Recensione in anteprima – Ennesimo film di stagione per Michael Fassbender che si ritrova nei panni di un nomade britannico poco affidabile. Un film teso e ben costruito ma che raggruppa una serie di situazioni già viste. Al cinema dal 28 giugno.

Da tre generazioni, l’irrequieta famiglia Cutler vive da fuorilegge – caccia lepri, rapina le case signorili e si fa beffe della polizia. La famiglia ha sempre vissuto in questo modo ma, sfidando le aspettative di suo padre, Chad Cutler è alla ricerca di una via d’uscita dalla vita criminale.

Esordio alla regia di lungometraggi per Adam Smith, regista inglese dal precoce talento e che, finora, si è dedicato alla direzione di episodi di rinomate serie tv (“Doctor Who”, “Skins”). Nominato come miglior regista esordiente ai British Indipendent Film Awards 2016, Adam Smith porta la sua pellicola in giro per diversi festival prima di distribuirlo nelle sale cinematografiche di tutto il mondo. Dopo oltre 4 mesi il film arriva al cinema anche in Italia, in un periodo di bassa stagione cinematografica.

Temporalmente “Codice Criminale” è del 2016 e si colloca come precedente ad Assassin’s Creed”, “Alien Covenant” e “Song to song” per il sempre più prolifico Michael Fassbender che, ormai, viaggia alla media di 3-4 film all’anno. L’attore irlandese di origini tedesche cerca di dare il suo meglio anche in questo film. Purtroppo non è adeguatamente sostenuto da una pellicola che dimostra, troppo spesso dei difetti di gioventù, se così possiamo chiamarli.

Una buona regia che si destreggia molto bene anche in sequenze d’azione abbastanza complicate non basta a rendere il film di straordinario interesse. L’ottimo lavoro effettuato approfondendo il legame famigliare tra Chad (Michael Fassbender) e il padre Colby (Brendan Gleeson) non ha eguali per gli altri rapporti che vivono all’interno di una comunità così particolare ed esclusiva. Viene accennato il rapporto tra marito e moglie, tra Chad e il figlio Tyson, ma mai si cerca di approfondirlo in maniera seria. Quando il regista e la sceneggiatura iniziano però a farlo si scade in scene e situazioni troppo prevedibili e costruite per far sensazione e commuovere.

L’intensa e tesa dinamica che si viene a creare tra un Chad stanco e allo stesso tempo elettrizzato da una vita da ladro lasciano poco spazio ad altre realtà di un gruppo che si è autoeliminato dalla vita sociale di un’intera nazione e di un intero mondo. Ne sono un esempio lampante le dichiarazioni e convinzioni di Colby sulla forma della terra (piatta) o sulla necessità (nulla) di frequentare la scuola.

E’ difficile essere diversi da quanto si è stati abituati e istruiti ad essere ma una speranza, per tutti c’è sempre. Un messaggio neanche troppo velato che, ripetuto anche più volte, si fa un po’ stucchevole e mai convincente. La sensazione durante tutta la durata dei 99 minuti del film è quella di una sequenza ben organizzata di situazioni già viste in altri film.

Voto: 5,7

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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