Ufficio postale. Tom Selleck, senza barba ne baffi, si trova dietro uno sportello di vetro analogo a quelli che si trovano in un qualsiasi ufficio postale di questo mondo. Dall’altra parte del vetro una lunga fila di persone di ogni età. Nel quadro inizialmente solo Selleck dall’aria annoiatissima e scontrosa; lentamente poi la telecamera indietreggia al di qua del vetro e propone una lenta carrellata delle persone in fila. Una fila eterogenea  ma dalla quale si capisce chiaramente, da come la gente è vestita, che non ci troviamo nel presente, ma a metà anni ’80.

Narratore (Jim Broadbent): Humbert Magnus era arrivato a quarant’anni senza accorgersene, sempre in attesa di qualcosa che desse una svolta alla sua vita, simile a quella di tante altre persone. Un lavoro che gli dava da vivere ma non lo soddisfaceva e, una vita privata travagliata: tante storie nessuna più lunga di un paio d’anni, sempre in attesa dell’amore della vita.

La prima della fila è ora una donna di mezza età discretamente attraente, Humbert Magnus ha un pizzico di vitalità nel servirla. Stacco. 
Tavolo da Poker. Inizialmente sono in 5 con una sesta persona che sta portando le bibite ai giocatori. 

Narratore: Pure gli amici di un tempo li aveva pian piano persi di vista (la persona con le bibite scompare): quasi tutti erano sposati (scompare uno dei 5 giocatori), poi i figli… i parenti… sempre meno tempo per gli amici con cui una volta trascorreva intere giornate. (rimangono 3 giocatori)

Narratore: L’unico ad essergli rimasto veramente vicino era Jimmy Carew. (al tavolo due giocatori, Carew non lo vediamo, è di schiena, di fronte a lui Humbert Magnus). Un tipo che tutti consideravano strambo, per la sua mania di raccontare barzellette e la sua passione sfrenata per i vecchi film dei fratelli Marx tanto che nessuno lo conosce come Jimmy Carew…. tutti lo chiamano semplicemente Marx (controcampo, vediamo che Marx è Roberto Benigni).

Humbert (guardando distrattamente le carte che gli sono state servite, con tono laconico): solo due stronzi possono passare un sabato sera in casa,da soli, giocando a poker.
Marx(laconico a sua volta): e il brutto è che se viene la diarrea non può neanche giocare con noi… il poker è un gioco da duri.
Humbert (sempre scocciato): hmpf…. basta col poker…. (getta le carte scoperte sul tavolo, si mette le mani sulle tempie, le massaggia e fissa l’amico).
Marx: te l’ho raccontata quella dei tre cani che giocano a poker? Il primo: passo. Il secondo: tris d’ossi. Il terzo: Cocker!

Humbert smette di massaggiarsi le tempie, fissa impietrito l’amico.

Marx: Il più grande campione di poker cinese? Chon Full!
Humbert (irritato): sono stufo anche delle tue barzellette… andiamo al cinema così almeno lì mi risparmierai questo strazio. (prende il giornale del giorno ed inizia a cercare un film da vedere…) vediamo che c’è che inizia verso le 10.(pausa) Ehi c’è il ritorno dello Jedi. L’ultimo capitolo della saga guerre stellari. Che ne dici?
Marx: Ehi, c’è Love Happy. Non possiamo perderlo.
Humbert: ancora? L’abbiamo visto l’anno scorso! Ed è orribile tra l’altro.
Marx: ce lo giochiamo a pari e dispari?
Humbert: hmpf…. lo sapevo che finiva cosi’. E sia! Pari vinco io, dispari vinci tu!
Humbert/Marx: Alle bombe del cannon che fan bim bum BAM (i due gettano un numero. Particolare delle due mani vicine: Humbert ha il pugno chiuso, Marx ha indicato un uno col pollice).
Humbert: Vacca Boia !!

Stacco. I due hanno indossato un giubbotto, sono in strada e parlottano tra loro.
Humbert: dieci anni che ci conosciamo e dieci anni che ogni volta che si deve andare al cinema o noleggiare una cassetta mi fai vedere un film dei fratelli Marx. Tu non sei normale, lasciatelo dire…
Marx: dieci anni che ci conosciamo e dieci anni che butti zero quando ci giochiamo qualcosa a pari e dispari….
Humbert: sai com’è! Io sono convinto che prima o poi tu ti sentirai in colpa e lascerai vicnere me (lunga pausa). E poi il giorno che faremo un pari e dispari che vorrò veramente vincere lo potrò fare. Tu no…
Marx: tu non sei normale, lasciatelo dire…

I due continuano a camminare fianco a fianco, infreddoliti.

Narratore: ma per Humbert arrivò il giorno della svolta. Quel giorno che tante persone al mondo simili a lui continuano ad attendere invano per tutta la vita.

Stacco.
Inquadratura di due mani vicine, a pugni chiusi. Le voci sono fuori campo.

Humbert: Pari vinco io, dispari vinci tu!
Humbert/Marx: Alle bombe del cannon che fan bim bum bam (i due gettano un numero. Marx ha indicato un uno col pollice, Humbert ha la mano completamente aperta, un cinque).

Marx e Humbert rimangono a fissarsi per qualche secondo.
Stacco. I due sono al cinema. li vediamo di fronte e sentiamo la colonna sonora di Ghostbuster. Humbert è incantato, Marx segue distrattamente e con fastidio il film.

Marx(sussurrando all’orecchio di Humbert): I biscotti preferiti dai fantasmi? Gli Ectoplasmon…

Humbert pare non aver udito nulla. Stacco. il film è finito, le luci si accendono le la gente comincia a sfollare, Humbert rimane come inebetito a fissare lo schermo vuoto. Marx lo osserva perplesso.

Marx: due pulci all’uscita del cinema: “torniamo a piedi o prendiamo un cane?”

