Recensione in anteprima (senza spoiler) – Quinto capitolo del fortunato franchise targato Disney e prodotto dal genio di Bruckheimer. Tornano tutti anche Orlando Bloom e Keira Knightley e torna l’avventura del primo film, anche troppo. Non si aggiunge nulla se non qualche spunto per futuri sequel. Al cinema dal 24 Maggio.

Per liberare Will dalla sua maledizione, il figlio Henry ha una sola possibilità: recuperare il Tridente di Poseidone. Per farlo ha bisogno del pirata Jack Sparrow e di Carina Smyth, una astronoma orfana, accusata di stregoneria. Ma per arrivare al Tridente dovranno trovare il modo di sfuggire al terribile capitano Salazar, detto El Matador del Mar, ridotto a un morto vivente in cerca di vendetta.

Non è da tutti riuscire a incassare più di un miliardo di dollari da un sequel giudicato da più parti un passo falso. Disney c’è riuscita con il quarto capitolo della saga, quello orfano dei due divi Orlando Bloom e Keira Knightley. Un quinto capitolo, questo, già nelle idee dei produttori ancora prima che iniziasse la distribuzione del capitolo precedente vede nuovamente, e a fatica il trio di personaggi della trilogia originaria nello stesso film. Chiariamo subito, a scanso di equivoci e senza creare false aspettative, la mossa è più di marketing e di richiamo che altro.

Il film infatti, cerca la stessa operazione di un sequel-finto reboot che è stata usata per il settimo capitolo di Star Wars o, visto in altra produzione, per esempio con Jurassic World. In pratica ritornare all’usato sicuro, alle atmosfere originarie, a governare l’attesa nostalgica del pubblico e a dare in pasto agli spettatori nuovi personaggi che, nelle caratteristiche ricordano molto gli avventurieri originari.

E’ un pieno d’avventura sin dalle prime scene questo “Pirati dei Caraibi: la vendetta di Salazar” e la scena della rapina in banca rimarrà negli annali per fantasia, incongruenza voluta, ironia e coinvolgimento scenografico con movimenti di macchina molto complessi e sofisticati. I due registi norvegesi, al debutto nei blockbuster con budget da 200 milioni di dollari si danno da fare per non annoiare lo spettatore con un ritmo incalzante e frenetico. Ci si diverte ma si ha sempre il retrogusto del già visto soprattutto quando la vicenda si dovrebbe sviluppare con qualche novità o rotte non solcate durante i precedenti capitoli.

Dopo un primo interessantissimo e innovativo capitolo e, tutto sommato un capitolo due e tre coerenti e divertenti, un quarto da dimenticare ci si aspettava molto di più da questo quinto capitolo che sembra più una continuazione della prima trilogia. Il cattivo di turno, Salazar è sì costruito con una storia credibile alle spalle e si allaccia perfettamente con la storia di tutti i film però è poco sfruttato e, avendo a disposizione il premio Oscar Javier Bardem è quasi un delitto.

Il film però indugia nuovamente sulla giggioneria smaccata di Jack Sparrow, funziona ma il personaggio mostra il fianco all’età e alla ripetitività di certi atteggiamenti bambineschi più vicino a un eterno Peter Pan piuttosto che al pirata giocherellone e ironico che abbiamo imparato ad amare. In pratica Jack Sparrow ha fatto il suo tempo e forse, introducendo due nuovi personaggi sulla scia di Turner e Swann anche Disney se n’è accorta, forse tardi, diremmo anche se il box office non le ha dato, finora, torto.

“PIRATES OF THE CARIBBEAN: DEAD MEN TELL NO TALES”..Film Frame..The villainous Captain Salazar (Javier Bardem) pursues Jack Sparrow (Johnny Depp) as he searches for the trident used by Poseidon…©Disney Enterprises, Inc. All Rights Reserved..

Grazie alla computer grafica già utilizzata in maniera magistrale in “Star Wars Rogue One”, Johnny Depp ringiovanisce di una trentina d’anni per impersonare il Jack Sparrow giovane, alle prime armi, su quella che diventerà la sua nave. Un’ottima scena che si dimostra più interessante di tante altre che coinvolgono il pirata.

Altre emozioni e immagini da salvare di questo film riguardano la bellezza disarmante di Carina Smyth, carina di nome e di fatto e interpretata da Kaya Scodelario. La nostalgia latente no, quella è parte di un gioco al massacro che, forse, questa volta non è riuscito come ci si poteva attendere.

Voto: 5,8

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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