Recensione in anteprima – Vincitore nella categoria miglior film drammatico all’ultima edizione dei Golden Globe e candidato a 8 premi Oscar, Moonlight, il nuovo lavoro del regista Barry Jenkins, sarà nelle sale italiane a partire dal 16 febbraio.

Moonlight racconta l’infanzia, l’adolescenza e la vita adulta di Chiron (interpretato rispettivamente da Alex Hibbert, Ashton Sanders e Trevante Rhodes). Ragazzo di colore cresciuto nei sobborghi difficili di Miami, Chiron cerca faticosamente di trovare il suo posto nel mondo.

Un film intimo e poetico sull’identità, la famiglia, l’amicizia e l’amore.

Otto anni dopo il dramma sentimentale Medicine for Melancholy il regista e sceneggiatore Barry Jenkins torna sul grande schermo con un’altra opera cinematografica dal forte impatto emotivo. Moonlight racconta vent’anni della vita di un ragazzo della Florida meridionale e il suo complesso e difficile percorso verso il raggiungimento della maggiore età.

Quest’ultimo lavoro di Jenkins è un importante dramma che affronta temi importanti quali la razza, la sessualità, la virilità, l’amore e, in termini più ampi, la ricerca di una propria identità.

Attraverso tre capitoli, ad ognuno dei quali corrisponde una fascia temporale precisa della vita del protagonista, lo spettatore impara a conoscere prima Little, poi Chiron ed, infine, Black. Tre nomi diversi per identificare la medesima persona. Little è un bambino fragile, taciturno profondamente insicuro; crescendo Chiron diventa un teenager alle prese con la propria identità sessuale, costantemente preso di mira dai suoi coetanei. Black è un uomo introverso ed inquieto, tiene nascosta la sua personalità temendo che la gente venga a sapere la verità su di lui.

Jenkins racconta la storia di Chiron attraverso pochi e brevi dialoghi e, proprio per questo motivo, troviamo nel film un uso frequente del primo piano. Sono i volti e soprattutto gli occhi a far trapelare emozioni, sentimenti e stati d’animo. Il regista riesce a catturare gli spazi di intimità fra i personaggi e lo spettatore si trova, quasi inaspettatamente, davanti alla parte più profonda e nascosta dell’animo umano. Sebbene Moonlight sia ambientato in un luogo preciso, i temi che vengono proposti sono universali e facilmente adattabili a chiunque si sia mai sentito “diverso” dagli altri.

I personaggi spesso guardano direttamente in camera, come a voler suggerire l’idea che gli spettatori siano lì con loro, in questa difficile realtà cittadina nel sud della Florida. Sembra quasi che gli attori siano lasciati vagare liberamente per le strade e i sobborghi di Miami, una città che il regista ci mostra come una distesa piatta, vasta, sconfinata e piena di colori.

Attraverso una struttura narrativa semplice e pulita Jenkins racconta un delicato percorso di crescita personale. Moonlight è un film raffinato, delicato, toccante ed introspettivo che porta sul grande schermo una storia universale attraverso la parabola personale e catartica di un giovane uomo.

Voto: 8

Di Silvia

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