Humbert finalmente si gira e fissa l’amico, poi comincia a ridere.

Marx(preoccupato): Ridi ad una mia barzelletta? Ti senti bene?

Narratore: Stava bene (almeno credo). Ma folgorato fu la visione di “Ghostbuster” che spinse Humbert Magnus a dare la famosa svolta alla sua vita.

Stacco. 
Marx è bendato e si fa guidare da Humbert. Si fermano, Humbert gli toglie la benda. Vediamo per la prima volta ciò che vede per la prima volta anche Marx: un vecchissimo cancello con sopra un’insegna in legno con la scritta “Humbert Magnus Private Investigator – Ghost, zombie, vampire & C. removal service”. Dietro al cancello un vecchio e piccolissimo castello, decrepito ed evidentemente abbandonato da un bel po’ di tempo.

Marx: ma.. ma..
Humbert: e ancora non hai visto niente. Andiamo dentro!

Marx non trova parole per dire altro, segue con aria stupefatta e persa l’amico. Dentro, il mini-castello è peggio di quanto apparisse da fuori… soffitto pericolante, ragnatele ovunque, pareti semidistrutte….

Humbert (soddisfatto, entusiasta): allora? Che ne pensi?
Marx: non ho capito… hai lasciato il lavoro alle poste ed hai speso tutti i tuoi risparmi per… questo?
Humbert (mani sui fianchi, rimirando la dimora cadente come fosse un gioiello): esatto!

Narratore: a quel punto Marx tentò a sua volta di dare una svolta alla sua vita. (inquadratura di Marx nello sportello postale in cui precedentemente lavorava Humbert).

Marx(ad un distinto cliente, sudato e scocciato dalla fila che ha appena fatto): Sa che ieri un cane, che aveva perso la sua coda, è entrato qui dentro e m’ha detto: “scusate è qui che si fanno le code?”

Narratore: ma si convinse ben presto che quella non era la strada giusta per lui.

Edificio delle poste, dalla porta sul retro corre fuori in fretta e furia Marx, dietro di lui si affaccia un uomo in giacca e cravatta, paonazzo e furioso: il capo delle poste.

Capo delle poste: NON VOGLIO PIU’ VEDERE LA TUA FACCIA FINCHE’ CAMPO!!!

Narratore: Così decise di dare una mano al suo amico Humbert.

Rapida serie di immagini, con i due che sistemano il mini-castello, in sottofondo una musichetta tipo quella delle comiche.
All’inizio il castello è decrepito, peggio di come fosse apparso all’inizio.
Marx sposta una pietra e vede un enorme topo, fa per scacciarlo ma il topo non se ne va, reagisce ed insegue Marx.
Humbert sposta degli scatoloni evidentemente pesantissimi, si appoggia un attimo ad una parete che crolla sotto il suo peso. Si rialza interamente ricoperto di polvere. Arriva Marx preoccupato a vedere che è successo, un mattone si stacca dal soffitto e lo becca in fronte. Marx cade come una pera.
Humbert entra con una scala ed un enorme pennello per dipingere le pareti. Arriva Marx con i secchi della vernice. Humbert ne apre uno e nota il color verde pisello: sguardo infuocato a Marx che alza il pollice soddisfatto come a dire “fantastico, vero?”.
I due ora portano dentro il mobilio, evidente scelto per dare una certa atmosfera gotica al castello, i quadri alle pareti sono vecchi ritratti ottocenteschi, il tavolino e le sedie sono in legno apparentemente antico. Humbert rimira soddisfatto il lavoro svolto, finché entra Marx con una locandina di Helzapoppin incorniciata con l’intenzione evidente di appenderla ad una parete. Humbert, sempre sorridente sembra acconsentire, prende di mano il quadro a Marx e sempre con il sorriso sulle labbra lo sfonda sbattendoglielo in testa. Marx è ora “incorniciato”.
Infine i due si trovano all’esterno del castello ed osservano soddisfatti i risultati ottenuti dal duro lavoro svolto. Risultati evidenti ed apprezzabili.

Humbert: ehi, ti sei occupato del campanello come ti avevo detto?
Marx: provalo!

Humbert suona il campanello. Si sente ad altissimo volume partire il ritornello (solo musicale) di Ghostbuster. Humbert rimane allibito…

Humbert (sussurrando allibito): Vacca Boia

Narratore: le cose non si misero subito bene per i due. All’inizio neanche l’ombra di un cliente, ma venne anche in questo caso la sorte ad aiutare Humbert.

Uscita di un cinema, lo scarno pubblico sta sfollando, tra essi anche Humbert e Marx. Dietro di loro una donna con un ampio cappellino che si sta mettendo un paio d’occhiali scuri, nonostante fuori sia notte. La ragazza inciampa sul gradino all’uscita investendo Humbert. I due finiscono a terra in posizione equivoca, Humbert sotto, la donna sopra. La donna cadendo ha perso occhiali e cappellino (è una ragazza sulla trentina, molto molto attraente). Da non si sa dove escono un paio di persone munite di macchina fotografica con tanto di flash e scattano rapidamente una foto dell’ambigua scena dicendo “un sorriso, grazie”.

Stacco. All’interno del mini-castello. Humbert sta facendo colazione. Entra come una furia Marx.

Marx: guarda un po’ qui…

Gli butta davanti un giornale che titola a nove colonne: “la nuova fiamma della pop star Tina York è un’acchiappafantasmi”. Sotto al titolo la foto scattata all’esterno del cinema. Lungo primo piano di Humbert che rimane impietrito a questa vista.

Humbert: Vacca boia…

Marx: ma che ci fai tu alle donne per averle così ai tuoi piedi? Lo sgambetto?

Narratore: bastò così poco per rendere immediatamente popolare Humbert Magnus. Da quel momento in poi i clienti si susseguirono numerosi. Anzi per essere precisi LE clienti! Ricche vedove e mogli con mariti spesso lontani per lavoro costituirono il cliente tipo per Humbert Magnus.

