Recensione in anteprimaL’ultimo viaggio è un film tedesco che racconta il viaggio nel passato e nei ricordi di un anziano ex ufficiale tedesco che cerca di riordinare i pezzi della sua vita e di ritrovare un antico amore mai dimenticato. Questo percorso, ambientato durante la guerra civile Ucraina del 2014, porterà lo spettatore nella memoria del protagonista e a rivivere un pezzo di Storia.  La pellicola è uscita nelle sale tedesche il 21 settembre 2017 e in Italia sarà al cinema il 22 marzo 2018.

Eduard Leander (Jürgen Prochnow) è un anziano nonno, distaccato e di poche parole, che porta sul suo viso i segni della sua vecchiaia. Tuttavia, a distanza di pochi giorni dalla morte e funerale di sua moglie Hilde, qualcosa scatta nella testa dell’uomo: decide di iniziare un percorso nel suo vissuto perché a suo dire “ha rimandato troppo a lungo questo momento”. Difatti, benché sia affaticato e nonostante i tentativi di dissuaderlo di sua figlia Uli (Suzanne Von Borsody), il 92enne decide di partire da solo ma si ritroverà inaspettatamente con sua nipote Adele (Petra Schmidt-Schaller), una ragazza disinteressata che lavora come cameriera in un bar e un giovane ucraino che incontrano sul treno per Kiev Lew (Tambet Tuisk). Scorbutico e di poche parole, Eduard ha solo un baule con pochi oggetti, qualche vecchia foto e il suo vecchio cappello da cosacco, ma nulla può fermarlo dal cercare delle risposte riguardo Svetlana, la donna che amò e che – forse – ama ancora.

Attraverso un lungo itinerario ‘on the road’ fra Germania-Ucraina-Russia, i tre si ritroveranno a vivere momenti di forte tensione ed emotività fino a un finale inaspettato in cui Eduard troverà le risposte e la verità che cercava e sua nipote Adele subirà un cambiamento che la porterà a conoscere davvero suo nonno e le sue origini.

Il titolo originale è “Leanders Letzte Reise” – letteralmente ‘L’ultimo viaggio di Leander’ – per la regia e sceneggiatura di Nick Baker Monteys (noto per il suo film vincitore di numerosi premi “Der Mann, Der Uber Autos Sprang”) e ha come casa di produzione la Satine Film. Le riprese della pellicola sono state fatte anche in Ucraina, nonostante le tensioni del paese e la paura dell’imminente guerra civile fra i nazionalisti ucraini e i separatisti filorussi, perché il regista e i produttori volevano mostrare il vero paese ed essere più realistici possibili, senza dover ricorrere a luoghi simili nell’est Europa.

“L’ultimo viaggio” è una pellicola profonda e intensa che incarna la necessità di conoscere le proprie radici, capire se stessi e ritrovare l’amore vero; è un percorso che trascina lo spettatore nelle emozioni di Eduard, nel lungo processo di cambiamento dell’irrequieta Adele e che fa riflettere sui concetti di origine, senso della famiglia e l’importanza dell’amore ma anche sul peso del proprio passato – sia storico che personale – che l’uomo a volte ha bisogno di rielaborare per poter trovare la propria serenità e i segni indelebili che la guerra lascia nelle persone.

“Nonno? Sto solo cercando di conoscerti… Voglio solo sapere… perché siamo, chi siamo!”

Voto: 8

Di Sabrina Pusterla

Interessata di media ed entertainment. Da sempre una eterna cinefila, amo il cinema a 360°. Mi piace visionare, analizzare e parlare dei film. Progetti? Tanti. Sogni nel cassetto? Troppi. Spero un giorno di pubblicare un libro ed un podcast in cui parlo della settima arte. "Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima." (Cit. Ingmar Bergman)

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