boccheggiante)

Adoro la sequenza in cui la donna viene perforata con trapano elettrico: è la scena migliore del film.

Patrick si sbottona il colletto della camicia, sudato, poi poggia una mano sull’altra, tremante: respira con profondità, annuisce con forza e si sporge, vede le scarpe molto economiche della cassiera. Patrick se ne va, confuso.

Stacco.

Patrick è fuori, ancora sconvolto, ansioso: si rimette le cuffie e la canzone riprende. Un barbone è sdraiato sotto un manifesto pubblicitario di Paco Rabanne e tiene in mano un cartello su cui è scritto:

HO PERSO IL LAVORO HO FAME NON HO SOLDI PER FAVORE AIUTATEMI

Patrick, calmatosi, gli si avvicina e gli sventola davanti un dollaro. Il barbone fa per afferrare la banconota, ma Patrick la rimette nel portafogli e comincia a ridere mentre il barbone a piangere.

PATRICK

Gesù, almeno raditi, cazzo.

Patrick si allontana e vede una Lamborghini Gallardo, scintillante sotto i lampioni. Patrick la fissa affascinato: i rumori, tra cui la canzone, si fanno ovattati, le immagini sfocate.

Un filo di bava esce dalla bocca di Patrick.

INT. CASA DI PATRICK – SERA

 

Patrick sta facendo stretching, con addosso boxer e con in mano il telefono, che squilla. All’altro capo, Evelyn. La mdp inquadra alternando i due in piano americano.

EVELYN

Sono io, è da tanto che non ci sentiamo. Che hai fatto ieri sera, Patrick?

Patrick, il cordless stretto tra collo e spalla, continua a fare stretching, infastidito.

PATRICK

Perché? Cos’hai fatto tu, piuttosto?

Patrick esercitandosi beve un sorso d’acqua Evian.

EVELYN

Ho litigato con il concierge del Carlyle. Adesso però dimmi, Patrick, tu cosa hai fatto?

PATRICK

Perché avete litigato?

EVELYN

(perentoria)

Patrick.

Patrick, con tutta calma, finisce gli esercizi.

PATRICK

Ho restituito i DVD che avevo affittato.

Patrick, ridacchiando, si batte cinque.

EVELYN

(lagnosa)

Volevo venire da te. Ero terrorizzata, lo sono ancora: Gwen ammazzata, decapitata. Nella casa di fianco la mia. Non senti la mia voce?

PATRICK

Veramente, non si direbbe.

EVELYN

No, Patrick, davvero. Sono piuttosto terrorizzata. Sto tremando come una foglia. Chiedi alla mia visagista, Mia: mi ha trovata molto tesa.

PATRICK

Be’, non avresti potuto venire comunque.

EVELYN

(frignando)

Tesoro, perché no?

Patrick sbadiglia e si stiracchia.

PATRICK

Perché la testa di Gwen è nel mio freezer. Senti, ceniamo insieme? Dove?

INT. BARCADIA

 

Il Barcadia è un piccolo ristorante: i tavoli, una ventina in tutto e tutti occupati, sono solo per due, e sono disposti lungo il corridoio stretto e lungo. In fondo, un bar.

Patrick ed Evelyn sono seduti vicino alla cucina: Evelyn ha una camicetta di seta e orecchini d’oro, mentre Patrick indossa un abito a doppio petto e una camicia di seta Versace. La mdp inquadra i due in campo medio.

PATRICK

Hai visto il Patty Winters Show stamattina? Era incentrato sull’Eventualità di un Conflitto Mondiale, e stando agli esperti ci sono buone chance che scoppi entro il mese prossimo.

Evelyn non dice nulla. Patrick posa una mano sul flute di champagne quando la cameriera fa per versarci il cassis.

PATRICK

No, grazie.

EVELYN

(ridacchiando)

Guastafeste.

Evelyn beve un sorso di cassis.

PATRICK

Come sta Meredith? Sai, Price stava per rompere con lei.

EVELYN

Perché, per amor del cielo? Avevano quella meravigliosa casa agli Hamptons.

PATRICK

Lui mi ha detto che di essere stufo marcio di guardarla farsi le unghie per tutto il week-end.

EVELYN

Oh, mio dio…

(poi, confusa)

Vuoi dire… aspetta, non aveva nessuno che gliele facesse?

PATRICK

Sai, Evelyn, ho una genuina curiosità: tu andresti a letto con un’altra donna, se te la portassi in casa, e mi permetteresti di guardarvi mentre vi lavorate a vicenda? Magari mi lascereste fare il regista, che dici? Ascoltereste i miei suggerimenti. Ma credo di no, vero? Ma se ti minacciassi con un’arma? Se ti minacciassi di farti a pezzi?

Primo piano di Evelyn.

EVELYN

Dove pensi sia finito Price? C’è chi dice alla JP Morgan.

PATRICK

C’è chi dice a disintossicarsi. In clinica. In Arizona.

Evelyn spalanca la bocca, allarmata.

EVELYN

Oh mio dio.

(poi, improvvisa)

Qui fa proprio caldo, non è vero?

Patrick guarda negli occhi Evelyn.

PATRICK

Riesco a pensare solo ai manifesti pubblicitari che ho visto l’altra sera alla fermata della metropolitana, prima di fare a pezzi quei due ragazzini neri: foto di bellissime donne e uomini prestanti sorridenti, con sotto grandi e sgargianti caratteri, con frasi arzigogolate.

(si rigira il calice in mano)

Stai registrando qualcosa o pensi che potrei ottenere più attenzione da, che so, da un secchiello del ghiaccio?

Evelyn tace un momento, senza distogliere lo sguardo da Patrick.

EVELYN

Non è…

PATRICK

(sinceramente interessato)

Sì? Non è…?

EVELYN

(guardando dietro di lui)

Non è… Anne Wintour quella?

Patrick si gira, eccitato.

PATRICK

Dove?

EVELYN

Nel separé accanto all’ingresso, il secondo a partire da… Kim Karadashian. La vedi?

Patrick aguzza lo sguardo e vede due uomini (inquadrati nella sua soggettiva) ai tavoli indicati da Evelyn.

PATRICK

(deluso e avvilito)

No, mio dio, no, mio dio, Evelyn. Come hai potuto scambiare quella contadinotta per Anne?

EVELYN

Scusami.

PATRICK

Roba da pazzi.

Un breve momento di silenzio.

EVELYN

Gregory sta per diplomarsi e a settembre si iscriverà alla Columbia. Ma non so che regalo fargli per il diploma. Qualche suggerimento, tesoro?

PATRICK

Un manifesto di Les Misérables? La primissima edizione, ovvio.

EVELYN

(allegra)

Geniale, davvero, geniale.

PATRICK

Ma io non ho proprio idea di chi cazzo sia questo Gregory. Lo sai, vero?

Evelyn posa il calice e lo guarda negli occhi.

EVELYN

Mr. Bateman, mi piaci sul serio. Adoro il tuo senso dell’umorismo.

Evelyn ride in maniera genuina. Patrick resta confuso per il sincero complimento di Evelyn.

Una cameriera porta i piatti: Evelyn ha ordinato la quaglia avvolta in tortillas di mais blu con contorno di ostriche in buccia di patate, Patrick il coniglio biologico con spugnole dell’Oregon e patatine fritte alle erbe. La mdp inquadra il piatto di Patrick, che non ascolta nulla di quello che Evelyn sta dicendo: il coniglio è stato tagliato a forma di stella, le sottili patatine lo incorniciano e una salsa rossa e grumosa è spalmata in cima al piatto.

Patrick, in primo piano, sbatte gli occhi e per un momento al piatto si sostituisce pelle umana con una grossa ferita d’arma da fuoco, poi torna il coniglio. Patrick infila un dito nella carne, poi un altro, sporcandosi: guarda Evelyn, in primo piano, che continua a mangiare e a parlare. Patrick le sorride seducente, quindi con una mano (che noi vediamo in dettaglio) afferra una coscia della ragazza sotto il tavolo, pulendosi. Evelyn, in primo piano, gli sorride maliziosa.

EVELYN

I matrimoni sono così romantici. Sai, Patrick, io esigo diamanti e un bellissimo abito. Tu cosa vuoi?

PATRICK

Occhiali. Occhiali Ray-Ban per tutti.

EVELYN

E vorrei un’orchestra zydeco. O mariachi. O raggae. Qualcosa di etnico per per scioccare papà.

PATRICK

Io vorrei un fucile mitragliatore AK-47, con un caricatore da 30 colpi: così posso far saltare la testa a quella grassona di tua madre e a quella checca isterica di tuo fratello in pochi istanti.

EVELYN

(leziosa)

E montagne di cioccolatini. E ostriche. Migliaia di rose. Fotografi, magari Mario Testino o Ellen Von Unvwerth. E un regista per filmare tutto!

PATRICK

Perché non un AR-15? Ti piacerebbe, Evelyn: è l’arma più costosa in assoluto, ma vale la spesa.

Patrick le strizza l’occhio, ma lei non dice nulla, continuando a parlare: gli stringe la mano e lo guarda negli occhi.

EVELYN

Dovremmo farlo, sai. Sposarci.

PATRICK

Cosa? Il tuo kir è pieno di cocaina, per caso?

EVELYN

(mielosa)

Dovremmo farlo. Dimmi una sola ragione per cui non dovremmo farlo.

Primo piano di Patrick.

PATRICK

Perché provare a scoparti è come cercare di slinguazzare una mosca? Con un apparecchio per i denti?

EVELYN

Vuoi farlo fra tre anni quando avrai 30 anni? Sarai vecchio.

Patrick la guarda e non dice nulla.

INT. PUCK BUILDING – SERA

 

Patrick, vestito di tutto punto, un orologio d’oro al polso, vaga per la vasta sala. Il ragazzo è annoiato e beve di malavoglia dello champagne.

In un angolo, Craig e David stanno parlando con delle ragazze, mentre una band sta suonando una cover di Sweetest Thing degli U2.

Nella sala entra Courtney: la ragazza, inquadrata, indossa un top aderente e scollato. Courtney si avvicina a Patrick, tesa.

COURTNEY

(tesa)

Stai lontano da Luis, Patrick: sospetta qualcosa.

PATRICK

(guardando la sala)

Cosa? Che due più due fa quattro? Che tu sei Hilary Clinton in incognito?

(poi, sfiorandole con un dito il collo e il labbro inferiore)

Hai un’aria voluttuosa, stasera.

COURTNEY

Non sto scherzando, Patrick.

Courtney sorride e rivolge un cenno a Luis, che balla in mezzo alla sala con una ragazza: indossa un vestito Hugo Boss e un farfallino. Luis ricambia il cenno e Patrick alza i pollici.

COURTNEY

Che testa di cazzo.

PATRICK

(finendo lo champagne)

Senti, me ne vado. Perché non ti fai un ballo con quel bidone della spazzatura?

Courtney gli agguanta un braccio.

COURTNEY

Dove vai?

PATRICK

Courtney, non ho nessuna intenzione di sperimentare un altro dei tuoi sfoghi emotivi. Inoltre, le tartine e lo champagne fanno schifo.

COURTNEY

Scendi nei dettagli, Bateman: mica vai da Evelyn?

PATRICK

Forse.

COURTNEY

Patrick, non piantarmi qui. Non voglio che tu te ne vada.

Patrick le porge il suo bicchiere vuoto.

 

PATRICK

Devo restituire dei DVD.

Patrick esce dalla sala. Courtney, inquadrata in primo piano, si mordicchia il labbro.

EST. STRADA

 

Patrick cammina dalle parti della Quattordicesima: oltrepassa dei ragazzi di colore che gli offrono del crack, un’edicola, una tintoria, un diner, tutti chiusi. Le strade sono deserte: solo il rumore di alcuni taxi lontani. Ci sono delle prostitute agli angoli delle strade, accanto a lampioni fulminati, e dei transessuali e dei drogati, marciapiedi rigati di urina e manifesti pubblicitari sbrindellati.

Un barbone, un nero, è sdraiato su una grata all’ingresso di un negozio abbandonato: accanto ha un un carrello pieno di vecchi giornali, bottiglie e lattine. Sul carrello è attacco un pezzo di cartone su cui è scritto:

HO FAME E SONO SENZA CASA PER FAVORE AIUTATEMI

Patrick gli si avvicina, arricciando il naso per l’odore che proviene dall’uomo, inquadrato: robusto e sui quaranta anni, la barba di qualche giorno, il naso rosso e solcato di capillari e i denti sporchi. Patrick sorride al barbone, che è parecchio ubriaco.

PATRICK

Salve.

(porgendogli la mano)

Patrick Bateman.

Il barbone lo fissa: indossa una tuta in poliestere verde lime e sopra un paio di jeans scoloriti con un maglione dal collo a V arancio e marrone, strappato e pieno di chiazze di borgogna.

PATRICK

(gentile)

Vuoi qualche soldo? Qualcosa da mangiare?

Il barbone annuisce e si mette a piangere.

Patrick si fruga in tasca e tira fuori un biglietto da dieci dollari. Primi piani alternati di entrambi.

PATRICK

È di questo che hai bisogno?

BARBONE

(annuendo)

Ho tanta fame.

PATRICK

Fa anche freddo fuori. No?

BARBONE

(scosso da convulsioni)

Ho tanta fame.

PATRICK

Perché non ti trovi un lavoro?

Il barbone sospira e singhiozza.

BARBONE

Il mio lavoro l’ho perso.

PATRICK

(davvero interessato)

Perché? Bevevi? Hai passato informazioni riservate alla concorrenza?

BARBONE

(raggomitolandosi e singhiozzando)

Mi hanno licenziato. Mi hanno sbattuto fuori. A causa della crisi…

Patrick annuisce.

PATRICK

Brutta storia. Perché non te ne trovi un altro?

BARBONE

(tossendo)

Non sono…

Il barbone viene scosso da un tremito e non termina la frase.

PATRICK

Non sei cosa? Qualificato?

BARBONE

Ho tanta fame.

PATRICK

Lo so, lo so. Cristo, sembri un disco rotto. Sto cercando di aiutarti.

BARBONE

Ho fame.

PATRICK

Senti. Pensi sia giusto prendere soldi a chi un lavoro ce l’ha? A chi lavora? Trovati un lavoro, cazzo. Hai un atteggiamento negativo. Ecco cosa ti blocca. Devi rimetterti insieme: ti aiuterò io.

BARBONE

Lei è così gentile, signore. Così comprensivo. Lei è una persona buona, lo so.

Primo piano di Patrick, che sorride.

PATRICK

Sai che hai proprio un cattivo odore? Che tanfo, mio dio… puzzi. Puzzi di merda.

Il barbone continua a piangere.

PATRICK

Lo sai? Cazzo, guardami e smettila di piangere come una checca. Mi spiace, buon uomo… è solo che… non lo so… non ho niente in comune con te.

Il barbone non dice nulla. Patrick rimette nella tasca della sua giacca Soprani la banconota e infila in tasca l’altra mano.

Il barbone, inquadrato in primo piano, continua a piangere.

PATRICK

Lo sai che sei proprio un perdente, cazzo?

Il barbone annuisce.

Patrick estrae un coltello a serramanico dalla lama lunga e sottile: lo spinge nell’occhio destro del barbone, ruotando il manico. Il barbone, sorpreso, resta fermo e apre solo la bocca. Patrick lo fa alzare e gli tira giù i pantaloni: le cosce del barbone, viste in dettaglio, sono infiammate. Patrick lo colpisce mollemente al ventre, poco sopra il pube, con dei pugni: il barbone fa per difendersi, ma Patrick lo colpisce tra le dita e sul dorso delle mani. Patrick gli afferra la testa con una mano e gliela spinge all’indietro, tira fuori il coltello dall’occhio e lo infila nell’altro. Il barbone comincia a gridare e a spruzzare sangue: zampilli finiscono sulla giacca di Patrick, che pulisce la lama del coltello sul volto dell’uomo, tagliandoglielo. Poi gli getta un quarto di dollari sulla sua faccia insanguinata.

PATRICK

(calmo)

Ecco un quarto di dollaro. Comprati una gomma da masticare, brutto negro, cazzo.

Patrick se ne va via, calmo e fischiettando Good morning dalla colonna sonora di Singing in the rain.

Stacco.

Patrick sta camminando lungo una strada illuminata dai cartelloni pubblicitari: è euforico e inebriato.

Patrick entra in un Kentucky Fried Chicken.

INT. LIMOUSINE – SERA

 

La mdp inquadra in campo medio Patrick, Evelyn, Luis Carruthers, Courtney, Paul Owen e una ragazza dai capelli lunghi castani e un naso pronunciato: è Ashley, la sua fidanzata.

Tutti sono eleganti e bevono champagne, nervosi. La tv è accesa: una conferenza stampa di Barack Obama, ma il volume non c’è e nessuno presta attenzione alle immagini a parte Patrick.

LUIS

I biglietti in prima fila erano per i clienti giapponesi, ma quei musi gialli non sono venuti qui e non sono riuscito a rivenderli. Vedrete che vi piacerà: Warren Buffett è un suo grande fan.

PATRICK

Luis, sei un coglione. Lo sai che odio la musica dal vivo.

PAUL

Marcus, dai, Cecelia è contenta di venire al concerto, non è vero, Cecelia?

Evelyn, cui era rivolto il commento di Paul, non risponde, intenta com’è a guardare con odio Courtney.

PATRICK

Qualcuno ha visto il Patty Winters Show stamattina? Era incentrato sulle Vittime degli Squali.

Nessuno risponde. Dettaglio della tv che trasmette la conferenza stampa.

Primo piano di Patrick.

INT. STADIO

Restiamo sul primo piano di Patrick, infastidito dal rumore e dalla folla che canta e si muove a squarciagola al ritmo di Dancing In The Dark di Bruce Springsteen.

Patrick ha accanto Courtney.

PATRICK

(gridandole)

Luis è una volpe. Non sospetta nulla.

Vediamo Springsteen sul palco.

Luis fa cenno a Courtney di scambiarsi di posto, lei stringe una coscia di Patrick.

COURTNEY

Credo che avremmo bisogno di farci, stasera!

Patrick annuisce, Courtney lascia il posto a Luis.

LUIS

Le ragazze si annoiano.

Torniamo a vedere Springsteen che si muove frenetico sul palco. Poi torniamo su Patrick e Luis in campo medio.

PATRICK

Courtney vuole che le procuriamo un po’ di cocaina.

LUIS

(imbronciato)

Fantastico.

PATRICK

Dov’è che abbiamo prenotato?

LUIS

Al Brussels!

PATRICK

E se non ce la facciamo? Potremmo andare a quel sushi bar davvero figo nell’Upper West Side di cui ho letto bellissime parole su Internet.

LUIS

Bateman, io odio i giapponesi.

Inizia una nuova canzone: Born To Run.

Patrick fissa Carruthers.

PATRICK

Che c’entra questo?

LUIS

Lo sai, lo sai. Risparmiano e copiano da noi, e poi ce lo mettono nel culo, qui bastardi con gli occhi a mandorla.

Springsteen, fuori campo, tende una mano verso di loro. Patrick lo manda al diavolo e nota Owen con le mani sulle orecchie.

PATRICK

Da quanto ti risulta, Paul Owen gestisce ancora il portafoglio Fisher?

LUIS

Sì, immagino di sì.

Patrick si muove. Vediamo Springsteen, di cui vengono inquadrati in primo piano i piedi, muoversi nello stesso momento.

PATRICK

Vado a parlargli.

Patrick va verso Owen. Istintivamente (noi lo vediamo in primo piano), Patrick alza lo sguardo al palco e nota che Springsteen sta muovendosi nella stessa direzione di Patrick.