Inquadratura di Humbert nel suo castello-ufficio con davanti a se una cliente, giovane, carina e vestita completamente in nero, evidentemente a lutto.

Narratore: spesso poi capitava che Humbert ricevesse soddisfazioni extra dalle sue missioni.

Stacco. Humbert e la ragazza in lutto sono ora nel letto sotto le coperte. Fumano entrambi una sigaretta soddisfatti.

Narratore: le cose andarono così bene che Humbert poté permettersi di assumere Marx come tuttofare.

Marx e’ in cucina, vestito da cameriera. Prende un vassoio con una ricca colazione e va verso la stanza di Humbert. Apre la porta.

Marx: Ehila’ capo! Che faccia sbattuta! Sei caduto in un frullatore?

Narratore: a volte comunque capitava anche qualche cliente particolare…

Stacco e stessa inquadratura di  prima con Humbert nel suo castello-ufficio con davanti a se questa volta un distinto cliente di mezza età in giacca e cravatta.

Cliente: è piacere conoscerla signor Magnum
Humbert: Magnussss, non capisco come mai la gente continua a confodersi…

La telecamera si allontana dai due abbastanza velocemente e va ad inquadrare un quadro ad una parete che raffigura una signora ottocentesca a mezzobusto (Nicoletta Braschi). Il quadro è leggermente ma evidentemente storto.

Narratore: ma oggi è una giornata molto particolare.

Qualche secondo di silenzio assoluto e poi sorprendentemente tra la telecamera ed il quadro passa velocemente una persona. Questi passando sposta il quadro che ora è dritto.

Dissolvenza. Inquadratura dell’ingresso del castello.

Voce fuori campo: tutto ciò mi sembra assurdo conte.
Conte: (voce fuori campo): non posso biasimarvi…

Primo piano del conte (Jean Reno). E’ la tipica immagine del conte Dracula: molto distinto ed elegante, capelli tirati all’indietro, bavero alto e mantello. Gli aguzzi canini sono bene in evidenza. Il volto e il tono di voce del conte sono impassibili e imperturbabili.

Conte: io stesso fino ad una settimana fa, credevo che gli impiegati del catasto esistessero soltanto nella mente degli autori di film dell’orrore.
Voce fuori campo: mmm capisco…
Conte: dovete aiutarmi… sono disperato! Ho anche provato con gli spicchi d’aglio ma non gli fanno niente…  Arriva mentre dormo, nel primo pomeriggio! L’altro giorno è riuscito a sfiorarmi con la sua valigetta nera… da allora sento l’irresistibile pulsione di calcolare la metratura di tutte le stanze! E nel mio castello ce ne sono duecentotrentotto.
Voce fuori campo: Vacca boia! … Adesso calmatevi! E mantenete il sangue freddo, magari in un thermos.
Conte: ho tanta paura…

L’inquadratura stacca dal primo piano al conte. Vediamo con la stessa inquadratura in cui Humbert parlava con la giovane ragazza in lutto, Marx e il Conte. 

Marx: in tutta franchezza vi consiglio un buon psicologo.
Conte: voi dite? Una volta ne ho provato uno, ma era RH negativo, che non digerisco… mi sono rivoltato nella bara per ore.
Marx: suvvia fatevi animo! Sembrate un morto in piedi!
Conte (sempre impassibile): forse perché sono un morto in piedi.

I due si alzano in piedi.

Marx: sapete, anche a me sarebbe piaciuto fare il vampiro, ma sono stato bocciato all’esame del sangue.
Conte: questa è vecchia…
Marx (urlando): Humbert!
Conte (pensoso, tra se e se, squadrando la stanza): uhmmm… questo locale dovrebbe misurare più o meno 38,7 metri quadrati…

Nella stanza arriva Humbert, il suo atteggiamento è cambiato radicalmente: serio, rabbuiato, cupo.

Humbert: si, capo?
Marx: porta il conte alla porta.
Humbert: se volete seguirmi….
Conte (a Marx): permettetemi una domanda…. è sempre così sussiegoso e distaccato, questo individuo?.
Marx: beh, a volte anche di più… (avvicinandosi al conte e sussurrando in modo da non farsi sentire da Humbert) dovete sapere che Humbert è un tipo terribilmente serio, al punto da mettere in soggezione i clienti. .
Conte (stupito, esterrefatto): ma non potrebbe essere goffo ed impacciato come tutte gli aiutanti?.
Marx: che ci volete fare? Nessuno è perfetto.

Stacco sulla porta da cui il conte esce dal castello.

Humbert: buonasera, conte..

La porta si chiude, Humbert rimane all’interno.

Conte (fra se e se): brrr…. quei due non sono mica normali 

Il conte esce dal cancello, la telecamera stringe ed inquadra l’insegna in legno sovrastante il cancello. La scritta ora è “Marx Private Investigator – Ghost, zombie, vampire & C. removal service”


E’ notte, vediamo una bella villa con un grande giardino dall’esterno. Si sentono degli ululati lontani.

Stacco. Siamo dentro la casa, vediamo da dietro un uomo seduto su una poltrona davanti ad un caminetto acceso. Nell”inquadratura è presente anche un vecchio orologio a cucù che segna le 12.05. Gli ululati si sentono ora molto forte, provengano da una camera all’interno della casa. La telecamera si avvicina lentamente all’uomo, sempre lentamente lo aggira fino ad inquadrarlo dal davanti. E’ Archibald Wilburne (Donald Sutherland), un signore distinto in vestaglia, con baffi eleganti ed occhiali da lettura. Tiene fisso gli occhi sul libro incurante degli ululati che continuano. Dopo qualche secondo cessano. 

