Recensione in anteprimaLuciano Ligabue dirige il suo 3° film – dopo Radiofreccia (1998) e Da Zero a Dieci (2002) – prendendo ispirazione dal suo omonimo album uscito a fine 2016. Il cantautore narra – attraverso il protagonista e la sua musica – la vita e il lavoro instabile, i sentimenti e le relazioni incerte, le paure e le preoccupazioni nell’Italia di oggi in cui tuttavia prevale la speranza e il desiderio di cambiare e rinascere. La pellicola uscirà nelle sale il 25 gennaio 2018.

Il cantautore e rocker italiano con il suo alter ego Riko – diminutivo di Riccardo, il suo secondo nome – racconta la storia di un uomo arrabbiato e infelice che ha bisogno di ritrovare sé stesso e dare una svolta alla propria vita. Sarà grazie alla sua tenacia, all’aiuto di sua moglie e del suo inseparabile gruppo di amici, che Riko ritroverà un senso e la felicità.

Il film si apre su una città emiliana in cui Stefano Accorsi (Riko) è un uomo insoddisfatto che lavora in un salumificio che odia, ha un matrimonio vacillante con Kasia Smutniak (Sara) la quale ha un amante, un figlio che non vuole “staccare il cordone ombelicale”, un padre anziano e degli amici con cui si diverte. Riko è una brava persona ma è stanco e consapevole che non sta vivendo la vita che vorrebbe. Si succedono liti e problemi da affrontare ma a partire dal “rinnovato matrimonio” con sua moglie, la quale nonostante tutto non l’ha mai lasciato, che ricomincia a vivere e sorridere. Il film prosegue fino alla fine come sulle montagne russe, mostrando una persona che tocca il fondo ma che riesce a rialzarsi e vivere la vita che desiderava.

Il film scritto e diretto da Luciano Ligabue – durante la scorsa estate a causa di una pausa forzata dai concerti per un problema alle corde vocali – è realizzato dalla casa di produzione Fandango di Domenico Procacci con il sostegno della Regione Emilia Romagna e Regione Lazio e distribuito dalla Medusa Film. Accorsi e Smutniak dimostrano, ancora una volta, di essere dei bravissimi attori, capaci di trasportare gli spettatori nella storia e nelle loro emozioni. Nella pellicola si affrontano molti temi attuali – lo spread, la crisi economica e del lavoro, il vizio e la dipendenza alle slot – che fanno da contorno alla storia del protagonista.

“Made in Italy” rispecchia le paure, le insicurezze e le difficoltà del nostro paese ma anche la necessità di trovare la propria strada e la forza di rialzarsi e ricominciare da capo dando una svolta alla propria esistenza. È un film che fa riflettere e lascia lo spettatore con un messaggio importante: nonostante le difficoltà non bisogna mai arrendersi e smettere di inseguire la propria felicità.

“cambia te, invece di aspettare i cambiamenti.”

Voto: 8,5

Di Sabrina Pusterla

Interessata di media ed entertainment. Da sempre una eterna cinefila, amo il cinema a 360°. Mi piace visionare, analizzare e parlare dei film. Progetti? Tanti. Sogni nel cassetto? Troppi. Spero un giorno di pubblicare un libro ed un podcast in cui parlo della settima arte. "Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima." (Cit. Ingmar Bergman)

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