Springsteen, inquadrato fugacemente, guarda Patrick, mentre canta e suona.

Patrick risponde al suo sguardo.

La luce dietro il cantante (non inquadrato) si fa rossa. Il cuore di Patrick accelera il suo battito, il forte rumore si sostituisce alla canzone.

La mdp stringe sul primo piano di Patrick, mentre tutto si fa attutito, lontano.

Vediamo Springsteen annuire. Patrick annuisce a sua volta.

SPRINGSTEEN

(voce al ralenty)

Io sono il demonio e sono identico a te.

Poi tutto ritorna normale: Springsteen va all’altro lato del palco, sempre cantando e suonando (Badlands), lasciando Patrick rosso e sudato.

Patrick, risoluto, va da Paul Owen.

PATRICK

Ehi. Come va?

PAUL

Marcus.

PATRICK

Sei sempre tu a gestire il portafoglio Fisher?

PAUL

Sì. Sono un ragazzo fortunato, eh, Marcus?

PATRICK

Altroché. Come hai fatto?

PAUL

Be’, gestivo il portafoglio Ransom, e da cosa nasce cosa.

Paul si stringe nelle spalle e Patrick lo guarda con odio. Ma Paul gli sorride.

EST. STRADA – POMERIGGIO

 

La scena seguente è girata in piano sequenza, a un ritmo accelerato. Le immagini sono sgranate e velocissime.

Patrick è molto sudato, i capelli attaccati alla fronte, le pupille dilatate, pallido, la bocca aperta e screpolata, viola, in preda a un fortissimo attacco d’ansia.

Patrick ha il cellulare in mano, che squilla: gli squilli sono fortissimi e si mischiano ai rumori della strada.

PATRICK

(mentre il telefono squilla)

Dove cazzo sono andato a pranzo? Oh dio non riesco a ricordare. Stamattina il Patty Winters Show era incentrato sul tema Aspirina: può Salvarti la Vita? Poi non ricordo più nulla!

Qualcuno risponde: Jean. Noi ne sentiamo la voce fuori campo.

JEAN

Pronto?

PATRICK

Jean? Pronto, Jean? Jean, aiutami!

JEAN

Patrick, sei tu?

PATRICK

Aiutami, Jean!

JEAN

Patrick… ha chiamato Jesse Foster. Ha prenotato per le otto di stasera al Merlose. Patrick? Dove sei?

PATRICK

Jean… non sono…

JEAN

E poi ha chiamato anche Todd Lauder…

PATRICK

(allontanandosi la cravatta)

Che cazzo stai dicendo, stupida puttana?

JEAN

Dove sei, Patrick? C’è qualcosa che non va?

PATRICK

Smettila di essere così depressa, cazzo!

Patrick chiude la comunicazione e si allontana, respirando forte, aggrappandosi poi a un cestino dei rifiuti, sudando: la gente gli passa davanti, indifferente. Patrick la guarda torvo. Poi Patrick comincia ad avere di crampi allo stomaco così forti che è costretto a buttarsi a terra con le mani sulla pancia, piegato in due.

Patrick urla, ma la gente non fa caso a lui. Patrick si rialza, entrando in un ferramenta poco lontano: ne esce poco dopo con in mano un set di coltelli da macellaio, e in una busta un’ascia e un bottiglia di acido.

Patrick entra in un negozio d’alimentari. Seguito dalla mdp, Patrick vaga per i corridoi, in preda all’incertezza, si avvicina alla sezione degli insaccati e prende una confezione di prosciutto: la apre con le chiavi e inizia a ingozzarsi con le fette.

CASSIERE

(f. c.)

Che sta facendo? Guardi che chiamo la polizia.

Patrick lo guarda e scappa via.

Fuori, si appoggia al muro, dove campeggia un manifesto di Chloé con una bella modella sorridente. Patrick vomita a terra, poi bacia la ragazza sulle labbra, lasciando fiotti di bile marrone. Sul manifesto qualcuno ha scarabocchiato:

LESBICA

Patrick prende dalla tasca gli occhiali da sole e li getta a un gruppo di barboni che lo stavano ignorando, e comincia a correre.

PATRICK

Devo affittare i DVD, devo affittare i DVD…

Patrick correndo va a sbattere contro un uomo.

UOMO

Ciao, Kinsley.

Patrick, mentre la mdp gli si avvicina per un primo piano, gli rutta in faccia strabuzzando gli occhi, la bile che gli cola dalla bocca.

UOMO

(imperturbabile)

Ci si vede al Fluties, d’accordo? Con Severt!

Patrick digrigna i denti e indietreggiando finisce sulla bancarella di un negozio: la frutta rotola sull’asfalto. Il padrone, un coreano, comincia a urlare. Patrick gli allunga la sua American Express e una banconota da 20 dollari: il coreano li prende ma continua a urlare e stringere il bavero della giacca di Patrick.

PATRICK

Va’ a farti fottere, coreano del cazzo!

Patrick lo spinge via e proprio in quell’istante il coreano comincia a cantare I Dreamed A Dream da Les Misérables, che continua per tutta la scena.

Patrick, incespicando e sbattendo contro persone e cose, si allontana da lui, confuso, e sbatte contro uno spacciatore di crack: Patrick senza pensarci gli dà 50 dollari e lo spacciatore gli allunga 5 fialette. Patrick tenta di portarle alla bocca e di mangiarle: lo spacciatore lo fissa, sconcertato e divertito. Patrick lo prende per il collo.

PATRICK

Il motore migliore ce l’ha la Mercedes SLS AMG!

Patrick lo lascia andare e con le scarpe comincia a dare calci ai piccioni. Entra in un ristorante: seguito dalla mdp, va da una donna molto anziana, grassa e bassa.

PATRICK

Senta, ho una prenotazione. A nome Bateman. Dov’è il maître? Jackie Mason mi conosce.

La donna cerca il menu: parla molto velocemente.

DONNA

Posto ce n’è. Non servono prenotazioni.

Patrick le strappa di mano il menù e corre a sedersi vicino all’ingresso, poi legge il menù.

PATRICK

(urlando scioccato)

Che piatti ordinari! Cos’è, uno scherzo?

Patrick alza lo sguardo di scatto e vede una cameriera.

PATRICK

Voglio un cheeseburger. Anzi, un doppio cheeseburgher.

CAMERIERA

(anche lei parla velocissima)

Niente formaggio. Cucina kosher.

Patrick non capisce che dice.

PATRICK

Benissimo. Un kosherburger ma col formaggio!

CAMERIERA

Niente formaggio, signore. Cucina kosher…

PATRICK

Oh, dio, che cos’è? Un incubo? Cazzo d’un ebrea! Avete formaggi freschi? Posso assaggiarli?

CAMERIERA

Vado a chiamare il direttore.

PATRICK

Fa quello che ti pare. Ma intanto portami qualcosa da bere. Un milk-shake alla vaniglia.

CAMERIERA

Niente milk-shake. Cucina kosher. Vado a chiamare il direttore.

PATRICK

No, aspetta. Che cazzo sta succedendo?

Patrick sbatte la sua AmEx di platino sul tavolo.

CAMERIERA

(ora la voce è lentissima)

Niente milk-shake. Cucina kosher…

PATRICK

Allora portami uno shake al malto, cazzo!

Patrick sputa sul menù. Lei si limita a guardarlo.

PATRICK

(urlando)

Ultraconcentrato!

Arriva il direttore, identico alla cameriera ma pelato.

PATRICK

(alzandosi)

Vaffanculo succhiacazzi d’un ebreo ritardato.

Patrick esce dal ristorante.

Fine piano sequenza.

EST. CENTRAL PARK WEST, TRA LA 76a E LA 75a – POMERIGGIO

 

Patrick cammina per la strada, bagnata: ha smesso da poco di piovere. Patrick indossa dei blue jeans e una giacca Armani, scarpe Manolo Blahnik, guanti di camoscio Armani, un trench Ferré e porta in una mano una valigetta Louis Vuitton.

Patrick è arrabbiato e sta parlando al cellulare.

PATRICK

(borbottando)

Che stronzo quel Clifford, il commesso che mi serve da Armani. Mi ha avvertito solo ora della svendita speciale della boutique sulla Quinta. Svendita di due settimane fa! E quell’altro stronzo del portiere iraniano: forse sarà stato lui a trattenermi il biglietto con cui Cliff mi avvertiva, chissà, per farmi uno scherzo di cattivo gusto, coglione. Sono proprio incazzato per essermi perso la svendita: il mondo il più delle volte non è solo cattivo ma addirittura crudele.

Patrick chiude la comunicazione e incrocia un uomo più o meno della sua età, capelli impomatati. Lo vediamo molto brevemente in primo piano.

 

UOMO

(sorridendogli)

Ciao, Kevin.

Patrick non risponde al saluto e l’uomo continua per la sua strada.

Patrick continua a camminare: un giocoliere con cappa e cilindro si dà da fare di fronte a una piccola folla indifferente, manifesti pubblicitari e cinematografici sbiaditi rivestono le finestre di un ristorante abbandonato (ne leggiamo l’insegna in lettere viola: Palace), spazzatura e gente che va avanti e indietro.

Patrick, che ora si trova a Central Park West, si ferma davanti all’ingresso del Café des Artists: davanti l’ingresso è parcheggiata una limousine.

Patrick si guarda lungo il riflesso della sua faccia nei vetri oscurati dell’auto, inquadrato dalla mdp: la bocca si muove per conto suo, la lingua è coperta di saliva e gli occhi sbattono in maniera incontrollabile, le mani sono serrate a pugno, le dita si stringono e si schiudono.

PATRICK

(sussurrando)

Devo entrare da D’Agostino’s, prenotare un tavolo al Dorsia, scoparmi Courtney ed Evelyn insieme, comprare l’intera discografia di Elvis Costello in vinile e farmela firmare da lui…

Patrick nota, e noi con lui, che sulla strada è comparso un Uomo sui 35 anni: indossa un dolcevita di cachemire e un cappello di feltro e tiene al guinzaglio uno sharpei bianco e marrone (Justin Timberlake). Patrick si ferma vicino a una BMW, mentre l’uomo gli si avvicina.

L’uomo col cane ha un paio di baffetti, è decisamente in salute e osserva da capo a piedi Patrick, mentre il cane, inquadrato dalla mdp, annusa un albero e poi un sacco della spazzatura vicino alla macchina.

PATRICK

(sorridendo)

Bel cane.

Patrick si abbassa, il cane ringhia.

UOMO

(con forte voce femminile)

Richard.

L’uomo lancia un’occhiataccia al cane, poi riguarda Patrick con l’aria di volersi scusare.

PATRICK

(appoggiando a terra la valigetta)

Oh, non è nulla.

(comincia ad accarezzare il cane)

È uno sharpei, vero?

UOMO

(con una pronuncia blesa)

No. Sharpei.

Patrick continua ad accarezzare il cane.

UOMO

L’accento va sull’ultima sillaba.

PATRICK

(alzandosi e sorridendo)

Be’, comunque sia: è uno splendido animale.

Primo piano dell’uomo.

UOMO

Oh, grazie.
(poi, esasperato)

Mi costa una fortuna.

Patrick si abbassa di nuovo per accarezzare il cane: le sue mani sono inquadrate in dettaglio.

PATRICK

Davvero? Perché?

UOMO

Non ci crederà. Vede, le borse intorno agli occhi gli devono venire asportate chirurgicamente ogni due anni, così dobbiamo andare fino a Key West, dove c’è l’unico veterinario al mondo di cui mi fidi, che ogni volta con un piccolo taglietto permette a Richard di tornare a vederci benissimo, non è vero, tesorino?

Il gay sorride contento mentre Patrick continua ad accarezzare il cane con languore.

UOMO

(dopo una breve pausa)

Senta, mi vergogno a dirlo, è una domanda così stupida.

Il gay scoppia a ridere, cosa che fa anche Patrick.

PATRICK

Prego, mi dica pure.

UOMO

Lei fa il modello? Potrei giurare di averla vista su una rivista o da qualche altra parte.

PATRICK

No, non faccio il modello. Ma sono lusingato.

UOMO

Ecco, il fatto è che lei sembra una stella del cinema. Non lo so.

(poi, tra sé, sussurrando)

Smettila, stupido, sei imbarazzante.

PATRICK

Ha visto il Patty Winters Show stamattina? Era incentrato sulle Donne Mastectomizzate.

Patrick si abbassa di nuovo, come a voler raccogliere la valigetta, ma la apre e ne estrae un affilato coltello a serramanico, non visto dall’uomo.

Patrick, con la mano sinistra, prende il cane e lo ferma al lampione: il cane tenta di azzannarlo, ma Patrick lo stringe molto forte, mentre gli spinge il coltello nello stomaco aprendogli la pancia: il sangue dell’animale spruzza a terra mentre le gambe scalciano.

Patrick lascia cadere il cane, inquadrato: gli organi interni penzolano.

UOMO

(scioccato)

Oh dio oh dio oh dio.

Vediamo la scena in campo medio.

Per la strada si diffondono i guaiti dolorosi del cane: Patrick si volta e spinge il gay con il guanto insanguinato contro le portiere dell’auto. Patrick colpisce l’uomo col coltello più volte alla testa e sulla faccia, finendo poi per squarciargli la gola due volte: il sangue, inquadrato in dettaglio, zampilla sulla macchina, il cui allarme scatta.

Il gay cade a terra, mentre il sangue sgorga e imbratta il selciato della strada. Patrick pulisce il coltello sui vesti dell’uomo e lo ripone nella valigetta, da cui prende anche una pistola silenziata. Senza guardarsi attorno, Patrick spara al gay due colpi in faccia, poi si allontana, fischiettando Fernando degli ABBA, mentre il cappotto aperto svolazza a causa del vento.

EST./INT. AUTO/STRADA – NOTTE

 

Patrick è al volante di una Porsche 911 Carrera 4S. Guarda fuori, con attenzione e scrupolo, quindi vede, e noi con lui, una Ragazza snella e con lunghi capelli biondi (Brooklyn Decker): la ragazza indossa un paio di hot-pants, una T-shirt bianca e un giubbotto di pelle. La ragazza è una prostituta: ci sono altre prostitute, per lo più di colore e asiatiche e alcune a gruppi, lungo la strada.

Dietro la snella figura della ragazza, un magazzino abbandonato su cui li legge la parola:

C A R N E

Il cielo è sereno e senza nuvole.

Patrick abbassa il finestrino e accende la luce dell’abitacolo: indossa uno smoking. La ragazza, in figura intera, sorride.

PATRICK

Non ti avevo mai vista, da queste parti.

PROSTITUTA

Evidentemente non avevi guardato bene.

PATRICK

Ti andrebbe di vedere il mio appartamento?

La ragazza guarda l’auto, poi Patrick, di nuovo l’auto.

PROSTITUTA

Di norma no.

La ragazza guarda verso un angolo buio tra due edifici sull’altro lato della strada. Patrick prende il portafogli.

PATRICK

Dai, vieni nel mio appartamento.

PROSTITUTA

Di norma non lo faccio.

Patrick le allunga 300 dollari, lei li prende senza fiatare.

PROSTITUTA

Ma posso fare un’eccezione.

INT. APPARTAMENTO DI PATRICK

 

Patrick è alla scrivania: il computer è acceso, vediamo il sito Internet di un’agenzia che offre escorting, la Cabana Bi Escort Service.

PATRICK

Mi raccomando, che sia bionda e sia disposta a fare una cosa a tre.

Patrick resta in ascolto.

PATRICK

Bene. Sì, Paul Owen.

Patrick riattacca ed entra in bagno: la prostituta sta lavandosi nella vasca, e sorseggia nel frattempo del vino bianco da un calice con il gambo sottile.

Patrick siede sul bordo della vasca, esaminando il corpo della ragazza. Fissa a lungo il collo, inquadrato in dettaglio.

PATRICK

(versando dell’olio profumato)

Stai bevendo dell’ottimo chardonnay, Christie.

Christie non risponde.

PATRICK

(strizzandole leggermente un seno)

Voglio che ti lavi la vagina.

Christie si stringe nelle spalle, poi fa per portarsi una mano in mezzo alle gambe.

PATRICK

(calmo)

No, da dietro. Mettiti in ginocchio. Voglio guardare, hai un bellissimo corpo.

Christie si gira e si mette carponi.

La mdp stringe sul volto di Patrick.

Christie sussulta mentre Patrick le tocca il corpo.

Poi il citofono suona.

PATRICK

Esci dalla vasca e asciugati: prendi una vestaglia dall’armadio, ma non la Bijan e poi raggiungi me e Sabrina in soggiorno per un drink.

 

Patrick torna in soggiorno e poi in cucina, dove versa un calice di vino.

La porta suona. Patrick va ad aprire, trovandosi di fronte una Ragazza di 25 anni, dal corpo minuto, occhi nocciola e zigomi particolari: Sabrina (Sasha Grey).

Sabrina ha i capelli scuri, e Patrick a vederli è scioccato e rabbioso: poi nota l’abbigliamento di Sabrina – pantaloni neri molto aderenti, top a fiori e scarpe dal tacco a spillo – e si calma.

Patrick guida Sabrina in soggiorno, con la mdp che li precede.

PATRICK

(indicando il divano)

Prego, siediti.

Sul tavolino di fronte il divano, due calici di vino. Appena Sabrina siede sul divano, nel soggiorno entra Christie con addosso un accappatoio bianco Ralph Lauren.

Patrick le fa cenno di sedersi accanto a Sabrina: le due si scambiano un cenno di saluto.

Mezza figura di Patrick, sistemato sulla poltrona di fronte a loro.

PATRICK

(schiarendosi la voce)

Allora, non volete sapere di cosa mi occupo?

Loro lo fissano, con un sorriso stampato in faccia.

CHRISTIE

No.

SABRINA

(sorridendo)

No, veramente.

Patrick accavalla le gambe.

PATRICK

(irritato)

Be’, lavoro a Wall Street. Alla Pierce & Pierce.

Pausa: Patrick guarda prima Christie, poi Sabrina.

PATRICK

Ne avete sentito parlare?

Le due restano in silenzio per un momento.

PATRICK

Ne avete sentito parlare?

SABRINA

Ha a che fare con Macy’s?

PATRICK

Macy’s?

SABRINA

Sì, la P & P non è un negozio di scarpe?

Patrick la fissa torvo, Sabrina si stringe nelle spalle. Christie si alza e vaga per l’appartamento.

CHRISTIE

Hai proprio una bella casa, Paul.

(avvicinandosi al Rothko)

Quanto ti è costato questo quadro?

 

Primo piano di Patrick.

PATRICK

Non sono proprio affari tuoi, Christie, ma ti assicuro che non era scontato. Come tutto quello che vedi qui.

Patrick si alza per andare in cucina a prendere il vino. Nella sua soggettiva, vediamo Sabrina prendere un pacchetto di sigarette.

PATRICK

No, niente fumo, qui.

Sabrina sorride e ripone il pacchetto nella borsetta. Patrick torna in soggiorno con la bottiglia e un vassoio di cioccolatini: lo porge a Christie, che lo guarda e scuote la testa. Patrick va quindi da Sabrina, che sorridendo ne prende uno. Patrick nota che il calice della ragazza è ancora pieno.

PATRICK

Non voglio ubriacarti, ma quello che non stai bevendo è un ottimo chardonnay.

Patrick posa il vassoio di cioccolatini sul piano di cristallo del tavolino da caffè e torna a sedersi, facendo segno a Christie di fare altrettanto: lei ubbidisce.

