Recensione in anteprima – Torino 33 (2015) – Igor Drljaca cerca di fotografare la realtà di oggi con gli occhi di un sopravvissuto alla guerra nella ex Jugoslavia. Il tentativo riesce solo in parte perdendosi nell’illusione di cercare qualcosa di originale che non c’è.

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Scappato dalla ex-Jugoslavia negli anni ‘90 Jasmin vive ora in Canada dove fa il manovale ma non smette di cercare di tornare alla professione che esercitava in patria: l’attore. Dall’essere un performer di successo è passato a parti piccole e lunghi provini inconcludenti. Anche la sua vita non pare essere migliore. Quando però gli capita l’occasione di recitare in un film ambientato proprio in Jugoslavia negli anni della guerra qualcosa sembra scattare dentro di lui.

Partendo dalla sinossi il film dovrebbe promettere tanto a livello sia di storia che, di spunto per uno sviluppo delle vicende interessante. Questo è vero in parte. E’ molto buona la prima parte dove il protagonista Jasmin, interpretato da Jasmin Geljo si barcamena tra i diversi provini e la gag sulla lingua croata è uno dei punti divertenti del film. Però il film si scioglie con il passare dei minuti. Soffre di ripetizioni sempre più incentrate sul protagonista e sulla sua voglia di riprendere quella vita che faceva un tempo, prima che la guerra cambiasse tutto.

Se, da una parte abbiamo Jasmin che soffre di questa nostalgia, dall’altra abbiamo tutta una famiglia che ormai si è adattata alla vita canadese e questo viene presentato bene dal film ma non viene oltremodo sviluppato. Anzi il film si incarta in silenzi e scene al limite tra realtà e finzione scenica che poco si agganciano tra loro e che creano nello spettatore una sorata di smarrimento.

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Nonostante la presenza del pur bravo attore Jasmin Geljo che nella realtà ha vissuto esattamente la stessa situazione del protagonista il film non decolla praticamente mai lasciando lo spettatore ad un finale poco comprensibile e forzatamente ad effetto, non riuscito.

Voto: 5,2

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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