Recensione in anteprima – Lo scrittore Donato Carrisi debutta al cinema in qualità di regista portando sul grande schermo il suo omonimo romanzo La ragazza nella nebbia. Il film sarà nelle sale dal prossimo 26 ottobre.

Siamo ad Avechot, un piccolo paesino di montagna. Una notte di nebbia, uno strano incidente. L’uomo alla guida, incolume, viaggiava da solo. Allora perché i suoi abiti sono sporchi di sangue? L’uomo si chiama Vogel (Toni Servillo) e fino a poco prima era un famoso poliziotto. E non dovrebbe essere lì. Augusto Flores (Jean Reno), un mite e paziente psichiatra cerca di fargli raccontare l’accaduto, ma sa di non avere molto tempo. Bisogna cominciare da alcuni mesi addietro quando, due giorni prima di Natale, proprio fra quelle montagne è scomparsa una ragazzina di sedici anni: Anna Lou aveva capelli rossi e lentiggini. Il nulla che l’ha ingoiata, però, nasconde un mistero più grande di lei. Un groviglio di segreti che viene dal passato, perché ad Avechot nulla è ciò che sembra e nessuno dice tutta la verità. Questa non è una scomparsa come le altre, in questa storia ogni inganno ne nasconde un altro più perverso. E forse Vogel ha finalmente trovato la soluzione del malvagio disegno: lui conosce il nome dell’ombra che si nasconde dentro la nebbia, perché “il peccato più sciocco del diavolo è la vanità”. Ma forse ormai è troppo tardi per Anna Lou. E anche per lui.

“La ragazza nella nebbia” è la trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di uno degli scrittori italiani di thriller più apprezzati, che in questo caso ritroviamo in veste di sceneggiatore nonché regista del lungometraggio. L’autore dichiara di aver inizialmente concepito il romanzo come una sceneggiatura e, di conseguenza, trasformare la parola scritta in immagini si è rivelato un compito relativamente semplice.

Il film percorre a ritroso la scomparsa di Anna Lou. Si apre con l’incontro tra l’agente Vogel e Flores, alcuni mesi dopo la scomparsa della ragazza, nello studio dello psichiatra. Flores non ritiene possibile che Vogel, uscito illeso dall’incidente, non ricordi esattamente cosa sia accaduto e quindi cerca di capire cosa abbia realmente spinto l’agente a ritornare ad Avechot quando l’indagine sul caso di Anna Lou è ormai concluso. Da questo momento iniziano una serie di digressioni e soluzioni narrative volte a far luce sulla vicenda della ragazza scomparsa che, tuttavia, non riescono ad essere all’altezza della complessa struttura della trama. La suspense, infatti, in diversi momenti si perde lasciando posto ad una più semplice esposizione dei fatti.

Un elemento che invece trova grande spazio all’interno del film è il ruolo ricoperto dai media durante le indagini. Infatti, cronaca giudiziaria e copertura mediatica del caso si fondono in un unico intreccio, anche grazie alla figura dell’agente Vogel. Nel film è quindi ampiamente descritto, se non addirittura denunciato, l’atteggiamento di spettacolarizzazione di un fatto di cronaca.

Il thriller, genere che ritroviamo in maniera minore all’interno della produzione filmica italiana, rappresenta sicuramente un’importante novità. Tuttavia, le atmosfere cupe, i personaggi ambigui e una trama a tratti lacunosa non sono abbastanza potenti da rendere “La ragazza nella nebbia” un film totalmente riuscito.

Voto: 6,5

Di Silvia

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