Sabrina mangia lenta il cioccolatino, poi ne prende un altro.

PATRICK

Siete mai state all’estero? In Europa?

Entrambe scuotono la testa dopo aver scambiato un’occhiata d’intesa.

PATRICK

Siete mai andate all’università? E, se sì, dove?

Entrambe scoccano un’occhiataccia.

INT. STANZA DA LETTO

 

In sottofondo, Why Do I still Sleep? dei Popol Vuh.

Tutta la scena è avvolta in una penetrante luce rossastra.

Patrick è seduto sulla poltrona, nudo. Sabrina sta spogliandosi lentamente e indossa poi un baby-doll di pizzo Christian Dior che Patrick le allunga, mentre Christie è nuda tranne che per un foulard di seta annodato attorno al collo e un paio di guanti di velluto.

Primo piano di Patrick.

PATRICK

(a Sabrina, indicando Christie)

Leccala. Annusale ogni centimetro di pelle.

Sabrina bacia Christie, entrambe in primo piano, poi scende lungo il suo corpo, noi restiamo sul primo piano di Christie.

CHRISTIE

(muovendosi eccitata)

Vengo…

Christie, vista in mezza figura, si pizzica i capezzoli e ha un orgasmo. Patrick, visto da dietro, si alza dalla poltrona e si avvicina alle due ragazze.

Vediamo la scena dall’alto Patrick si sdraia supino sul futon. Chrstie e Sabrina gli si avvicinano: Patrick toglie i guanti alla prima e la bacia, con una mano le strizza i seni, mentre poggia l’altra sulla testa di Sabrina che, inginocchiata sul letto, gli pratica del sesso orale, con addosso ancora il baby-doll: Patrick scende con la mano lungo la schiena di Sabrina, finendo con le dita tra le sue mutandine.

Patrick spinge giù Christie, le due si alternano nel sesso orale, noi restiamo su Patrick che, eccitato, strappa di dosso il baby-doll a Sabrina.

PATRICK

(a Christie, strizzando i seni di Sabrina)

Leccala, succhiale la clito.

Primo piano di Patrick che sorride estasiato ed eccitato, mentre sentiamo i gemiti di tutt’e due le ragazze.

Patrick sfila via dal collo di Christie il foulard e si sporge per leccare i seni di Christie, e allo stesso tempo masturba Sabrina: entrambe le ragazze si baciano (la mdp resta sui loro primi piani).

Patrick spinge via Sabrina e penetra da dietro Chrstie: la ragazza bacia Sabrina che ha una mano tra le gambe.

CHRISTIE

Scopami, godo, oh dio…

Patrick ansima, eccitato. Sabrina lo bacia e infila alcune dita nella bocca, mentre Patrick le tira i capezzoli.

Patrick e Christie si mettono a smorzacandela, Sabrina bacia la ragazza, una mano tra le sue gambe: tutt’e tre vengono visti in mezza figura.

Primo piano Patrick: urla mentre viene. La musica sfuma.

Stacco.

Sabrina, Patrick e Christie sono a letto: sono svegli e non parlano. Patrick si alza e va all’armadio, lo apre, lasciandoci vedere l’interno: accanto a una pistola sparachiodi, un appendiabiti di metallo, un coltello da burro arrugginito, una scatola di fiammiferi.

Patrick prende l’appendiabiti, il coltello, la scatola.

PATRICK

(voltandosi)

Non abbiamo ancora finito…

Stacco.

Vediamo la scena seguente in piano sequenza.

Patrick accompagna Sabrina e Christie alla porta: entrambe sono vestite e piangono. La prima zoppica e ha sulle spalle profondi graffi, la seconda ha un occhio gonfio e delle bruciature sulle guance.

Patrick, senza parlare, apre la porta e le fa uscire. Poi torna in stanza da letto: sul comodino accanto al letto ci sono alcuni kleenex sporchi di sangue e un pacchetto di sale da cucina.

Fine piano sequenza.

EST. ANDRONE CARLY SIMON’S – SERA

 

Patrick, abito Valentino e camicia Armani, è acquattato nell’androne di un ristorante abbandonato. Intorno a lui il nulla, eccezion fatta per le numerose decorazioni natalizie.

In strada passa un fattorino orientale e Patrick gli salta addosso: lo sbatte giù dal motorino e lo trascina nell’androne. Patrick velocemente gli squarcia la gola. Il fattorino scalcia mentre il sangue sgorga e scorre copioso a terra.

Patrick apre le confezioni di cibo e rovescia addosso al fattorino il contenuto: cibo cinese. Patrick controlla sull’ordinazione il nome del cliente del ristorante: Sally Rubinstein. Patrick prende una penna e scrive qualcosa sul retro del foglietto:

Sto per arrivare anche da te… puttana

 

Patrick sistema il foglietto sulla faccia insanguinata del fattorino cinese, vista in primo piano. Patrick va via.

INT. SALONE CASA DI EVELYN

 

Vediamo inquadrato dall’alto il salone di casa di Evelyn, pieno di gente. Ai lati del caminetto svettano due grossi abeti argentati, coperti di lucine bianche che si accendono e si spengono a intermittenza. Lo stereo diffonde canzoni di Natale. Un barista in smoking serve gli alcolici: le bottiglie sono allineate lungo il bar assieme a vasi di stelle di Natale.

La mdp ci mostra poi con una carrellata laterale un lungo tavolo coperto da un drappo rosso è colmo di vassoi e piatti e scodelle piene di, tra le altre cose, aragoste e ostriche e tartine di caviale e gnocchi al gratin e soufflé di pernice arrosto con peperoncini verdi, pasticci di carne e cioccolatini. Candele accese ovunque, ognuno in un candelabro d’argento massiccio. Nani in costume rosso e verde da elfo e cappello di feltro stanno passando in giro vassoi di antipasti.

Patrick entra in soggiorno e osserva i nani confuso e inquieto: punta al bar e passa davanti a tre persone che bevono e parlano: uno è giovane, sui 30 anni con occhiali e capelli castano-biondi, il secondo biondo e sui 50 anni, il terzo sui 70 anni con barba.

Patrick resta vicino al bar, mentre beve un Martini con doppia Absolut, osservando i nani, sempre inquieto.

PATRICK

C’è troppo rosso, mi rende nervoso.

Il biondo sui 50 anni gli si avvicina.

UOMO

Ehi, McCloy. Che stai dicendo?

Patrick fa per rispondere, ma viene interrotto da Evelyn che si precipita su di loro: la ragazza ha in mano un rametto di vischio, che sistema sulla testa di Patrick (anche lei sulla testa ha un rametto di vischio), mentre nell’altra regge un lecca-lecca.

EVELYN

Attenti al vischio!

(bacia Patrick su una guancia)

Buon Natale, Patrick. Buon Natale, Jimmy.

Jimmy sorride, poi va via. Patrick guarda il rametto di vischio sulla testa di Evelyn.

PATRICK

(incerto)

Buon… Natale.

EVELYN

Sei in ritardo, tesoro.

PATRICK

(blando)

Non sono in ritardo: sono arrivato tra i primi, solo che non te ne sei accorta.

EVELYN

(succhiando il lecca-lecca)

Dai, smettila di fare gli occhiacci. Sembri il Grinch.

(facendo la voce da bambina)

Che cosa desidera Mr. Grinch per Natale?

Primo piano di Patrick.

PATRICK

Mr. Grinch desidera un impermeabile Burberry, un maglione di cachemire Ralph Lauren, un Rolex nuovo, un humidor…

EVELYN

(smettendo di succhiare il lecca-lecca)

Ma tu non fumi, tesoro…

PATRICK

Lo voglio lo stesso.

EVELYN

(preoccupata)

Com’è l’insalata Waldorf?

PATRICK

Deliziosa.

Patrick allunga il collo e improvvisamente diventa sconvolto.

PATRICK

Ehi, non mi avevi detto che avevi invitato Laurence Tisch.

EVELYN

(voltandosi)

Ma cosa dici?

PATRICK

Perché, non è Laurence Tisch quello che passa in giro un vassoio di tartine?

EVELYN

Oh, dio, Patrick, quello non è Laurence Tisch, quello è uno degli elfi di Natale. Elfi. Gli aiutanti di Babbo Natale.

Patrick, guardando gli elfi e sudando, rifila a Evelyn l’insalata e va verso Paul Owen, che regge un flute di champagne e studia un orologio di argento che ha al polso.

Patrick gli porge la mano destra e allo stesso tempo con la sinistra prende un Martini dal vassoio di un elfo.

PATRICK

Owen!

PAUL

(stringendogli la mano)

Marcus! Buon Natale. Come va? Oberato di lavoro, immagino.

PATRICK

È da un po’ che non ci si vede. Oberato anche tu, eh?

PAUL

Be’, arriviamo adesso dal Knickerbocker Club.

Primo piano di Patrick.

PATRICK

Dovremmo pranzare insieme, uno di questi giorni.

PAUL

Sì, sarebbe fantastico. Magari potresti portare…

PATRICK

Cecelia?

PAUL

Sì, Cecelia.

PATRICK

Oh, Cecelia ne sarà felicissima.

Paul sorride.

PATRICK

Potremmo andare al Le Bernardin, per mangiare un po’ di frutti di mare.

PAUL

Le Bernardin è nella top ten della Zagat, quest’anno. Lo sapevi?

Arriva improvvisa Evelyn: è accompagnata da una Ragazza di 27 anni, con lunghi capelli scuri e un naso molto pronunciato: è Meredith (Troian Bellisario). Meredith indossa tra le altre cose orecchini d’oro e diamanti.

MEREDITH

Ragazzi? Di che cosa parlate? Confrontate i regali di Natale?

PAUL

Di come fanno i ricci di mare al Le Bernardin, cara.

MEREDITH

Il mio argomento preferito.

Meredith mette un braccio attorno alle spalle di Patrick.

MEREDITH

Sono favolisi.

PATRICK

(tossendo)

Fantastico.

Primo piano di Evelyn.

EVELYN

Che cosa ne pensate dell’insalata Waldorf? Vi è piaciuta?

PAUL

Cecelia, cara, non l’ho ancora assaggiata.

(guardando la sala)

Ma mi piacerebbe sapere perché Laurence Tisch sta servendo il ponce.

Primo piano di Evelyn, davvero sbigottita.

EVELYN

(frignando)

Quello non è Laurence Tisch: è un elfo di Natale. Patrick, che cosa gli hai detto?

PATRICK

Nulla, Cecelia!

Patrick improvvisamente bacia Evelyn sulla bocca, ma guardando Paul e Meredith, scossi.

Poi prende Evelyn e la porta in cucina: la mdp li segue.

EVELYN

Patrick? Che ci facciamo in cucina?

PATRICK

(afferrandola per le spalle e guardandola negli occhi)

Senti, andiamocene.

EVELYN

Oh, Patrick. Non posso andarmene così. Non ti stai divertendo?

PATRICK

Perché non puoi andartene? Trovi che sia così irragionevole? Sei stata qui abbastanza.

EVELYN

Patrick, questa è la mia festa di Natale.

PATRICK

(quasi isterico)

Avanti, Evelyn. Andiamocene. Voglio portarti via da tutto questo. Dal sushi e dagli elfi e… dal resto.

Un elfo entra in cucina, posando un vassoio di piatti sporchi e dietro di lui si vede Paul Owen che parla con Meredith, in maniera fin troppo confidenziale.

EVELYN

Sushi? Elfi? Patrick, tu mi confondi. E la cosa non mi piace per niente.

Patrick la stringe forte, spingendola verso la porta di servizio.

PATRICK

Andiamo. Siamo audaci per una volta. Per una volta in vita tua, Evelyn, sii audace.

Evelyn però si ferma e gli sorride.

PATRICK

Coraggio. Fammi questo, come regalo di Natale.

Patrick tace un momento, poi abbozza un sorriso seducente e la bacia con delicatezza sulle labbra.

PATRICK

Mrs. Bateman?

 

Evelyn, eccitata, non dice nulla: Patrick la spinge verso la porta di servizio.

INT. LIMOUSINE

 

Patrick ed Evelyn sono seduti sui sedili posteriori di una limousine.

PATRICK

Andiamo al Chernoble, un posto fighissimo.

EVELYN

Perché non andiamo al Raibow Room. Fanno la migliore insalata Waldorf della città. Ti è piaciuta la mia? È l’unica cosa che mi abbia davvero preoccupata insieme al ripieno di noci, perché… be’, il ripieno di noci è volgare, sai…

Primo piano di Patrick.

PATRICK

Non voglio andare al Rainbow Room perché là droga non ce n’è.

Evelyn la guarda, con aria di rimprovero e confusione.

EVELYN

Droga, Patrick? Di che tipo di droga stai parlando?

PATRICK

Cocaina, Evelyn. Voglio farmi un po’ di cocaina stasera. Mi capisci?

EVELYN

Io non la voglio.

PATRICK

Non sei obbligata a farti. Anzi, credo proprio che nessuno ha intenzione di offrirtela.

EVELYN

Proprio non capisco perché devi rovinarmi questo periodo dell’anno.

PATRICK

(sospettoso)

Perché non hai invitato Warren Buffett o Anne Wintour alla tua festa?

EVELYN

Non ricominciare di nuovo con Warren Buffett. Oh dio. È per questo che ti sei comportato come un buffone?

Patrick muove le dita.

PATRICK

È stata l’insalata Waldorf, Evelyn, è stata l’insalata Waldorf a farmi comportare da stronzo.

EVELYN

(disperata)

Lo sapevo, lo sapevo.

PATRICK

Ma se non l’hai nemmeno fatta tu! Faceva parte del catering!

EVELYN

Oh dio, non posso crederci.

I due non dicono nulla.

INT. BAGNO CHERNOBLE

 

Il bagno del Chernoble è unisex e lercio. Patrick ed Evelyn sono l’unica coppia nel bagno: dal separé però provengono gemiti, risate e sniffate.

PATRICK

(guardando Evelyn)

Come mai sei così calma?

EVELYN

(senza guardarlo)

L’insalata Waldorf. Cazzo.

La porta del separé si apre e ne esce una giovane coppia: lui sui 30 anni, lei un po’ più giovane (Dave Franco e Anna Hutchison). I due, seguiti dalla mdp, vanno agli specchi del bagno e si puliscono il naso, la ragazza si rimette anche il rossetto. Torniamo su Evelyn e Patrick: mentre stanno per entrare, i ragazzi appena usciti dal separé fanno per rientrarvi.

La mdp inquadra il Ragazzo e Patrick, mentre Evelyn resta fuori campo, come la Ragazza.

PATRICK

(bloccando l’ingresso con un braccio teso)

Scusatemi. Voi ve ne siete andati. Ora tocca a noi, chiaro?

RAGAZZO

(timido)

Uh, no, credo proprio di no.

EVELYN

Patrick. Lasciali… okay.

PATRICK

Zitta. No. Tocca noi. Non vorrai attaccar briga…

RAGAZZA

Ma sei tu quello che vuole attaccare briga.

EVELYN

Oh mio dio.

PATRICK

Che stronza.

Primo piano della Ragazza.

RAGAZZA

(mani sui fianchi, guardando Evelyn e Patrick)

Oh, Cristo: da non credere chi lasciano entrare, di questi tempi.

PATRICK

Sei una stronza. Hai un atteggiamento schifoso, lo sai questo?

Il Ragazzo nel frattempo ha tirato fuori della cocaina e inizia a sniffarla.

PATRICK

(al Ragazzo)

La tua ragazza è una stronza totale.

 

Primo piano di Evelyn.

 

EVELYN

Patrick, chiedi scusa.

Il Ragazzo ride.

EVELYN

(scandalizzata)

Oh, mio dio. Perché ridi? Difendila.

RAGAZZO

Perché? Ha ragione.

La Ragazza comincia a piangere.

RAGAZZA

Me ne vado, Daniel: non lo sopporto. Non ti sopporto. Non sopporto questi due.

DANIEL

Vai. Vattene. Fatti dare un passaggio. Me ne sbatto. Tanto quello che volevo l’ho avuto.

 

Daniel fa un gesto osceno, mentre Evelyn guarda Patrick.

 

EVELYN

Patrick, cosa hai combinato. Questo è inaccettabile

(guardando le lampadine fluorescenti)

Me ne vado.

Ma Evelyn non si muove. Patrick fa per entrare nel separé. Noi vediamo Evelyn, Daniel e la sua Ragazza.

EVELYN

(a Daniel)

Non hai intenzione di difendere la tua fidanzata?

DANIEL

(alla Ragazza, dopo aver sniffato)

Gesù, che cosa vuoi che faccia? L’ho portata a cena, le ho presentato Christian Bale. Gesù Cristo, cos’altro pretende?

RAGAZZA

(indicando Patrick)

Che lo picchi a sangue?

Patrick, inquadrato, ride.

PATRICK

Oh, dolcezza. Cosa non ti farei con un attaccapanni.

Poi entra nel separé. Comincia a portarsi la coca al naso con la sua AmEx di platino.

EVELYN

(f. c.)

Patrick, sono qui fuori.

PATRICK

E allora? Vattene pure. Prendi la limo.

EVELYN

(c. s.)

Patrick…

PATRICK

Vattene. Il Grinch ti sta dicendo di andartene!

Patrick, in primo piano, imita in maniera oscena il grugnito di un maiale. Poi ride, sguaiatamente.

 

INT. CHERNOBLE

 

La musica, in sottofondo (C’est la vie di Martin Solveig), pompa a tutto volume, distorta, così come le immagini, mostrate a volo d’uccello. Patrick, investito dalle luci stroboscopiche, si aggira per la pista, guardando le ragazze presenti, eccitato, la camicia fuori dai pantaloni, la cravatta allentata, i capelli arruffati. Ci sono punk, goth, emo, rappers, rasta, metallari, gente con piercing e tatuaggi, gente di colore e tanti altri.

Una coppia di ragazze, una delle quali con l’anello al naso, passa accanto a Patrick e lo guarda.

RAGAZZA

Yuppie di merda, tornatene a Wall Street. Dopo quel che avete combinato avete ancora il coraggio di farvi vedere in giro?

PATRICK

(digrignando i denti)

Ehi, posso anche sembrare uno yuppie schifoso, ma non lo sono davvero.

Patrick deglutisce. Due ragazzi di colore, uno con gli occhiali da sole e l’altro con la testa rasata, si avvicinano alle ragazze: Patrick fa per battere il cinque ai due ragazzi, che lo fissano truci, come le ragazze.

Patrick si allontana da loro e si avvicina a una bella ragazza che balla da sola accanto a una colonna: quando Patrick raggiunge la ragazza, lei gli sorride e se ne va.

INT. STANZA DA LETTO DI PATRICK – NOTTE

 

La stanza è avvolta nella semioscurità.

Patrick, nudo eccezion fatta per short Calvin Klein e calzini Armani, è sul letto. Di fronte a lui, una Ragazza nuda con capelli lunghi castani e labbra turgide (Torrey DeVitto): Daisy.

Daisy sta mangiando una coppetta di gelato Haagen-Dazs.

PATRICK

Sai, l’altro giorno ho sorpreso la donna delle pulizie che rubava un avanzo di toast di segala dal cestino dei rifiuti in cucina.

Daisy tace un momento.

DAISY

Perché?

Patrick le fissa la pancia piatta, i seni piccoli ma perfetti.

PATRICK

Perché aveva fame, mi ha detto.

Daisy sospira e lecca pensierosa il cucchiaio: dettaglio della sua lingua.

PATRICK

Pensi che i miei capelli siano a posto?

