Recensione in anteprima – Philippe de Chauveron, il regista di “Non sposate le mie figlie” torna al cinema con una commedia che parla nuovamente di integrazione e di lotta all’ipocrisia. Un film divertente quanto basta ma dalla dinamica prevedibile e a tratti scontata. Al cinema dall’8 marzo.

Jean-Etienne Fougerole (Christian Clavier), intellettuale engagé, promuove in televisione il suo ultimo libro (“A braccia aperte”). Incalzato dalla provocazione del suo rivale, un giovane candidato (e scrittore) di destra che lo invita ad accogliere a casa una famiglia Rom, annuncia pubblicamente indirizzo e disponibilità, sperando che nessuno lo prenda davvero sul serio. Ma Babik (Ary Abittan) e prole, riuniti intorno al televisore, raccolgono l’invito e battono cassa al cancello. Insediatisi con la roulotte nel giardino dei Fougerole, provano a integrarsi con risultati maldestri e una resilienza irriducibile come il pregiudizio.

Come capita ogni tanto con le ciambelle che non riescono propriamente col canonico buco questa ennesima commedia francese non è riuscita totalmente. Si parte da un’intuizione geniale che dovrebbe mettere in risalto e scardinare l’ipocrisia latente nelle promesse dei politici e, in generale, nelle parole di molta gente. Dopo quasi un anno dall’uscita in patria, la Francia, il nuovo film con Christian Clavier arriva anche nelle sale italiane.

Cosa vuol dire mettersi realmente in gioco, essere accoglienti verso le persone più bisognose? Il contatto tra una realtà di sinistra imborghesita che abita in villa spaziosa con giardino e piscina e una realtà povera di Rom disposta a portare la propria roulotte sovraffollata nel giardino della villa crea una miscela esplosiva che, nella prima parte promette molti spunti interessanti.

E’ solo un’illusione, ben presto le aspettative di un film che, oltre alle risate, possa regalare qualcosa di più profondo e possa così far riflettere vengono maldestramente disattese. Philippe de Chauveron inizia il film con una bella panoramica della villa che man mano stringe su uno dei protagonisti del film: Jean-Etienne. L’altro è Babik che il comico francese Ary Abittan caratterizza moltissimo esasperando l’accento e le movenze di uno pseudo-Rom.

L’impostazione di tutto il film è comunque quella di esagerare negli stereotipi tipici che coinvolgono gli stranieri in terra francese in modo da renderli estremamente sopra le righe e creare comicità, distacco, imbarazzo nelle reazioni esagerate che si possono riscontrare nella popolazione più restia alla condivisione e all’accoglienza.

Purtroppo però non sempre l’obiettivo viene centrato e, soprattutto, la dinamica degli eventi si appiattisce verso situazioni molto più banali e già viste che non lasciano spazio a nulla di nuovo.

“Benvenuti a casa mia” è un film a tratti divertente che è molto semplice riuscire a vedere senza troppi pensieri ma forse era quest’ultimo uno degli obiettivi della pellicola e che, invece viene fagocitato dalle battute e dal confronto tra l’esperienza di Christian Clavier e l’esuberanza di Ary Abittan. Menzione speciale per l’affascinante Elsa Zylberstein, la moglie di Jean-Etienne che completa un trio particolarmente affiatato.

Voto: 5,5

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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