Recensione – il 26 ottobre 1985 Marty McFly fa il suo primo viaggio nel tempo. Questa recensione del primo capitolo della trilogia è il primo appuntamento che ci porterà fino al 21 ottobre 2015, la data che coinciderà nella realtà al viaggio nel futuro più lontano che ha affrontato la mitica De Lorean

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Marty McFly ha diciassette anni, una ragazza di cui è innamorato e una famiglia non particolarmente vivace. Il padre, George, ha paura anche della propria ombra mentre la madre si lascia vivere, priva com’è di qualsiasi ambizione per sé e per i propri tre figli. Marty è amico di Doc, uno scienziato eccentrico che ritiene di aver inventato un’auto che è al contempo una macchina del tempo. Marty avrà modo di scoprire che lo è realmente finendo nella sua stessa città nel 1955. Lì conoscerà sua madre e suo padre che non sembrano proprio destinati a formare una coppia.

Primo di quella che diventerà poi una trilogia cult per diversi motivi, il film di Robert Zemeckis ha avuto non pochi problemi prima di veder il buio della sala cinematografica. Nessuna casa di produzione aveva intenzione di investire in un film di genere a cavallo tra la fantascienza e la commedia per adolescenti. In quel periodo, pieni anni ottanta, i film per giovani erano votati a sdoganare quella volgarità di cui ci portiamo pregi e difetti tuttora. In fin dei conti il film risultava poco commerciale e solo il successo di Zemeckis con il film “All’inseguimento della pietra verde” sbloccò le titubanze della Universal sulla produzione del film.

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Benchè Michael J.Fox fosse sempre stata la prima scelta per la parte da protagonista, le prime scene sul set videro l’utilizzo nella parte di Marty McFly di Eric Stoltz, poi licenziato costringendo l’emergente Fox a registrare per “Casa Keaton” durante il giorno e per “Ritorno al futuro” durante la notte, un vero tour de force per il talentuoso attore richiestissimo in quel periodo per la sua abilità recitativa e per avere un incredibile capacità di “bucare lo schermo” piccolo o grande che fosse.

Molti sono gli aneddoti attorno alla pellicola che hanno contribuito ad aumentare i dettagli di un film e di un’intera trilogia diventata mito, leggenda, culto per i ragazzi della fine anni 80 e, in barba all’elemento essenziale del film, il tempo, anche per le nuove generazioni del ventunesimo secolo. Ciò che rende questo film uno dei film che ha uno dei più alti gradimenti della critica su Rotten Tomatoes (96%) e che una volta tanto mette d’accordo critica e pubblico è l’estrema coesione tra fantascienza e commedia brillante dal taglio sì giovanile ma con elementi di sicuro interesse come per esempio il confronto tra genitori e figli, a pari età nello stesso periodo storico. Condizione sociale o più precisamente gioco narrativo che ha dato anche diversi spunti di discussione anche abbastanza articolati.

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Con un ritmo elevato e una sceneggiatura ben congegnata il film è divertente, romantico, sentimentale e non calca mai la mano su nessuno di questi elementi risultando scorrevole come pochi  e ricco comunque di elementi pensati ad hoc e che prendono dalla realtà o dalla finzione. Una scena ad esempio mescola con ironia e intelligenza quelle che erano le saghe fantascientifiche più in voga (ma lo sono tuttora anche loro) in quegli anni: Star Trek e Star Wars.

Mescolando abilmente anche un tocco di nostalgia per gli anni 50 sulla scia di una serie tv decennale che era appena conclusa “Happy Days” e una fantascienza che veniva incarnata dalla scintillante De Lorean DMC12 come novella macchina del tempo, il film presenta due protagonisti assoluti. Il primo, il tempo, le sue dinamiche e il ritorno a un futuro che deve essere preservato. Il secondo protagonista è Marty McFly magistralmente interpretato da Michael J. Fox. Ci sarebbe anche un terzo protagonista che, pian piano, nel corso degli anni è assurto a mito anch’esso: “Doc” Brown interpretato da Christopher Lloyd, lo scienziato che, con la sua eccentrica inventiva e riflessivo raziocinio fa da contraltare all’esuberanza e alla dinamicità di Marty. Un perfetto equilibrio delle parti che i due attori impreziosiscono con le loro performance.

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Un cult, un film da vedere, il primo di una trilogia che, nel suo piccolo, ha fatto la storia degli anni ottanta e che non vuol saperne in nessun modo di presentare i segni del tempo. E’ ogni volta un ritorno al futuro.

Voto: 8,6

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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