DAISY

(stringendosi nelle spalle)

Sì, certo.

Patrick si siede sul bordo del futon: primo piano.

PATRICK

Oggi ho picchiato una ragazza che chiedeva soldi per strada.

(pausa)

Era giovane e sembrava spaventata e reggeva un cartello con scritto che era senza casa a New York e aveva un figlio, anche se io il bambino non l’ho visto. E che aveva bisogno di soldi, per comprare da mangiare. O per comprare un biglietto d’autobus per lo Iowa. Lo Iowa. Credo fosse lo Iowa e…

Patrick si interrompe. Primo piano di Daisy, che lo fissa assente.

DAISY

E poi?

PATRICK

(infastidito)

E poi? L’ho massacrata di botte, cazzo. Su quel cartello c’era un errore di ortografia. Voglio dire, non che abbia fatto quello che ho fatto per questo, ma… sai.

(si stringe nelle spalle)

Era troppo brutta per violentarla.

Daisy si alza, posando il cucchiaio nella coppetta. Dettaglio dei suoi piedi che si avvicinano al letto.

PATRICK

Credo che dovresti andartene a casa.

 

Daisy spalanca gli occhi e si gratta il collo.

PATRICK

Credo che potrei… farti del male. Non credo di riuscire a controllarmi.

Daisy lo guarda e si stringe nelle spalle.

DAISY

D’accordo. Va bene.

Dettaglio dei piedi della ragazza che si allontanano dal letto.

PATRICK

Credo che stia per succedere qualcosa di brutto.

DAISY

(infilandosi le mutandine)

Capisco. Non ti preoccupare.

Daisy si controlla i capelli nello specchio.

PATRICK

Non vuoi che ti faccia male, vero?

DAISY

(controllandosi i capelli)

È per questo che me ne sto andando.

Primo piano di Patrick.

PATRICK

Sto per perdere il controllo.

Daisy non dice nulla.

EST. TEXARCANA – SERA

 

Vediamo Patrick, abito di lino, camicia di cotone e cravatta di seta Armani, che scende da un taxi, davanti al Texarcana. Un barbone nero gli va incontro sorridente, ha in mano un bicchiere di polistirene.

BARBONE

Sono il figlio segreto di Bob Hope, No Hope.

Patrick ride in maniera genuina e gli dà un quarto di dollaro. Quindi entra nel Texarcana.

INT. TEXARKANA

 

Il ristorante è arredato in modo spartano e ricorda un saloon texano dell’epoca del West: è vasto, ma il bar è vuoto, e solo qualche tavolo è occupato. In sottofondo, La Grange degli ZZ Top.

Seduto in fondo e perfettamente a fuoco, Paul Owen sta aggredendo un cameriere, il quale non fa altro che annuire. Patrick va al tavolo. Il cameriere, giovane, si volta verso di lui.

PATRICK

J&B, liscio. E una birra sudista.

Il cameriere sorride, flirtando.

PAUL

Martini Absolut doppio.

Il cameriere va via.

PAUL

C’è una vera e propria ressa, Halberstam. Questo posto va alla grande, davvero alla grande.

PATRICK

Senti, la zuppa di fango e la rucola al carbone sono favolose, qui.

Paul guarda il bicchiere vuoto, poi l’orologio.

PAUL

Sì, be’… sei in ritardo.

PATRICK

Ehi, dammi tregua. Ho visto l’ultima puntata del Patty Winters Show: era incentrata sulle Persone Deformi.

(poi, fingendo di studiare il menù)

Hmmm, vedo che hanno omesso la braciola di maiale con gelatina di lime.

Pausa. Sia Paul che Patrick si guardano, incapaci di dire alcunché.

PATRICK

(voltandosi)

Non è Paris Hilton, quella?

Vediamo, nella soggettiva di Paul, una ragazza seduta al tavolo, da sola, che beve una birra.

PATRICK

(ridendo)

Gesù, Pa… Marcus, ma che stai dicendo? Che ci verrebbe a fare Paris al Texarkana?

Paul non dice nulla.

PATRICK

Allora, Paul, come va il portafoglio Fisher? Come l’hai ottenuto?

PAUL

Be’, gestivo il portafoglio Ransom, e da cosa nasce cosa.

PATRICK

Me l’hai già detto, stronzo figlio di puttana, puoi dirmi qualcos’altro che non sia quello che ho scoperto mesi fa?

Paul continua a parlare, ma la sua voce diventa un sussurro indistinguibile, mentre vediamo velocemente che le birre sul suo tavolo divengono sempre più numerose, mentre Paul continua a parlare, ridendo più volte in maniera sguaiata.

INT. BAGNO/SOGGIORNO CASA PATRICK

 

Patrick, visto in figura intera, è nel bagno di casa sua: dalla doccia estrae una scure, poi prende due pasticche di Valium con una sorso di acqua e torna nel soggiorno. La mdp lo segue: Paul sta bevendo un bicchiere di Jameson 12 years old e scorre la collezione di CD di Patrick. Tutte le luci sono accese, le veneziane invece chiuse. Tutta la scena è a fuoco e in campo medio: Patrick va all’ingresso e si mette un impermeabile, mentre Paul, in secondo piano, smette di guardare i CD e si mette a curiosare per l’appartamento, finendo poi per sedersi su una sedia pieghevole d’acciaio.

Il pavimento è coperto da tante copie di giornali. Paul, ora inquadrato, le osserva.

PAUL

(con voce impastata)

Ehi, Halberstam.

PATRICK

(avanzando verso di lui)

Sì, Owen?

PAUL

(stanco)

Perché ci sono tutti questi giornali aperti alla sezione moda sul pavimento? Hai un cane?

PATRICK

No, Owen.

Patrick gira intorno alla sedia e si ritrova di fronte a lui, l’impermeabile abbottonato: Paul non si rende conto della scure. Vediamo entrambi di profilo in figura intera: Patrick fa per sollevare la scure sopra la testa, ma la abbassa all’altezza della cintura, a mo’ di mazza da baseball.

PAUL

Comunque una volta odiavo Bono, ma adesso che è diventato così commerciale mi piace di più…

La mdp segue la scure: Patrick colpisce Paul in pieno volto, squarciandogli la bocca. Paul gira gli occhi e guarda Patrick, poi senza volere li chiude e li riapre, cerca di afferrare il manico ma non ci riesce. I piedi di Paul, inquadrati in dettaglio, calciano i giornali, strappandoli.

Il sangue comincia a sgorgare dai lati della bocca di Paul: Patrick strappa la scure da essa, è incagliata, quindi Paul viene strappato dalla sedia e cade a terra. Patrick colpisce Paul in faccia, spaccandola in due: il sangue esplode e insozza l’impermeabile e il viso di Patrick, inquadrato mentre viene coperto di sangue.

Paul, in primo piano, cade agonizzante sul pavimento, un occhio sbatte incontrollabile, la lingua fuoriesce da un taglio aperto su una guancia. Primo piano di Patrick.

PATRICK

Stupido bastardo, cazzo. Cazzone bastardo.

Patrick siede di fronte al corpo di Paul, che continua a sanguinare mentre perde vita: si prepara un bicchiere di Jameson e fissa il quadro di Rothko alla parete.

INT. LOFT

 

Patrick trascina senza difficoltà un sacco a pelo e una valigia.

Patrick arriva nel bagno dell’abitazione: apre il sacco a pelo, mostrandoci quattro asciugami di spugna, li apre e vediamo il corpo di Paul Owen.

Patrick lo denuda, lo sistema nella vasca da bagno, apre il gettito dell’acqua e quindi gli versa sopra due sacchi di calce.

EST./INT. VANITIES – MEZZOGIORNO

 

Patrick cammina lungo la strada: è nervoso. Osserva inquieto per qualche secondo un cartellone pubblicitario della Ford posto di fronte l’entrata del Vanities, quindi entra: la mdp lo segue.

Il Vanities è un piccolo bistrò di Tribeca: ci sono in tutto un paio di camerieri, i tavoli sono per due, alcuni sono nel giardino fiorito in fondo alla sala.

Patrick fa per andare a un tavolo verso il fondo: vediamo che è occupato da una Ragazza coetanea di Patrick, i capelli castani raccolti in uno chignon.

Prima di arrivare al tavolo, Patrick si guarda nello specchio vicino all’ingresso.

Patrick, seguito dalla mdp, arriva al tavolo, la mdp gira intorno e ci mostra la Ragazza, Bethany (Mischa Barton).

Bethany indossa una camicia di seta e una gonna. Sul tavolo una borsetta e una bottiglia di San Pellegrino. Patrick si china a baciarla, poi siede di fronte a lei, con un respiro affannoso.

PATRICK

(intrecciando le mani)

Mi ha fatto molto piacere ricevere la tua telefonata, Bethany. Hai avuto problemi a prenotare questo tavolo?

Primo piano di Bethany.

BETHANY

(dolce)

Qui non c’è bisogno di prenotare.

(accarezzandogli una mano)

Calmati. Sembri fuori di te.

PATRICK

(affannato, cercando di sorridere)

Sono calvo. Cioè, calmo. Come mi stanno i capelli?

BETHANY

I tuoi capelli sono perfetti. Va tutto bene.

PATRICK

Va tutto bene. Sto benissimo.

Patrick cerca di sorridere ma fa solo una smorfia.

BETHANY

Hai un bel vestito. È un Henry Stuart?

PATRICK

(con malcelato disappunto)

No, è un Garrick Anderson.

BETHANY

Stai male, Patrick? Hai appena… fatto una smorfia.

PATRICK

Senti, sono solo frastornato. Ho assistito a un discorso di Obama, è stata un’esperienza fantastica, te l’assicuro. Quell’uomo è… magico. Hai visto il Patty Winters Show, stamattina?

BETHANY

(sporgendosi verso di lui)

No, ero fuori a fare jogging. Di che parlavano?

PATRICK

Degli Animali Parlanti: è stata una puntata davvero deliziosa.

Lei lo fissa, senza cambiare espressione.

PATRICK

(frugandosi in tasca)

Oh, a momenti me ne dimenticavo. Ho scritto una poesia. Per te.

(Patrick le porge il pezzo di carta)

Ecco.

BETHANY

(sorridendogli)

Oh, Patrick. Che carino.

Bethany prende il foglio di carta e lo guardando interrogativa, perplessa, disturbata.

 

PATRICK

È una specie di haiku, hai presente?

(entusiasta)

Dai, leggila. Coraggio.

Bethany si schiarisce la gola.

BETHANY

(esitante, con lentezza)

Quel povero negro sul muretto. Guardatelo.

(osserva il foglio perplessa)

Guardate quel povero negro. Guardate quel povero negro… sul… muretto.

(si ferma, ansimando, guarda il foglio poi Patrick, quindi sussurrando)

Fottilo… Fotti il negro sul muretto… L’uomo nero è… il… dia… diabolo?

La coppia al tavolo accanto si volta a guardarli, scandalizzata. Patrick fissa negli occhi Bethany.

BETHANY

(cercando di sorridere, con esitazione)

Bene, Patrick: vedo che il tuo senso… dell’ingiustizia sociale è rimasto intatto.

Bethany gli restituisce il foglio e Patrick lo prende infilandolo in tasca. Arriva il cameriere.

CAMERIERE

La nostra carta dei vini.

PATRICK

Io prendo solo una San Pellegrino.

BETHANY

Io uno chardonnay.

Il cameriere va via.

BETHANY

Ma non bevevi, tu? Ricordo alla Exeter e a Harvard certe tue bevute.

PATRICK

Ho smesso.

BETHANY

(annuendo)

Bravo.

Pausa. Bethany nota qualcosa.

BETHANY

Che cos’ha la tua gamba, Patrick? Il tavolo trema dalla tua parte.

PATRICK

(boccheggiando)

La mia gamba? Oh, è l’emozione di vederti, sai, non ci vediamo da anni. Non siamo nemmeno amici su Facebook o su Twitter.

BETHANY

Non ci sono, su quei siti.

Patrick annuisce.

PATRICK

Dove lavori?

BETHANY

Lavoro alla Standard and Poor’s. Non proprio un lavoro di cui vantarsi, oggi come oggi. Tu invece dove lavori?

PATRICK

Alla Peirce & Peirce: l’azienda è praticamente di mio padre, ma non mi va di parlarne.

BETHANY

Perché?

PATRICK

Perché lo odio, il mio lavoro.

BETHANY

E perché non lasci perdere? Non sei obbligato a lavorare.

PATRICK

Perché voglio inserirmi.

Patrick le sfiora la mano sul tavolo: dettaglio delle dita di entrambi. Il cameriere arriva con la bottiglia di San Pellegrino e quella di chardonnay. Ascoltiamo il battito del cuore di Patrick, veloce e lento alternativamente.

BETHANY

Allora, ti vedi con qualcuno?

PATRICK

La mia vita è fondamentalmente priva di complicazioni.

BETHANY

Ti vedi con qualcuno, Patrick? Coraggio, dimmelo.

Primo piano di Patrick.

PATRICK

No, non mi vedo con nessuno. Voglio dire, c’è qualcuno che vede realmente qualcuno? Proprio non capisco.

Patrick ride.

BETHANY

Sì, forse hai ragione, immagino.

PATRICK

(timoroso)

E tu ti vedi con qualcuno?

BETHANY

Ecco, sì, ho un fidanzato e…

PATRICK

Chi?

BETHANY

Robert Hall.

PATRICK

Quello che lavora da Moody’s?

BETHANY

Patrick, è uno chef. Ed è co-proprietario di un ristorante.

PATRICK

Quale? Così me lo segno sull’iPhone e ci vado, una di queste sere.

BETHANY

Il Dorsia.

Patrick sbianca in viso, le pupille si dilatano, la bocca si contrae.

BETHANY

Patrick, ti senti bene?

PATRICK

(ansimando)

Perché Robert Hall?

BETHANY

Ma non eravate amici tu e Robert Hall?

Primo piano di Patrick.

PATRICK

Parli di quello con la borsa di studio? Il primo della classe.

BETHANY

No, Patrick: io parlo del capitano della squadra di canottaggio.

PATRICK

Ma quello era un finocchio.

BETHANY

(davvero offesa)

No, non è vero, Patrick.

Patrick annuisce con foga.

PATRICK

Ne sono sicurissimo, invece: una volta si è offerto di farmi… be’, un pompino. Nella sezione di storia della biblioteca.

BETHANY

Oh, mio dio.

PATRICK

Stammi a sentire. Non studiava economia?

BETHANY

(senza guardarlo)

Ha interrotto gli studi.

Patrick le tocca una mano, lei sobbalza e si ritrae. Patrick cerca di sorriderle.

PATRICK

Senti, scusa. Forse mi sbaglio: Robert Hall non è un finocchio.

BETHANY

(sprezzante)

Questo te lo posso assicurare.

PATRICK

Mi dispiace, davvero. Per farmi perdonare, pago io il pranzo e dopo ti porto a casa mia, voglio sentire tutto su Robert, in un ambiente più accogliente.

Patrick sorride, affabile.

INT. APPARTAMENTO DI PATRICK

 

La scena è filmata in split-screen.

Bethany, visibilmente ubriaca, si aggira per l’appartamento di Patrick, ammirata.

 

BETHANY

Molto bello, Mr. Bateman, molto bello.

Patrick chiude la porta e toglie la chiave dalla serratura, poi va al bar e si versa un J&B, bevendolo in un sorso. Patrick ringhia, e Bethany accarezza il jukebox. Le mani di Patrick tremano, quindi va all’armadio (la mdp nella sua parte di schermo lo segue), mentre Bethany si ferma davanti al quadro di Rothko, studiandolo e ridendo. Patrick apre l’armadio.

BETHANY

Patrick?

PATRICK

Sì, cara?

Patrick infila dei guanti di pelle.

BETHANY

Chi l’ha appeso questo quadro? Sono quasi certa che è capovolto.

Patrick prende una pistola sparachiodi.

PATRICK

Io, l’ho appeso io quando l’ho comprato.

BETHANY

(ridendo)

L’hai appeso capovolto. Da quanto tempo è lì?

PATRICK

Da un millennio.

Patrick si volta e si avvia verso Bethany. Lo schermo torna normale.

BETHANY

Cosa?

PATRICK

Ho detto, che cosa cazzo ci fai con Robert Hall?

Molto lentamente, Bethany si volta e guarda Patrick. Primo piano della ragazza: a poco a poco, si accorge della sparachiodi e spalanca gli occhi per la sorpresa.

PATRICK

(urlando)

Che cosa cazzo ci fai con Robert Hall?

Al ralenty, vediamo Bethany gridare (noi non sentiamo cosa dice) e andare verso la porta, ma Patrick riesce a tagliarle la strada: le spara quattro colpi alla testa.

La scena torna poi a velocità normale: Patrick trascina Bethany in soggiorno e la adagia sul pavimento. Patrick ci dà le spalle.

La mdp compie a questo punto una panoramica circolare della stanza, fissandosi sul quadro.

PATRICK

(mentre Bethany urla)

Puttana, sei una puttana. Una cazzo di puttana stupida.

La mdp nella sua panoramica si ferma sul jukebox, sul pianoforte, sul tavolino da caffè, sul televisore, le lampade alogene, soffermandosi ogni volta per una decina di secondi, mentre in sottofondo sentiamo rumori, le offese di Patrick e le urla di Bethany.

La mdp torna su Patrick e Bethany. Patrick si scosta dal corpo della ragazza, che ci viene mostrata dalla mdp: il suo vestito è stato tagliato con le forbici, un capezzolo è stato tagliato attraverso il reggiseno e la coppa destra è quindi intrisa di sangue, Mace le è stato spruzzato in faccia che è tumefatta e sanguinante, vomito le fuoriesce dalla bocca, le mutandine sono intrise di urina, la lingua tagliata giace a qualche centimetro dal suo corpo. Le braccia sono allargate: mani e polsi sono inchiodati a delle assi di legno, alcune dita paiono morse. Le urla di Bethany si affievoliscono sempre più.

PATRICK

(apre le finestre e la porta che dà sul terrazzo)

Strilla, tesoro, strilla, non gliene frega niente a nessuno. Nessuno ti aiuterà.

Bethany ormai non fa altro che emettere dei gemiti. Patrick si toglie i guanti e le spruzza un altro po’ di Mace in faccia, lo vediamo ancora una volta di spalle.

Patrick, visto nella soggettiva di Bethany, indossa un cappello di paglia: lui appare di una grandezza eccessiva.

PATRICK

Te lo ricordi questo?

Patrick, sempre nella soggettiva di Bethany, prende una bottiglia di Jameson e ne versa un po’ in un bicchiere, con le dita sporche di sangue.

PATRICK

(trionfante)

Bevo ancora. Visto?

Patrick, dopo aver bevuto il whiskey, le si avvicina e si china su di lei.

PATRICK

E un’altra cosa. Quest’abito non è nemmeno un Garrick Anderson. È un Armani! Giorgio Armani.

(dopo una pausa, sprezzante)

E tu pensavi fosse un Henry Stewart. Gesù.

Patrick la schiaffeggia. Primo piano di Bethany, scosso da smorfie di dolore.

PATRICK

Puttana cerebrolesa.

Patrick le sputa in faccia: primo piano di Bethany, gli occhi si chiudono

Patrick si abbassa i pantaloni.

INT. UFFICIO DI PATRICK – SERA

 

Patrick è nel suo ufficio: indossa i Wayfarer e fa le parole crociate, mentre ascolta perplesso e schifato It Blows My Mind di Pharrell feat. Snoop Dogg, che viene trasmesso in tv.

Jean entra nell’ufficio e posa un fascicolo sulla scrivania.

