Recensione in anteprima – Venezia 72 (2015) – Fuori concorso – Il regista Scott Cooper ci racconta l’ascesa al potere del gangster Jimmy “Whitey” Bulger in una Boston degli anni ’70 e ’80. Grazie a un Johnny Depp fortemente truccato ma convincente e bravo il film regala dei bei momenti di intrattenimento anche se non sembrerebbe essere stato creato per questa funzione.

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Nato e cresciuto a Boston Jimmy Bulger è un criminale di zona, ha una gang, è rispettato e amato dai locali, specialmente da John Connolly, ora diventato agente dell’FBI che con i Bulger (Jimmy e suo fratello Bill, il senatore) è cresciuto. Proprio John Connolly propone a Jimmy di diventare suo informatore, così da poter fare carriera e in cambio gli consentirà di agire indisturbato.

Mafia, auto, pistole, gangster, tradimenti, poliziotti corrotti, minacce, droga, traffici illeciti, amicizie pronte a saltare, accordi sottobanco e chi più ne ha più ne metta per questo tipico gangster movie creato da Scott Cooper per raccontare gli ultimi decenni da malvivente attivo e in libertà di Jimmy Bulger. Come molti film in concorso e fuori concorso della rassegna veneziana anche questo “Black Mass” è ispirato a una storia vera e si è lavorato di make-up, trucco, parrucco e quant’altro per far assomigliare Johnny Depp al Jimmy Bulger originale. Questo intervento un po’ troppo evidente e ai limiti del posticcio limita un po’ la performance dell’attore che, svestiti i panni da pirata o da mastro cioccolataio, mette in mostra buone doti recitative risultando convincente in un ruolo difficile e con una sceneggiatura che si limita a una sufficiente cronaca dei fatti.

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Gangster movie che vuol sembrare qualcosa di diverso. Un po’ zombie movie se si guarda la faccia di Bulger e la dinamica degli omicidi, un po’ thriller nel momento in cui prende la scena la CIA e l’amico d’infanzia John Connelly. In tutto questo la dinamica che porta pian piano Bulger a diventare un sempre più spietato omicida viene descritta bene, mentre meno bene e un po’ pasticciato appare il rapporto tra lui e la CIA nel suo ruolo di informatore. Probabilmente questo pasticcio è anche un po’ voluto e si incastra in una Boston che non viene descritta o presentata più di tanto e si ha anche un po’ l’impressione di una città deserta abitata solo dai protagonisti, gli antagonisti e pochi altri.

Estremamente citazionista, più del dovuto forse, “Black Mass” rischia di diventare un gangster movie “a salve”, non colpisce fino in fondo, non attrae al limite si sente lo scoppio di qualcosa di potente e che si poteva anche presentare meglio con più approfondimenti, un taglio a una durata di 2 ore ingiustificata e un’attenzione maggiore ai personaggi di contorno, esempio su tutti Dakota Johnson che ad un certo punto, letteralmente, scompare dal film.

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Non condivido la scelta del seppur bravo Cumberbatch come fratello di Jimmy Bulger ma tutto sommato non è il peggior difetto di un film che ammicca al film di genere ma vuole liberarsi di questa etichetta. Un film giustamente lento, ben fatto ma a cui manca qualcosa. Un film che non rimarrà nella storia ma si lascia vedere.

Voto: 6,4

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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