Recensione – Il 21 luglio sarà nelle sale il tredicesimo film della saga di Star Trek. Sarà il terzo film che continua la serie inaugurata dal reboot del 2009 targato JJ Abrams. In attesa di “Star Trek Beyond”, orfano alla regia di JJ proponiamo un Road to…. con le recensioni periodiche dei precedenti capitoli. E’ la volta dell’ottavo film ante reboot. Il secondo con il nuovo equipaggio.

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Dopo aver fallito nel loro primo tentativo di assimilare l’umanità, i Borg ci riprovano. Viaggiano indietro nel tempo, nel periodo di Zefram Cochrane, l’umano inventore del motore a curvatura, con l’obiettivo di impedire all’umanità di effettuare il primo volo a curvatura, l’evento che condusse direttamente allo sviluppo tecnologico ad un livello in grado di resistergli. Il capitano Picard e il suo equipaggio, della nuova USS-Enterprise-E, devono seguirli indietro nel tempo, assicurandosi che ciò non accada.

1996, a soli due anni di distanza dal film che ha lanciato sul grande schermo l’equipaggio della “Next Generation” approda nelle sale questo nuovo film creato prendendo argomenti trattati nella serie e ampliati in modo divertente, interessante e con ottimo ritmo.

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“Primo Contatto” può essere ricordato come il film più cupo e dark di Star Trek, sfocia anche nell’horror per i dettagli in primo piano di impianti Borg sottocutanei, lame rotanti minacciosamente indirizzate verso corpi umani e diverso sangue sparso tra le fila amiche e nemiche.

Un grande rischio quello che la Paramount si assume nel produrre un film fortemente legato agli eventi della serie e che vede coinvolti i protagonisti già dai primi minuti senza preamboli e senza nessuna spiegazione per i quelli che fan non sono. Un altro grosso rischio è rappresentato dall’esordio alla regia in un lungometraggio cinematografico di Jonathan Frakes, quel “numero uno” a cui il capitano Picard si affida.

Frakes si è “fatto le ossa” dirigendo svariati episodi di “Star Trek Next Generation”, “Deep Space Nine” e “Star Trek Voyager” e fa il grande salto verso il grande schermo in maniera convincente. Abbandona la direzione da serie tv e ripercorre le ottime regie dei due capitoli diretti da Leonard Nimoy. Ritmo e azione da pieni anni novanta con slanci anche virtuosi senza strafare, l’inizio, come detto è folgorante. Frakes, anche grazie a questo film verrà soprannominato “Mr Two-Takes” cioè “Due riprese” per la velocità con le poche ripetizioni.

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Se l’equipaggio della serie originale si doveva confrontare spesso con Klingon e Romulani, gli acerrimi nemici dell’equipaggio della nuova serie se la devono vedere con i terribili Borg, alieni incontrati già a cavallo tra terza e quarta stagione nel doppio episodio, forse il migliore della serie, del rapimento del capitano Picard proprio ad opera di questi alieni metà umani e metà robotici.

“La resistenza è futile” questo il motto dei Borg e il viaggio nel tempo per assimilare la terra nel passato ricorda molto quel viaggio di Kirk e soci del quarto film “Star Trek Rotta verso la terra”. Un viaggio meglio imbastito e spiegato, più scenografico e credibile.

Una sceneggiatura, quella firmata da Brannon Braga e da Ronald D.Moore, che non perde mai il filo del discorso, non annoia mai e, nonostante le situazioni cupe lascia anche molte speranze e spunti per un futuro migliore.

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PICARD: L’economia del futuro è piuttosto diversa. Vedi, il denaro non esiste nel Ventiquattresimo secolo.
LILY: Niente soldi? Vuoi dire che non ti pagano?
PICARD: L’acquisizione della ricchezza non è più la forza motrice delle nostre vite. Noi lavoriamo per migliorare noi stessi e il resto dell’umanità.

Figura centrale, ancora una volta è il capitano Picard, la sua vendetta alla “Achab” è ben costruita, affonda le sue radici nel passato recente e nell’esperienza personale ed è fintamente camuffata da una più alta volontà di fermare i Borg e salvare l’umanità intera.

Ottimo il rapporto tra Lilly e Picard come divertenti sono le scene che vedono protagonisti Deanna Troi,William Riker, Geordi LaForge e Zefram Cochrane (un immenso e divertito James Cromwell). Molto interessanti i duetti tra Data e la Regina Borg (una malefica e affascinante Alice Krige) che indagano in maniera più approfondita l’artificialità e l’umanità a confronto in due esseri che non sono più (o non lo sono mai stati) umani.

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DATA: Mi ha portato più vicino all’umanità di quanto non ritenessi possibile. Per qualche tempo, sono stato tentato dalla sua offerta.
PICARD: Per quanto tempo?
DATA: Zero virgola sei otto secondi, signore. Per un androide, è quasi un’eternità.

Effetti speciali moderni e ben realizzati si aggiungono a una bella colonna sonora, che, fin dai titoli di testa, dimostra l’eccellente lavoro fatto da Jerry Goldsmith che ritorna in Star Trek dopo qualche film d’assenza.

Una scommessa vinta dalla Paramount anche al botteghino e che fa diventare “Star Trek Primo Contatto” uno dei migliori film della serie e uno dei migliori film di fantascienza in generale. Bellissima la nuova Enterprise E

Voto: 8

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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