JEAN

Parole crociate?

Patrick annuisce con lentezza. Jean gira cautamente intorno alla scrivania. La mdp ci mostra la pagina del giornale: tutti gli spazi sono riempiti con le parole “carne” e “ossa”. Jean sussulta appena a vederla, e comincia a raccogliere le matite spezzate a metà, portandole poi via.

PATRICK

Jean?

JEAN

(voltandosi)

Sì, Patrick?

Mentre Patrick parla, noi vediamo il cruciverba: in uno spazio orizzontale Patrick scrive la parola “cannibale”.

PATRICK

Ti andrebbe di venire a cena con me? Sempre che tu non abbia qualche impegno.

JEAN

Oh, no. Non ho altri impegni.

Patrick alza lo sguardo e abbassa gli occhiali.

PATRICK

(appoggiandosi allo schienale della sedia)

Dove vogliamo andare?

Patrick mette il giornale sulla scrivania, clicca sul browser del pc, aprendo Facebook alla pagina di Zagat.

JEAN

(timorosa)

Dove vuoi tu.

PATRICK

(scorrendo la pagina)

No, no: dove vuoi tu. Coraggio. Dovunque tu desideri. Dimmi solo dove. Posso portarti dove preferisci.

Primo piano di Jean, che riflette.

JEAN

(timida)

Che ne diresti del… Dorsia?

Patrick smette di scorrere la pagina e senza alzare lo sguardo sorride a denti stretti.

PATRICK

(cercando di sembrare disinvolto)

Il Dorsia va… benissimo.

Patrick, con dita tremanti, comincia a comporre il numero del ristorante. Dopo un paio di squilli, una voce androgina risponde.

MAÎTRE

(urlando)

Pronto? Qui è il Dorsia.

Nel locale un brusio assordante. Restiamo su Patrick.

PATRICK

(controllando l’orologio e guardando Jean)

Sì, avete un tavolo per due tra, uhm, diciamo una ventina di minuti?

Patrick strizza l’occhio a Jean, impressionata.

MAÎTRE

(sussiegoso)

Siamo al completo.

PATRICK

(sudando, ma cercando di apparire compiaciuto)

Oh, davvero? Grandioso.

MAÎTRE

Ho detto che siamo al completo.

PATRICK

Per due alle nove, allora. Perfetto.

MAÎTRE

(inflessibile)

Non abbiamo tavoli liberi, stasera: è al completo anche la lista d’attesa.

Il maître sbatte il telefono in faccia a Patrick.

Patrick riattacca e sorride, respirando con difficoltà. Jean sta davanti alla scrivania, confusa.

PATRICK

Sei vestita… benissimo.

JEAN

(con un filo di voce)

Non gli hai dato il nome…

Patrick si alza e va all’attaccapanni, infilandosi una giacca Armani e sistemandosi la cravatta.

PATRICK

Mi conoscono.

Patrick e Jean escono dall’ufficio.

INT. DORSIA

 

Il maître, una persona di 40 anni magrissimo e con capelli raccolti a coda di cavallo, fa strada a una coppia. Patrick e Jean sono vicino alla sua postazione: il registro delle ordinazioni è aperto. Patrick si sporge, con fare disinvolto: vediamo l’unica prenotazione per due alle 9 non ancora spuntata. La mdp inquadra in dettaglio il nome della coppia:

SCHRWATZ

Patrick sospira. Il maître torna alla sua postazione e guarda Patrick.

MAÎTRE

Sì?

PATRICK

(deglutendo)

Prenotazione alle nove. Per due.

MAÎTRE

(sospettoso)

Ah, sì? A che nome?

PATRICK

(cinereo in viso)

Schrwatz. Mr e Mrs Schrwatz.

Il maître lo guarda. La mdp segue Patrick e Jean mentre si avvicinano a un tavolo in una mediocre posizione: decine di persone attendono il loro turno al bar, i tavoli, per due o quattro persone, sono tutti occupati, come i separé, in uno dei quali si scorge David Beckham con le sue guardie del corpo.

I menù sono sulla tovaglia. Patrick ne prende uno e nelle sua soggettiva vediamo i nomi dei piatti e i loro prezzi, ma sono indistinguibili. Patrick guarda Jean e le sorride, smarrito, poi si accorge di una coppia che sta parlando col maître, che guarda torvo Patrick.

La coppia (lui in smoking, lei coperta di gioielli) segue il maître, andando verso il tavolo di Patrick e Jean: Patrick si alza, prende una mano di Jean, disorientata, e la fa alzare.

Patrick e Jean superano il maître e la coppia, andando verso l’uscita.

EST. DORSIA

 

Inquadrati dal basso, Jean e Patrick.

PATRICK

(borbottando)

Avrei dovuto saperlo, avrei dovuto saperlo…

Jean invece sorride, divertita.

JEAN

È stato così divertente, il tuo senso dell’umorismo è così spontaneo.

I due si incamminano.

INT. BARCADIA

 

Il Barcadia è semivuoto: solo un paio di tavoli occupati. Patrick e Jean sono a un tavolo alla sinistra dello schermo. Un uomo si avvicina al loro tavolo.

UOMO

Complimenti per il pacchetto Larson, Saul. Ne riparliamo più tardi.

Patrick non dice nulla e va via. Jean lo guarda.

JEAN

Sembri distante.

PATRICK

(sbattendo le palpebre)

No, sono il pazzoide di sempre.

 

Jean gli sorride.

PATRICK

Allora, che cosa vuoi fare della tua vita? Non dirmi che ti piace lavorare con i bambini, d’accordo?

JEAN

(pensierosa)

Be’, mi piacerebbe viaggiare. E magari andare all’Università.

(poi, sincera)

Sono arrivata a un punto della mia esistenza in cui sembrano esserci un mucchio di possibilità, ma sono così insicura.

PATRICK

Credo che sia importante per tutti rendersi conto dei propri limiti. Sei fidanzata?

Lei sorride imbarazzata e arrossisce.

JEAN

No, veramente no.

(timidamente)

E tu, ti vedi con qualcuno?

PATRICK

(sospirando)

Vorrei solo avere una relazione profonda con una persona speciale.

EST. CONDOMINIO DI JEAN

 

Patrick e Jean sono davanti al condominio in cui vive la ragazza: il portiere dell’abitazione li guarda diffidente, Patrick nota la cosa ed è ansioso. Il cielo è molto luminoso, pieno di stelle.

Jean guarda Patrick.

JEAN

La cena è stata splendida. Grazie mille.

PATRICK

(stringendosi nelle spalle)

Per la verità, i piatti erano mediocri, ma prego.

JEAN

(disinvolta)

Vuoi salire per un drink?

Patrick si ferma e la guarda.

PATRICK

Sai, stamattina ho perso il Patty Winters Show e l’ho registrato. C’era un’intervista a Warren Buffett e uno speciale sulle Donne Vittime di Torture.

JEAN

Be’, immagino sia il momento della buona notte, allora.

I due si stringono la mano impacciati, poi Jean abbraccia Patrick con calore. Inizia Turn It On Again dei Genesis, mentre la mdp fa una panoramica dal basso, quindi vediamo le labbra di Jean che riempiono lo schermo.

JEAN

(il sussurro rimbomba)

Ti voglio.

La musica si ferma improvvisamente, mentre rivediamo Patrick e Jean che si abbracciano: Patrick risponde al calore di Jean con freddezza. Jean lo bacia sulle labbra: Patrick la spinge via gentilmente.

JEAN

(ricomponendosi)

Ciao.

PATRICK

Notte.

JEAN

Non dimenticarti dell’appuntamento con Frederick Bennet e Charles Rust al 21 per colazione.

Jean si avvicina alla porta del condominio: il portiere la tiene aperta.

PATRICK

(salutandola con la mano)

Grazie, mi era proprio passato di mente.

Jean entra nel condominio.

INT./EST. TAXI/PARCO

 

Patrick è seduto in un taxi. L’autista gli parla, ma lui (e noi con lui) non sente nulla.

In sottofondo, riprende Turn It On Again dei Genesis dal momento in cui si era fermata.

È un bel pomeriggio di primavera, la luce del sole inonda lo schermo. Patrick e Jean corrono sull’erba, ridendo: Patrick la tiene per mano.

I due comprano due palloncini, e li lasciano volare via, inquadrati a lungo dalla mdp.

Torniamo nel taxi.

Patrick sospira. La musica sfuma.

INT. UFFICIO DI PATRICK – MATTINA

 

Patrick è alla sua scrivania, pallido ed emaciato, profonde borse sotto gli occhi. Patrick ascolta I Want a New Drug degli Huey Lewis and the News. Appare una scritta in basso:

AGOSTO 2012

Mentre ascolta la canzone, Patrick vede lampeggiare la seconda spia del telefono. Patrick sospira e si sfila le cuffie dell’iPod.

PATRICK

(piatto)

Cosa c’è?

JEAN

(esitante)

Patrick? Un certo Donald Kimball desidera vederti.

(nervosa, scandendo le parole)

Il detective Donald Kimball.

Patrick tace, fissa il cielo, poi lo schermo del computer e infine la donna decapitata scarabocchiata a penna sul retro di “Sports Illustrated”. Patrick accarezza un paio di volte la rivista, poi strappa la copertina e l’appallottola.

PATRICK

Be’, fallo entrare, immagino.

Patrick si alza e raggiunge lo specchio appeso alla parete accanto a un quadro: si controlla i capelli, dando loro una sistemata con un pettine.

Nell’ufficio entra un Uomo sui 40 anni, con capelli neri corti, dall’aspetto fintamente trasandato: è il Detective Kimball (Justin Theroux).

Patrick gli rivolge un sorriso rassicurante e gli fa cenno di sedersi.

KIMBALL

(sincero)

Mi scusi se la disturbo. Avrei dovuto chiederle un appuntamento, immagino sarà molto occupato.

Patrick gira intorno alla scrivania per andare a sedersi.

PATRICK

Oh, no, le solite robe: conversazioni d’affari, disamina delle opportunità… voci di acquisizioni… pettegolezzi vari.

Entrambi scoppiano a ridere. Kimball si alza e gli porge la mano.

KIMBALL

Salve. Sono Donald Kimball.

PATRICK

(stringendogliela)

Salve. Pat Bateman. Piacere di conoscerla.

KIMBALL

Mi spiace di esserle piombato addosso così, ma dovevo vedere Luis Carruthers e non c’era e… Be’, lei c’era, dunque… So bene quanto siete indaffarati, voi ragazzi, specialmente in questi mesi.

Primo piano di Patrick.

PATRICK

Allora, qual è l’argomento della discussione?

KIMBALL

Ecco, sono stato assunto da Meredith Powell per indagare sulla scomparsa di Paul Owen, sono un investigatore privato. La famiglia preferisce evitare pettegolezzi.

Patrick annuisce pensieroso.

KIMBALL

Ho solo qualche domanda da farle. Su Paul Owen.

PATRICK

Un caffè? Acqua?

KIMBALL

No, sto bene così.

Kimball tira fuori un taccuino dalla copertina nera e una penna stilografica.

PATRICK

Dunque, la scomparsa di Paul Owen… non ho sentito nulla né a proposito della sua scomparsa né di qualcos’altro.

Breve pausa. Patrick si stringe la base del naso e chiude gli occhi, improvvisamente.

KIMBALL

Scusi la domanda, ma sta bene?

PATRICK

Perché me lo chiede?

KIMBALL

Mi sembra… nervoso.

Patrick prende dal cassetto un flacone d’aspirina.

PATRICK

Vuole un Nuprin?

Kimball osserva il flacone con aria strana, poi scuote la testa. Nel prendere il taccuino, Kimball ha tirato fuori un pacchetto di Marlboro, che giace sulla scrivania.

PATRICK

(indicando il pacchetto)

Pessima abitudine.

KIMBALL

(servile)

Lo so. Mi spiace.

Patrick manda giù due Nuprin senza bere acqua.

KIMBALL

Che cosa può dirmi su Paul Owen?

PATRICK

Be’, non lo conoscevo molto bene.

KIMBALL

Quanto bene?

PATRICK

Non lo so… esattamente. Era del giro di… Yale, ecco tutto.

Kimball lo guarda, confuso.

KIMBALL

Del giro di Yale?

PATRICK

(esitante)

Già… del giro di Yale.

KIMBALL

E che cosa intende con… far parte del giro di Yale?

Primo piano di Patrick, che esita di nuovo.

PATRICK

Be’, credo che tanto per cominciare in realtà fosse omosessuale. E che tirasse un mucchio di cocaina…

(pausa, poi non troppo sicuro)

Quel giro di Yale.

Altra pausa. Kimball mordicchia la penna.

KIMBALL

Che tipo di uomo era Paul? Che posti bazzicava?

Patrick tamburella con le dita sulla scrivania.

PATRICK

I soliti posti, sa: Harry’s, il Newport, il New York Yacht Club.

KIMBALL

(confuso)

Possedeva uno yacht?

PATRICK

(dopo una pausa, disinvolto)

No. Bazzicava da quelle parti, semplicemente.

Kimball scrive qualcosa sul taccuino e fa una smorfia.

PATRICK

(garbato)

Senta, io vorrei aiutarla…

KIMBALL

Capisco.

PATRICK

Avete qualche testimone o qualche impronta o…

KIMBALL

(stanco)

Ecco, ha lasciato un messaggio nella segreteria telefonica in cui dice di essere partito per Londra.

PATRICK

(speranzoso)

Be’, magari è quello che ha fatto, no?

Primo piano di Kimball.

KIMBALL

(in tono piatto)

La sua ragazza pensa di no. Dice che la voce aveva un tono strano, simili: dice che era simile ma non troppo alla voce di Paul. E che nel suo appartamento mancano poche cose e per nulla necessarie a un viaggio.

Patrick apre appena la bocca.

PATRICK

Ma… nessuno lo ha visto, a Londra?

Kimball sfoglia qualche pagina del suo taccuino, poi torna a guardare Patrick.

KIMBALL

Per la verità, sì, anche se non mi è stato facile compiere una verifica accurata. Un tale, Stephen Hughes, sostiene di averlo visto in un ristorante, ma ho controllato e in realtà ha scambiato un certo Hubert Ainsworth per Paul, dunque…

Patrick non dice nulla.

KIMBALL

Si ricorda dov’era la sera della scomparsa di Paul?

(controlla il taccuino)

E cioè, il 24 giugno?

Primo piano di Patrick.

PATRICK

Oddio… immagino…

Patrick prende l’agenda e la sfoglia. La mdp ci mostra le pagine: il mese di dicembre. Alcune sono bianche.

PATRICK

Avevo un appuntamento con una ragazza di nome Veronica. Dovrei controllare…

Kimball guarda il taccuino.

KIMBALL

(confuso)

Aspetti, questo non corrisponde alle mie informazioni.

Patrick sbianca in viso, i muscoli del corpo tesi.

KIMBALL

Le informazioni che ho ricevuto sono diverse.

Kimball sfoglia il taccuino e Patrick ride, sudato.

PATRICK

Aspetti. Potrei essermi sbagliato…

KIMBALL

Quando è stata l’ultima volta che ha visto Paul?

PATRICK

(insicuro)

Be’, l’ultima volta che l’ho visto fisicamente è stato… a un bancomat… dalle parti di Nell’s.

KIMBALL

Credo che forse lei confonda le date… In base alla sua agenda, e la cosa è stata verificata anche dalla sua segretaria, ha cenato con Marcus Halberstam. L’ho interrogato, e lui nega, anche se in un primo momento non ne era sicuro.

Patrick lo guarda, teso.

PATRICK

Marcus ha un alibi?

KIMBALL

(con un sorriso strano)

L’ho controllato: è a posto.

Kimball apre il taccuino e lancia a Patrick un’occhiata ostile.

KIMBALL

Marcus era ad Atlantic City con Craig McDermott, Frederick Dibble, Harry Newman, George Butner e

(lo guarda)

lei.

Silenzio. La mdp stringe su Patrick.

PATRICK

Ah, già. Naturalmente… avevamo invitato anche Paul Owen. Ma ci ha detto di aver un impegno… credo di aver cenato con Victoria la sera dopo.

KIMBALL

Senta, come le ho detto, sono stato assunto da Meredith.

Kimball chiude il taccuino e guarda Patrick.

KIMBALL

Pare che Paul Owen le debba un mucchio di soldi.

PATRICK

Davvero?

KIMBALL

(in tono confidenziale)

Personalmente, credo che il ragazzo sia andato fuori di testa. Deve aver lasciato la città per un po’. Magari è davvero volato a Londra. A fare il turista, a ubriacarsi. Quello che è. In ogni modo, sono quasi certo che presto o tardi si farà vivo.

 

Patrick annuisce lentamente.

PATRICK

L’appartamento è stato svaligiato?

KIMBALL

Come le ho detto, mancava qualcosa, e la voce di Paul nel messaggio lasciato in segreteria sembrava… diversa. Forse era troppo ubriaco, chissà.

Kimball sospira.

KIMBALL

Non abbiamo elementi e nessuno ha visto e sentito niente.

PATRICK

Tipico, no?

Kimball sospira di nuovo e chiude il taccuino.

 

KIMBALL

Senta, le ho portato via abbastanza tempo.

Kimball si alza e Patrick fa altrettanto.

PATRICK

Non si preoccupi. Ho solo un appuntamento per pranzo tra venti minuti, devo andare anche io. Ha visto per caso il Patty Winters Show, stamattina? Era incentrato sui Migliori Ristoranti del Medio Oriente.

Kimball e non dice nulla. Patrick e Kimball arrivano alla porta.

KIMBALL

Senta, nel caso le venisse in mente qualcosa, qualsiasi informazione.

PATRICK

(alzando una mano)

Assolutamente. Sono con lei al cento per cento.

KIMBALL

(sollevato)

Fantastico. E grazie per il… tempo che mi ha dedicato, Mr. Bateman.

Kimball esce: il rumore della porta che si chiude rimbomba.

INT. APPARTAMENTO DI PATRICK – SERA

 

La mdp inquadra una Ragazza di 27 anni, alta, labbra turgide e con capelli scuri corti: Elizabeth (Paz de la Huerta).

Elizabeth si aggira per l’appartamento di Patrick.

ELIZABETH

Quei fagioli pinto col salmone alla menta erano davvero, davvero… be’, ottimi, ma Patrick, mio dio, quel ristorante era carissimo.

Elizabeth entra nel soggiorno: al divano è seduta Christie, con espressione preoccupata. Patrick è al mobile bar.

PATRICK

Me lo sono immaginato o c’erano davvero i pesci rossi sui tavoli?

Elizabeth siede accanto a Christie sul divano.

ELIZABETH

Ci mangia Donald Trump, in quel posto.

Patrick prende una bottiglia di J&B ma prima di aprirla, guarda Elizabeth.

PATRICK

E cosa vuoi dire con questo?

ELIZABETH

Indovina. Quello ha fatto il suo tempo, ormai…

Elizabeth scoppia a ridere in maniera sguaiata.

PATRICK

Dove lavori adesso, Elizabeth? In un negozio Polo o roba simile?

ELIZABETH

(allegra)

Non ho bisogno di lavorare, Bateman. Tu dovresti sapere l’effetto che fa, Mr. Wall Street.

Elizabeth si controlla il trucco in un portacipria Gucci, poi guarda Christie.

ELIZABETH

Hai un’aria familiare. Andavi alla Dalton?

Christie fa cenno di no con la testa. Patrick guarda l’orologio: sono le 3 di notte. Poi dalla tasca prende un pasticca di Ecstasy e la infila in uno dei bicchieri: la pasticca si dissolve subito.

