Recensione in anteprima – Disney porta al cinema il remake di “Elliot, il drago invisibile” del 1977 in live-action con un drago estremamente vero e amabile dai più piccoli. Uno schema classico per un film di pura immaginazione e che si concentra sugli affetti famigliari. In sala in Italia dal 10 agosto.

il drago invisibile

Alla morte dei genitori il piccolo Pete viene “adottato” da un enorme drago verde, che il bambino chiama Elliott in omaggio al cagnolino protagonista del suo libro di fiabe preferito. Da quel momento Pete ed Elliott si aggireranno insieme per le foreste del nordovest americano, nascondendosi agli occhi degli abitanti di una comunità di boscaioli grazie alla capacità di rendersi invisibili, che nel caso di Elliott non è solo metaforica. Ma la guardia forestale Grace, orfana di madre e figlia di un intagliatore che da decenni racconta ai bimbi del paese il suo incontro con un drago volante, si accorgerà di Pete e cercherà di portarlo verso la (cosiddetta) civiltà anche grazie all’intermediazione di Natalie, figlia dell’uomo che Grace non si decide a sposare.

“Elliot il drago invisibile” il film del 1977 rimane nell’immaginario collettivo per la tecnica mista utilizzata e per l’incredibile fantasia rappresentata dai caratteri dei personaggi, totalmente sopra le righe e per un drago colorato e divertente. Un film per famiglie ricco anche di canzoni che, la Disney ripropone dopo quasi 40 anni.

Oakes Fegley is Pete and Oona Laurence is Natalie in Disney's PETE'S DRAGON, the story of a boy named Pete and his best friend Elliot, who just happens to be a dragon.

Il mondo è cambiato molto e le favole alla “Elliot” diventano difficili da raccontare. Bisogna accettare l’avventura, la fantasia che il film racconta senza soffermarsi su evidenti illogicità narrative. “Il drago invisibile” è la storia che tutti si aspettano di vedere raccontata in chiave più semplice, diretta, e legata ad un microcosmo e una vicenda più famigliare.

E’ la famiglia il chiaro soggetto del film, una famiglia allargata, moderna, complessa ma al tempo stesso capace di fornire calore. Catapultati in un’atmosfera anni 70-80 dal regista David Lowery, il film ripercorre, con tutti i pregi e i difetti i classici canoni espressivi di un film Disney. La storia, presentata con un piccolo e doveroso preambolo scorre via veloce e su binari già collaudati.

La sceneggiatura, meno complessa del film del 1977, punta moltissimo sul rapporto tra Pete ed Elliot, e sui rapporti che Pete avrà una volta fuori dal bosco. Un continuo e forse troppo marcato soffermarsi sui sentimenti in gioco, sugli abbandoni, sulle lacrime e i sorrisi, sulle mancanze. Aiuta a tratti la colonna sonora che, purtroppo, in alcuni punti sembra enfatizzare e sottolineare troppo la situazione.

Il drago invisibile 3

Elliot, il drago, è così reale che non servono gli occhialini per un 3D totalmente inutile e che nulla aggiunge alle comunque belle e panoramiche immagini. Immagini che ci riportano a una natura selvaggia ma sempre costantemente minacciata dall’opera dell’uomo. Immagini che ricordano fin troppo uno degli ultimissimi film sempre della Disney: “Il libro della giungla” anche per la presenza del bambino Pete (un bravissimo Oakes Feagley), qui novello Mowgli con il suo comportamento animale e abituato ad arrampicarsi sugli alberi.

Magnifico il drago Elliot, spaventoso quanto basta, nuovo idolo, lo immaginiamo, dei più piccoli. La sua faccia ricorda vagamente Falkor de “La storia infinita”. Più visibile di quanto possa dire il titolo, strizza l’occhio ai film fantasy e instaura un rapporto con Pete profondo e paternalista.

Il cast, di grande rilievo è incanalato nei classici personaggi di una favola Disney, il raccontastorie (il nonno in questo caso, un granitico Robert Redford), il buon padre di famiglia (Wes Bentley), l’antagonista (uno smarrito Karl Urban) e l’ “aspirante madre”, una bellissima Bryce Dallas Howard che passa dai dinosauri al drago con la stessa efficacia (tacchi a spillo a parte).

il drago invisibile 2

In fin dei conti “Il drago invisibile” è un film che si può vedere consci di essere davanti a un film Disney in tutto e per tutto. Non annoia quasi mai, non è ricco di originalità o fantasia ma è pieno di immaginazione, favola e qualche lacrima (un po’ forzatamente cercata) qua e là.

Voto: 6,4

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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