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Il reparto numero 6

Produttore: Experia Film

Genere: Documentario

Regista: Richard Shepard

Cast: Stellan Skarsgard, David Thewlis , Jamey Sheridan, Charlie Cox, Toby Jones, Willem Dafoe, Kathy Baker, Danny de Vito, Anupam Kher, Simon Pegg, Leland Orser, Dylan Baker , Ned Bellamy , Derek Jacobi

Trama: Russia, 1895. Andrej Efimyic è il direttore di un ospedale di provincia che si trova in condizioni pietose. Il reparto numero 6, destinato alla psichiatria, è quello più malandato. Invece di battersi per cercare di risanare un edificio così importante, sceglie la via dell’ignavia e confina la sua vita nei libri di filosofia e nella ricerca di una persona intelligente con cui chiacchierare. Ma una chiacchierata con un uomo, diversa dalle solite, gli farà risvegliare qualcosa nella sua mente, qualcosa che prima dormiva…

Link al film.

Che il neo produttore Roberto, alias Mr. Experio della Experia Films, non fosse un patito dei blockbuster e del cinema Mainstream, lo abbiamo capito subito dalla conferenza stampa. Devo dire che le premesse per un nuovo produttore interessante c’erano tutte anche per andare a far compagnia a pezzi storici che hanno fatto delle loro produzioni un marchio di fabbrica, anche tenedosi distanti da quei film.

Parto subito dicendo che se dovessi fare un parallelo con un film reale che ho visto, questo “reparto numero 6” lo accostarei all’Amleto del 1996 firmato da Kenneth Branagh. Infatti ambo i film sono tratti da due atori notevoli ed entrambi sfruttano un cast internazionale, anche se forse il film reale aveva molte più star che non quello in oggetto di recensione.
Partiamo dal fatto che essendo un esordio è molto buono per impaginazione, la storia narrata e la scenaggiatura. Completato dalle foto degli attori al loro entrare in scena e al corridoio dell’ospedale. Avendo però messo una foto scenica ne poteva essere aggiunta qualche altra in più su altre location (ma si tratta di una cosa veniale da puntigliosi).
Lo script è scritto correttamente senza errori grammaticali o di battitura (almeno io non li ho visti). Così come i dialoghi scorrono bene. Certo è che non si tratta di un film molto movimentato. I momenti più concitati sono quelli che si svolgono fuori dalla madre patria con Sergej e Michail. Un film in alcuni tratti, ma che non risulta mai noioso.

Una cosa che non mi è piaciuta è il descrivere un qualcosa che se fosse un film non si capirebbe e invece tu l’hai scritto. Per esempio: proprio sopra la foto di Anupam Kher scrivi: “E’ chiaro che non gli passa assolutamente nulla per la testa.”. stai scrivendo una cosa che nel film è un pensiero che può essere dello spettatore. Oppure scena 14 “Al suo fianco c’è una signora che si presuma sia la madre del bimbo,[…]”. Anche qui non serve dirlo perchè in un film lo immagineresti ma non ne avresti la certezza, salvo che lei non gli dica qualcosa tipo: Figlio mio o amore mio.
E’ un concetto non facile da spiegare ma spero di essermi fatto capire.
O ancora in scena 29: (lo guarda e gli sorride appena. Il medico ha ragione) che mese siamo? Febbraio?”. In questo caso è l’aggiunta della frase il medico ha ragione.

Venendo al cast è inutile dire che Skarsgard è l’interprete principale insieme a Thewlis (Ivan Dmitric). Entrambi mettono anima e corpo nei loro ruoli. Così come è memorabile in qualità di non protagonista Jamey Sheridan nel ruolo di Michail, Una prestazione notevole ed estroversa in un film molto grigio e triste.
Danny De Vito è una comparsa di lusso che qualcuno potrebbe criticare, ma per me ci sta. Semmai un attore sfruttato poco è Simon Pegg che essendo in ascesa, qui fa un po pochino. Dafoe bravo come sempre.
A livello di dialoghi sono ben fatti e i personaggi principali hanno tutti uno spessore, certo è che oltre i citati sopra gli altri sono veramente a contorno.
Buono a mio avviso l’aver saputo sfronzolare il racconto che anche se era di 56 pagine è stato un po sfoltito.

Ovviamente sul sito e sulla locandina non mi pronuncio avendole realizzate.
Sulla colonna sonora invece mi soffermo perchè devo dire che 4 brani per una colonna sonora di un film seppur breve non sono tanti; a maggior ragione se uno di questi quattro brani (Waltz No. 2), viene ripetuto più volte durante il film.
Alcuni lo sanno che sono un tipo che non ama un brano ripetuto due volte nello stesso film, se non c’è una ragione vera e propria, tipo un leit motiv che si ripete con variazioni, che sicuramente su CK è difficile da realizzare. In ogni modo nel caso specifico il brano è quello dei titoli di testa e di coda ed è quello che accompagna gli stati d’animo di Andrej. Può anche andar bene legare uno stato d’animo al commento musicale, ma ci si poteva sforzare di trovare altri brani.

Concludendo: Comunque come detto in alto si tratta di un buon esordio con una storia interessante e non la solita storia vista e rivista. Un ottima occasione per un film d’epoca con un buon cast ed una regia accorta e non invasiva. Ben pochi voli pindarici o inquadrature molto particolari, ma ben amalgamata con la storia.
Da segnalare un finale nerissimo che da ancora più forza alla riuscita della storia. Voto complessivo: 73/100 (Tomcat)

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