Voce fuori campo: ehm ehm

L’uomo in poltrona alza gli occhi dal libro scocciato dall’interruzione.
Controcampo. A disturbarlo è stato un fantasma che noi vediamo semitrasparente e luccicante. E’ il fantasma di un pirata con tutti i più tipici tratti di un pirata (Jim Broadbent): una bandana in testa, una benda nera su un occhio, un pappagallo in spalla, la sciabola sul fianco, un uncino al posto di una mano, una gamba di legno, un enorme orecchino a cerchio sul lobo destro.

Pirata: io… io sarei arrivato. Non mi hai sentito?
Archibald: ti ho senito, ti ho sentito. Dicevi “uuuuuuuuuuu”, se non erro.
Pirata: cos’è quella faccia? Sei arrabbiato con me?
Archibald (appoggiando il libro su una mensola): che ore sono Francis?
Pirata: ehm… mezzanotte, più o meno…
Archibald: mezzanotte e quattro minuti per la precisione
Pirata: e qual’è il problema?
Archibald (alzandosi ed urlando puntando il dito contro il pirata): IL PROBLEMA SEI TU! UN FANTASMA DEVE ARRIVARE A MEZZANOTTE IN PUNTO! LO SANNO TUTTI A PARTE TE!
Pirata: ehi, non tieni conto dell’effetto sorpresa
Archibald: io odio le sorprese, così come l’imprecisione, il disordine…. l’approssimazione, i ritardi e la sciatteria! “Discipline” nelle quali tu sei maestro!
Pirata (guardando la telecamera): che cosa ho fatto per meritarmelo? A parte affondare un centinaio di navi, conquistare una mezza dozzina di isole e rapire un governatore, intendo…
Archibald: inoltre, fra i tuoi precisi compiti c’è quello di terrorizzarmi! E io, in rispetto delle regole, esigo che tu lo faccia!
Pirata: calmati, io ci stavo appunto provando!

Il pirata cerca di sorprendere Archibald per spaventarlo, si ingigantisce, piega la faccia in una smorfia terrificante e fa per aggredire Archibal, che rimane impassibile e lo fissa negli occhi. Il fantasma si blocca di colpo, torna normale e fa una faccia sconsolata.

Pirata: no! Non ci riesco, se mi guardi così……..  metti angoscia!
Archibald: io metto angoscia a un fantasma? Di bene in meglio. Il punto è che sei incapace ed inadeguato!
Pirata (rimane per qualche secondo disorientato da tale aggressione, poi reagisce): bada a come parli, Archibald Wilburne, potrei offendermi.
Archibald (sempre impassibile): francamente, me lo auguro. Guardati, sei ridicolo! Tu e il tuo pappagallo tonto e inetto che non ho mai sentito ripetere nemmeno una sillaba!
Pirata: lascia stare Conchito! Lui è un buon ascoltatore! E poi IO dovrei essere arrabbiato con te! So dove sei andato una settimana fa!
Archibald (per la prima volta il suo volto fa trasparire una reazione alle parole del pirata): che vai blaterando, Francis?
Pirata: ti ho sentito telefonare per prendere appuntamento con… quell’acchiappafantasmi! Gli hai chiesto di eliminarmi vero?
Archibald: Bah! Se è per questo puoi dormire sonno eterni e tranquilli… il mio primo ed ultimo incontro con quel cialtrone è durato pochi minuti. Non avrei mai dovuto affidarmi ad un individuo che tiene la propria casa in un tale disordine… per non parlare di quel babbeo del suo assistente!
Pirata (ancora verso la telecamera): corpo di mille balene, quant’è noioso! Ma perché non sono semplicemente finito all’inferno?!

Stacco


E’ notte, un ragazzo sui trent’anni, con una valigetta in mano cammina per un vicolo silenzioso ed isolato. I suoi passi rimbombano e sono il solo rumore che si ode. L’uomo sente qualcosa e si gira indietro. Non vede nulla ma accelera il passo, continuando a voltarsi indietro, si sentono altri passi, l’uomo si gira indietro per controllare per l’ennesima volta.
Primo piano dell’uomo con la testa girata che controlla eventuali presenza alle sue spalle.

Una voce femminile e sensualissima fuori campo: ciao, bello…

L’uomo si gira spaventatissimo tornando a guardare di fronte a se. I segni della paura si trasformano rapidamente nel volto dell’uomo in stupore.
Controcampo. L’uomo ha di fronte a se una splendida ragazza (Monica Bellucci) stretta in un abitino cortissimo, nero, con uno spacco laterale che mostra la coscia lunghissima fasciata da un reggicalze.

Stacco


Siamo di nuovo dentro al castello-ufficio di Humbert e Marx. I due stanno giocando a poker. Humbert è concentratissimo e silenzioso.
Stacco. All’esterno del castello arriva un uomo in trench (Bob Hoskins). vede l’insegna con scritto “Marx Private Investigator – Ghost, zombie, vampyre & C. removal service” e poco convinto suona il campanello. Da questi esce un Dling Dlong in toni molto bassi. Primo piano su Bob Hoskins che mostra lo stupore nel sentire quel suono.
Ad aprire la porta va Humbert, sempre molto serio e cupo.

Humbert: buongiorno, ispettore Dove.
Dove: ma che cos’era quel suono?
Humbert: meglio della solita musichetta di Ghostbuster, non ti pare? Desideri vedere Marx, suppongo.
Dove: si, è in casa?
Marx (voce fuori campo): SONO QUI ISPETTORE DOVE!

Humbert accompagna Dove all’interno del castello-ufficio, al tavolo dove poco prima i due stavano giocando a poker. Dove ha con se una valigetta.

Marx: ho appena inventato una macchina del tempo capace di trasportare le persone un’ora avanti nel futuro! Il viaggio dura solo sessanta minuti.
Dove (serio e sorpreso): incredibile!
Marx: ma cos’è quella faccia che hai? Sembri un tarlo che ha avuto un cattivo tavolo a un ristorante.

Dove estrae sconsolato qualcosa dalla valigetta.

