Recensione in anteprima – Venezia 75 – Fuori Concorso – Debutto alla regia di Bradley Cooper che si cimenta con il terzo remake di “E’ nata una stella” del 1937. Dopo un musical del 1954 e un musical rock del 1976, questa volta si vira su una dramma sentimentale in versione country-pop. Debutto da protagonista per Lady Gaga che, nemmeno a dirlo, da il suo meglio quando si tratta di cantare. Al cinema dal’ 11 ottobre.

Ally (Lady Gaga) fa la cameriera di giorno e si esibisce come cantante il venerdì sera, durante un appuntamento fisso del pub locale. È lì che incontra per la prima volta Jackson Maine (Bradley Cooper), star del rock, di passaggio per un rifornimento di gin. E siccome nella vita di Jack un super alcolico tira l’altro, dalla più giovane età, i due proseguono insieme la serata e Ally si ritrova a prendere a pugni un uomo grande il doppio di lei, reo di essersi comportato da fan molesto. Il resto della storia la conosciamo: la favola di lei comincia quando lui la invita sul palco, rivelando il suo talento al mondo, poi sarà con le sue mani che scalerà le classifiche, mentre la carriera e la tenuta fisica e psicologica di lui rotolano nella direzione opposta, seguendo una china oramai inarrestabile.

Star al naturale

L’idea di un  nuovo remake di “E’ nata una stella” risale al 2011, con l’intenzione della Warner Bros. di affidare la regia a Clint Eastwood e i ruoli principali a Beyoncé e Tom Cruise. A causa del diniego da parte dei tre per diversi motivi il progetto è stato accantonato fino al 2015 quando la regia è stata affidata all’esordiente Bradley Cooper. Il neo regista ha poi chiesto a Lady Gaga un provino senza trucco per convincersi della possibilità concreta di averla come protagonista del film, anch’essa al debutto in una parte principale.

La cantante di fama mondiale si è messa così a nudo e, nel film, veste i panni, almeno nella prima parte, di una ragazza semplice con una vita impegnativa e complicata. E’ proprio la naturalezza della presenza scenica di Lady Gaga l’elemento che colpisce di più in una prima metà di film dove i destini dei due cantanti e amanti si incontrano e si incrociano.

Parabola discendente per Jackson, parabola ascendente per Ally. Una storia che conosciamo e che, probabilmente può sembrare anche scontata in certi passaggi. In effetti, dopo la naturalezza iniziale, il film sembra prendere i binari del già visto. Una buona qualità generale, declinata in certi passaggi in modo anche intelligente e toccante.

Come nasce una star

La star nasce sul palco. E’ lì il suo ambiente. Lo sa bene Jackson che invita sul palco Ally, inutile ricordarlo a Lady Gaga che quell’ambiente lo conosce bene. La nascita ma, soprattutto, la crescita di una star viene raccontata molto bene nel film. Piccoli passi ma importanti. Passi veloci che, giocano con il tempo filmico. In pochi mesi Ally conosce la notorietà che rende giustizia alla sua abilità nel cantare.

Il percorso della star non è solo successo sul palco. E’ anche successo che si insegue nella vita. La storia d’amore tra Ally e Jackson nasce per caso, cresce con tenerezza e straordinaria melodia. In questo i due, Bradley Cooper e Lady Gaga sembrano, nel film, aver trovato una giusta alchimia e una corretta complicità.

Le canzoni del film (ben 34 ma alcune vengono eseguite parzialmente o solo accennate) sono state scritte da Bradley Cooper e da Lady Gaga con l’aiuto di un team di grandi compositori. Le performance sono registrate dal vivo e senza playback. Si può apprezzare così tutto il talento della cantante americana e ci si può anche sorprendere delle qualità canore e musicali di Bradley Cooper.

Star si nasce e si diventa

“A star is born” evidenza che si può nascere star ma, nascendolo, bisogna essere anche capici a diventarlo. La realizzazione artistica ben organizzata nel film si mette sempre a confronto con la realizzazione a livello umano dei due singoli protagonisti e della loro vita da coppia che si ama.

La dipendenza di Jackson da droga e alcol è qui ben evidente per tutto il film. I suoi sforzi umani per venirne fuori si contrappongono costantemente contro la debolezza sistematica nel ricaderci. Questi temi vengono trattati dal regista con una direzione attenta e, dovutamente scolastica, classica considerato il suo debutto.

“A star is born” vive di musica e dell’amore di Jackson e Ally per la musica e per la loro vita insieme. Molto coinvolgenti risultano le canzoni che, con un ritmo orecchiabile e un volume dovutamente bello alto intrattengono lo spettatore. Ma la vita non è solo palco e musica. La vita è anche momenti commoventi, gioiosi, tristi. Bello e commovente il finale, anche se un po’ telefonato e da lacrima facile.

Il film è sicuramente da vedere per la musica e per la storia. Una Lady Gaga che, personalmente vorrei vedere sempre così, all’apparenza molto più semplice e struccata perché, da proprietario di un naso grosso, non è vero che il suo lo è. Qualche difetto c’è anche nel film, ma chi non ha difetti.

Voto: 6,4

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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