Recensione in anteprima – Si appresta ad approdare nelle sale di tutto il mondo questo weekend e da noi arriverà il 23 Marzo “Life – Non oltrepassare il limite”.

In questi ultimi giorni che precedono l’uscita, la curiosità verso il nuovo film di Daniel Espinosa (Child 44″) è cresciuta molto grazie ai nuovi trailer rilasciati, ma grazie anche ad una bizzarra teoria di un attento fan che vedrebbe Life come prequel niente meno che di Venom il simbionte di casa Marvel, la cui trasposizione cinematografica è stata da poco annunciata proprio da Sony, la stessa casa produttrice di Life. Ovviamente sono solo fantasiose congetture che però danno l’idea di che cos’è Life.

E allora che cos’è questo misterioso Life – Non oltrepassare il limite”? Si tratta di un thriller/horror fantascientifico palesemente ispirato, per struttura di base e sceneggiatura, al famoso “Alien” di Ridley Scott. Potremmo definirlo un Alien ambientato ai giorni nostri con un tocco di “Gravity”. Niente più astronavi, l’ambientazione è infatti reale, tutto si svolge a bordo della ISS, la stazione spaziale internazionale. Anche l’influenza della pellicola di Alfonso Cuaron si nota fin dai primi istanti. Le inquadrature degli interni, dove la telecamera sembra fluttuare in assenza di gravità seguendo gli astronauti, sono tecnicamente notevoli ed un chiaro rimando a “Gravity”.

L’equipaggio della ISS si compone di nomi noti e non: al fianco dei più popolari Ryan Reynolds e Jake Gyllenhaal troviamo Rebecca Ferguson (“La Ragazza del treno”), Hiroyuki Sanada (“Wolverine l’immortale”), Ariyon Bakare e Olga Dihovichnaya.


All’inizio tutto sembra nella norma, una semplice storia di un equipaggio in missione per recuperare un modulo di ricerca proveniente da Marte che potrebbe contenere la prima storica prova di una forma di vita extraterrestre. L’entusiasmo contagia gli astronauti che iniziano un’analisi preliminare del campione cellulare. Presto però le cose cambiano, la gioia si trasforma in paura e l’atmosfera si fa subito più intensa. L’organismo è ostile, più intelligente del previsto e capace di evolversi rapidamente. Riuscirà l’equipaggio a sopravvivere a bordo della stazione spaziale in compagnia del nuovo ospite?

Come potete notare la trama è davvero molto simile a quella del già citato Alien. Life condivide quasi tutto con la pellicola di Ridley Scott, l’ambientazione sempre più claustrofobica, la creatura ostile che evolve nel tempo, ed è proprio questo il suo problema principale. La storia inizia bene, poi si perde (complici le scelte sempre sbagliate prese dai personaggi), risulta troppo prevedibile e per tutto il film abbiamo una sensazione di già visto.


Nonostante tutto però il film fa il suo dovere, riesce a tenerci incollati allo schermo per tutte le due ore di durata senza annoiare, è coinvolgente dall’inizio alla fine. L’ansia la fa da padrona ed in questo la pellicola centra perfettamente il suo obiettivo.

“Life – Non oltrepassare il limite” è in definitiva un buon film, consigliato a tutti gli appassionati di fantascienza, ma proprio come suggerisce il sottotitolo, non riesce ad oltrepassare quel suo più grande limite che è Alien. I presupposti per osare di più c’erano tutti, ma è stata un’occasione sprecata.

Voto: 6.8

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