Dove: guarda queste fotografie.
Marx: di cosa si tratta?
Dove: di immagini riprodotte su pellicola sensibile alla luce.
Marx: grazie della spiegazione, Dove. (prende in mano le fotografie) Vediamo… (inizia a sfogliarle) Vacca boia! Chi può aver fatto ciò?

Inquadratura sulle mani di Marx che sfoglia le foto. Sono volti di ragazzi con un’espressione felice ed ebete in volto, gli occhi assenti.

Dove: questa storia va avanti da una settimana circa. Le vittime sono uomini. Li troviamo la mattina che vagano in stato confusionale ed incapaci di intendere e di volere.
Marx(perplesso): sembrano felici, però! Molto felici…
Dove: tutti descrivono la colpevole come una giovane donna, piuttosto avvenente.
Marx: a-ah! Il mio sesto senso mi dice che abbiamo a che fare con una…. SERIAL LOVER!
Dove (impassibile): abbiamo realizzato un identikit in base alle testimonianze delle vittime, peraltro non prive di dettagli.

Stupore di Marx. Dove dalla valigetta estrae un grande disegno e lo mostra a Marx. Lo stupore di quest’ultimo aumenta a dismisura. Il disegno ritrae Monica Bellucci in reggiseno, mutandine e reggicalze neri.

Marx(senza togliere lo sguardo dall’identikit): Dove, devo avere un rapporto completo conquesta ragazza…. ehm cioè, devo avere un rapporto completo su questa ragazza. Qual’è il suo modus operandi?
Dove: ehm…

Dove si avvicina a Marx e gli sussurra nell’orecchio i particolari.

Marx(stupito, esterefatto, curioso): Ehhhh? Noooooo?!!
Dove (bisbigliando ancora all’orecchio): e poi…. (altri secondi di bisbiglii, altre facce stupite di Marx)

Dove finisce il resoconto. C’e’ qualche secondo di silenzio. Poi Marx si riprende.

Marx: ha fatto tutto questo alle vittime?
Dove: si, più volte!
Marx(concitato): l’operato di quella donna va contro tutte le nostre leggi… soprattutto quelle della geometria e dell’anatomia!
Dove: mi aiuterai vero?
Marx: puoi contarci, ispettore!
Dove: oh, è facile. Siamo in due, tre con Humbert!

In quel momento entra Humbert, indossando un grembiule da cameriera, a portare il tè.

Marx (sorseggiando il tè): ho già un piano infallibile per catturare quella dannata serial lover…
Dove: quale?
Marx(entusiasticamente) : farò da esca!
Dove: ma non esistono ami così grandi!

Stacco.


Esterno, giorno. Dall’alto viene inquadrato un castello arroccato sul cucuzzolo di una montagna. E’ circondato da mura di cinta e da imponenti torri. La telecamera si avvicina lentamente ad esso.

Narratore (è sempre il pirata, la voce è fuori campo): tre secoli e mezzo fa, giorno più giorno meno, viveva in un grande castello un uomo di stirpe e animo nobili.

La mdp si avvicina ad una torre, alla finestra della torre vediamo da lontano un uomo, in posizione fiera e dal portamento deciso.

Narratore: il suo nome era William Crooked, e discendeva da una gloriosa famiglia di condottieri. La sorte gli aveva dato potere e ricchezza ma anche una bizzarra malformazione al volto che gli creava non pochi problemi.

La telecamera si avvicina all’uomo inquadrato (Danny Trejo) fino ad inquadrarne il volto. L’uomo ha un occhio molto più in alto dell’altro, in mezzo alla fronte praticamente.
Stacco. In una prateria desolata e piatta un uomo a cavallo è di fronte ad un’armata di uomini in armatura. In lontananza si vede l’armata avversaria.

Narratore: giunto all’età matura, aveva tentato di seguire le orme dei suoi avi, votandosi all’arte della guerra…

William Crooked: travolgeremo il nemico scendendo alla carica giù da quel pendio!

I soldati si guardano esterefatti. Uno esclama “pendio?

Narratore: tuttavia, in seguito alla tristemente celebre disfatta della piana di flatburg, William Crooked decise di dedicarsi a una sua grande passione: l’architettura. ma anche in questo campo non mancarono gli incidenti…

Inquadratura di una chiesa tutta costruita in pendenza.

Narratore: qualcuno gli consigliò di continuare il proprio lavoro in Italia, a Pisa… ma il nobiluomo, che era avvezzo all’ira la prese come un’offesa personale.
Crooked non era tipo da darsi per vinto, neanche di fronte a madre natura. Fu così che si mise a studiare discipline arcane ed esoteriche…

Inquadratura di Crooked in una biblioteca gotica, intento a leggere un libero illuminato da candele e circondato da ampolle e monili vari.

Narratore: pur di risolvere il proprio problema, era disposto a venire a patti anche con l’inferno. Infatti una notte…

Inquadratura del castello dall’esterno. E’ una notte buia e tempestosa. Fulmini squarciano continuamente il cielo.

William Crooked (voce fuori campo): VOGLIO IL PEGGIORE DIAVOLO DELL’ADE, QUI’ E AL MIO SERVIZIO!

Narratore: e Satana, che non manca di certo di humor, gli mandò davvero il suo servo “peggiore”. Ma non nel senso che intendeva l’apprendista stregone.

Inquadratura di Crooked all’interno della biblioteca, con di fronte a se un demone, obeso e impacciato, dall’aspetto ridicolo nonostante le corna e la coda ed il suo corpo color rosso fuoco.

Diavolo: Salve padrone!

Primo piano di Crooked stupito ed arrabbiato.

Narratore: bisogna riconoscere che il demone non mancava di buona volontà.

Diavolo: cosa posso fare di bello per voi? Volete soldi, donne… la vita eterna?
William Crooked: no. Voglio che tu mi corregga il mio…. difetto fisico!