Patrick, porgendo un vassoio su cui sono adagiati tre bicchieri, va a sedersi di fronte alle ragazze. Campo medio dei tre.

PATRICK

Avete visto il Patty Winters Show stamattina? Era incentrato sulle Persone che Pesano Più di Due Quintali, che Cosa Possiamo Farci?

Sia Elizabeth che Christie scuotano negativamente la testa. Patrick le guarda entrambe, sbirciando i loro turgidi seni, arrapato e lascivo: i seni vengono inquadrati in dettaglio.

ELIZABETH

(a Christie)

Conosci per caso una testa di cazzo di Spicey? Frequenta l’Au Bar: ci sei mai stata?

Christie fa di no con la testa, quindi sbadiglia. Patrick porge a Elizabeth il bicchiere con l’ecstasy.

ELIZABETH

A ogni modo l’Au Bar fa schifo, ormai: è orrendo. Ci sono stata per la festa di compleanno di quello scrittore, come si chiama…

Elizabeth beve un sorso di vino con una smorfia.

ELIZABETH

(a Christie)

E tu, di cosa ti occupi?

Christie guarda Patrick, spaventata, e arrossisce.

PATRICK

È… mia cugina.

INT. STANZA DA LETTO

 

Elizabeth si sta contorcendo sul letto, strafatta. Christie è seduta lì accanto, tesa e immobile. Patrick è seduto sulla poltrona accanto al futon.

PATRICK

Scopate tra di voi, dai…

ELIZABETH

Ma io non sono lesbica. Non mi piacciono le ragazze.

Con un piede, Elizabeth accarezza la coscia di Patrick, che si alza e si mette tra le ragazze e massaggia i loro corpi.

PATRICK

Senti, mi piacerebbe solo vedere voi due che vi date da fare. Che cosa c’è di male? Non c’è alcun rischio di contagio: Christie è una ragazza a posto.

ELIZABETH

(ridendo)

Patrick. Sei matto.

PATRICK

Coraggio. Non ti piace Christie?

Elizabeth guarda Christie, eccitata a causa la droga. Patrick le allunga un altro bicchiere, che Elizabeth beve tutto d’un fiato, mentre Christie si toglie il reggiseno.

Stacco.

La mdp inquadra dall’alto la seguente scena: Elizabeth e Christie sono entrambe nude sul letto, mentre Patrick è seduto di nuovo sulla poltrona. Le lampade alogene sono accese. Elizabeth e Christie si toccano, si sfiorano, si leccano i seni e la vagina.

La mdp stringe sulle due ragazze: Christie strizza i suoi seni prendendoli da sotto e offrendoli a Elizabeth, che glieli succhia e mordicchia. Le due si baciano con foga, Elizabeth affonda la lingua nella bocca di Christie che fa altrettanto, poi entrambe, inquadrate in mezzo busto, cominciano a sfregarsi l’un l’altra.

Mezza figura di Patrick, a torso nudo, mentre in sottofondo sentiamo i gemiti di entrambe le ragazze che si fanno sempre più febbrili, gutturali e animaleschi.

PATRICK

(a Elizabeth, con voce piatta)

Sì, infila la lingua nel buco del culo di quella puttana.

Patrick nel frattempo unge di vaselina un grosso dildo bianco provvisto di cintura. Patrick si alza e stacca Christie da Elizabeth, che inquadrata si contorce spasmodicamente su letto: Patrick attacca il dildo attorno alla vita di Christie, poi posiziona Elizabeth carponi, passandole un dito sul corpo.

Poi Patrick torna a sedersi, mentre vediamo brevemente nello specchio dietro la poltrona Christie possedere da dietro Elizabeth.

ELIZABETH

(il volto contratto in primo piano)

Oh dio vengo vengo scopami sto venendo.

Christie si stacca ed Elizabeth indossa il dildo.

Patrick si alza e si toglie le mutandine, ponendosi tra Christie ed Elizabeth, ne carezza i corpi e ne bacia e succhia i seni. Entrambe le ragazze urlano.

Stacco.

Elizabeth, nuda, sta fuggendo sanguinante dalla camera da letto, ma si muove con difficoltà e le sue urla, distorte e rimbombanti, sono indecifrabili. La ragazza perde molto sangue dal piede, e Patrick la segue, anche lui nudo e con un coltello da macellaio insanguinato.

PATRICK

Puttana, lurida puttana.

Elizabeth scivola e cerca di riprendere l’equilibrio, ma Patrick lesto la colpisce sul collo: il sangue, inquadrato in dettaglio, sporca i vetri sabbiati e i pannelli della cucina.

Lei tenta di correre, il sangue che spruzza ovunque: Patrick la abbranca da dietro. Lei si volta verso Patrick, i lineamenti del viso inquadrato in primo piano contratti dal terrore: Patrick la colpisce allo stomaco con una ginocchiata e lei cade a terra.

La mdp in dettaglio mostra la lama del coltello che colpisce varie parti del corpo di Elizabeth: la schiena, il volto, lo stomaco, anch’essi inquadrati in dettaglio.

Il sangue della ragazza sgorga a fiotti ed Elizabeth si dibatte a terra come un’epilettica. Patrick seguito dalla mdp in steadycam torna in camera, dove Christie giace sul futon legata con una corda alle gambe del letto, le braccia sopra la testa, la bocca piena di pagine strappate di Vanity Fair: lo stomaco della ragazza è bruciacchiato, mentre i seni, a uno dei quali manca un capezzolo, sono marroni a causa dei morsetti con cui Patrick li ha collegati a una batteria.

PATRICK

Non mi ero mai reso conto di quanto fosse delicata la tua struttura corporea, Christie.

Patrick schiaccia un bottone, poi ride.

Stacco.

Prime ore del mattino. Patrick è nudo seduto sulla poltrona, in mano una bottiglia di scotch. Patrick si alza, vagando per l’appartamento, la mdp lo segue e ci mostra così il corpo di Christie bruciacchiato, gli occhi sbarrati e vitrei, la bocca nera e priva di labbra, la vagina sostituita da un altro buco nero, le mani gonfie e irriconoscibili. Le mura e le veneziane sono sporche di grasso. Il corpo di Elizabeth, invece, è ancora nel soggiorno, privo del braccio destro, mentre la gamba destra manca di alcuni pezzi. La mano sinistra, mozzata all’altezza del polso, è poco lontana in una pozza di sangue. La testa, sporca di sangue e priva di occhi, è sul tavolo.

EST. ZOO – MATTINA

 

Patrick, il viso segnato, vaga senza requie per lo zoo di Central Park. Spacciatori gironzolano intorno all’ingresso, mentre tutto intorno ci appaiono le cime dei grattacieli, inquadrate dal basso.

Patrick indossa jeans scoloriti e un giubbotto. Tutti i punti informazione sono chiusi. Due ubriachi, di colore, bevono e ruttano: guardano Patrick con ostilità e lui mostra loro la lama che porta nel giubbotto. Un cieco mastica un pretzel: la mdp ci mostra in dettaglio la sua bocca. Una madre allatta il suo bambino. Patrick guarda la donna, scioccato.

Patrick gira per lo zoo: gli orsi polari hanno un’aria sporca, un coccodrillo nuota da solo in una pozza artificiale, i tucani hanno becchi affilati, le foche si tuffano dagli scogli e latrano. Un guardiano lancia loro dei pesci morti sotto gli occhi della folla, composta perlopiù da adulti. Un cartello recita:

LE MONETE UCCIDONO. SE INGHIOTTITE, LE MONETE POSSONO DANNEGGIARE LO STOMACO DEGLI ANIMALI, CAUSANDO LORO ULCERE, INFEZIONI E MORTE. NON GETTATE MONETE NELLA VASCA.

Patrick, non visto, getta nella vasca una manciata di monete, inquadrate mentre cadono e producono rumori sordi, poi guarda annoiato la folla di adulti che applaude e si diverte.

Patrick arriva al padiglione dei pinguini. Una grossa scritta in colori sgargianti è di fronte all’entrata:

AI CONFINI DELL’ANTARTIDE

Nel padiglione un po’ di folla: finti versi di pinguini fuoriescono dai diffusori. I pinguini sulle rocce, quelli che non nuotano, hanno un’aria stanca e stressata. Patrick passa davanti a un bambino, sui 5 anni, che sta mangiando una merendina: il bambino è con la madre, una donna che chiacchiera con un’altra donna che ha con sé un bambino della stessa età.

MADRE

Getta la carta, Tom.

(poi, alla donna)

Stamattina ho visto il Patty Winters Show: era incentrato sul Ragazzo che si è Innamorato di una Confezione di Saponette.

Il bambino va verso il bidone della spazzatura, che si trova in un angolo buio in fondo alla sala. Il bambino getta la carta nel bidone e nota Patrick, nascosto dietro di esso: il bambino guarda Patrick un po’ spaventato ma anche con un’espressione affascinata.

PATRICK

(frugandosi in tasca)

Vuoi un biscotto?

Il bambino annuisce, lento, e prima che possa rispondere, Patrick estrae il coltello e lo colpisce con un fendente sul collo. Il bambino, sbigottito, indietreggia verso il bidone, gorgogliando: il sangue sgorga dalla ferita. Patrick lo spinge dietro il bidone e poi si mescola al resto della folla, guardando la madre del bambino, che notando preoccupata l’assenza del figlio comincia a guardare la folla. Ora siamo sulla donna, Patrick è fuori fuoco poco lontano. La donna vede i piedi del bambino che scalciano dietro il bidone e sorridendo si avvicina, noi continuiamo a seguirla in piano sequenza, stringendo sul volto: la donna atterrisce, toglie di mezzo il bidone rivelando la faccia del bambino coperta di sangue, il piccolo fatica a sbattere le palpebre e si tiene la gola. La madre urla forte, acuta, e cade accanto al corpo del figlio, cominciando a muoversi isterica.

Patrick, teso e svuotato, solleva gli occhi al sole, inquadrato: un buco si apre al centro e investe lo schermo.

Dissolvenza in chiusura.

Dissolvenza in apertura.

INT. APPARTAMENTO PAUL OWEN – MEZZANOTTE

 

Patrick è al mobile bar dell’appartamento di Paul Owen: nota che è fornito di alcolici molto pregiati e rari, e ha una smorfia di disappunto.

Sedute alle poltrone, due Ragazze: una con capelli biondi e labbra turgide di 26 anni, Torri (Jenny Hendrix), l’altra della stessa età, bionda e col seno grande, Tiffany (Ashley Mattingly).

Entrambe sono vestite in maniera provocante e volgare.

TORRI

(guardandosi intorno, con voce infantile)

Lei vive in un palazzo, mister Owen. È proprio un palazzo.

Patrick le lancia un’occhiataccia, seccato.

Tiffany sfoglia una vecchia copia di «GQ», confusa. Patrick la guarda.

PATRICK

Lavoro alla Pierce & Pierce. Sapete di che si tratta?

TIFFANY

Non è un negozio di scarpe?

PATRICK

Ho studiato ad Harvard. Ne avete mai sentito parlare?

TORRI

Un tipo che ho conosciuto sul lavoro diceva di aver studiato lì.

Patrick resta scioccato e lei si stringe nelle spalle.

PATRICK

Era un pappone?

TORRI

Be’, diciamo un tipo che avevo conosciuto sul lavoro. Diceva di aver studiato ad Harvard, ma io non gli ho mai creduto.

(esitante)

Aveva, ecco, una scimmia. E io dovevo badare alla scimmia nel suo appartamento. Mi sarebbe piaciuto guardare la TV tutto il giorno, anche perché non avevo altro da fare quando il tipo era fuori, così avrei anche potuto tenere d’occhio la scimmia. Ma c’era qualcosa di strano in quella scimmia. Voleva guardare soltanto… l’Oprah Winfrey Show e nient’altro. Una volta ho provato a cambiare canale, volevo guardare una soap o qualcos’altro, ma… la scimmia si è messa a strillare e si è calmata solo quando ho rimesso Oprah. E non so se mi spiego, ma non appena provavo a cambiare canale quella cazzo di scimmia cercava di graffiarmi e di morsicarmi.

Silenzio. Patrick guarda prima Torri, poi Tiffany, che sembra schifata.

PATRICK

Non me ne frega niente se avete fatto una vita dignitosa oppure no.

INT. STANZA DA LETTO DI PAUL OWEN

 

Primo piano di Torri, che riprende i sensi, la faccia coperta di sangue: le labbra sono state tagliate. La mdp ci mostra in totale la scena: Patrick è nudo e tiene in mano un paio di forbici per unghie. Tiffany è legata con sei cinture all’altro lato del letto e geme, terrorizzata. Una videocamera, piazzata su un treppiede, è accesa, mentre dallo stereo parte Do It Again dei Chemical Brothers.

La mdp alterna a lungo i dettagli della lente delle videocamera e degli occhi spalancati dalla paura di Tiffany, mentre Torri urla stridula.

Nella soggettiva di Tiffany, vediamo Patrick allontanarsi dal corpo di Tiffany, il cui corpo è lacerato e tagliato in più punti. Sangue è spruzzato sulle pareti e sul pavimento e sul soffitto. Patrick tiene come un trofeo la testa decapitata di Torri e si avvicina a Tiffany.

Dettaglio della lente della videocamera: Patrick abbassa la testa di Torri all’altezza del pube. Poi si avvicina a Tiffany.

PATRICK

(accarezzandola)

Ti lascerò andare, shhh…

Patrick, in primo piano, le accarezza gentile la faccia: Tiffany piange. Patrick però ha in mano un fiammifero, che porta all’altezza degli occhi della ragazza. Lei li chiude istintivamente.

La mdp inquadra di nuovo la videocamera, mentre sentiamo uno scoppio sordo, cui seguono altri rumori indefinibili.

Patrick, in mezza figura e sporco di sangue, si allontana dal corpo di Tiffany inquadrata molto brevemente: la ragazza non ha più bulbi oculari, mentre ciglia e sopracciglia sono bruciate, i denti sono stati strappati via come le labbra, la lingua è stata tritata, il corpo scosso da tremiti è tagliato in più punti, la giugulare e la gola pendono dalla ferita aperta sul collo.

Patrick spegne la luce. La musica sfuma.

Stacco.

Patrick immerge la mano, inquadrata in dettaglio, in uno degli stomaci delle due ragazze, su cui ha inferito ancor di più e che sono ormai indistinguibili, e torna in soggiorno. Sulla parete che domina il mobile bar, Patrick scarabocchia:

SONO TORNATO

Vediamo la scritta per alcuni secondi.

INT. APPARTAMENTO DI PATRICK – POMERIGGIO

 

Una scritta appare in basso:

SETTEMBRE

La mdp compie una panoramica circolare dell’appartamento di Patrick: nuovo arredamento e gadget elettronici di ultimissima generazione. Il Rothko è stato sostituito da un altro quadro: Room in New York di Edward Hooper. Patrick entra in campo e parla al telefono.

PATRICK

E quindi Kimball ha sentito dire che Owen è davvero a Londra e ci è andato un paio di giorni fa.

(resta in ascolto)

No, così, siccome è venuto qualche settimana fa in ufficio mi chiedevo a quale punto fosse la sua indagine. Owen è un elemento importante della Pierce & Pierce.

Pausa. Patrick sente, e noi con lui, uno sciabordio proveniente dal bagno.

PATRICK

Devo salutarti, Ronald, magari ci vediamo a pranzo uno di questi giorni.

Patrick chiude la comunicazione e si dirige cauto verso il bagno: la mdp lo segue. Patrick apre la porta e sbircia dentro: la mdp inquadra un grosso topo bagnato appollaiato sull’asse del water. L’animale si scuote per asciugarsi, poi salta sul pavimento e barcollando esce dall’altra porta del bagno, entrando così in cucina. Patrick lo segue, noi restiamo sull’animale: il topo si dirige verso il sacchetto della pizza avanzata, accanto alla pattumiera: il topo azzanna il sacchetto e scuote furioso la testa, cercando di addentare i resti della pizza ed emettendo suoni voraci.

Stacco.

Patrick rientra in cucina, è prima mattina.

Il topo è accanto alla pattumiera, incastrato in una trappola extra-large, ma ancora vivo. Il ratto, inquadrato, squittisce e dimena la coda molto spessa. Patrick, usando uno straccio, prende il topo e lo tira su: il topo squittisce ancora di più. La mdp ci mostra in dettaglio le zanne affilate del roditore.

Patrick lo getta in una cappelliera, che mette nel lavandino ricoprendolo con due mensole su cui piazza pesanti libri, poi siede alla sedia del tavolo.

Primo piano del suo volto pensieroso, mentre i rumori prodotti dal topo si fanno più forti.

INT. APPARTAMENTO DI PATRICK – SERA

 

Patrick, bicchiere di Jameson in mano, è nel soggiorno del suo appartamento con una Ragazza magra e bionda di 27 anni, molto carina, vestita in maniera succinta (Amanda Hearst).

PATRICK

Ho studiato ad Harvard, mi sono laureato in gestione aziendale e lavoro a Wall Street alla Pierce & Pierce.

RAGAZZA

Di che cosa si tratta?

PATRICK

Un negozio di scarpe. Hai visto il Patty Winters Show stamattina? Era incentrato sulla Macchina che Permette a Chiunque di Parlare coi Morti.

Primo piano della Ragazza.

RAGAZZA

Che cos’è questa puzza?

INT. STANZA DA LETTO DI PATRICK

 

Patrick e la Ragazza sono a letto: lei gli pratica del sesso orale. Siamo sul primo piano di Patrick, per nulla eccitato.

PATRICK

Brutta puttana d’una troia.

La Ragazza mugola: Patrick le strizza i seni, la sposta poi dal pube e la schiaffeggia, dandole infine un pugno leggero sulla bocca.

Patrick bacia la ragazza: dettaglio dei denti di Patrick che mordono le labbra della ragazza.

RAGAZZA

Brutto bastardo, ma che cazzo stai facendo?

La Ragazza lo spinge via: Patrick rotola sul letto fingendo di lasciarla andare, e mentre lei prende i vestiti Patrick le salta addosso, con la bava alla bocca. La Ragazza comincia subito a piangere, isterica.

Patrick le spruzza sul volto un po’ di Mace, e le sbatte la testa contro il muro cinque o sei volte: la Ragazza perde conoscenza.

Dettaglio di alcuni capelli e di una macchia di sangue sulla parete.

Stacco.

Vediamo la scena dall’alto.

La Ragazza riprende conoscenza: è nuda e legata al pavimento, le mani e i piedi assicurati a puntelli conficcati su tavole gravate da pesi di metallo. Le gambe sono spalancate, le mani coperte di chiodi. Primo piano della Ragazza, gli occhi dilatati dalla paura. Patrick, nudo, accende il televisore: appare la scena dell’omicidio col trapano di Omicidio a luci rosse.

PATRICK

Vedi bene? Vedi tutto? Stai guardando?

La mdp inquadra lo schermo della televisione, e alterna le immagini del film a quelle di Patrick che taglia la bocca della Ragazza. Patrick le tiene la testa e la costringe a guardare il film.

 

PATRICK

(sussurrandole nell’orecchio)

Ti sarebbe accaduto comunque. Te ne staresti legata qui, sul parquet, con le mani inchiodate e pezzi di formaggio e di vetro infilati nella fica e la testa spaccata e sanguinante, in ogni caso, indipendentemente dalla tua volontà. Anche se tu fossi andata da Nell’s o al Mars o all’Au Bar invece che all’M.K., oppure semplicemente non fossi salita sul taxi con me, sarebbe accaduto comunque. T’avrei scovato, prima o poi. Ecco come va il mondo.

