Recensione in anteprima – Owen Wilson, Lake Bell e Pierce Brosnan sono protagonisti di questo action movie angosciante e adrenalinico con qualche allusione alla politica macroeconomica mondiale. Film riuscito a metà con qualche difetto e diversi pregi. In uscita il 10 settembre.

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Owen Wilson interpreta Jack Dwyer, un imprenditore statunitense trasferitosi per lavoro nel sud est asiatico insieme alla moglie Annie e alle due figlie. Ma pochi giorni dopo il loro arrivo, il Paese viene sconvolto da una rivolta armata che mira a sovvertire il governo ufficiale. Ne seguirà una caccia allo straniero che costringerà Jack e la sua famiglia a cercare disperatamente una via di fuga, affrontando mille pericoli in un territorio sconosciuto e ostile.

John Eric Dowdle, il regista semisconosciuto del film proviene dal genere horror e questa specifica iniziale la si scopre vedendo anche questo suo ultimo film. L’impronta anche per chi non conoscesse il regista, è chiaramente di stampo horror e il film pur essendo indicato come azione e thriller ha una dinamica degli eventi più vicina a un film dell’orrore che ad altri generi. I ribelli che insorgono e che sono a capo della rivolta, con la loro caccia allo straniero da eliminare senza se e senza ma assomigliano più a un Freddy Krueger, Leatherface o Michael Myers piuttosto che a dei veri antagonisti e nemici. C’è l’effetto angosciante del nascondiglio claustrofobico, dei silenzi d’obbligo in presenza dell’aguzzino, della notte, della pioggia, della violenza gratuita, del sangue che scorre, della colonna sonora pesante e incalzante.

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C’è anche la telecamera a mano che segue come il buon horror impone da Blair Witch Project in poi ma anche prima, e l’effetto famiglia da salvare a tutti i costi, anche a costi del sacrificio estremo.

Certo il sottotitolo italiano non rende giustizia alla vera trama del film e la vicenda si concentra tutta su quella fuga da un paese non meglio identificato (ma con un paio di indizi si capisce essere il Laos) ai confini con il Vietnam per raggiungere una libertà e una sicurezza che improvvisamente scompaiono. C’è anche una certa accusa al mondo capitalistico ma dura un attimo, il tempo di spiegare il motivo di tanta ribellione e di tanta cieca furia omicida verso lo straniero. Poca cosa come a volersi concentrare più sui quattro protagonisti in fuga (i genitori e le due bambine) che su altro di concettualmente più impegnativo.

Il film ha un buon ritmo, crea suspence e una certa angoscia nello spettatore anche a causa di immagini e scene che si mescolano con la realtà di immagini che troppe volte abbiamo visto nei telegiornali. Fotografia discreta e buona sceneggiatura per un film che non chiede tanto alla scrittura di battute visto il tempo che si passa da un nascondiglio ad un altro.

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Le interpretazioni degli attori non sono male ed una bella sorpresa vedere un Owen Wilson al di fuori da ruoli comico demenziali e un Pierce Brosnan vicino a uno 007 in pensione. Il tutto impreziosito da un’affascinante Lake Bell perfetta madre di famiglia.

Un film tutto sommato discreto.

Voto: 6,5

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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