Uscito la settimana scorsa nelle sale, presentato a Venezia dove però è finito un po’ nell’ombra, “sorpassato” nei premi dal film della Rohrwacher, addirittura inserito immediatamente nella shortlist italiana per gli Oscar (ma sarà Virzì a provare il bis negli USA dopo Sorrentino). Qui la recensione di un nostro utente, Marcello Bonini alias Mac, ex produttore virtuale e ora filmaker e critico sul sito www.flashvideo.it, dal quale riproponiamo qualche passaggio del suo giudizio:

Anime nere di Francesco Munzi – Italia, Francia, 103′

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Anime nere racconta le vicende di una piccola famiglia della ‘ndrangheta, operante tra Milano ed Africo: tre fratelli, uno dei quali riluttante ad accettare il proprio destino malavitoso, suo figlio che invece non vede l’ora di farsi valere, e le donne che vivono attorno a loro, madri, sorelle, mogli, incapaci di strapparsi a quella realtà di violenza quotidiana.

Munzi, senza rinunciare all’immediatezza di una messa in scena sporca e realistica, sceglie uno stile più strutturato rispetto ad altri autori che si muovono sul suo stesso terreno, ma in questo modo riesce ad amplificare la forza d’impatto di una storia durissima e senza speranza, che illustra perfettamente la spirale di sangue da cui molti non riescono a fuggire. A chi ha gli occhi per vedere la follia di quella vita manca il coraggio, o forse solo l’opportunità, di gettarsi tutto alle spalle, mentre chi, come il giovane protagonista, è nato e cresciuto in quell’ambiente, non riesce a vedere oltre il mito che si è costruito dello zio trafficante internazionale. Tutto questo è reso alla perfezione nel film, il cui intensissimo finale non offre possibilità di fuga se non attraverso altra violenza.[…]

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