Film in tv (pay) – Venerdì 14 Aprile – Sky Cinema Cult ore 21.05Mel Gibson ci racconta la passione di Cristo con immagini cruente, soffermandosi sull’uomo sofferente che percorre il cammino verso il Calvario. Un film pieno di violenza, crudeltà, misticismo, ricordo, simbolismo non perfettamente riuscito. Un’opera che ha fatto parlare di sé prima, durante e dopo la proiezione e costituisce un’opera se non fondamentale, quantomeno diversa e originale nel panorama storico della cinematografia di genere.

Il film racconta le ultime dodici ore della vita di Cristo. Inizia con la preghiera nell’orto dei Getsemani, dove Gesù si è diretto al termine dell’Ultima Cena e dove resiste alle tentazioni di Satana. Tradito da Giuda Iscariota, viene arrestato e portato dinanzi ai capi dei Farisei che lo condannano a morte. Ponzio Pilato, governatore romano della Palestina cui si chiede di deliberare, ascoltati i capi di imputazione, offre al popolo infuriato di scegliere se salvare la sua vita o quella di Barabba, noto criminale. Gesù viene flagellato dai soldati romani e riportato dinanzi a Ponzio Pilato. Poichè il popolo ha scelto di salvare la vita di Barabba, Ponzio Pilato, dopo aver chiesto se non era ancora abbastanza, si lava le mani ad indicare che non vuole essere coinvolto nella scelta. Gesù è costretto ad attraversare Gerusalemme e a salire sul Golgota portando sulle spalle la croce. Giunto in cima al monte gli vengono trafitti mani e piedi con i chiodi e viene drizzata la croce davanti agli occhi straziati della madre Maria e delle pie donne, tra cui Maria Maddalena. Gesù affronta l’ultima tentazione, quella di essere abbandonato dal Padre, poi alle tre del pomeriggio, muore mentre il cielo viene squarciato dai fulmini e si strappa la tenda del tempio di Gerusalemme.

La recensione di un film di questo genere non è mai una recensione facile. Chi mi ha preceduto ha avuto il suo bel da fare per resistere al sentimento, al coinvolgimento, al pregiudizio del credente o del non credente. Guardando il film con occhi distaccati non si può non evidenziare il realismo che pervade le scene di flagellazione e tortura di Gesù, talmente intrise di sangue da bucare lo schermo. Ma il ricercato realismo inseguito dal regista si protrae anche nella scelta di distribuire il film nelle lingue con le quali è stato girato: aramaico antico e latino, lingue dell’epoca, affidando ai sottotitoli il compito di tradurre quanto, poco, si dice.

(Continua)

Di Redazione Ck

Composta da studenti, lavoratori, mamme, semplici "mangiatori" di film, la redazione di Cinematik.it scrive per passione.... passione del cinema e di quanto ci sta attorno

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