Recensione – Il regista Lenny Abrahamson porta sul grande schermo l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo della scrittrice irlandese Emma Donoghue. Il risultato è un film estremamente toccante, drammatico e dal forte impatto emotivo al quale è impossibile rimanere indifferenti.

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Room racconta la storia di Jack (Jacob Tremblay), un brioso ed intelligente bambino di cinque anni, che vive insieme alla madre, Joy “Ma” Newsome (Brie Larson), in una piccolissima stanza. Sette anni prima, infatti, Ma è stata sequestrata da un uomo, Old Nick, e da allora non è mai riuscita a scappare da quell’angusto luogo in cui è tenuta segregata. Ma si prende cura di Jack: giocano insieme, gli racconta favole e si impegna affinché egli possa crescere felice e al sicuro. Jack è un bambino sveglio e come la sua curiosità circa la loro situazione cresce, così Ma capisce di dovergli dire la verità. Essi metteranno in atto un piano, assai rischioso, che permetterà loro di trovarsi faccia a faccia con quello che potrebbe rivelarsi essere una cosa ancora più spaventosa: il mondo reale.

Room colpisce lo spettatore, fin dalle prime immagini, scegliendo il punto di vista di Jack. Egli ha sempre vissuto in quell’angusta stanza, il suo mondo è lì, racchiuso in quelle quattro mura strette e buie. La sua costrizione è forzata e la madre ha creato questa realtà alternativa per nascondergli la terribile verità della segregazione: in questo piccolo mondo fittizio Jack si sente al sicuro. Ben presto la sua curiosità lo porta a fare domande a Ma e, poco alla volta, scopre che esiste una realtà che lui credeva essere solamente un’illusione.

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Il film si divide in due parti. La prima è interamente ambientata nella stanza, dove a dominare sono gli spazi chiusi e cupi. La seconda parte, invece, è scandita da un senso di libertà e dalla “banalità” della normale vita quotidiana che, se Ma aveva ormai dimenticato cosa fosse, Jack non l’aveva mai vissuta e neppure immaginata.

Le splendide ed emozionanti interpretazioni di Brie Larson, decretata miglior attrice protagonista agli ultimi Oscar, e di Jacob Tremblay alzano notevolmente il livello emozionale del film. Ciò che colpisce maggiormente è l’apparente naturalezza con la quale Jacob, giovane attore di appena nove anni, riesce in una performance così commovente ed empatica. È totalmente calato in questo difficilissimo ruolo che quasi ci dimentichiamo che stia solo recitando una parte.

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Room mostra quel profondo legame che è l’amore fra madre e figlio, è una storia di rinascita e di libertà, una storia forte, emozionante e che arriva dritta al cuore.

Si potrebbero spendere molte più parole su un film del genere ma, così facendo, si priverebbe lo spettatore di gran parte di quello che quest’opera è in grado di trasmettere.

Voto: 8,5

Di Silvia

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