Narratore: peccato che fosse carente in tutto il resto.

Primo piano di Crooked, l’attaccatura dei suoi capelli ora è molto più basso di quanto visto fino ad ora. Sta schiumando di rabbia.

Diavolo: N-non vi riferivate all’attaccatura dei capelli troppo alta?
William Crooked: no!

Narratore: lord Crooked gli concesse una seconda possibilità

William Crooked: desidero che i miei occhi siano entrambi alla stessa altezza.
Diavolo: si può fare.

Inquadratura di Crooked con entrambi gli occhi all’altezza dell’occhio difettoso, sulla fronte.

Diavolo: contento?

Crooked schiuma sempre più di rabbia.

Narratore: e poi una prova d’appello

William Crooked: ascoltami bene, perché non lo ripeterò: io voglio che i miei occhi siano uguali a quelli di tutti gli altri abitanti del castello. Capito?
Diavolo: certo, certo! Non sono mica stupido.

Inquadratura di un gruppo di persone del castello, ora tutte con un occhio in mezzo alla fronte. 

Narratore: fortunatamente gli effetti degli incantesimi di quel povero diavolo erano reversibili. Ma non la rabbia del povero signore…

Crooked schiuma sempre più di rabbia.

Diavolo (voce fuori campo): sento che non siete ancora soddisfatto, padrone…

Narratore: fu allora che William Crooked scacciò il demone con gesti e parole antiche, le cui origini si perdono nei secoli….

Crooked prende ampolle e libri della biblioteca e li lancia infuriati contro il povero diavolo.

William Crooked: Mavaffa… (il resto della scurrile parola non si sente coperta dal rumore di un’ampolla che si infrange).

Narratore: C’era qualcosa al mondo che  avrebbe potuto rendere felice quell’uomo?

Crooked è ripreso mentre scende le anguste scale a chiocciola del castello, appoggiandosi ai muri, come accusando fisicamente il peso della tristezza che lo assale.

Narratore: …qualcosa, no. Ma qualcuno, si….

Voce di Archibald, fuori campo urlando:  BASTA!

Stacco. Inquadratura del solito pirata con sulla spalla il pappagallo, stupito dalla brusca interruzione della storia che stava raccontando. Di fronte a lui Archibald, il padrone della casa che il pirata fantasma sta infestando.

Archibald: questo è il racconto più stupido, inutile e inverosimile che abbia mai sentito!
Pirata: lasciami finre! C’è anche una morale che potrebbe giovarti! E poi l’hai detto tu che voi inglesi amate le storie di fantasmi!
Archibald: Storie di fantasmi… DI! Nel senso che riguardano i fantasmi non che sono raccontate da fantasmi!

Archibald si gira, dà le spalle al pirata e si avvia verso la scalinata che porta al piano superiore.

Archibald: detto questo me ne vado a letto. Ne ho abbastanza di te!
Pirata: ufff…

Primo piano del pirata che ci è evidentemente rimasto male per la reazione di Archibald. Dopo qualche secondo si riprende e inizia a parlare al pappagallo.

Pirata: ehm…. Conchito (pausa) tu vuoi sentire il finale vero?

Il pappagallo non dà segno di vita, pare dormire.

Pirata (felice, come se il pappagallo gli avesse risposto di si): d’accordo… ma prima facciamo un piccolo break

Così dicendo alza un boccale di rhum a cui la mdp si avvicina fino a rendere lo schermo nero.

Stacco. Primissimo piano di Marx.

Marx: questo è il quartiere dove la serial-lover ha colpito con maggiore frequenza!

L’inquadratura si allarga e ci mostra che Marx “indossa” due enorme cartelli, uno davanti ed uno dietro, legati da una sorta di bretelle. Nei cartelli è disegnata una mano con un indice che punta alla testa di Marx e con in basso la scritta “sono qui”, inoltre ci sono led luminosi che rendono i cartelli in perfetto stile “Las Vegas”.

Marx: ma perché parlo da solo? Beh, se fosse qualcun altro a farmi parlare sarei il pupazzetto di un ventriloquo! A proposito di ventriloqui, ne conoscevo uno con un pessimo carattere… aveva sempre lo stomaco che brontolava.

Marx continua a passeggiare distrattamente.

Marx: che mestieraccio l’acchiappafantasmi. Avrei dovuto seguire l’esempio di mio cugino, che vendeva serrature porta a porta. Si credeva un genio. Fummo costretti a chiamare i pompieri per liberargli la testa dalla lampada in cui aveva tentato di infilarsi…

Pausa. La camera lo riprende dal davanti e mentre parla la serial-lover (Monica Bellucci)  si avvicina furtivamente alle spalle di Marx, sempre indossando la solita “divisa”. Abitino nero corto corto e super-attillato con spacco laterale esagerato. Calze a rete e reggicalze.

Marx: (non accorgendosi di nulla e continuando il suo soliloquio): se non fossi un tipo così superficiale , prenderei un diploma da sub…. almeno potrei indagare a fondo…

La Serial lover scoppia a ridere e Marx si volta di scatto trovandosela di fronte e squadrandola da cima a fondo.

Marx(più allupato che spaventato): vacca boia!
Serial Lover: un sub che indaga a fondo…è il massimo!Ah! Ah! Ah! E quella del genio della lampada… Eh! Eh! Eh!
Marx (afferrando saldamente il cartello che ha sulla pancia) l-la serial lover! Signorina, sappiate subito che… mi arrendo! Fate di me quello che volete!
Serial Lover (sempre tra le risate): sei troppo divertente (pausa, torna seria e sexy) scommetto che nessuna ragazza riesce a resistere al tuo fascino….

Primo piano di Marx, stupito.

Serial Lover: … e soprattutto alle tue battute!
Marx (gongolando, rivolto verso la telecamera): questa avventura comincia a piacermi!

