Recensione in anteprima – Terzo lungometraggio del registra australiano Paul Currie che dirige un thriller fantascientifico e sentimentale. Cast internazionale, ambientazione newyorkese per un film riuscito a metà e troppo enfatizzato. Al cinema dal 29 giugno.

Un uomo finisce completamente fuori dai binari quando un’inquietante serie di eventi si ripete ogni giorno esattamente nello stesso modo e termina esattamente alle 2:22. Quando s’innamora di Sarah, una bella donna la cui vita viene minacciata da questi strani eventi, Dylan dovrà risolvere questo mistero per preservare un amore da cui ha finalmente ottenuto una seconda possibilità.

Avvicinandosi il periodo estivo, per l’Italia iniziano ad arrivare in sala anche pellicole di incerte e anche coraggiose produzioni. Alcune volte il risultato finale rappresenta una vera scoperta di un film interessante (Predestination), altre volte, la maggior parte, si tratta di pellicole dimenticabili e con poco appeal molto spesso “rimanenze di magazzino” di produzioni di qualche anno precedente.

Questo “2:22” è un film che verrà rilasciato nelle sale italiane il 29 giugno, e il 30 dello stesso mese anche nelle sale americane con la particolarità di essere disponibile, dalla stessa data anche in VOD, cioè in video on demand sulle piattaforme streaming americane.

Il film del regista australiano Paul Currie si avvale di uno schema che solo apparentemente potrebbe sembrare innovativo. Alla base c’è sempre la storia d’amore che governa tutta la vicenda tanto da essere sottolineata ed enfatizzata da una musica estremamente invadente e che sottolinea oltremodo il momento di particolare tensione soprattutto emotiva. L’inizio del film è molto interessante non solo per la partenza direttamente nel vivo dell’azione ma anche, per il mistero che c’è attorno a quella prima scena e che incuriosisce lo spettatore.

La vita vera, quella di Dylan viene presentata con particolare ritmo e fascino e la pellicola da il meglio di sé proprio nella prima mezzora. Dall’inizio della storia d’amore il ritmo cambia, l’interesse dello spettatore vacilla e la storia si complica inutilmente. La sceneggiatura si barcamena tra battute sentimentali telefonatissime e dialoghi abbastanza imbarazzanti con frasi ad effetto sottolineate da un altrettanto colonna sonora capace di enfatizzare oltremodo le varie scene.

Chiaramente l’intento del film è quello di attirare il pubblico abituato ai “teen movie” strizzando l’occhio anche agli appassionati di thriller e di una fantascienza legata al tempo e alle coincidenze che, qui, sembrano inserite con troppa poco cura e senza omogeneità. In realtà poi il film non può essere nemmeno un teen movie in quanto i due personaggi principali hanno quei 30 anni che già li vede avviati alla vita adulta, creando una liaison con “Io prima di te” abbastanza pericolosa senza ovviamente toccare gli stessi temi.

Australiano il regista come anche la protagonista Teresa Palmer, e Sam Reid, olandese l’attore principale Michiel Huisman, neozelandese Simone Kessell, in pratica il cast risulta internazionale mentre la produzione è statunitense. “2:22” è un film che si lascia vedere ma troppo pieno di quel miele di cui non se ne sente il bisogno in un thriller enigmatico che viene ben presto abbandonato e liquidato con una soluzione improvvisa e senza una spiegazione adeguata.

Si salva poco di questo film, sicuramente la straordinaria bellezza di Teresa Palmer, già vista come partner di Andrew Garfield in “Hacksaw Ridge” e quella storia d’amore e d’enigma che potrà piacere a qualcuno.

Voto: 5,5

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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