Recensione – Nuova commedia diretta da Vincenzo Salemme con un chiaro aggancio alle commedie teatrali. Un film che funziona grazie ad alcuni suoi interpreti e qualche trovata ma soffre di una certa verbosità e staticità che alla fine stanca.

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Vincenzo e Paolo sono stati lasciati dalle rispettive compagne, Sara e Federica, e sono a pezzi. Si incontrano per caso, riconoscendo l’uno nell’altro lo stesso scoramento, e decidono di farla pagare alle due ex: Vincenzo farà innamorare di sé Federica, e Paolo farà lo stesso con Sara, dopodiché i due procederanno in sincrono ad abbandonare le rispettive conquiste, spezzando loro il cuore. Ma non tutto fila come dovrebbe, anche perché si mette di mezzo Alberto, un attore squattrinato che accetta di interpretare il ruolo dell’autista di Vincenzo e poi non si accontenta della parte da subalterno.

Dopo “E…fuori nevica” portato al cinema nel 2014, Salemme ci riprova con una sua nuova sceneggiatura che vede il buio della sala in questo inizio di 2016. Una commedia degli equivoci (orchestrati) che ricorda, per atmosfere, la precedente. Se, infatti, “Se mi lasci non vale” fosse uno spettacolo teatrale sarebbe un’opera quasi perfetta. Scene abbastanza statiche, utilizzo di dialoghi ben orchestrati e incalzanti, ricerca degli attori in parte e ben affiatati. Purtroppo “Se mi lasci non vale” è un film.

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Un film discreto in alcuni punti, sufficiente in altri, un po’ scarno, ripetitivo e lento in altri ancora. La sceneggiatura pensata per il cinema ma più adatta al teatro si fa sentire ed è divertente grazie alle interpretazioni degli attori. Tutti in parte e calati nei panni dei loro personaggi. Allo stesso tempo Salemme critica proprio quel mondo. Il mondo della recitazione. Lo fa in modo ironico e sottile, affida soprattutto alla bocca di Carlo Buccirosso e alle sue espressioni qualche principale difetto di quel mondo che conosce bene.

Lui, Carlo Buccirosso rappresenta la maggior carica comica e l’arma in più quando entra in scena. Una spanna sopra tutti, vive il suo personaggio proprio come fosse a teatro, è attore in un film che fa la parte di un attore ingaggiato per fare un personaggio incastrato nella vicenda-vendetta orchestrata da Vincenzo (Salemme).

Si salvano queste cose del film, che sinceramente non sono poco ma non fanno arrivare il film a una sufficienza piena. Ancorato al bell’affresco teatrale non vira mai a ritmi da commedia cinematografica e la prevedibilità con la quale si dipana la vicenda aggrava la situazione facendo sembrare più lungo un film che non lo è eccessivamente.

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A teatro, l’interazione tra pubblico (che ride o almeno sorride) e attori in scena è fondamentale e questo film sembra cerchi sempre questo feedback che ovviamente non può arrivare e non può essere comunque sentito dagli attori. Questo difetto fa sembrare i dialoghi più ingarbugliati di quanto in realtà sono e alla fine si fatica a rimanere attenti.

Una commedia che si lascia vedere ma che purtroppo poteva essere gestita meglio e con un taglio più cinematografico.

Voto: 5,4

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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