La serial lover si avvicina a Marx fino a toccarlo, i due sono faccia a faccia.

Serial Lover: il bello deve ancora venire, gioia. Stai per provare la macchina del sesso..
Marx(spaesato): ehm… ho lasciato a casa la patente…
Serial Lover (staccandosi): ma perché perdiamo tempo? Scommetto che bruci dalla voglia di portarmi a casa tua a vedere la tua collezione di stampe cinesi…
Marx: in effetti… da qualche parte avevo una copia del libretto rosso di Mao…
Serial Lover (primo piano, molto maliziosa): birbone. Scommetto che lo tieni sul comodino, eh?

Primo piano di Marx che deglutisce.
Stacco. Schermo nero. Una porta si apre e fa entrare luce. Siamo nel solito castello, entrano Marx e la Serial lover a braccetto.

Serial Lover: chissà quante volte ti sei sentito dire che sei bellissimo.
Marx: milioni. Ma questa è la prima volta da sveglio!

I due passano di fianco al quadro storto con il ritratto di una donna ottocentesca (Elisabetta Braschi). La serial lover lo nota e si ferma ad osservarlo.

Serial Lover: che donna affascinante… chi è?

La mdp si avvicina al quadro e vi entra. Il quadro si anima, l’immagine si allarga e vediamo una grande cucina in piena attività. La ragazza del quadro è tra le più attive.

Narratore: si chiamava Eleonora, ed era la figlia minore del cuoco del castello… era sempre stata attratta da William Crooked, ma non aveva mai osato avvicinarlo, finché un giorno mentre lui visitava le cucine…

William Crooked in cucina si imbatte in Eleonora. I due si fissano per un po’, poi Eleonora piega la testa per “allineare” i suoi occhi a quelli di Crooked.

Narratore: i loro sguardi si incontrarono – pur con qualche difficoltà iniziale -. E Cupido, o chi per lui, si preparò a scoccare la freccia.

Alle spalle di Crooked spunta il “peggior diavolo dell’inferno” con ali ed arco. E’ evidentemente invisibile agli occhi dei presenti.

Diavolo (voce ovattata, distorta ad evidenziare la sua invisibilità): voglio proprio vedere se stavolta il padrone si arrabbia.

Stacco. Eleonora è ora inquadrata in primo piano. Ha l’aria sognante degli innamorati. A sottolinearlo dietro di lei nuvole e fumo come fosse in cielo.

Narratore: Eleonora era sempre stata una ragazza un po’ distratta…

L’immagine si allarga e vediamo che il fumo e le nuvole non sono cielo ma escono da un pentolone sul fuoco alle spalle di Eleonora.

Voce fuori campo (urlando): ehi! Qui brucia tutto!!

Narratore: e questo, in un certo senso, fu la sua fortuna, e non soltanto sua.

Stacco. Eleonora e Crooked sono seduti in una panchina in un bel giardino fiorito.

Crooked: suvvia, non mi dire che non hai notato il mio difetto!
Eleonora: beh, non lo nego… ma in fondo ci sono un sacco di uomini affascinanti con ancora meno capelli di te! E poi forse con un cappello o un elmo….

Narratore: pochi mesi dopo il loro primo incontro, lord William Crooked sposò Eleonora. (immagini del matrimonio). I due ebbero dodici figli e nessuno di loro ereditò il difetto del padre… (immagini di Eleonora sul trono, circondata da normalissimi bambini di ogni età)… tranne lord Edgerd Crooked  detto “il calvo”(ritratto di un uomo fiero, con grandi baffi e calvo).

Stacco. Si torna ad inquadrare il pirata che sta raccontando la storia al pappagallo sulla sua spalla. Le sue parole sono enfatizzate da un frenetico gesticolare delle braccia.

Pirata: e così, grazie a sua moglie, il nobiluomo capì che la perfezione – non soltanto quella fisica – è soltanto un dettaglio, senza il quale si può vivere lo stesso felici! Una lezioncina che dovrebbe comprendere anche… qualcuno che conosciamo bene, vero Conchito?
Archibald (fuori campo, urlando): la vogliamo piantare? Io vorrei dormire!!

Inquadratura di Archibald Wilburne nel letto in pigiama, con in testa una cuffia intonata al pigiama stesso. 

Pirata (fuori campo, urlando): sei palloso Wilburne! E’ tempo che qualcuno te lo dica.
Archibald (girandosi su un fianco, borbottando): giuro che domattina torno da quell’acchiappafantasmi! E gli rimetto in ordine la casa, basta che mi levi di torno quello spettro.

Stacco. Torniamo nell’ottocento, con William Crooked che sta facendo un ritratto ad Eleonora. La tela su cui Crooked sta dipingendo è storta (in linea con i suoi occhi).

Narratore: l’amore aveva risvegliato le attitudini artistiche del lord, che adesso aveva un’incantevole modella.

La mdp gira e va dietro a Crooked, si avvicina alla tela e vediamo che il quadro che sta dipingendo è lo stesso visto all’inizio del film nel castello di Humbert e Marx.

Narratore: William Crooked dedicò alla consorte un ritratto, nel quale mise tutta la sua abilità di pittore…

Crooked prende il quadro e lo va ad appendere (storto) ad una parete.

Narratore:… e di mago.
Crooked: questo quadro dovrà sempre essere appeso storto, in modo che io possa guardare la mia bella come la vede il resto del mondo!

La camera fa un controcampo e vediamo Crooked che osserva il quadro, mentre Crooked parla la mdp si avvicina lentamente a Crooked.

Crooked: Chiunque oserà raddrizzarlo avrà di che pentirsene, perché (con maggiore enfasi ed alzando la voce)… tutto il mondo, attorno a lui, diventerà storto.
Diavolo (comparendo a sorpresa da dietro Crooked): agli ordini padrone!


Stacco. Primo piano della Serial Lover.

