Recensione – (sala energia – Arcadia Melzo, dove c’è sin dalla nascita del multiplex, il T-Rex in copertina, simbolo del cinema) Ventidue anni fa, il dr. John Hammond ha fatto un sogno: un parco a tema dove i visitatori di tutto il mondo potessero fare esperienza dell’emozione e del brivido di vedere dei veri dinosauri. Oggi il suo sogno è finalmente diventato realtà. Benvenuti a Jurassic World
Situato su un’isola al largo della Costa Rica e costruito intorno a una Strada Principale (Main Street) molto movimentata, Jurassic World è un miracolo all’avanguardia ed è pieno di strabilianti attrazioni. I bambini cavalcano dei gentili mini Triceratopi nello zoo tattile per bambini, le folle esultano quando il Mosasauro acquatico salta fuori da una piscina nel tentativo di agguantare un grande squalo bianco che gli dondola davanti e mangiarlo come spuntino, e le famiglie fissano affascinate i dinosauri di ogni forma e grandezza che girovagano di nuovo, tutti in bella mostra, ma rinchiusi per motivi di sicurezza, per il divertimento degli ospiti. A supervisionare ogni angolo di Jurassic World c’è la donna in carriera Claire (BRYCE DALLAS HOWARD di The Help), a cui vengono inaspettatamente affibbiati due nipoti, Zach, 16 anni (NICK ROBINSON di Melissa & Joey in TV), e Gray, 11 (TY SIMPKINS della serie Insidious). Anche se sono stati messi sul traghetto dalla loro mamma, Karen (JUDY GREER di Ant-Man), per trascorrere un paio di giorni a Jurassic World, Claire non ha tempo per intrattenere i due ragazzini in visita e quindi li riempie di pass, invitandoli a esplorare da soli il parco.
Fin qui tutto bene. Tutto fila a meraviglia in questo mondo giurassico ricreato dagli scienziati. Ma sappiamo dai trailer che non sarà così. Interverranno elementi molto meno originali come Owen (CHRISS PRATT di Guardians of Galaxy) più simile a un novello Mr.Crocodile Dundee con il suo modo di richiamare l’attenzione dei velociraptor. Immancabile, ovviamente, il gruppo paramilitare antagonista senza scrupoli che abbiamo già visto nei precedenti capitoli del Jurassic Park. Interverrà soprattutto l’evento imprevisto, o meglio l’evento catastrofico, quel dinosauro fuori controllo che minaccia tutta la popolazione dell’isola. Questo dinosauro ha, perdipiù l’originalità di non essere mai esistito in realtà: è stato creato in laboratorio grazie alla combinazione di dna di diversi dinosauri.
“Alla gente i dinosauri non bastano, la gente vuole qualcosa che sia WOW”, “I dinosauri sono già wow”.
Parafrasando queste due battute bisognerebbe dire che la gente che ha visto gli altri film di Jurassic Park ritroverà elementi del film disseminati qua e là, alcuni in bella vista altri un bel po’ meno, ed essendo una di queste persone non posso dire di aver detto “wow”. Anzi il rammarico di vedere in quelle scene tanta sentimento e anima di una trilogia che, grazie al primo capitolo soprattutto, è diventata una serie di film mitici e che hanno innovato, nel loro piccolo, il cinema.
Questo “Jurassic World” parte frammentato, sconnesso, preoccupato più di presentare che farci conoscere quel mondo. La tendenza continua per tutto il film ma almeno da buona parte di metà in poi l’azione prende il sopravvento. Un’azione caotica, a certi tratti illogica (tacchi in corsa della Howard solo per citare un esempio) che giungono ad un finale liberatorio sia per il film che per gli spettatori. Anche se poco originale e telefonato è, in qualche modo un po’ nostalgico e ridà voce a un po’ di giustizia.
Non vi sveliamo altro, ricordiamo il tuffo al cuore del tema sonoro originale e famosissimo di Jurassic Park composta da John Williams che appare qualche volta e che soppianta la seppur buona colonna sonora composta dal pluripremiato Michael Giacchino. I personaggi non vengono mai approfonditi più di tanto solo per la mal celata paura di annoiare il pubblico. Peccato perché ci sono svariati momenti in cui la sceneggiatura sembra poter dare lo spunto e il tempo per approfondire i rapporti di personaggi principali e secondari.
Alla fine rischiamo di aver visto tutto un mondo racchiuso in un’isola e 65 milioni di anni di storia senza aver mai conosciuto nessuno ed è per questo che le musiche e persino alcuni gadget del primo “Jurassic Park” ci ricordano quella familiarità e anima di un film che dopo oltre 20 anni è ricordato dai grandi soprattutto. Il film in realtà non si accende mai, coinvolge solo tramite l’aggiornamento degli effetti speciali, moderni e in grado di creare quello che forse 20 anni fa era solo un sogno. Che “Jurassic World” potesse perdere il confronto con “Jurassic Park” era preventivato persino dai produttori, che il film non fosse nemmeno un ottimo film di intrattenimento a prescindere dal confronto forse questo gli ideatori non se lo aspettavano.
Purtroppo “Jurassic World” è una serie di fuochi di paglia quando ti aspetti un incendio di emozioni e la colpa, probabilmente è stata quella di aver voluto mettere insieme troppe caratteristiche senza saperle mescolare bene e unire con una sceneggiatura un po’ più profonda. Sarebbe stato meglio per Marshall, Spielberg, e soci produrre un film di intrattenimento puro invece di un film che ha troppi ricordi e nessuna anima.
Da notare la piccola ma significativa parte interpretata da Lauren Lapkus, artista di cui sentiremo parlare in futuro probabilmente come ottima spalla o personaggio secondario.
Ricordate, come si vede dalla copertina, “ai bambini piace il T-Rex”, Trevorrow, fattene una ragione.
Voto: 6,4