Recensione in anteprima – Dopo il reboot di “Vacation”, John Francis Delay e Jonathan M. Goldstein scrivono e dirigono questa loro seconda opera che mescola molto bene commedia, azione e thriller. Un cast perfetto per una storia semplice che si complica in maniera esilarante e sorprendente. Risate assicurate per cento minuti che incollano lo spettatore allo schermo  in modo divertente. Al cinema dall’ 1 maggio.

Max (Jason Bateman) e Annie (Rachel McAdams) sono una coppia affiatata, non solo in amore. Sono un duo anche e soprattutto nel gioco, di qualsiasi tipo, purché competitivo. Non a caso passano le loro serate davanti ai tabelloni dei più noti giochi di società, invitando con regolarità gli amici storici e lasciando volentieri il vicino di casa fuori dalla partita. Ma Max vive da sempre anche un altro tipo di competizione: quella con il fratello maggiore Brooks (Kyle Chandler), una specie di vincente su tutta la linea, contro il quale il più giovane non l’ha mai spuntata. Quando Brooks torna in città, dopo parecchio tempo, e organizza per il gruppo di amici una serata con delitto, mettendo in palio la sua splendida auto nuova, per Max si tratta di vincere o morire. Ma né il gioco né Brooks sono in realtà quel che sembrano, e la serata prende una piega inaspettata, a dir poco movimentata.

Gioco, partita, film

Con “Spider-man Homecoming” John Francis Delay e Jonathan M. Goldstein hanno giocato molto nel collaborare alla sceneggiatura del film. Tra le loro opere, sempre a quattro mani, figurano anche le sceneggiature dei due capitoli dedicati a “Come ammazzare il capo”. Come loro prima regia il reboot della serie di film iniziati con “Vacation”. In pratica i due, sono avvezzi a creare film che cercano di divertire lo spettatore in modo ironico e sovvertendo le regole normalmente condivise riguardo a vita reale e generi cinematografici.

Sin dalla prima scena Max e Annie si dimostrano iper-competitivi su tutto. La loro solidità di coppia si manifesta soprattutto nelle serate di giochi e nelle continue sfide tra loro. Gioco, gioco e ancora gioco che invade talmente tanto la vita dei due protagonisti da minare quella che è la vita da adulti e relegarli a una coppia di ultra-trentenni che non ha ancora affrontato appieno le sfide serie della vita vera.

Thriller per gioco

Max ha anche una rivalità con il fratello maggiore Brooks. E’ una rivalità che dura sin dall’infanzia e che ha visto Brooks avere successo economico e imprenditoriale nella vita. Il ritorno del fratello maggiore porta la rivalità ad estremizzare il gioco.  Il film si trasforma quindi in un thriller per caso, in un gioco che si fa thriller e costringe tutti i personaggi a fuggire.

Il passaggio da commedia a thriller non avviene in modo netto e nemmeno in modo graduale. Succede, per evoluzione di un meccanismo ben orchestrato e commedia e thriller si mescolano in modo da strappare al pubblico delle belle e sonore risate. Il passaggio tra scene avviene con un effetto molto suggestivo. Si tratta di un particolare effetto tramite il quale sembra di essere all’interno di un plastico “da gioco”. 

Nella sua costruzione semplice “Game Night” riesce nel preciso compito di intrattenere. Lo schema della commedia “alla Apatow” viene declinato in questa nuova formula ibrida tra due generi dove è sempre difficile capire cosa sia reale e cosa sia in realtà un gioco. La sceneggiatura si concentra su battute ad effetto e nostalgiche, descrivendo dei personaggi ai limiti della macchietta.  Ryan (Billy Magnussen) diventa il tonto del gruppo, mentre la recitazione di Jesse Plemons nel ruolo del vicino di casa Gary primeggia per bravura e carisma. Tutto il cast sembra essere perfettamente indicato per questo film.

Fate il vostro gioco

“Game Night” non è solo azione e commedia, è anche voglia di confronto tra reale, immaginario e svago. La vita reale e quotidiana fa capolino più volte riportando i personaggi a confrontarsi su sogni realizzati e progetti mai intrapresi. La famiglia, la vita di coppia, una relazione stabile, un figlio, i buoni rapporti di vicinato, l’amicizia sono temi che, nonostante il film parli principalmente d’altro, vengono affrontati.

La bellezza e bravura di Rachel McAdams, l’irresistibile simpatia di Jason Bateman, l’inquietante carisma di Jesse Plemons impreziosiscono l’intero film che viaggia spedito e che diverte il pubblico senza mezze misure. Una sana boccata d’ossigeno per 100 minuti che non hanno nessun altro obiettivo se non quello di intrattenere divertendo.

Voto: 7,2

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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