Recensione in anteprima – Venezia 75 – In Concorso – Il regista dell’acclamato “Sils Maria” torna al cinema dopo due anni da “Personal shopper”. Un film che prende in pieno un tema caro a chi scrive libri e si deve confrontare con blogger, social network ed evoluzione di questo mercato digitale. Ogni personaggio è calato in una doppia vita che viene rielaborata nel corso del film dove si affrontano problemi e responsabilità.

Alain (Guillaume Canet) è un editore inquieto che ama Selena (Juliette Binoche) ma la tradisce con la sua assistente (Christa Théret), che odia l’ultimo libro di Léonard (Vincent Macaigne) ma lo pubblica, che ama le vecchie edizioni ma ragiona sull’Espresso Book Machine. Léonard è uno scrittore ‘confidenziale’ che ama sua moglie (Nora Hamzawi) ma la tradisce con Selena. Depresso e lunare, scrive da anni lo stesso libro ed è narcisisticamente incompatibile con la sua epoca. Tra loro fa la sponda Selena, attrice di teatro convertita alla serie televisiva. La vita dei porsonaggi si intreccia e cambia tra pranzi, cene, appuntamenti, discussioni.

Doubles Vies, le vite perse

Quando si arriva a una certa età, che siano i 30 avanzati o i 40 suonati si cerca sempre di fare un bilancio della propria vita. “Doubles Vies” si incunea in queste considerazioni soprattutto guardando alla vita, non propriamente ricca di successi, di Leonard.

Leonard, scrittore, si contrappone, come vita, al lavoro della compagna Valérie. Un lavoro di estrema importanza sociale come le relazioni sindacali. L’amico Alain è il suo editore e la moglie Selena, sua amante, è affermata attrice.

Nei suoi libri Leonard descrive le sue vite perdute, cioè le relazioni del suo passato anche se lo fa sotto mentite spoglie che, purtroppo per lui, sono molto ben riconducibili al suo vissuto. Da qui si innestano una serie di discorsi e considerazioni tra ciò che è lecito narrare della propria vita e ciò che invece, forse, dovrebbe essere chiesto anche agli altri protagonisti di ogni singola esistenza.

Tra le vite che vorremmo

“Doubles vies” è attraversato da continui dialoghi, molto spesso a due, sovente davanti a una colazione, pranzo, cena. Si tratta di vita quotidiana tra conoscenti e amici. Si parla soprattutto di esperienze di vita, lavorativa e artistica. Alain vorrebbe ribadire la superiorità della carta stampata ma sa benissimo, essendo editore che il futuro è destinato a cambiare sempre più velocemente verso la fruizione dei libri a livello digitale.

Leonard è succube degli eventi e vorrebbe una realtà che possa vederlo sereno e nel pieno dei suoi obiettivi senza cedere a quelle che lui considera le contaminazioni del moderno. Selena vorrebbe essere un’attrice di un certo livello non la protagonista di una serie tv. Valérie invece punta a chiudere le trattative sindacali in maniera proficua.

Speranze che si incrociano e si mescolano in vite parallele che tutti i protagonisti hanno e che scopriamo man mano, nel corso dello svolgimento delle vicende del film. E’ un modo naturale di presentare queste “doppie vite” che ogni personaggio si è creato.

Doubles Vies e il mondo

“Potremmo creare un audiolibro del tuo romanzo” – “Potremmo farlo leggere da Juliette Binoche”

E’ quanto Leonard dice riguardo il suo libro, che una volta pubblicato, inizia ad essere venduto molto bene in tutti i formati, contrariamente alle idee dello stesso Leonard che comprende poco i nuovi formati (e-book, audiolibri, ecc).

In questo caso il film si cita e cita una delle stesse protagoniste. Un gioco come è un gioco tutto il film nella concezione dello stesso regista. Si gioca, forse pericolosamente, con le relazioni sentimentali. Si percorre un sentiero irto di ostacoli per ricreare una vita, per sceglierne una, per riportarla in un ambito più corretto e coerente con le proprie personali aspettative.

“Doubles Vies” è una commedia divertente e che apre qualche interessante spunto di riflessione. Ottimamente scritta, la commedia si lascia vedere senza noia nonostante i ripetuti discorsi tra i personaggi. Un film in pieno spirito francese, di quelli che è sempre auspicabile avere a portata di mano per una serata spensierata.

Voto: 6,6

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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