Recensione in anteprima – Venezia 74 – In concorso – Aronofsky torna al cinema con un film atteso e di difficile fruizione. Psicotica e angosciante allegoria del mondo il film presenta difetti che ne intaccano poco la fervida realizzazione. Al cinema dal 28 settembre.

Lei si è trasferita nella grande casa isolata in mezzo ai campi di grano per amore di Lui, e poiché la casa di Lui è stata completamente distrutta da un incendio, lei gliela sta ricostruendo intorno pezzo dopo pezzo, con determinazione e concretezza. Lui, invece, non riesce a superare il blocco che gli impedisce di scrivere e passa le giornate davanti alla pagina bianca. I suoi libri giacciono allineati sui ripiani di casa, ma il Poeta sembra aver perso l’ispirazione, e a nulla servono gli incoraggiamenti amorevoli di Lei. E mentre Lei desidera ardentemente costruire con Lui una famiglia, Lui si concentra ostinatamente sul proprio sterile horror vacui. Finché nella casa isolata irrompe uno sconosciuto, che porta con sé una serie di invasori sempre più numerosa. E Lei vede gradualmente profanato quello spazio sacro che aveva edificato con totale abnegazione personale.

Darren Aronofsky porta al cinema un’opera che divide critica e pubblico lasciando coesistere due fazioni: da una parte i sostenitori del regista, dall’altra i detrattori. Alla fine della proiezione per la stampa alla 74esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia ci sono stati anche diversi fischi, forse prevenuti ma che confermano che, a primo impatto, il film può non essere compreso a causa dell’impianto allegorico che, in maniera più o meno riuscita, pervade l’intera pellicola.

Jennifer Lawrence in mother!, from Paramount Pictures and Protozoa Pictures.

Non é possibile scrivere una recensione completa senza anticipare una delle chiavi di lettura del film, forse la più risaputa e anticipata dalle notizie di questi ultimi mesi. Non é un mistero che quel “mother!” comprensivo del punto esclamativo ricomparso anche nel titolo italiano, può essere interpretato come non solo la madre di un bambino ma anche come qualcosa di più ampio.

La madre del film non ha nome, come non hanno nome tutti i personaggi principali. Si parla di “lei” (Jennifer Lawrence), si parla di “lui” (Javier Bardem), intervengono poi “un uomo” (Ed Harris), “una donna” (Michelle Pfeiffer), e una serie di persone anch’esse senza generalità. Non é ovviamente un caso, come non é un caso il collocamento della casa: non si ha indicazione né della nazione, né della città in cui questa casa con forma ottogonale e scale concentriche a chiocciola, si trova.

Left to right: Javier Bardem and Jennifer Lawrence in mother!, from Paramount Pictures and Protozoa Pictures.

Una donna, sanguinante e ferita appare nella prima immagine del film. Vediamo i suoi occhi che riempiono lo schermo, notiamo delle fiamme e poi il film cambia prospettiva, per la prima e unica volta abbiamo la soggettiva di “lui” che ricrea con effetto graduale la casa. Incipit che introduce un film complesso alla prima visione e non adatto a chi si aspetta da Darren Aronofsky un’opera più semplice e maggiormente inserita nell’abitudine dei generi presenti al cinema.

mother!” é un film che si fa apprezzare solo dopo averci pensato. In prima analisi infatti si ha la sensazione di non aver visto granché di nuovo e di stare di fronte a qualcosa di incompiuto, confuso, estremamente raffazzonato, psichedelico, provocatorio e inutilmente violento. Pian piano tutte queste sensazioni che costituiscono il primo impatto vengono riassemblate e ricollocate nella loro funzione pensando e ripensando a tutta l’allegoria presente. Il messaggio ecologista e, soprattutto, di profonda condanna della violenza umana nei confronti del creato, appare lampante veicolato attraverso la creazione di una narrazione che vede diversi riferimenti biblici all’interno di tutto il film.

Non c’é solo Bibbia in questo “mother!” c’é un sommario, forse anche troppo semplicistico che sfora nel banale, di tutta la storia umana capace di combattere  due guerre mondiali, mescolare sullo stesso piano  vita vagamente dissoluta e vita impegnata, poveri e ricchi, fanatici e non, locali e immigrati al confine: in pratica tutto un mondo. Sono diversi i dettagli di questo tipo che é anche interessante scovare per tutta la durata del film.

Due ore intense, dirette magnificamente, interpretate con una buona performance da tutto l’intero cast. Ci sarebbe da scrivere ancora molto di questo film e di tutte le interpretazioni possibili nelle diverse scene ma non é materia di una recensione. “mother!” non é comunque esente da difetti o passaggi meno riusciti, sconta una drammaticità che non viene tenuta per l’intero film, o una vaga allusione, depistante, al genere horror psichico con tutti i cliché e i rumori del caso.

Disturbante come pochi e profondamente legato a un messaggio semplice, ambizioso e complesso da digerire allo stesso tempo ha il pregio e difetto di far discutere. Una volta data la chiave di lettura che più si confa alla visione dello spettatore, forse molti passaggi possono essere considerati banali e semplicistici ma rimangono tremendamente veri tanto da far capire quanto danno l’uomo sta facendo alla sua casa, alla sua madre.

“Perché non fate un figlio così da creare qualcosa insieme?”

Voto: 7,4

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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