Recensione – Il 21 luglio sarà nelle sale il tredicesimo film della saga di Star Trek. Sarà il terzo film che continua la serie inaugurata dal reboot del 2009 targato JJ Abrams. In attesa di “Star Trek Beyond”, orfano alla regia di JJ proponiamo un Road to…. con le recensioni periodiche dei precedenti capitoli. E’ la volta del quarto film ante reboot.

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Lasciato Vulcano, dove il redivivo Spock ha completato la sua rieducazione, Kirk e compagni si dirigono verso la Terra, dove li attende un inevitabile processo per il furto dell’Enterprise, poi perduta su Genesis nella lotta contro i Klingon. Ma un drammatico messaggio del Presidente della Federazione esorta tutti a non avvicinarsi, perchè una sconosciuta nave aliena dalla quale parte un monotono ed incomprensibile messaggio ha privato di ogni energia il pianeta, gettandolo nel caos. Quando Spock realizza che la trasmissione è diretta verso gli oceani, e cerca una risposta dalle balene megattere, ormai estinte, non resta che un rapido viaggio a ritroso nel tempo in cerca di una coppia di cetacei per ripopolare la specie e salvare la Terra. La San Francisco di fine XX secolo rappresenterà una tragicomica sfida per i nostri eroi che, divisi in tre squadre votate alla contemporanea ricerca delle balene, della tecnologia necessaria a costruire il gigantesco acquario dove ospitarle, e di carburante atomico per l’astronave che dovrà ricondurli a casa, si avventureranno in quella “terra incognita”, per loro aliena quasi quanto i mondi più lontani.

Quarto film cinematografico della serie Star Trek ma, se guardiamo alla storia si tratta dell’ultimo di una trilogia interna riguardante le vicende di Spock iniziate nel finale del secondo capitolo “L’ira di Khan”. I tre capitoli sembrano non avere soluzioni di continuità riguardo alle conseguenze del Genesis e delle vicende personali dei personaggi principali.

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Si tratta del primo capitolo senza la nave stellare Enterprise e questo è anche dovuto all’impronta totalmente differente che il capitolo presenta. La divagazione ai giorni nostri di tutto l’equipaggio permette alla produzione di risparmiare molto budget riguardo agli effetti speciali e caratterizzare in totale stile anni 80 tutta l’intera vicenda.

Budget ridotto, scelta alla regia nuovamente interna e affidata a Leonard Nimoy, toni da commedia, con gag di supporto che, sebben molto spesso banali, rendono bene il disorientamento dei nostri eroi che si trovano a fare i conti con le abitudini e gli stili di vita del ventesimo secolo.

Anche se il messaggio del film, nel finale, vuole essere profondamente ambientalista, il risultato non è così ben organizzato e giustificato come si vorrebbe. Da molte parti si vedono gli scricchioli di una trama semplice ma che fa acqua un po’ da tutte le parti a iniziare dal semplicistico modo con il quale si torna indietro nel tempo, sistema ripreso da un’episodio della serie classica.

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“Star Trek IV: Rotta verso la terra” sembra tanto una “scusa” per creare qualcosa di diverso e rilanciare un franchise che aveva mostrato qualche rallentamento dopo il terzo film. Rilancio che avverrà di li a poco grazie alla nuova serie tv “Star Trek Next Generation” che accelererà il passaggio di testimone tra le due generazioni che si concretizzerà il decennio successivo.

Lo specifico messaggio ambientalista è dovuto in parte a Nimoy e Shatner che, in quel periodo, erano membri di un’associazione per la salvaguardia delle balene. Si dice inoltre che la scena nella quale Uhura e Checov chiedono indicazioni ai passanti sia in realtà una candid camera ben congegnata ovviamente all’insaputa dei passanti stessi che son così diventati parte del film stesso.

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Nonostante questo sia il quarto capitolo e la cultura Trek fosse nel pieno della propria diffusione in Italia, si notano imperdonabili errori di traduzioni e di pronuncia nella versione doppiata. Dal phaser all’improbabile fasatore, dal teletrasporto trasformato erroneamente in raggio traente, ecc… per finire con la pronuncia “Spak” invece di Spock.

Si tratta quindi di un film diverso dalla fantascienza alla quale Star Trek ha abituato. Abbastanza divertente in alcuni parti e certamente con una sceneggiatura non all’altezza dei migliori film della serie. Regia ed effetti speciali limitati causa budget ridotto che ricorre anche a uno dei primi product placement della serie: Apple infatti ha fornito un suo computer gratuitamente dopo la richiesta di una fornitura a pagamento da parte della Commodore.

Voto: 6,2

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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