Recensione in anteprima – Presentato in anteprima fuori concorso all’ultima edizione della Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia e, successivamente, al Toronto International Film Festival, “Escobar – Il fascino del male” è un biopic che si accoda agli innumerevoli film e serie tv sulla figura del più famoso narcotrafficante sudamericano, Pablo Escobar. Interpretato per l’occasione da Javier Bardem, in coppia con Penélope Cruz nei panni di Virginia Vallejo, giornalista e presentatrice televisiva colombiana nonché sua amante. Dall’altra parte della barricata, l’Agente della DEA Neymar, interpretato da Peter Sarsgaard, che si rivelò determinante per la cattura e la definitiva sconfitta del Patrón. Al cinema dal 19 aprile.

in collaborazione con Cuore di Celluloide

Escobar e la storia

Virginia Vallejo (Penélope Cruz), celebre anchorwoman colombiana ha chiesto asilo politico agli Stati Uniti.  Amante appassionata di Pablo Escobar (Javier Bardem), criminale e trafficante di cocaina senza scrupoli e rimorsi, ha deciso di raccontare alla DEA gli anni della loro relazione e dell’ascesa vertiginosa del ‘patrón’ di BogotàAmbiziosa e decisa a saperne di più di quello che diventerà in pochi anni il più ricco e potente trafficante di sempre, Virginia si innamora di Pablo e lo sostiene nella carriera politica sorvolando su quella criminale.  Ma i desideri di Pablo sono più voraci dei suoi e finiscono per trascinarla in un abisso da cui le tenderà la mano l’agente Neymar (Peter Sarsgaard) della DEA.

Sono anni, questi, nei quali la fantasia di produttori, registi e sceneggiatori sembra venuta meno, e allora tutti, o quasi, si sono tuffati a volo d’angelo su film “riempisala” o accumulatori sicuri di visualizzazioni in streaming (riferendoci alle molteplici piattaforme a pagamento presenti sul web) come, ad esempio, i tanto osannati revival anni ‘80/’90 (“Stranger Things”, “Ready Player One”) o, come in questo caso, i biopic/bioserie/docufilm su Pablo Escobar.

Ma, come in tutti gli ambiti, ci sono prodotti di qualità ed altri scadenti. Il film di cui vi stiamo parlando appartiene, purtroppo, alla seconda categoria. Infatti, sebbene nel cast vi sia la presenza di attori di spicco come il duo Bardem/Cruz e, in aggiunta, Sarsgaard (già apprezzato in “Jackie” di Pablo Larrain, insieme a Natalie Portman), “Escobar – Il fascino del male” non aggiunge nulla a quanto già visto nei prodotti ad esso antecedenti. Ci riferiamo, in particolar modo, alla serie targata Netflix “Narcos”, le cui prime due stagioni avevano proprio Pablo Escobar come protagonista assoluto.

Escobar l’inglese

Ciò a cui ci riferiamo non è sicuramente il lato tecnico della produzione, abbastanza curato in ogni sua parte ad esclusione delle  orrende protesi facciali applicate al viso di Javier Bardem per renderlo somigliante al “Chapo”. Ciò che è risultato più passibile di commenti negativi è sicuramente la sceneggiatura e, con essa, i dialoghi.

Partiamo dal presupposto che non è possibile impostare in lingua inglese un film il cui cast è composto per un buon 90% da attori latinoamericani/spagnoli. Avendolo visto in versione originale sottotitolata, questo dettaglio si è trasformato in una vera e propria tortura per chi guardava. Il risultato è stato un forte disinteresse nei confronti delle vicende rappresentate.

Un Escobar già visto

Inoltre molte scene e, di conseguenza, molti dialoghi sono sembrati copiati/incollati dalla serie sopra citata non risolvendo, anzi, acuendo, quella sensazione di noia che ha accompagnato la visione del film dall’inizio alla fine. É stato come vedere un riassunto di poco più di due ore delle due stagioni di “Narcos” dedicate ad Escobar, ma di qualità nettamente inferiore.

Bardem è risultato poco credibile nei panni di Escobar, e lo stesso si può dire anche di Penélope Cruz nei panni della Vallejo e, come se non bastasse, abbastanza dimenticabile è stata anche la performance di Sarsgaard nel ruolo di NeymarTirando le somme, “Escobar – Il fascino del male” risulta un prodotto, per quanto sopra enunciato, anonimo, e lo diventa ancora di più se lo caliamo nella fitta giungla di produzioni omologhe uscite in questi anni, fungendo  molto facilmente da fanalino di coda di un’eventuale relativa classifica.

Voto: 5

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