Patrick si allontana dalla Ragazza e va in cucina: sul tavolo, una gabbietta con il topo uscito dal water, inquadrata. Un altro topo giace in via di putrefazione in un angolo della gabbietta. Patrick   prende la gabbietta e la porta nel soggiorno: il ratto sbatte la coda.

Patrick, inquadrato dall’alto, piazza la gabbietta tra le gambe spalancate della Ragazza, di fronte alla vagina. Il topo, inquadrato, inizia a correre in cerchio, squittendo, impazzito.

Patrick, visto dall’alto, apre la gabbietta e il topo corre verso le gambe aperte della Ragazza.

Primo piano di Patrick, mentre si ascoltano i versi incomprensibili della ragazza: ne vediamo gli occhi dilatati dal terrore e dalla confusione. Mugola sempre più debolmente.

Patrick prende una sega elettrica.

INT. LUKE – SERA

 

La sala del Luke è disadorna, bianca e poco illuminata, i tavoli per due sono occupati, le cameriere e i camerieri sono vestiti come dei gentlemen e delle dame inglesi dell’Ottocento.

Patrick ed Evelyn sono a un tavolo al centro della sala. Patrick è calmo, ma non ascolta nulla di quello che Evelyn dice. Campo medio di entrambi.

PATRICK

(prendendo il drink)

Un brindisi?

EVELYN

(indifferente, mentre si guarda attorno)

Oh? E a cosa?

PATRICK

Alla libertà? Oppure al Patty Winters Show: stamattina parlavano dei Kit per l’Aborto Fatto in Casa.

Ma Evelyn non ascolta.

EVELYN

Che cosa significano tutte queste t-shirt che si sono viste in giro per la città? Per tutta la città, fino a poco tempo fa. Le hai viste anche tu? Occupy Wal-Mart? La gente è andata fuori di testa? Mi sono persa qualcosa? Che cosa stavamo dicendo?

Primo piano di Patrick.

PATRICK

No, guarda che ti sbagli. C’era scritto Occupy Wall Street.

(sospira)

Gesù, Evelyn, solo tu potevi confondere Wall Street con una catena di centri commerciali.

Patrick, incerto su quel che sta dicendo, saluta una persona al bar. Noi restiamo sui due, sempre in campo medio.

EVELYN

Chi è quello?

PATRICK

Un amico.

EVELYN

Non lo riconosco. Uno della P & P?

PATRICK

Lascia perdere.

EVELYN

Chi è quello, Patrick? C’era, alle mia feste?

PATRICK

(tamburellando con le dita sulla tovaglia)

No, non c’era.

EVELYN

(voltandosi e aguzzando lo sguardo)

Non è… George Clooney?

PATRICK

Difficile.
(poi, esasperato)

Cristo Santo, si chiama George Levanter e no, non ha recitato in Ocean’s Eleven.

Evelyn aguzza ancora una volta lo sguardo.

EVELYN

(ammirata)

È un gran figo.

(guardando Patrick maliziosa)

Spero che questo non ti renda geloso.

PATRICK

È un bell’uomo. Ha l’aria stupida, ma è un bell’uomo.

EVELYN

Non fare la serpe, è un gran bell’uomo e stop. Perché non ti fai tagliare i capelli come lui?

Patrick, in primo piano, la guarda, in preda al panico.

PATRICK

Cos’ha che non va, il mio taglio?

(più arrabbiato)

Cosa cazzo ha che non va, il mio taglio?

Patrick si tocca i capelli. Evelyn appare scossa.

EVELYN

Niente… era solo un suggerimento. Hai un taglio magnifico, sul serio.

Evelyn cerca di sorridere ma l’aria preoccupata le rimane. Patrick beve un sorso di J&B. Primi piani alternati di entrambi.

PATRICK

(più calmo)

In realtà, la sua pancetta mi fa orrore.

EVELYN

Oh, ma non ha la pancetta.

PATRICK

È una pancetta, Evelyn. Quell’uomo ha appena trent’anni.

EVELYN

Oh, mio dio, Patrick. Ma che diritto hai di essere così rancoroso? La tua animosità non ha alcun fondamento. Devi proprio avere qualcosa che non funziona.

PATRICK

Guarda l’abito che indossa, guarda come è vestito. Non gli è venuto in mente che se indossi un abito del genere puoi attirarti tonnellate d’odio?

EVELYN

Patrick, a questo punto mi sembri decisamente matto.

PATRICK

Cristo santo, Evelyn. Come sarebbe a dire mi sembri? Io sono matto, cazzo.

EVELYN

Devi esserlo in maniera così militante?

PATRICK

(stringendosi nelle spalle)

Non lo so.

EVELYN

Comunque, volevo raccontarti cos’è successo a Melania e Taylor e…

(notando qualcosa)

… piantala di guardarmi il seno, Patrick. Guarda me, non il mio seno.

Evelyn riprende a parlare, ma Patrick non la sente: la bocca di Evelyn si muove, ma non esce un suono. E per un momento, l’immagine è in mezza figura, all’immagine di Evelyn si sostituisce quella di un grosso scarafaggio nero, nell’elegante abito Christian Lacroix indossato da Evelyn, che ricompare dopo alcuni secondi.

EVELYN

Non è divertentissimo?

PATRICK

(ridendo disinvolto)

Da matti.

Patrick osserva le ragazze al bar, poi prende il menù.

PATRICK

(leggendolo)

Cristo, cinquantacinque dollari per un cazzo di involtino primavera.

EVELYN

È un moo shu, leggermente gratinato.

PATRICK

È un cazzo di involtino primavera.

EVELYN

Sei così colto, Patrick.

PATRICK

No. Solo quanto basta.

EVELYN

Il moo foo jambalaya qui è di prima qualità.

Un cameriere serve Patrick ed Evelyn. I piatti sono enormi e di porcellana. La mdp ci mostra quello ordinato da Patrick: al cento, due pezzi di dentice sashimi allo zenzero sono circondati da minuscole porzioni di wasabi, a loro volta contornate da microscopiche quantità di hijiki, sul bordo superiore giace un gamberetto, un altro giace sul bordo inferiore. Patrick osserva il piatto, turbato.

 

PATRICK

Ma non servivano cucina cinese e creola, qui?

Primo piano di Evelyn.

 

EVELYN

Esigo che tu ti impegni seriamente.

Patrick la guarda.

PATRICK

Secondo me, Evelyn, non siamo più in sintonia.

EVELYN

Perché? Cosa c’è che non va?

Evelyn saluta una coppia che ha appena preso posto a qualche tavolo più in là del loro.

PATRICK

Il mio bisogno di dedicarmi a pratiche omicide su larga scala è… insopprimibile. E non conosco alcun altro modo di soddisfare questa mia intima necessità.

Evelyn posa il bicchiere che stava per bere e lo guarda.

EVELYN

Patrick, se stai di nuovo per dirmi che dovrei rifarmi il seno, me ne vado.

PATRICK

È finita tra noi, Evelyn. È tutto finito. Non sto scherzando. Ho 27 anni. Non voglio legami troppo impegnativi.

EVELYN

Ma abbiamo una quantità di amici in comune. Non penso sia possibile.

(poi, notando qualcosa)

Hai una piccola macchia sopra la bocca. Nettati col tovagliolo.

Patrick si ripulisce, esasperato.

PATRICK

Senti, lo so che abbiamo una quantità di amici in comune. Te li puoi tenere tu.

Evelyn lo guarda confusa.

EVELYN

Ma… e noi due? E il nostro passato?

PATRICK

Il nostro passato non è reale. È solo un sogno. Lascialo perdere.

EVELYN

Hai qualcosa contro di me?

PATRICK

Evelyn. Mi spiace. È solo che tu non sei così importante per me.

EVELYN

E chi lo è, allora? Chi pensi lo sia, Patrick? Che cosa cerchi? Katy Perry?

PATRICK

Katy Perry? Katy Perry? Ma che dici? Oh, chi se ne frega. Basta così. Ho bisogno di far sesso regolarmente. Ho bisogno di distrazioni.

Evelyn apre la borsetta.

EVELYN

Patologico. Il tuo comportamento è patologico. Sei aberrante, patologico. Ecco cosa sei.

PATRICK

Io sarei patologico? Tu stai dicendo a me che io sono patologico?

Evelyn prende un portapillole.

EVELYN

Abbiamo una diversa visione del mondo, Patrick.

PATRICK

Grazie a dio.

EVELYN

Sei disumano.

Evelyn cerca di non mettersi a piangere.

PATRICK

Io sono molto vicino… all’umanità.

Evelyn, in primo piano, scoppia a piangere.

EVELYN

Che cosa vuoi che faccia? Dimmi cos’è che vuoi. Dimmelo. Ti prego.

PATRICK

Oh, Gesù, Evelyn, non lo so. Niente. Non c’è niente che tu possa fare.

EVELYN

(soffiandosi il naso in un fazzoletto)

Oh, dio, Patrick. Sei ignobile. Sei disumano. Sei un demonio.

PATRICK

(fissandola)

No, no: tu sei un demonio.

Evelyn geme, attirando l’attenzione delle persone sedute al tavolo accanto, che poi tornano a parlare tra di loro.

PATRICK

(dolce)

Allora, me ne vado. Ho capito la situazione, perciò me ne vado.

Evelyn lo afferra per una mano.

EVELYN

Non farlo. Non andartene.

PATRICK

Me ne sto andando, Evelyn.

Primo piano di Evelyn: il trucco non è rovinato dalle lacrime, che sono molto poche.

EVELYN

Dove? Dimmi, Patrick, dove te ne vai?

PATRICK

Me ne vado e basta. In Libia, in Cina, in Afghanistan. Che importa?

Patrick guarda Evelyn.

PATRICK

Dopo la tua scenata non aspettarti che sia io a pagarti il conto.

INT. CASA DI COURTNEY – POMERIGGIO

 

La mdp ci mostra Courtney: è a seno nudo e sta bevendo del Jack Daniel’s liscio. Sul comodino, un pacchetto di sigarette e varie confezioni di antidepressivi. Courtney ha l’espressione persa. La tv è accesa su un episodio di Beautiful, a volume bassissimo, e la stanza è in penombra.

Patrick sta rivestendosi di fronte allo specchio, e non guarda Courtney.

COURTNEY

Mi chiamerai prima di Thanksgiving?

PATRICK

Forse.

Patrick si abbottona la camicia.

COURTNEY

(con lentezza)

Che programma hai per stasera?

PATRICK

Cena al River Café. Dopocena all’Au Bar, forse. Poi a casa rivedo il Patty Winters Show di stamattina: la puntata era incentrata sulle Bellissime Adolescenti Lesbiche, l’ho trovata proprio erotica…

COURTNEY

Che posti carini…

PATRICK

E tu e Luis?

COURTNEY

Luis stasera è ad Atlanta…

Patrick si infila un gilet.

PATRICK

Non sapevo fumassi.

Courtney gli sorride, triste.

COURTNEY

Non te ne sei mai accorto.

PATRICK

Va bene. Ammetto di essere imbarazzato, ma solo un po’.

Patrick controlla il nodo della cravatta.

COURTNEY

Senti, Patrick, possiamo parlare?

PATRICK

(senza guardarla)

Sei stupenda.

Patrick si volta e le manda un bacio e torna a guardarsi allo specchio.

PATRICK

Non abbiamo niente da dirci. Stai per sposare Luis, la settimana prossima. Tutto lì.

COURTNEY

(sarcastica ma non frustrata)

Non è meraviglioso?

PATRICK

Leggi le mie labbra: sei stupenda.

Primo piano di Courtney.

COURTNEY

Patrick?

PATRICK

Sì, Courtney?

COURTNEY

Se non ci vediamo prima del Thanksgiving… auguri?

Patrick la fissa un istante.

PATRICK

(piatto)

Anche a te.

Courtney raccoglie un gatto nero di peluche con pietre azzurre al posto degli occhi, gli accarezza la testa.

Patrick esce dalla stanza, puntando all’ingresso dell’appartamento: la mdp lo segue stando sul davanti.

COURTNEY

(f. c., dolce)

Patrick?

Patrick si ferma, ma senza voltarsi.

PATRICK

Sì?

COURTNEY

(c. s.)

Niente.

Patrick esce dall’appartamento.

INT. APPARTAMENTO DI PATRICK – NOTTE

 

Patrick, in camicia col colletto sbottonato, barba lunga e mento sporco, profonde occhiaie, pupille dilatate con occhi iniettati di sangue, capelli arruffati, è seduto a gambe incrociate sul letto. Sulle coperte, alcolici, cibo e minuscole quantità di droga, che Patrick tira col naso. In sottofondo sentiamo la voce di Patty Winters e Where Is My Mind dei Pixies.

PATTY

Quando mi sento stressato divento violento e devo sfogarmi. Prima mi tagliuzzavo il corpo con le lamette da barba, ma poi ho capito che ferirsi da soli fa più male che non avere uno stereo… Così ho cominciato a prendere a calci lo stereo, invece di prendermi a rasoiate in faccia. Quando mi incazzo o mi stravolgo o mi emoziono, a volte suono anche qualcosa al pianoforte.

Patrick si alza e va all’armadio, lo apre: una UZI è in bella mostra e Patrick la accarezza. Poi apre una cartella Bottega Veneta accanto alla mitraglietta: nella cartella ci sono un paio di affilati coltelli e una Ruger Mini. In sottofondo, ascoltiamo ancora la voce di Patty.

PATTY

Cara Carole, per favore non sederti più vicino a Janet, in tribunale. Quando ti guardo lei mi fissa con quegli occhi folli, come un gabbiano ipnotizzato da una cozza… mi sembra già di sentirla cospargermi di salsa piccante…

Dettaglio della bocca di Patty, sullo schermo tv.

PATTY

(al ralenty, la voce rimbomba)

Mi sembra già di sentirla cospargermi di salsa piccante…

Patrick si volta a guardare lo schermo della TV: Patty, circondata dal suo pubblico (composto solo da donne), parla ma non si sente nulla.

Patrick chiude l’armadio e va al telefono, lo prende e compone un numero.

PATRICK

Harold, sono Patrick Bateman e ho una confessione da farti…

La mdp si allontana da Patrick.

EST. CONDOMINIO DI PAUL OWEN – MATTINA

 

Patrick scende da un taxi. Il manto stradale è bagnato. Patrick osserva l’edificio per qualche secondo, confuso. Poi va all’ingresso, tira fuori le chiavi ma non entrano nella serratura dell’ingresso. Un portiere in uniforme compare in campo. Patrick lo osserva come se fosse la prima volta che lo vede.

PORTIERE

(allegro, aprendo la porta)

Be’, se non si decide a entrare si bagnerà tutto.

Patrick entra nell’atrio, con l’ombrello sotto un braccio: non visto, rimette in tasca la mascherina chirurgica che aveva in mano.

PORTIERE

Allora, cosa posso fare per lei?

Patrick lo guarda, esitante.

PATRICK

Quattordici-A.

Il portiere lo squadra dalla testa ai piedi, poi legge il suo registro, gli sorride e scrive qualcosa.

PORTIERE

Ah, naturalmente. Mrs. Wolfe la sta aspettando.

PATRICK

(abbozzando un sorriso)

Mrs. … Wolfe?

PORTIERE

Sì, l’agente immobiliare. Lei ha un appuntamento, immagino.

INT. ASCENSORE/APPARTAMENTO DI PAUL

 

Nell’ascensore è presente un addetto: Patrick lo guarda interdetto. L’addetto gli lancia un’occhiata.

PATRICK

(con un sorriso imbarazzato)

Il Patty Winters Show stamattina era incentrato sulle Persone a cui è Stato Asportato Metà Cervello.

Le porte dell’ascensore si aprono. Patrick schizza fuori.

Stacco.

Patrick è davanti alla porta dell’appartamento di Paul: si sentono delle voci all’interno. Patrick sospira, tremando e osservandosi i mocassini. Proprio in quell’istante si apre la porta dell’appartamento: una Donna di 35 anni, molto bella ed elegante (Amy Acker), appare sulla soglia: è Mrs. Wolfe.

WOLFE

Lei è quello delle undici?

PATRICK

No.

WOLFE

Scusi.

Wolfe si allontana lungo il corridoio lasciando la porta aperta, guarda Patrick con espressione bizzarra poi entra in una stanza. Patrick osserva l’interno dell’appartamento. Una coppia sulla trentina parla al centro del soggiorno, che appare nuovo e intatto.

Patrick entra e gira per l’appartamento, lento: per brevissimi secondi rivediamo le immagini delle torture a Tiffany, Torri e Christie, e la scritta:

SONO TORNATO

Primo piano di Wolfe.

WOLFE

Posso aiutarla?

Patrick è appoggiato a una parete. La coppia esce dal soggiorno. Mrs. Wolfe dà un’occhiata alle sue spalle, poi torna a fissare Patrick.

PATRICK

Sto cercando… Paul Owen non abita qui?

Wolfe fa una lunga pausa.

WOLFE

No. Non abita qui.

Patrick fa una lunga pausa.

PATRICK

Ne è, ecco… sicura?

(debolmente)

Non… capisco.

Improvvisamente, i muscoli del volto le si irrigidiscono: Wolfe strizza gli occhi ma non li chiude. Nella sua soggettiva, vediamo la mascherina tenuta in un pugno da Patrick.

WOLFE

Ha letto l’annuncio sul Times?

PATRICK

No… cioè sì. Sì, è lì che l’ho letto. Sul Times.

Patrick guarda la coppia, che è al buffet senza curarsi di Patrick e di Mrs. Wolfe.

UOMO

(addentando un toast)

Ehi, avevi ragione… questa margarina è davvero più buona della merda.

La moglie ride. Patrick torna a guardare Mrs. Wolfe.

PATRICK

Ma Paul Owen non è tuttora il proprietario?

Mrs. Wolfe fa un’altra lunga pausa.

WOLFE

Non c’era alcun annuncio sul Times.

Wolfe e Patrick si guardano a lungo: non si ascolta un rumore.

WOLFE

Credo che lei dovrebbe andarsene.

PATRICK

Io invece credo di voler sapere cos’è successo.

WOLFE

Non vogliamo problemi.

Patrick distoglie lo sguardo, porta una mano al petto e si allenta la cravatta.

WOLFE

Le consiglio di andarsene. Non vogliamo problemi.

Patrick indietreggia, alzando le mani.

WOLFE

E non torni.

PATRICK

Non tornerò. Non si preoccupi.

Patrick esce dall’appartamento. Mrs. Wolfe lo segue con lo sguardo fino all’ascensore.

INT. SPOGLIATOI XCLUSIVE – POMERIGGIO

 

Patrick si guarda allo specchio sopra i lavabi. La sua forma fisica è perfetta: muscoli tesi, stomaco piatto, pettorali duri e occhi bianchi.

Patrick, seguito dalla mdp, si avvicina al suo armadietto, lo apre: pezzi di corpi umani come gambe, braccia, dita, anche delle vagine. Le vediamo: a una è attaccata una clip, mentre un fiocco azzurro orna un’altra.

Dissolvenza in chiusura.

Dissolvenza in apertura.

Velocemente si susseguono varie scene: un transatlantico in fiamme, l’eruzione di un vulcano alle Hawaii, la morte violenta di alcuni uomini, morti che camminano per strada, incidenti d’auto e disastri aerei, sedie elettriche e macabri omicidi, siringhe e donne mutilate, dischi volanti, jacuzzi di platino, granelli di pepe rosa.

Dissolvenza in chiusura.

