Recensione in anteprima – Torino 33 (2015) – Storia di un’emigrante irlandese negli Stati Uniti degli anni ’50. Una storia come tante a quel tempo e nella sua semplicità il film presenta una straordinaria interpretazione di Saoirse Ronan che attraversa gli spazi infiniti della nostalgia e della mancanza della terra di origine. Da marzo 2016 nei cinema italiani

Brooklyn

Eilis sta per partire per l’America, in Irlanda sembra non avere un futuro e la famiglia, aiutata dal prete, la spedisce nel nuovo mondo in nave. Sono gli anni ’50. A New York si ambienta a fatica e combatte con un’insopprimibile nostalgia fino a che non conosce un ragazzo italoamericano. Quando la morte dell’unica sorella, rimasta in patria a badare alla madre, la costringerà a ritornare brevemente a casa si accorgerà di quanto di sè ha lasciato in quei luoghi e di quanto il fascino di una vita lì, in quel mondo che ora le sembra lontano da quello moderno ma poco elegante e poco composto dell’America, sia ancora forte in lei.

Metti un’attrice di origine irlandese come la talentuosa Saoirse Ronan, metti una sceneggiatura che le dedica tutte le scene dall’inizio del film alla fine, metti una vicenda che è totalmente focalizzata su una spaccato di vita specifica di questa giovane ventenne, metti soprattutto questo e altro e “Brooklyn” è sintesi di una storia che fa parte di un più grande fenomeno degli anni ’50 vissuto negli Stati Uniti e cioè l’immigrazione.

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La fotografia del film, sublime, immortala con grande maestria un’affascinante Saoirse Ronan nei colori caldi di un’Irlanda di paese, nelle attraversate oceaniche, nei colori un po’ più freddi di una New York estremamente operosa e votata al rilancio con le sue mille prospettive di lavoro soprattutto quello più umile destinato agli immigrati.

Saoirse Ronan è la luce dell’intero film, la sua interpretazione è seriamente in lizza per una nomination agli Oscar. La prestazione della ventunenne già nominata agli Oscar  a 14 anni come miglior attrice non protagonista per “Espiazione” eleva, da sola un film che altrimenti sarebbe solo discreto. La vicenda narrata infatti non è originalissima e qualche volta lascia spazio a momenti fin troppo lenti e ordinari. Si tratta però di vedere il film secondo l’ottica di una doppia storia d’amore, quella per gli affetti lasciati in Irlanda e quella per gli affetti trovati negli Stati Uniti. La regia di John Crowley concentra la sua attenzione sulle emozioni e le vicissitudini della protagonista senza costruire delle riprese ad effetto ma semplicemente narrando lo scorrere della storia esaltandone il lato umano ed emotivo.

Emory Cohen as "Tony" and Saoirse Ronan as "Eilis" in BROOKLYN. Photo courtesy of Fox Searchlight Pictures. © 2015 Twentieth Century Fox Film Corporation All Rights Reserved
Emory Cohen as “Tony” and Saoirse Ronan as “Eilis” in BROOKLYN. Photo courtesy of Fox Searchlight Pictures. © 2015 Twentieth Century Fox Film Corporation All Rights Reserved

In un’epoca, la nostra, nella quale possiamo tramite web parlare con un amico dall’altra parte del mondo in maniera semplice e immediata, sembra difficile pensare che poco più di 60 anni fa questa pratica non esisteva proprio.Ben fa il film a sottolineare anche questo aspetto del silenzio tra una lettera e un’altra, la corrispondenza epistolare infatti era il principale mezzo di comunicazione dell’epoca e trovarsi a migliaia di chilometri di distanza non era così agevole e frequente avere notizie dei propri famigliari come lo è oggi.

Il film tratta anche l’immigrazione, la condizione di irlandesi e italiani sbarcati in quelle terre per poter avere l’opportunità di lavorare e crearsi un futuro. Il classico sogno americano declinato anche in questo film senza eccessiva enfasi ma con un po’ troppa generosità e semplicità.

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Vincitore di diversi premi in diversi festival, con un’alta media di consensi su Rotten Tomatoes soprattutto per l’interpretazione di Saoirse Ronan, “Brooklyn” è il classico film che si lascia vedere, emoziona ma non esalta. A Torino la sala era piena in ogni ordine di posto ed era già la seconda proiezione, il pubblico si è emozionato e divertito nei non rari momenti divertenti del film.

Voto: 7,7

Fom per chi? Giovani e adulti

Fom perché? Per uno sguardo su un’epoca di immigrazione negli Usa attraverso gli occhi dei migranti irlandesi (e italiani)

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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