Lion - La strada verso casa

Recensione – Il piccolo Saroo sale involontariamente su un treno che lo porta a Calcutta, molto lontano dalla sua famiglia. Lì finisce per essere adottato da una famiglia australiana. Una volta diventato adulto, Saroo cerca di ritrovare il suo villaggio natio grazie a Google Earth…

Per completare le recensioni sui film candidati a miglior film nell’edizione degli Academy Awards 2017 ci avvaliamo della recensione di Francesco Binini, redattore di Cinefile.biz, che ringraziamo per l’amichevole concessione.

Lion – La strada verso casa è un biopic diviso in due: la prima parte è dedicata all’infanzia di Saroo, mentre la seconda alla sua vita da adulto e alla ricerca della sua casa. La prima parte è davvero notevole: Garth Davis gira in modo piuttosto convenzionale ma riesce a coinvolgere lo spettatore nel racconto. Descrive un’India estremamente povera attraverso lo sguardo di un bambino, raccontando la vicenda in modo misurato, con poche parole ma con immagini ricche, dense e piene di significato. Poi Saroo cresce e si accumulano tutti i problemi. Finalmente c’è la possibilità di far parlare i personaggi, esplorare le loro motivazioni e i loro sentimenti; invece, il regista inquadra per lunghissimi minuti Dev Patel che guarda nel vuoto, disperato. I temi si affastellano senza che nemmeno uno sia risolto; la stessa ricerca della casa, che dovrebbe essere il centro di questa seconda parte, è trattata quasi come un’ossessione e a tratti passa in secondo piano, venendo anche risolta in modo semplicistico.

Pur essendo un film dai temi fortissimi – la ricerca delle proprie radici, l’adozione, il rapporto con la propria famiglia – Lion si riduce a una pellicola su un bambino che per caso si è trovato lontano da casa, e sulla fredda ricerca della casa dove è nato. Spesso si criticano i film per essersi presi troppe libertà, per aver “romanzato” le vicende. Nel caso di Lion il problema è proprio il contrario: il non aver saputo, o voluto, rendere più cinematografica la vicenda con l’inserto di dialoghi chiarificatori, spiegazioni di sentimenti e sensazioni che avrebbero reso il tutto più omogeneo e appassionante. Oltretutto, da un paio di dialoghi, si capisce che sotto alla ricerca di Saroo c’è tanto e sulla scelta di Sue (Nicole Kidman) ci sarebbe molto da dire, ma nulla viene approfondito.

Nonostante tutto, però, Lion non può non emozionare, per l’argomento intrinseco del film. Qualunque genitore si commuove davanti alla disperazione di un bambino che non trova più la sua mamma, e qualunque essere umano resta con il fiato sospeso davanti alle mappe dell’India con tutte le stazioni ferroviarie evidenziate nella disperata ricerca di “casa”. E si rimane anche sorpresi dalle numerose nomination ai premi Oscar, anche se va detto che sia Patel sia Kidman offrono prove davvero convincenti.

Di Redazione Ck

Composta da studenti, lavoratori, mamme, semplici "mangiatori" di film, la redazione di Cinematik.it scrive per passione.... passione del cinema e di quanto ci sta attorno

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