EST. STRADA – MATTINA

 

Patrick cammina per strada, spazzata dal vento, e guarda i passanti: tutti hanno un’aria triste. I piccioni volano, ipnotici, mentre aerei volano bassi sulla città, contro il sole. Patrick si avvicina a un barbone di colore, lo stesso che ha accecato. Il barbone regge un cartello tra le mani:

REDUCE DALL’IRAQ ACCECATO IN IRAQ. PER FAVORE AIUTATEMI. SIAMO AFFAMATI E SENZA TETTO.

Il barbone ha anche un cane, che ringhia contro Patrick.

Patrick si abbassa e gli scruta le ferite.

PATRICK

(sussurrandogli nell’orecchio)

Non sei mai stato in Iraq.

Primo piano del viso del barbone solcato di cicatrici.

BARBONE

(impaurito)

Ti prego… non farmi del male.

PATRICK

Perché dovrei buttare il mio tempo?

Patrick va all’altro lato della strada, entra in una gelateria: la mdp ci mostra la tv accesa. Il tg è in onda.

CONDUTTORE TG

Una donna con addosso una pelliccia di volpe argentata e visone è stata sfregiata da un animalista. Passando alle prossime elezioni, il Presidente Obama ha…

Torniamo su Patrick, che esce dalla gelateria: mangiando un pinguino al cocco tiene d’occhio il barbone all’altro lato della strada. Patrick addenta il gelato e morde qualcosa di duro. Patrick guarda il gelato: c’è un frammento d’osso, inquadrato in dettaglio.

INT. WORLD’S END – SERA

 

Il World’s End è un locale dall’arredamento futuristico, anche i camerieri e le cameriere sono vestite con tute che ricordano quelle dei vecchi film di fantascienza. In un separé vediamo Patrick assieme a Jean e a un’altra ragazza. Patrick vede al bar un Uomo di 57 anni, con capelli biondi e ben vestito (Willem Dafoe): è Harold Carnes.

Patrick si alza dal tavolo e va verso il bar, nervoso. Harold, con abito Gieves&Hawkes e cravatta di seta, sta parlando con Timothy Price.

HAROLD

Diciamoci la verità, entro la fine del decennio, gli sceicchi e i petrolieri russi si saranno comprati la maggior parte del Paese. E se vince di nuovo Obama questo rischio è ancor più concreto…

Patrick guarda Price, con un misto di sorpresa e spavento: Price è in grande forma a parte una specie di macchia sulla fronte, ed è vestito in maniera elegante: abito Canali Milano, camicia Ike Behar, cravatta Bill Blass.

PATRICK

Taci, Carnes, non è vero niente.

Carnes, atterrito, si volta a guardarlo, mentre sul suo volto appare uno strano sorriso.

CARNES

Ma guarda qui chi c’è, il Gekko degli anni duemila…

Patrick stringe la mano a Price.

PATRICK

Price. Dove ti eri cacciato?

PRICE

Oh, in giro. Ma ehi, eccomi qua.

PATRICK

Mi è sembrato di vederti ad Aspen.

PRICE

Ehi, e tu come te la passi, Bateman?

PATRICK

Bene. Mi limito a esistere…

PRICE

Ed Evelyn?

PATRICK

(sorridendo)

Be’, abbiamo rotto.

PRICE

Non lo sapevo: Evelyn non ha ancora aggiornato il profilo su Facebook. Un vero peccato.

PATRICK

Sei stato via, tipo, un’eternità, Tim. Che mi racconti?

PRICE

Lavoro alla Goldman Sachs, ora.

Price guarda prima Carnes, poi Patrick.

PRICE

Signori, devo andare. Scusate.

Price va via. Patrick guarda Harold.

PATRICK

Allora, Harold, hai sentito il mio messaggio?

Harold lo guarda confuso, poi si mette a ridere.

CARNES

Gesù, Davis. Certo, era spiritosissimo. Eri tu, non è vero?

PATRICK

(sbattendo le palpebre)

Naturalmente.

CARNES

Bateman che fa fuori Owen e decine di donne? Oh, cazzo, è fantastico. Davvero.
(con aria sgomenta)

Era un messaggio piuttosto lungo, vero?

PATRICK

(con un sorriso ebete)

Ma a che cosa ti riferisci, Harold?

CARNES

Be’, al messaggio che mi hai lasciato.

Carnes si guarda intorno, annoiato.

PATRICK

Un momento, Harold. A che cosa ti riferisci?

CARNES

(sospira)

Davis. Non sono tipo da sputtanare nessuno, e il tuo scherzo era davvero spiritoso. Ma ammettilo, ragazzo, aveva un difetto fatale: Bateman è un tale leccaculo, un tale cazzone, che non l’ho potuto apprezzare fino in fondo. A parte questo l’ho trovato divertente.

PATRICK

Cosa stai dicendo? Bateman è cosa?

CARNES

Oh, dio buono, amico. Dico davvero. Uno così riesce a malapena a rimorchiarla, una femmina, figurati… che cosa hai detto che ha fatto?

Harold, nel parlare, continua a guardarsi attorno, distrattamente.

CARNES

Ah, già: «l’ho tagliate a pezzi», hai detto. Ora scusami ma devo proprio andare.

Patrick gli prende però un braccio e lo fissa.

PATRICK

Un momento. Stop. Mi pare che tu non abbia capito. Non stai davvero capendo granché. Io l’ho ammazzato. Io l’ho fatto, Carnes. Io ho tagliato la testa a Owen. Io ho torturato dozzine di ragazze, fin dall’adolescenza. Tutte le cose che ti ho detto in quel messaggio erano
(calcando la parola)

vere.

Carnes riprende a ridere, ma stavolta educatamente, e si libera dalla morsa di Patrick.

CARNES

Scusami. Devo proprio andare.

PATRICK

(gridando)

No! Allora, Carnes, stammi a sentire. Stammi a sentire molto, molto attentamente. Io ho ammazzato Paul Owen e mi è piaciuto farlo. Non riesco a spiegarmi più chiaramente.

CARNES

Ma questo semplicemente non è possibile. E trovo che la cosa non sia più divertente.

PATRICK

Non doveva esserlo fin dall’inizio!
(calmandosi)

E perché non sarebbe possibile?

Carnes gli lancia uno sguardo preoccupato.

CARNES

Non lo è e basta.

PATRICK

Perché no? Stupido bastardo.

CARNES

(fissandolo)

Perché ho cenato con Paul Owen due volte a Londra appena dieci giorni fa.

I due si guardano a lungo.

PATRICK

No, non è vero.

CARNES

(allontanandosi)

Ora, Donaldson. Se vuoi scusarmi.

Patrick sghignazza.

PATRICK

Oh, sei scusato.

Carnes si ferma a parlare con delle persone. Ride di gusto a una battuta.

INT. HARRY’S – SERA

 

Patrick, con Timothy Price, Craig McDermott, David Van Patten e Preston Goodrich (Justin Timberlake) sono a un tavolo di Harry’s. Appare una scritta:

NOVEMBRE 2012

tutt’e cinque elegantissimi, bevono e sembrano tristi. Primo piano di Preston.

PRESTON

E così quel bastardo di Obama ha vinto di nuovo.

MCDERMOTT

Ma si sapeva: Romney è un cazzone inutile.

Il televisore di Harry’s, inquadrato, è acceso: vediamo il discorso di Obama.

OBAMA

Grazie mille. Stanotte, a più di 200 anni dopo che una ex colonia si è conquistata il diritto di determinare da sola il suo destino, l’impegno nel perfezionamento dell’unione continua. Va avanti grazie a voi. Va avanti perché avete riaffermato lo spirito che ha trionfato sulla guerra e la depressione, che ha sollevato questo Paese dalla profondità della disperazione fino alle alte vette della speranza, il credere che mentre ognuno di noi insegue il suo sogno personale, facciamo però parte di una famiglia americana e insieme trionferemo o cadremo come una sola nazione e un solo popolo.

La mdp ora alterna i primi piani dei cinque avventori, mentre Obama lo ascolteremo sempre fuori campo.

PRICE

Come può mentire così spudoratamente? Come fa a sparare tante cazzate?

PATRICK

Oh, Cristo. Quali cazzate? È stata la scelta migliore che potessimo fare. Allora, dove abbiamo prenotato? McDermott, che dicono del 220 sulla pagina Facebook della Zagat?

OBAMA

E non sarei l’uomo che sono oggi senza la donna che vent’anni fa ha acconsentito a sposarmi. Lasciatemelo dire in pubblico: Michelle, non ti ho mai amata di più. Non sono mai stato più fiero di guardare il resto dell’America innamorarsi di te, come first lady di questa nazione. Sasha e Malia, davanti ai nostri occhi state crescendo e diventando due bellissime, forti e intelligenti giovani donne, proprio come vostra madre. Sono davvero fiero di voi…

PRESTON

Niente da fare, quello è un covo di democratici del cazzo: stasera lì ci saranno gran festeggiamenti. E poi la loro specialità l’ho dovuta cagare all’M.K. l’ultima volta che ci sono stato.

MCDERMOTT

Il punto più basso di tutta la serata.

VAN PATTEN

Non eri insieme a Kyria l’ultima volta? Non è stata lei il punto più basso?

OBAMA

So che le campagne politiche a volte sembrano piccole, persino stupide. E che ai cinici danno molto spazio per dire che la politica non è nulla più che una gara tra ego o terra di interessi particolari. Ma se mai avrete la possibilità di parlare alla gente che è venuta ai nostri rally e si è ammassata in una lunga fila nella palestra di una scuola, o vedrete persone lavorare fino a tardi in un ufficio della campagna in una piccola contea lontana da casa, scoprirete che non è così…

Patrick guarda il bicchiere di scotch che sta bevendo.

PRESTON

Basta dire no.

Price distoglie lo sguardo dalla tv e guarda Craig. Di nuovo, rapidissimi piani alternati dei cinque.

PRICE

Non posso crederci. Ha un’aria così normale. Sembra così estraneo a tutto. Per nulla pericoloso.

OBAMA

La democrazia in una nazione di 300 milioni di persone può essere caotica e complicata e rumorosa. Abbiamo ognuno la propria opinione. Ognuno ha cose in cui crede. E quando attraversiamo momenti difficili, quando prendiamo grandi decisioni come paese, questo necessariamente mette in campo passioni e controversie. Tutto questo non cambierà dopo stanotte, e non deve farlo. Tutto ciò è simbolo della nostra libertà…

MCDERMOTT

È totalmente innocuo, imbecille. Era totalmente innocuo. Proprio come tu sei totalmente innocuo. Ma lui ha fatto un mucchio di cose e tu non sei neanche riuscito a prenotare al 150, perciò, tipo, che cosa dovrei dire?

OBAMA

Vogliamo che i nostri figli crescano in un paese dove abbiano accesso alle migliori scuole e all’insegnamento dei migliori docenti. Un paese che porti avanti la propria leadership nella tecnologia, e nell’innovazione e nelle scoperte, con tutto il lavoro e le possibilità di impiego che ne conseguono. Vogliamo che i nostri figli vivano un America che non è oberata dai debiti, che non è indebolita dalle disuguaglianze, che non è minacciata dal potere distruttivo del riscaldamento globale. Vogliamo cedere ad altri un paese sicuro e rispettato e ammirato nel mondo, una nazione difesa dall’esercito più forte della terra e dalle truppe migliori che questo mondo abbia conosciuto. Ma anche un paese che si muova con sicurezza oltre questi tempi di guerra, per arrivare a una pace costruita sulla promessa di libertà e dignità per ogni uomo…

PRICE

Non riesco a capire come qualcuno, chiunque, possa avere un’aria del genere eppure essere coinvolto in tutta quella roba.

PRESTON

Perché c’era, c’è, Michelle alle sue spalle? Perché in realtà è stata Michelle?

Price sembra sinceramente perplesso.

PRICE

Come puoi dirlo con tanta, non lo so, con tanta superiorità, cazzo?

VAN PATTEN

(sorridendo e stringendosi nelle spalle)

Certi tipi nascono superiori, immagino.

Patrick sbotta a ridere. Price gli lancia un’occhiataccia.

PRICE

E tu, Bateman, cos’hai da fare il buffone, cazzo?

PATRICK

Sono solo un campeggiatore allegro. Rock’n’roll, vado a tempo.

OBAMA

Come è stato per due secoli, il progresso inizierà. Non sarà sempre una linea retta, né una strada facile. Sapere che abbiamo speranze e sogni comuni non metteranno termine alle discordie né risolveranno da sole problemi o sostituiranno il lavoro di costruire consenso e arrivare al difficile compromesso necessario per portare avanti questo paese. Ma il legame che condividiamo è il punto da cui iniziare.

PRICE

Be’, mi sembra, uh, un’ottima risposta. Sei proprio fuori.

PATRICK

Questa è l’informazione più preziosa che ho ricevuto da quando McDermott ha suggerito di venire qui.

McDermott alza gli occhi, ghignando.

OBAMA

Questo fa l’America grande. Stanotte spero perché ho visto lo spirito dell’America in azione. L’ho visto nei proprietari di aziende a conduzione famigliare che preferiscono tagliarsi lo stipendio che lasciare a piedi i vicini, e nei lavoratori che si tagliano le ore di lavoro piuttosto che farlo perdere a un amico. L’ho visto nei soldati che si rimettono in lista dopo avere perso un arto e nei SEAL che fanno il loro dovere nel buio e nel pericolo perché sanno di avere un compagno che gli guarda la schiena. L’ho visto nel New Jersey e a New York, dove i leader dei partiti e gli uomini del governo hanno messo da parte le loro differenze per aiutare una comunità a rimettersi in piedi dopo i danni causati da un terribile uragano. E l’ho visto l’altro giorno a Mentor, in Ohio, dove un padre ha raccontato la storia della figlia di otto anni, la cui lunga battaglia contro la leucemia non è costata tutto alla famiglia solo per la riforma della sanità, approvata pochi mesi prima che la compagnia assicurativa smettesse di pagare per la sua salute.

MCDERMOTT

Un vero amico. Altissimo. Bellissimo.

PRESTON

E assai educato.

VAN PATTEN

Ehi, lo sapevate che i trogloditi mangiavano più fibre di noi?

PATRICK

Chi lo gestisce adesso il portafoglio Fisher?

PRICE

Fanculo. Ma che mi dite di Shepard? Del portafoglio Shepard?

VAN PATTEN

Non è David Monrowe, quello là? Che scoppiato.

OBAMA

Ecco come siamo. Ecco il paese che sono fiero di guidare come presidente. E stanotte, nonostante tutto quello che abbiamo passato, nonostante le frustrazioni di Washington, non sono mai stato più speranzoso riguardo al futuro. Riguardo all’America. E vi chiedo di sostenere questa speranza. Non sto parlando di ottimismo cieco, di quella speranza che ignora l’enormità delle sfide sul nostro percorso. Né dell’idealismo che permette di sederci a lato e sottrarci ad una sfida…

MCDERMOTT

E io cosa ci guadagno?

PRICE

Shepard inteso come autore o come portafoglio?

PRESTON

Gente ricca con vestiti e cellulari da due soldi.

CRAIG

No, le ragazze l’alcol lo reggono benissimo.

PATRICK

Devo restituire dei DVD.

Vediamo un iPhone e qualcuno che digita un numero.

OBAMA

Siamo più grandi della somma delle nostre ambizioni individuali, e rimaniamo più di una manciata di stati blu e rossi. Siamo e saremo per sempre gli Stati Uniti d’America…

 

Primissimo piano di Patrick, mentre tutto si fa ovattato e lontano: si ascolta un improvviso “perché”. In sottofondo, A Day in the Life dei Beatles.

PATRICK

Be’, lo so, avrei dovuto farlo davvero, ma ho ventisette anni Cristo santo e questa è, uh, la vita come si presenta in un bar o in un club di New York, o magari dappertutto, all’inizio del secolo, e così si comportano le persone, avete presente, come me, e questo è quel che per me significa essere Patrick, immagino, perciò, be’…

Patrick sospira, si stringe nelle spalle e sospira di nuovo e vede (e noi con lui) sopra una delle porte mascherate da tende di velluto rosso di Harry’s un cartello su cui è scritto in rosso:

QUESTA NON È L’USCITA

La scritta è inquadrata per alcuni secondi, poi lentamente dissolviamo in nero. Partono i titoli di coda.

Arcadia Productions

ha presentato

Un film di

Brian DePalma

American Psycho

dall’omonimo romanzo di Bret Easton Ellis

Una produzione di

Gennaro Saviano

per conto dell’Arcadia Productions

Scritto e prodotto da

Gennaro Saviano

Con

(in ordine di apparizione)

Ed Westwick…Timothy Price

Robert Pattinson…Patrick Bateman

Amanda Seyfried…Courtney

Blake Lively…Evelyn

Dave Franco…Stash/Daniel

Anna Hutchison…Vanden/Ragazza di Daniel

Jon Foster…David Van Patten

Daren Kagasoff…Craig McDermott

Justin Timberlake…Preston Goodrich/Scott Montgmery/Gay col cane

Shia Labeouf…Paul Owen

Mary Elizabeth Winstead…Jean

Penn Badgley…Scott

Leighton Meester…Anne

Greg Finley…Luis Carruthers

Troian Bellisario…Cassiera/Meredith

Brooklyn Decker…Christie

Sasha Grey…Sabrina

Torrey DeVitto…Daisy

Mischa Barton…Bethany

Justin Theroux…Donald Kimball

Paz de la Huerta…Elizabeth

Jenny Hendrix…Torri

Ashley Mattingly…Tiffany

Amanda Hearst…Ragazza

Amy Acker…Mrs. Wolfe

Willem Dafoe…Harold Carnes

Musica

Be My Baby…Ronettes

Dance 8…Philip Glass

Concerto per due pianoforti e orchestra, secondo movimento…Béla Bartók

Turn Me On…David Guetta feat. Nicki Minaj

Psycho Killer…Talking Heads

Somebody To Love…Jefferson Airplane

Greatest Love of All…Whitney Houston

Sweetest Thing…U2

Dancing In The Dark…Bruce Springsteen

Born To Run…Bruce Springsteen

Badlands…Bruce Springsteen

I Dreamed A Dream from Les Misérables

Why I Do Still Sleep?…Popol Vuh

C’est la vie…Martin Solveig

La Grange…ZZ Top

It Blows My Mind…Pharrell feat. Snoop Dogg

Turn It On Again…Genesis

I Want A New Drug…Huey Lewis and the News

Do It Again…Chemical Brothers

Where Is My Mind…Pixies

A Day in the Life…Beatles

Fotografia

Darius Khondji

Montaggio

Pietro Scalia

Casting

Anja Dihrberg

Scenografia

Cornelia Ott

Costumi

Jacqueline Durran

La produzione desidera ringraziare

Andrea Carbone e le ragazze e i ragazzi di Cinematik

la famiglia Saviano: Maria, Carmela Di Silvestro, Orazio e Carmela Brusini

Teresa Ascenzi, Barbara e Marianna Capasso, Maria Rosaria Capasso, Pasquale Capasso, Teresa e Raffaela Felicia Cerisoli, Massimo D’Aponte, Luca De Cristofaro, Angela Del Prete, Nadia e Silvia Guarino, Maria Pellegrino, Michele, Francesco e Angelo Perotta, Laura Sagliano (e Mario e Angela e Ciro e Annalisa), Domenico Tarantino

e tutti gli amici della pagine Facebook Michael Fassbender Mania Italy e Michael Fassbender Fans e i fan della pagina Facebook Sweet Keira Knightley Italia

 

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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