Serial Lover (in maniera provocante, sta parlando con qualcuno fuori quadro): ti prego dimmi ancora un po’ di quelle cosine…

Stacco. Primo piano di Marx.

Marx: ancora? E va beh…

Sdraiato in un letto a pancia in su, in canottiera e boxer (semicoperti dalle coperte) c’è Marx. Al suo fianco la serial lover: tanga e reggiseno faticano a contenerne le forme, calze a rete e reggicalze la rendono ancora più sexy. La serial lover guarda in maniera sensuale Marx e gli passa lentamente il dito sul braccio.

Marx: al congresso annuale dei bugiardi: “si sente là in fondo?”. “no” (pausa, la serial lover tenta di soffocare con una mano le risate). Al ristorante: “cameriere, non cambiate mai le tovaglie, in questo locale?!” “e io come faccio a saperlo, sono qui soltanto da un anno. (la serial lover fatica sempre di più a tenere le risate) Avevo un amico che faceva l’istruttore di pappagalli. La sua classe era piena di… ripetenti..
Serial Lover humpfff… ahahah

Stacco. Archibald all’esterno del castello sta per suonare alla porta. Continuiamo comunque a sentire le voci, fuori campo, di Marx e la Serial Lover.

Marx: sa qual’è il colmo di una tarma? Avere cattivo gusto in fatto di abbigliamento! E per un ascensore? Suonare la tromba delle scale!
Serial Lover: ahahah! Tu si che sai come fare impazzire una donna!

Archibald suona il campanello. Apre Humbert più serio che mai.

Humbert (impassibile): buongiorno signor Wilburne. Siete tornato?
Archibald: a voi non sfugge niente eh? (entrando) Posso parlare con il titolare?
Humbert: accomodatevi… il capo è ancora a letto. Vado ad avvisarlo del vostro arrivo.
Archibald: aspetterò quà

Archibald si mette ad osservare i quadri della stanza, arriva a quello raffigurante Eleonora. Lo osserva un po’ ed improvvisamente una specie di lampo lo acceca per qualche secondo.

Archibald: che… cosa…. mi….. succede? (ripresosi rapidamente, come niente fosse torna ad osservare il quadro). Hmpf! Se c’è una cosa che non sopporto è un quadro dritto. (raddrizza il quadro con uno scricchiolio esagerato). La’!

Stacco. La serial lover e Marx a letto. Lei è sopra Marx ed ha in mano un grosso ed appuntito coltello da cucina, stringe una mano sul collo di lui e lo sta per colpire.

Serial Lover (minacciosa): sei mio!
Marx(impaurito, stupito): ehi! Cosa fai?

Stacco. Archibald osserva il quadro. Senza dire una parola lo rimette dritto.

Stacco. Si torna nella camera da letto. Lei è sopra Marx.

Serial Lover (maliziosamente, infilando le mani sotto la canottiera di Marx): sei mio!
Marx(in sollucchero): ehi! Cosa fai?

Stacco. Archibald osserva il quadro. Altro lampo.

Archibald: chi è l’idiota che ha raddrizzato questo quadro?

Stacco. La serial lover e Marx a letto. Lei è sopra Marx ed ha di nuovo in mano il grosso ed appuntito coltello da cucina.

Serial Lover (minacciosa): sei mio!
Marx(impaurito, stupito): ehi! Cosa fai?
Humbert (aprendo la porta): vacca boia!

Stacco. Archibald osserva il quadro.

Archibald: ancora storto?! Io odio i quadri storti!

Stacco. Il pirata parla al pappagallo, avendolo ora appoggiato al proprio avambraccio, sopra all’uncino.

Pirata: ehm… leggo nei tuoi occhi lo stupore Conchito. Credo che sia opportuna una spiegazione riguardo a ciò che sta avvenendo…. in quanto spettro, ho una certa competenza al riguardo. Una settimana fa qualcuno passando ha inavvertitamente urtato il quadro su cui Crooked aveva lanciato la maledizione, raddrizzandolo! L’antico sortilegio di Crooked e del suo diavolo imbecille si è manifestato, colpendo Marx ed Humbert, ed il loro mondo è diventato STORTO. Pochi minuti fa poi Wilburne si è ritrovato davanti al quadro, e quindi… è stato colpito dall’incantesimo!

Stacco. Wilburne di fronte al quadro accecato dal lampo.

Pirata: Lui che non ha mai sopportato i quadri storti, improvvisamente ha sentito di non tollerare quelli dritti! Il problema è che ogni volta che mette storto il quadro tutto ridiventa normale e quindi…

Stacco. Marx e la serial lover a letto. Lei ha in mano il solito coltello da cucina.

Pirata: quell’assurda serial lover torna ad essere una banale serial killer!
Ma anche Wilburne torna ad essere l’infaticabile raddrizzatore! E così rimette il quadro dritto riscatenando la magia…

Stacco. Wilburne di fronte al quadro storto. Lo raddrizza.

Pirata: e ritrasformando la maniaca omicida in amante insaziabile.

Stacco. Marx e la serial lover si baciano. Lei appassionata, lui frastornato. Entra Humbert.

Humbert (indifferente alla scena): posso fare qualcosa per voi?

Stacco. Primo piano del pirata con il pappagallo sulla spalla. A lui come al solito si rivolge.

Pirata (affranto): mmm… so cosa pensi Conchito. E non ti posso dar torto… questa è ormai una storia senza fine.

Primissimo piano del pappagallo.

Conchito: FIIIINNEEEE!

 

con
Marx –> Roberto Benigni
Humber Magnus –> Tom Selleck
Serial Lover –> Monica Bellucci
Pirata e narratore –> Jim Broadbent
Archibald –> Donald Sutherland
William Crooked –> Danny Trejo
Il conte –> Jean Reno
Ispettore Dove –> Bob Hoskins
Eleonora –> Nicoletta Braschi

Regia di
Roberto Benigni

Una produzione
Gongo Films

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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