Recensione in anteprima – Torino 34 (2016) – Alexander Skarsgard e Michael Pena interpretano due poliziotti fuori dall’ordinario, irriverenti e politicamente scorretti utilizzano tutte le maniere più inconsuete per dare la caccia ai criminali. Un film divertente diretto da John Michael McDonagh

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Due poliziotti corrotti in Nuovo Messico decidono di ricattare e incastrare qualsiasi criminale che sarà così sfortunato da finire sulla loro strada. Le cose prendono una piega inaspettata quando decidono di intimidire qualcuno più pericoloso di loro. Ma lo è davvero?

Strana coppia quella messa insieme dal regista John Michael McDonagh per questo suo nuovo film. Da una parte l’ultimo “Tarzan” visto in “The Legend of Tarzan” che risponde al nome di Alexander Skarsgard e dall’altra l’amico di “Ant-Man” Michael Pena. Una coppia diversa nell’aspetto e agli antipodi nella vita privata. La coppia però, nonostante le evidenti differenze, funziona, e lo fa per tutto il film.

Il punto d’incontro di questi due personaggi tanto diversi è costituito dal modo stravagante e irrispettoso delle regole con il quale compiono il proprio lavoro di poliziotti. Sempre ripresi dal proprio capitano usano sistemi al limite del legale, e anche oltre, per trovare e fermare i delinquenti.

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Di poliziotti fuori dalle regole il cinema e la tv ne sono pieni, dai nostrani Bud Spencer e Terence Hill in “I due superpiedi quasi piatti” ai più recenti film dei “Bad Boys” Will Smith, Martin Lawrence. “Arma Letale”, “Men in Black”, e tanti altri esempi che vanno oltre la dimensione dicotomica del poliziotto buono poliziotto cattivo. Irriverenza, politicamente scorretto, volgarità e tanta tanta ironia condita da qualche goffaggine di uno dei due.

Qui la goffaggine è creata dal frequente stato di ebrezza con il quale guida Terry, sovente infatti, in fase di parcheggio urta bidoni, altre auto, marciapiedi in perfetto stile citazionista di quel Tenente Frank Drebin (Leslie Nielsen) del ciclo della pallottola spuntata.

Con una caratterizzazione così particolare e ben riuscita della coppia protagonista, la vicenda passa in secondo piano e si perdonano molte stravaganze prettamente illogiche di una sceneggiatura molto semplice con straordinarie battute ironiche. Una serie di situazioni veicolano frecciate che non risparmiano la corruzione nel corpo della polizia, l’incriminazione dei neri, la chiesa, le tasse, la droga, le donne, gli omosessuali e chi più ne ha più ne metta. Frasi al vetriolo sapientemente incastonate nella vicenda e destinate a far sorridere, ridere in modo anche un po’ amaro e non banale.

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Con momenti demenziali e momenti più destinati all’azione e all’avventura, si arriva persino ad avere un improbabile inseguimento in Islanda, il film diverte e rimane divertente per gran parte della sua durata. Il grosso difetto è quello di essere puro e semplice intrattenimento di semplice fattura, un intrattenimento che finisce nel momento in cui finisce il film nonostante la coppia che funziona alla perfezione e la sceneggiatura a tratti profondamente vera e ironica.

Voto: 6,7

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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