Recensione in anteprima – Diretto da Ron Howard, arriva nelle sale il nuovo spin-off della saga “Star Wars”. Le origini di Han Solo vengono narrate in questo film pieno di volti emergenti del cinema e della tv. Una pellicola tra western e spazio stellare che vaga tra la nostalgia e l’irripetibile carisma del “Solo” originale. Dal 23 maggio al cinema.

Solo … l’inizio nel 1977

“Sono il comandante del Millenium Falcon. Chewbe dice che state cercando un passaggio”.

Con queste parole nel 1977 Harrison Ford entrava in scena nel mondo di Guerre Stellari come Han Solo. Quello che viene dopo lo conosciamo a memoria, cosa è successo prima, invece, è sempre rimasto un mistero. Fino ad ora!

Cosa ha spinto Han a diventare un contrabbandiere spaziale? Come ha conosciuto il suo compagno di avventure Chewbacca? E come è diventato il comandante della famosa astronave?

Tutte domande che troveranno risposta nel secondo spin-off della saga stellare diretto da Ron Howard. “Solo – A Star Wars Story” al cinema dal 23 Maggio, svela finalmente quel tanto fantasticato passato di Han Solo, interpretato per l’occasione dall’emergente Alden Ehrenreich e accompagnato da celebri attori del calibro di Emilia Clarke nel ruolo di Qi’ra, Donald Glover nelle bellissime cappe di Lando Calrissian, Woody Harrelson (Tobias Beckett), Thandie Newton (Val) e Paul Bettany nei panni dell’antagonista di turno Dryden Vos.
Sotto il peloso costume di Chewbacca, invece, torna il giovane Joonas Suotamo che aveva già indossato la maschera del famoso Wookiee in The Last Jedi”.

Le origini di Solo

La storia delle origini del giovane Han Solo inizia su Corellia, uno dei pianeti centrali della galassia famoso per i suoi cantieri navali imperiali, nonché luogo di nascita del nostro eroe. Cresciuto senza famiglia, tra mille difficoltà e in vicoli malfamati, Han sogna di lasciare il pianeta con la sua compagna Qi’ra pilotando un’astronave tutta sua. Per guadagnare i crediti necessari alla realizzazione del suo sogno, Han si arruola nell’accademia di volo, ma viene subito scartato perché troppo insubordinato. Il destino però lo porta ad incontrare persone che gli cambieranno per sempre la vita.
Una trama estremamente semplice ma ben raccontata, nonostante un finale un po’ troppo frettoloso. Un’avventura alla vecchia maniera che probabilmente piacerà di più a chi è cresciuto con la trilogia originale. Le imprese del giovane Han sembrano ricordare, guarda caso, quelle di un certo Indiana Jones. Nulla di cui sorprendersi, la penna infatti è quella dello storico sceneggiatore Lawrence Kasdan.
Come avrete già capito, “Solo” non cerca di strafare, ma punta ad accontentare un po’ tutti, raccontando esattamente ciò che i fan vogliono e si aspettano. Niente esperimenti, quindi, e niente battute comiche forzate. Il nuovo spin-off di Ron Howard si inserisce all’interno della galassia lontana lontana amalgamandosi alla perfezione con tutta la continuity.
 

Non solo citazioni

“Solo” è una continua citazione di tutto l’universo di Star Wars. Per i fan più sfegatati sarà una vera gioia e allo stesso tempo una sfida riuscire a cogliere tutti i riferimenti. Vengono citati pianeti, personaggi, avvenimenti provenienti da tutto il Canone, ma in modo particolare dalle due serie animate, The Clone Wars (ambientata tra gli episodi 2 e 3) e la più recente Rebels (ambientata tra gli episodi 3 e 4), che, proprio per questo motivo vi consiglio di recuperare. In questo si vede quanta passione e cura per il dettaglio gli sceneggiatori (Lawrence e Jon Kasdan) e lo stesso Ron Howard hanno dedicato al progetto.
Il ritmo del film sembra ricordare quello dei primi episodi, “Una Nuova Speranza” e “L’impero colpisce ancora”, ma anche il più recente “Rogue One”. Un ritmo molto blando che subisce uno scossone nel momento in cui entra in scena l’altro vero protagonista della pellicola, il Millenium Falcon.

Uno sviluppo travagliato

Forse proprio a causa del cambio di regia si nota un certo stacco. “Solo” appare diviso in due. Una prima parte che di Star Wars ha molto poco e che fa storcere un po’ il naso, mentre una seconda parte più equilibrata, avvincente ed emozionante che riesce a restituire allo spettatore il vero spirito della saga. Non è un caso che quando i nostri eroi salgono sull’iconica astronave, il film imposta la rotta giusta e salta nell’iperspazio.

Lo sviluppo travagliato ha lasciato il segno eccome. Ed è forse questa la più grande pecca della pellicola. La sensazione è che la storia doveva essere girata e finita in fretta e furia per riuscire a rispettare le tempistiche. Guarda caso si vocifera di un possibile sequel futuro, per poter raccontare altre imprese di Han e Chewbe. Per lo stesso motivo la caratterizzazione dei personaggi è debole e quello che dovrebbe essere il protagonista indiscusso si perde nella folla.

Attori e musica

Nonostante la buona interpretazione di Alden Ehrenreich, difficilmente ci si affezionerà al suo Han Solo. Tra le note positive, invece, abbiamo il ritorno in grande stile del fedele Chewbacca, che avevamo un po’ perso di vista, soprattutto nell’ultimo episodio canonico della saga, e l’esordio dell’affiatata coppia Lando/L3-37. L’interpretazione di Donald Glover ci aveva già catturato e convinto fin dai primi trailer, e il film non fa che confermare queste buone sensazioni, nonostante il suo personaggio non appaia in molte scene (un vero peccato). La nuova droide L3 sarà senz’altro una delle più amate. Se c’è una cosa, infatti, in cui Star Wars non sbaglia mai un colpo sono i droidi, e “Solo” non fa eccezione.
Un’ultima menzione per la colonna sonora di John Powell, anch’essa una continua citazione dei temi di John Williams tratti da quasi tutti gli episodi della saga.
Peccato quindi che i problemi di produzione si siano ripercossi negativamente sulla pellicola. In sostanza “Solo” rimane una banale storia di furfanti, ladri e contrabbandieri, senza troppi fronzoli, che però ha il merito di rimanere fedele alla tradizione di Star Wars.
Voto: 7

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